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Il maiale è detto il brutto / ma di lui si mangia tutto

Vincenzo Tanara famoso per aver scritto il celebre trattato L’economia del cittadino in villa che, dopo l’edizione del 1644, conobbe altre nove edizioni, asserisce che il porco, se pure lurido animale che si delizia più d’ogni altro “nell’immondezze” (e per questo “chiamasi il brutto”). Del maiale tutto è buono e non si buttava via niente (come poi è stato detto della musica di Giuseppe Verdi) e in proposito Tanara scrive “Et in fine, acciocché cosa alcuna di questo pretioso animale non si getti, si pesta Più piccoli di quanto si pensi, molto più sostenibili di quanto si sappia, spesso gestiti da giovani allevatori portatori di una cultura attenta all’ambiente e al benessere animale e di competenze mai viste prima nel settore zootecnico italiano. È questo l’identikit degli allevamenti del nostro Paese. Un settore vitale dal punto di vista economico, la cui evoluzione non sempre trova spazio nella narrazione mediatica. Per questo Carni Sostenibili, l’associazione no profit che promuove il consumo consapevole e la produzione sostenibile di carni e salumi, lancia la campagna video #AlleviamoRispetto. E per rispetto si intende quello dovuto agli animali - ricordiamo che l’Italia è il Paese con standard di sicurezza e benessere animale tra i più alti al mondo - ma anche quello dovuto agli allevatori che compiono una scelta d’impegno rendendo disponibile a tutti cibo dall’alto valore qualitativo e nutrizionale. Ogni settimana fino a dicembre, su carnisostenibili.it un video racconterà la storia di un allevatore italiano, la vita quotidiana di uomini e donne che con consapevolezza, orgoglio e lavoro quotidiano portano avanti la propria attività, migliorando le proprie competenze ed affinando le riflessioni che tutti, oggi, siamo portati a fare. C’è chi ha proseguito una tradizione familiare e chi invece ha cominciato da zero, storie diverse, settori differenti, che però sono accomunati dal desiderio di affermare con forza quanto sia importante e necessario il loro lavoro. Siamo ormai abituati a vedere la zootecnia italiana continuamente attaccata su Web, giornali e tv. Trasmissioni televisive, blog di parte, documentari, forum e pagine social al limite del surreale: le iniziative comunicative organizzate per ledere l’immagine degli allevamenti non si contano più. A rendere questo trend molto più grave si aggiunge il fatto che, spesso, le immagini, i video e i reportage diffusi e condivisi sui social network dai (pochi, in percentuale, ma molto rumorosi) detrattori della produzione e del consumo di carne arrivano anche da contesti extra-europei, in cui il sistema zootecnico è basato su metodi di produzione, leggi e regolamentazioni ben diversi da quelli europei e soprattutto italiani. Proprio da questa overdose di immagini negative è nata la necessità da parte degli operatori del settore di svelare chiaramente come sia la reale situazione negli allevamenti italiani. Ma come sono e come funzionano veramente gli alno tutte le budella minutissime, & incorporate con sale, e coriando, si fa un salcizzotto assai buono, per far bollire nella minestra d’herbe”. La carne del maiale, dice sempre Tanara, fornisce una carne gustosa dai “cinquanta sapori” che può essere lavorata e cucinata in ogni sua parte e tra le altre indicazioni segnala le seguenti. “Fassi un salame alla Fiorentina di carne magra sola, con dentro un poco d’odor d’aglio, quale gusta à molti, ma s’asciuga un poco troppo. E perché dalla fabbrica di dette mortadelle restano molti avanzi di carne magra, come di grassa, queste ben peste col proporzionato sale di libre sei per cento, e levamenti italiani? Questi, generalmente più piccoli di quanto si pensi e in molti casi a conduzione familiare, sono sempre più spesso gestiti da giovani allevatori che, a differenza di molti dei loro predecessori, da una parte hanno una cultura, una formazione e una serie di competenze mai viste prima nel settore zootecnico, dall’altra mostrano una sensibilità e una presa di coscienza su ciò che comporta l’allevare animali che erano sicuramente sconosciute nei decenni addietro e che vanno ben oltre le leggi, le regolamentazioni sul benessere animale e gli allarmismi. Con #AlleviamoRispetto, si vuole quindi dar voce agli allevatori, per lo più giovani, consapevoli che per sopravvivere occorre puntare sulla qualità, a cominciare dalle stalle e dal benessere animale. Questi giovani allevatori sono giustamente orgogliosi di quello che fanno, e a differenza di chi li attacca per avere visto due minuti di un video online, loro fanno cose importanti e sanno di ciò che parlano. #AlleviamoRispetto è un progetto che mira non solo a far capire quanto gli allevatori di oggi siano sensibili alle tematiche relative alla sostenibilità ed al benessere animale, ma anche a spiegare il loro punto di vista. Si tratta di giovani motivati e generalmente molto istruiti, che con il loro impegno ed onzie dodeci di pepe, fanno altri salami, quelli in budelle di Vitello per lo quasi ripongono, e si custodiscono come le sopradette mortadelle, e però bene mangiarli presto. Con fegato non molto minutamente pesto, misticati pezzeti d’assugnaresca, coriando(lo), poco sale, e pepe, se ne fa salame assai buono da mangiarsi di primavera … Di tutti li suddetti avanzi, ancora, e quelli, che avanzano dal formare li prosciutti, spalle, panzette, coppe, & altre con l’aggiunta di cuore, e rognoni, non molto ben pesti, con pepe e sale, la metà meno della sopradetta dosa, si fa salcizza, quale col nome porta seco il modo di farla, cioè sale e zizza”.

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a cura della redazione di Carni Sostenibili

#AlleviamoRispetto: finalmente la parola agli allevatori italiani

Con #AlleviamoRispetto parte una campagna di Carni Sostenibili per dar voce agli allevatori, consapevoli che per sopravvivere occorre puntare sulla qualità, a cominciare dalle stalle e dal benessere animale

www.carnisostenibili.it

il loro lavoro garantiscono a tutti noi la possibilità di accedere a cibi di qualità. Il rispetto, pratica da riscoprire ed “allevare” soprattutto in tempi aggressivi e spesso intolleranti come quelli che stiamo vivendo, è anche per loro. Oltre che per gli animali e per l’ambiente, infatti, è tempo di portare il giusto rispetto per tutti coloro che con gli animali ci lavorano, accudendoli e curandoli ad ogni ora del giorno e della notte. Rispetto per tutti, dunque, inclusi coloro che la pensano diversamente, o che scelgono per sé e per i propri figli una dieta completa ed equilibrata, che in quanto tale includa anche carne, salumi e prodotti di origine animale. Troppo facile riempirsi la bocca di parole come “etica” o appunto “rispetto”, quando si è incapaci di accettare le opinioni altrui, o quando non si è disposti a ricevere informazioni che non siano in linea con ciò che ci si vuole sentir dire. #AlleviamoRispetto è quindi un invito, attraverso una corretta informazione, a ritornare sulla via della razionalità. Soprattutto quando per supportare la propria causa, sia essa di carattere economico o ideologico, si specula con informazioni false o fuorvianti sulla vita di intere famiglie ed interi settori. Ora, finalmente, la parola agli allevatori italiani.

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