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femminile di Pino lazzaro
Alice Pignagnoli e Alessia Tuttino
Mamme calciatrici: così diverse, così uguali
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Alice e Alessia, una in porta, l’altra in mezzo al campo. Entrambe in Serie B, una (Alice) col Cesena, l’altra (Alessia) col Tavagnacco. Entrambe mamme da poco: la piccola Eva (Alice) di pochi mesi e Tommaso (Alessia) di un anno e mezzo. Entrambe – ancora – sono tornate a giocare dopo il parto e già questa come si suol dire è già una notizia, mica ce ne sono tante di calciatrici mamme che giocano e chissà poi quanto ci vorrà perché il tutto possa diventare meno… notizia. Nel 2022/2023 è stato programmato il passaggio al professionismo per il calcio giocato dalle donne e per forza di cose una voce a cui si dovrà pensare sarà per l’appunto quella rappresentata dalla maternità. Comunque sia, torniamo ad Alice e Alessia, loro malgrado continuano a essere “una notizia”. Sono così tornate in campo, un po’ uguali a prima, parecchio diverse da prima.
Alice Pignagnoli, portiere del Cesena ha seguito e mi segue, assieme pure "Quanto è cambiato allo staff tecnico. Sia per l’alimentazione che per la ripresa fisica, lavori a secco in piscina e palestra, poi il difil nostro calcio" ferenziato. No, non ho fatto insomma troppa fatica, sono riuscita a perdere 15 kg in poche settimane ed è stato un “Eva? Ha tre mesi ed è bravissima, Dura tornare? percorso tutto sommato “semplice”, mai ci ha tenuti svegli di notte. Credo “Ho partorito tre mesi fa e credo co- potendo contare su mio marito, anche d’avere così tutto sommato un approc- munque di essere stata fortunata e i suoceri, con in più che so di essere un brava perché in pratica ho con- caterpillar. Nonostante sia stato il mio “Società e compagne non mi hanno tinuato ad allenarmi sin quasi un parto cesareo… già non me lo ricorcerto fatto sentire un problema, bensì al 9° mese, solo le ultime tre do più e non mi sento di avere qualcosa una risorsa. M’hanno dato fiducia, settimane, era pieno m’hanno fatto sentire fondamentale per luglio, ho rallentato. “Mio marito mi ha sempre sostenuta, sempre. il gruppo: una consapevolezza questa Ora sono tornata, Di base una grande stima ed è stato proprio che me ne dà proprio tanta di forza”. sono solo due setti- bravo perché a lungo in questi anni sono mane che mi alleno andato ad allenarmi con lui, in Eccellenza: cio verso la maternità un po’ diverso e col gruppo e non è che mi non so quanti altri avrebbero accettato di c’entra anche il fatto che dal martedì senta, che so, più debole. vedermi lì con tutti sti uomini attorno”. al venerdì sono via, non vedo l’ora di Anzi, credo di aver acquisitornare, di stringerla: non rompe in- to molto altro, quel che “vedo” ora nel- di meno lì in porta: mica è solo il fisico somma le scatole come in tanti mi di- lo spogliatoio, lo stesso approccio alle quel che si porta in campo”. cevano, proprio no”. partite. Molto lo devo allo staff che mi In pratica un Giro d’Italia con tutte le squadre in cui hai giocato… Di Reggio Emilia, classe 1988, portiere di “Ho cominciato, ambiziosa la mia parruolo, Alice Pignagnoli ha iniziato con la te, partendo dal settore giovanile delReggiana, inanellando poi una lunga se- la Reggiana, la B, la A2, poi il Milan quenza di squadre (da Wikipedia): via via in A che però è fallito. Sono ripartita Galileo Giovolley, Tradate Abbiate, Milan, dal Como in A2, l’esperienza di vita di Como 2000, Napoli, Torres (uno scudetto, Napoli e la chiamata della Torres, aluna Supercoppa italiana e la partecipa- lora un po’ la Juventus di adesso. Lo zione alla Champions League), Riviera di scudetto, la Supercoppa, giocare in Romagna, Atletico Oristano, Valpolicella, ancora Riviera di Romagna, Imolese, Mantova, Genoa e infine Cesena, il suo club attuale. Una laurea in Scienze della CoChampions. È stato quello l’anno in cui ho conosciuto lui, Luca, ora mio marito, tra Sardegna e Reggio Emilia mica era municazione e… un marito (Luca Lionetti, così facile. Poi il lavoro, col calcio altri che sempre Wikipedia ricorda ha giocato due fallimenti col Riviera di Romagna oltre 300 partite nell’Eccellenza emilia- e il Genoa… Il lavoro? Ho una laurea na-romagnola). in Scienze della Comunicazione, ero
project manager in un’agenzia di comunicazione, già avevo qualche stanchezza/dubbio, sapendo poi d’essere incinta, ho deciso di starmene a casa”.
Calcio cambiato “Sì, con l’ingresso delle società prof è proprio cambiato il nostro calcio. Ripenso all’anno dello scudetto con la Torres, ricordo che era il capitano che andava a comprare l’acqua per tutte noi. Vedo come ora vengono trattate alla Juventus e mi dico che avrei sì potuto nascere io dieci anni dopo o il tutto poteva capitare dieci anni prima. Però, come “vecchia guardia”, penso d’avere il privilegio di sapere quello che abbiamo passato, nulla lo potevamo dare per scontato come vedo fanno adesso le ragazzine (a Cesena hanno puntato molto sul settore giovanile). Loro non possono sapere che noi in Serie A con
Alessia Tuttino, centrocampista del Tavagnacco "Campionato condizionato dalla pandemia"
“Con Tommaso è andata abbastanza un po’ per conto mio, poi col Tavabene, dai, una via di mezzo, poteva gnacco, ma con patti chiari, vediamo certo andare peggio e c’è da dire, spe- come va, nessun problema se qualche cie per il dormire, che ero proprio abi- allenamento lo salto, ste cose qui. Come detto, ero curiosa di come “Poco da fare, in campo mi accorgo rispondevo, è stata una cosa grache la testa vorrebbe fare tante cose, duale e non ho fatto particolare ma il fisico…” fatica, se non per dei dolori, qui e là, che mai prima avevo provato, tuata bene prima. No, niente e nessu- tipo a un tendine d’Achille”. no mi ha convinta a tornare. Quand’ero incinta andavo a vedere le partite, sen- E in campo? za aver alcun pensiero che mi mancas- “Qui attorno a me è cambiato proprio se il calcio, proprio no. È stato dopo la tutto, tutte ragazze molto giovani, pennascita di Tommaso che ho cominciato sa che quattro o cinque delle compagne a pensare che avrei potuto provarci, che ho adesso le allenavo anni fa. Come soprattutto per curiosità, per vede- mi vedono? Da una parte è arrivata la re come avrei risposto fisicamente. Tuttino, la calciatrice d’esperienza inDopo, solo dopo, veniva la squadra, il somma; dall’altra, metti quando chiedo preparare le partite, l’adrenalina lì sul di fare in fretta perché devo tornare da campo e tutto il resto” Tommaso, ecco che salta fuori la mamma: quel che più conta comunque è l’aCom’è andata? spetto calcistico”. “Con la gravidanza avevo messo assieme quasi 11 chili in più, ci ho mes- Peccato per il Covid so quasi un anno per tornare al peso “Sì, proprio un peccato. Dopo il Mondiale c’era un entusiasmo “Se penso alle compagne che avevo io alla tale, un’onda che ha porloro età, allora dico che una volta c’erano delle tato a parlare e programcalciatrici molto più brave tecnicamente. Ora mare tra non molto addisono certo più atlete, ma il livello è diminuito, rittura il professionismo, le squadre stesse sono più livellate e meno peccato che questa panscontate sono così anche le partite”. demia ora abbia rallentato le cose. È proprio un di prima. E devo dire pure che in fon- campionato “brutto” questo, lo scorso do ho ricominciato dopo essere stata turno di campionato si sono giocate ferma praticamente due anni, prima solo due partite, proprio oggi abbiamo la Reggiana avevamo per esempio una sola maglietta e un solo paio di pantaloncini ed eravamo sempre noi che dovevamo lavarli tra un allenamento e l’altro, specie quando si faceva doppio. Penso ai nostri anni bui e penso pure a quelle prima di noi, che avevano ancora meno. Tanti sacrifici, quante ore di macchina giusto per un allenamento: le ho dentro di me queste cose e tuttora le porto con me in campo”.
Alessia Tuttino è nata a Udine nel marzo del 1983 ed è di Blessano, una frazione di Basigliano (Ud). Centrocampista di quantità e temperamento, ha giocato con Tenelo Club Rivignano (C-B), Foroni (A), Bardolino (A), Chiasiellis (A), Roma (A) e Tavagnacco (A, ora in B). Nel palmares quattro scudetti, quattro Coppe Italia e quattro Supercoppe italiane. Sono ben 133 le sue presenze con la maglia della Nazionale maggiore. Complimenti.
saputo che anche domenica non giochiamo… ti prepari e poi non giochi, non è una cosa tanto reale così”.
Questo mese parliamo di…
Un caso di fuori rosa alla DRC e al CAS
Un argomento ricorrente anche a livello internazionale riguarda l'esclusione di un giocatore dagli allenamenti con la prima squadra ed uno degli ultimi casi discussi alla DRC della FIFA ed al CAS di Losanna in sede di appello riguarda un noto calciatore greco tesserato con un club turco.
I fatti: nell'agosto 2014 il calciatore e la società sottoscrivono un contratto valido per due stagioni; a fine marzo 2015 il giocatore, di 34 anni di età, viene informato per iscritto dalla società che per le successive 4 partite non avrebbe più fatto parte della prima squadra e che si sarebbe dovuto allenare con la formazione Under 21 del club. Il calciatore si rifiuta immediatamente ed invia delle contestazioni scritte; in aggiunta, non riceve puntualmente nemmeno lo stipendio di aprile e pertanto risolve unilateralmente il contratto in data 18 maggio 2015 invocando quali motivi principali l’illegittima esclusione dalla prima squadra e la violazione dei suoi "diritti della personalità".
La competente DRC delle FIFA esamina il reclamo e la domanda riconvenzionale con la quale il club evidenzia, in estrema sintesi, a) la temporaneità dell’esclusione dalla prima squadra, b) il contratto non vieta la possibilità che il calciatore venga inviato ad allenarsi con la seconda squadra. La decisione viene assunta a maggioranza, con il dissenso degli arbitri nominati dalla FIFPro – il sindacato mondiale dei calciatori, ed accoglie la domanda del club affermando, in generale, che se il contratto tace sulla questione, un club può legittimamente inviare un calciatore ad allenarsi con la squadra B o Under 21. Inoltre, il club ha comunicato ripetutamente al calciatore che avrebbe dovuto allenarsi con la seconda squadra, ma quest’ultimo non ha rispettato le istruzioni e rifiutandosi di adempiere per circa 1 mese ha legittimato la risoluzione del contratto per giusta causa da parte del club. Il calciatore viene pertanto condannato a pagare al club un risarcimento del danno.
In secondo grado, fortunatamente il CAS di Losanna ha annullato la decisione della FIFA DRC ed ha ribaltato la decisione. In relazione alla questione principale (se il club fosse autorizzato a mandare il giocatore alla squadra Under 21), il CAS ha innanzitutto notato che il contratto non conteneva né una clausola che consentisse al club di assegnare
il giocatore alla squadra under 21, né una clausola che specificasse che il giocatore aveva il diritto di allenarsi solo con la prima squadra. In questo scenario, i componenti della corte hanno ritenuto di non poter concordare con quanto precedentemente deciso - a maggioranza - dalla DRC sul fatto, francamente aberrante, che se il contratto tace, un club abbia il diritto di spostare i suoi giocatori da una squadra all'altra. Inoltre, esiste una decisione del Tribunale Federale Svizzero (paese in cui hanno sede sia la FIFA che il CAS), in cui si afferma che un lavoratore ha una giusta causa per risolvere il proprio contratto in caso di grave violazione dei suoi diritti, come, ad esempio, un cambiamento unilaterale o inaspettato del suo status che non sia relativo “alle esigenze dell'azienda o all'organizzazione del lavoro o al mancato rispetto dei propri obblighi da parte del dipendente”. Il CAS ha infine giustamente sottolineato che la squadra under 21 del club era composta principalmente da giocatori dilettanti ed in questo contesto, ha ritenuto che “la retrocessione del giocatore nella squadra U21 a fini di allenamento non è giustificata e costituisce una modifica unilaterale dei termini del contratto di lavoro a scapito del giocatore e, in quanto tale, abusiva”. In conclusione, ha ritenuto che il club abbia arbitrariamente retrocesso il giocatore nella squadra U21, violando il suo diritto di allenarsi e giocare con la prima squadra, col possibile rischio di pregiudicare gravemente la sua carriera professionale, e pertanto, nel riformare la decisione di primo grado, il club è stato dichiarato colpevole di aver violato il contratto ed il calciatore meritevole del diritto di ricevere un risarcimento del danno.
Decisione n. 46 del TFN
Calciatori dilettanti, Procuratori ed Avvocati
Lo spunto per questa riflessione nasce dalla decisione n. 46 del TFN – Sezione Disciplinare, del 13.11.2019. Nella motivazione del proprio provvedimento i giudici, decidendo sulla posizione di un avvocato deferito all’interno del procedimento che aveva inizialmente riguardato vari soggetti tra calciatori, procuratori e società, dettano un’interessante lettura di una questione che, necessariamente, coinvolge anche i calciatori dilettanti. Si tratta, in particolare, dell’assistenza fornita da un soggetto ad un giocatore non professionista nell’ambito di attività ritenute di interesse sportivo. Il deferimento nasceva, nel caso particolare, dal fatto che un avvocato aveva assistito un giocatore dilettante nelle fasi di contrattazione di un contratto con una società di Serie D pur non essendo iscritto al registro dei procuratori sportivi. A sua difesa il legale deferito (il giocatore assistito aveva invece optato per il patteggiamento e quindi la sua posizione non è stata presa in considerazione nel provvedimento del Tribunale) sosteneva di non aver svolto alcuna consulenza in favore del calciatore e che in ogni caso l’attività eventualmente svolta sarebbe dovuta essere considerata totalmente lecita, tipicamente di natura legale, rientrante nell’ambito della sua attività professionale e del tutto irrilevante per l’ordinamento federale anche a fronte del fatto che lui, fisicamente, alla sottoscrizione del contratto non era presente. Totalmente contraria è risultata, invece, la posizione tenuta dai Giudici del Tribunale che giustificano la loro decisione partendo dall’art. 2, comma 2 CGS. In generale, infatti, la rilevanza per l’ordinamento federale dell’attività svolta nasce nel momento stesso in cui l’avvocato assume, in modo stabile, l’assistenza di un calciatore anche sulla base di un semplice contratto di consulenza (che ben potrebbe essere anche semplicemente verbale). Il solo agire all’interno del panorama federale rende per ciò stesso assoggettabile un soggetto alla normativa della Federazione. Ed in più, per ciò stesso, l’avvocato che svolge attività tipiche di un procuratore sportivo dovrà essere considerato equiparato a tale figura ed assoggettato alla relativa disciplina, anche se il legale non si qualifica espressamente come tale. A ragionare diversamente, argomentano i giudici, si arriverebbe ad ammettere la possibilità per gli avvocati di agire in assoluta libertà nell’ordinamento federale senza alcuna limitazione o vincolo, che invece vengono imposti agli altri operatori, creando perciò un inspiegabile ed ingiustificabile disparità di trattamento. Sulla base di tali argomentazioni, valutando come rilevante per l’ordinamento federale l’attività svolta dal deferito, i Giudici hanno accolto il deferimento e sanzionato lo stesso sia per aver assistito un calciatore dilettante sia per aver posto in essere tale attività senza apposito mandato depositato e senza essere iscritto all’apposito albo dei procuratori sportivi. Per concludere, invece, guardando la vicenda dal punto di vista esclusivamente dei giocatori, la decisione risulta molto interessante perché sottolinea come un calciatore dilettante, nello svolgimento di attività rilevanti per l’ordinamento federale, oltre a non potersi servire dell’assistenza di un procuratore sportivo (così come tassativamente stabilito dal Regolamento per i servizi di Procuratore Sportivo della FIGC) non potrà nemmeno farsi affiancare o assistere da un avvocato e ciò perché questi, nello svolgimento di attività professionali all’interno della federazione, si vedrà equiparato ad un procuratore ed assoggettato alla stessa disciplina limitativa.