L'avventuriera

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1 Oh, quei suoi lampioni di notte! Le ricche oreficerie, i negozi di stampe, le botteghe di giocattoli, i negozi di tessuti, i ferramenta, le pasticcerie, il camposanto della chiesa di St Paul, lo Strand. La Borsa di Exeter, Charing Cross, con un uomo in sella a un cavallo nero! Sono questi i tuoi idoli, o Londra! Lettera di Charles Lamb a Thomas Manning

Sebbene l’oscurità scendesse ancora presto sulle vie e sulle piazze linde del West End di Londra, sebbene la nebbia aleggiasse in volute fumose attorno ai globi dei lampioni di quartiere scuriti dallo sporco, e sugli alberi di Hyde Park non si vedesse neppure una foglia, si avvertiva come una corrente sotterranea di eccitazione, come un fruscio, non però di foglie, bensì dei taffetà e delle sete che venivano puntati con gli spilli e messi in prova. Quella primavera artificiale, quel prepararsi alla Stagione londinese, acceleravano il ritmo. I davanzali incrostati di fuliggine venivano strofinati e riportati all’originario biancore, gli scuri venivano spalancati per arieggiare le stanze e molti esponenti dell’alta società si apprestavano di malumore a compiere il penoso rituale del bagno semestrale. Tutti gli accessori della Stagione venivano tolti dalle scatole: belletti, ciprie e pomate; gioielli, ventagli e tabacchiere smaltate. Chi, con un po’ di sale in zucca, si sarebbe sognato di sprecare quei preziosi tesori in campagna? Enormi, ingombranti carrozze da viaggio, con il loro carico di passeggeri aristocratici, facevano ingresso in città: gli esponenti 1


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