Caduta e ascesa di Reginald Perrin

Page 1

1 Giovedì

Quando Reginald Iolanthe Perrin si incamminò per andare al lavoro giovedì mattina, non aveva alcuna intenzione di chiamare sua suocera ippopotamo. Nulla avrebbe potuto essere più lontano dai suoi pensieri. Fermo sul portico della sua casa in stile neogeorgiano baciò la moglie Elizabeth. Lei gli tolse un pezzetto di cotone bianco che gli si era attaccato alla giacca e gli diede la valigetta di pelle nera. Vi erano incise in oro le sue iniziali, R.I.P. “Ti si è aperta la cerniera,” sibilò, anche se intorno non c’era nessuno che potesse sentirla. “È proprio inutile che si apra in questi giorni,” replicò lui, mentre faceva gli opportuni aggiustamenti. “Smetti di preoccupartene,” disse Elizabeth. “È questa ondata di caldo, nient’altro.” Lo guardò mentre si incamminava per il giardino. Era un uomo alto, quasi un metro e ottanta, con spalle rotonde e piedi a papera. Aveva un corpo molto peloso e a scuola lo avevano soprannominato Stuoia di cocco. Camminava a grandi passi, il corpo proteso in avanti‚ nell’ansia di non perdere il treno delle otto e sedici. Aveva quarantasei anni. 1


Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.