Agatha Raisin e i Camminatori di Dembley

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Agatha Raisin osservava la luce del sole sulla parete del suo ufficio nella City londinese. I raggi filtravano attraverso la veneziana come lunghe frecce luminose che piano piano, al calare del sole, si muovevano lungo il muro diventando la meridiana della sua giornata lavorativa. L’indomani il suo periodo di lavoro come PR sarebbe terminato, e lei sarebbe potuta finalmente rientrare a casa, a Carsely, un villaggio dei Cotswolds. Tornare al lavoro non le era piaciuto. La sua breve assenza da Londra, il poco tempo passato da pensionata sembravano averla privata dell’energia necessaria per estorcere ai giornalisti e alle reti televisive un po’ di pubblicità a favore dei clienti. Anche se dell’antica ferocia ed energia le era rimasto quel tanto che bastava ad assicurarle comunque il successo, Agatha rimpiangeva il villaggio e gli amici. All’inizio era rientrata qualche volta nel fine settimana, quando il lavoro glielo consentiva, ma la sofferenza di dover tornare ogni volta a Londra era stata così grande che negli ultimi due mesi non si era più mossa, e aveva lavorato anche di domenica. Aveva creduto che la capacità di farsi degli amici – un 1


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