Miss Julia scende in pista

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Parola mia, se c’è una cosa che non va ce ne sono due. Oppure, come nel mio caso, una mezza dozzina. Sembra che tutte le volte che mi giro dall’altra parte salti fuori qualcos’altro a preoccuparmi da morire. Troppo agitata per starmene a sedere, chiusi il libretto degli assegni e lo riposi nel cassetto della scrivania. Chi riesce a controllare un estratto conto con le preoccupazioni che imperversano come il vento freddo che soffia fuori? Marzo, pensai con un brivido. Secondo me potremmo farne tranquillamente a meno, però il mese pazzerello ci aspettava ancora tutto intero. Mi avvicinai alla finestra e guardai fuori nel grigiore del mattino: notai il croco solitario che spuntava dal ghiaccio alla base della siepe nel giardino sul fianco della casa. Se avessi avuto un’indole poetica forse l’avrei interpretato come un simbolo di speranza, dell’arrivo di giorni migliori o di un altro confortante pensiero del genere. Ma riuscii solo a chiedermi come mai i topi campagnoli l’avessero risparmiato, visto che si erano mangiati tutti gli altri. Tornai al caminetto e regolai la fiamma dei ciocchi alimentati a gas, che avevo avuto il buonsenso di fare installare dopo l’ultimo black-out elettrico causato da una bufera di neve. Bisogna essere preparati, ripeto sempre, ma nessuno poteva essere preparato a tutti i guai, le preoccupazioni e i problemi che si accumulavano 1


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