Agatha Raisin e il mago di Evesham

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Il clima era tropicale. E sì che eravamo in Inghilterra, e quella era la cittadina di Evesham, nei Cotswolds. Agatha Raisin entrò con l’auto nel parcheggio di Merstow Green, chiuse l’aria condizionata, spense il motore e si preparò ad affrontare la muraglia di caldo brodoso che l’avrebbe accolta, lo sapeva, all’uscita dall’abitacolo. Come molti, aveva deciso che tutti gli allarmi a proposito dell’effetto serra erano mere bugie confezionate da ecoterroristi. Ma quell’agosto aveva visto un’infilata di giorni appiccicosi e sudati, seguiti, la sera, da temporali monsonici. Davvero stranissimo. Agatha gemette nello scendere dall’auto, e s’incamminò verso la macchinetta distributrice di biglietti per il parcheggio. Che giornata infernale aveva scelto, per farsi fare la tinta ai capelli. Tornò all’auto e appiccicò il biglietto sul parabrezza e poi si chinò per guardarsi nello specchietto laterale. I suoi capelli erano ancora castano scuro, però adesso c’erano alcune ciocche violacee. Dopo il suo ultimo caso era sprofondata in una leggera depressione. Ad Agatha Raisin piaceva vedersi come 1


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