Frattaglie femminili (l’amore monco)
L’uomo mi squadrava ostile, dall’altra parte della scrivania. Spostava lo sguardo dalla cartelletta bianca al mio addome dolente. Miomatosi multipla. Algie pelviche. Emoglobina 7.1 (un disastro). Il resto nella norma. Scivolai ancor più sulla sedia, a disagio, con la schiena ricurva, per sfuggire a quegli occhi che mi frugavano dentro, avidi, cattivi e puntuti. “Lei sa come sarà l’intervento? Toglieremo l’utero, e anche le ovaie.” Sbiancai ancor più. L’utero, d’accordo, me ne separavo volentieri: era diventato grosso come un cocomero d’agosto, sbucava orrendo da sotto i maglioni e mi stava facendo impazzire di dolore. A casa lo chiamavamo Alien, così per ridere un po’. Ma le ovaie, quelle stavano benone, due soldatini impavidi che ogni mese facevano il loro dovere, pompando ormoni e tenendo lontani quei disturbi atroci della mezza età di cui qualcuna, che già ci stava passando, mi parlava sottovoce con tono desolato: cellulite, aumento ponderale, secchezza vaginale (nei casi più tragici: con 1