Un po' meno che angeli

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Una confusa immagine di turisti inglesi che strascicavano i piedi in una chiesa di Ravenna sbirciando i mosaici sorse davanti agli occhi di Catherine Oliphant, seduta meditabonda di fronte alla teiera. Ma certo, si disse, non era in Italia e quelle figure che strascicavano i piedi non erano turisti ma impiegati degli uffici vicini che si allontanavano dal banco con i loro vassoi e si sedevano a un tavolo senza degnare di uno sguardo i mosaici alle pareti: grandi pavoni dai colori sgargianti che facevano la ruota, ciascuno in una piccola nicchia, quasi la cappella laterale di una cattedrale. Ma perché quella gente con i vassoi non s’inchinava davanti ai pavoni, non deponeva ai loro piedi offerte di ciambelle, uova affogate, insalata? si chiedeva Catherine. Evidentemente, il culto dell’adorazione dei pavoni, se mai era esistito, era caduto in disuso. Si versò un’altra tazza di tè che intanto era diventato scuro e denso, come piaceva a lei. Non provava alcun rimorso a starsene seduta oziosa al suo tavolo accanto alla finestra, guardando il sole che filtrava attraverso le vetrate color oro e ametista, mentre tutti intorno s’ingozzavano per poi correre a prendere il treno per il ritorno a casa; lei 1


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