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Gabri e Michette Bragance, in piedi nel bel mezzo dell’avenue du Bois-de-Boulogne, cercavano la madre tra la gente. Ma, in quella mattina d’inverno limpida, glaciale e assolata, il viale era affollatissimo: le bambine giravano inutilmente la testa di qua e di là; non vedevano niente. Ripresero a camminare lentamente verso la porte Dauphine. La poca neve caduta durante la notte brillava ancora sui cancelli e sottolineava il disegno nitido dei grandi alberi spogli. L’aria era vivida e fresca. Gabri e Michette urtavano i passanti a grandi gomitate; le donne andavano spedite su tacchi alti, con la gonna corta fino al ginocchio, la vita oltremodo abbassata secondo la moda di quel mese di dicembre 1919. Ragazzini troppo ben vestiti, stretti fino a soffocare in impermeabili a martingala, il capo scoperto come gli adolescenti inglesi, ma con il naso punto dal freddo, camminavano a gruppetti, ostruendo il marciapiede con l’ampio mulinello dei loro bastoni. Il viale era attraversato da cavallerizzi al galoppo, guardati con una certa sorpresa. Allo stesso tempo, le automobili, più curate degli animali di lusso, passavano lungo la carreggiata. Il quadro era vivace e grazioso, incorniciato da 1