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Ero appena riuscita a riprendere fiato dopo lo shock della morte improvvisa di mio marito quando il suo ultimo lascito si presentò alla mia porta. Avevamo sepolto Wesley Lloyd Springer pochi mesi prima di quel rovente e immobile mattino di agosto e speravo di aver finito di firmare moduli, parlare con avvocati e sfogliare innumerevoli documenti legali di varia natura. Parola mia, morire ha più risvolti legali di quanto si pensi. Il defunto non sa mai cosa si deve passare per mettere ordine nei suoi affari, e quelli di Wesley Lloyd erano sistemati che meglio non si poteva. Pensavo. Misericordia, faceva un caldo terribile quella mattina, e ricordai ancora che Wesley Lloyd si era sempre opposto all’aria condizionata, anche quando l’avevano installata i Conover. Con un impianto centralizzato, poi. Wesley Lloyd sosteneva che era uno spreco di denaro, e che, inoltre, l’aria naturale ci faceva bene. Però era di quell’opinione solo per casa nostra, visto che il suo ufficio in banca era tenuto sempre abbastanza fresco da permettergli di indossare tutto l’anno i suoi completi a tre pezzi. Ma non credo sia giusto parlare male dei morti, anche se si dice la verità. Insomma, ero seduta in salotto e cercavo di distrarmi dall’afa sfogliando una pila di cataloghi di vendite per corrispondenza. Stavo preparando un elenco di ciò che intendevo acquistare e mi divertivo a farlo, visto che Binkie Enloe mi aveva detto che do1