Nel fiore degli anni

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Introduzione

Ho quarantotto anni. Questo significa, amici matematici, che tra due anni ne avrò cinquanta. Io non mi sento vecchia. E voi? Non mi sento neanche giovane, ma la cosa non mi disturba perché la persona che sono ora mi piace decisamente di più di quella che ero a venticinque anni, così ansiosa e insicura su tante cose, così incerta. Preferisco di gran lunga la mia età attuale. Inoltre sono più gentile, più saggia, più paziente e meno pronta a dare giudizi, tutte cose che considero miglioramenti. Ciononostante, è strano. A volte mi sento come un bambino che guarda una maestosa statua intitolata I cinquant’anni con un complicato mix di sconcerto (“Eh?”) derisione (“Chi, io? Non penso proprio, amico”) e soggezione (“Santo cielo!”). Cinquant’anni: mezzo secolo tondo. È assurdo e allo stesso tempo è assolutamente vero e reale, e una delle cose che mi danno più fastidio è che sono a un passo dal definirmi una “ragazza di cinquant’anni”, un’espressione che mi ha sempre fatto venire voglia di strapparmi le orecchie e buttarle a terra dal disgusto. Ho cominciato a gemere quando mi siedo: mi sfuggono degli “ohhh” pieni di soddisfazione. E apprezzo così tanto andarmene a letto che quando lo faccio mugolo dal piacere. Probabilmente tu hai in mano questo libro perché sei vintage più o meno come me (è stato scritto pensando a donne


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Nel fiore degli anni

grosso modo dai quaranta ai sessantacinque anni, ma mi auguro ci sia una certa flessibilità, quindi se anche ne hai ottantadue sei la benvenuta). Per te questa sciocchezza dell’invecchiare è un problema? Io mi sento esattamente come sempre, se non meglio sotto tanti punti di vista: sono più sicura di me, più disinvolta, meno disposta ad accettare stronzate. Mi preoccupo delle cose che sono importanti per me e ho smesso di interessarmi a quelle che non lo sono. Puff! Non ci sono più. Non mi curo più di quello che le persone pensano di me: non si può sempre piacere a tutti. Ho smesso di preoccuparmi di quello che penso o per meglio dire di quello che dovrei pensare. Non mi sento più in obbligo di fingermi interessata a cose che in realtà non mi interessano – come il jazz o l’economia – solo per sembrare intellettuale. Sono a mio agio con me stessa, con la mia famiglia e con i miei figli e ho la sensazione di essermi liberata da tutti i futili, noiosi motivi di stress e ansia che hanno intasato parte dei miei venti e trent’anni. Ho davvero la sensazione che questo sia un momento magnifico, il fiore degli anni. Il fatto è che si tratta di un periodo limitato, destinato a finire presto. In un certo senso si potrebbe dire che il fiore degli anni precede il crollo. Sull’altro versante infatti c’è la vecchiaia: prima quella dei nostri genitori, poi la nostra, con tutto il suo spiacevole corollario; tutte cose delle quali non abbiamo voglia di parlare. Voglio dire, io non discuto nemmeno della menopausa con le mie amiche. Buttiamo lì cose tipo “Come si fa a capirlo? Sono tre mesi che non ho il ciclo, vuol dire che ci sono anche io?” e a quel punto scuotiamo tutte la testa dicendo “Non so” con genuina perplessità, e cambiamo argomento. La menopausa è davvero l’ultimo tabù, per quanto possa sembrare folle dato che toccherà a tutte e anche presto. Ho deciso di scrivere questo libro per aiutare tutte noi a


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capire meglio questo periodo della vita e a trarne il massimo, e poi, fatto questo, per svelarne gli aspetti meno gradevoli perché la conoscenza è potere. Ho voluto che fosse una sorta di manuale: ci sono consigli su reggiseni e Botox, ma anche su genitori ammalati, assistenza domiciliare e demenza senile. Suggerisce quali cosmetici comprare e come essere una matrigna migliore; offre consigli sul sesso e sulle relazioni nella mezza età (ho dimenticato di aggiungere “Pensaci due volte prima di metterti tu sopra” ma lo dico qui: davvero, se ti stai chiedendo perché no, appoggia uno specchio per terra, mettiti sopra a cavalcioni e adesso guarda. Esatto. Lo spettacolo è proprio quello). E ovviamente si parla di menopausa, oltre che, tra le altre cose, di moda, di feste, di cosa fare con gli amici molesti dei quali ti sei stufata, e della traumatica faccenda dell’atrofia vaginale. E ancora, Topshop ti è ormai precluso? Dovresti cominciare a vestirti di blu scuro? Che cosa devi fare – dove devi fare acquisti – se vuoi sembrare elegante e non troppo fuori moda, anche se è quello che sei? E il rischio dell’effetto tardona? Il leopardato è davvero diventato un colore neutro, come sostengono i giornali, o rischia di farti sembrare Moira Orfei? A proposito, come stanno i tuoi denti? Portare gli occhiali ti fa sentire più intelligente o solo più vecchia? (In tal caso potresti prendere in considerazione l’idea di operarti.) Tuo padre ha la demenza senile? È così terribile trovare più comode delle mutande giganti invece di un tanga? Due tuoi amici stanno morendo, com’è possibile? La tua figliastra ti odia? Ti fanno male i piedi? Ma che cazzo. E quel dolore persistente al gomito… probabilmente dovresti andare dal dottore, che ne dici? Hai mai pensato di mentire sulla tua età? Oh, quegli orrendi reggiseni con le spalline larghe e spesse sono proprio comodi, vero? La degenerazione maculare, che diavolo è? Tutto questo è il doppio, anzi il triplo più complicato per-


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ché una volta, a quarantacinque anni, saresti stata quasi sicuramente nonna mentre oggi potresti essere la mamma di un bambino piccolo o addirittura essere nel contempo sia nonna che mamma di un bambino. Questo cosa fa di te? Che nome si può dargli e come lo si può affrontare? In questo libro raccolgo tutta la saggezza che ho accumulato e tutto quello che mi è venuto in mente di utile per affrontare il passaggio al regno delle nonne e, cosa fondamentale, per affrontarlo nel modo più sereno possibile. Non sono Pollyanna e non voglio negare che alcune cose peggiorano, ma è altrettanto vero che un sacco di cose migliorano incredibilmente. Dopotutto, siamo nel fiore degli anni… forza e coraggio! N.B. Per comodità e per evitare periodi lunghissimi e contorti, in tutto il libro mi sono rivolta al lettore dando per scontato che fosse una donna. Ovviamente puoi essere di entrambi i sessi, e dove scrivo “matrigna” intendo anche patrigno, zio, zia, convivente del padre o della madre, figura materna senza fissa dimora e qualsiasi altra cosa. Allo stesso modo, quando parlo di “marito” intendo anche moglie, fidanzato, fidanzata, convivente, partner eccetera. Siamo di ampie vedute da queste parti, ma se avessi dovuto citare ogni volta le possibili varianti avrei scritto un libro di mille pagine.


Titolo originale dell’opera In Your Prime: Older, Wiser, Happier Traduzione dall’inglese di Cecilia Vallardi Copyright © India Knight 2014 © 2015 astoria srl, corso C. Colombo 11 – 20144 Milano Prima edizione: ottobre 2015 ISBN 978-88-98713-19-6 Progetto grafico di copertina: zevilhéritier Progetto grafico degli interni: Simone Bertelegni Stampato nel mese di settembre 2015 da Galli Thierry Stampa, Milano

www.astoriaedizioni.it


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