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Nel Continente ancora ingiustizia e violenza Amnesty International

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A cura di Amnesty International Nel Continente ancora ingiustizia e violenza

Il continente americano ha presentato il consueto mix di discriminazione, violenza, disuguaglianza, insicurezza, povertà, conflitti, danni all'ambiente e assenza di giustizia. La cultura dell'impunità, la corruzione del sistema giudiziario e degli apparati di sicurezza e la mancanza di volontà politica hanno continuato a negare risarcimenti e giustizia a milioni di persone. La risposta alle proteste sociali, soprattutto nei confronti dei rischi per i diritti umani dei popoli nativi portati dalle attività delle imprese multinazionali, è stata essenzialmente di tipo militare. In Brasile, decine di persone sono state uccise nel contesto delle lotte per il possesso della terra e delle risorse naturali. L'uso eccessivo della forza è rimasto diffuso anche in contesti di protesta e scontro urbano, in Paesi quali Bahamas, Brasile, Cile, Ecuador, Giamaica, Guyana, Repubblica Domenicana, Trinidad and Tobago, Venezuela e Usa. In questo Paese almeno 43 persone sono morte dopo essere state colpite con una pistola Taser e sono proseguiti gli omicidi di polizia basati sul "profilo razziale" della vittima.

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In un continente nel quale si trovano otto dei 10 Paesi coi maggiori livelli di violenza al mondo, la criminalità è dilagata e solo un omicidio su cinque ha dato luogo alla condanna dei responsabili. In El Salvador, tra gennaio e ottobre del 2015, sono state assassinate 475 donne. Quella violenza, insieme alle difficoltà economiche, ha costretto un sempre maggior numero di persone - tra cui molti minori non accompagnati - a lasciare i Paesi dell'America Centrale per cercare di dirigersi, attraverso il Messico, verso gli Usa. Prima di giungere al confine statunitense, molti migranti sono stati rapiti, stuprati e uccisi. Dall'altra parte della frontiera, le autorità degli Usa hanno intercettato decine di migliaia di famiglie e di minori non accompagnati, trattenendoli anche per mesi in centri di detenzione privi di adeguati servizi medici, sanitari e legali. Molte persone di origine haitiana sono rimaste apolidi nella Repubblica Domenicana a seguito di una sentenza della Corte costituzionale del 2013 che le ha private della cittadinanza. Dopo la minaccia del Governo di dare seguito alla sentenza espellendo i migranti diventati irregolari, decine di migliaia di persone di origine haitiana sono tornate ad Haiti e centinaia di altre sono finite in campi di fortuna alla frontiera tra i due Paesi. In Messico sono state presentate migliaia di denunce di tortura. Il primo anniversario della sparizione di 43 studenti della scuola magistrale di Ayotzinapa è trascorso invano senza che le autorità intendessero indagare in modo efficace

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