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Saluti Amministratori

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Fonti

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Un anno fa parlavamo della vocazione antica del Trentino alla solidarietà. Una tradizione salda, condivisa. Ne parlavamo per salutare la nascita del primo Atlante delle Guerre e dei Conflitti del Mondo, con la speranza che un secondo volume sarebbe uscito più magro, asciutto. Insomma, con meno guerre da raccontare. Non è così. Dodici mesi dopo siamo ancora in un mondo in guerra e continuiamo a vivere in un mondo che non sa di esserlo. Televisioni, radio, giornali, ci parlano quotidianamente solo di pochi, noti conflitti. L’Afghanistan sappiamo cos’è, paghiamo sulla nostra pelle - e su quella dei nostri soldati - la violenza di quella guerra. Contiamo i morti, ma non sappiamo bene se laggiù siamo andati a fare la guerra o a portare la pace. Conosciamo il conflitto fra israeliani e palestinesi e ci disperiamo per un “buco nero” della storia che sembra non avere fine, non trovare soluzione e pace. E poi? Poco altro e quel poco è occasionale. Per questa ragione l’Atlante delle Guerre e dei Conflitti del Mondo resta uno strumento importante di conoscenza. Per questo motivo, l’assessorato alla Solidarietà e alla Cooperazione di una Provincia come Trento non può non sostenere un progetto così. In questa terra abbiamo l’Osservatorio per i Balcani, la Fondazione Campana dei Caduti, il Forum per la Pace e centinaia di associazioni e gruppi che quotidianamente lavorano per un mondo migliore. La Provincia non può essere da meno e lavorare con l’informazione, far capire il dramma della guerra raccontandone la storia, l’attualità, gli effetti, è un modo coerente per stare vicino a tutta questa gente. Un modo per far crescere coscienze e opinioni e, magari, per costruire una cultura solida di pace.

Lia Giovanazzi Beltrami Assessore alla solidarietà internazionale e alla convivenza - Provincia di Autonoma di Trento

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Alungo l’insegnamento della storia nelle scuole ha avuto come asse centrale e privilegiato il racconto di avvenimenti politici, militari e istituzionali. Una storia in cui le guerre venivano assunte come elemento di persistenza che marcava i rapporti tra i popoli, segnava col sangue i confini tra gli stati, coagulava attorno all’idea del “nemico” i sentimenti nazionali. Oggi, una nuova didattica della storia, che ha recepito gli orientamenti storiografici più recenti, tende a considerare tutti gli aspetti che riguardano le società umane, ampliando anche a tematiche di tipo sociale, economico, culturale e di vita materiale. In questo cambiamento di paradigma mutano anche le finalità assegnate alla disciplina storia. Se in passato - attraverso la storia di grandi uomini e conflitti - essa aveva soprattutto il compito di plasmare e rafforzare sentimenti patriottici e nazionali, come nel periodo risorgimentale, oggi essa viene indicata sia nei documenti nazionali che internazionali come strumento di formazione culturale, etica e civile del cittadino in una società multiculturale e globale e come mezzo per leggere criticamente la realtà. L’educazione alla pace, alla solidarietà, alla multiculturalità sono dunque parte integrante di questo insegnamento. I Piani di studio provinciali sono fortemente caratterizzati in questa direzione, perché l’idea è che le discipline siano serventi alla formazione del cittadino. E tuttavia, è importante che la cultura della pace e della solidarietà maturi anche attraverso la conoscenza e la riflessione su tutti i conflitti che oggi attraversano il mondo, perché tutti ne siamo coinvolti. Molti alunni che oggi siedono sui banchi delle nostre scuole provengono da realtà dove la guerra è una dimensione del quotidiano. I media ogni giorno ci mostrano immagini di guerre lontane, che entrano nelle nostre case e quindi nelle nostre vite. Uno strumento come L’Atlante delle Guerre e dei Conflitti del Mondo può aiutare i nostri ragazzi ad avere una consapevolezza maggiore, più matura e documentata delle ragioni dei conflitti, delle loro dimensioni, dei luoghi dove questo accade. Luoghi a volte geograficamente lontani, ma in un mondo globalizzato “lontano” si coniuga sempre con “vicino”. Conoscere in modo approfondito e critico il mondo in cui viviamo significa aiutare i ragazzi ad avere opinioni e idee, a maturare convinzioni, a compiere scelte. Pensiamo quindi che sia importante che l’Atlante entri nelle scuole, venga letto, diventi strumento didattico. I ragazzi devono sapere cosa accade attorno a loro e perché accade, perché questo contribuisce a farli diventare donne e uomini responsabili, consapevoli, liberi. E trasformarsi in adulti che siano realmente e consapevolmente “costruttori di pace”, non in modo astratto e sentimentale, ma attraverso comportamenti concreti, impegno, volontà.

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