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Salvataggio Rivieracqua. Il gestore continua a far acqua
Il salvataggio di Rivieracqua passa anche attraverso l’ingresso nel consorzio della sanremese Amaie [Foto: Riviera24]
Fabio Rubero
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A inizio luglio è stata depositata in tribunale a Imperia l’istanza di concordato di continuità, che consente al consorzio di avere 120 giorni di tempo (prorogabili di altri 60) per presentare il suo piano di risanamento
Nessuno discute l’enorme potenziale e l’utilità del consorzio, dubbi invece su capacità e adeguatezza
Le vicende di Rivieracqua continuano ad essere argomento di scottante attualità e, visti i continui sviluppi che interessano la questione, ad occupare le pagine dei giornali locali. In tal senso, un’importante novità è intervenuta nei primi giorni del mese di luglio, quando è stata depositata in tribunale l’istanza di concordato in continuità. Un fattore nuovo, in virtù del quale il Consorzio, che gestisce il comparto idrico di decine e decine di Comuni delle province di Imperia e Savona, ha ottenuto 120 giorni di tempo (prorogabili di altri 60) per presentare il proprio piano di risanamento. Una situazione che ha dunque consentito al Consorzio di evitare altre azioni di creditori contro di lei e che, di fatto, ha fatto sì che si sbloccassero i conti correnti che erano stati pignorati. Consorzio che ha ora dunque potuto riprendere la propria normale attività lavorativa, ovvero ad appaltare ed a pagare gli interventi degli impianti idrici e fognari dopo che per mesi ciò non era stato possibile. Prima di questo cruciale passaggio, però, proprio per sopperire all’impossibilità del Consorzio di svolgere nel pieno delle sue facoltà la propria attività, il Comune di Sanremo si è visto costretto nella scorsa primavera a dover farsi carico di urgenti lavori su scarichi e fognature pesantemente danneggiati. Il cattivo funzionamento di queste fondamentali infrastrutture metteva seriamente a rischio l’attività di balneazione, con ricadute che sarebbero potute essere pesantissime per l’intera economia locale. Per questo la decisione di una delibera di giunta firmata dal sindaco, dal segretario generale, dall’ufficio finanze e dall’ufficio lavori pubblici, attraverso la quale Palazzo Bellevue si è impegnato ad appaltare i lavori facendosi carico anche della corresponsione del pagamento, azioni entrambe inibite, come detto, a Rivieracqua prima della deposizione del concordato. I lavori sono stati appaltati e realizzati facendo sì che non vi fossero danni alla stagione balneare ormai alle porte. I problemi, però, si sono manifestati nel momento in cui l’azienda che li ha svolti L’ultimo episodio di mala gestione riguarda i lavori svolti per salvare la stagione balneare a Sanremo
ha chiesto di essere pagata. Nonostante gli impegni assunti e le rassicurazioni del caso, infatti, in prima battuta, l’azienda si è vista negare il pagamento. Oltre al danno, quindi, delle ingenti somme che da mesi le tante aziende imperiesi devono ancora riscuotere da Rivieracqua, è arrivata la beffa di questi lavori aggiuntivi, anch’essi non pagati. Una situazione in grado di mettere in ginocchio non solo le imprese loro malgrado coinvolte, ma tutto il sistema edilizio imperiese. L’azienda edile, tuttavia, non si è arresa ed ha ottenuto quanto le spettava attraverso un decreto ingiuntivo in virtù del quale il giudice ha intimato al Comune di Sanremo a pagare il dovuto. L’azienda è così riuscita ad ottenere quanto le spettava e, almeno per quanto concerne i lavori più recenti, a vedere riconosciuto il compenso per il lavoro svolto. Un altro episodio non propriamente decoroso va ad aggiungersi al già claudicante cammino di Rivieracqua, la cui immagine non trae certamente beneficio da questo stillicidio di inadempienze. Una situazione la cui gravità è sottolineata da Enio Marino, presidente di Ance Imperia: “Ci auguriamo per il futuro Rivieracqua, che almeno sulla carta e nei presupposti iniziali doveva essere un’azienda con dei potenziali notevoli, con un fatturato che avrebbe dovuto sfiorare i 40/45 milioni di euro con importanti ricadute su tutto il territorio e chiaramente anche per il settore edile, possa effettivamente, se risanata in modo corretto, esprimere al meglio le sue potenzialità”. “Tuttavia - conclude Marino - oggi non possiamo non interrogarci sulle effettive capacità e adeguatezza di chi l’ha creata e la sta gestendo. È una riflessione che va fatta e che invitiamo tutti a fare, traendone le inevitabili conseguenze”.

Secondo Ance Imperia, l’azienda che gestisce il ciclo idrico delle province di Imperia e Savona potrebbe garantire importanti ricadute occupazionali su tutto il territorio del Poente Ligure, non solo nel settore edile
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