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Il Decreto Legge Dignità. La nuova norma non è idonea a raggiungere gli obiettivi

Il Decreto Legge Dignità La nuova norma non è idonea a raggiungere gli obiettivi dichiarati

Ilaria Blangetti

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Paolo Della Pietra DIRETTORE CONFINDUSTRIA IMPERIA

La nuova legge non serve a introdurre misure di contrasto alla precarietà, intervenendo sulle attuali regole che disciplinano i contratti a termine, la somministrazione e l’indennità di licenziamento

“I l Decreto Legge in esame non sembra idoneo a cogliere l’obiet tivo che il Governo dichiara di voler perseguire, ossia ‘introdurre misure di contrasto alla precarietà’ intervenendo sul le attuali regole che disciplinano i contratti a termine, la somministrazione e l’inden nità di licenziamento”. Paolo Della Pietra, direttore di Confindustria Imperia, critica i contenuti del Decreto Dignità, convertito in legge ad agosto. “Si riduce la flessibilità offerta alle imprese dalle precedenti regole sui contratti a ter mine e la somministrazione - spiega - e il ricorso a tali contratti diviene penalizzante e costoso. In particolare, il Decreto Legge individua nel contratto a tempo determi nato e nella somministrazione, gli strumenti contrattuali attraverso i quali si realizzerebbe la cosiddetta precarizzazione dei rapporti di lavoro. I dati, tuttavia, non sembrano supportare questa conclusione”. L’Italia non ha, infatti, un’incidenza di contratti a termine (15%) superiore

alla media europea. Il tasso di transizione a 12 mesi da contratti a termine a contratti a tempo indeterminato, pari a circa il 20%, appare in linea con il dato medio dei Paesi dell’Eurozona. “Ai fini delle misure da adottare per favorire la stabilizzazione dei rapporti di lavoro, deve fare riflettere il fatto che i dati dimostrano come la decontribuzione totale sulle assunzioni a tempo indeterminato applicata nel 2015 abbia aumentato il tasso di transizione dell’anno - aggiunge -. Dai dati Inps, inoltre, si desume che la soprav vivenza dei contratti a tempo indeterminato ‘incentivati’, è maggiore rispetto alla sopravvivenza media dei rapporti a tempo indeterminato complessivamente atti vati nel 2015-2016. A ciò si aggiunga che anche il tasso di licenziamento a 36 mesi dei rapporti agevolati nel corso del 2015 è assolutamente in linea rispetto alla media ed è meno dell’1%. Se poi si considerano orizzonti temporali più brevi il dato è addi rittura inferiore”. Queste considerazioni, secondo Della Pietra, sfata no due pregiudizi: “Il primo è che erano infondate le preoccupazioni secondo cui avremmo avuto licenzia menti di massa allo scadere degli incentivi. In secondo luogo, non è vero che non sia utile proseguire nel lavoro di riduzione strutturale e per manente del cuneo fiscale sui contratti a tempo indetermi nato per favorire la ripresa dell’economia e dell’occupazione, specie in anni caratterizzati ancora da prospettive incerte del mercato”. Il direttore di Confindustria Imperia è par ticolarmente critico su alcune misure previste dal decreto che considera incoerenti con l’obiettivo dichiarato: “La reintroduzione delle causali per i contratti a tempo deter Si riduce la flessibilità offerta alle imprese dalle precedenti regole sui contratti a termine e la somministrazione, che diventano penalizzanti e costosi

minato oltre i 12 mesi porta, per tutti coloro che utilizzano contratti a termine, elementi di incertezza nel rapporto contrattuale. Per questa via si costringono tutte le imprese a indicare, attraverso formulazioni lessi cali più o meno dettagliate, le cosiddette ‘causali’, ma le formula zioni sono tali che, in sede di giudizio, come già acca duto in passato, le imprese risulterebbero esposte alla più ampia e varia discre zionalità interpretativa del magistrato, con esiti assolu tamente incerti - commenta -. L’introduzione di maggiori costi, tramite l’innalzamento del contributo aggiuntivo a sostegno della disoccupazio ne, penalizzerebbe indistintamente tutti, anche chi stipula un contratto di breve durata e non avrebbe comunque effetti deterrenti sul ricorso al contratto a tempo determinato. Inoltre c’è l’aumento dell’indennità in caso di licenziamen to illegittimo, una misura che abbassa la convenienza relativa del contratto a tempo indeterminato che, invece, si vorrebbe

promuovere con le restrizioni sul lavoro a tempo determi nato”. Contratti, quest’ultimi che, una volta terminati i regimi transitori, quindi dal primo novembre in poi, saranno interamente soggetti alla disciplina del Decreto, con le modifiche apportate in sede di conversione. “Data la complessità della questione - puntualizza -, si racco manda estrema prudenza nel rinnovo o nella proroga dei contratti e nella stipula di nuovi contratti”. Data la complessità della questione si raccomanda estrema prudenza nel rinnovo o nella proroga dei contratti e nella stipula di nuovi contratti

La reintroduzione delle causali per i contratti a tempo determinato oltre i 12 mesi porta, per tutti coloro che utilizzano contratti a termine, elementi di incertezza nel rapporto contrattuale

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