Az franchising marzo 2018

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2018

ANNO: XX

5.00

MARZO NUMERO: 03

RETAIL, IDEE, OPPORTUNITÀ, STRUMENTI PER FAR CRESCERE LA TUA ATTIVITÀ

FOCUS

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MENSILE - TARIFFA R.O.C. POSTE ITALIANE SPA - SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE - D.L. 353/2003 (CONV. IN L. 27/02/2004 N. 46) ART. 1, COMMA 1, DCB ROMA

QUANTO SI GUADAGNA APRENDO UNA GELATERIA. I NUMERI E LE OPPURTUNITÀ DELLA PROSSIMA ESTATE

DOSSIER

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NASCE AZ FRANCHISING FUND. 20 MILIONI DI EURO A DISPOSIZIONE PER LE IMPRESE ITALIANE DEL FRANCHISING

OCCHIO ALLA LEGGE

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TUTTE LE NOVITÀ LEGALI SULLE VENDITE ONLINE

WWW.AZFRANCHISING.COM

CONCEPT

IL CONCEPT STORE ANTICIPA IL FUTURO DEL BRAND IL DESIGNER ALESSANDRO LUCIANI SVELA I SEGRETI CHE FANNO BENE ALLA VENDITA E ALLA LEADERSHIP DEL MARCHIO


AW LAB È PRESENTE CON OLTRE 200 NEGOZI TRA ITALIA, SPAGNA, REPUBBLICA CECA E SINGAPORE.


EDITORIALE “L’ esperienza non è ciò che accade a un uomo. E’ ciò che un uomo fa di ciò che accade a lui”. Aldous Leonard Huxley

Un’azienda a passo coi tempi è consapevole che gran parte del valore e della redditività viene dalle persone che ne fanno parte, dalle loro esperienze, dalle loro competenze e dalla loro motivazione. In un mercato ormai completamente saturo, caratterizzato dalla sovrapposizione di un numero sempre più esteso di informazioni, le aziende, per conquistare il consumatore, non devono vendere più solo il prodotto, ma l’esperienza legata al prodotto proposto. La parola d’ordine è essere sempre presente e fare la differenza. Con la presenza sul campo si acquisisce conoscenza, esperienza personale, unico elemento che contraddistingue una persona da un’altra; una persona da una macchina. Ciò che è nostro nessuno può levarcelo. L’esperienza, oggi, come mantenimento di un vantaggio competitivo nel settore in cui si svolge la propria attività e dà la forza al brand. Perché ciò avvenga occorre essere curiosi e attenti ai cambiamenti, ascoltare chi ci parla, i clienti e i concorrenti e non distaccarsi dalla realtà. Insomma stabilire la connessione tra cio che si è e cio che si fa e si ha: elemento di forza personale. E proprio grazie all’esperienza che AZ Franchising prosegue la sua missione di supporto attraverso l’istituzione di un Fondo interamente dedicato al mondo delle reti con potenzialità di crescita che, grazie all’equity, possono accelerare il proprio sviluppo in coerenza con l’ambizione di essere protagonista nel settore di appartenenza. È nato, quindi, AZ franchising Fund che mette a disposizione delle imprese del franchising 20 milioni di euro. In questo modo saremo ancora più presenti nel sostegno alle aziende nelle fasi cruciali della loro crescita, sfruttando la nostra esperienza maturata in 25 anni di attività in questo settore. Affiancheremo le aziende fornendo loro un supporto economico che ne favorisca lo sviluppo, non solo grazie ai modelli che possono essere usati per lo sviluppo di una rete, ma anche alle utilità che ne possono derivare. La parola chiave che qualifica la nostra attività è “unicità”, da riferire non solo all’attività di investitore, ma anche alla figura di partner per lo sviluppo delle aziende grazie ad un forte know-how e ad un network professionale. AZ Franchising Fund è, per noi, un riconoscimento alla nostra esperienza, maturata anche grazie al fatto di essere stati protagonisti nell’evoluzione delle dinamiche dei sistemi franchising, la quale verrà impiegata per l’assistenza alla nuova clientela e per lo sviluppo ulteriore della divisione consulting. In questa prospettiva portare valore aggiunto, ossia la propria esperienza, significa avere la possibilità di fare la differenza rispetto a tutte le altre soluzioni alternative a disposizione. L’obiettivo continuerà a essere quello di adeguarsi ai cambiamenti che il mondo del lavoro macina quotidianamente tra social che si evolvono, nascono, muoiono, si modificano giorno per giorno, a volte senza nemmeno la consapevolezza di quale possa essere l’esito della loro stessa evoluzione, fermo restando che il capitale, dato dalla storia e dalle competenze, è forse ancora oggi la migliore garanzia di professionalità.

Fabio Pasquali Direttore responsabile f.pasquali@azfranchising.it


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AZ FRANCHISING SOMMARIO

Marzo 2018 16

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FOCUS Il gelato italiano attrae gli investitori stranieri

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TECH&RETAIL L’importanza della omniperformances

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NEW CONCEPT Il punto di forza è la trasparenza dell’azienda

LA PROPOSTA La primavera/estate made in Italy di IGI&CO Piazza Italia: una scelta vincente Novità in casa Original Marines STORIA DI COPERTINA Alessandro Luciani: La creatività e il design saranno la salvezza del retail tradizione

RETAIL DESIGN Huawei: l’evoluzione del retail

DOSSIER Le 5 leve per fare business nel franchising SPECIALE La finanza che conta investe sempre di più nel mondo del Franchising EVENTI Ritorna il più grande evento franchising di Londra Franchise Expo Paris per tutti i tuoi progetti d’impresa

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COMUNICAZIONE I micro-momenti che contano

78

FINANZA & LEGALE Franchising disorganizzato, mezzo disgregato

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OCCHIO ALLA LEGGE L’inadempimento nel contratto di franchising

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NOTE LEGALI Le novità legali sulla vendita online

RUBRICHE 4

New entry

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News

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News comunicazione

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Le schede

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Appunti retail

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Up&Down



NEW ENTRY DALLA SPAGNA ARRIVA IN ITALIA FRIKING Friking, il marchio pioniere nel settore dell’abbigliamento e di vendita di accessori alla moda consolidato come il franchising più economico e redditizio in Spagna, dove conta oggi più di 100 negozi, arriva in Italia e apre il suo punto vendita a Cinisello Balsamo, Milano. Il modello di franchising è contraddistinto da un carattere fortemente innovatore e dinamico e dalla semplicità nella gestione. Un franchising low cost dove si possono trovare tantissimi prodotti: magliette, gadget, accessori moda ed idee regalo con illustrazioni dei migliori artisti internazionali e sempre con un tocco umoristico e di forte impatto visivo. Un negozio divertente ed adatto a tutte le età.

WEBTREKK ANNUNCIA IL SUO CROSS-DEVICE BRIDGE Webtrekk, l’affermata piattaforma di customer intelligence, ha annunciato il lancio ufficiale del suo Cross-Device Bridge (CDB), un pool cooperativo di dati cross-device che consente alle aziende di seguire i propri utenti su molteplici dispositivi. Cross Device Bridge è al momento disponibile in Germania e, su richiesta, in altri mercati. In un’era di clienti iper-connessi, Webtrekk ha rilevato che ben il 30% dei clienti effettua la conversione attraverso un percorso che coinvolge più device. Per ottimizzare la customer journey, le aziende devono essere consapevoli del comportamento dei loro utenti su tutti i device ma le differenze tra i dispositivi mobile e desktop rendono arduo recuperare queste informazioni: attraverso la condivisione dei dati nel CDB di Webtrekk, le conversioni dei clienti possono essere aumentate fino al 15%.

ARRIVA IN ITALIA LEADER PRICE ITALIA Leader Price Italia, insegna low cost nasce da cinque soci Crai (Crai Secom, Codè Crai Ovest, Ama Crai Est, Fratelli Ibba e New Grieco) e la francese Geimex/Group Casinò. Geimex è la società proprietaria del marchio Leader Price e fa capo al gruppo Casinò, colosso con circa 40 miliardi di ricavi si affaccia sul mercato italiano della Gdo. L’inaugurazione del primo supermarket è prevista ad aprile. “Inizialmente ci concentreremo in Piemonte e Lombardia con punti vendita che avranno una superficie tra i 500 e i 1000 metri” spiega Carlo Alberto Buttareni, amministratore delegato di Leader Price Italia (LpI)”. Il piano di sviluppo prevede la realizzazione di nuovi market che saranno gestiti direttamente, e parallelamente la creazione anche di una rete di affiliati in franchising. Entro fine anno, secondo le previsioni, ci saranno una trentina di punti vendita LpI con l’insegna tricolore, di cui una decina di affiliati, e entro il 2020 si potrebbe arrivare a un centinaio di supermarket. 6



News. MAPIC 2018: PUNTA ANCHE SU FOOD & BEVERAGE Sin dalla sua fondazione più di 20 anni fa, MAPIC ha continuato ad attirare i principali rivenditori al dettaglio, sviluppatori, operatori di centri commerciali e, più recentemente, i principali rivenditori di e-commerce. Nessun altro singolo evento retail real estate attira così tante aziende dalla comunità internazionale degli investimenti. Il MAPIC di quest’anno, riflettendo il ritmo con cui si sta evolvendo il settore retail real estate, ha presentato il primo International Outlet Summit e l’inaugurale Global Retail Partner Summit, espandendo le sue zone espositive per il tempo libero e l’innovazione e posizionando cibo e bevande (F&B) come tema centrale. Il direttore dei Mercati MAPIC Nathalie Depetro ha anche annunciato un nuovo evento MAPIC Food&Beverage - che verrà lanciato il prossimo anno come risultato dei concetti di F&B che stanno dominando sempre più i centri commerciali e le strade di tutto il mondo. La conferenza, separata da MAPIC Italy, si svolgerà dal 23 al 24 maggio al MiCo Milano Congress di Milano e presenterà il settore retail e di vendita al dettaglio internazionale.

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NAU! APRE A RIVOLI, IL 16ESIMO IN PIEMONTE

FRANCHISING: CRESCE IN ITALIA E ALL’ESTERO Una formula di successo, in Italia e all’estero. Il franchising continua a crescere: nel 2017 i negozi in affiliazione commerciale hanno generato un fatturato complessivo di 24,2 miliardi, con un incremento dello 0,9% rispetto al 2016. Un risultato raggiunto anche grazie alla continua espansione della rete: i franchisor attivi nel nostro paese sono stati 977 (+2,7% sullo scorso anno), mentre il numero di imprese franchisee affiliate ha raggiunto quota 51.260 (+1%). Sono i numeri che emergono dal report dell’Osservatorio Federfranchising Confesercenti, diffuso in occasione dell’Assemblea annuale 2018. In crescita nel 2017 è anche la presenza dei franchisor italiani all’estero: le insegne che hanno almeno un punto vendita fuori confine sono ormai 200. Anche le prospettive del settore sono rosee. La progressiva ripresa dell’economia, infatti, dovrebbe accelerare l’estensione delle reti italiane, che nel 2021 dovrebbero superare i 25 miliardi di fatturato, le mille insegne e i 53mila negozi in affiliazione.

NAU! inaugura il primo negozio a Rivoli, all’interno del Centro Commerciale Auchan che, con oltre 20 negozi, rappresenta il luogo ideale per lo shopping e il tempo libero. Lo store rappresenta l’undicesimo negozio NAU! in provincia di Torino e testimonia la crescita continua in Piemonte dove la società ha raggiunto il traguardo di 16 punti vendita. Ampia offerta di occhiali da vista e da sole, per uomo, donna e bambini con nuove collezioni in edizione limitata ogni trenta giorni, ideali per chi ama distinguersi con dettagli esclusivi. Lo store è in perfetto stile NAU!: fresco e confortevole, grazie all’utilizzo di materiali ecofriendly e ad un design colorato ed essenziale. Ad accogliere visitatori e clienti un team ospitale e preparato e tanti servizi, dal pronto intervento sull’occhiale al controllo della vista, sempre gratuiti e fatti con il sorriso.


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/ NEWS /

FRIULI VENEZIA GIULIA, PRIMA REGIONE ITALIANA PER CONTRATTI DI RETE

MIROGLIO FASHION COMPLETA IL PROGETTO RETAIL “300 IN 300” Si è concluso con pieno successo il progetto “300 in 300”, lo sfidante piano di rinnovamento di 300 punti vendita in 300 giorni che Miroglio Fashion ha annunciato nei primi mesi del 2017. Il progetto è stato sostenuto con un importante investimento di 15 milioni di euro ed ha coinvolto, tra restyling e nuove aperture, alcuni brand della società tra cui Motivi, Oltre, Fiorella Rubino, Elena Mirò e Caractère. Tra gli interventi sui punti vendita italiani alcuni fiori all’occhiello tra cui i nuovi e prestigiosi Flagship Store a Milano di Elena Mirò e Caractère (entrambi in Piazza della Scala) e Motivi (in Corso Vittorio Emanuele II), mentre sugli esteri Elena Mirò Parigi (Rue Victor Hugo), tutti i corner Elena Mirò presso El Corte Inglés Spagna e Motivi con il nuovo negozio di Mosca presso lo shopping mall Evropeisky.

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Il Friuli Venezia Giulia è la regione italiana dove sono più utilizzati i contratti di rete (112 imprese aderenti ogni 10 mila aziende attive nella regione), con l’Abruzzo (65/10.000 imprese) al secondo posto e il Lazio (53/10.000) al terzo. A rilevarlo è Aster, società della Regione Emilia-Romagna per l’innovazione e la ricerca industriale, che ha realizzato un tool interattivo (http://bit. ly/contratti_rete), per facilitare la ricerca e la lettura dei dati, offrendo la possibilità di individuare le imprese in rete anche su base comunale. Il contratto di rete è uno strumento innovativo attraverso il quale più imprese collaborano per realizzare progetti condivisi, che non riuscirebbero a sviluppare singolarmente, mantenendo la propria indipendenza, con l’obiettivo di incrementare la capacità innovativa e la competitività. Le imprese devono predisporre un piano generale d’azione (programma di rete), in cui sono definiti gli obiettivi da raggiungere e i rapporti di collaborazione e condivisione, l’investimento e il tipo di legame da adottare.

L’INSEGNA FRANCESE GALERIES LAFAYETTE SI CONVERTE AL FRANCHISING Galeries Lafayette ha confermato di volere trasformare in franchising 22 grandi magazzini sparsi nella provincia francese, un progetto che fa parte del piano di trasformazione “Ambition 2020”. Si tratta essenzialmente di piccoli negozi situati in città di medie dimensioni, che potrebbero così trovare una nuova dinamica locale. Nell’abito del piano di trasformazione l’insegna parigina di department store conta di affiliare 22 punti vendita presenti nella provincia francese. Oltre al flagship store di Boulevard Haussmann (di 65mila metri quadrati) la catena conta 57 grandi magazzini in Francia e 5 all’estero. L’obiettivo sembra proprio concentrarsi sullo sviluppo internazionale con le prossime aperture in Kuwait, Istanbul e Milano. Attualmente conta negozi a Berlino, Jakarta, Dubai, Beirut e Pechino.


“Ogni brand ha un’anima e portarla direttamente ai consumatori diventa un valore fondamentale per creare una relazione stabile e duratura”. Nasce da qui la nostra Mission: trovare location di prestigio e creare, gestire e sviluppare negozi monomarca in partnership con realtà multinazionali. Una sfida che con oltre 400 dipendenti diretti e quasi 15 anni di esperienza ci rende Leader Retailer italiano ma soprattutto ci porta oggi a vantare partnership con aziende quali Lindt & Sprüngli, Beiersdorf Nivea, Pasticcerie Zamberletti e Birrificio Angelo Poretti. E se il prossimo fossi tu?

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/ NEWS /

SEGNALI DI RIPRESA PER IL FRANCHISING IMMOBILIARE

ARRIVA A BOLOGNA UN NUOVO PAM LOCAL IN FRANCHISING

Nuova vita per il franchising immobiliare, che dopo gli anni bui della crisi imbocca la via della ripresa. Nell’anno trascorso le agenzie affiliate in rete sono cresciute dell’8,2% rispetto allo scorso anno, raggiungendo quota 39.142, e le previsioni per il fututo sono positive. Un segnale di rinnovata fiducia verso gli operatori del settore. Anche le agenzie indipendenti crescono, ma a un ritmo dello 0,95% in più. Sono alcuni dei dati presenti nel report “Reti e aggregazioni immobiliari”. Il report, elaborato in base ai dati raccolti da Infoimprese e dai siti web dei network censiti, mette in evidenza come la crescita totale delle agenzie sia stata dell’1,75% negli ultimi dodici mesi, con il franchising che ha raggiunto il 10% del mercato. Tra i marchi più forti c’è Tecnocasa, con una percentuale di punti vendita pari al 45,87%, seguita da Gabetti (10,08%) e da Remax (6,45%).

L’apertura del nuovo store porterà a nove il numero di punti vendita in città. Il nuovo Pam local sorgerà in via Altabella nel cuore del centro storico medievale. Il punto vendita sarà aperto 7 giorni su 7 e metterà a disposizione di residenti, lavoratori e turisti il suo innovativo servizio di spesa che si caratterizza per essere facile, comodo e veloce. In particolare saranno disponibili i piatti pronti della linea Fresche Bontà, pensati per chi è di fretta ma non vuole rinunciare al gusto, i prodotti benessere della linea Semplici e Buoni e le 200 referenze biologiche della linea Bio Pam Panorama. Anche gli amanti dei prodotti gourmet non rimarranno delusi, infatti potranno trovare un’ampia scelta grazie alla ricca selezione di prodotti locali DOP e IGP della linea i Tesori.

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MARGHERITA DI FRUMENTO INTEGRALE: LA NUOVA PROPOSTA DI EXTRAVOGLIA Il 2018 vede l’ingresso, nella linea ExtraVoglia a marchio Roncadin, della nuova pizza margherita con impasto interamente realizzato con farina di frumento integrale. Le farine speciali e i prodotti da forno realizzati con farine meno raffinate stanno vivendo infatti una riscoperta da parte del consumatore, con un trend che registra oltre il 20% in più di vendite di prodotti con farina integrale rispetto all’anno precedente. Il brand ExtraVoglia rappresenta la linea premium delle pizze a marchio Roncadin. Si tratta di prodotti top di gamma dall’impasto sottile, digeribile e croccante che esalta il gusto delle ricche farciture con ingredienti selezionati: Margherita, Verdure, Salamino, Piccante con ‘nduja, Capricciosa, Cuore di burrata, Fantasia di funghi.



/ NEWS /

MICRO COMPUTER INSERITI NELLE VALIGE PER MIGLIORARE LA FUNZIONALITA’ Piquadro lancia il concept di smartbag, prodotti intelligenti tech incide dotati di dispositivi per la geolocalizzazione, power bank per le ricariche d’emergenza, lucchetti che riconoscono l’impronta digitale del legittimo proprietario e maniglie con sistemi per calcolare il peso esatto del trolley prima dell’imbarco. Le novità di design sviluppate per Pitti immagine uomo raccontano solo un aspetto della ricerca avviata dalla società infatti la scommessa per Piquadro consiste proprio nell’introduzione della filosofia IoT (Internet of Things) sui manufatti in pelle con il concetto di Bagmotic, una sorta di bag automation il cui fulcro è la app Connequ interconnessa a smartphone e smartwatch che possono così interagire con borse e valige. Il Dna dei prodotti continuativi e stagionali: qualità dei pellami, cura per i dettagli e design riconoscibile. Ma è nella funzionalità del prodotto che si gioca una parte importante della sfida, per rendere ancor più indispensabile l’accessorio. Funzioni aggiuntive con l’inserimento nelle borse di veri e propri micro computer in grado di rilevare la temperatura, la velocità e addirittura perfino la qualità dell’aria.

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PROGETTO FRANCHISING ITALIANO IN UCRAINA

101CAFFE’ APRE IL QUINTO NEGOZIO A COMO Il nuovo anno porta nuove aperture in casa 101CAFFE’ nella galleria commerciale dell’ospedale Sant’Anna di Como. Diffondere, in Italia e nel mondo, la cultura del caffè porzionato e offrire la qualità di un prodotto torrefatto dai migliori artigiani italiani, in comode cialde e capsule, compatibili con qualsiasi macchina da caffè presente sul mercato, come Lavazza, Nespresso, Nescafè DolceGusto, Illy, Bialetti e Caffitaly sono gli obiettivi di 101CAFFE’ fin dalla propria fondazione. Questa nuova apertura va esattamente in questa direzione. Nella nuova sede anche i consumatori di Como saranno liberi di scegliere tra le oltre 1.400 proposte di caffè, tè e bevande alternative che fanno parte della gamma di 101CAFFE’.

La Camera di Commercio Italiana per l’Ucraina ha comunicato l’avvio di un nuovo programma strutturato dedicato al mondo del Franchising Italiano, in seguito ad un’attenta analisi di mercato e in accordo con le Associazioni di categoria e le istituzioni ucraine. Il mondo del franchising attira l’attenzione degli imprenditori di tutto il mondo per affidabilità e sicurezza, inoltre i marchi italiani sono particolarmente apprezzati e conoscerli è segno di cultura e buon gusto. Compito della Camera sarà mostrare alle aziende nostrane e agli imprenditori ucraini le grandi possibilità che offre il settore del franchising. L’azione promozionale dedicata, mira ad elevare le quote export di una serie di aziende selezionate sul territorio italiano, aiutandole ad avviare o aumentare le vendite su mercati esteri. Per richiedere maggiori informazioni contattare l’ufficio relazioni esterne: relazioniesterne.it@ccipu.org


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News Comunicazione. MONDADORI INTRODUCE NEI SUOI STORE L’ASSISTENTE DIGITALE MyStore, un assistente digitale in grado di proporre contenuti e consigli su misura grazie a sofisticati strumenti di analytics. È un nuovo strumento al servizio del cliente di Mondadori Store. MyStore si presenta come un totem con uno schermo interattivo multitouch con il quale il cliente può interagire in maniera veloce e intuitiva per ricevere suggerimenti altamente personalizzati per acquisiti e regali. Con MyStore Mondadori Store è il primo retailer italiano a introdurre un servizio con questo tipo di tecnologia, una soluzione che offre ai visitatori un nuovo modo per esplorare il catalogo di Mondadori Store all’interno dei punti vendita. Il servizio MyStore, disponibile per la prima volta in Italia, è attivo nei Mondadori Megastore di Piazza Duomo e via Marghera a Milano, e nel Mondadori Bookstore di via Appia Nuova a Roma.

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LA NUOVA CAMPAGNA DI BURGER KING Burger King torna a comunicare in tv, in affissioni e sui social per Euro King, la sua linea di prodotti di qualità ad 1 euro. Il progetto porta la firma di Serviceplan per la campagna off line, Plan.net per la campagna digital, Neverest per la post produzione. Lo spot tv, di 10 e 15 secondi, vede tre ragazzi in un ristorante Burger King scherzare durante un break pomeridiano, uno di loro rimane sorpreso di fronte alla qualità e alla convenienza del suo hamburger alla griglia, tanto da esclamare: “Incredibile!”. È il concetto di “incredibile” a guidare tutta la comunicazione, sia nello spot sia sui social, dove il già vario piano editoriale è arricchito con un video a limite dell’assurdo.

IL 2018 SARÀ L’ANNO DEL CIBO ITALIANO: LA CAMPAGNA DI COMUNICAZIONE Il Mipaf e il Mibact hanno proclamato il 2018 anno nazionale del cibo italiano per sottolineare con manifestazioni, iniziative ed eventi la cultura e la tradizione enogastronomica dell’Italia. Tutte le iniziative saranno connotate da un logo ufficiale e accompagnate da una serie di locandine che saranno al centro di una campagna di comunicazione social dei musei statali centrata sul rapporto tra arti e gastronomia. Il Mibact con l’account Instagram @museitaliani condivide con l’hashtag #annodelciboitaliano 50 locandine digitali incentrate su alimenti e piatti d’autore, dall’Ultima Cena alla Natura Morta con peperoni e uva di Giorgio De Chirico.


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/ FOCUS /

Il franchising nel settore delle gelaterie è in pieno sviluppo. E ha enormi vantaggi soprattutto nei costi

Il GELATO ITALIANO attrae gli INVESTITORI STRANIERI I numeri parlano chiaro le catene italiane di franchising del gelato possono essere delle vere e proprie ammiraglie dell’internazionalizzazione 18


/ FOCUS /

Franchising o negozio tradizionale, artigianale o industriale, in Italia o all’estero, qualunque sia la scelta aprire oggi una gelateria può rappresentare un vero business. I numeri parlano chiaro. Per una serie di ragioni che vanno dall’elevato consumo degli italiani, alla particolare tipologia di consumo fino alle allettanti proposte di affiliazione e alle politiche aggressive di prezzo messe in atto dai franchisor italiani, aprire in franchising forse conviene un pò di più. E, soprattutto, dalla mancanza di concorrenza straniera. Almeno nel retail. E, infine, il gelato non teme la pressione di altri prodotti tipici dello snack pomeridiano o serale. In estate l’italiano rispetto all’europeo tende a eliminare sia dolci a base di cioccolato sia il salato, per ovvie ragioni legate a temperature mediamente più alte. Il gelato è diventato un alimento importante ed è entrato nelle abitudini quotidiane di milioni di persone in tutte le latitudini. ECCELLENZA DEL MADE IN ITALY

La filiera del gelato artigianale riconferma la propria leadership a livello globale. Con un fatturato complessivo che sfiora i 4,5 miliardi di euro, a fronte di un valore del mercato mondiale stimato intorno ai 15 miliardi, mostra tutta la forza di un settore che non conosce crisi, e che continua ad espandersi. Un’antica tradizione e gli investimenti continui in formazione, innovazione e alta specializzazione dell’industria dei macchinari e degli arredi e delle aziende che operano nel campo degli ingredienti e semilavorati, spingono all’estero una domanda in crescita che appare in grande fermento soprattutto negli Usa e nei Paesi del Far East. Negli Stati Uniti, in particolare, sta prendendo piede soprattutto sulla East Coast una cultura del gelato artigianale che ha portato in breve tempo all’apertura di oltre 950 gelaterie. Numeri ancora piccoli se confrontati con quelli italiani: nel nostro Paese si contano ormai 39mila gelaterie, delle quali 10mila pure e 29mila costituite da bar e pasticcerie con offerta anche di gelato. Ma in costante aumento, grazie soprattutto alla scoperta della salubrità di un alimento fresco con caratteristiche nutrizionali maggiormente dietetiche rispetto all’ice - cream. Ormai sdoganato da un consumo circoscritto alla sola stagione estiva, il gelato artigianale italiano mette a segno una crescita media globale pari a 14% tra il 2015 e il

2018, che lo porta a coprire il 30% del mercato europeo, con vendite pari a 2,7 miliardi nel 2017, su un totale di 9 miliardi a livello continentale. Tutto sulla scia di una espansione che non riguarda solo le principali catene di gelaterie. Un ruolo da protagonista lo riveste infatti l’industria di settore, con accademie di formazione che contribuiscono a diffondere oltreconfine quello che è ormai a tutti gli effetti un brand ambassador del made in Italy. La conseguenza è un radicamento che dall’Europa si espande a livello mondiale confermando il predominio della produzione targata Italia, dove il consumo di gelato, secondo stime Sigep il salone internazionale gelateria, pasticceria, panificazione artigianali e caffè, promosso a Rimini (quest’anno giunto alle 39esima edizione) da Italian Exhibition Group, il gruppo fieristico nato dall’integrazione tra Rimini Fiera e Fiera di Vicenza, continua ad aumentare. L’anno scorso è cresciuto del 10%, con picchi del 15% nelle località turistiche. Risultato record per un Paese dove le preferenze vanno per i due terzi verso coni e coppette artigianali e per un terzo verso il gelato industriale. IL GELATO ITALIANO ALL’ESTERO: IL FENOMENO USA

Il gelato artigianale made in Italy è alla conquista dei palati americani e a grandi passi si avvicina all’ice cream. All’interno del mercato mondiale del gelato che può contare su oltre 100mila gelaterie in tutto il mondo per un fatturato annuo di oltre 15 miliardi di euro gli Stati Uniti sono il Paese più “caldo”. Sono ormai mille le gelaterie artigianali negli Usa, un valore che ha ampissimi margini di miglioramento. Dai 410 milioni di dollari di vendite nel 2009 c’è stata una crescita a oltre 430 milioni nel 2017 per arrivare a 473 milioni di dollari nel 2020. Il mercato mondiale del gelato artigianale non conosce crisi e premia chi è creativo e investe in qualità. Il clima estremamente favorevole, una clientela alla ricerca di artigianalità e novità e un’offerta sempre più sofisticata sono gli elementi che hanno permesso di ottenere un risultato record. L’Italia è leader mondiale anche nel settore della produzione delle macchine, vetrine e ingredienti per le gelaterie artigianali. Si tratta di un sistema industriale che conta 13 imprese di macchine che controlla quasi il 90% del

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/ FOCUS /

mercato mondiale e un fatturato di 229 milioni di euro, a cui si aggiungono 11 aziende di vetrine per un fatturato di 252 milioni di euro. Infine, l’industria degli ingredienti e dei semilavorati vede attive in Italia oltre quaranta imprese per un fatturato complessivo di 1,3 miliardi di euro: solo per il settore gelato si stima un fatturato di circa 500 milioni di euro. ARTIGINALE O INDUSTRIALE... E’ POLEMICA

Proprio sulla parola “artigianale”, sono scoppiate le polemiche. La gran parte delle catene distribuisce alle sue rivendite un semilavorato base che poi i singoli gelatai trasformano in vari gusti. È una strada che in molti casi ha reso il business vincente, ma che non piace ai talebani del gelato: per loro artigianale deve significare che tutto viene prodotto in negozio a partire da zucchero, uova e altri ingredienti base. La via tutta italiana del semilavorato, una sorta di industrializzazione dell’artigianato, sembra però piacere e oggi alcune catene offrono l’apertura di una gelateria

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in franchising per un investimento contenuto. Comunque artigianale o industriale è necessario il controllo degli ingredienti e la conservazione che sono le regole fondamentali per preservare la salute degli individui. Una delle prime cose da verificare è la provenienza, soprattutto per quello industriali e confezionati; in caso di gelato fresco è necessario verificare che siano stati usati prodotti freschi e senza aggiunta di additivi o coloranti. Troppo spesso infatti, può capitare che si utilizzino miscele già pronte fatte con latte in polvere, zucchero, uova, e aromi alla quale aggiungono polvere di frutta o sciroppi di frutta; in questo caso ci si può trovare di fronte ad una frode. Che consiste nel vendere un gelato industriale facendolo passare per gelato artigianale. Ci si potrebbe trovare di fronte sia ad una frode commerciale che una sanitaria. Il costo del gelato industriale si aggira intorno ai 4/9 euro al kg, mentre per un gelato artigianale il costo varia dai 12 ai 24 euro (dipende soprattutto dal luogo geografico). Altre tipologie di frodi sono legate alla vendita dei ge-


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lati vecchi (produzione dell’anno solare precedente): in questo caso è possibile riconoscerlo dalla consistenza e dalla presenza di brina esterna o nella cremosità del gelato stesso. Oppure dall’interruzione della catena del freddo. Il decalogo di frodialimentari.it Quando compri il gelato artigianale 1. Controlla la vaschetta in cui è conservato il gelato: se non è di acciaio e nel caso vi sia il nome di alcuni sciroppi il gelato difficilmente è artigianale (sfuso ma non artigianale). 2. Chiedi sempre al gelataio se i prodotti sono freschi e da dove provengono; in ogni caso verifica sempre gli ingredienti esposti, anche per accertarti, nel caso, di prodotti allergizzanti. 3. Evita i gelati con gusti strani, a volte si usano coloranti che possono alterarne il sapore. 4. Se quando mangi il gelato ti rendi conto che la superficie è un pò elastica, il gelato è un pò vecchiotto. Quando compri un gelato industriale

1. Verifica innanzitutto la consistenza, non deve essere troppo morbido. 2. Verifica che non siano presenti cristalli di ghiaccio, potrebbe essersi interrotta la catena del freddo. 3. Se compri un cono o una coppetta è necessario verificare che non ci siano liquidi addensati, anche in questo caso potrebbe aver subito l’interruzione della catena del freddo. 4. Non farti mai convincere a consumare un gelato che non è qualitativamente ben confezionato, potrebbe creare problemi alla salute (nulla di grave, un pò di gastroenterite). 5. Evita di ricongelare il gelato e se nel caso si è sciolto consumalo nel più breve lasso si tempo: oltre a perdersi le qualità organolettiche potrebbe cambiare gusto e provocare problemi gastrici. 6. Controlla la data di scadenza e la provenienza; inoltre se sei un consumatore abituale cerca di ricordarti il tipo di incarto del gelato. In genere i produttori lo cambiano annualmente,

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I NUMERI IN SINTESI DEL GELATO Il successo del gelato artigianale italiano è dovuto in larga parte al fatto che si fonda su un’antica tradizione di qualità e cura. Il numero è in costante aumento, grazie soprattutto alla scoperta della salubrità di un alimento fresco con caratteristiche nutrizionali anche dietetiche. 39MILA le gelaterie in Italia su un totale mondiale di 100mila +10% la crescita dei consumi in Italia del gelato artigianale nel 2017 150MILA gli addetti in Italia delle gelaterie 481 MILIONI il fatturato dell’industria delle macchine e degli arredi per la gelateria, che conta 24 aziende in Italia 4,48 MILIARDI il volume d’affari della filiera del gelato artigianale made in Italy 600 MILIONI il fatturato dell’industria degli ingredienti e dei semilavorati, che in Italia conta 40 aziende 2,7MILIARDI il valore dei gelati venduti in Italia nel 2017, pari al 30% del mercato europeo che vale 9 miliardi 90% la quota di mercato mondiale detenuta dai produttori italiani di macchine per il gelato Fonte: Il sole 24 Ore

quindi se è quello dello scorso anno i gelati non sono della produzione dell’anno in corso. IL FRANCHISING COME FATTORE DI CRESCITA DEL SETTORE

Ottanta catene e più di duemila punti vendita distribuiti tra Italia e 75 Peasi esteri, in particolare Usa e Cina. Numeri ancora poco incisivi, certo, se si considera la totalità delle gelaterie italiane, circa 40mila, ma il trend è in fortissimo aumento, come testimonia la crescita a doppia cifra registrata negli ultimi due anni e un aumento, nel 2016, del fatturato aggregato delle catene del 9,42% rispetto all’anno precedente. Il franchising

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nel settore delle gelaterie è in pieno sviluppo. E ha enormi vantaggi, nei costi anzitutto: per aprire una gelateria con la formula dell’affiliazione bastano poche decine di migliaia di euro e, se il budget a diposizione lo consente, si può attivare non solo la vendita del gelato ma anche la caffetteria, la pasticceria, angoli ricreativi. Supporto e consulenza da parte della casa madre sono assicurati e anche la formazione completa, così come la dotazione delle strutture e del layout del locale, l’uso del marchio e i benefici delle inziative di marketing della catena. Il successo, però, non è solo questione di costi bassi o agevolazioni: il franchising del comparto gelatiero italiano propone un


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modello di made in Italy sempre più apprezzato, soprattutto all’estero. Gli investitori esteri guardano con grande attenzione ai format italiani. Si tratta di un made in Italy che si può replicare e il gelato è un prodotto trasversale, con buoni margini, che ha successo in tutto il mondo. In questo senso le catene italiane di franchising del gelato possono essere delle vere e proprie ammiraglie dell’internazionalizzazione. E se all’estero il risultato è assicurato - il saldo nati-mortalità dei punti vendita in franchising ci dice che le gelaterie aperte su suolo straniero sono più longeve di quelle nazionali -, anche in Italia lo sviluppo dell’affiliazione nell’ambito delle gelaterie riscuote sempre maggior successo, perché propone nuovi modelli di consumo, nuove proposte di prodotto, combinazioni con altre offerte (caffè, cioccolato, decorazioni).

Rimini) hanno presentato lo “Speed Date Franchising”, innovativa opportunità di business per le imprese, frutto dell’accordo biennale siglato da Italian Exhibition Group, il player fieristico che organizza il salone leader al mondo per il dolciario artigianale, e WM Capital, realtà qualificata nel business format franchising, che promuove la crescita delle imprese attraverso lo sviluppo di sistemi a rete in Italia e all’estero. Gli Speed Date Franchising si sono sviluppati con incontri della durata di 10 minuti ognuno tra franchisor del settore del gelato artigianale e potenziali affiliati, al fine di promuovere lo sviluppo in rete sul territorio nazionale e oltre confine. Un modo per ampliare gli orizzonti di sviluppo della filiera del gelato artigianale e una opportunità concreta per coloro che guardano anche a nuovi format, come quello delle reti, nelle strategie di crescita.

AL SIGEP SI E’ PARLATO DI FRANCHISING

APRIRE UNA GELATERIA IN FRANCHISING

L’importanza sempre crescente del franchising è stata colta anche dagli organizzatori del Sigep che quest’anno (dal 20 al 24 gennaio in fiera a

Aprire una gelateria in franchising può essere un investimento contenuto. Diciamo che “può” esserlo, perché dipende da cosa si cerca. La gelateria

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“tradizionale” ormai ha abbassato le soglie di ingresso, con azzeramento di fee e royalty annuali e l’abbattimento di investimenti iniziali. Le catene italiane si sfidano a colpi di sconti, tanto che siamo di media sotto i 20.000 euro, con punte minime addirittura di 5.000 euro per alcune promozioni limitate nel tempo. Dall’altra parte, però, ci sono delle gelaterie di nuova concezione, come quelle fai-da-te dove il cliente si compone il gelato – coppa o cono – direttamente a un erogatore, paga e va via. In questo caso l’investimento può schizzare sopra i 50.000 euro fino a oltre 100.000 euro. Il costo più elevato, in questo secondo caso, è dovuto ai macchinari d’acquistare. Che sono onerosi, è vero, però permettono di raggiungere una marginalità più elevata perché sono, appunto, delle macchine, permettendo di risparmiare su tutti i costi legati a un dipendente in carne e ossa. QUANTO SI GUADAGNA CON UNA GELATERIA

Le metrature richieste sono di piccolo “taglio”. Si va da pochi metri quadrati – siamo ai livelli di un semplice corner – fin sopra i 100 metri quadrati, ma solo per location particolari. In quasi l’80

MARCHIO

IL SOSTEGGNO DELLA CASA MADRE

Dal punto di vista dell’aiuto offerto dalle case madri agli affiliati, la situazione è ottimale per chi si accinge ad aprire un’attività nel settore. Più del 90 per cento dei franchisor interpellati ha dichiarato di aiutare il futuro franchisee nella scrittura del dossier finanziario da sottoporre eventualmente alle banche per la richiesta di prestito e/o mutuo e di avere in essere un accordo con gli istituti di credito. Mentre poco meno della metà ha dichiarato che la prima fornitura all’affiliato è inclusa nell’investimento iniziale E C’E’ ANCHE LO YOGURT

Rappresenta un fenomeno. È lo yogurt. Il suo

NOME AZIENDA

SITO WEB

PAESI DI PRESENZA

LA PINGUINERIA

www.pinguineria.it

Italia

SWEETY

www.sweetygelato.com

Italia

THE GELATIST

www.thegelatist.it

Italia

ROSSOARANCIO

www.rossoarancio.com

Russia, Germania, Svizzera

I-KONE

www.i-kone.net

Italia

GELATO DI NATURA

www.gelatodinatura.com

Italia, Spagna, Danimarca, Irlanda, Cina

ALBERTO GELATO

www.albertogelato.com

USA, Italia, Inghilterra, Monte Carlo, Spagna, Olanda, Francia

MAMMA MIA

www.mammamiagelato.com

GELATO ITALIANO

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per cento dei casi non vengono richieste né fee di ingresso né canoni periodici sul fatturato o fissi. Mentre il personale di vendita, altra variabile di costo, non supera le 3 unità. Quanto si guadagna? La media delle stime che ci hanno fornito le aziende in franchising interpellate si aggira sui 250.000 euro, è raro che si superi i 500.000 euro, mentre generalmente si sta sui 200.000 euro.

Italia, USA, Portogallo, Emirati Arabi Uniti, Oman, Iraq, Lussemburgo, Senegal, India, Malesia


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consumo ha fatto segnare un fenomenale, appunto, +17 per cento. Gli esperti lo chiamano “frozen-yogurt”, è lo yogurt servito nelle yogurterie, ma il suo successo sta spingendo anche molte gelaterie a riconvertire uno spazio o corner in yogurteria. Rispetto al gelato è legato di meno alla stagionalità (l’estate rappresenta il picco, ma d’inverno il suo consumo non crolla) ed è associato a valori positivi, come la genuinità e la leggerezza. La crescita dei volumi ha toccato anche il retail con un +1 per cento. Nel frattempo sono letteralmente esplosi i “fast food ice cream outlets”, ovvero le catene di yogurterie e gelaterie fai-date o con servizio rapido. Per la grave perdita di posti di lavoro causata dalla crisi economica sono sempre di più gli italiani che decidono di avviare un business in proprio, aprendo una gelateria o un punto vendita affine con la formula del franchising, anche perché l’investimento richiesto non è particolarmente alto. Una scelta che sta mutando radicalmente il paesaggio del retail legato al gelato. L’Italia rimane ancora la nazione con il più alto tasso di presenza artigianale, ma gli specialisti prevedono una contrazione di questa percentuale soprattutto perché la crescente concorrenza fra retailer sta provocando una riduzione del prezzo di vendita di gelati e yogurt, con conseguente riduzione del margine di guadagno. Anche la gelateria, quindi, come già successo in altre categorie merceologiche, sarà coinvolta da una profonda trasformazione, dalla quale solo chi ha le spalle larghe ed è innovativo può uscirne bene e più forte. Il franchising può venire in aiuti dei tanti piccoli, ma bravi, gelatai italiani che da soli non riuscirebbero mai a vincere la sfida di un mercato che, come abbiamo appena visto, è interessato a un abbassamento dei prezzi e a una maggiore concorrenza. AZ © RIPRODUZIONE VIETATO

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Guadagni a doppia cifra e trend positivo

Fare BUSINESS con il GELATO Intervista a Antonio Verga Falzacappa, fondatore di Sistema Gelato, network che opera in ambito nazionale e internazionale a supporto delle imprese del mondo della gelateria

Da oltre quindici anni rappresenta il punto di riferimento assoluto per gli operatori che intendono aprire una gelateria artigianale italiana all’estero. Sistema Gelato è il leader nella consulenza strategica alla filiera del gelato. L’obiettivo è far crescere il settore, offrendo un consolidato know how e un importante network di relazioni internazionali. I professionisti che compongono il team Sistema Gelato vantano un background di notevole esperienza operativa e una elevata capacità di esecuzione. Fondato da Antonio Verga Falzacappa “Sistema Gelato” opera in ambito nazionale e in-

ternazionale a supporto delle imprese del mondo della gelateria. Quali sono i servizi e gli obiettivi che Sistema Gelato offre ai potenziali clienti?

“Sistema Gelato si occupa di consulenza esclusivamente alla filiera del gelato. In particolare ricerchiamo partner industriali e finanziari per l’azienda della filiera e ci occupiamo, per le catene retail, quindi per le catene in franchising, anche del mercato internazionale. Con Sigep, il Salone della gelateria, pasticceria e panificazione artigianali e caffè, abbiamo una partenership ultradecennale che ci vede coinvolti nell’organizzazione nel seminario Going Global, che tutti gli anni si tiene all’interno del Salone, e nel portale del Sistema Sigep”. Quali sono i vantaggi per chi si associa a Sistema Gelato?

“Le aziende che si rivolgono a noi trovano interlocutori focalizzati su quelle che sono le esigenze specifiche della filiera. Per la ricerca di partner industriali e finanziari siamo il network più completo e siamo a conoscenza di tutte le problematiche e le esigenze del settore”. In termini numerici che posto occupa il settore del gelato nell’intero comparto economico?

Antonio Verga Falzacappa, Fondatore di “Sistema Gelato”

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“Rispetto al food è comunque una nicchia. Interessante, sicuramente, perchè consente ancora delle marginalità adeguate e prospettive di sviluppo importanti soprattutto per quanto riguarda il mercato internazionale”.


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Può essere considerata un’opportunità di business per nuovi imprenditori?

“Nonostante presenti delle complessità è comunque un settore da prendere in considerazione infatti un nuovo imprenditore che si avvicina a questo mondo può avere soddisfazioni sia dal punto di vista economico che personali. Aprire una gelateria significa mettere in pratica direttamente quello che si fa. E’ fondamentale per la buona riuscita dell’attività seguire alcune regole importanti: la qualità del prodotto, impegno costante e duraturo, capacità di relazione con i clienti. Oggi, rappresenta un’opportunità di sviluppo anche perchè il trend è positivo, come d’altronde il food in generale che sta vivendo un momento positivo dal punto di vista economico/finanziario. Da non trascurare, infine, il rapporto rischio/beneficio in quanto l’aziende non matura crediti dai clienti e il magazzino è sempre molto limitato”. Quali sono i margini di guadagno?

“Sicuramente a doppia cifra anche se dipende da numerosi fattori come ad esempio il fatturato e dalle spese di affitto della location”.

comporta dei grossi vantaggi soprattutto per i paesi esteri in quanto si è in presenza già di una definizione del format, di tutta l’assistenza per quanto riguarda la realizzazione del punto vendita, della formazione del personale, della gestione dei prodotti. Il potenziale è molto alto anche se c’è ancora moltissimo da fare perchè in Italia il gran numero di gelaterie si fonda sull’esperienza del singolo produttore che magari è titolari di un singolo punto vendita o al massimo un paio. Sono ancora poche le catene che offrono format in franchising per la gelateria artigianale però c’è fermento e aria di sviluppo” In percentuale quali sono i numeri del franchising ?

“Da un dato dell’osservatorio Sigep su oltre 30.000 gelaterie che si contano in Italia circa una ottantina sono in franchising con 1.500 punti vendita, quindi, poco meno del 5% sono in affiliazione”. AZ © RIPRODUZIONE VIETATO

Il gelato è il risultato della tradizione secolare del nostro Paese. C’è interesse dall’estero?

“Sicuramente si non solo da parte di singoli operatori ma anche da investitori. Le aree di maggior sviluppo sono quelle dell’Europa Centro Orientale, nord America, sud America e Medio Oriente. Il gelato è un prodotto assolutamente trasversale non ha limiti culturali”. I marchi italiani offrono modelli commerciali sempre più ricercati dagli investitori stranieri. Il franchising può essere considerato fattore chiave di crescita?

“Il franchising può diventare driver di sviluppo all’estero e portare con sè un’intera filiera del made in Italy: dall’ingredientistica di qualità alle macchine per la produzione, prodotti della manifattura italiana. Il gelato è ancora tutto italiano. Il franchising può svilupparsi soprattutto su quei mercati dove c’è un forte interesse da parte degli investitori a investire in format già esistenti e magari svilupparli nei propri paesi. Lo sviluppo di gelaterie tramite la formula del franchising

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...IL BUSINESS PLAN Aprire una gelateria in franchising può essere un investimento contenuto. Diciamo che “può” esserlo, perché dipende da cosa si cerca. La gelateria “tradizionale” ormai ha abbassato le soglie di ingresso, con azzeramento di fee e royalty annuali e l’abbattimento di investimenti iniziali

GELATERIA - Tabella per il Franchisee I NUMERI Immobilizzazioni Immateriali (Costituzione società, studio a partire da 8000€ progettuale, autorizzazioni, software) Fee di ingresso a partire da 0 € Immobilizzazioni Materiali 1000/mq Prima Fornitura Materie Prime 5.000 € Costo affitti da 300 a 500€ /mq/ anno Liquidità iniziale 20.000 € Ricavi 6000€/mq COSTO MATERIA PRIMA 28-32% Costi Operativi (includono servizi professionali, spese di pubblicità, 20-25% marketing, royalties, costi di struttura) Personale 15-20% EBITDA 23-37% ALTRE INFORMAZIONI UTILI Superficie 70mq Ubicazione centro commerciale Dipendenti 5 Orari ed aperture 14 ore al giorno: 7 su 7

YOGURTERIA - Tabella per il Franchisee I NUMERI Immobilizzazioni Immateriali (Costituzione società, studio a partire da 8000€ progettuale, autorizzazioni, software) Fee di ingresso a partire da 0 € Immobilizzazioni Materiali 1000/mq Prima Fornitura Materie Prime 5.000 € Costo affitti da 300 a 500€ /mq/ anno Liquidità iniziale 10.000 € Ricavi 5000€/mq COSTO MATERIA PRIMA 28-32% Costi Operativi (includono servizi professionali, spese di pubblicità, 24-28% marketing, royalties, costi di struttura) Personale 15-20% EBITDA 20-33% ALTRE INFORMAZIONI UTILI Superficie 30mq Ubicazione centro commerciale Dipendenti 1 + 1 part time Orari ed aperture 14 ore al giorno: 7 su 7

Tabelle redatte a cura dell'Osservatorio Franchising di WM Capital Spa. Esse riportano i valori medi osservati nel corso dell'ultimo anno nel settore in esame. Costituiscono, pertanto, una mera indicazione circa le voci e le informazioni che un aspirante franchisee deve considerare nel valutare il proprio investimento.

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Il lavaggio per cani self service 24h Attività innovativa, indipendente e in forte espansione; Totale garanzia sullo sviluppo progettuale dello store; Supporto continuo da parte del franchisor; Formazione del personale; Incasso assicurato e anticipato grazie all’uso della card; Nessuna o scarsa concorrenza competitiva; Nessuna necessità di un magazzino; Costi gestionali ridotti;

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Novità fashion realizzate in tutte le forme di tendenza per l’uomo e la donna

La Primavera Estate MADE IN ITALY di IGI&CO Tre le proposte di stile: back to the future, modern & romantic e natural & tech per soddisfare le richiesta di una clientela sempre più esigente

Prodotti di uso universale, trasversale, dinamico e moderno che propongono sempre contenuti stilistico/estetici, frutto di ricerche e continua innovazione. IGI&CO, sin dalla sua nascita, si presenta sul mercato con un progetto all’insegna del wellness, del prodotto tecnico performante, della ricerca stilistica e del gusto italiano: calzature, quindi, caratterizzate da estrema leggerezza, flessibilità e traspirabilità, realizzate con pellami selezionati con cura e materiali di qualità. CALZATURE PER OGNI OCCASIONE

Le collezioni IGI&CO presentano prodotti comodi ma con prestazioni da calzature sportive e con un look “Citywear” adatto sia a situazioni formali che alle occasioni della vita di tutti i giorni. Lo styling, infatti, non prescinde mai dalla con-

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siderazione degli impieghi adatti alle molteplici esigenze di lavoro, spostamenti e viaggi che oggi interessano ogni persona che attivamente sia impegnata nella professione o che ami condurre una vita dinamica anche nel tempo libero. LE NOVITA’ PER LA PRIMAVERA ESTATE 2018

E per la prossima primavera-estate 2018 IGI&CO propone una collezione molto ampia, con calzature per ogni momento della giornata: modelli casual-chic e sporty per il giorno, scarpe più eleganti per le occasioni più fashion e cool. Una collezione che rappresenta l’inconfondibile stile made in Italy attraverso le linee di design trasversali a tutte le proposte e i suoi dettagli sempre molto curati. Le proposte di stile IGI&CO per la prossima collezione primavera estate 2018, sono


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declinate in 3 diversi mood perfetti per interpretare al meglio i gusti del pubblico: • Back to the future: un tema pensato per la donna che ama reinventarsi. Stile colorato e vibrante per il genere più sportivo dalle campiture allegre, dalle svariate gamme laminate, specchiate e metalliche. La palette cromatica: acciaio, bronzo, argento, platino, antracite, blue jeans, blu notte, bianco, nero e cangiante. Per l’uomo , il tema incontra i gusti di chi è dinamico, attento alle tendenze moda ma anche al comfort. Tanti i materiali: morbidi vitelli, pellami stampati, traforati e nabuk. Nuovissimo il contrasto bicolore dato sia dai materiali sia da accessori e dettagli come gli occhielli. I colori vanno dal navy al perla, dal cuoio al fumo e all’immancabile nero. • Modern & romantic: un tema che interpreta, al femminile, una gamma di nuance neutre, pastello. Tagli vivi, grane naturali, laser cut, pizzi e nylon. Le forme sono tondeggianti, con tocchi di luce dati da dettagli gioiello, strass e perle. Tacchi e plateau hanno lo stile retrò anni ’70 e le note di colore comprendono nuance cipria, sand, salvia, ghiaccio, taupe, beige, avorio, polvere e bronzo. L’uomo veste in questo caso mix di materiali casual con tocchi di tessuti tecnici, tessuti a rete, vitelli semilucidi, scamosciati, stampe dall’effetto intreccio e bucature degradé. • Natural & tech: in questo caso, la donna IGI&CO, sceglie di indossare gli elementi della natura reinventati sui canoni che la tendenza richiede. Finiture per tacchi che ricordano il legno naturale, fasce effetto yuta, lavorazioni effetto raffia intrecciata, decori borchiati, elastici in canvas, sugheri. La gamma cromatica propone: cuoio, caramel, miele, desert, blue indaco, platino. Mix di accessori e materiali dal gusto vintage ma dalla spinta moderna. Per l’uomo: pellami combinati a tessuti canvas delavé, rifiniture dallo stile artigianale, suole in gomma extraflessibili, fondi leggeri.

PER LA PRIMAVERA ESTATE NOVITA’ ANCHE NELLA TECNOLOGIA GORE-TEX

Utilizzare le membrane GORE-TEX® significa produrre calzature impermeabili, ma che al tempo stesso lasciano respirare il piede, consentendo la diminuzione dell’umidità all’interno della scarpa e assicurando maggior comfort e igiene. Per la stagione primavera estate 2018 si ampliano le proposte di collezione a marchio IGI&CO con tecnologia di prodotto GORE-TEX SURROUND con la nuovissima soluzione denominata SIDE-VENT. Le calzature IGI&CO offrono già da molti anni al mercato prodotti con membrana GORE-TEX, modelli che assicurano un comfort climatico a 360 gradi. La pioggia e l’acqua, infatti, non riescono a penetrare all’interno, ma i microscopici fori della membrana assicurano la fuoriuscita di calore ed umidità in eccesso sia attraverso la tomaia che tramite la suola. Quest’ultima, nei modelli estivi primavera estate 2018, presenta la speciale struttura con aperture laterali (SIDE-VENT) che favoriscono lo scambio termico ed il rilascio dell’umidità verso l’esterno. Calzature ideali, dunque, per stare all’interno e all’esterno, sia in caso di pioggia che in caso di temperature elevate. MA NON SOLO SCARPE

Il successo di IGI&CO si estende oggi al Total Look: sempre più ampie e accurate sono infatti le collezioni di capi di abbigliamento e accessori per uomo e donna disponibili nei nuovissimi ed eleganti IGI&CO Store, presenti nei centri città e nei migliori centri commerciali. Nei negozi monomarca IGI&CO viene proposta l’ampia gamma di modelli calzature coordinate agli attualissimi e versatili capi di abbigliamento. Tutte le collezioni sono “Made in Italy”: design, amore e perizia nella selezione dei migliori materiali e grande tradizione manifatturiera italiana. AZ © RIPRODUZIONE VIETATO

La tecnologia Gore-Tex Surround assicura totale traspirabilità e impermeabilità ai modelli uomo e donna, rinnovati nella forma e con collezioni espressamente dedicate.

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Ottimo Ottimorapporto rapportoqualità/presso, qualità/prezzo,tanta tanticlientela, clienti, condizioni condizionicontrattuali contrattuali convenienti e continuo supporto della Casa Madre

PIAZZA ITALIA: una scelta VINCENTE Pio Cancro, titolare di sette punti vendita guarda al futuro e pianifica l’apertura di altri tre negozi

Pio Cancro entra in contatto con il brand sul finire del 2010 quando, dopo diverse occasioni di spesa presso il punto vendita di Nola al Vulcano Buono, aveva notato l’eccezionale convenienza del rapporto qualità/prezzo, dei prodotti Piazza Italia, e sopratutto il fatto che era l’unico negozio con un gran numero di clienti alle casse. Decise allora di realizzare imperativamente un negozio Piazza Italia. Infatti, dopo poco meno di un anno, ha aperto il suo primo negozio con questa insegna presso il centro commerciale Le Bolle di Eboli Ma non si è fermato qui... Ha aperto altri punti vendita?

“Dopo Eboli ho aperto a Matera, Vibo Valentia, Lauria, Agropoli e Atena Lucana, e per il 2018 abbiamo già pianificato l’apertura di altri 3 negozi”. Prima di aprire i punti vendita Piazza Italia di cosa si occupava?

“La mia carriera lavorativa è iniziata nel 2000 quando, ancora laureando, decisi di dedicarmi a un settore completamente diverso, quello del promotore finanziario, ma ahimè, non ottenni grandi risultati, e attraversai un periodo davvero brutto.

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Ma deciso più che mai ad affermarmi, riuscii a rialzare la “testa” grazie anche al supporto di mia moglie, di mio fratello e della mia famiglia....., cambiai quindi settore, ripartendo da zero, e presi in gestione un primo supermercato (per di più fallimentare, tant’è che oggi è chiuso) e poi man mano altri 5 punti vendita, per poi decidere di diversificare e di scommettere quindi sul brand Piazza Italia”. Quali sono state le principali leve che l’hanno spinta a scegliere Piazza Italia?

“Essenzialmente tre motivi: il primo meramente personale... infatti essendo una persona molto attenta al rapporto qualità/prezzo, mi resi conto che nell’ambito del centro commerciale, riuscivo a ritrovare queste caratteristiche solo nel negozio Piazza Italia tant’è che spesso acquistavo anche più del dovuto invogliato dalle accattivanti attività promozionali di questo negozio; il secondo perché facendo diversi sopralluoghi in diversi centri commerciali, dove era presente Piazza Italia, si rilevava a vista d’occhio la netta differenza di presenze di clienti rispetto agli altri negozi, nonché la prevalente diffusione di buste del marchio tra le persone presenti nelle gallerie; il terzo sicuramente le condizioni contrattuali e il con-


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forto di promesse di tanta formazione e supporto sia di tipo tecnologico e sia di tipo commerciale”. In che modo la Casa Madre lo ha sostenuto?

“Innanzitutto attraverso la formazione in occasione della prima apertura facendo presidiare la gestione del negozio da parte di un loro store manager; inoltre, in maniera continuativa e con una frequenza periodica, vengono svolte delle visite di monitoraggio e allo stesso tempo formative sia di carattere commerciale che di visual merchandising”. È necessario seguire dei corsi di formazione?

“Si. Infatti per ogni apertura, tutto il nuovo personale reclutato, compresa la persona chiamata a rivestire il ruolo di store manager che deve essere inevitabilmente un veterano del settore, viene chiamato a svolgere una formazione di circa un mese presso altri store Piazza Italia, venendo affiancati dal direttore del punto vendita e dai responsabili di reparto, per acquisire nozioni di carattere commerciale riferite alle modalità di gestione delle immissioni delle collezioni delle varie stagioni, nozioni di visual merchadising riferite alle tecniche espositive, nozioni di carattere gestionale e amministrativo relative all’utilizzo dell’innovativo gestionale che mettono a disposizione di ogni store.... infatti, tutti gli store della rete vendita, vengono trattati tutti nello stesso modo, avendo a disposizione lo stesso gestionale, dovendo rispettare gli stessi standard espositivi, e soprattutto con le stesse opportunità di offerta commerciale. Ogni store manager sia di punti vendita diretti che di punti vendita indiretti (ovvero in franchising) dispone delle informazioni relative a tutta la rete vendita e quindi ci si può rendere conto di tutta una serie di statistiche fondamentali per una buona ed efficace gestione”. Quali sono in termini economici i numeri per chi come lei vorrebbe aprire un punto vendita Piazza Italia?

“Per l’apertura di un punto vendita Piazza Italia occorre tenere conto della necessità di realizzare le opere civili in linea con la progettazione realizzata dagli architetti dell’ufficio tecnico dell’azienda, acquistare tutti gli arredi come da layout previsto nella progettazione medesima, dotarsi di

Pio Cancro, titolare di sette punti vendita

tutti gli hardware e software necessari, e infine ma non per ultimo, fornire una fidejussione che è proporzionata ai mq di superficie del negozio. Il tutto può essere accorpato in una cifra approssimativa di circa € 600/700 per mq, molto dipende dalle condizioni contrattuali che si riescono a spuntare per la parte immobiliare e dallo stato di finitura di consegna dei locali”. Che consiglio darebbe ad un nuovo affiliato?

“Sicuramente attenersi in maniera precisa alle indicazioni, quasi quotidiane, aziendali che sottintendono continue e costanti analisi che permettono di fronteggiare le evoluzioni del mercato e della domanda sempre in maniera puntuale, mettendoci come unica componente personale lo spirito e l’entusiasmo di far parte di un progetto grandioso e dalle potenzialità difficilmente equiparabili ad oggi sul mercato”. I suoi progetti futuri?

“Come già accennato ci approntiamo ad aprire altri punti vendita, convinti della forza del brand e della determinazione del management aziendale a tenere sempre alto il nome Piazza Italia. Ma grazie anche alla vivacità operativa e alla dinamicità strategica di quest’azienda, ho acquisito gradualmente la consapevolezza dell’importanza della velocità e dell’immediatezza della comunicazione per una migliore efficacia delle campagne di marketing. Da qui la nascita di un’idea che si è tramutata in un progetto che sto coltivando da ormai due anni e che si sta finalmente concretizzando. A tal proposito non nascondo l’ambizione di riuscire a fornire con questo mio progetto un contributo a un’azienda già eccellente come Piazza Italia”. AZ © RIPRODUZIONE VIETATO

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In 35 anni di attività è diventato uno dei principali marchi italiani per bambini. Il segreto del successo risiede nella continuità nella gestione e nelle persone che lavorano

NOVITÀ in casa ORIGINAL MARINES Il Presidente Antonio Di Vincenzo traccia le linee per il prossimo futuro del brand. Efficienza, semplificazione e conquista di nuovi mercati

Antonio Di Vincenzo, Presidente Original Marines

Nato agli inizi degli anni Ottanta per volontà di alcuni imprenditori campani, Original Marines è un marchio della Imap Export Spa, una dinamica realtà che produce e commercializza linee d’abbigliamento dallo stile casual e sportivo. Original Marines è presente sul territorio nazionale con 465 punti vendita in franchising e 93 “diretti”. Una realtà in continuo movimento dimostrata dall’ultima fusione avvenuta in azienda. Un’operazione finalizzata alla riorganizzazione e semplificazione della struttura societaria, al perseguimento di una maggiore efficienza gestionale attraverso la razionalizzazione dei costi, all’otti-

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mizzazione delle attività produttive e distributive. Il Consiglio di Amministrazione di Imap Export, società proprietaria del marchio Original Marines che gestisce i punti vendita in franchising del brand, ha approvato, infatti, la fusione per incorporazione in Imap Export S.p.A. di Trader S.r.l., società che gestisce i punti vendita di proprietà a marchio Original Marines, nominando Antonio Di Vincenzo Presidente della Imap Export, nel segno della continuità gestionale. Antonio Di Vincenzo approda in Original Marines nel 1994, con l’obiettivo di rappresentare gli interessi della famiglia Di Vincenzo, che insieme ad altri imprenditori aveva dato vita all’iniziativa imprenditoriale. Il suo ruolo in azienda è cresciuto nel tempo, infatti già dal 1984 inizia ad occuparsi dell’azienda di famiglia - un ingrosso di intimo uomo/donna - portando il fatturato, in soli 2 anni, da 2 a 5 milioni di euro, grazie soprattutto all’ingresso in uno dei principali poli commerciali italiani, il CIS di Nola. Il percorso di raziona-


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lizzazione proseguirà con la nomina di 2 nuovi manager che andranno a ricoprire i ruoli di Global Commercial Director e Category Manager. Il processo di riorganizzazione si concluderà con la presentazione del piano industriale 2018-2021. “Per poter crescere in un mercato maturo e sempre più competitivo è necessario assicurare continuità nella gestione rafforzando le competenze manageriali presenti in azienda. Da qui la decisione di semplificare la struttura societaria e riorganizzare le attività attraverso l’inserimento di due figure strategiche” - commenta Antonio di Vincenzo, Presidente del Consiglio di Amministrazione di Imap Export, che continua - “Questi passaggi ci consentono di consolidare le nostre attività in Italia e di focalizzarci sul nuovo piano industriale”. Di quali vantaggi usufruirà il brand Original Marines in virtù di questo cambiamento?

“L’efficienza e la semplificazione porteranno benefici in tutte le aree aziendali, dall’ideazione dei capi alla produzione alla distribuzione fino agli store, con una maggiore soddisfazione del cliente finale. Il mercato sta cambiando e per essere competitivi bisogna essere al passo con i tempi”. Il mercato estero è un vostro obiettivo?

“Abbiamo una copertura capillare dell’Italia e vogliamo crescere oltre i confini nazionali. Il piano industriale che abbiamo predisposto si focalizza anche sulla strategia di sviluppo all’estero”. Quali le piazze estere più adatte per recepire il vostro prodotto?

“Guardiamo con particolare attenzione all’Europa dell’Est, i paesi dell’ex Jugoslavia la Russia”. Progetti futuri sia per quanto riguarda il brand sia le novità dei prodotti...

“Stiamo registrando ottimi risultati per la linea neonati lanciata lo scorso luglio. E che stiamo incrementando affinché possa diventare un drive di crescita per il nostro brand. In più continuiamo la ricerca di collaborazioni accattivanti che arricchiscano le nostre collezioni”. AZ © RIPRODUZIONE VIETATO

ORIGINAL MARINES FESTEGGIA IL 35ESIMO ANNIVERSARIO Original Marines festeggia il 35esimo anno di attività con una serie di iniziative che coinvolgeranno a 360 gradi il “mondo Original”. Il ricco e articolato piano di marketing dell’azienda che prevede, nel corso dell’anno, numerosi progetti dedicati a questo importante traguardo, evidenzia il forte legame del marchio con il target di riferimento e la sua capacità di cogliere sempre nuove opportunità per veicolare i propri valori. Il Gruppo campano, che ha iniziato la sua avventura nel 1983 con le magliette bianche dei marines e che oggi è pronto per continuare a crescere oltre confine, ha realizzato un logo dedicato all’anniversario che verrà utilizzato per tutte le iniziative che verranno implementate durante questo 35esimo anno. I festeggiamenti per il compleanno del marchio partiranno nel mese di febbraio e coinvolgeranno tutti gli store presenti sul territorio nazionale; verranno ideate attività specifiche riservate al canale on line e promozioni ad hoc. Protagonisti indiscussi di tutte le iniziative saranno, come sempre, i bambini a sottolineare che Original Marines, da 35 anni, crea i suoi capi con grande attenzione, cura e passione pensando sempre e prima di tutto a loro.

ORIGINAL MARINES ANNUNCIA LA NUOVA CAMPAGNA PUBBLICITARIA PER LA STAGIONE SPRING SUMMER 2018 “Che storia essere bambini” questo il claim della nuova campagna pubblicitaria Original Marines dedicata alla collezione Spring Summer 2018, ideata e firmata da Arkage, on air su stampa, outdoor, web, tv e radio. Dentro ogni bambina e ogni bambino ci sono infinite storie. Sono tutte quelle che vivono, per esempio, quando giocano al “facciamo che io ero”. Quando si sentono eroi dentro mondi fantastici che noi adulti non riusciamo neanche a immaginare. E in ognuna di queste storie c’è un po’ di quello che sono. E di quello che sognano di diventare. Questo il messaggio che sprigiona la nuova campagna Original Marines. Una campagna che rivela l’autenticità, la spontaneità, la fantasia e l’originalità di ogni bambino. Che storia essere bambini racconta la collezione Spring Summer 2018 Original Marines attraverso un concept grafico innovativo ed emozionale che integra le immagini catturate dall’obiettivo di Luca Zordan alle illustrazioni fiabesche di Marco Bonatti. Un parallelismo tra realtà e sogno che rimanda alle #StorieOriginal inventate dai bambini. La location prescelta per la nuova campagna è Aruba, la piccola colorata e vivace isola dei Caraibi. La creatività della nuova campagna pubblicitaria assume un ruolo principe anche nel nuovo catalogo consumer disponibile da febbraio presso tutti gli store Original Marines.

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Alessandro Luciani Portrait by Yuma Giuseppe Migliaccio

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/ STORIA DI COPERTINA /

Il punto dal quale partire e lavorare per fare la differenza è Creare Esperienze di Acquisto Uniche all’interno dei negozi. Questo fa bene alla vendita

La CREATIVITÀ e il DESIGN saranno la SALVEZZA del RETAIL tradizionale Intervista al designer Alessandro Luciani: “Sono convinto che la umanizzazione degli Store sia una delle armi distintive e vincenti, ci vedo il futuro”

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Oltre 15 premi nazionali ed internazionali di Retail Design vinti negli ultimi 3 anni. Primo Italiano a vincere il Global POPAI Award a Las Vegas e nel 2015 il 44th International Store Design Awards premiato a New York. Alessandro Luciani, è sicuramente tra i più innovativi designers italiani ed internazionali, creativo, eclettico e poliedrico, appassionato del mondo Retail e Fashion, con una visione futuristica, antropocentrica ed innovativa. La sua vita è una continua impollinazione da contesti ed esperienze diverse che germogliano, fioriscono, esplodono alla vita. Nato in una famiglia che ha una storia nel commercio di oltre 100 anni, dove ha succhiato latte, scatoloni e clienti, prima e dopo gli studi ha coltivato tante passioni. Dalla moda al design, alle competizioni automobilistiche, dalla musica alle scienze motorie, dalla psicologia alla preparazione psico-fisica degli astronauti, fino alla recente passione per l’arte pasticciera. Stimoli con i quali arricchisce in modo sempre più sorprendente il suo estro creativo abbinandolo alla praticità e funzionalità tipica del mondo retail. “Il retail design è l’espressione di un lungo processo, che parte dall’analisi dei consumatori, dalle innovazioni legate al mercato e ai prodotti in un preciso contesto storico, dall’analisi della concorrenza al concetto e al messaggio che il brand vuole trasmettere. Il design armonizza e trasforma tutti questi elementi e ne esprime l’anima e il valore nella nella loro essenza. Il design deve creare un forte legame emotivo tra l’ambiente, il prodotto, il cliente e il brand”. Alimentato da un forte desiderio di oltrepassare i confini dell’ordinario, porta nei suoi progetti una visione orientata al coinvolgimento delle emozioni (che affiorano dall’emisfero destro) e alla creazione di nuove esperienze che potranno contribuire al benessere individuale. Ha scritto diversi articoli su magazine nazionali specializzati nel retail. È tra gli autori del libro Retail Design e Marketing (FrancoAngeli editore). Molte le pubblicazioni su magazine nazionali ed internazionali. Tra i book: Retail Space “Small Stores” e Store Of The Year N°21 (RSD USA).Continua a trasmettere la sua visione nei corsi di Retail Design presso il Poli Design di Milano e il Retail Institute Italy. Ha collaborato e progettato per: Huawei, Pirelli Tyre, U-Boat watch, Red Sox appeal,

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Worverk (Folletto-Bimby) TVS, New Balance, Pepsi. Il suo lavoro presuppone anche una filosofia di vita...

“Ho un profondo rispetto per questo lavoro, mi reputo fortunato nell’essere riuscito a trasformare una mia grande passione in un mestiere, in una professione seppur difficile ed impegnativa, lo auguro ai giovani e alle tante persone che rincorrono un sogno, è una cosa bellissima. Personalmente il design, la creatività in generale, mi trasmette energia, mi fà sentire libero e mi dà consapevolezza di quello che posso riuscire a dare e trasmettere agli altri. Sostengo da sempre una filosofia progettuale “Antropocentrica” che come elemento primario mette l’uomo al cento del progetto, un uomo fatto di sentimenti, di emozioni, di cuore che batte, di capacità relazionale. Sono convinto che la umanizzazione degli store sia una delle armi distintive e vincenti, ci vedo il futuro. Coinvolgere le persone attraverso i sensi attraverso le proprie emozioni, creare relazioni personali più forti capaci di fidelizzare i clienti. Il design deve contribuire al benessere delle persone, perche è un pensiero altruista, il benessere non deve essere un lusso di pochi, mi piace pensare che un giorno possa essere di tutti. Sono stimolato dal bello, da tutto quello che non conosco, mi piace creare qualcosa che abbia una sua originalità, una definita personalità e fascino, ogni lavoro dovrà essere unico e rappresentativo. Ho una visione olistica del progetto e cerco di trasferire la mia creatività in tutte quelle attività che lo coinvolgono, dal design dello store a quello della tazzina da caffè alle borse fino ai cioccolatini personalizzati”. Chi è il retail designer e quali sono le sue competenze?

“Oggi più che di retail design parlerei di Experience Design. Quando parliamo di design e di retail mettiamo in relazione quattro cose: l’ambiente cioè il punto di vendita, il brand, il prodotto e il cliente. Chi si occupa di retail design deve avere una approfondita conoscenza delle quattro cose e non solo di una o parte di esse. E’ fondamentale partire da una attenta analisi su come il mondo stia cambiando, come le tecnolgie sempre più avanzate impatteranno sui nostri compor-


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Inspirational Hub Grottini Photo by Richiard Cadan

tamenti e come di conseguenza potranno cambiare le persone, i clienti i consumatori. Importante è conoscere più possibile le loro esigenze, i loro meccanismi anche psicologici che scattano nel processo di acquisto, contemporaneamente andiamo a conoscere ed analizzare la storia del brand o delle persone che lo hanno creato, spesso scopriamo cose affascinanti che ci fanno rendere conto di quanta fatica e sacrificio ci sia dietro a un lavoro, a volte non preso troppo in considerazione, ma che nasconde spesso importanti valori da comunicare, da raccontare. Il design dovrà coniugare e tradurre tutte le esigenze attraverso la creatività, l’originalità, l’utilizzo degli strumenti quali lo studio delle forme, dei colori, dell’illuminazione, dei materiali, del visual merchandising, della musica, della comunicazione visiva, del marketing olfattivo, delle tecnologie e creare un forte coinvolgimento sensoriale ed emotivo ed una esperienza straordinaria”. Come le nuove tecnologie possono impattare sul mondo del retail?

“Sicuramente siamo entrati in un anno in cui la maggior parte delle tecnologie sono abbastanza chiare, sia nel loro funzionamento sia nei risultati che possono portare, grandissimi investimenti

sono ormai orientati allo sviluppo dell’intelligenza artificiale. Oggi basta pensare a quelle tecnologie basate sul riconoscimento facciale, sull’individuazione dei comportamenti o delle immagini e come esse dovranno inevitabilmente sempre di più interagire e convivere con il PDV fisico. Sono convinto che il negozio fisico, nonostante le paure di tante persone, resisterà ancora per molti anni. Nonostante la crescita degli acquisti on-line la maggior parte delle vendite mondiali si fa all’interno degli store fisici. Le tecnologie sono nuove opportunità che dovranno essere colte, integrate e sfruttate per poter migliorare la conoscenza dei nostri clienti, fargli trovare il prodotto giusto al momento giusto, i servizi a loro offerti, consegne più rapide, maggiori comodità e soprattutto potranno aiutarci a definire quale siano l’esperienze che potremmo progettare per i nostri clienti di conseguenza il design e la creatività sarà sempre più importante. Oggi difficilmente uscirei da casa per acquistare un qualsiasi oggetto presso un negozio, quando posso tranquillamente acquistarlo stando seduto davanti al mio PC o allo smartphone/tablet se non avessi forti ed interessanti motivi. Ma il bello è proprio questo, il punto dal quale partire e lavorare per fare la differenza, la parola d’ordine è Creare Esperienze di Acquisto Uniche

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all’interno dei nostri negozi perchè l’acquisto on-line non crea esperienze e quindi in questo è perdente. Come si sviluppa un “concept”. Quali sono i parametri da seguire?

“Spesso viene usato questo termine “concept” e altrettanto spesso non lo trovo rappresentato nella pratica. Molti manager o aziende lo usano come “slogan” ma di fatto non hanno cambiato concettualmente nulla. Quando parliamo di “concept”, quindi di concetti, mi aspetto un cambiamento di fondo, uno stravolgimento delle regole, nuovi codici comportamentali, estetici e di accoglienza, qualcosa che porti innovazione che stimoli la nostra mente a elaborare cose nuove ed interessanti. Certamente lo sviluppo di un “concept” si basa su analisi concrete, ma anche su intuizioni e lungimiranza ed una indispensabile predisposizione mentale al cambiamento, che oggi in Italia facciamo un pò fatica a trovare. L’introduzione

delle nuove tecnologie che possano integrarsi in un nuovo assetto organizzativo dello store è uno degli argomenti che trovo più affascinante. Basti pensare alle operazioni di pagamento, quanto siano mal viste dai clienti, quanto un banco cassa pur bello che sia, possa essere negativamente impattante sia psicologicamente sia per lo spazio che occupa all’interno dello store. In questo caso le tecnologie moderne ci aiutano a far si che possa essere riprogettato il “concetto” di cassa riducendo al minimo lo spazio cambiando il modo in cui le operazioni di pagamento vengano svolte. Se le casse potessi eliminarle lo farei volentieri, è un argomento che implica un cambiamento di mentalità, abolire il famoso “bancone” e spesso è da tempo uno degli argomenti di discussione dei miei progetti, vorrei creare nuove esperienze anche in questo. Oggi abbiamo un esempio estremo, ma concreto e futuribile di quello che si può arrivare a realizzare con le modernissime tecnologie grazie allo sviluppo dell’intelligenza artificiale, basti vedere il primo esperimento di store fisico di Amazon, “Amazon Go”, aperto negli Stati Uniti, dove non ci sono casse e non si paga in modo tradizionale”. Questa figura professionale rappresenta un valore aggiunto per i brand? Le aziende sono consapevoli di questo? In Italia come viene recepita questa professione?

GoldArt Gioiellerie Photo by Richard Cadan

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“Lavorando anche con altri paesi all’estero posso dire che in Italia siamo ancora in pochi ad essere specializzati. Da parte di molte aziende e di manager non cè una chiara consapevolezza di quelle che sono le competenze, la potenzialità e i valori aggiunti in questo specifico ambito “retail”. Se guardiamo agli Stati Uniti, dove il commercio al dettaglio è da sempre uno dei settori più sviluppati e all’avanguardia al mondo, gli studi specializzati nel retail concept store design sono moltissimi e la quasi totalità dei brand non ha dubbi dove rivolgersi per farsi sviluppare il proprio “retail concept”, sanno distinguere bene le competenze e i valori che possono riuscire ad avere da uno studio specializzato, sanno scegliere. In Italia spesso non si sa quello che si vuole, un pò per paura, un pò per mancanza di budget o per altri motivi ci si ritrova nella maggior parte delle volte ad avere proproste di partecipazioni a gare di “retail concept”


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non retribuite, un pò come dire... faccio progettare una casa se poi mi piace quando ci vado a vivere pago l’architetto, oppure vado a mangiare al ristorante e se quello che ho mangiato mi piace lo pago altrimenti no, sinceramente questo modo di fare, di non avere il coraggio di fare una scrupolosa selezione e poi scegliere, o fare gare come avviene nel mondo dell’architettura, con remunerazioni di partecipazioni, lo trovo un limite della nostra Italia. Ricordo ancora, in una mia esperienza di qualche anno fa negli Stati Uniti presso uno dei più grandi studi di retail design specializzati, di come facevano attenzione a non gettare tutti gli schizzi, bozzetti, draft vari che nello svolgimento del progetto e processo creativo venivano realizzati per poi mostrarli al cliente su una serie di pannelli ricreando tutta la storia e il lavoro che cè stato dietro al risultato di un progetto, senza dimenticare il conteggio delle fotocopie e minuti telefonici dedicati. Sinceramente questo mi fece molto riflettere su come bisogna dare molta importanza e valore al nostro lavoro e al lungo processo che ci porta alla rappresentazione finale di una idea o di un progetto”. Gli scenari economici e sociali a livello nazionale e mondiale mutano in continuazione. Il consumatore cambia le sue abitudini influenzando così anche le dinamiche della vendita e di conseguenza degli acquisti. Come cambia quindi anche la professione del designer?

“Si è parlato molto dei Millennials, di quelli che saranno i consumatori del futuro, dei loro comportamenti e modi di vivere, oggi potrei dire che cè una maggior consapevolezza su questo tema, mentre si cerca di capire sempre di più quale sarà il reale impatto del web, del commercio elettronico, degli acquisti on line su quello che oggi definiamo commercio tradizionale o fisico (off line), la paura che possa estinguersi a breve e che il mondo digitale capitanato dai grandi colossi dell’ e.commerce prenderà tutta la torta ci deve far riflettere. Ma non ci scordiamo che la maggior parte delle vendite a livello mondiale, oltre l’80%, si fa presso il punto di vendita fisico, e questo è un altro dato importante che deve farci riflettere e deve darci la consapevolezza che il digitale potrà essere una opporunità e non proprio una minaccia per tutti i settori. Proprio perchè tutto,

oggi, sta cambiando velocemente dobbiamo renderci conto che non è pensabile continuare con la stessa strategia ed organizzazione di prima, cè bisogno di un cambio di passo e mentalità. Oggi non è più il retailer a determinare cosa un cliente debba desiderare, ma i clienti stessi che determinano l’esperienza di acquisto, inoltre l’aspettativa dei nuovi clienti è quella di trovare presso il PDV tradizionale gli stessi prezzi che possono trovare sul web. Se riflettiamo bene possiamo intuire come oggi la maggior parte delle persone sia spinta ad andare presso un negozio fisico non tanto dalla voglia di acquistare un prodotto e basta, potremmo farlo comodamente da casa, on line, ma dal desiderio di fare nuove e piacevoli esperienze anche personalizzate. Il design del futuro dovrà trasformarsi in un design di esperienze ed emozioni vere, dovrà supportare l’integrazione del digitale, rendendolo più bello ed affascinante, ma non freddo come il web, all’interno del PdV in modo da creare un allineamento e sinergia tra commercio on line e off line, questi ingredienti sono fondamentali per progettare store del futuro dove “l’uomo” riacquista il suo più alto valore, sfruttando le nuove tecnologie e non subendole, dove il rapporto con l’ambiente diventa mutisensoriale, dove le comunicazioni con i nostri clienti viaggeranno su canali veloci ed immediati come “ WhatsApp” e i pagamenti saranno fatti anche con le “cripto valute”. Ingrediente fondamentale e distintivo che non potrà mancare è la “personalizzazione”, in pratica l’evoluzione della esperienza generica passa per la progettazione di una esperienza personalizzata sia dell’ambiente che degli oggetti, che possa meglio rappresentare i gusti, la personalità dei nostri clienti facendoli sentire unici. Non credo che la strada da percorrere nella trasformazione degli store, per contrastare gli acquisti on line, sia quella di rendere il negozio fisico in un negozio freddo e pieno di tutte le tecnologie possibili ed immaginabili, cercando in qualche maniera la simulazione o la clonazione del web, sarebbe un fallimeno annunciato. Sono convinto che la forte componente umana, l’attenzione verso alcuni importanti valori come l’ecosostenibilità la creatività e il design saranno la salvezza del retail tradizionale”. AZ © RIPRODUZIONE VIETATO

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Huawei Experience Store by Richard Cadan

Dall’online al negozio fisico per creare la shop exprerience

HUAWEI: l’evoluzione del RETAIL Lo store di Milano non è un negozio nel senso classico e tradizionale del termine, ma punta su innovazione, design e architettura d’avanguardia

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/ R E TA I L D E S I G N /

Il mondo del retail è in costante evoluzione, le vendite online crescono a doppia cifra, ma la vera sfida sarà sempre più nella shop experience in store e l’omnichannel, basti vedere l’esempio di Amazon ed eBay retailers nati online che stanno aprendo negozi fisici. Tra i grandi colossi mondiali, anche Huawei, multinazionale cinese, leader di mercato nel settore della telefonia e tecnologie, ha scelto di perseguire questa strada scegliendo Milano, presso il nuovissimo City Life District come sede del suo primo flagship store europeo, a modello esperienziale dove i clienti potranno così non solo ammirare le ultime novità proposte dal brand, ma anche poter personalizzare moltissimi prodotti, smartphone, pc o tablet, ascoltare musica testando tutte le ultime novità, partecipare a corsi di alta formazione gratuiti e interagire giocando con le ultime novità tecnologiche presenti in store. Il Huawei Experience Store è stato totalmente sviluppato dalla Grottini Retail Environments che ha scelto per l’ideazione e la direzione creativa il designer Alessandro Luciani, rafforzando cosi una collaborazione che dura già da qualche anno. Il concept store è basato su innovazione, design, personalizzazione, architettura ed eco-sostenibilità, proprio quest’ultima è stata oggetto di molta attenzione sia da parte della Grottini che del Retail Team Italia Huawei, una componente diventata fondamentale vista la sensibilità e l’attenzione sempre maggiore da parte dei clienti verso il mondo in cui vivono. “Abbiamo scelto l’utilizzo di materiali ecosostenibili a basso impatto ambientale – afferma Francesco Grotti-

Francesco Grottini by Yuma

Huawei Experience Store by Richard Cadan

ni - partendo dal vetro, utilizzato per gran parte delle pareti, per i tavoli, dove sono state inserite delle “Digital Lables” integrate, aggiornabili da un sistema di gestione remota da noi sviluppato, al legno di origine europeo, in essenza vera che è stato utilizzato per le rimanenti pareti e gli elementi posizionati davanti al grande Ledwall di fondo che ha caratteristiche tecniche straordinarie con una superficie di oltre 40 mq ed un altissima risoluzione, il tutto gestito da un sistema di regia all’avanguardia che coordina tutte le tecnologie all’interno dello store. Infine la complessa realizzazione per l’integrazione tra tecnologie e “giardino verticale con piante e fiori veri” ci ha consentito di creare qualcosa di unico e spettaco-

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lare grazie all’inserimento all’interno di esso di alcuni fiori videoled che abbiamo prodotto su misura in esclusiva per Huawei. Grazie alla nostra divisione interna, la Grottini Lab, che si occupa di sviluppare ed applicare tecnologie per il mondo retail, abbiamo realizzato un sistema di pavimento energetico inserito nello store, che è in grado di produrre al passaggio dei clienti, (calpestio) una reale quantità di energia elettrica visibile nel display posizionato sulla colonna al fianco dell’ingresso. Abbiamo anche installato un sistema già collaudato, che ci sta dando ottimi risultati anche

con altri nostri importanti clienti, di analisi dei comportamenti delle persone all’interno dello store. Un lavoro complesso realizzato in un tempo ristretto, dove ogni elemento è nuovo, unico e su misura, ma grazie alla nostra struttuta e il team messo in piedi per la realizzazione di questo progetto siamo riusciti ad ottenere un grandissimo risultato, apprezzato in tutto il mondo”. AZ © RIPRODUZIONE VIETATO

Huawei Experience Store by Richard Cadan

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Oli - Aceti Balsamici - Liquori - Distillati - Vini - Sfiziosità

Il Primo Franchising Italiano di prodotti sfusi! Teatro del Gusto nasce nel 2014 in Italia, per interpretare un bisogno di qualità risolto con un format innovativo ma tradizionale al tempo stesso. I prodotti di altissima qualità, unici nel loro genere, sfusi e imbottigliati al momento davanti al cliente, con la possibilità di decidere la quantità (dai 50 ml fino al litro) e di personalizzare la bottiglia scegliendo tra tutte quelle disponibili nella gamma offerta dal negoziante, fanno di questo format un unicum nel panorama del franchising!

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Brand, ingegnerizzazione dei processi, formazione, ricerca e sviluppo, redditività

Le 5 LEVE per fare business FRANCHISING Un metodo registrato e depositato da AZ franchising che ad oggi ha seguito e supportato più di 600 aziende in 50 settori diversi nello sviluppo dei sistemi a rete Quali sono le variabili da tenere sotto controllo nel momento in cui si decide di iniziare un’attività in franchising... È necessaria una miscela sapiente di vari aspetti. Il metodo registrato e depositato da AZ Franchising è quello delle 5 leve del franchising, un’analisi che prende in considerazione le 5 variabili ritenute chiave per la creazione o la crescita di un business in franchising, vale a dire: brand, ingegnerizzazione dei processi, formazione, ricerca e sviluppo, redditività. AZ Franchising, con le sue diverse Business Unit pubblicitarie, ma soprattutto di consulenza strategica, ha seguito e supportato più di 600 aziende in 50 settori diversi nello sviluppo dei sistemi a rete. Grazie alla sua ventennale esperienza, ha potuto sviluppare un metodo standardizzato e strutturato per poter valutare i business model che meglio possono allinearsi al business format franchising e supportarli al meglio nello sviluppo dei sistemi a rete. In questi giorni WM Capital, società editrice di AZ franchising ha siglato un accordo con Zeus Capital per la realizzazione del nuovo Fondo “AZ Franchising Fund”, che sarà interamente dedicato allo sviluppo delle reti franchising e ha un obiettivo di raccolta pari a 20 milioni di

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euro da attribuire a società il cui scopo è quello di incrementare il proprio business attraverso reti franchising, sfruttando il metodo, elaborato e registrato proprio da WM Capital, delle 5 leve del franchising che sono alla base dell’attività della società stessa per la nascita e il rafforzamento di reti nei settori che l’osservatorio di WM Capital ritiene abbiano maggiori potenzialità come quello dell’healthcare, del benessere, food e arte. Allora vista l’importanza delle 5 Leve del franchising le analizziamo singolarmente perchè rappresentano i pilastri di ogni buon progetto di affiliazione. IL BRAND

In un mercato complesso e dinamico come quello attuale per un’azienda farsi scegliere dai consumatori è una sfida che va ben oltre la qualità del prodotto o del servizio che si propone, che oggi è data per certa. A parità di eccellenza delle proposte, infatti, a fare la differenza, in una competizione sempre più serrata, è un complesso di fattori intangibili, eppure misurabili, che convergono in un’unica, suggestiva, espressione: brand. L’impresa vincente è quella che riesce a trasformare un semplice segno grafico quale è il logo in brand,


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cioè quella che riesce a proporre una visione e un sistema di valori talmente forte da diventare motore di scelte che vanno oltre il semplice acquisto. Se questo vale per tutte le imprese, per una rete in franchising l’attenzione al brand ha un significato ancora più forte ed impattante, al punto che il brand rappresenta una delle cinque leve fondamentali che decreta il successo di un network. I valori sono parte integrante e sostanziale del patrimonio di conoscenze che la rete deve dare e la loro condivisione deve rappresentare il presupposto fondante dell’unione tra franchisor e franchisee. Allo stesso tempo, però, proprio perché la posta in gioco è molto alta, la casa madre deve vigilare sul rispetto e sull’adesione al brand nel tempo da parte degli affiliati. La forza del brand corrisponde quindi alla sua capacità di fornire coerenza a missione, visioni e valori sia verso l’esterno, cioè i potenziali acquirenti, che verso l’interno della rete, cioè gli affiliati. L’INGEGNERIZZAZIONE DEI PROCESSI

L’ingegnerizzazione della rete investe le procedure e i processi che si svolgono all’interno del network. La pianificazione delle attività di un’azienda in franchising richiede particolare attenzione, perché la complessità della struttura ha bisogno di un sapiente equilibrio tra “elementi fissi” e flessibilità del sistema. Allo stesso tempo, il know-how messo a disposizione dal franchisor deve essere utile a supportare e standardizzare l’attività degli affiliati, ma deve sapersi adattare alle caratteristiche di ogni singola realtà competitiva in cui gli affiliati lavorano. Tutto questo vale anche se il franchisor non si è posto l’obiettivo di acquisire la posizione di leader del mercato, perché, come è facile intuire, nel momento in cui una rete smette di crescere, rischia di morire. Per mettere a punto processi standard, che ottimizzino le attività dell’azienda e allo stesso tempo possano essere replicabili per tutti gli affiliati, il primo passo è la sperimentazione del format. Questa generalmente avviene nel punto pilota, un negozio gestito direttamente dall’aspirante franchisor, il cui scopo è quello di testare sul campo la validità della business idea, i prodotti o i servizi più graditi dal consumatore finale, gli aggiustamenti in termini di layout del negozio stesso, di allestimento delle vetrine che rendono l’offerta

più efficace. LA FORMAZIONE

Tra i segreti del successo di una rete in franchising ce n’è uno talmente visibile che, paradossalmente, passa quasi inosservato. Eppure è alla base della possibilità stessa di costruire un network, perché è l’elemento che permette di avviare un’attività imprenditoriale anche a chi non ha precedenti esperienze in un determinato settore. Perché è il fattore che permette a chi è già imprenditore di diventare anche affiliato di una determinata rete. Perché è la leva che assicura al franchisor la possibilità di passare il proprio know how e di tradurlo in procedure standard e uniformi per tutti gli affiliati. Questo ingrediente, discreto ma non segreto, è la formazione, cioè quel complesso di pratiche che la casa madre mette in campo per preparare il franchisee alla sua nuova attività. La formazione sarà tanto più efficace quanto più sarà articolata in tutto il percorso della conduzione del business, e non concentrata soltanto nella fase pre e post apertura. CARTA D’IDENTITÀ: IL CHI E IL COSA DI WM CAPITAL WM Capital è il principale operatore specializzato nello sviluppo del Business Format Franchising con forte vocazione internazionale. Affianca gli imprenditori nell’accelerazione dei piani di crescita e la progressiva valorizzazione dei sistemi a rete. Un numero crescente di società utilizza a livello globale la formula del franchising per avviare o intensificare le proprie strategie di espansione e sempre più frequentemente abbina la creazione di network in franchising alla rete di punti vendita di proprietà. WM Capital è il partner per il supporto strategico e lo sviluppo di format in franchising e di progetti retail con notevole potenziale di crescita, anche a livello internazionale, senza alterare l’autonomia imprenditoriale. Le principali attività di WM Capital per lo sviluppo del Business Format Franchising sono: • Supporto strategico alla crescita e all’internazionalizzazione; • Ingresso e sviluppo di brand esteri nel mercato italiano; • Progettazione e lancio di format appartenenti a vari settori di attività; • Ricerca e matching di affiliati. Sito web: consulting@wmcapital.it E-mail: consulting@wmcapital.it

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LA RICERCA E LA PRODUTTIVITA’

LA REDDITIVITA’

La ricerca è una leva importante perché non agisce solo sul funzionamento interno della rete, ma permette all’azienda di essere sempre pronta a rispondere ai cambiamenti del mercato. Ricerca, infatti, è anche innovazione di prodotto, fattore indispensabile quando ci si presenta sul mercato e si è da questo giudicati. La ricerca, se sfruttata bene, permette di esplorare nuovi scenari, come quelli internazionali, e di testare nuovi modi di vendere. Ma non è finita qui. Perché ricerca è una leva che va al di là dell’innovazione. Certo, l’innovazione ne è il requisito fondamentale, ma se non si accompagna a un percorso più completo è fine a se stesso. Secondo il giornalista di retail design John Ryan, la tecnologia non dovrà mai sostituire il customer service, ma essere semplicemente di supporto, perché l’innovazione non è la tecnologia ma ciò che questa permette di fare ai consumatori. La sfida sarà il giusto equilibrio tra fisico e digitale. Nel processo vanno coinvolti il concept, il format e il sistema valoriale del brand. Perché anche i valori di un’azienda in franchising che si rapporta con il pubblico vanno sottoposti a un processo di ricerca e di rinnovo. I valori che un’azienda proponeva anni prima possono per esempio non più sposarsi con le nuove tendenze.

La redditività è uno dei principali obiettivi di un’azienda ed esprime il risultato economico ottenuto dagli investimenti nell’attività aziendale. Qualsiasi impresa affronti il mercato ha infatti un unico obiettivo: guadagnare. Qualsiasi impresa affronti il mercato oggi deve essere consapevole del fatto che il consumatore ha il suo stesso obiettivo, guadagnare, cioè ottenere value for money. Anche chi decide di affiliarsi a un network vuole guadagnare, nel senso più classico del termine, cioè vuole ricavare un utile dalla vendita di un determinato prodotto o servizio. Allo stesso tempo, l’affiliato che paga una fee (o delle royalties) per entrare in una rete, cerca il value for money, chiede cioè che a fronte di un corrispettivo economico la casa madre assicuri valore aggiunto (know how in primis). Il franchisor o l’imprenditore che sta costruendo un business format in franchising deve essere consapevole che la redditività è una delle cinque leve che decretano il successo di una franchise nella misura in cui è condivisa anche con gli affiliati. In altri termini, la rete è forte e cresce se tutti i partner, franchisee compresi, hanno un ritorno economico dei loro investimenti. AZ © RIPRODUZIONE VIETATO

SUL SITO DI AZ FRANCHISING PUOI VERIFICARE SE HAI LE CARTE IN REGOLA PER UN PERFETTO PROGETTO DI AFFILIAZIONE Collegati su www.azfranchising.it nella sezione az consulting e compila il form Ecco i parametri: Grazie all’esperienza del suo fondatore, la Divisione Consulting di WM Capital può operare su una piattaforma comune e condivisa che si basa sul metodo delle 5 Leve. Vi proponiamo, nella tabella seguente denominazioni e definizioni sintetiche. Mettile a confronto con la tua esperienza

Brand di valori Ingegnerizzazione dei processi Formazione Ricerca e Sviluppo Redditività

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Il brand deve comunicare i valori dell'azienda. Esso è rappresentativo delle qualità e delle caratteristiche che contribuiscono a definire il successo di un'impresa, aiuta a comprenderne la storia, l'affidabilità, la credibilità Alla base del funzionamento di una rete c'è la standardizzazione dei processi e delle attività aziendali. Ciò consente di ingegnerizzare le procedure e garantisce costi certi, qualità e velocità nel controllo di gestione La formazione dei dipendenti è fondamentale non solo per offrire un servizio di eccellenza, ma anche per trasmettere al pubblico i valori e la mission aziendale così da creare in ogni punto vendita affiliato lo stesso clima presente nella casa madre Non esiste un Business Model vincente e duraturo nel tempo senza affrontare continui investimenti rivolti al mercato, al prodotto ed ai processi Lo sviluppo continuo ed armonico di una rete franchising è dato dalla sua capacità di attrarre nuove affiliazioni. La redditività intesa in senso lato, fa sì che ci sia sempre un adeguato rapporto rischio/investimento con un business per gli affiliati solido e finanziariamente sostenibile nel tempo


Con 15.000 visitatori e 200 brand siamo da oltre trent'anni il posto migliore per chi vuole mettersi in proprio. Tre giorni di workshop, formazione e consulenza gratuita per far nascere e crescere migliaia di imprenditori. E tu, sei pronto a PENSARE IN GRANDE?

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/ SPECIALE /

Zeus Capital lancia AZ Franchising Fund e sceglie come investment advisor WM Capital

La FINANZA che conta investe sempre di più nel mondo del FRANCHISING Il fondo, riservato ad investitori istituzionali e con un obiettivo pari a 20 milioni di euro, nasce per dare il via ad esperienze di successo per le imprese italiane del franchising nei settori del food, healtcare, benessere ed arte. Banca depositaria sarà Edmond de Rothschild.

IL FENOMENO

Quello che fino a pochi anni fa sembrava essere un fenomeno isolato, sta diventando una realtà consolidata. I fondi di private equity sostengono la crescita del franchising tricolore iniettando ca-

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pitali freschi che in molti casi sostengono l’internazionalizzazione di molte reti made in Italy e la loro crescita per linee esterne. Poco importa se, diversamente rispetto al passato, la maggior parte di questi fondi sono stranieri. Quello che inte-


/ SPECIALE /

ressa ai nostri bravissimi imprenditori, che hanno dimostrato negli anni di crisi di saper resistere, o di sapersi reinventare, è che ci sia qualcuno in grado di credere nel loro progetto e svilupparlo, attraverso l’implementazione di sinergie e la valorizzazione degli asset principali. AZ FRANCHISING FUND

Sulla scia di questo filone, la società Zeus Capital S.A. ha costituito Zeus Capital Alternative, fondo lussemburghese che da anni investe in diversi comparti. Az Franchising Fund è uno degli ultimi comparti nati e deve il suo nome proprio a questo magazine, che da più di 20 anni è rivista di riferimento del settore. Riservato ad investitori istituzionali, Rothschild come banca depositaria e con un target di raccolta pari a 20 milioni di euro, il fondo ha l’obiettivo di iniettare i capitali raccolti nella crescita di sistemi a rete italiani operanti nei settori del benessere, healtcare, food ed arte. La scelta non è casuale poiché sono questi i settori che vedono multipli sull’ebitda frequentemente superiori al sette e un numero crescente di operazioni di finanziamento anche tramite private debt. I CRITERI DI SELEZIONE

Il fondo non ha ancora reso noto i criteri di selezione delle imprese target. Riteniamo in ogni caso che si tratterà di specifici ed oggettivi parametri che le imprese interessate dovranno dimostrare di possedere al termine dell’iter di candidatura, che sarà definito a breve. Non è difficile immaginare che, data la moltitudine di imprenditori interessati, il comitato degli investimenti sceglierà solo le imprese che dimostreranno di avere già le carte in tavola per poter sviluppare franchising di successo. Servono quindi idee innovative, già testate e sufficientemente duplicabili. Sembra semplice, ma i flop di questi ultimi anni hanno dimostrato che non è bastato aggiungere a questi elementi tre importanti fattori come la logica dei piccoli passi, l’adattamento costante del Business Model e la necessaria copertura finanziaria.

società quotata su AIM Italia e specializzata nel Business Format Franchising. “La scelta della nostra società non è casuale”, spiega Fabio Pasquali, Amministratore delegato di WM Capital SpA. “Da oltre 25 anni supportiamo le aziende nelle fasi cruciali della loro crescita tramite sistemi a rete. Godiamo di un know how specifico grazie al team di specialisti formati negli anni, nonché di un network di partner globali esperti nell’indicarci, laddove possibile, la via dell’internazionalizzazione per determinati format franchising”. In questi anni di lavoro abbiamo seguito lo sviluppo di quasi 600 format in 50 settori diversi”. Ciò ha permesso di identificare 5 Leve, ovvero i cinque fattori chiave indispensabili per il successo di una rete franchising. SVILUPPI FUTURI ED OBIETTIVI DICHIARATI

Date le premesse e le risorse messe in campo non è difficile immaginare che gli obiettivi di raccolta saranno rapidamente raggiunti. La collaborazione con WM Capital, inoltre, è sinonimo di scelta accurata delle aziende nelle quali il fondo entrerà con quote anche rilevanti di capitale. A tal proposito, la società quotata su AIM Italia, infatti, si occuperà di fare una selezione preventiva delle imprese candidate, sulla base del know how maturato e delle competenze del team di professionisti della sua Divisione Consulting. Questa squadra, continuerà a rivolgere anche e soprattutto alle realtà non attenzionate dal fondo i propri servizi di consulenza affinchè queste possano comunque e sotto altre forme essere protagoniste di format di successo. AZ © RIPRODUZIONE VIETATO

L’ADVISOR è WM CAPITAL SpA

In virtù di questi fallimenti plateali, Zeus Capital ha ufficializzato, in data 12 gennaio 2018, un investor advisor agreement con WM Capital SpA,

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franchising@nau.it


Belli, buoni e fatti bene. I nostri occhiali sono espressione di stile, design e qualità. Uniti alla nostra passione per il colore e la tradizione artigianale del nostro lavoro. Un’arte del fare tutta italiana. NAU! è un business concreto che si esprime con un’offerta fortemente distintiva e contemporanea. Fondata su un prodotto esclusivo a un prezzo rivoluzionario. Aprire un negozio NAU! significa fare un investimento redditizio e con un ritorno veloce, grazie ad una formula orientata al Cliente e ai risultati. Chiedici solo una cosa: quanti affiliati hanno aperto più di un negozio con noi?


LE SCHEDE

Istruzioni per orientarsi tra le schede di AZ Franchising, elencate in ordine alfabetico e indicando l’investimento iniziale minimo. Nella prima fascia (fino a 20mila euro) abbiamo incluso anche i marchi che non prevedono altre spese iniziali se non quelle relative al diritto di entrata*.

L E G E N DA I N V E ST I M E N TO Da 0€ a 20.000€ Da 20.000€ a 50.000€ Da 50.000€ a 100.000€ Oltre 100.000€ pag. 56

Mondadori

pag. 53

Adiura

pag. 56

Nau!

pag. 53

AW Lab

pag. 57

Original Marines

pag. 54

Bata

pag. 57

Piazza Italia

pag. 54

Carpisa Yamamay Jaked

pag. 58

Piazza Italia Kids

pag. 55

Igi&Co

pag. 58

Primadonna Collection

pag. 55

Kasanova

pag. 59

Primigi

* i dati pubblicati nelle schede sono forniti dai franchisor 54


/ LE SCHEDE /

HOME CARE Ragione sociale: ADIURA S.A.S. - Indirizzo: VIA RAVEGNANA 79 - RAVENNA - Anno di fondazione: 2007 Anno partenza franchising: 2017 - Punti vendita diretti: 1 - Punti vendita affiliati: 2 - Punti vendita diretti (estero): 0 - Punti vendita affiliati (estero): 0

COSA CERCHIAMO PUNTO VENDITA:

FRONTE STRADA

BACINO D’UTENZA:

MINIMO 10.000

UBICAZIONE OTTIMALE:

AREA SEMICENTRALE

ESPERIENZA NEL SETTORE:

NO

PERSONALE RICHIESTO (COMPRESO IL TITOLARE):

RETAILER DI SNEAKER E ABBIGLIAMENTO SPORTSTYLE Ragione sociale: Compar S.p.A. - Indirizzo: Via A. Volta, 6 - 35010 Limena (Pd) - Anno di fondazione attività: 1931 - Anno di partenza del franchising: 2003 - Negozi franchising: 107 (al 31/01/2018) - Negozi diretti: 102 di cui 15 in Spagna, 2 in Repubblica Ceca e 1 a Singapore (al 31/01/2018)

COSA CERCHIAMO SUPERFICIE MEDIA DEL P.V. (IN MQ):

60 NEI CENTRI STORICI - 120 NEI CENTRI COMMERCIALI

UBICAZIONE OTTIMALE:

CENTRI STORICI, PRINCIPALI CENTRI COMMERCIALI

1

ESPERIENZA NEL SETTORE:

RETAIL DI PROPRIETÀ O IN FRANCHISING

INVESTIMENTO INIZIALE:

¤ 13.000 + IVA E ALLESTIMENTO P.V.

PERSONALE RICHIESTO (COMPRESO IL TITOLARE):

3

FATTURATO MEDIO ANNUO:

¤ 130.000,00 GIÀ DAL PRIMO ANNO, CON UNA CRESCITA MEDIA DEL 20% ANNUO

INVESTIMENTO TOTALE:

TRA ¤ 50.000 E ¤ 120.000

STIMA FATTURATO ANNUO A REGIME:

¤ 700.000

COSA OFFRIAMO

COSA OFFRIAMO

C’è un settore di attività che per sua natura non conosce crisi: quello dell’Home Care, ambito importante e delicato, dove da sempre professionalità correttezza e discrezione fanno la differenza e dove anche l’innovazione gioca un ruolo fondamentale. Proprio in un’ottica di sviluppo e crescita professionale del settore Home Care, ma non solo, la nostra azienda, con un’esperienza più che decennale, ha immesso sul mercato il progetto Adiura, una formula franchising che mira ad agevolare l’avvio di attività imprenditoriali in questo ambito, fornendo supporto formativo, tecnico, logistico e commerciale. L’adesione ad Adiura permette a chi voglia iniziare un’attività in proprio in questo settore, di operare riducendo i costi di avvio e con un’organizzazione alle spalle che garantisce la massima redditività.

Assistenza in loco in fase di apertura e per la durata del contratto. Fornitura attrezzatura/arredo: rapporto diretto franchisee/fornitori. Sopralluogo e valutazione commerciale della location. Progettazione negozio. Formazione personale di Vendita (vendita e visual merchandising). Supporto gestionale. Avviamento Commerciale (sell out garantito) per il primo anno. Ampia presenza di esclusive prodotto. Vasta disponibilità di riassortimenti. Invio Newsletter e Comunicati Commerciali su best seller, nuovi arrivi e impostazioni commerciali. Supervisione e consulenza per tutta la durata del contratto. Formazione iniziale di 10 giorni.

COSA CHIEDIAMO FEE D’INGRESSO:

¤ 13.000 + IVA E ALLESTIMENTO P.V.

ROYALTY:

¤ 250,00 + IVA MENSILI

DURATA DEL CONTRATTO (IN ANNI):

3 ANNI

Franchising ADIURA Tel. 327.5308774 email: info@adiura.com web: www.adiura.com

COSA CHIEDIAMO FEE D’INGRESSO:

NO

ROYALTY:

NO

ZONA IN ESCLUSIVA:

FACILITAZIONI DI PAGAMENTO:

SÌ (SU PRIMA FORNITURA)

PUBBLICITÀ A LIVELLO LOCALE:

DURATA DEL CONTRATTO (IN ANNI):

3 ANNI + TACITO RINNOVO ANNUALE DEL 4° ANNO

Rep. Franchising Tel.: 049.8991023 / Fax: 049.8991243 e-mail: franchising@aw-lab.com web: www.aw-lab.com

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/ LE SCHEDE /

CALZATURE Ragione sociale: Compar spa - Indirizzo: via A. Volta, 6 – 35010 Limena - Anno di fondazione: 1894 - Anno partenza franchising: 1980 - Punti vendita diretti: 160 Punti vendita affiliati: 80 - Punti vendita diretti (estero): oltre 5.000 - Punti vendita affiliati (estero): 70

Ragione sociale Pianoforte: Holding S.p.a. - Indirizzo: Corso Magenta 74, 20123 Milano - Anno di fondazione attività: 2011, ma per le controllate Yamamay e Carpisa 2001 e Jaked 2009 - Anno di partenza del franchising: vedi sopra - Punti vendita diretti: 267 al 30/04/2017* - Punti vendita affiliati: 1.002 al 30/04/2017* - *(Yamamay + Carpisa + Jaked sia Italia che estero)

COSA CERCHIAMO

COSA CERCHIAMO BACINO D’UTENZA:

40-50.000 ABITANTI

UBICAZIONE OTTIMALE:

CENTRI STORICI E VIE COMMERCIALI DELLE CITTÀ/ CENTRI COMMERCIALI

ESPERIENZA NEL SETTORE:

NON NECESSARIA

PERSONALE RICHIESTO (COMPRESO IL TITOLARE):

3

INVESTIMENTO INIZIALE:

FINO A ¤ 100.000

FATTURATO MEDIO ANNUO:

¤ 400/500.000

SUPERFICIE MEDIA DEL P.V. (IN MQ):

90/150 PER YAMAMAY 100/250 PER CARPISA - 70/90 PER JAKED

BACINO D’UTENZA:

50.000 ABITANTI

UBICAZIONE OTTIMALE:

CENTRI STORICI, CENTRI COMMERCIALI

ESPERIENZA NEL SETTORE:

NON RICHIESTA

PERSONALE RICHIESTO (COMPRESO IL TITOLARE):

3/4 PERSONE

INVESTIMENTO INIZIALE:

DA ¤ 100.000

COSA OFFRIAMO COSA OFFRIAMO Contratto di affiliazione con margine garantito e costante durante tutto l’anno, compreso il periodo saldi. Sopralluogo e valutazione commerciale della location. Assistenza commerciale con Area Manager dedicati. Gestione dello stock con riassortimento dei best seller. Formazione Store Manager e Personale di Vendita con “BATA ACADEMY”. Pubblicità nazionale e materiale di comunicazione in store. Organizzazione e coordinamento attività di Marketing per iniziative locali dedicate come nuove aperture, rinnovi ed eventi. Communication Multimedia Pack (monitor, radio in store) e Marketing olfattivo.

Oltre a prodotti con un ottimo rapporto qualità/prezzo, offriamo la nostra esperienza, una rete di professionisti e una forte formazione per lanciare un business proficuo e produttivo.

COSA CHIEDIAMO FEE D’INGRESSO:

NO, RICHIESTA FIDEIUSSIONE BANCARIA DI ¤ 35.000

ROYALTY:

NO

DURATA DEL CONTRATTO (IN ANNI):

5

COSA CHIEDIAMO

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FEE D’INGRESSO:

NO

ROYALTY:

NO

DURATA DEL CONTRATTO (IN ANNI):

3

LOCATION:

UBICATE IN CENTRO CITTÀ O CENTRI COMMERCIALI IN COMUNI CON BACINO DI UTENZA MINIMO DI 40.000 ABITANTI

SUPERFICIE DI VENDITA (MAGAZZINO ESCLUSO):

DA 80 A 250 MQ COMPLESSIVI, LA PRESENZA DI ALMENO 4 MT DI VETRINA È UN VALORE AGGIUNTO

INVESTIMENTO MEDIO:

ARREDO 250¤/MQ* (IVA ESCLUSA) COMPRESO TRASPORTO E MONTAGGIO

FIDEIUSSIONE BANCARIA A GARANZIA:

VALORE VARIA A SECONDA DELLA MERCE ACQUISTATA.

Michele Roncato Tel. 049.8991.074 e-mail: bata.franchising@bata.com web: www.bata.it

Sergio Ubaldo (Responsabile Sviluppo Pianoforte Holding) e-mail: info@inticom.it / info@carpisa.it web: www.yamamay.com www.carpisa.com / www.jacked.com


/ LE SCHEDE /

CALZATURE E ACCESSORI

CASALINGO

Ragione sociale: Reda Retail S.p.a. - Gruppo IMAC Spa Indirizzo: Via Menocchia, 27 -63062 - Montefiore dell’Aso (AP) - Anno di fondazione attività: 2002 - Anno di partenza del franchising: 2012 - Punti vendita diretti: 3 - Punti vendita affiliati: 130

Ragione sociale: Kasanova Spa -Indirizzo Viale Monterosa, 91 - 20043 Arcore (Mb) - Anno di fondazione attività: 1968 - Anno di partenza del franchising: 1994 - Punti vendita totali: 242

COSA CERCHIAMO

COSA CERCHIAMO SUPERFICIE MEDIA DEL P.V. (IN MQ):

DA 50 A 100

BACINO D’UTENZA:

DA 10MILA A 50MILA ABITANTI

UBICAZIONE OTTIMALE:

CENTRO COMMERCIALE, CENTRO STORICO, VIE COMMERCIALI

ESPERIENZA NEL SETTORE:

NON RICHIESTA

PERSONALE RICHIESTO (COMPRESO IL TITOLARE):

ADDETTI DA 1 A 3

INVESTIMENTO INIZIALE:

DA ¤ 400 A ¤ 700/MQ

FATTURATO MEDIO ANNUO:

¤ 5.000/MQ

SUPERFICIE MEDIA DEL P.V. (IN MQ):

130

BACINO D’UTENZA:

ALMENO 30.000 ABITANTI; 50.000 OTTIMALE

UBICAZIONE OTTIMALE:

CENTRI COMMERCIALI O CENTRI STORICI ELEVATA PEDONABILITÀ

ESPERIENZA NEL SETTORE:

NON RICHIESTA

PERSONALE RICHIESTO (COMPRESO IL TITOLARE):

1 OGNI ¤ 230.000 DI FATTURATO

INVESTIMENTO INIZIALE:

¤ 50.000 FIDEJUSSIONE BANCARIA; ¤ 60.000 MERCE (DA PAGARE IN 1 ANNO); ARREDO ¤ 400/MQ + OPERE

FATTURATO MEDIO ANNUO:

DA ¤ 600.000 A 1 MILIONE

COSA OFFRIAMO Prodotto Made in Italy. Margine garantito del 40%. Reso dell’invenduto. Riassortimenti online. Progettazione del punto vendita gratuita. Servizio di trainer e assistenza Visual Merchandising. Software di gestione gratuito. Comunicazione da leader nazionale in tv, radio, stampa, redazionali, affissioni. Iniziative per comunicare l’opening del negozio. Fidelity Card ed azioni di direct marketing con invio di sms e dem ai clienti fidelizzati.

COSA CHIEDIAMO FIDEJUSSIONE BANCARIA:

¤ 50.000

PAGAMENTO ARREDO/ ALLESTIMENTO:

LEASING

FEE D’INGRESSO:

NESSUNA

ROYALTIES:

NESSUNA

DURATA CONTRATTO (IN ANNI):

6

Ufficio sviluppo Tel. 0735-99241 e-mail: info@redaretail.com web: www.igieco.it

COSA OFFRIAMO Kasanova mette a disposizione dell’affiliato un team di esperti che lo seguirà in ogni fase: dalla ricerca della location alla condivisione del business plan, dalla formazione all’apertura del negozio “chiavi in mano”. Una volta avviato, l’azienda continuerà ad assistere l’affiliato giorno per giorno, informandolo sulle strategie commerciali, di comunicazione e finanziarie da adottare. L’affiliato impara un mestiere da chi lo conosce bene.

COSA CHIEDIAMO FEE D’INGRESSO:

¤ 2.600

ROYALTY:

NO

DURATA DEL CONTRATTO (IN ANNI):

5

Emanuele Camoni Tel. 03961371 e-mail: franchising@kasanova.it web: www.kasanova.it

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/ LE SCHEDE /

RETAIL LIBRI Ragione Sociale : Mondadori Retail spa - Indirizzo : Via A. Mondadori, 1 20090 Segrate (MI) - Anno di partenza del franchising: ottobre 1998 - Punti vendita diretti: 31 Punti vendita affiliati: 550 - Punti vendita Bookclub: 20

COSA CERCHIAMO PUNTO VENDITA:

85/150 MQ

BACINO D’UTENZA:

A PARTIRE DA 15.000 ABITANTI

UBICAZIONE OTTIMALE:

CENTRI STORICI CITTADINI/ CENTRI COMMERCIALI

ESPERIENZA NEL SETTORE:

NON NECESSARIA

PERSONALE RICHIESTO (COMPRESO IL TITOLARE):

2

INVESTIMENTO INIZIALE:

¤ 70.000/100.000

FATTURATO MEDIO ANNUO:

¤ 400.000/500.000

COSA OFFRIAMO -

Progetto chiavi in mano Know how specifico di settore Marketing Supporto locale

VENDITA DI OCCHIALI DA VISTA, DA SOLE, LENTI A CONTATTO, LIQUIDI E SOLUZIONI, ACCESSORI Ragione sociale: NAU Spa - Indirizzo: via S. e P. Mazzucchelli, 7 - 21043 - Castiglione Olona (Va) - Anno di fondazione attività: 2004 - Anno di partenza del franchising: 2005 - Punti vendita totali: 135 - Punti vendita diretti: 85 - Punti vendita affiliati in Italia: 50 - Punti vendita all’estero: 10

COSA CERCHIAMO PUNTO VENDITA:

80/100 MQ

BACINO D’UTENZA:

70.000 ABITANTI (MINIMO)

UBICAZIONE OTTIMALE:

CENTRI STORICI DI CITTÀ O CENTRI COMMERCIALI DI MEDIE E GRANDI DIMENSIONI

ESPERIENZA NEL SETTORE:

NON RICHIESTA

PERSONALE RICHIESTO (COMPRESO IL TITOLARE):

4

INVESTIMENTO INIZIALE:

¤ 100.000

FATTURATO MEDIO ANNUO:

DA ¤ 5.000 A ¤ 10.000 AL MQ, IN RAPPORTO ALL’UBICAZIONE DEL PV E DEL BACINO DI UTENZA

COSA CHIEDIAMO FEE D’INGRESSO:

¤ 20.000

ROYALTY:

1%

DURATA DEL CONTRATTO (IN ANNI):

6+3 ANNI

Leonardo Gazza Tel. 335.6883151 email: leonardo.gazza@mondadori.it web: www.mondadoriretail.com

COSA OFFRIAMO Un supporto ampio che va dalla comunicazione e marketing, alla ricerca del personale e alla formazione. Investiamo il 5% del fatturato sulle persone nel nostro centro di formazione, dove organizziamo corsi mirati a formare dei venditori completi, preparati ed entusiasti. Il mix della formazione prevede sia delle giornate in aula, con approfondimenti specifici e tecniche di vendita, che giornate in negozio, dove i neo assunti vengono affiancati dai più esperti. Inoltre mettiamo a disposizione un supporto dedicato per scegliere la miglior location.

COSA CHIEDIAMO FEE D’INGRESSO:

¤ 10.000

ROYALTY:

5%

DURATA DEL CONTRATTO (IN ANNI):

5, RINNOVABILE A SCADENZA SENZA ULTERIORI COSTI

Gianluca Nolli Tel. 0331-86.12.33 e-mail: franchising@nau.it web: www.nau.it

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/ LE SCHEDE /

ABBIGLIAMENTO

ABBIGLIAMENTO

Ragione sociale: Original Marines - Indirizzo: Interporto di Nola Lotto H Blocco C Modulo 5,6,7 e 8, Località Boscofangone 80035 Nola (Na) - Anno di fondazione attività: 1983 - Partenza del franchising: 1992 - Punti vendita: Italia 558 di cui 465 franchising e 93 diretti estero 137

Ragione sociale: Piazza Italia S.p.a. - Indirizzo: Palazzina Piazza Italia - Interporto Campano di Nola, Lotto D1 - 80035 Nola (Na) - Anno di fondazione attività: 1993 - Anno di partenza del franchising: 2008 - Punti vendita diretti: 160 - Punti vendita affiliati in Italia: 83 - Punti vendita affiliati all’estero: 55

COSA CERCHIAMO

COSA CERCHIAMO

PUNTO VENDITA:

140 (IN MQ)+ DEPOSITO

PUNTO VENDITA:

DA 300 A 1.200

BACINO D’UTENZA:

30.000 ABITANTI

BACINO D’UTENZA:

DA 20.000 ABITANTI IN SU

UBICAZIONE OTTIMALE:

CENTRI URBANI, VIE COMMERCIALI, PRINCIPALI CENTRI COMMERCIALI

UBICAZIONE OTTIMALE:

CENTRO CITTÀ, CENTRO COMMERCIALE

ESPERIENZA NEL SETTORE:

NON RICHIESTA

ESPERIENZA NEL SETTORE:

PREFERIBILE

IN BASE AL BUDGET

INVESTIMENTO INIZIALE:

450 ¤/MQ PER L’ARREDO (IMPIANTI ESCLUSI)

PERSONALE RICHIESTO (COMPRESO IL TITOLARE): INVESTIMENTO INIZIALE:

¤ 300/MQ PER GLI ARREDI

FATTURATO MEDIO ANNUO:

MEDIAMENTE 4.500 ¤/MQ

FATTURATO MEDIO ANNUO:

¤ 3.500/MQ

COSA OFFRIAMO

COSA OFFRIAMO

Pagamento merce 30-60 gg Formazione Affiliato, assistenza in loco in fase di apertura, assistenza per tutta la durata del contratto, progettazione arredo negozio, Lancio pubblicitario con contributo azienda del 50% rispetto a quanto investito dall’affiliato (fino ad un massimo di 5.000 ¤).

Formula conto vendita con Margine Fisso e garantito in ogni fase commerciale e reso totale delle rimanenze finali. Studio di fattibilità, Business Plane dettagliato e relativo progetto strutturale. Formazione iniziale e relativo supporto visual pre e post apertura. Gestione personalizzata dei riassortimenti settimanali. Materiale POP e campagne istituzionali.

COSA CHIEDIAMO FEE D’INGRESSO:

NON RICHIESTA

ROYALTY:

NON RICHIESTE

DURATA DEL CONTRATTO (IN ANNI):

5

Tel. +39 081 0821001 / Fax: +39 081 0821301 e-mail: info.imap@originalmarines.com web: www.originalmarines.com

COSA CHIEDIAMO FEE D’INGRESSO:

NON RICHIESTA

ROYALTY:

NON RICHIESTE

DURATA DEL CONTRATTO (IN ANNI):

5

Tel. +39 081.3123111 / Fax: +39 081.3123022 e-mail: info.franchising@piazzaitalia.it email: l.caracci@piazzaitalia.it web: www.piazzaitalia.it

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/ LE SCHEDE /

ABBIGLIAMENTO, CALZATURE E ACCESSORI BAMBINO/A 0-14 ANNI

SCARPE DA DONNA, BORSE E ACCESSORI

Ragione sociale: Piazza Italia S.p.a. - Indirizzo: Palazzina Piazza Italia - Interporto Campano di Nola, Lotto D1 - 80035 Nola (Na) - Anno di fondazione attività: 1993 - Partenza del franchising progetto kids: nov. 2011 - Punti vendita diretti con reparto kids: 144 - Punti vendita affiliati con reparto kids: 30 - Punti vendita affiliati all’estero con reparto kids: 19

Ragione sociale: PRIMADONNA SPA - Indirizzo: S.P. 231 Km 5,2 70032 Bitonto (Ba) - Anno di partenza del franchising: 2006 - Punti vendita diretti: 142 - Punti vendita affiliati: 250 - Punti Vendita totali: 392

COSA CERCHIAMO PUNTO VENDITA:

150/250

BACINO D’UTENZA:

20.000 ABITANTI

UBICAZIONE OTTIMALE:

CENTRO STORICO, VIE COMMERCIALI E CENTRI COMMERCIALI

ESPERIENZA NEL SETTORE:

NON RICHIESTA

PERSONALE RICHIESTO (COMPRESO IL TITOLARE):

2 + TITOLARE

INVESTIMENTO INIZIALE:

¤ 300/MQ

FATTURATO MEDIO ANNUO:

¤ 4.000/5.000 AL MQ

COSA CERCHIAMO PUNTO VENDITA:

100 (+ 40 PER DEPOSITO)

BACINO D’UTENZA:

35MILA ABITANTI

UBICAZIONE OTTIMALE:

STRADE PRINCIPALI, CENTRI COMMERCIALI

ESPERIENZA NEL SETTORE:

NON RICHIESTA

PERSONALE RICHIESTO (COMPRESO IL TITOLARE):

IN MEDIA 3/4 FULL TIME EQUIVALENTI

INVESTIMENTO INIZIALE:

COSTO ARREDI 400 - 500 AL ML* (LINEE DI ARREDO: ECONOMY/ LUXURY) *RIFERITO ALLA SUPERFICIE ESPOSOTIVA DELL’AREA VENDITA

FATTURATO MEDIO ANNUO:

DA 6MILA A 10MILA ¤ AL MQ VENDITA

COSA OFFRIAMO COSA OFFRIAMO Formula conto vendita con Margine Fisso e garantito in ogni fase commerciale e reso totale delle rimanenze finali. Studio di fattibilità, Business Plane dettagliato e relativo progetto strutturale.Formazione iniziale e relativo supporto visual pre e post apertura. Gestione personalizzata dei riassortimenti settimanali. Materiale POP e campagne istituzionali.

COSA CHIEDIAMO FEE D’INGRESSO:

NON RICHIESTA

ROYALTY:

NON RICHIESTE

DURATA DEL CONTRATTO (IN ANNI):

5 RINNOVABILI

Tel. +39 081-3123111 / Fax: +39 081.3123022 e-mail: info.franchising@piazzaitalia.it l.caracci@piazzaitalia.it web:www.piazzaitalia.it

Assistenza in loco in fase di apertura. Assistenza durante il contratto. Layout del punto vendita realizzato dall’ufficio progettazione Primadonna Spa. Formula commerciale conto/vendita con reso totale dell’invenduto con un margine contributivo costante tutto l’anno, assistenza e formazione. Un concept originale e di grande impatto. Collezioni esclusive, supporto visual pre e post apertura. Formazione iniziale 2 settimane, riassortimento merce settimanale.

COSA CHIEDIAMO FEE D’INGRESSO:

NO

ROYALTY:

NO

ZONA IN ESCLUSIVA:

DA VALUTARE IN FUNZIONE DEGLI ABITANTI

CONTRIBUTI PUBBLICITÀ NAZIONALE:

NESSUNA

DURATA CONTRATTO (IN ANNI):

5

Tel. 080-3751575/800-141207 Fax. 080-3756049 e-mail: franchising@primadonna.it Facebook: Primadonna Collection web: www.primadonnacollection.com

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/ LE SCHEDE /

ABBIGLIAMENTO E CALZATURE BAMBINO Ragione sociale: Reda Retail S.p.a. - Gruppo IMAC Spa - Indirizzo : via Menocchia, 27 - 63062 - Montefiore dell’Aso (Ap) - Anno di fondazione attività: 1976 - Anno di partenza franchising: 2008 - Punti vendita diretti: 3 - Punti vendita affiliati: 360 - Punti vendita affiliati all’estero: 32

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/ EVENTI /

Il 9 e il 10 marzo British & International Franchise Exhibition

RITORNA il più grande EVENTO FRANCHISING di Londra Il franchising come modello di business è in piena espansione in tutto il mondo. Il 9 e 10 marzo, la più grande mostra franchising di Londra torna a Olympia London per introdurre il concetto ad una nuova generazione di franchisee. Il British & International Franchise Exhibition sarà caratterizzato da grandi marchi internazionali tra cui McDonald’s, Anytime Fitness, CeX, Tutor Doctor e Mailboxes Etc, tutti alla ricerca di imprenditori guidati ad espandere il loro franchising in territori inesplorati. L’evento gode del sostegno esclusivo della British Franchise Association (bfa). Per mantenere i più alti standard possibili, ogni marchio che partecipa all’evento deve passare attraverso un processo di accreditamento con la bfa e dimostrare di operare un franchising in formato business etico e praticabile. Questo timbro

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di approvazione dell’ente normativo del settore consente ai visitatori di esplorare con fiducia tutte le opzioni offerte. Nessun’altra mostra a Londra può offrire tale tranquillità. GLI APPUNTAMENTI DEL SALONE

Oltre al catalogo dei marchi, l’evento ha lo scopo di sostenere i potenziali franchisee fornendo una grande quantità di informazioni su tutti gli aspetti del settore. Oltre 60 presentazioni gratuite copriranno una vasta gamma di argomenti tra cui: come scegliere il franchising perfetto, opzioni di finanziamento e un focus sul franchising basato su veicoli. I consulenti professionali offriranno appuntamenti one-to-one gratuiti nelle Careers and Finance Clinics, e coloro che sono alla ricerca di consulenza legale potranno parlare con il team


/ EVENTI /

del franchise di Goldstein Legal. HSBC faciliterà una zona bancaria dove franchisors e franchisee possono discutere le loro opzioni di finanziamento su misura. Coloro che pensano di ampliare un business esistente attraverso il franchising avranno accesso a seminari dedicati, così come consulenti con esperienza di franchising internazionale. La mostra ospiterà la prima conferenza di Londra Multi-unit Franchise Conference, sponsorizzata da HSBC. I franchisee esistenti con ambizioni di crescita sentiranno parlare di franchisee multi-unità imprenditoriali che offriranno un’inestimabile visione del dos e del don’t dell’espansione. I delegati ascolteranno anche Kevin Hydes, COO di Tim Hortons, Regno Unito, che discuterà su come introdurre i marchi nel mercato britannico. Helen Wood, Portfolio Sales Manager di The Franchise Exhibitions, commenta: “La Gran Bretagna sta rapidamente diventando un concorrente globale chiave nel franchising. Un impressionante 38% dei marchi britannici in franchising

opera ora all’estero e i marchi internazionali stanno sempre più identificando il Regno Unito come un target chiave per l’espansione . La British & International Franchise Exhibition di quest’anno promette di offrire ai partecipanti una visione unica del settore, insieme a una miniera di consigli, esperti e opportunità di networking, rendendola un evento imperdibile“ Il British & International Franchise Exhibition si terrà il 9 e 10 marzo a Olympia London ed è facilmente accessibile da tutti gli aeroporti londinesi. Per registrare il tuo interesse per la Multi-unità Franchise Conference. E-mail: nathalie.farrugia@vmgl.com. Per ulteriori informazioni sull’evento e per prenotare biglietti gratuiti, visitare franchiseinfo.co.uk o chiamare numero +44 (0)20 8394 5294. AZ © RIPRODUZIONE VIETATO

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/ EVENTI /

Dal 25 al 28 marzo 2018 a Parigi - Porte de Versailles

FRANCHISE EXPO PARIS, per tutti i tuoi progetti d’impresa Nel 2017 più di 36.000 operatori hanno visitato il Salone in previsione di realizzare il loro progetto d’impresa, infatti visitare Franchise Expo Paris, in programma quest’anno dal 25 al 28 marzo, presso Paris Expo Porte de Versailles, significa incontrare oltre 480 marchi rappresentanti i più svariati settori di attività. Un’occasione unica che dà l’opportunità di conoscere e confrontarsi con insegne francesi e internazionali e con professionisti del settore da imprenditori a investitori, master-pluri franchisor per progetti diversi, ma sempre focalizzati sul franchising e sul commercio organizzato.

L’EDIZIONE DEL 2018

Anche quest’anno il salone si presenta ricco di avvenimenti e incontri a partire dai molteplici settori rappresentati, circa 90. Inoltre, durante i quattro giorni, Franchise Expo Parisi propone più di 100 conferenze, incontri con specialisti nel campo della creazione di impresa, ma anche con esperti nel settore legale e commerciale legato al franchising, banche e istituti di credito nell’ottica del finanziamento del progetto franchising. Franchise Expo Paris si riconferma, anche quest’anno, come piattaforma di incontro privilegiata per mettere in contatto creatori di impresa e commercianti. AZ © RIPRODUZIONE VIETATO

FRANCHISING EXPO PARIS 2018 - PERCHÈ PARTECIPARE •

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Come franchisee, si ha il sostegno di un concetto collaudato e di successo, un marchio rispettabile, e un franchisor che è a portata di mano per guida e supporto. Ciò significa che i franchisee hanno maggiori possibilità di successo rispetto agli imprenditori che creano un’attività “tradizionale” con reali prospettive di crescita. Spetta al franchisee scegliere il marchio giusto. Visitare Franchise Expo Paris significa incontrate personalità di oltre 480 marchi, che rappresentano circa 90 diversi settori.

4 RAGIONI PER ESSERE PARTE DI QUESTO GRANDE FRANCHISING SHOW Accelerare lo sviluppo francese e internazionale: sono presenti professionisti qualificati che potranno diventare futuri affiliati Migliorare la consapevolezza del proprio marchio e rafforzare la propria immagine: visualizza il tuo marchio per un target captive Introdurre il proprio concetto e i vantaggi competitivi: distinguetevi dagli altri e presentate i vostri punti di forza Condivisione prima, durante e dopo lo show: connettiti a My franchise.com, la directory online dei partecipanti allo show, per creare relazioni one-to-one con ogni partner


/ EVENTI /

GLI ESPOSITORI Franchise Expo Paris 2018 accoglie più di 550 espositori e 480 marchi con oltre 140 nuovi concept. Con il 28% degli espositori internazionali provenienti da 27 paesi, Franchise Expo Paris offre un’opportunità incredibile di entrare a far parte di un hub internazionale, collegando investitori provenienti da 97 paesi con i franchisors più rinomati che cercano di espandere il loro concetto in tutto il mondo. Tra gli espositori: Guinot, Daniel Moquet, Doner Kebab Skechers tedesco, La Grande Récré, La Boucherie, Home invece, Piscines Desjoyaux, Brioche Dorée, Renault, Leonidas, Carrefour City, Yves Rocher... e molti altri.

INTERNATIONAL Nel 2017, più di 3.200 visitatori internazionali hanno attraversato le porte di Franchise Expo Paris, rappresentando 105 nazionalità. Ventiquattro delegazioni del World Franchise Council si sono recate a Franchise Expo Paris per sostenere il settore e portare il modello di business franchising oltre i confini europei. Alla manifestazione erano presenti anche delegazioni di Tunisia, Algeria, Arabia Saudita, Canada, Filippine e Indonesia.

I VISITATORI Oltre 35.000 visitatori arriveranno all’Expo Franchise 2018 di Parigi. Per chi vuole diventare un franchisee, ottenere informazioni sulla costruzione della sua attività, o diventare un franchisor o un franchisor master, Franchise Expo Paris risponderà a tutte queste esigenze. Sono rappresentati tutti i settori. Al Franchise Expo Paris 2018, sono presenti negozi di alimentari, negozi specializzati, bellezza, salute, fitness, moda, articoli per la casa, edilizia, automobili... e una guida speciale per i visitatori, un valido aiuto per costruire la propria attività, con diverse conferenze e workshop.

EVENTI Più di 100 conferenze e workshop su diversi temi. “Un giorno, un obiettivo” Domenica: Diventare imprenditore Lunedi: Franchising al dettaglio Martedì: Ho meno di 30 anni e vorrei essere il mio capo personale Mercoledì: incontro con i rappresentanti delle autorità locali Oridina il tuo badge gratis al sito www.franchiseparis.com con il codice: PA18DZ

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/ T E C H & R E TA I L /

Uno degli obiettivi di un’azienda è l’integrazione di tutte le sue attività

L’IMPORTANZA della OMNIPERFORMANCES Nell’azienda è fondamentale focalizzare la propria attenzione non sui risultati ottenuti su un determinato canale ma tenere in considerazione il risultato aziendale che si ottiene sfruttando ed incentivando le sinergie tra i canali di Alessandro Ferrari*

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/ T E C H & R E TA I L /

Bentornati al nostro appuntamento con l’omnicanalità. Oggi giungiamo all’ottavo punto del nostro elenco e andremo a parlare di “omniperformances”. Partiamo proprio dal presupposto che un’azienda che sceglie di abbracciare una strategia omnicanale, deve anche prendere in considerazione l’adeguamento dei sistemi di misurazione delle performance e di incentivazione. L’omnicanalità prevede l’integrazione e la creazione di sinergie tra i vari canali che intervengono, proprio perchè questi non possono essere in alcun modo slegati l’uno dall’altro. E questo ce lo siamo ripetuti molto spesso con la definizione stessa di omnicanalità, ovvero l’impiego di una ed unica tecnologia in grado di far convergere la pluralità di canali di vendita, rendendoli integrati tra di loro al fine di promuovere e vendere i propri prodotti o servizi. Per far convergere e modificare i comportamenti di chi compone l’azienda in una strategia omnicanale, i sistemi di misurazione della performance e di incentivazione sono necessari. É altrettanto fondamentale aggregare le metriche di misurazione delle performance tradizionali al mondo dei social media, a quello dei siti web e dei blog per calcolare il livello di engagement, di coinvolgimento, dei clienti. Il risultato aziendale ottenuto deve quindi essere calcolato sulla base delle sinergie che intercorrono tra tutti i canali utilizzati. Uno degli obiettivi su cui un’azienda deve focalizzare la propria attenzione è l’integrazione delle attività di demand fulfillment, ovvero tutte le scelte che permettono di evadere la domanda del cliente e delle attività di immagazzinaggio e trasporto. I processi di supply chain, ovvero il sistema di organizzazione che un’azienda prevede per lo spostamento del prodotto o servizio dal fornitore al cliente, devono andare incontro alla strategia omnicanale adottata, cercando di non ostacolarla. Un’azienda che adotta una stategia omnichannel ha infatti necessità di creare processi di supply chain sempre più veloci e flessibili e chiaramente economicamente sostenibili. Proporre un’organizzazione impeccabile non è soltanto un indicatore logistico, ma un elemento che entra a far parte dell’offerta proposta al cliente. Un’azienda omnicanale deve inoltre tenere conto della gestione della reverse logistics, fondamentale per decretare il successo della strategia per garantire e mantenere attivo l’aspetto cross cana-

le. La reverse logistics è un’arma di cui l’azienda deve fare tesoro per essere competitiva e sempre un passo avanti rispetto alla concorrenza. Questo deve essere infatti una parte integrante del processo di acquisto dell’utente perché quest’ultimo possa acquistare in totale tranquillità, rischiando di ricevere un prodotto che non è quello desiderato con la possibilità di renderlo. Che questo elemento sia importante per le aziende che lo adottano è ormai un dato di fatto, perché questo processo ha un grande impatto sulle decisioni di acquisto successive. L’85% dei clienti infatti non continuerà ad acquistare da un’azienda che non gestisce in modo corretto i resi e, al contrario, il 95% degli utenti tornerà ad acquistare se ha avuto la possibilità di rendere il prodotto indesiderato. É importante inoltre prendere in considerazione tutte le modalità di reso, che devono essere effettuate sia presso il negozio fisico oppure online. Tutto questo porterà a raggiungere benefici per

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quanto riguarda il traffico di utenti verso i negozi fisici, il processo di cross selling e la soddisfazione del cliente. La trasformazione dell’azienda, chiaramente, non può essere immediata, ma è un processo che richiede tempo e tre passaggi, come abbiamo accennato all’inizio del nostro percorso: • STADIO DI PLURICANALITÁ: utilizzare più canali tra loro indipendenti per comunicare, promuovere e vendere i propri prodotti o servizi; • STADIO DI MULTICANALITÁ: utilizzare più canali indipendenti ma coordinati per comunicare, promuovere e vendere i propri prodotti; • STADIO DI OMNICANALITÁ: utilizzare più canali tra loro integrati per comunicare, promuovere e vendere i propri prodotti. L’approccio ad una strategia omnicanale è quindi graduale ed inizia nel momento in cui l’azienda adotta un canale online da affiancare a quelli tradizionali e lo gestisce come un canale separato.

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Entra così in gioco nei meccanismi dell’azienda la consapevolezza da parte dell’azienda di dover coordinare al meglio i canali in termini di prezzi, promozioni, logistica, scelte tecnologiche e organizzative per dare al potenziale cliente la possibilità di interagire con l’azienda attraverso lo strumento online o offline che ritiene più efficace. Questo passaggio è però raggiungibile soltanto adottando una strategia omnicanale, perchè soltanto qui si realizza la completa integrazione tra i canali. Il processo che conduce quindi alla trasformazione in azienda omnicanale e che deve quindi evolvere verso l’integrazione e la creazione di sinergie tra i diversi canali si utilizzano modelli di valutazione incentrati sulla performance dei singoli canali come se operassero a “compartimenti stagni”. Questo è un passaggio necessario in quanto i sistemi di misurazione delle performance e di incentivazione sono le prime leve che possono essere utilizzate per guidare i comportamenti degli individui. A questo punto si rive-


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la fondamentale aggregare le metriche di misurazione delle performance tradizionali con altre metriche. Analizziamo le metriche proprie dei social media. Da tenere in considerazione innanzi tutto è la frequenza di rimbalzo, il bounce rate, ovvero la percentuale di visitatori della pagina che abbandonano il sito web subito dopo aver visualizzato quella sola pagina, senza continuare la navigazione. Nel caso dei social network potrebbe trattarsi di una persona che approda su un sito web cliccando un link pubblicato su Facebook e viene rimandato al sito web. É utile inoltre analizzare le menzioni che il marchio riceve, ovvero le persone che parlano di esso, ma questa metrica assume un valore rilevante se si vuole calcolare il livello di visibilità sui social network e confrontarsi con i competitor. La “share of voice” indica la percentuale di menzioni del brand all’interno del settore di riferimento e di conseguenza la percentuale che si riferisce ai competitor. Questo risulta quindi un indicatore del peso dell’azienda rispetto alla concorrenza. Altrettanto importante è l’analisi dei commenti ricevuti, ma anche valutare la conversion rate, la conversione dell’utente, ovvero il tasso di commenti ricevuti da un post sul numero di follower complessivi. Allo stesso modo è importante analizzare le metriche dei siti web, con le visite e le condivisioni, e dei blog, per calcolare il tasso di abbandono, le abitudini del cliente e il livello di customer engagement, ovvero il coinvolgimento del cliente al fine di ottenere la sua fiducia e offrire un’esperienza unica ed eccezionale. Concludendo, per raggiungere l’omnicanalità è fondamentale che la medesima situazione si verifichi nei sistemi di incentivazione del management e del personale. Essi infatti non dovrebbero focalizzare la propria attenzione sui risultati ottenuti su un determinato canale, ad esempio il fatturato generato, ma tenere in considerazione il risultato aziendale che si ottiene sfruttando ed incentivando le sinergie tra i canali. AZ © RIPRODUZIONE VIETATO

*CEO &Cofounder Nextree Srl

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/ NEW CONCEPT /

Il PUNTO di forza è la TRASPARENZA dell’azienda Il caso Everlane in USA è un esempio di come un’azienda può offrire capi di abbigliamento lifestyle a prezzi convenienti mettendo in atto una trasparenza radicale e sconosciuta nel retail di Fabrizio Valente*

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/ NEW CONCEPT /

Comunicazioni chiare, cura nei dettagli e trasparenza coinvolgono e rassicurano i clienti Everlane nel processo di acquisto dei loro capi di abbigliamento. Everlane è un’azienda che produce capi di abbigliamento, puntando su prodotti di qualità e attenzione a tutte le fasi di lavorazione piuttosto che sullo stile e i fashion trend. I capi sono fatti per durare ben più di una stagione, e questo significa che Everlane può evitare le classiche promozioni sull’invenduto di ogni collezione, quando la stagione sta per terminare. La trasparenza riguarda tutti gli aspetti dell’azienda e i clienti percepiscono velocemente l’unicità della proposta e del DNA aziendale. Everlane è orgogliosa di poter offrire prodotti lifestyle a prezzi convenienti mettendo in atto una trasparenza radicale

e sconosciuta nel retail. Ogni prodotto in vendita non solo riporta il dettaglio della composizione e le istruzioni per il lavaggio, ma anche l’altezza del modello raffigurato e la sua provenienza. Abbigliamento e accessori sono venduti con un ricarico soltanto del doppio del costo di produzione, a differenza di molti altri Retailer, che ricaricano da 8 a 10 volte. Comunicando nel dettaglio il proprio processo produttivo e in modo chiaro anche quello di determinazione dei prezzi, Everlane ha l’obiettivo di sorprendere i clienti, attirando e fidelizzando il numero crescente di persone che ritengono molto importante la trasparenza su ogni aspetto. I costi sono dettagliati, comprendono persino le spese di trasporto, e visibili sulla pagina web dedicata a ogni prodotto.

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/ NEW CONCEPT /

Commento di Kiki Lab ed Ebeltoft Group Everlane investe nella trasparenza in modo estremo, fornendo ai clienti tutte le informazioni che semplificano la scelta dei prodotti, aiutandoli così a capire che cosa stanno pagando. Alla fine Everlane sta sorprendendo e fidelizzando un numero crescente di clienti. AZ © RIPRODUZIONE VIETATO

*Founder e AD di Kiki Lab – Ebeltoft Italy

EVERLANE – USA Caso tratto dalla ricerca internazionale di Kiki Lab – Ebeltoft Group, Horizontal Retail 1 Horizontal Key: Trasparenza Info chiave E-commerce 2010: lancio 2 showroom (N.Y. e S.Francisco) Consegne in USA, Australia, Canada e Cina

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CONVEGNO RETAIL INNOVATIONS 13 Milano, 13 marzo 2018, ore 9.00 – 17.30 Armando Garosci - gior. Largo Consumo Introduzione e moderazione Fabrizio Valente - Founder e Amm. Del. Kiki Lab - Ebeltoft Italy Presentazione della ricerca internazionale Retail Innovations 13. Tendenze e casi di retail innovativo in diversi settori, posizionamenti e Format, provenienti da 17 Paesi Testimonianze aziendali Marco Pedroni - Pres. Coop Italia Matteo Gori - Dir. Gen. CucinaBarilla Piero Candela - Head of Bus. Dev. Alipay Italia - Alibaba Stefano Ghidoni - Dir. Cliente e Innovazione Auchan Retail Italia Massimo Mercati - Dir. Gen. Aboca Marco Pellizzari - Dir. Gen. Sviluppo Sonae Sierra – City Life Sergio Gallorini - Dir. Comm. Consumer Gesac – Aeroporto di Napoli Andrea Prosperi - Dir. Ris. Umane Teddy - Terranova Testimonianze partner Luciano Roznik - Founder e Dir. Creativo AllWays Diego Toscani - Dir. Gen. Promotica Edoardo Arisi - Amm. Del. BloggerItalia Convegno a pagamento, inviti disponibili per manager Retail e IdM (disponibilità limitata) Per informazioni e iscrizioni: kiki@kikilab.it - Tel. 030 22 16 81 Partner: AllWays, BloggerItalia, Confcommercio, Promotica, Inema Main. Media Partner: Largo Consumo, Az Franchising, Beesness, Display Magazine, Distribuzione Moderna, DIY Garden, Infofranchising. it, InStore, Promotion Magazine, Retail Project. Association Partner: AICEX, Assofranchising, BeTheBoss, Confimprese, Federmobili, Federazione Moda Italia, GS1 Italy, PLEF. Award Partner: Insegna dell’anno, Superbrands. Academy partner: Istud


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aggiuntivi.


/ COMUNICAZIONE /

Informazioni che sfruttano i comportamenti online reali per offrire alle aziende l’opportunità di proporre contenuti pertinenti alle aspettative dei consumatori ed entrare in contatto con loro in modo più significativo

I MICRO-MOMENTI che CONTANO Per catturarli è indispensabile raggiungere gli utenti giusti, con il messaggio giusto, al momento giusto. L’ultima sfida delle aziende di Stefania Giuseppetti

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/ COMUNICAZIONE /

Computer, tablet e smartphone scandiscono ormai il nostro tempo. La proliferazione dei device mobili e gli innumerevoli usi ci rendono sempre più always-on. Ogni giorno la connessione costante ci fornisce una scelta infinita e una disponibilità immediata per vivere, in rete, momenti di ogni genere: dal divertimento all’apprendimento, dall’informazione all’ispirazione, dalla scoperta all’acquisto. Micro-momenti, così li definisce Google, in cui manifestiamo un bisogno, una necessità o una curiosità, che vengono soddisfatti attraverso una consultazione online. Micro-momenti che contano, in cui ogni nostro desiderio e ogni nostra necessità devono essere soddisfatti all’istante. Mai come in questo caso siamo pronti ad agire nel “qui ed ora” (dalla locuzione latina “Hic et nunc”; un motto che riprende il principio del carpe diem di Orazio); mai come in questo caso viviamo nel momento presente, senza essere intrappolati nel passato o sospesi nel futuro. LE AZIENDE DEVONO RICONOSCERE I COMPORTAMENTI REALI ONLINE La connessione costante, in ogni tempo e in qualsiasi luogo, ha radicalmente cambiato i nostri comportamenti e ha trasformato le nostre aspettative. Diamo per scontato che i nostri dispositivi conoscono esattamente dove siamo, capiscono

esattamente le nostre intenzioni e sono in grado di darci risposte immediate a portata di click. Questi micro-momenti generano miliardi di informazioni rilevanti come il contesto (l’orario e il luogo in cui gli utenti si trovano e quale dispositivo stanno utilizzando) e l’intenzione (cosa desiderano o di cosa hanno bisogno in quel determinato momento). Informazioni che sfruttano i comportamenti online reali per offrire alle aziende l’opportunità di proporre contenuti pertinenti alle aspettative dei consumatori ed entrare in contatto con loro in modo più significativo. In uno scenario in cui l’obiettivo del marketing è quello di presidiare tutti i punti di contatto con l’utente per soddisfare le sue esigenze nel momento in cui si manifestano, l’individuazione dei micro-momenti e la loro conquista diventa la sfida principale. Per catturarli è indispensabile raggiungere gli utenti giusti, con il messaggio giusto, al momento giusto. È NECESSARIO TRASFERIRE LE STRATEGIE AZIENDALI SU DEVICE MOBILI La comunicazione aziendale è diventata molto complessa. I consumatori sono sempre meno fedeli alla marca, sempre più informati, più critici e, soprattutto, più consapevoli delle loro decisioni di acquisto rispetto al passato. Inoltre non è sufficiente che le strategie aziendali già in atto ven-

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/ COMUNICAZIONE /

gano trasferite su device mobili: queste devono essere ripensate, diversificate e personalizzate a seconda dello strumento. Prima di tutto, per cogliere le opportunità offerte dai micro-momenti, è necessario riconoscere l’importanza delle ricerche local. Sembra così lontano il tempo in cui si includeva nelle chiavi di ricerca il codice di avviamento postale o il nome del quartiere per trovare un prodotto o servizio “nelle vicinanze”. Analizzando la stessa ricerca fatta da due persone diverse, a seconda dell’orario, in un giorno feriale nel caso della prima e in un giorno festivo per la seconda, possiamo distinguere il tipo di consumatore e l’esigenza individuale, attivando due annunci diversi per la stessa query. Da una ricerca di Google Analytics (thinkwithgoogle.com/micromoments/) risulta che l’82% dei mobile surfer usa lo smartphone per prendere decisioni in-the-moment quando si trova fisicamente in un negozio, il 62% sono propensi a risolvere immediatamente

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un problema che si è manifestato in maniera improvvisa grazie allo smartphone, il 90% ha utilizzato lo smartphone per fare progressi verso i propri big goals, il 91% ha utilizzato il proprio smartphone per provare nuove cose mentre stava già svolgendo una mansione. BMW, per promuovere il marchio BMWi e raggiungere un pubblico qualificato con un messaggio pertinente, ha utilizzato i segnali generati dalle intenzioni online e dal sito aziendale. Grazie a questo approccio, in sei settimane BMW ha ottenuto quasi 750.000 visualizzazioni per l’annuncio TrueView. AZ © RIPRODUZIONE VIETATO


L’EVENTO INTERNAZIONALE DEDICATO AL SETTORE IMMOBILIARE COMMERCIALE 14-16 Novembre, Cannes - Francia

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I sistemi di franchising sono strutture di tipo collaborativo e non possono funzionare se permane la mentalità dell’assoluta indipendenza e mancanza di scambi

FRANCHISING disorganizzato, mezzo disgregato L’importanza di una organizzazione per il controllo del sistema di franchising può risultare cruciale sin dalla fase di progettazione di Mirco Comparini

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/ FINANZA & LEGALE /

L’aspetto organizzativo e di controllo di un sistema di franchising è attività tipicamente aziendale che, da un lato, presenta peculiarità e specificità dati proprio dalla caratteristica di sistemi a rete con presenza di terzi soggetti autonomi imprenditori, e, dall’altro, non raramente, se ne rileva una non corretta applicazione se non addirittura una vera e propria trascuratezza. Ciò che non trova “maturazione” e “convinzione” negli attori del mercato è che i sistemi di franchising sono strutture di tipo collaborativo e non possono funzionare se permane la mentalità dell’assoluta indipendenza e mancanza di scambi, di qualsiasi natura. Si tratta di temi prettamente aziendali di carattere organizzativo, in quanto è la stessa tipologia di rapporto contrattuale a rendere necessaria una organizzazione per la gestione delle “regole”, e anche di carattere imprenditoriale, considerato che le parti contrattuali sono ambedue imprenditori e, pertanto, ambedue puntano al raggiungimento dei loro obiettivi (redditività e non solo) sulla base delle loro capacità organizzative e con, appunto, una organizzazione che mitighi al massimo i rispettivi e indipendenti rischi d’impresa

che, però, non sono completamente indipendenti ed estranei tra loro. Ovvio che l’impresa franchisor è e deve essere l’impresa che imposta e guida il processo organizzativo e di controllo, che struttura le linee guida tipicamente attinenti al proprio sistema di franchising ed è impossibile, e assolutamente infondato, sostenere che un sistema di franchising, qualsiasi, non abbia bisogno di tale attività. Sintetizzando al massimo il concetto, il franchising non è altro che “il trasferimento in concessione e uso di tutto quanto necessario per fare impresa, “quel” tipo di impresa, quello specifico sistema di impresa”. Logico, quindi, che le stesse necessità che il franchisor ha per quella sua parte di impresa che esercita la medesima attività concessa ai franchisee, oppure, che il franchisor ha per l’esercizio di quella tipica attività di impresa che egli concede ai franchisee, sono le stesse necessità che ricadono sugli stessi franchisee. Per questo, la gestione, la guida, il “governo” di una rete, anche “non franchising” è attività assolutamente più complessa rispetto a quanto ordinariamente necessario per una impresa singola non ramificata. Ma anche se tale impresa fosse rami-

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/ FINANZA & LEGALE /

ficata e a completa gestione diretta (esempio, una “catena” di propri punti vendita), le difficoltà non sono, in ogni caso, le medesime di quelle presenti in una rete con imprenditori indipendenti, dove è elevato il rischio di una loro “ritrosia” che, ingiustamente e commettendo grossi errori, vengono considerate delle ingerenze, delle intrusioni. Un franchisee con tale convinzione e mentalità non dovrebbe mai far parte di un sistema di franchising e dovrebbe essere uno degli elementi più importanti da comprendere al momento della selezione (non del “reclutamento contrattuale”). Per questo, controbilanciando, un franchisor che non ha impostato attività di controllo e gestione del proprio sistema di franchising non dovrebbe mai ricevere adesioni da parte dei franchisee in quanto non riceverebbero l’oggetto principale del rapporto di franchising. Quanto sopra non può che portarci ad una sintesi più volte ripetuta, ma sempre più volte trascurata: il franchising è scambio con collaborazione, interdipendenza con coordinamento, cooperazione per obiettivi comuni e il tutto, come ben chiaro, è essenzialmente attuato e praticamente esercitato da tre protagonisti, il sistema di franchising, il franchisor e il franchisee. Come detto, il soggetto “guida” non può che essere il franchisor e questo ruolo deve essere assunto sin dalla progettazione di un sistema di franchising, sin da quando il terzo protagonista (il franchisee) è completamente assente. “Presa la decisione di operare in franchising, dopo aver pianificato e programmato la rete si avvia il sistema con un processo che coincide con il ciclo di vita cosiddetto di introduzione con riferimento alla teoria del ciclo di vita dei prodotti. Questa fase è caratterizzata da condizioni di elevata incertezza riguardo al mercato, alla tecnologia e alla produzione stessa. È impossibile quantificare il potenziale di domanda e conseguentemente stimare gli investimenti specifici in capacità produttiva dedicata, in canali distributivi, in attività di servizi accessori ecc.. In questa fase, se la business idea è originale e dotata di attrattività, le imprese potranno facilmente attivare sistemi, passare rapidamente alla fase successiva e quindi ridurre l’entità degli investimenti propri” AZ © RIPRODUZIONE VIETATO

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/ OCCHIO ALLA LEGGE /

Il contratto può essere risolto ogni qualvolta il danno subito del franchisor sia rilevante e crea un danno significativo all’immagine dell’intera rete franchising

L’INADEMPIMENTO nel contratto di FRANCHISING La giurisprudenza, più o meno inconsapevolmente, si sta faticosamente orientando ad effettuare le proprie valutazioni adottando gli strumenti propri dell’analisi economica del diritto di Paolo Fortina* con la collaborazione di Vincenzo Terracciano

L’art. 1564 c.c., dettato in materia di somministrazione, stabilisce che “in caso d’inadempimento di una delle parti relativo a singole prestazioni, l’altra può chiedere la risoluzione del contratto, se l’inadempimento ha una notevole importanza ed è tale da menomare la fiducia nell’esattezza dei successivi adempimenti”. L’art. 1564 è applicabile anche al franchising di beni, ma non è estendibile in via analogica né al franchising di servizi né a quello di produzione. Ciò perché la norma in questione deve considerarsi eccezionale rispetto all’art. 1455 c.c., dettata nella parte generale dei contratti, che prevede che “il contratto non si può risolvere se l’inadempimento di una delle parti ha scarsa importanza, avuto riguardo all’interesse dell’altra”. Confrontando le due norme relative alla risoluzione del 84

contratto, appare evidente che l’art. 1564 si pone in rapporto di specialità rispetto alla normativa generale. La norma sulla risoluzione nei contratti di somministrazione impone, infatti, che il giudice debba valutare con maggior rigore la gravità dell’inadempimento. Pertanto l’articolo prevede che l’inadempimento attribuisca al creditore il diritto a chiedere la risoluzione del contratto nel caso di notevole importanza, e non, come nella normativa generale, solo nel caso “di non scarsa importanza”. A questo presupposto si aggiunge, inoltre, l’elemento ulteriore di rottura del rapporto fiduciario dei contraenti rispetto all’adempimento delle future prestazioni. La fiducia, secondo la maggiore dottrina, consiste per il somministrato nel poter contare sulla regolarità e continuità delle prestazioni, e per il


/ OCCHIO ALLA LEGGE /

somministrante nell’adempimento della controprestazione, sì che entrambi possano sicuramente confidare che il rapporto continui a svolgersi. Dunque, per quanto attiene alla menomazione della fiducia, non si tratta di un presupposto di impossibilità oggettiva della prestazione, ma di natura prettamente soggettiva rappresentato dall’insicurezza che sorge in capo al creditore riguardo all’adempimento delle prestazioni ancora da eseguire da parte del debitore. La natura dell’impossibilità non è oggettiva o assoluta, poiché in astratto sarebbe possibile un adempimento della futura prestazione, ma dal momento in cui il debitore si rende inadempiente fa sorgere in capo al creditore la fondata convinzione che le inadempienze si ripeteranno nel futuro, che di seguito giustificano la richiesta di risoluzione del contratto. Alla luce di queste ragioni che dimostrano la natura eccezionale dell’ art. 1564 c.c. sembra impossibile estendere in via analogica la disciplina sulla risoluzione alla materia del franchising di servizi e di produzione senza che si contrasti con l’art. 14 delle disposizioni preliminari al codice civile, secondo cui “...le leggi che fanno eccezione a regole generali... non si applicano oltre i casi e i tempi in esse considerati”. Tuttavia la ratio che giustifica la disposizione dell’art. 1564, ovverosia il fatto che il contratto di somministrazione sia un contratto di durata basato su di un rapporto di fiducia fra le parti, che normalmente implica notevoli investimenti da parte dei contraenti e un forte coinvolgimenti di essi – e che come tale esige requisiti più severi per la sua risoluzione per inadempimento – si rinviene in tutte le tipologie di franchising, comprese quelle di servizi e di produzione. Pertanto, e anche in considerazione della integrazione fra affiliante e affiliato che caratterizza questi contratti e che consolida ancora di più il rapporto fiduciario fra le parti, emerge con particolare forza l’esigenza di interpretare l’art. 1455 c.c. nel senso della possibilità di risolvere il contratto solo nell’ipotesi di inadempimenti di rilevante importanza, tali da menomare la fiducia circa la regolarità degli adempimenti futuri. La giurisprudenza del resto è orientata a riconoscere “la non scarsa importanza” dell’inadempimento ex art. 1455 c.c. solo quando il valore – determinabile attraverso il criterio della proporzionalità –, che la parte dell’obbligazione non adempiuta ha rispetto al tutto, sia rilevante e si sia verificata una sensibile alterazione dell’equilibrio contrattuale. Inoltre la

giurisprudenza per i contratti di durata, già riconosce rilevanza, anche ai fini dell’art. 1455 c.c., all’elemento fiduciario che si possa ancora riporre circa la correttezza dei successivi adempimenti. In caso di inesatto adempimento dell’obbligazione, l’indagine circa la gravità dell’inadempimento deve considerare se, per effetto dell’inadempimento, la controparte sia stata scossa nella fiducia circa l’ulteriore corretta esecuzione del contratto. Pertanto, sembra potersi ritenere che, per tutte le tipologie di franchising, non dovrebbe automaticamente attribuire il diritto ad ottenere la risoluzione giudiziale del contratto quell’inadempimento dell’affiliato che, come ad esempio il ritardo nel pagamento di un canone, non dia luogo, agli occhi dei consumatori, ad

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/ OCCHIO ALLA LEGGE /

una perdita di immagine dell’intera catena dell’affiliante, essendo invece necessario in questo caso un vaglio sia circa l’importanza dell’inadempimento anche in relazione all’entità degli investimenti effettuati dal franchisee e sia circa la oggettiva esistenza dei presupposti che giustifichino una perdita di fiducia del franchisor nei confronti del franchisee. La risoluzione risulterà sempre legittima solo quando l’inadempimento del franchisee riguardi i suoi rapporti con i consumatori: ad esempio il franchisee che non fornisca assistenza tecnica ai clienti, come invece per l’ipotesi previsto dal contratto, provocando così un danno all’immagine dell’intera catena distributiva del franchisor e rendendo di conseguenza meritevole di accoglimento anche una eventuale richiesta del franchisor di un provvedimento d’urgenza per inibire al franchisee l’uso dei segni distintivi. Sembra invece che ove l’inadempimento colpisca soltanto la funzione contrattuale dello scambio e non anche quella che attiene alla sfera fiduciaria e collaborativa, il semplice rimedio del risarcimento del danno dovrebbe essere sufficiente a salvaguardare sia l’esigenza dell’affiliante al ristoro del pregiudizio subito che quella dell’affiliato a non vedere interrotto il rapporto. Occorrerà inoltre verificare, tutte le volte in cui ci si trovi davanti ad un contratto di distribuzione all’apparen-

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za atipico e non qualificabile come franchising di distribuzione di beni, se questo non sia ugualmente riconducibile entro la disciplina della somministrazione, con conseguente applicabilità dell’art. 1564 c.c., dal momento che altrimenti si correrebbe il rischio di incoraggiare la stipula di contratti che, a prima vista atipici, dissimulino in realtà una somministrazione, allo scopo di eludere l’applicazione delle relative norme, e in particolare di quella che disciplina la risoluzione per inadempimento. In conclusione di questo discorso sui presupposti necessari per ottenere la risoluzione per inadempimento può osservarsi come la giurisprudenza, più o meno inconsapevolmente, si stia faticosamente orientando ad effettuare le proprie valutazioni adottando gli strumenti propri dell’analisi economica del diritto e riconoscendo la possibilità di risolvere il contratto ogni qualvolta il danno subito del franchisor sia rilevante: questa rilevanza viene sempre individuata nel caso di un significativo danno all’immagine dell’intera rete franchising. AZ © RIPRODUZIONE VIETATO

*avvocato, NL Studio Legale



/ NOTE LEGALI /

È legittimo vietare, a certe condizioni, ai distributori autorizzati di vendere tramite piattaforme terze come Amazon ed E-bay...

Le NOVITÀ legali sulla vendita ON LINE Brevi riflessioni sulle restrizioni alle vendite online dopo la sentenza “Coty” della Corte di Giustizia del 6 dicembre 2017 di Alessandra Sonnati*

La sentenza in commento fa chiarezza su una questione, se sia lecito o meno vietare ai membri di un sistema di distribuzione selettiva di servirsi, per le vendite a mezzo internet, di piattaforme di terzi (quali Amazon, E-bay, ecc.), che negli ultimi anni è stata al centro di svariati casi, che erano stati risolti dai giudici dei diversi Paesi europei con esiti talvolta contrastanti. I fatti erano i seguenti. La società Coty Germany vende prodotti cosmetici di lusso in Germania, che commercializza attraverso una rete di distribuzione selettiva composta da distributori autorizzati i cui punti

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vendita devono rispettare una serie di requisiti in termini di ambiente, dotazioni e arredamento, atti a preservare l’immagine di lusso associata ai prodotti. La vicenda trae origine dalle modifiche introdotte ai contratti di distribuzione da Coty Germany ai sensi delle quali Coty Germany consentiva ai distributori autorizzati di vendere i prodotti in questione su internet a condizione che la vendita fosse realizzata tramite “una vetrina elettronica del negozio autorizzato [che preservi] la connotazione lussuosa dei prodotti”, oppure mediante piattaforme terze non autorizzate


/ NOTE LEGALI /

ma senza che l’intervento di queste ultime fosse riconoscibile dal consumatore. Viceversa veniva espressamente vietato “l’intervento riconoscibile di un’impresa terza che non sia un depositario autorizzato dalla Coty Prestige” (clausola 1.3). La Parfümerie Akzente, aveva continuato a vendere i prodotti Coty su internet, in parte attraverso un proprio negozio on-line ed in parte tramite Amazon. Coty Gemany si era quindi rivolta ai giudici tedeschi chiedendo la condanna di Parfümerie Akzente per essersi servita della piattaforma «amazon.de» per distribuire i propri prodotti, nonostante l’espresso divieto in tal senso. I giudici di primo grado ritennero che il divieto di servirsi per le vendite on line di imprese terze costituisse un’intesa restrittiva della concorrenza, vietata dal diritto dell’Unione Europea. Coty impugnava la decisione dinanzi alla Corte di Appello di Francoforte, la quale decideva di chiedere alla Corte di Giustizia chiarimenti in merito alla legittimità di un tale divieto, nonché in merito alla compatibilità con il diritto dell’Unione Europea di un sistema di distribuzione selettiva avente ad oggetto la distribuzione di prodotti di lusso e di prestigio e finalizzati primariamente a garantire un’«immagine di lusso» dei suddetti prodotti. La Corte di Giustizia, dopo aver ribadito la compatibilità con il diritto dell’Unione Europea di un sistema di distribuzione selettiva avente ad oggetto la distribuzione di prodotti di lusso e di prestigio, ha stabilito la legittimità del divieto di servirsi, per le vendite a mezzo internet, di piattaforme di terzi, quando il divieto: (i) si inserisce in un sistema di distribuzione selettiva di prodotti di lusso finalizzato primariamente a salvaguardare l’immagine di prestigio di questi ultimi; (ii) è diretto a salvaguardare l’immagine di lusso di detti prodotti, riconoscendo che la qualità di lusso dei prodotti non risulta solo dalle caratteristiche materiali, ma anche dallo stile e dall’immagine che conferiscono loro un’aura di prestigio e che un danno a tale “aura” può compromettere la qualità che distingue tali prodotti da altri simili; (iii) è stabilito oggettivamente e applicato in modo uniforme e non discriminatorio nei confronti di tutti i distributori autorizzati; (iv) è adeguato al raggiungimento dell’obiettivo

di cui al punto (ii) e non va oltre quanto necessario per salvaguardare l’immagine di lusso dei prodotti. Si consideri a tale fine che nel caso di specie non vi era un divieto assoluto di vendere a mezzo internet, ma unicamente di vendere mediante piattaforme di terzi riconoscibili dal consumatore e ciò anche in considerazione del fatto che il produttore non può esigere dalle piattaforme di terzi il rispetto dei requisiti qualitativi imposti ai propri distributori autorizzati dato che con dette piattaforme non instaura alcun rapporto contrattuale. La sentenza in esame appare importante in quanto la Corte ha finalmente riconosciuto la legittimità delle restrizioni all’utilizzo di piattaforme di terzi. I produttori di luxury goods avranno quindi senz’altro maggiore libertà nel determinare le proprie strategie di vendita on-line e nel prevenire eventuali danni che una vendita indiscriminata via internet può arrecare all’immagine di prestigio ed unicità dei prodotti. Non solo. Di quanto deciso dalla Corte potranno beneficiare, a certe condizioni, anche quei produttori interessati a lanciare sul mercato, oltre ai prodotti “standard”, una linea di prodotti/servizi di gamma più elevata. E’ bene però precisare che la sentenza Coty non autorizza automaticamente i produttori a imporre un divieto ai propri distributori di utilizzare le piattaforme on-line di terzi: occorrerà quindi sempre valutare caso per caso se i criteri fissati dalla sentenza (esigenza di salvaguardare l’immagine di lusso dei prodotti, applicazione del divieto effettuata in maniera non discriminatoria, proporzionalità rispetto all’obiettivo perseguito) siano o meno soddisfatti. Infine, resta da considerare se del caso Coty possono beneficiare anche sistemi distributivi in franchising che non vendono prodotti di lusso, ma che tuttavia hanno esigenze specifiche di mantenere l’uniformità di immagine della rete, uniformità che verrebbe messa in discussione se ogni franchisee fosse lasciato libero di vendere, attraverso un proprio sito internet o mediante una piattaforma di terzi, i prodotti del franchisor. Per questo tuttavia occorrerà attendere ulteriori sviluppi giurisprudenziali. AZ © RIPRODUZIONE VIETATO

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APPUNTI RETAIL In questo numero: A Shanghai e Nanjing, Alibaba ha inaugurato due distributori automatici di automobili, tramite il suo store Tmall Auto, mentre in Italia si facilitano e velocizzano pagamenti per tutti i titolari di carte Mastercard e Maestro emesse da boon, Carrefour Banca e Unicredit che tramite Apple Pay, possono in modo sicuro effettuare pagamenti flash. Inoltre, grazie alla partnership con MakeMeReach è possibile fare mobile advertising su Snapchat anche in Italia e pianificare annunci pubblicitari sul social

CONCESSIONARIE E REALTÀ AUMENTATA, IL PROGETTO DI ALIBABA Il leader dell’e-commerce Cinese, Alibaba, nel 2018 inaugurerà, a Shanghai e Nanjing, due distributori automatici di automobili, tramite il suo store Tmall Auto. L’azienda punta ad aprire decine di distributori in Cina nel 2018, e molti marchi noti, come Ford e Mercedes-Benz, hanno espresso interesse nel programma. Non tutti potranno usufruire del programma, soltanto i clienti iscritti al programma Alibaba Super 88 Memeber e beneficiare di un rating di Sesame Credit notevole.

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SBARCA IN ITALIA APPLE PAY PER I CLIENTI MASTERCARD Acquistare in modo facile e veloce? Da oggi per tutti i titolari di carte Mastercard e Maestro emesse da boon, Carrefour Banca e Unicredit è disponibile Apple Pay, modo sicuro per pagamenti flash. I dati delle carte, rilasciati in fase di registrazione, non saranno memorizzati né sul dispositivo né su altri server Apple, anzi viene assegnato un codice di univoco crittografato chiamato Device Account Number. Ciascuna transazione viene autorizzata attraverso un codice dinamico valido solo per lo specifico acquisto. Il procedimento oltre ad essere sicuro è anche veloce e non genera alcun impatto sull’esperienza dell’utente.

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La nostra rubrica che ha come obiettivo quello di verificare se il sito del franchisor è esaustivo nelle informazioni pubblicate.

T H U N / w w w. t h u n . c o m Non possiamo promuovere la sezione franchising di questa catena che è “un marchio consolidato con una rete di più di 1000 punti”. Non possiamo promuoverla perché non si danno grandi informazioni sui numeri, e non vi sono descrizioni sui servizi offerti all’affiliato, c’è solamente un form di contatto. Quindi non riteniamo il materiale sufficiente affinché un lettore potenzialmente interessato possa farsi un’idea dell’investimento cui va incontro.

A L C O T T / w w w. t h u n . c o m “La garanzia di un partner solido ed affidabile, acquista un ulteriore valore grazie all’importanza commerciale del marchio Alcott, attualmente tra i leader nel settore dell’abbigliamento fast fashion in Italia.” Ben strutturata la parte dedicata all’affiliazione commerciale di Alcott. Purtroppo, seppur parlando di alcuni dettagli sull’investimento, non è sufficiente per avere una visione ampia a cosa si va incontro.

Trasparenza online / I l sito del fra nc hisor è esa ustivo se trov i: • Scheda franchising con informazioni essenziali sul progetto contenente anche: ammontare dei costi di investimento, ammontare del diritto di ingresso, ammontare e periodicità delle royalties sia sulle vendite che sulla pubblicità • Descrizione esaustiva dell’attività e dei servizi e/o prodotti distribuiti • Elenco, ubicazione e riferimenti degli affiliati in essere

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APRILE 8-9/04 // T H E F R A N C H I S E E X P O Virginia/ D.C, USA 25-26/04 // M E D IT E R R A N E A N F R A N C H I S E FA I R Nicosia, Grecia

MAGGIO 18-19/05 // EXPO FRANCHISING NAPOLI Napoli, Italia 23-24/05 // M A P I C ITA L I A & M A P I C FO O D & B E V E R AG E Milano, Italia


Mensile edito da WM Capital Spa Sede Legale: Via Pontaccio, 2 20121 Milano Registrazione Tribunale di Roma n. 620 del 24/12/99

CONTATTI TEL. 02/46.77.81 email: info@azfranchising.com MENSILE - ANNO XX - N. 03 MARZO 2018 DIRETTORE RESPONSABILE Fabio Pasquali f.pasquali@azfranchising.it UFFICIO ABBONAMENTI abbonamenti@azfranchising.it STAMPA Arti Grafiche Boccia Via Tiberio Claudio Felice, 7 84131 Salerno DISTRIBUTORE PER L’ITALIA Press-di Distribuzione Stampa e Multimedia S.r.l. 20134 Milano PROGETTO GRAFICO Geko’s Factory S.r.l. - www.gekosfactory.it

È vietata la riproduzione, anche parziale, dei contenuti. Questo periodico è aperto a quanti desiderano collaborarvi ai sensi dell’art. 21 della Costituzione della Repubblica italiana che così dispone: “Tutti hanno diritto di manifestare il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni mezzo di diffusione”. La pubblicazione degli scritti è subordinata all’insindacabile giudizio della Redazione; in ogni caso, non costituisce alcun rapporto di collaborazione con la testata e, quindi, deve intendersi prestata a titolo gratuito. Notizie, articoli, fotografie, composizioni artistiche e materiali redazionali inviati al giornale e, anche se non pubblicati, non vengono restituiti. Ai sensi della legge 196/2003 e successive modifiche l’Editore garantisce la massima riservatezza nell’utilizzo della propria banca dati con finalità redazionali e/o di invio del presente periodico e/o di comunicazioni promozionali. Ai sensi degli artt. 7 e 10 ai suddetti destinatari è data facoltà di esercitare il diritto di cancellazione o rettifica dei dati, mediante comunicazione scritta all’Editore WM Capital, via Pontaccio 2, Milano, luogo di custodia della banca dati medesima. WM Capital specializzata nel Business Format Franchising, promuove la crescita delle imprese attraverso lo sviluppo di sistemi franchising in Italia e all’estero. È quotata nel listino AIM di Borsa Italiana dal 2013.

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