AZ APRILE 2021

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FINANZIAMENTI

FINANZA & LEGALE

COME NON DIVENTARE SCHIAVO DELLA BANCA

SELFIEMPLOYMENT: IN AIUTO DELL’IMPRENDITORIA FEMMINILE

INTERVENTI EFFICACI PER RISOLVERE I DEBITI DELL’IMPRESA

www.azfranchising.com 5.00 EURO n. 04 aprile 2021 anno XXIII

Emanuele Scalera Direttore Generale “This is not a sushi bar”

©Foto di Vincenzo Campisi

MENSILE - TARIFFA R.O.C. POSTE ITALIANE SPA - SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE - D.L. 353/2003 (CONV. IN L. 27/02/2004 N. 46) ART. 1, COMMA 1, DCB ROMA. P. I. 06/04/2021

NUOVE STRATEGIE

IL FORMAT DEL SUSHI MADE IN ITALY This is not a sushi bar, la prima catena di Sushi Delivery di qualità ESCLUSIVO!

ISSN

5941 - 9504

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WM CAPITAL CERTIFICA LA SOSTENIBILITÀ DEL TUO FRANCHISING In questo numero: L’ECOSOSTENIBILITÀ DI YAMAMAY & CARPISA RETAIL, IDEE, OPPORTUNITÀ, STRUMENTI PER FAR CRESCERE LA TUA ATTIVITÀ


È IL MOMENTO DI SCENDERE IN PIAZZA!

CONTO VENDITA | PROGETTAZIONE | ASSISTENZA

MARGINE GARANTITO Non sono previste quote di ingresso. Il margine è fisso e garantito per tutto l’anno, anche nel periodo Saldi e in tutte le fasi promozionali ordinarie e straordinarie previste da Piazza Italia.

FORMULA CONTO VENDITA La merce fornita resta proprietà di Piazza Italia e garantirà il noto impatto quantitativo e promozionale del marchio. Il partner paga periodicamente solo la merce venduta e non dovrà preoccuparsi delle rimanenze finali, che verranno ritirate interamente da Piazza Italia ad ogni fine stagione.

GESTIONE COLLEZIONE E RIFORNIMENTI La collezione, costantemente rinnovata da una gestione di riassortimenti automatici e personalizzabili dal Franchise, vanta una potenzialità logistica in grado di effettuare consegne anche giornaliere.

ASSISTENZA E FORMAZIONE Già dalla fase di progettazione e nella gestione quotidiana del negozio, Piazza Italia è garante del massimo supporto formativo e di assistenza, mettendo a disposizione tutti i servizi di sede dedicati, ed un supporto territoriale continuo, fornito da Area Manager e Staff Visual.

INFO.FRANCHISING@PIAZZAITALIA.IT - TEL. +39 081 312 4000


EDITORIALE “Ogni atto di creazione è, prima di tutto, un atto di distruzione”. (Pablo Picasso)

Creazione e distruzione sono le due parole chiavi di questo mese. Ognuno di noi in questo lungo periodo almeno una volta si sarà posto la domanda cosa sarà del mio business dopo il Coronavirus? Manager, imprenditori e leader aziendali sono chiamati a scelte importanti. In una fase così delicata e dolorosa, occorre assumere un approccio razionale, energico, senza perdere occasione per fare leva sui punti di forza della propria azienda: curare maggiormente il dialogo coi clienti, estendere il proprio business nelle nuove opportunità, sostenere vecchi partner e cercarne nuovi agendo sulla ridefinizione del proprio modello di business e sulla catena di fornitura. E sicuramente accompagnare la transizione digitale e ambientale di questo momento. Pandemia quindi non significa necessariamente distruzione, chiusura di aziende. Un consiglio? Tenere ben presente lo scopo dell’azienda. Questo è una delle principali leve di differenziazione del brand rispetto alla concorrenza. Per farlo il racconto del brand, deve andare oltre la proposta del prodotto in sé e saper valorizzare anche valori e motivazioni che spingono l’azienda all’azione. Un esempio vincente è rappresentato dal brand This is not sushi bar che, sin dalla sua nascita, ha puntato su due elementi fondamentali: la crescita esponenziale del consumo di sushi e la comodità di farlo arrivare a casa, infatti è la prima catena italiana di Sushi Delivery. Questo modello ha permesso all’azienda di crescere negli anni e aumentare il proprio fatturato con i suoi punti vendita diretti. Un modello vincente, quindi, tanto da diventare replicabile e WM Capital sta lavorando proprio per sviluppare e lanciare questo nuovo format innovativo. Lo scopo richiede quindi tempo e pazienza e per le aziende che non seguiranno l’onda dell’aggiornamento l’esito sarà inevitabile, ma nel contempo chi ha saputo lavorare in silenzio al cambiamento sicuramente ne coglierà i frutti. Tutto ciò non rappresenta una rottura con il passato, quindi non va visto in negativo, ma è necessario perché le esigenze sono mutate, in tutti i settori, quindi anche i piccoli brand se hanno idee innovative e chiaro lo scopo da raggiungere potranno diventare storie di successo future. Diventa indispensabile la ricerca della qualità del servizio e del prodotto, anche se questa accurata attenzione, in alcuni casi, può ritardare i ricavi dell’azienda. Parliamo però solo di ritardo perché invece in futuro proprio questo ritardo che deriva da grande attenzione e specializzazione farà la differenza del brand. Snodi importanti da affrontare. AZ Franchising, per stare al passo con i tempi, ha lanciato, nell’ambito del Programma AZ Sustainability, un pacchetto di nuovi servizi personalizzati concepiti in maniera progressiva in funzione delle necessità dei singoli franchisor che vanno ad integrare con il concetto della sostenibilità, in merito agli elementi chiave ESG, il già consolidato e applicato Metodo delle 5 Leve ®., metodo ideato e sperimentato da oltre 20 anni da AZ Franchising. Infatti la rinnovata attenzione alla sostenibilità impone una ridefinizione delle priorità e dei termini di misurazione della performance aziendale per soddisfare l’obiettivo primario delle aziende che è esclusivamente quello di fare profitti, quindi creare valore per sé e contribuire al benessere di molti altri soggetti che attorno ad esse gravitano, ad esempio i dipendenti, i clienti, le comunità circostanti. L’acquisizione di queste nuove skills e professionalità sta diventando ad oggi una vera e propria leva strategica, un vantaggio indispensabile per rimanere competitivi sul mercato, aumentare il livello di soddisfazione degli utenti e con esso i fatturati.

Fabio Pasquali Direttore responsabile


Aprile 2021 16

SPECIALE Yamamay: Sostenibilità - un proficuo obbligo per le aziende

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FOCUS E-commerce: quale rapporto e quali conflitti con il franchising

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PROPOSTA Con Plan Buy non un prodotto, ma un’esperienza di acquisto

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STORIA DI COPERTINA This is not a sushi bar: la prima catena di sushi delivery di qualità

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NUOVE STRATEGIE Il concetto di banca come fornitore

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DOSSIER Le regole del contratto di franchising industriale

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FINANZIAMENTI Nuovo Selfiemployment: in aiuto dell’imprenditoria femminile

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FORMAZIONE Come difendere la brand identity

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MARKETING Sfruttare al meglio le “Piazze Virtuali”

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MARKETING & CONSUMI Le potenzialità del marketing digitale: consigli e segreti

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NUOVI TREND Il 3D al servizio delle aziende e a vantaggio del retail

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NEW CONCEPT Prodotti biologici al 100%

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COMUNICAZIONE Dall’E-commerce al nowcommerce

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FINANZA E LEGALE Quando e perché si accumulano i debiti NOTE LEGALI L’uso dei social media da parte dei

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franchisees

RUBRICHE 4

New entry

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News

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News comunicazione

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Le schede

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Segnalibro

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Appunti retail

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Up&Down



IL NUOVO CONSULENTE NUTRIZIONALE PET’S PLANET DI ROMA Romano, classe 1975 Contu Enrico, dopo aver partecipato al corso di formazione sull’alimentazione per cani e gatti, ha avviato l’attività Pet’s Planet nella zona “testaccio” di Roma. Anche Enrico, come molti altri Consulenti Nutrizionali Pet’s Planet, si avvale dell’esclusivo strumento creato da Pet’s Planet per poter realizzare diete personalizzate e precise per ogni singolo 4zampe. La dieta verrà poi consegnata, senza costi e in sicurezza, direttamente a casa del proprietario dell’animale (o dove lui preferirà riceverla). In seguito, Enrico controllerà regolarmente l’efficacia della dieta e, se del caso, la modificherà, grazie anche al fatto che vede personalmente e costantemente l’animale. Per prenotare una consulenza nutrizionale gratuita visitare il sito https://www.consulentenutrizionale.it/.

Enrico Contu

GRUPPO TEDDY: UN NUOVO CENTRO DI DISTRIBUZIONE PER UN BUSINESS PIÙ SOSTENIBILE Il Gruppo Teddy, protagonista internazionale del fast fashion con i marchi Terranova, Calliope e Rinascimento, ha completato la realizzazione del suo nuovo “cuore” logistico. È stato infatti costruito ed ha ora cominciato la fase di test il nuovo centro di distribuzione del Gruppo che ha sede a Gatteo (FC) nei pressi di Rimini. Con lo sviluppo di questo progetto Teddy continua a guardare alla crescita, nonostante il complesso momento attuale. L’entrata in funzione è imminente con benefici che si avranno compiutamente con la piena operatività prevista entro luglio 2021. Il nuovo centro di distribuzione sarà molto più performante rispetto ad oggi: più velocità, più produttività, processi semplificati, persone agevolate in tutti i lavori e concentrate sulle attività strategiche.

ENRICO ROMANINI È IL NUOVO DIRETTORE VENDITE DI RISPARMIO CASA Nuova nomina a Risparmio Casa. Enrico Romanini entra con il ruolo di Direttore Vendite a far parte della nota catena italiana con oltre 100 store dedicata ai prodotti per la cura della casa e della persona. Tra i suoi compiti, l’obiettivo di aprire altri 100 negozi nei prossimi 6 anni; valorizzare le competenze degli Area Manager e delle squadre di vendita, attraverso un importante percorso di formazione; strutturare e riorganizzare la rete vendita, con un aumento della stessa del 100%. Enrico Romanini, classe 1963, sposato da 31 anni, due figli e un Master in Marketing conseguito presso il CUOA Business School di Vicenza, vanta un’esperienza trentennale nel retail, iniziata a Padova all’interno di Compar Spa. Negli ultimi due anni è stato Retail Sales Manager in Pittarosso, ricoprendo la responsabilità delle vendite di oltre 200 negozi in Italia e 15 tra Slovenia e Croazia.

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Enrico Romanini


BIALETTI SVILUPPA IL SUO PROGETTO FRANCHISING A conferma del carattere innovativo che da sempre distingue i prodotti marchiati con l’Omino coi Baffi, la nuova formula sviluppata da Bialetti esce dagli schemi convenzionali del franchising. Innanzitutto, la proposta appare “tagliata su misura” per i piccoli imprenditori, cui viene offerta l’opportunità di avviare un’attività commerciale in un mercato solido e vantaggioso come quello del caffè e delle caffettiere, con tutti i plus di lavorare con un brand di eccellenza, affermato e particolarmente amato dai consumatori. A marcare nettamente la differenza è soprattutto l’assenza nel contratto di affiliazione di clausole standard quali il fee d’ingresso, il pagamento di royalty e l’acquisto anticipato della merce, mentre la marginalità sul venduto è garantita tutto l’anno, inclusi i periodi di saldi e di promozione. Il Progetto Franchising Bialetti è operativo già dal mese di marzo. DOPPIO MALTO LANCIA UN INNOVATIVO PROGETTO DI FRANCHISING SARTORIALE Con un’esperienza decennale nella produzione di birra artigianale, 21 locali all’attivo e 10 nuove aperture in agenda per il 2021, Doppio Malto inaugura un nuovo format di franchising facile e felice, in una versione sartoriale. La parola d’ordine è “su misura”: una formula sia per chi vuole aprire ex novo sia per chi vuole riconvertire il proprio locale appoggiandosi a un marchio solido, inserendosi in un ecosistema che, dal birrificio al bicchiere, vanta buone e consolidate pratiche. Un progetto che mira a dare agli imprenditori la possibilità di aprire “un posto felice”: così infatti il marchio ama definire i propri locali. E se quello della ristorazione è uno dei settori più duramente colpiti dalla pandemia, l’idea di Doppio Malto è quella di offrire un format sempre più flessibile, in grado di adattarsi alle esigenze dettate dai cambiamenti in atto. Un mix tra artigianalità e innovazione, ritagliato su un’idea consolidata e confezionato su misura, che funziona in duecentocinquanta metri quadrati come in ottocento. KASANOVA NUOVE APERTURE E PUNTA AL COMMERCIO DI VICINATO NEI PICCOLI CENTRI Kasanova raccoglie le sfide della pandemia e rilancia con un piano di investimenti da 50 milioni in 5 anni, più altri 15 in pubblicità. Serviranno ad aprire 500 nuovi negozi entro il 2025, 100 l’anno e a creare «almeno 6mila posti di lavoro in più», spiega l’amministratore delegato Maurizio Ghidelli. I vertici del colosso brianzolo dei casalinghi, che nel 2019 ha fatturato 300 milioni di euro, hanno chiamato il programma “Negozi&Futurò”. Tutto basato sul commercio di vicinato sia nei piccoli centri urbani, fino a 20-25mila abitanti, sia nelle periferie delle grandi città, con l’obiettivo che “i dipendenti siano anche imprenditori, e viceversa”, aggiunge il manager. Il piano prevede anche la formula del “conto vendita”, che permette all’affiliato di pagare solo i prodotti venduti, una spinta in più a mettersi in gioco. La stima del giro d’affari per i futuri punti vendita è compresa fra i 550 mila e i 700mila euro. Dietro c’è la filosofia del franchising che permette di contenere i rischi. 5


News. LA BUONA SPESA MD ARRIVA A IGLESIAS Sorge su un’area che ospitava una ex fabbrica di biciclette il nuovo punto vendita MD di Iglesias: inaugurato il 25 febbraio scorso, alla presenza dell’assessore al commercio Ubaldo Scanu, rappresenta un esempio concreto della sensibilità dell’insegna all’ambiente e al territorio, che vive e si riqualifica anche grazie al commercio. Il nuovo store, il primo della cittadina “delle chiese” e centro nevralgico dell’epopea mineraria sarda, si trova in una posizione semi centrale, a via S. Salvatore 45, una delle strade principali di Iglesias, e conferma anche nel 2021 la strategicità dell’Isola per MD, che in Sardegna conta ben 86 punti vendita. Una strategia, quella di rendere sempre più capillare la propria presenza sull’Isola, che viaggia parallela alla capacità di offrire tutto “il buono del territorio” ad un prezzo concorrenziale, senza sconti sulla qualità e sulla sicurezza.

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RE/MAX ITALIA CRESCITA ANCHE IN UN MERCATO IN CONTRAZIONE

MAI PIÙ SCAFFALI VUOTI CON L’OPTIMAL SHELF AVAILABILITY Mai come nel 2020 gli italiani, andando a fare la spesa, si sono trovati davanti a scaffali vuoti. La conferma arriva dal report Barometro ECR-OSA: nel 2020 il tasso di Out-of-Stock in Italia è salito al 3,9% (+0,3 punti rispetto al 2019), aumentando lo scontento e il fastidio che accomuna il 50% dei consumatori quando non trovano a scaffale i prodotti che vorrebbero acquistare. Ma a questo problema c’è una soluzione: è l’Optimal shelf availability (OSA), un’iniziativa di ECR Italia che studia, misura e analizza il fenomeno dell’Out-of-Stock, per identificare soluzioni strategiche e collaborative, condivise da produttori e distributori, che aiutino a migliorare il livello di disponibilità dei prodotti sugli scaffali e a soddisfare, quindi, il consumatore.

A fronte di una prevedibile contrazione del mercato immobiliare (-17%, oltre 100.000 transazioni in meno rispetto al 2019 secondo Nomisma), RE/MAX Italia, gruppo immobiliare in franchising che quest’anno festeggia il 25esimo anniversario d’attività, mette a segno un fatturato aggregato 2020 che supera gli 80 milioni di euro, in linea con l’anno precedente. “Il nostro modello di business, basato sullo studio associato, ci ha permesso di rispondere alle nuove dinamiche di mercato intercettando una domanda che, a causa della pandemia, ha acquisito nuovi lineamenti”, commenta Dario Castiglia, CEO & Founder di RE/MAX Italia. Con un network in costante crescita, composto da oltre 500 agenzie e più di 5.000 agenti, RE/MAX ha dunque guadagnato quote di mercato, puntando sulla consulenza altamente skillata e spingendo sull’utilizzo di strumenti tecnologici avanzati.

Dario Castiglia CEO RE/MAX Italia


NATURHOUSE APRE A MESTRE “NaturHouse” apre a Mestre in via Sandro Gallo 153/d, a Città Giardino, a due passi dal panificio “Cosetta” e dalla chiesa di Sant’Antonio. Un’insegna commerciale torna ad accendersi. A distanza di anni si crea ancora un angolo dedicato al benessere e alla cura del corpo, con prodotti per l’alimentazione tutti naturali. “NaturHouse” è un marchio che conta ben 2500 negozi in tutto il mondo, quello di via Sandro Gallo è l’unico a Venezia centro storico e isole. “Mi sono specializzata in nutrizione, sicurezza ed educazione alimentare - racconta Irene Bullo, la proprietaria del centro NaturHouse - ho fatto della mia passione per il benessere il mio lavoro. Ho lavorato due anni nel negozio di Venezia e poi ho deciso di aprire in franchising nella mia isola. In questo momento è fondamentale mangiare bene perché la salute inizia da dentro”.

HYPE, CARREFOUR PER RICARICARE IL CONTO TRAMITE VERSAMENTO DI CONTANTI HYPE, la soluzione digitale per una gestione quotidiana semplice ed efficiente del denaro, potenzia il servizio di ricarica del conto in contanti nato sulla base dell’alleanza con viafintech, l’infrastruttura di pagamento indipendente che consente depositi alla cassa del supermercato. 409 store Carrefour su tutto il territorio nazionale si aggiungono ai 606 già disponibili in altre catene della GDO. L’operazione è semplice e immediata: il cliente HYPE non deve fare altro che impostare la ricarica dall’app, mostrare il barcode generato all’esercente e pagare tramite contanti; il denaro sarà immediatamente disponibile sul conto. La modalità di ricarica tramite versamento di contanti si affianca a quelle tramite bonifico, carta di credito e accredito diretto dello stipendio.

RONCADIN: 140 MILIONI DI FATTURATO NEL 2020 PER LE PIZZE SURGELATE MADE IN FRIULI Si è chiuso con il segno più il 2020 di Roncadin, azienda di Meduno (PN) specializzata nella produzione di pizze surgelate per i mercati italiani ed esteri. Il fatturato di Roncadin ha infatti raggiunto quota 140 milioni di euro, +16,6% rispetto al 2019, con circa 100 milioni di pezzi prodotti (18 milioni in più rispetto all’anno precedente). “Un risultato determinato dal forte aumento dei pasti consumati a casa per via dell’emergenza Covid e del conseguente aumento della spesa alimentare – commenta l’amministratore delegato Dario Roncadin –. Questo vale sia per l’estero sia per l’Italia, dove già da anni il consumo di pizza surgelata viveva un trend positivo. Perciò Roncadin ha sostenuto, e continua a sostenere, ritmi molto elevati per via della grande richiesta di prodotti alimentari nella GDO in tutti i mercati di riferimento”.

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IN UNIVENDITA FA IL SUO INGRESSO STANHOME Nuovo ingresso di prestigio in Univendita, la maggiore associazione italiana della vendita diretta a domicilio. La base associativa si allarga con l’entrata di Stanhome Italia, importante realtà specializzata nella vendita di prodotti per la cura della casa, la cura personale e la bellezza. L’azienda in Italia ha una community di oltre 60.000 persone tra Sales Consultant e Clienti privilegiati. “Con l’arrivo di Stanhome Univendita acquisisce un nuovo socio che rappresenta un’assoluta eccellenza per qualità dei prodotti e modello di vendita – commenta il presidente di Univendita Ciro Sinatra –. Stanhome è una realtà storica del settore della vendita a domicilio, conosciuta e apprezzata da generazioni di consumatori”.

Ciro Sinatra Presidente di Univendita

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NEC LANCIA “MESSAGE”, LA NUOVA GENERAZIONE DI DISPLAY DI GRANDE FORMATO Sharp NEC Display Solutions Europe ha lanciato la sua gamma di display di grandi dimensioni Message completamente rinnovata. La gamma è costituita da tre nuove serie: Nec Message Essential (ME), Nec message Mainstream (M) e Nec Message Advanced (MA). I modelli della nuova serie offrono massima flessibilità, facilità di utilizzo ed un pacchetto di caratteristiche tecniche per coprire le applicazioni di signage entry, mainstream e professional nei settori retail e corporate. La diversa gamma di opzioni della serie Message ed il suo design modulare soddisfano sia i bisogni attuali dei clienti che in ottica di esigenze future.

INDUSTRY 4.0, COSÌ IL DIGITALE RIVOLUZIONA IL MANIFATTURIERO Produzione, magazzino e controllo gestione in un solo click: l’industria 4.0 è realtà in Mebra Plastik Italia. L’azienda di Busto Arsizio (VA), leader nell’estrusione di tubi per oleodinamica e pneumatica, ha dato vita a un processo di informatizzazione di produzione, stoccaggio e gestione aziendale, creando una interconnessione tra i diversi reparti. Il risultato è stato un miglioramento delle performance produttive e della gestione del magazzino, e una prontezza di risposta alla crisi economica innescata dalla pandemia. “È stato un processo durato quasi cinque anni che ha rappresentato una vera e propria rivoluzione per un’azienda manifatturiera con quasi mezzo secolo di storia”, spiega Samuele Maugeri, responsabile operations di Mebra Plastik Italia e terza generazione alla guida dell’azienda di famiglia. “Un cambio di mentalità che ha portato subito benefici in termini di controllo dei costi e di risposte al mercato, facendo rimanere invariato il numero dei dipendenti”.

Samuele Maugeri responsabile operations di Mebra Plastik Italia


LE CALZATURE DI LUSSO 100% MADE IN ITALY ARRIVANO IN 30 NEGOZI IN EUROPA, RUSSIA, MEDIO ORIENTE E ASIA Il brand di calzature di lusso Revolver Requeen Venexia si prepara a rafforzare la propria posizione sul mercato globale: il marchio – nato nel 2019 da un’idea di Beatrice Baldan, nome di spicco della rinomata tradizione calzaturiera veneta – nel 2021 farà il proprio ingresso in 30 punti vendita multimarca del lusso tra Europa, Russia, Medio Oriente e Asia. Le prime consegne sono previste a fine febbraio in Spagna e Portogallo, dove RRV sarà presente in 3 boutique di lusso a Madrid, Barcellona, Valencia e altre grandi città. Nel corso dell’anno il brand comincerà a essere venduto da numerosi retailer internazionali: 10 tra Russia e paesi ex sovietici, 3 negli Emirati Arabi Uniti, 10 in Cina, 3 in Corea del Sud, 5 in Giappone. G Hub, T-Sum e Ginza sono solo alcuni dei nomi prestigiosi che proporranno alla propria clientela i preziosi modelli realizzati nel distretto calzaturiero della Riviera del Brenta.

OBIETTIVO NESTLÉ ITALIA: PRODOTTI PIÙ SOSTENIBILI Negli ultimi 10 anni in Italia Nestlé ha ridotto del 45% le emissioni di CO2. Questo è solo uno degli importanti risultati conseguiti dall’azienda nel nostro Paese. Rappresenta il frutto di un articolato programma di azioni per raggiungere l’obiettivo di dimezzare a livello globale le emissioni di gas serra entro il 2030 e arrivare a quota zero entro il 2050. In particolare, Nestlé intende concretizzare il suo impegno lavorando su alcuni assi strategici fondamentali: stabilimenti; produzione e trasporti; materie prime (cacao, caffè, latte); agricoltura rigenerativa. Tutti questi sforzi si riflettono sui prodotti e mirano ad agire sulla consapevolezza dei consumatori. Nestlé, infatti, vuole lavorare per continuare ad offrire prodotti più sostenibili, più salutari e più rispettosi dell’ambiente. Alcuni dei principali brand Nestlé stanno già lavorando per seguire questo impegno e presto diventeranno a zero emissioni di carbonio, tra questi S. Pellegrino, Acqua Panna, Garden Gourmet e Nespresso.

L’ECOISOLA PER UNA ITALIA PIÙ PULITA La raccolta di prossimità dei rifiuti elettronici continua a dare risultati: sono quasi 15 le tonnellate di RAEE (rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche) che sono state conferite nelle EcoIsole di Ecolight l’anno scorso. Il consorzio nazionale per la gestione di RAEE, pile e accumulatori, anche nel 2020 ha continuato a sostenere il progetto per incrementare la raccolta di piccoli elettrodomestici e lampadine non più funzionanti. Le 33 EcoIsole, posizionate in corrispondenza di grandi strutture commerciali e in luoghi a elevata frequentazione, hanno permesso di intercettare oltre 13 tonnellate tra frullatori, tablet e cellulari, e più di una tonnellata e mezza di sorgenti luminose a risparmio energetico e neon. Permettendo così di avviare a recupero 7 tonnellate di metalli e 4 di plastica. Le EcoIsole sono un cassonetto intelligente interamente automatizzato che permette il conferimento, attraverso due bocche distinte, di RAEE di piccole dimensioni.

Beatrice Baldan

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FABBRI 1905 E CAST ALIMENTI A FAVORE DEI GIOVANI Fabbri 1905 e Cast Alimenti hanno firmato una partnership triennale per avviare un percorso formativo per gli allievi della storica scuola di cucina. Obiettivo: formare i professionisti del futuro e creare nuove opportunità di lavoro. Oggi il mondo del fuoricasa ha infatti di fronte una grande sfida: evolvere non solo per lasciarsi alle spalle la crisi ingenerata dalla pandemia, ma anche per farsi trovare preparato e anzi guidare nuovi stili di consumo. In una parola, per creare nuovi spazi di mercato, magari proprio a partire da accostamenti inediti che vadano oltre binomi classici ed esaltino ancora di più la qualità dei prodotti e la maestria dei professionisti. Nasce da questi presupposti l’incontro tra due eccellenze del food e della formazione professionale made in Italy.

CON MONINI L’EDUCAZIONE ALIMENTARE ENTRA A SCUOLA Dalle elementari ai licei, passando per gli istituti professionali, l’educazione alimentare – con il suo corollario legato alla conoscenza del territorio, dell’agricoltura e dell’ambiente - entra nella scuola italiana di ogni ordine e grado. Nel 2021 infatti “Mo’ e la favola dell’olio”, il progetto promosso da Monini con l’obiettivo di contribuire a costruire un consumatore di domani più consapevole e attento, varca i cancelli delle scuole superiori. L’iniziativa, partita ufficialmente a febbraio e giunta alla sua settima edizione, nasce nel 2014 e in una manciata di anni è cresciuta e maturata in dimensioni e obiettivi, raggiungendo in maniera capillare tutto il territorio nazionale. Inizialmente rivolta ai bimbi delle elementari, dallo scorso anno ha visto la partecipazione dei ragazzi delle scuole medie, mentre da oggi accoglie anche il complesso mondo degli adolescenti.

NASCE PRESTASHOP FACEBOOK, IL NUOVO MODULO PER PROMUOVERE LE VENDITE SU FACEBOOK E INSTAGRAM PrestaShop – azienda leader in Europa e in America Latina con la sua piattaforma open source per la realizzazione di soluzioni di e-commerce – annuncia l’arrivo di PrestaShop Facebook, il nuovo modulo ideato per supportare gli e-merchant a incrementare le vendite sui propri store online attraverso Facebook e Instagram. Questa nuova feature offre funzionalità avanzate in tema di social commerce, quali l’integrazione in una sola interfaccia degli account Facebook e Instagram per gestire in maniera ottimizzata le campagne pubblicitarie, la sincronizzazione automatica dei prodotti a catalogo con quelli contenuti sulle pagine Facebook e Instagram, oltre all’integrazione del plug-in di Messenger dal back office PrestaShop.

Alexandre Eruimy CEO PrestaShop

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“THE GIUSTI SISTERS” SI ESPANDONO IN CINA A settembre dello scorso anno, contro il parere di molti, hanno aperto una boutique nel Mall Skp, il più prestigioso di Pechino, operazione che si è rivelata vincente e ora vogliono proseguire questa espansione in Cina con boutique in franchising e vendite sul digital. “The Giusti Sisters” sono le tre donne che guidano con grande intraprendenza e passione per l’innovazione, l’azienda di famiglia, l’Agl di Montegranaro, nelle Marche, famosa per le sue calzature che rispecchiano il loro senso estetico della moda, fatto di audacia, irriverenza ma anche dolcezza femminilità senza mai dimenticare il comfort. Dietro il marchio Agl, con un giro d’affari di 30 milioni, ci sono tre sorelle, tutte donne manager straordinarie, che sostengono il concetto di “sorellanza” di calzature fashion pensate “da donne per le donne”, di creatività e di impegno sul fronte dell’etica e della sostenibilità. E voglia di espandersi in Cina.

GRUPPO ARENA ESTENDE L’E-COMMERCE AL CANALE FRANCHISING

MANILA GRACE RIORGANIZZA IL RETAIL E PENSA AL FRANCHISING

Gruppo Arena, realtà del Gruppo VéGé protagonista della Gdo siciliana, ha deciso di investire sull’e-commerce. È nata così una collaborazione con ReStore, azienda attiva proprio nel settore delle piattaforme e-commerce e dei servizi di digital marketing per la grande distribuzione organizzata. La formula adottata prevede sia il ritiro in negozio sia la consegna a domicilio della spesa effettuata sul portale www.decoacasa.gruppoarena.it. “Il progetto è partito sui punti vendita diretti - afferma Giovanni Arena, Direttore Generale di Gruppo Arena e presto sarà esteso anche al canale franchising su tutti quei punti di vendita che ne hanno le caratteristiche e che sono in condizioni di garantire un elevato standard qualitativo del servizio”.

Se già prima dell’arrivo della pandemia era stato avviato un processo di ristrutturazione volto a ottimizzare i risultati e a rendere tutto più efficiente, nonostante il Covid-19 Manila Grace non ha smesso di investire nel proprio percorso di crescita. Ora si impongono nuove sfide: “Affrontiamo il 2021 con la consapevolezza che sarà un anno difficile, ma anche forti delle capacità che abbiamo sviluppato lo scorso anno e che ci permetteranno di affrontare le problematiche e guardare avanti”, dice l’amministratore delegato Enrico Vanzo. La prima è quella della riorganizzazione della rete di vendita. Lo step successivo è quello di sviluppare accordi per aperture in franchising e, l’anno prossimo, riaprire a Milano.

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MANGO HOLDING: UN 2020 IN POSITIVO Mango Holding ha chiuso l’esercizio 2020 con un fatturato di 1,8 miliardi di euro. LEbitda, dopo l’applicazione della normativa IFRS-16, si attesta a 193 milioni di euro. Il 2020 è stato un anno complesso, tra chiusure e riaperture. In questo contesto, il canale online ha registrato, ancora una volta, una crescita eccellente, raggiungendo 766 milioni di euro di fatturato, il 36% in più rispetto all’anno precedente. Con queste cifre, il canale rappresenta attualmente il 42% del fatturato totale del Gruppo, una percentuale molto più alta del 24% del 2019. La crescita del canale è stata molto significativa negli 85 Paesi in cui è disponibile. Particolarmente degno di nota è l’aumento in alcuni dei principali mercati dell’azienda, come Francia, Italia e Portogallo, dove ha registrato incrementi vicini o superiori al 100%.

AUMENTO DI CAPITALE PER ALIMENTIAMOCI SRL

NUOVI FRANCHISING PER CALIFORNIA BAKERY

Alimentiamoci Srl è una Società Benefit e start-up innovativa che, prima in Italia e nel mondo, attraverso il sito planeat.eco promuove un nuovo modo di fare la spesa alimentare semplice e veloce, e offre ai propri utenti - famiglie, single e aziende – la possibilità di pianificare i pasti settimanali acquistando online kit di ingredienti di qualità, freschi e preparati per la realizzazione delle ricette. “Con l’ingresso di nuovi e importanti investitori, planeat.eco avrà la possibilità di espandersi territorialmente oltre a Pavia, Milano, Monza e Busto Arsizio, dove a oggi il servizio è attivo ed apprezzato da un numero sempre crescente di utenti, per abbracciare provincie vicine e diffondere in un territorio molto più vasto questo nuovo modello di spesa” annuncia con gioia l’Amministratore Delegato Nicola Lamberti.

California Bakery è stata creata da Marco D’ Arrigo e la moglie Caroline 25 anni fa a Milano, ma era fallita nel 2019. Oggi, il Gruppo Volpi porta California Bakery (catena Made in Italy di dolci e cucina a stelle e strisce, la cui acquisizione da parte del Gruppo Volpi e stata annunciata la scorsa settimana) nel futuro con la formula 30+30 che prevede trenta ristoranti e trenta locali in franchising, con aperture in tutta Italia. Un’operazione voluta da Gabriele Volpi, presidente della Orlean Invest Holding e da Gianpiero Fiorani, amministratore delegato, che consentirà alla catena milanese, messa in sicurezza l’attività, di sviluppare la propria presenza su tutto il territorio nazionale.

Nicola Lamberti Amministratore Delegato Alimentiamoci

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AMAZON BUSINESS: RAGGIUNTI 25 MILIARDI DI DOLLARI DI VENDITE ANNUALIZZATE IN TUTTO IL MONDO Amazon Business è una soluzione per il procurement globale che oggi serve più di cinque milioni di aziende nel mondo, dalle ditte individuali alle imprese multinazionali con decine di migliaia di dipendenti con un unico account. Dal lancio negli Stati Uniti nel 2015, Amazon Business è ora disponibile in altri otto Paesi (Regno Unito, Germania, Francia, Italia, Spagna, Giappone, Canada e India) e ha raggiunto 25 miliardi di dollari di vendite annualizzate in tutto il mondo, più della metà delle quali da partner di vendita. In Italia, uno dei segmenti in più rapida crescita è quello dei grandi clienti aziendali. Amazon Business serve più del 53% delle aziende FTSE 100. Le grandi imprese di tutti i settori - compresi il retail e l’automotive - acquistano dalla selezione di Amazon Business centinaia di milioni di prodotti in categorie come ufficio, IT, pulizie, DPI e forniture mediche professionali. Inoltre, Amazon Business serve 20 tra le più grandi università.

ALBERTA FERRETTI: SEMPRE PIÙ PRESENTE IN CINA Quarant’anni in passerella, vestendo con abiti da sogno regine, dive di Hollywood, star della musica. Nel 2020 il gruppo Aeffe fondato dalla stilista Alberta Ferretti e dal fratello Massimo ha festeggiato i primi 40 anni di attività. Un traguardo raggiunto nel bel mezzo della pandemia, che ha inferto un durissimo colpo a tutto il settore dell’alta moda e del lusso. “Ma noi abbiamo retto l’urto. E alla fine siamo stati tra quelli che hanno resistito meglio alla crisi”, assicura Marcello Tassinari, il direttore generale di Aeffe. “Alcuni mercati, come la Cina, hanno ripreso a correre. E noi ci siamo dati un ambizioso obiettivo, essere sempre più protagonisti nel mercato cinese. I nostri quattro marchi, Alberta Ferretti, Philosophy, Moschino e Pollini, sono già venduti da molti anni in Cina, dove abbiamo anche negozi monomarca. Moschino sta andando fortissimo tra i cinesi, in questo momento”.

BOFROST CON IBM PER IMPARARE DAI DATI E RISPONDERE MEGLIO ALLE ESIGENZE DEI CLIENTI Bofrost* e IBM consolidano la loro collaborazione e annunciano una nuova soluzione di eCommerce e marketing automation come prima fase del percorso di trasformazione aziendale per diventare una cognitive enterprise. Il progetto si avvantaggia sia dell’analisi approfondita dei dati realizzata con il software IBM hybrid cloud, come IBM Cloud Pak for Data, sia delle soluzioni Salesforce Commerce Cloud e Salesforce Marketing Cloud, per meglio soddisfare le mutevoli esigenze dei clienti e unificare la loro esperienza attraverso web e mobile. Queste soluzioni assieme permetteranno a bofrost* di infondere l’AI nella propria organizzazione e scalare le proprie operazioni per sostenere l’aumento del volume delle vendite, che nel 2020 ha portato a una crescita di fatturato del 31,9% rispetto all’anno precedente.

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News Comunicazione. CANAÏMA GIN A SUPPORTO DELLE DONNE ARTIGIANE DELL’AMAZZONIA

DESPAR, CONCLUSA LA RACCOLTA FONDI “IL MONDO HA BISOGNO DELLE DONNE”:

Il pregiato Gin si è impegnato, fin dal suo lancio, a migliorare la qualità di vita delle comunità locali dell’Amazzonia e ha scelto di incrementare ulteriormente il suo contributo verso queste popolazioni attraverso una nuova partnership con la Fundación Casa de la Mujer del Vaupés. Canaïma, Gin premium è finemente bilanciato e composto da 19 botaniche, di cui ben 10 provenienti dalla foresta Amazzonica, ha da sempre adottato significative politiche di Corporate Social Responsability sul territorio, attirando per questo fin da subito l’attenzione degli esperti del settore e degli appassionati. Canaïma Gin reinveste il 10% dei propri proventi in finalità sociali, a supporto di diverse organizzazioni che si occupano della protezione di queste comunità e del loro territorio e fin dal proprio lancio, ha ricevuto moltissimi consensi, oltre che per la sua qualità e unicità, anche grazie al suo impegno ambientale e sociale.

Si è conclusa nei giorni scorsi “Il mondo ha bisogno delle donne”, l’iniziativa di charity promossa da Aspiag Service, concessionaria del marchio Despar per il Triveneto e l’Emilia Romagna, che anche nel 2021 si è confermata come un’occasione per lanciare un forte, inequivocabile e concreto segnale di solidarietà per sostenere progetti in favore delle donne e contro la violenza di genere. La raccolta fondi, che si è svolta dal 20 febbraio al 7 marzo in tutti i punti vendita a marchio Despar, Eurospar e Interspar di Veneto, Friuli Venezia Giulia, Trentino Alto Adige ed Emilia Romagna, ha visto una grande partecipazione da parte dei clienti dell’insegna dell’abete che, al momento del pagamento della spesa, hanno scelto di “arrotondare” lo scontrino per 386.885 volte, donando una cifra complessiva di 261.287 euro.

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FLUIDNEXT SPORT CELEBRA UN ANNO DI SUCCESSI CON LA GESTIONE RECORD DI CLUB ED EVENTI Il 2020 è stato un anno difficile per tutti i settori. Tra questi, il mondo dello sport è stato e continua ad essere uno dei più duramente colpiti, con il blocco di molte attività, la chiusura degli impianti e delle strutture sportive, l’annullamento di partite o il vincolo di giocarle a porte chiuse. Nonostante una stagione 2020/2021 così delicata e incerta, Fluidnext Sport, una delle più potenti e complete soluzioni per lo sport entertainment su scala globale, ha registrato la gestione record di oltre 40 club tra Calcio, Basket, Volley e Rugby. Accanto alle tradizionali soluzioni di Maxischermi e Bordocampo, Fluidnext ha implementato Digital Backdrop e Led agli ingressi e nelle lounge di stadi e palazzetti. Attraverso il software proprietario Fluidnext Sport, i club possono gestire direttamente tutti i supporti, organizzandone i contenuti e il palinsesto in modo semplice e immediato.


MOTIVI LANCIA LA NUOVA WEB SERIE MOTIVI LO(VE)FT

NEI NEGOZI DI COOP ALLEANZA 3.0 I PELATI DA FILIERA ETICA

GINORI 1735 APRE IL PRIMO MINI-PROGRAM SU WECHAT

Motivi prosegue la strategia di innovazione dei codici di comunicazione lanciando la nuova serie web MOTIVI LO(VE) FT, uno storytelling in cui il reale e il digitale si connettono in una programmazione ideata con un chiaro riferimento alle tendenze di entertainment del momento e alla crescente passione del pubblico per le serie televisive. Il progetto MOTIVI LO(VE)FT nasce dal confronto diretto con le follower e le clienti del brand, chiamate ancora una volta ad esprimere i propri gusti e le proprie aspettative tramite un’apposita indagine che conferma l’interesse per il format. 4 episodi per 4 trame con 4 modelle-attrici che diventano co-protagoniste degli episodi impersonando le diverse sfaccettature delle Motivi girls non solo attraverso un carattere proprio e distintivo, ma anche grazie a un’interpretazione dello stile glamour, femminile e romantico del brand.

Riscatto, accoglienza, legalità, occupazione: sono alcuni dei valori racchiusi nei pomodori pelati con l’etichetta “Riaccolto, la Terra della Libertà” presenti negli oltre 360 supermercati e ipercoop di Coop Alleanza 3.0 presenti in Friuli-Venezia Giulia, Veneto, Lombardia (nelle provincie di Mantova e Brescia) Emilia – Romagna, Marche, Abruzzo, Puglia, Basilicata, Sicilia. L’iniziativa è promossa da Coop Alleanza 3.0 e Legacoop Puglia che insieme sostengono l’Associazione Ghetto – Out Casa Sankara, “start up etica” nata 4 anni fa nel Foggiano, da una sinergia tra Regione Puglia, associazionismo e movimento cooperativo, che con il suo prodotto da filiera etica racconta una storia di riscatto civile e sociale. L’associazione gestisce uno spazio progettato quale alternativa alle condizioni disumane dei ghetti; nell’azienda agricola, con circa 14 ettari di terreno e una vecchia rimessa di proprietà della Regione Puglia, i giovani migranti fuggiti dal ghetto e costituiti in associazione lavorano la terra in autonomia e abitano con le loro famiglie.

Ginori 1735, eccellenza italiana del settore lusso e lifestyle, tra i principali marchi mondiali nella porcellana pura e nel design di altissima qualità, prosegue nella propria strategia di crescita digitale, aprendo su WeChat, la piattaforma multi-funzionale cinese più importante e frequentata al mondo, il suo primo mini-program, la sub-applicazione interamente dedicata al commercio online, in occasione delle celebrazioni per il Capodanno cinese. Dopo l’inaugurazione dell’account ufficiale lo scorso luglio, la Maison offre così la possibilità agli oltre 400 milioni di utenti attivi al giorno di WeChat di poter acquistare i propri prodotti via e-commerce direttamente attraverso l’app. Ma non solo. Il mini-program è strutturato, infatti, come un vero e proprio sito internet Ginori 1735 all’interno della piattaforma WeChat, con una Homepage personalizzata con il font e i colori distintivi della maison e una sezione Mall dalla quale accedere ai servizi di eCommerce e alla Shopping bag.

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/ SPECIALE /

I nuovi obiettivi del Gruppo Pianoforte, proprietario dei brand Yamamay e Carpisa

SOSTENIBILITÀ: UN PROFICUO OBBLIGO PER LE AZIENDE Intervista a Barbara Cimmino, Corporate Social Responsibility Director di Yamamay: “la transizione ambientale si concretizza attraverso la sostenibilità che non è una vocazione, ma è il modo per emergere per l’intero continente europeo e poi è un tema di sopravvivenza per l’intera umanità” Nel 2019 il Gruppo Pianoforte, proprietario dei brand Yamamay e Carpisa, con l’obiettivo di rafforzare il proprio posizionamento sui temi di sostenibilità, ha svolto un’attività di assessment rispetto alle best practice correnti al fine di avviare un processo organico di integrazione delle politiche di responsabilità sociale d’impresa nel proprio business model. Proprio sui temi della sostenibilità abbiamo inter-

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vistato Barbara Cimmino, Corporate Social Responsibility Director di Yamamay. Ad oggi qual è la situazione del retail e in particolare del Gruppo Pianoforte? “Nonostante le problematiche legate alla situazione del momento, il nostro, oggi, è un gruppo stabile. Abbiamo lavorato molto sodo in tutto il 2020, facendo leva sulle nostre capacità per arrivare


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a fine anno con i conti in ordine. Adesso, però, è necessario un cambiamento del mondo del lavoro e soprattutto occorre rivedere i contratti di lavoro. Il retail necessita oggi di due elementi fondamentali: una migliore qualificazione delle persone da inserire nel negozio, quindi maggiore specializzazione per un mestiere divenuto molto complesso e non un parcheggio, come viene talvolta considerato, e una maggiore flessibilità contrattuale che dia la possibilità alle aziende di inserire nel mondo del lavoro i giovani per superare il gap transgenerazionale e quindi di avvalersi della collaborazione di nuovi lavoratori nei momenti di necessità”. È quindi questo il momento e l’occasione per ripensare all’organizzazione delle aziende. Quali le azioni messe in campo dal vostro gruppo in tema di sostenibilità? “L’opportunità offerta oggi dalla sostenibilità è grandissima. I nuovi piani aziendali richiedono l’applicazione di nuovi programmi, primo fra tutti quello della sostenibilità, un termine relativamente nuovo, che, soprattutto in questo momento, si è evoluto e arricchito di contenuti che devono diventare le indicazioni da seguire per i prossimi anni. Sostenibilità e tecnologia sono i temi del momento e, per quanto mi riguarda, non vedo scollegata la transizione ambientale da quella digitale. Sono un unico motore perché una è abilitatrice dell’altra e l’altra crea sicuramente dei virtuosismi all’interno dell’impresa. La sostenibilità, in questo senso, è un’opportunità grandissima che aiuta a scalare, a crescere e a creare una visione più ampia che va oltre al che cosa l’azienda vuole essere per definire il motivo più profondo del perché l’azienda esiste. Il nostro Gruppo ha assegnato specifiche responsabilità agli organi di governo aziendali, al fine di ottenere un approccio quanto più possibile olistico e integrato alla gestione del business. In particolare sono coinvolti in prima persona nelle decisioni strategiche in questi ambiti il Consiglio di Amministrazione di Pianoforte Holding, il Comitato di Sostenibilità affiancato dagli Ambassador della sostenibilità, lo Steering Committe fino ad arrivare al Gruppo di lavoro, incaricato della gestione più operativa dei temi di sostenibilità. Ognuno di questi organi ha una funzione ben precisa perché siamo convinti che

Barbara Cimmino Corporate Social Responsibility Director di Yamamay

la sostenibilità deve diventare uno statement, ovvero un obbligo per poter evidenziare ciò di cui il retail ha bisogno per prosperare. Il retail, negli anni pre pandemici, tendeva a immettere sul mercato più prodotto di quanto il mercato potesse assorbirne. Io penso che ogni azienda, oggi, debba avere degli obiettivi di vendita più efficienti e, quindi, mettere in produzione effettivamente solo quello che si vende. La pandemia in questo ci ha aiutato ed è stata l’occasione per farci riflettere sugli ordini effettivi di merce, sugli assortimenti, sull’invenduto. Ognuno di noi in questo periodo ha fatto il conto con il proprio magazzino, attraverso una riorganizzazione. In termini pratici questo si traduce in efficienza gestionale, con la possibilità di attuare una riorganizzazione interna delle aziende che, grazie alla sostenibilità, si rivolga non solo agli shareholders ma a tutti gli stakeholders per creare e distribuire il valore in maniera equa. Noi consideriamo di fondamentale importanza mantenere una relazione costante e solida con i nostri stakeholder, un rapporto basato su relazioni stabili e durature. Il dialogo è pertanto un momento essenziale per il Gruppo al fine di soddisfare le loro esigenze, aspettative e richieste e allo stesso tempo creare valore sostenibile e affrontare le sfide e i cambiamenti dello scenario in cui l’azienda opera”.

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Come si fa a generare questo valore? “È chiaro che questo nuovo valore da condividere nell’azienda deve arrivare da qualche parte altrimenti può sembrare che la sostenibilità rappresenti solo un costo senza nessun beneficio. E allora ci troviamo di fronte ad una problematica di metriche. È indispensabile distribuire il valore tra tutti i soggetti coinvolti. Se si riesce a distribuire in maniera più equa si accontenta tutti, ci sono più soldi nelle tasche dei consumatori. Nelle affiliazioni non bisogna mai dimenticare che anche i nostri dipendenti e affiliati sono dei consumatori. Solo così, attraverso una riorganizzazione che tenga conto di stakeholder e shareholders il mercato può ripartire perché è importante guardare oltre: la crisi deve rappresentare un’opportunità”. Per entrare un po’ nel dettaglio, come la sostenibilità va a distribuire questo valore? “Questa è la mia grande sfida tra il 2021 e il 2022. Oggi non si deve parlare più di mission aziendale, ma di purpose, lo “scopo”, in senso più ampio, “la ragione per cui qualcosa esiste”. Per le aziende ed i brand rappresenta l’insieme di idee, valori e propositi che ne caratterizzano l’essenza.

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Conoscere il proprio ‘perché’ è fondamentale per poter costruire attorno tutto il resto. Esplicitare il purpose di un brand significa esprimere la propria vision, non soltanto in termini economici e commerciali, ma anche a livello di cultura aziendale in senso ampio. Qual è l’idea di società che l’azienda vuole contribuire a creare? Quali sono i valori che condivide? I brand, oggi, non possono più essere distanti dalla vita delle persone e dalle questioni che i loro potenziali clienti reputano importanti e su cui dibattono quotidianamente. E’ necessario che i brand prendano posizione anche su temi etici e di rilevanza sociale. Il Purpose è una delle principali leve di differenziazione di un brand rispetto ad un altro. Da qui la consapevolezza di creare dei veri K.P.I per la sostenibilità (Key Performance Indicator o KPI - indice dell’andamento di un processo aziendale) da condividere nel piano strategico e industriale così da misurare, grazie a delle metriche di valutazione specifiche, come la sostenibilità è in grado di generare valore all’intera filiera. Se si ha la capacità di individuare pochi ma buoni K.P.I., si riesce a capire come la sostenibilità vada a distribuire questo nuovo valore. Per fare un esempio concreto, io all’interno della mia azienda


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sto facendo un lavoro di PLM (Product Lifecycle Management), ma come faccio a misurare se questo lavoro crei veramente efficienza nell’intero processo di progettazione? E’ necessario verificare se effettivamente in questo processo ci siano stati tempi ridotti dall’inizio della progettazione fino all’arrivo al negozio oppure, ad esempio, quantità di prototipi inferiori perché ho accorciato i tempi. Il nostro Gruppo ha realizzato il primo bilancio di sostenibilità nel 2020, adesso l’obiettivo è la misurazione del contributo che la sostenibilità ha dato e continua a dare al nostro Gruppo. Stiamo implementando, sempre di più, le azioni del nostro piano di sostenibilità, articolato in sette impegni prioritari, per i quali sono state definite delle attività e degli obiettivi formalizzati attraverso la Carta della Sostenibilità, documento che definisce le linee guida e i principi del Gruppo rispetto alle aree di sostenibilità che impattano le persone, l’ambiente, la comunità, i clienti e i fornitori. Nella declinazione del Piano il Gruppo si allinea ai 17 Sustainable Development Goals (ESG) approvati nel settembre 2015 dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite all’interno dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile”.

In questo contesto quali sono le nuove esigenze dell’affiliato? Quali sono i K.P.I. che tiene in considerazione per valutare l’azienda da selezionare? “In tutti questi anni di lavoro, noi franchisor abbiamo avuto sempre due interlocutori: l’affiliato e il consumatore finale e quindi la fatica era doppia star dietro alle esigenze di tutti che spesso erano diverse. Il vantaggio del momento è che la platea è diventata unica e gli interessi di tutti coincidono. C’è molta più unità di intenti e finalmente tutti parliamo la stessa lingua perché gli interessi coincidono. Per quanto riguarda la selezione dell’azienda sicuramente l’affiliato valuta la presenza di un buon bilancio dell’azienda, il tema di convenienza economica e soprattutto la coerenza dell’azienda tra le azioni intraprese e ciò che comunica. Questo è garanzia di trasparenza e affidabilità. Se l’azienda è trasparente e affidabile nella comunicazione con il mercato e l’esterno sicuramente lo sarà anche con gli affiliati. E’ quindi fondamentale per un’azienda saper dare coerenza comunicativa tra quello che fa e quello che racconta così da esternalizzare il vero valore aggiunto ad entrambe le tipologie di clienti, l’affiliato investitore e il consumatore finale”.

Quali sono le prime riflessioni che arrivano dal primo bilancio di sostenibilità? “Noi da sempre abbiamo dato grande valore alla sostenibilità. Soprattutto con Yamamay che produce intimo, quindi il benessere è in primo piano, tanto da avvicinarci a questi temi già nel 2016. Oggi, per vendere di più, è diventato un obbligo. Due sono i parametri da prendere in considerazione: la finanza e il mercato. E proprio in questo contesto si inserisce la maggiore pressione e attenzione dal mondo finanziario e delle banche rispetto alle politiche di sostenibilità al fine di aumentare l’attenzione del top management sull’elaborazione di nuove strategie e metodologie di lavoro che tengano conto di questo aspetto. Il mercato richiede sicurezza e trasparenza e il nostro obiettivo è quello di allineare l’impegno del Gruppo sul rispetto dei diritti delle persone, dell’ambiente e della collettività con il comportamento e le azioni di tutti gli stakeholder di Pianoforte, definendo così una linea guida per l’agire quotidiano che possa creare valore condiviso”.

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Cosa pensa se ad un brand sostenibile venisse attribuito un bollino che ne certifica il valore? “Penso sia un’ottima idea perché il bollino dà un senso di appartenenza, una certificazione autorevole esterna all’azienda che ogni brand vorrebbe avere”. Cosa ci riserva il futuro… E lei come guarda al futuro? “Mi piace ricordare un concetto espresso da Ursula

GLOSSARIO GLOSSARIO E.S.G. (Environmental, Social e Governance) Le tre lettere dell’acronimo ESG si riferiscono alle parole inglesi: Environmental, che riguarda l’impatto su ambiente e territorio; Social, che comprende invece tutte le iniziative con un impatto sociale; Governance, che riguarda aspetti più interni all’azienda e alla sua amministrazione. L’acronimo fa riferimento ad un innovativo metro di valutazione delle imprese e delle organizzazioni. Inquadrato nell’ambito della finanza sostenibile, il ranking prodotto sulla base dei criteri accennati permette di misurare la capacità delle aziende di aderire a quegli standard considerati imprescindibili per uno sviluppo sostenibile dell’imprenditoria del futuro. K.P.I. (Key Performance Indicator) K.P.I. è un acronimo comunemente utilizzato per identificare gli indicatori chiave di prestazione di un’attività che consentono di valutare l’andamento di una determinata attività in funzione degli obiettivi prestabiliti. Generalmente compaiono nei piani di comunicazione o nei bilanci annuali e vengono utilizzati per valutare tutte quelle azioni che contribuiscono a determinare il successo o l’insuccesso di un’iniziativa. Per essere efficaci, i K.P.I. devono essere significativi per le misurazioni che si vogliono ottenere; quantificabili ovvero misurabili con i dati che si hanno a disposizione; continuativi ovvero devono poter essere misurati con una certa periodicità. PLM (Product Lifecycle Management) PLM è un acronimo utilizzato per indicare le attività messe in atto per la gestione di un prodotto in tutte le sue fasi di vita,

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von der Leyen, quando si è insediata nel 2018. Diceva che la sopravvivenza è il successo delle aziende che sapranno interpretare al meglio la transizione digitale e ambientale. La transizione ambientale si concretizza, sicuramente, attraverso la sostenibilità che non è una vocazione, ma è una strada per emergere”.

dall’ideazione e sviluppo, al lancio nel mercato fino alla fase di maturità e declino. Il PLM è una soluzione che aiuta l’azienda a gestire in maniera ottimale tutte le informazioni e i dati sui propri prodotti in chiave dinamica e non statica per assicurare all’azienda una visione completa ad esso riferita. STAKEHOLDERS E SHAREHOLDERS Gli stakeholders di un’impresa vengono identificati nei soggetti terzi portatori di interessi – rispetto ai prodotti, servizi e allo stato e benessere dell’impresa – verso l’attività dell’impresa. Un esempio sono i clienti, i fornitori, gli investitori, i dipendenti dell’impresa e la comunità di riferimento che nutrono un qualsiasi tipo di interesse verso l’attività e i risultati della stessa. Gli shareholders, invece, sono gli azionisti dell’impresa ovvero coloro che possiedono quote di capitale e che, quindi, hanno un interesse azionario. Ciascun soggetto ha esigenze specifiche per cui l’obiettivo dell’impresa è cercare di soddisfare i bisogni di ciascun portatore di interesse. MISSION, VISION E PURPOSE La Vision identifica ciò che l’azienda vuole diventare in una prospettiva futura, ciò che vuole essere e diventare mentre la mission è la dichiarazione di intenti ovvero in che modo l’azienda intende realizzare – giorno per giorno – gli obiettivi espressi. La mission agisce quindi nel presente definendo gli strumenti e le metodologie per realizzare gli obiettivi futuri stabiliti nella vision. Il Purpose definisce il significato, la ragione per cui qualcosa esiste. Parlare di Purpose significa parlare di una nuova era del Marketing dove per le aziende è il punto di partenza per rendere il brand rilevante e necessario. Il purpose è insito nell’azienda e nella sua storia, è il “perché” del business che è in grado di influenzare tutti i processi decisionali e le attività.


MISURA LA SOSTENIBILITÀ 2021

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PER DARE VALORE ALLA TUA IMPRESA La sostenibilità è uno degli elementi chiave che determina le scelte degli investitori. Per questo motivo WM Capital estende i propri servizi di consulenza e comunicazione in ottica di Sviluppo Sostenibile definendo specifici parametri valutativi oltre che metodologie di comunicazione per incrementare la qualità delle reti e di conseguenza le vendite PER MAGGIORI INFORMAZIONI consulting@wmcapital.it / www.wmcapital.it


L’argomento del Mese

E-COMMERCE

QUALE RAPPORTO E QUALI CONFLITTI CON IL FRANCHISING AZ Franchising questo numero dedica il focus ad un argomento molto attuale e dibattuto. Si tratta dell’“E-Commerce”, la forma di commercio che attualmente ha il più alto tasso di crescita e che consiste nell’acquisto o nella vendita di prodotti mediante l’utilizzo di un’infrastruttura di rete. L’accelerazione dei canali on line, quindi, ha modificato modi, tempi e luoghi del retail e di conseguenza il modo di fare business. Se ne sente parlare continuamente e se per molti rappresenta ancora un meccanismo inusuale, per la maggior parte della popolazione è già diventato un’abitudine. Così, ad essere rivoluzionato è stato anche il concetto di fare impresa SOMMARIO

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Tipologie di commercio elettronico Tipologia e caratteristiche dei migliori canali pubblicitari per il commercio elettronico Marketplace Comparatori di prezzi Social Media ovvero Social Network Google: Attività SEO, AdWords e Google Shopping E-mail marketing

a cura di Mirco Comparini - Commercialista, Revisore Legale e Consulente al franchising • • • •

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Come l’E-commerce influisce nel franchising Caratteristiche delle vendite on line E-commerce e rete Esclusiva territoriale e commercio elettronico

a cura di Alessio Molinarolli - Avvocato


Fondamentale per il successo di un sito di commercio elettronico è la sua pubblicità

COME REALIZZARE UNA STRATEGIA DI RETE CONVENIENTE PER FRANCHISOR E FRANCHISEE In una rete di franchising, soprattutto nella decisione di operare in forma autonoma da parte del franchisee, è necessario analizzare gli aspetti amministrativi, autorizzatori e di gestione contabile e fiscale che sussistono tra le due figure dell’affiliazione

di Mirco Comparini - Commercialista – Revisore Legale – Consulente al franchising

Il boom del commercio elettronico ha portato molti operatori a focalizzare la loro attenzione su tale settore per valutarne i vantaggi e gli svantaggi rispetto ad un possibile sviluppo e adozione di tale canale di vendita. Nel settore del franchising il tema ha anche più aspetti e temi da approfondire, sia in termini contrattuali, di rapporti interni ed esterni, sia in termini aziendali e strategici, sotto l’aspetto commerciale. Tra i vari aspetti da considerare, tenuto conto che, a norma di legge, un franchisor non può impedire l’esercizio dell’e-commerce da parte di un franchisee, c’è proprio quello che quest’ultimo dovrebbe

attentamente valutare prima di operare in forma indipendente dalla rete, sempreché la rete autorizzi sotto altri punti di vista. Al fine di rendere più completa possibile l’analisi del tema di questo focus, vediamo una sintesi di vantaggi e degli svantaggi ricordando che fondamentale per il successo di un sito di commercio elettronico è la sua pubblicità (ovvero il fatto che esso sia conosciuto dal maggior numero di utenti del web). Già questo aspetto dovrebbe far riflettere il franchisee nella sua scelta, ma anche il franchisor nel predisporre una strategia di rete conveniente per tutti gli aderenti.

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TIPOLOGIE DI COMMERCIO ELETTRONICO A seconda delle modalità di vendita e della tipologia di prodotti si distingue fra: • commercio elettronico indiretto (off line): riguarda la cessione di beni materiali visionabili su un catalogo on line nel quale vengono descritte le caratteristiche merceologiche dei beni, il prezzo, le modalità di consegna e di pagamento. A seguito dell’ordine il bene viene spedito o consegnato all’acquirente con i canali tradizionali (spedizione postale, vettore, corriere); il pagamento può avvenire o direttamente al momento dell’ordine in via elettronica (carta di credito o altri sistemi elettronici di pagamento) oppure alla consegna. In questo caso il commercio elettronico, salvo per la differente modalità di ordinazione dei beni acquistati, non si discosta dalle ordinarie altre forme di vendita; • commercio elettronico diretto (on line): riguarda la cessione di beni immateriali e servizi informatici forniti attraverso «Internet o una rete elettronica e la cui natura rende la prestazione essenzialmente automatizzata, corredata da un intervento umano minimo e, in assenza della tecnologia dell’informazione, impossibile da garantire». TIPOLOGIA E CARATTERISTICHE DEI MIGLIORI CANALI PUBBLICITARI PER IL COMMERCIO ELETTRONICO Marketplace Sono tali le grandi piattaforme on-line che propongono prodotti di ogni tipo (dall’elettronica, ad articoli per la casa, fino agli alimenti) e di brand differenti. I venditori possono affiliarsi al servizio e, quindi, mettere in vendita i propri articoli sui marketplace (tra i migliori si segnalano Amazon ed eBay). Tali canali risultano convenienti, in quanto prevedono esclusivamente il pagamento di una commissione sulle vendite effettuate (quindi, effettive) e consentono di beneficiare dell’afflusso degli utenti legati al marketplace.

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Comparatori di prezzi I comparatori di prezzi, diversamente da quanto accade per i marketplace, non mettono a disposizione uno spazio, ma raccolgono il catalogo di tanti siti di commercio elettronico affiliati, consentendo agli utenti di trovare il miglior prezzo ricercando un dato articolo. Il comparatore è uno strumento che permette al sito di commercio elettronico di avere una ulteriore vetrina con un basso investimento economico. I principali comparatori sono Kelkoo, Trova Prezzi, Twenga, Idealo. Social Media ovvero Social Network I social media permettono di intercettare il target e presentare l’azienda ad una grande quantità di persone, aumentando visibilità e costruendo una reputazione (si pensi a Facebook, Twitter, YouTube, ecc.).


OPPORTUNITÀ E VANTAGGI DEL COMMERCIO ELETTRONICO Per i clienti

Per le imprese

Nella generalità dei casi il prezzo on line è inferiore rispetto a quello dei negozi tradizionali.

dei costi di struttura e di gestione. •

Aumento dei profitti, grazie anche

Possibilità di acquistare i beni/servi-

all’eliminazione dei costi delle inter-

zi a livello globale, non più legati alla

mediazioni.

propria localizzazione geografica. •

Riduzione in maniera considerevole

Il brand dell’impresa può trovare gio-

Assenza di limitazioni di orari e aper-

vamento perché visibile da un mag-

ture: il negozio on line è aperto 24 ore

gior numero di potenziali clienti.

su 24 per 365 giorni l’anno.

La produzione è guidata sulla base

Comodità, velocità e risparmio di

Personalizzazione di prodotti/servizi

prodotti disponibili e di prezzi attra-

richiesti.

verso cataloghi on line.

tempo nell’acquisto.

Disponibilità di informazioni on line,

della domanda. •

aggiornamento costante dei dati con

to da un servizio clienti.

beneficio delle strategie di marke-

Libertà di scelta, quindi, senza condi-

ting. •

Attitudine ad un migliore servizio ai

Miglioramento della qualità dei servi-

Sviluppo di campagne promozionali.

zi di assistenza prima e dopo l’acqui-

Maggiore velocità nelle comunicazio-

ditori.

clienti.

sto effettuato.

ni con i clienti, soprattutto, a livello

Risposta più rapida ai bisogni con

internazionale.

conseguente riduzione dei tempi di

ricerca. •

Contatto diretto con i clienti, quindi,

maggiore se il sito on line è supporta-

zionamenti esterni da parte dei ven•

Aggiornamento in tempo reale di

Eliminazione delle frontiere dei mercati senza dover effettuare investi-

Maggiore possibilità di scelta, essendo possibile effettuare una compa-

menti particolari. •

razione immediata di un prodotto su

Possibile variazione dei prezzi in tempi strettissimi e anche più volte il

più siti on line.

giorno. •

Acquisizione di informazioni per ban-

Possibilità di analisi comportamenta-

che dati dei clienti. le dei consumatori.

ANTICIPAZIONI Nel prossimo numero I 10 ERRORI DA EVITARE IN UN CONTRATTO DI FRANCHISING 25


PRINCIPALI SVANTAGGI DELL’E-COMMERCE

Mancanza di contatto “fisico” con il pro-

effetto sull’aumento generale del fattu-

dotto: prima della consegna non è possi-

rato; possibili conflitti sul prezzo: i prezzi

bile provare o toccare con mano quanto

on-line tendono ad essere generalmente

acquistato.

più bassi di quelli praticati in altri canali,

Sono minori gli input da parte dei vendi-

perché beneficiano di costi primi minori

tori nella presentazione delle caratteristi-

e presentano margini inferiori rispetto a

che e qualità della merce.

quelli accettati dalle aziende tradizionali.

I tempi d’attesa per avere la disponibili-

I clienti ben difficilmente possono accet-

tà del prodotto acquistato sono tecnica-

tare prezzi differenziati per gli stessi pro-

mente più lunghi.

dotti venduti in canali diversi. Quindi, l’a-

A differenza del commercio tradizionale,

zienda solitamente è costretta ad allineare

nell’e-commerce devono essere sostenuti

i prezzi su tutti i canali.

anche i costi di spedizione, che, general•

mente sono a carico del cliente.

cidano di avviare attività commerciali on

Scarsa fiducia sia dei siti di commercio

line (e quindi aprirsi al pubblico) potreb-

elettronico sia degli strumenti di paga-

bero perdere partner commerciali che non

mento on line.

accettano che il proprio fornitore di pro-

Per le imprese che hanno adottato una

dotto diventi concorrente diretto.

strategia “multichannel” (sia vendita on

di una possibile cannibalizzazione tra canali ovvero la redistribuzione delle vendite tra canali diversi con nessun/scarso

Google: Attività SEO, AdWords e Google Shopping Affinché un sito di commercio elettronico abbia un buon successo deve essere ben posizionato sul motore di ricerca Google. A tale scopo dovranno essere poste in essere buone attività SEO (cioè l’insieme di strategie e pratiche volte ad aumentare la visibilità di un sito Internet). Inoltre, Google con AdWords consente di rendere efficaci le campagne pubblicitarie del sito di commercio elettronico e, infine, Google Shopping (che è un comparatore di prezzi) fornisce molta visibilità su Google del proprio sito di commercio elettronico.

Possibile perdita del controllo sui canali di vendita.

line che tramite canali tradizionali):rischio

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Le imprese fornitrici di prodotti che de-

Alta concorrenza con operatori sviluppati in canali più “maturi”.


E-mail marketing Le attività di e-mail marketing sono tutte quelle azioni di comunicazione verso l’utente che presuppongono l’uso della posta elettronica, come i messaggi automatici o la newsletter. Tali modalità sono ancora utilizzate, sebbene trovino poco successo con i potenziali clienti. Oltre a quanto sopra ulteriori elementi di approfondimento per una decisione, una scelta, una strategia per come operare in una rete di franchising, soprattutto nella decisione di operare in forma autonoma da parte del franchisee, sono gli aspetti amministrativi, autorizzatori e di gestione contabile e fiscale che, sulla base dell’ampiezza del mercato, possono anche avere portate internazionale che, pertanto, devono essere presi in considerazione in termini di costi/benefici. Temi molto vasti e per i quali risulta impossibile farne una sintesi in un contesto ridotto. Un aspetto di particolare importanza è la normativa in tema di privacy, sicurezza e tutela. La gestione di uno shop on line è interessata da una serie di norme che possono scoraggiare l’imprenditore, ma un corretto adeguamento all’impianto normativo non solo scongiura il rischio di pesanti sanzioni, ma può generare anche un incremento della competitività.

Affinché un sito di commercio elettronico abbia un buon successo deve essere ben posizionato sul motore di ricerca Google Trattasi di rispettare e applicare concretamente (e non formalmente) anche disposizioni relative alla tutela dei consumatori, per i contratti conclusi al di fuori dei locali commerciali dove è riscontrabile una asimmetria dei rapporti con i clienti stessi,

Un aspetto di particolare importanza è la normativa in tema di privacy, sicurezza e tutela ma anche dei loro dati conservati e da proteggere. L’impalcatura normativa che interessa l’e-commerce spazia, quindi, dalla tutela del cliente come consumatore, ma anche come persona per i dati che possono non essere solo quelli anagrafici, ma anche di quei dati definiti dalla norma “particolari” (esempio, vendita di prodotti da sex shop o prodotti di carattere religioso o politico). In questi casi, l’applicazione della normativa necessita un rafforzamento con maggiori e specifiche misure di sicurezza per tutelare questi dati particolari. Ovvio, quindi, che il rispetto delle varie normative, non è solo necessario per evitare sanzioni, class action o, comunque, controversie da parte di consumatori o associazioni di categoria, ecc., ma si può tradurre (e si traduce) anche in un aumen-

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QUANTO E QUANDO CONVIENE L’E-COMMERCE dalla parte del commercialista

VIA LIBERA

PERICOLO

Mirco Comparini

Riduzione in maniera considerevole dei costi di struttura e di gestione. Aumento dei profitti, grazie anche all’eliminazione dei costi delle intermediazioni. Il brand dell’impresa può trovare giovamento perché visibile da un maggior numero di potenziali clienti. La produzione è guidata sulla base della domanda. Nella generalità dei casi il prezzo on line è inferiore rispetto a quello dei negozi tradizionali. Assenza di limitazioni di orari e aperture: il negozio on line è aperto 24 ore su 24 per 365 giorni l’anno. Maggiore possibilità di scelta, essendo possibile effettuare una comparazione immediata di un prodotto su più siti on line. Un corretto adeguamento all’impianto normativo non solo scongiura il rischio di pesanti sanzioni, ma può generare anche un incremento della competitività. Evitare sanzioni, class action o, comunque, controversie da parte di consumatori o associazioni di categoria.

to della competitività rispetto alla concorrenza, inclusa anche la velocità della risoluzione delle stesse, tanto che sempre più gestori di servizi e-commerce valorizzano le ODR (Online Dispute Resolution) per evitare e prevenire l’insorgere di contenziosi. Tutto questo non può che essere oggetto di attenta analisi in una rete di franchising, soprattutto

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Velocità della risoluzione delle clausole. Mancanza di contatto “fisico” con il prodotto: prima della consegna non è possibile provare o toccare con mano quanto acquistato. Sono minori gli input da parte dei venditori nella presentazione delle caratteristiche e qualità della merce. A differenza del commercio tradizionale, nell’e-commerce devono essere sostenuti anche i costi di spedizione, che, generalmente sono a carico del cliente. Scarsa fiducia sia dei siti di commercio elettronico sia degli strumenti di pagamento on line. Alta concorrenza con operatori sviluppati in canali più “maturi”. La gestione di uno shop on line è interessata da una serie di norme che possono scoraggiare l’imprenditore.

sulla opportunità di gestire tutto questo da parte del solo franchisor predisponendo una opportuna distribuzione dei tanti vantaggi a favore dei franchisee, vantaggi non solo economici, ma anche operativi e gestionali.


Il processo di apertura alle vendite on line deve essere accompagnato da una scrupolosa attenzione tanto in fase di progettazione quanto in quella successiva di esecuzione

COME L'E-COMMERCE IMPATTA SUL FRANCHISING Per una rete franchising rappresenta sicuramente un’interessante opportunità per tutti i soggetti coinvolti, in quanto tale pratica contribuisce a incrementare la visibilità del brand, le occasioni di vendita, la distribuzione dei prodotti sul territorio e, così, la redditività di Franchisor e Franchisee

di Alessio Molinarolli - Avvocato, Studio Legale MCRK

Non è un segreto che il commercio elettronico, la cui disciplina nazionale, oramai prossima al compimento del ventesimo anno di età, risale al d. lgs. 70/2003, rappresenti un fattore determinante per molte imprese e, in ogni caso, un elemento da tene-

re in considerazione per compiere analisi di mercato o assumere decisioni strategiche. E’ anche naturale che questo fenomeno, la cui espansione in termini quantitativi ha interessato e interessa per lo più il commercio al dettaglio, si

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intrecci in modo pressoché inevitabile con le attività commerciali esercitate da numerose reti di franchising e finisca per condizionare le stesse logiche distributive poste alla base di esse. Il pensiero corre, ovviamente, alle tecniche ed alle modalità di vendita, al trattamento dei dati personali, all’omogeneità di comportamenti all’interno della rete, per interessare, infine, i temi dell’esclusiva territoriale e della concorrenza intrabrand. Già ad una prima analisi emerge come, considerati questi aspetti, l’e-commerce per una rete di franchising rappresenti sicuramente un’interessante opportunità per tutti i soggetti coinvolti, in quanto tale pratica contribuisce a incrementare la visibilità del brand, le occasioni di vendita, la distribuzione dei prodotti sul territorio e, così, la redditività di Franchisor e Franchisee; al tempo stesso, però, è necessario che il processo di apertura alle vendite on line sia accompagnato da una scrupolosa attenzione tanto in fase di progettazione quanto in quella successiva di esecuzione. CARATTERISTICHE DELLE VENDITE ON LINE Le differenze rispetto alla tradizionale tecnica di vendita sono notevoli e permettono di godere di notevoli vantaggi. Significative sono anche le conseguenze in termini giuridici. In primo luogo, la vendita on line è una vendita a distanza. Questo significa che le parti del contratto, venditore e compratore, si trovano in luoghi di-

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versi. A causa di questa situazione di fatto, l’ordinamento giuridico, non solo nazionale ma addirittura europeo, considera sfavorevole per il consumatore questa forma di vendita: l’acquirente, infatti, non vede il prodotto direttamente, non lo può “testare”, non ne può cogliere, quindi, quelle caratteristiche che richiederebbero una presenza contestuale e una certa attivazione sensoriale (si pensi alla verifica del pregio o del comfort di un tessuto o alla vestibilità di un indumento).

Le vendite a distanza devono necessariamente essere accompagnate da garanzie. Tra queste quella della trasparenza e dell’informazione precontrattuale Non solo. Le tecniche di vendita a distanza possono determinare il cliente all’acquisto, sfruttando impulsi e dinamiche diversi rispetto alla vendita tradizionale. Si pensi, per fare un esempio, al modo in cui parole, immagini e, talvolta, suoni possono essere combinati per veicolare più efficacemente il messaggio pubblicitario oppure, e soprattutto, alle tecniche di profilazione on line, che consentono di indirizzare al consumatore messaggi promozionali mirati sulla base dei suoi specifici interessi, acquisiti in precedenza attraverso campagne di raccolta lead o, più semplicemente, attraverso cookies di profilazione. Per quanto appaia scontato, è utile sottolineare che tali tecniche sarebbero pressoché inattuabili in una normale vendita in presenza. Per questa ragione il legislatore pretende che le vendite a distanza siano accompagnate da alcune garanzie. Tra queste va menzionata quella di trasparenza e informazione precontrattuale, di modo che sia assicurato che l’acquirente disponga, prima


dell’acquisto, di tutte le informazioni sulle caratteristiche del prodotto o servizio che si accinge ad acquistare. In secondo luogo, occorre menzionare il diritto di ripensamento che la legge inderogabilmente attribuisce al consumatore che acquista a distanza e che, in sostanza, gli attribuisce il potere di recedere dal contratto di vendita, restituendo la merce e vedendosi restituire il prezzo pagato, entro 14 giorni dalla consegna. Per quanto il diritto di ripensamento sia diversamente modulabile in base ad alcune eccezioni e, soprattutto, al fatto che la vendita abbia ad oggetto beni o servizi, resta il fatto che la sua stessa esistenza può incidere non solo sulle tecniche di vendita, ma, per fare un esempio, anche sulla politica dei resi. La coesistenza di e-commerce e vendita tradizionale, inoltre, è idonea ad incidere sulla gestione del magazzino e sulla verifica delle giacenze (ad esempio un prodotto potrebbe risultare presente a magazzino e acquistabile dal cliente on line, salvo il caso di essere venduto nel negozio “fisico” alcuni secondi prima della chiusura dell’operazione e non essere magari nel frattempo più disponibile). Un altro aspetto di non secondaria importanza riguarda il fatto che, a differenza della vendita tradizionale, dove il cliente è e rimane in linea di massima anonimo, in quella a distanza egli deve essere per definizione identificato. Ciò comporta la necessità di eseguire operazioni di trattamento dei suoi dati personali e di farlo in modo lecito e rispettoso delle previsioni imposte dal Reg. UE 2016/679 (GDPR) e dalla normativa nazionale, a maggior ragione nel caso in cui il sito internet preveda la possibilità di eseguire trattamenti ulteriori come l’invio di newsletter e di comunicazioni di carattere commerciale (marketing diretto o indiretto). Tutti questi aspetti mettono in luce la necessità che ogni e-commerce venga realizzato nel rispetto delle citate normative e che, quindi, quanto meno sia dotato di informazioni precontrattuali sui prodotti e di condizioni di vendita chiare e facilmente comprensibili (oltre che rispettose della disciplina imposta dal Codice del Consumo, d. lgs. 206/2005), che sia strutturato in modo tale da eseguire le operazioni di trattamento dei dati personali in modo lecito e fornisca agli utenti interessati le informazioni richiesta dalla legge al riguardo.

Un sistema di e-commerce attuato all’interno di una rete di franchising deve essere attentamente valutato, fattore capace di contribuire allo stesso successo della rete ma al tempo stesso in grado di incidere su delicati equilibri tra le parti

E-COMMERCE E RETE In un precedente numero si è già trattato della clausola di esclusiva territoriale nel contratto di franchising e della necessità che in ogni caso il Franchisor gestisca in modo equilibrato e secondo il principio della buona fede la distribuzione degli affiliati sul territorio. In generale, è evidente che un sistema di e-commerce attuato all’interno di una rete di franchising debba essere attentamente valutato, in quanto fattore capace di contribuire allo stesso successo della rete ma al tempo stesso in grado di incidere su delicati equilibri. Un primo riferimento obbligatorio è rappresentato dall’art. 3, comma 4, lett. c) della legge 129/2004, che prevede l’obbligo di specificare nel contratto “l’ambito di eventuale esclusiva territoriale sia in relazione ad altri affiliati, sia in relazione a canali ed unità di vendita direttamente gestiti dall’affiliante”. La previsione apre molti spunti di riflessione. In primis, va evidenziato che essa fa riferimento non solo alle unità ma anche ai canali di vendita e sicuramente l’e-commerce è tale. La norma precisa, però, che i canali di vendita rilevanti siano quelli direttamente gestiti dall’affiliante, con ciò riferendosi alla sola ipotesi in cui sia l‘Affiliante a svolgere in proprio l’attività di vendita attraverso il commercio elettronico.

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Questa semplice descrizione mette però in luce l’ulteriore complessità della questione, se si considera che a gestire direttamente un sito di e-commerce potrebbe non essere l’affiliante ma, per ipotesi, un affiliato. Nel primo caso, ove sia stata pattuita un’esclusiva territoriale, secondo la quale, ad esempio, l’Affiliante si sia impegnato a non concedere ulteriori affiliazioni e a non procedere ad aperture dirette nella zona, un sistema di vendite on line realizzate dall’affiliante stesso che vada a intercettare clientela in quello stesso territorio, potrebbe in alcuni casi costituire violazione del patto ed essere motivo di contenzioso. Per questo motivo, oltre ad accurate previsioni contrattuali, è bene che siano previsti meccanismi compensativi o di collaborazione tra affiliante e affiliato per le vendite realizzate nel territorio con questa modalità, ad esempio prevedendo la possibilità per l’utente di ritirare la merce presso l’affiliato e prevedendo un corrispettivo per tale servizio. Diverso sembra essere il caso delle vendite on line compiute da un affiliato nella zona di esclusiva di un altro. A questo proposito, va considerato che secondo le Linee Guida sulle Restrizioni Verticali emanate dalla Commissione Europea nel 2010 per supportare gli operatori nell’attuazione della complessa normativa antitrust prevista dall’art. 101 TFUE

(Trattato sul funzionamento dell’Unione Europea) e dal Regolamento UE 330/2010 in linea generale, e con alcune eccezioni, il commercio elettronico deve essere considerato come una forma di vendita passiva, cioè una vendita non sollecitata, alla stregua di una vetrina davanti alla quale chiunque può soffermarsi decidendo di entrare ed acquistare.

L’affiliante ha facoltà sull’affiliato di imporre prescrizioni che riguardano le grafiche, l’utilizzo del Marchio e dell’immagine della rete Data tale natura, l’apertura di un sito di e-commerce da parte dell’Affiliato non può essere di per sé vietata dall’Affiliante, dovendosi considerare nulla la relativa clausola. Certamente, tuttavia, l’Affiliante avrà facoltà di imporre determinate prescrizioni che riguardano ad esempio le grafiche, l’utilizzo del Marchio e dell’immagine della rete, essendo in gioco l’uniformità della stessa e l’utilizzo della formula commerciale.

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Un’equilibrata considerazione di questi elementi a parere di chi scrive porta a considerare che l’eventuale “violazione” dell’esclusiva territoriale dell’affiliato da parte di un altro che operi autonomamente attraverso un proprio sito di e-commerce non possa di per sé sola costituire un illecito imputabile all’affiliante, non essendo possibile per quest’ultimo vietare tale attività. Infine, le logiche di distribuzione della rete sul territorio, unite ai requisiti richiesti dalle norma-

tive di riferimento per l’attuazione delle vendite on line, sembrano suggerire l’opportunità che sia lo stesso franchisor a mettere a disposizione degli affiliati strumenti e servizi utili all’esercizio uniforme dell’attività nelle forme del commercio elettronico, ad esempio facendosi promotore di forme di collaborazione e/o di siti internet “generali” e offrendo così agli affiliati ulteriore know-how e supporto pratico in termini di adeguamento normativo.

QUANTO E QUANDO CONVIENE L’E-COMMERCE dalla parte del legale

VIA LIBERA

PERICOLO

Alessio Molinarolli

L’e-commerce per una rete di franchising rappresenta un’interessante opportunità per tutti i soggetti coinvolti, in quanto tale pratica contribuisce a incrementare la visibilità del brand, le occasioni di vendita, la distribuzione dei prodotti sul territorio e, così, la redditività di Franchisor e Franchisee. Le differenze rispetto alla tradizionale tecnica di vendita sono notevoli e permettono di godere di notevoli vantaggi. Per quanto appaia scontato, è utile sottolineare che alcune tecniche e strategie di vendita sarebbero pressoché inattuabili in una normale vendita in presenza. In generale, è evidente che un sistema di e-commerce attuato all’interno di una rete di franchising debba essere attentamente valutato, in quanto fattore capace di contribuire allo stesso successo della rete. È necessario, però, che il processo di apertura alle vendite on line sia accompagnato da una scrupolosa attenzione tanto in fase di progettazione quanto in quella successiva di esecuzione.

È indispensabile che ogni e-commerce venga realizzato nel rispetto delle norme di legge e che, quindi, quanto meno sia dotato di informazioni precontrattuali sui prodotti e di condizioni di vendita chiare e facilmente comprensibili (oltre che rispettose della disciplina imposta dal Codice del Consumo, d. lgs. 206/2005), sia strutturato in modo tale da eseguire le operazioni di trattamento dei dati personali in modo lecito e fornisca agli utenti interessati le informazioni richiesta dalla legge al riguardo. Le logiche di distribuzione della rete sul territorio, unite ai requisiti richiesti dalle normative di riferimento per l’attuazione delle vendite on line, sembrano suggerire l’opportunità che sia lo stesso franchisor a mettere a disposizione degli affiliati strumenti e servizi utili all’esercizio uniforme dell’attività nelle forme del commercio elettronico, ad esempio facendosi promotore di forme di collaborazione e/o di siti internet “generali” e offrendo così agli affiliati ulteriore know-how e supporto pratico in termini di adeguamento normativo.

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/ L A P R O P O S TA /

Il modo facile per comprare la casa ideale realizzata su misura

CON PLAN BUY NON UN PRODOTTO, MA UN’ESPERIENZA DI ACQUISTO Intervista a Giuseppe Lovera, affiliato Plan Buy: “il cliente deve raccontare la casa dei suoi sogni, al resto pensa l’azienda. Inoltre, la costanza e l’impegno premieranno l’affiliato con risultati inaspettati e sicuramente piacevoli” ©Foto di Barbara Corsico

Giuseppe Lovera Affiliato Plan Buy

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Il metodo Plan Buy è sicuramente qualcosa di diverso dalla comune visione della realtà immobiliare. Offre si un prodotto finito, ma affiancato ad un’esperienza. “Proprio questa esperienza rende il prodotto unico – afferma l’architetto Giuseppe Lovera, affiliato Plan Buy - che porta il cliente in una dimensione di comfort che, nella ricerca di una casa, difficilmente viene riscontrata”.


/ L A P R O P O S TA /

Un business legato al settore immobiliare, ma che non ha nulla a che vedere con l’agenzia immobiliare pura. Qual è il valore aggiunto di Plan Buy? “PlanBuy, come ho accennato, non vende solo un prodotto, ma offre un’esperienza di acquisto. L’acquisto più importante della vita delle persone. Il livello di qualità del prodotto finito, grazie allo studio preliminare estremamente approfondito delle esigenze del cliente, è imparagonabile con qualunque altro immobile allo stato di fatto disponibile sul mercato. L’altro grande valore aggiunto, ed è questa la vera forza del brand, è la semplicità con cui il cliente vive l’intera esperienza: il suo unico impegno è quello di raccontare la casa dei suoi sogni, al resto pensa l’azienda”.

Un’affiliazione a costo zero. Con Plan Buy si può iniziare una attività imprenditoriale senza investimenti? “Dal punto di vista economico, assolutamente sì. Sarebbe riduttivo definire un inizio di attività imprenditoriale: PlanBuy, come tutte le professioni, richiede un investimento di tempo. Un investimento di tempo in cui sei protetto dai rischi che correresti da solo, con formazione, assistenza e esperienza diretta sul campo”.

Chi ricercate. Le caratteristiche dei vostri potenziali affiliati? “Il professionista PlanBuy è una persona che cura la propria professionalità fin dal primo giorno. Una persona che non ha paura di mettersi in discussione, che ha un obiettivo ben chiaro e che ha la forza di investire parte del suo tempo per un futuro professionale roseo, pieno di soddisfazioni ed estremamente dinamico. Il tempo, la costanza e l’impegno premieranno l’affiliato con risultati inaspettati e sicuramente piacevoli”.

Quali sono le caratteristiche principale dell’affiliazione. E come siete organizzati territorialmente? “PlanBuy opera con un metodo ben oliato e che garantisce un servizio efficiente. I professionisti che intendono affiliarsi dovranno imparare il metodo e applicarlo al fine di ottenere risultati nel modo più sicuro e veloce possibile. Territorialmente l’azienda non conosce confini. Il potenziale si estende a tutto il territorio nazionale con un buon mercato immobiliare che garantisca un turnover sufficiente di immobili su cui poter lavorare. Ogni professionista lavora a stretto contatto con i propri colleghi, accogliendo i clienti in ufficio e visitando con loro gli immobili, interfacciandosi con le agenzie immobiliari e gli enti riguardanti ogni aspetto dell’acquisto”.

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/ STORIA DI COPERTINA /

Con il franchising è stato realizzato un modello di business sostenibile, distintivo e altamente redditizio

THIS IS NOT A SUSHI BAR: LA PRIMA CATENA DI SUSHI DELIVERY DI QUALITÀ Intervista a Emanuele Scalera, Direttore Generale del brand: “la nostra formula di franchising è caratterizzata da un’attività semplice da aprire e gestire, attrattiva in termini di investimento e resa, supportata in ogni fase dalla Casa Madre, all’interno di un mercato in forte crescita su scala internazionale” ©Foto di Vincenzo Campisi

Nato in Toscana, professionalmente è cresciuto in Francia e Spagna. Nel corso della sua carriera è stato inizialmente Dottore commercialista e Revisore dei conti, poi Finance Manager, Country Manager e infine Direttore Generale e Amministratore Delegato. Un percorso lineare, che sicuramente è

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servito per migliorare e ampliare il suo sguardo d’insieme nell’approccio al lavoro. Stiamo parlando di Emanuele Scalera, Direttore Generale di This is not a sushi bar, la catena di Sushi Delivery che per prima, nel 2007, ha portato a Milano la consegna a domicilio della cucina giapponese di alta qualità.


/ STORIA DI COPERTINA /

Come e quando nasce la sua storia professionale con il brand? “Potremmo dire “amore a prima vista” nel 2019, caratterizzato da un feeling particolare con i soci che hanno saputo creare le migliori condizioni di lavoro per lo sviluppo del brand”. Una storia aziendale relativamente giovane ma sicuramente anticipatori di tendenze di mercato essendo i pionieri della consegna a domicilio della cucina giapponese di alta qualità… “This is not a sushi bar nasce oltre 13 anni fa, nel corso degli anni il numero di negozi cresce e il brand si afferma grazie all’impiego di materie prime di qualità, un menù vario e una comunicazione accattivante, facendo breccia nel mercato milanese. Sin dagli inizi abbiamo anticipato due importanti tendenze di mercato, all’epoca non così evidenti, ma oggi chiaramente vincenti: la crescita esponenziale del consumo di sushi e, più in generale, di cibo asiatico, e la comodità di farlo arrivare velocemente a casa dei nostri clienti, grazie alla nostra flotta di consegnatori e ai delivery partner. Avere 13 anni di lavoro ed esperienza alle spalle, ci ha dato un vantaggio - accentuato sicuramente dall’emergenza sanitaria ed economica causata dal Covid-19 nella progettazione della nascente rete Franchising di Sushi Delivery: avevamo già internamente gli strumenti per far fronte a questo nuovo mercato, e ci siamo mossi velocemente nel corso della crisi”.

Emanuele Scalera Direttore Generale This is not a sushi bar

Identità e valori che hanno guidato e guidano la vostra azienda… “I brand values che hanno contraddistinto il rebranding, e, conseguentemente, il lancio della rete Franchising, sono la sostenibilità, l’inclusività, il valore per il tempo, la cura dei dettagli e la libertà. Li perseguiremo attivamente attraverso partnership di valore con aziende che condividono la nostra stessa visione di business. Due esempi, che credo siano utili per far capire quanto il nostro impegno sia forte in questo senso: siamo un’azienda socialmente responsabile sotto ogni aspetto, e lo dimostriamo aderendo a tre dei diciassette obiettivi ONU dell’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile. La sostenibilità non è uno slogan, ma il valore fondante del nuovo Franchisor e di ogni nuovo affiliato. Questa è una caratteristica da tenere in considerazione in termini di brand awareness e successo, poiché oltre un terzo dei clienti considera la sostenibilità un fattore decisivo nel momento dell’acquisto, importante quanto la qualità e il prezzo. Un altro esempio: il nostro nuovo packaging sarà interamente in materiale riciclabile, dalle vaschette alle bacchette, passando per il sacchetto di consegna ai contenitori di salse e zuppe. Non useremo più la plastica, e comunicheremo alla nostra community

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/ STORIA DI COPERTINA /

il perché di questa scelta, affinché ne capiscano il valore e, perché no, seguano il nostro esempio”. Ad oggi quanti punti vendita ci sono e in quali città si trovano? “I punti vendita sono quattro, tutti a Milano, in altrettante zone strategiche della città, per coprire l’intero territorio metropolitano. I punti vendita sono sui Navigli (in via Ascanio Sforza 55), in zona De Angeli (via Raffaello Sanzio 27), zona Porta Romana (via Lazzaro Papi 6) e infine zona Porta Venezia (via Casati 1)”. Un vero format tanto da pensare al franchising. E il franchising come si inserisce nell’evoluzione del brand? “Attraverso il Franchising, vogliamo dare la possibilità, a nuovi e potenziali imprenditori anche molto differenti tra loro, di realizzare un’attività commerciale che sia replicabile su tutto il territorio nazionale, caratterizzata da un modello di business sostenibile, distintivo e altamente redditizio. Questo significa, innanzitutto, far crescere la rete Franchising toccando le maggiori città italiane, come ad esempio i capoluoghi di provincia, con un bacino di utenza di minimo 50.000 abitanti. La ricerca dei franchisee è partita da circa un mese e la risposta del mercato è stata decisamente buona: sono molte le persone che ci hanno contattato in questi 30 giorni, alcune fortemente interessate ad aprire il proprio punto vendita nel giro di 3 mesi, o anche meno. Significa che il format è quello giusto, al momento giusto”.

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Organizzarsi in rete rappresenta sicuramente un vantaggio per l’azienda. Quali sono i vantaggi del vostro franchising? “Come dicevo, This is not a sushi bar gode di un’ottima brand awareness sul mercato milanese: ci siamo contraddistinti nel corso di questi 13 anni per il format ed il concept, il mood internazionale e una spiccata attenzione al cliente. Tutto questo, vale a dire la nostra storia, è la base su cui abbiamo deciso di costruire la nuova rete Franchising, facendo tesoro dell’esperienza e del know-how del passato. Oggi, al seguito del nuovo assetto societario e del cambio di management, la formula di franchising prevista da This is not a sushi bar è caratterizzata da un’attività semplice da aprire e gestire, attrattiva in termini di investimento e resa, supportata in ogni fase dalla Casa Madre, all’interno di un mercato in forte crescita su scala internazionale. La nostra è una formula “chiavi in mano”, ideata e testata per semplificare e ottimizzare la gestione del business e comprende la ricerca della location, la direzione e l’esecuzione dei lavori edili per ogni punto vendita, l’allestimento del negozio, la formazione del team, l’assistenza organizzativa, il sistema gestionale per ordini, vendite e magazzino, i controlli di sicurezza e audit,il supporto informatico, un processo di customer care dedicato e, ultimo, ma non ultimo, marketing e comunicazione centrali, a supporto delle vendite. Così facendo, manteniamo il controllo della filiera produttiva, garantendo sempre una selezione di partner di certificata qualità. Il nostro concept è quindi assolutamente replicabile sull’intero territorio


/ STORIA DI COPERTINA /

nazionale, progettato per raggiungere un’ottima resa al mq e ideato per assicurare l’ottimizzazione dei processi di preparazione e vendita, sotto forma di Food Delivery e Take-Away”. L’evoluzione e l’accelerazione del delivery, dovuta anche al momento storico, sicuramente non vi ha trovato impreparati. Ma per riuscire a stare dietro a questa marcia repentina quali sono i consigli che vi sentite di dare per invogliare un futuro affiliato a scegliere proprio This is not a sushi bar? “Verissimo, la pandemia ha modificato le modalità di consumo di tutti noi, basti pensare che nella primavera del 2020 il digital food delivery ha servito il 100% delle città con più di 50.000 abitanti e il 66% degli italiani, vale a dire circa 40 milioni di persone. Il 2020 è quindi stato l’anno di svolta per il Food Delivery, che si è affermato come servizio essenziale agli occhi degli italiani. Aggiungo altri dati, ancora incoraggianti: secondo l’Osservatorio eCommerce B2C del Politecnico di Milano il valore degli acquisti di food delivery in Italia nel 2020 è stato pari a 863 milioni di euro, vale a dire +46% rispetto al 2019. Ma non solo: la previsione per il 2021 è di circa 1 miliardo. La cucina giapponese si conferma sul podio delle tipologie più ordinate sulle App Delivery, mentre la poké è il food trend del momento, con +133% di crescita di richieste. I numeri parlano da soli: lo scenario in cui ci stiamo muovendo rappresenta un’opportunità di business molto valida, ed è la carta vincente per affrontare non solo il presente, ma soprattutto gli sviluppi futuri del settore ristorazione, con la possibilità di attingere ad un ampio bacino di clienti, sempre più ricettivo”.

Per concludere due domande: Progetti futuri per il brand? “Il primo è temporalmente vicino, il secondo ha invece un orizzonte più lontano, ma sempre raggiungibile. Per entrambi, procediamo sempre un passo dietro l’altro, perché la programmazione è la chiave di una storia di successo. Innanzitutto, in questo anno vogliamo consolidare una storia imprenditoriale di successo, e gettare le basi per la nuova rete di franchisee, che deve essere solida e agile allo stesso tempo. Crediamo fortemente che il successo è tale solo se condiviso con la nostra rete. Dalla nostra, abbiamo i fatti che, ancora una volta, valgono più di molte parole: This is not a sushi bar rappresenta una realtà ormai riconosciuta e riconoscibile nel contesto milanese, quello in cui siamo nati, e sono certo che il cambio di assetto societario e di identità visiva saranno le leve giuste per crescere, al di fuori della nostra città natale. Il secondo progetto è sicuramente più ambizioso e sfidante: diventare la prima e più diffusa rete franchising di Sushi Delivery italiana interamente digitalizzata in ogni suo aspetto, per contribuire attivamente allo sviluppo di un modello di crescita economica semplice e inclusiva, e migliorare la qualità delle scelte gastronomiche della comunità in cui lavoriamo”. Qual è la lezione più importante che la vita le ha insegnato? “Sono molte, ma ne scelgo una che si è dimostrata utile sempre, sia nella vita privata sia in quella professionale: l’importanza di avere un piano B, vale a dire essere pronto e reattivo di fronte ai possibili – direi quasi inevitabili – cambiamenti di rotta e ostacoli”.

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/ N U O V E S T R AT E G I E /

Come scegliere uno dei partner più importanti per lo sviluppo della propria impresa

IL CONCETTO DI BANCA COME FORNITORE La scelta deve avvenire sulla base di conoscenze fondamentali del mercato del credito ma prima di tutto dell’azienda stessa; cosa ero, cosa sono, chi mi ha aiutato ad essere ciò che sono, cosa voglio diventare e chi è in grado di aiutarmi nel “percorso finanziario” che l’azienda ha di fronte

Di

Roberto Colavecchio Ratinglab srl - www.ratinglab.eu

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L’istituto di credito non è altro che un fornitore di denaro e di servizi ad esso collegato; il ruolo della banca, quindi, è assolutamente fondamentale in quanto, per quasi la totalità delle attività imprenditoriali, altamente strategico. Partendo da questa definizione è fondamentale però evidenziare come per l’impresa la scelta del partner bancario debba essere comunque condotta con cognizione e consapevolezza. Nella selezione di un fornitore d’impresa “classico” (materie prime, componenti, servizi, ecc.) l’impresa valuta aspetti come il pricing, i tempi di pagamento e di


/ N U O V E S T R AT E G I E /

consegna della merce, la qualità del prodotto-servizio, la strategicità della specifica fornitura nel più complesso quadro aziendale, la storicità del rapporto e magari perché no, la reputation dimostrata nel corso del tempo. Quelle elencate sono analisi che specularmente si dovrebbero fare nella scelta e nella valutazione periodica dei partner finanziari ma che spesso invece sono del tutto trascurate dalle imprese e messe in secondo piano rispetto alla primaria esigenza di avere la quantità di denaro richiesta. Ma come districarsi nella scelta della controparte bancaria? La soluzione migliore oggi è partire dagli istituti già affidanti presso cui esiste già un rating interno dell’azienda. È necessario però sempre sapere: • • • • •

La scadenza di tutte le eventuali linee a breve; L’esistenza, ed anche in questo caso la scadenza, delle eventuali linee temporanee; Eventuali rate/canoni che risultassero scaduti e impagati (nel caso ve ne fossero chiederne il dettaglio: la data di scadenza e l’importo); Il rating interno attribuito alla società; Gli importi accordati e le condizioni economiche applicate per ogni singola linea.

Questi aspetti sono da valutare molto attentamente e da pesare in maniera corretta. Non sempre condizioni economiche apparentemente svantaggiose devono implicare valutazioni negative; parallelamente un costo del denaro medio

È necessario sempre analizzare prima di tutto la metodologia di misurazione di rischio adottata dalla banca referente

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basso non può costituire l’unica discriminante nella scelta e nella valutazione della banca. Qualora fosse necessario rivolgersi sul mercato è necessario sempre analizzare prima di tutto la metodologia di misurazione di rischio adottata dalla banca referente: • Base (o Standard); • Intermedio (o IRB Foundation); • Avanzato (IRB Advanced); evitando gli aspetti tecnici che stanno alla base delle tre macrocategorie vi basta sapere che più il sistema di misurazione del rischio è esperto, profondo, e ampio più questo premierà le aziende migliori e penalizzerà le peggiori. Nella quasi totalità dei casi la complessità metodologica di misurazione del rischio cresce di pari

passo al dimensionamento dell’istituto di credito. In quest’ottica è molto importante creare un panel di banche appartenenti a tutte le tre macrocategorie, capace di soddisfare al meglio le esigenze dell’azienda in qualsiasi momento; con una battuta si potrebbe dire “una banca per ogni stagione”, una banca che nei momenti di apparente crisi sappia non penalizzarmi oltremodo, e una banca che sappia invece premiarmi al meglio quando va tutto bene. Seguendo il filo logico potremmo estendere il ragionamento e affermare che bisogna evitare di limitarci ad una sola banca per ogni categoria;

Nella quasi totalità dei casi la complessità metodologica di misurazione del rischio cresce di pari passo al dimensionamento dell’istituto di credito meglio avere fornitori sostituibili fra loro, da far competere dando per assunto di base che hanno caratteristiche, tipologie di offerta e sistemi di valutazione comparabili… A questo punto ci accorgeremmo come il numero di banche dovrebbe essere almeno pari a 6, e come minimo 3. A queste aggiungiamo quei soggetti altamente specialistici, che fanno dell’eccellenza in determinate operazioni il cuore della loro attività (factoring, leasing, ecc..). Man mano che si sviluppa il discorso ci si rende sempre più conto di come un’analisi puntuale del tema debba essere necessariamente condotta sulla base di conoscenze fondamentali del mercato del credito ma prima di tutto dell’azienda stessa; cosa ero, cosa sono, chi mi ha aiutato ad essere ciò che sono, cosa voglio diventare e chi è in grado di

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/ N U O V E S T R AT E G I E /

aiutarmi nel “percorso finanziario” che l’azienda ha di fronte. La consapevolezza del tema è fondamentale perché i riflessi sono importantissimi, con effetti anche di lungo periodo, e con implicazioni a volte importantissime. Ultima, ma non per importanza, è la valutazione che l’impresa deve fare sulle scorte di magazzino che il proprio fornitore ha… continuando la similitudine sviluppata precedentemente, non sempre condizioni che sulla carta risultano essere buone devono comportare la scelta quasi obbligata di rimanere con quel fornitore. La battuta che descrive le banche come quei soggetti che prestano denaro solo a chi ne ha già a sufficienza è oggi più che mai specchio dei nostri tempi, e di un substrato di errate convinzioni che trascurano il fondamentale presupposto che le banche prestano il denaro solo quando…sono loro stesse ad averlo. Fino a pochi anni fa l’eccesso di offerta ha portato ad affidamenti facili e altamente rischiosi, il contesto attuale, diametralmente opposto, porta a conseguenze ben diverse dove le banche

Deve essere condotta un’analisi puntuale del tema sulla base di conoscenze fondamentali del mercato del credito ma prima di tutto dell’azienda stessa a volte “non prestano il denaro nemmeno a chi ne ha già”. Tutto questo solo per affermare ulteriormente l’importanza di selezionare più partner bancari, evitando il pericolo grave di avere come uniche banche soggetti a corto di liquidità e incapaci quindi non tanto di valutare correttamente l’azienda in assoluto, ma pur valutandola di non poter rispondere alle sue esigenze finanziarie.

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/ LE SCHEDE /

Istruzioni per orientarsi tra le schede di AZ Franchising, elencate in ordine alfabetico e indicando l’investimento iniziale minimo. Nella prima fascia (fino a 20mila euro) abbiamo incluso anche anche i marchi che non prevedono altre spese iniziali se non quelle relative al diritto di entrata*.

pag. 45

Igi&Co

pag. 47

Primigi

pag. 45

Mammina

pag. 47

Primadonna Collection

pag. 46

Piazza Italia

pag. 48

This is not a sushi bar

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Piazza Italia Kids

* i dati pubblicati nelle schede sono forniti dai franchisor

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/ LE SCHEDE /

OFUMAPER LA VISO

via Ghiviznno di fon010 - Punti Punti ven (estero): 2

30MQ

MINIMO)

ZONA A PEDO-

200 AL NE E 000; E INIZIALE

matori per dalle preporto nella mento e arpersonale l merchantà di direct r ai clienti ionali.

o.it

CALZATURE, ABBIGLIAMENTO CALZATURE E ACCESSORI ED ACCESSORI Ragione sociale: Reda Retail S.p.a. - Gruppo IMAC Spa Indirizzo: Via Menocchia, 27 -63062 - Montefiore dell’Aso (AP) - Anno di fondazione attività: 2002 - Anno di partenza del franchising: 2012 - Punti vendita diretti: 3 - Punti vendita affiliati: 160 152

SERVIZI DI RISTORAZIONE Ragione sociale: Waterfront Srl - Indirizzo: Via Partenope, 15 80121 Napoli - Anno di fondazione: 2014 - Anno partenza franchising: 2020 - Punti vendita diretti: 4

COSA CERCHIAMO

COSA CERCHIAMO

FORMAT MAMMINA PIZZA&FRIES

SUPERFICIE MEDIA DEL P.V. (IN MQ):

DA 50 A 100

SUPERFICIE MEDIA DEL PUNTO VENDITA (IN MQ): DA 70 A 100

BACINO D’UTENZA:

DA 10MILA A 50MILA ABITANTI

BACINO DI UTENZA: A PARTIRE DA 50.000 ABITANTI

UBICAZIONE OTTIMALE:

CENTRO COMMERCIALE, CENTRO STORICO, VIE COMMERCIALI

ESPERIENZA NEL SETTORE:

NON RICHIESTA

PERSONALE RICHIESTO (COMPRESO IL TITOLARE):

ADDETTI DA 1 A 3

INVESTIMENTO INIZIALE:

DA ¤ 400 A ¤ 700/MQ

FATTURATO MEDIO ANNUO:

¤ 5.000/MQ

UBICAZIONE OTTIMALE: CENTRI COMMERCIALI E PRINCIPALI VIE COMMERCIALI PERSONALE RICHIESTO (COMPRESO IL TITOLARE): 5 ESPERIENZA NEL SETTORE: NON NECESSARIA INVESTIMENTO INIZIALE DA: 100.000€

COSA OFFRIAMO Prodotto Made in Italy. Margine garantito del 40%. Reso dell’invenduto. Riassortimenti online. Progettazione del punto vendita gratuita. Servizio di trainer e assistenza Visual Merchandising. Software di gestione gratuito. Comunicazione da leader nazionale in tv, radio, stampa, redazionali, affissioni. Iniziative per comunicare l’ope ning del negozio. Fidelity Card ed azioni di direct marketing con invio di sms e dem ai clienti fidelizzati.

COSA CHIEDIAMO

FATTURATO MEDIO ANNUO: 500.000€ FORMAT PIZZERIA E CUCINA SUPERFICIE MEDIA DEL PUNTO VENDITA (IN MQ): DA 200 A 300 BACINO DI UTENZA: A PARTIRE DA 50.000 ABITANTI UBICAZIONE OTTIMALE: PRINCIPALI VIE COMMERCIALI, CENTRO CITTÀ, LOCALITÀ TURISTICHE PERSONALE RICHIESTO (COMPRESO IL TITOLARE): 8 ESPERIENZA NEL SETTORE: GRADITA INVESTIMENTO INIZIALE DA: 300.000€ FATTURATO MEDIO ANNUO: 900.000€

FIDEJUSSIONE BANCARIA:

¤ 50.000

COSA OFFRIAMO

PAGAMENTO ARREDO/ ALLESTIMENTO:

LEASING

Mammina nelle sue due declinazioni, format ristorazione rapida e pizzeria e cucina genuina è il luogo dove riscoprire i sapori genuini della cucina di casa, o meglio, della casa di una mamma napoletana. Offriamo una formazione completa da Academy, software gestionali e di controllo, la selezione dei migliori prodotti e fornitori per un servizio ottimale a beneficio di affiliati e clienti finali.

FEE D’INGRESSO:

NESSUNA

ROYALTIES:

NESSUNA

DURATA CONTRATTO (IN ANNI):

6

COSA CHIEDIAMO FEE D’INGRESSO: 25.000€ (FORMULA MAMMINA PIZZA&FRIES); 40.000€ (PIZZERIA CON CUCINA)

Ufficio sviluppo Tel. 0735-99241 e-mail: info@redaretail.com web: www.igieco.it

ROYALTIES:

5% DEL FATTURATO NETTO

DURATA DEL CONTRATTO (IN ANNI):

5

Responsabile Franchising +39 333 666 6622 email: franchising@mammina.com web: www.mammina.com

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HEDE /

/ LE SCHEDE /

/ LE SCHEDE /

ABBIGLIAMENTO VENDITA DI OCCHIALI DA VISTA, DA SOLE, LENTI A CONTATTO, Ragione sociale: Piazza Italia S.p.a. - Indirizzo: Palazzina Piazza Italia - Interporto CampanoACCESSORI di Nola, Lotto D1 LIQUIDI E SOLUZIONI, - 80035 Nola (Na) - Anno di fondazione attività: 1993

STA, TA, TO, O, e leazioSORI SORI

1997 418 .406 MazMazdita no di o di lfranfranendita ndita Punti Punti

ABBIGLIAMENTO, CALZATURE E ACCESSORI BAMBINO/A 0-14 ANNI Ragione sociale: Piazza Italia S.p.a. - Indirizzo: Palazzina Piazza Italia - Interporto Campano di Nola, Lotto D1 - 80035 Nola (Na) - Anno di fondazione attività: 1993 - Partenza del franchising progetto kids: nov. 2011 - Punti vendita diretti con reparto kids: 150 - Punti vendita affiliati con reparto kids: 103 106 - Punti vendita affiliati all’estero con reparto kids: 39 40

- 80035 Nola (Na) - Anno di fondazione attività: 1993 - Anno di partenza del franchising: 2008 - Punti vendita Ragione sociale: NAU Spa - Indirizzo: via S. e P. Mazdiretti: 161 161 160 -- Punti Punti vendita vendita affiliati affiliati in in Italia: Italia: 126 83 - Punti zucchelli, 7 - 21043 - Castiglione Olona (Va) 125 - Anno di vendita affiliati all’estero: 48 55 fondazione attività: 2004 50 - Anno di partenza del franchising: 2007 - Punti vendita totali: 167 - Punti vendita COSA CERCHIAMO COSA CERCHIAMO diretti: 91 - Punti vendita affiliati in Italia: 60 - Punti vendita all’estero: 16 PUNTO VENDITA:

A

MO) O)

À IDI DI SIONI IONI

DA 300 A 1.200

COSA CERCHIAMO

COSA CERCHIAMO DA 20.000 ABITANTI IN SU

DA 20.000 ABITANTI IN SU

UBICAZIONE OTTIMALE: PUNTO VENDITA:

BACINO D’UTENZA: ESPERIENZA NEL SETTORE:

CENTROMQ COMM.LE/PARCO COMM.LE/ 80/100 STAND ALONE/CENTRO STORICO 70.000 ABITANTI (MINIMO) NON RICHIESTA

UBICAZIONE OTTIMALE: PERSONALE RICHIESTO (COMPRESO IL TITOLARE):

CENTRI STORICI DI CITTÀ IN BASE AL BUDGET O CENTRI COMMERCIALI DI MEDIE E GRANDI DIMENSIONI

INVESTIMENTO INIZIALE: ESPERIENZA NEL SETTORE:

2 2 300/MQ PERARREDI GLI ARREDI ¤ 280/M € 300/M PER E LUCI NON RICHIESTA

FATTURATO MEDIO ANNUO: PERSONALE RICHIESTO (COMPRESO IL TITOLARE):

€ DA € 2.000 2.800 A € 3.500 AL M ¤ 3.500/MQ 4

2

¤ 100.000 COSA OFFRIAMO OFFRIAMO

FATTURATO MEDIO ANNUO:

emarmarne. Ine. Innostro E ostro mirati NE mirati ntusiatusianate ate inin vendi endi - ngono gono sposi posi - ior loor lo-

PUNTO VENDITA:

150/250 MQ

BACINO D’UTENZA:

20.000 ABITANTI

UBICAZIONE OTTIMALE:

CENTRO COMM.LE/PARCO COMM.LE/ STAND ALONE/CENTRO STORICO

ESPERIENZA NEL SETTORE:

NON RICHIESTA

PERSONALE RICHIESTO (COMPRESO IL TITOLARE):

2 + TITOLARE

INVESTIMENTO INIZIALE:

Q2 PER ARREDI E LUCI 280/MQ € 300/MQ

FATTURATO MEDIO ANNUO:

DA € 2.000 2.800 A € AL 3.500 € 3.000/3.500 MQAL M2

PUNTO VEN

UBICAZION

ESPERIENZ

PERSONAL (COMPRESO

INVESTIME

FATTURATO

DA ¤ 5.000 A ¤ 10.000

Formula conto vendita con AL Margine Fisso e garantito MQ, IN RAPPORTO ALL’UBICAZIONE PV E in ogni fase commerciale e reso totale delleDEL rimanenze DEL BACINO DI UTENZA finali. Studio di fattibilità, Business Plan dettagliato e relativo progetto strutturale. Formazione iniziale e relativo supporto visual pre e post apertura. COSA OFFRIAMO Gestione personalizzata dei riassortimenti settimanali. Materiale POP e campagne istituzionali. Un supporto ampio che va dalla comunicazione e marketing, alla ricerca del personale e alla formazione. InCOSA CHIEDIAMO COSA CHIEDIAMO vestiamo il 5% del fatturato sulle persone nel nostro centro di formazione, dove organizziamo corsi mirati NON RICHIESTA FEE D’INGRESSO: a formare dei venditori completi, preparati ed entusiasti. Il mix della formazione prevede sia delle giornate in NON RICHIESTE ROYALTY: aula, con approfondimenti specifici e tecniche di vendi DURATA DEL CONTRATTO 5 5 ANNIi RINNOVABILI ta, che giornate in negozio, dove neo assunti vengono (IN ANNI): affiancati dai più esperti. Inoltre mettiamo a disposi zione un supporto dedicato per scegliere la miglior location.

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Ragione so Km 5,2 700 chising: 20 affiliati: 24

BACINO D’U

BACINO D’UTENZA:

INVESTIMENTO INIZIALE: COSA

VEhow E

SCA

COSA OFFRIAMO Formula conto vendita con Margine Fisso e garantito in ogni fase commerciale e reso totale delle rimanenze finali. Studio di fattibilità, Business Plan dettaglia to e relativo progetto strutturale.Formazione iniziale e relativo supporto visual pre e post apertura. Gestione personalizzata dei riassortimenti settimanali. Materiale POP e campagne istituzionali.

COSA CHIEDIAMO FEE D’INGRESSO:

NON RICHIESTA

ROYALTY:

NON RICHIESTE

DURATA DEL CONTRATTO (IN ANNI):

5 RINNOVABILI

COSA CHIEDIAMO

Assistenza rante il co dall’ufficio commercia duto con u no, assiste grande im pre e post riassortime

FEE D’INGR ROYALTY:

ZONA IN ES

FEE D’INGRESSO:

¤ 10.000

CONTRIBUT NAZIONAL

Tel. ROYALTY:

+39 081.3123111 / Fax: 5% +39 081.3123022 Tel. +39 081.3124000 e-mail: info.franchising@piazzaitalia.it info@franchising@piazzaitalia.it e-mail: 5, RINNOVABILE DURATA DEL CONTRATTO e-mail: l.caracci@piazzaitalia.it email: l.caracci@piazzaitalia.it A SCADENZA SENZA (IN ANNI): web:www.piazzaitalia.it www.piazzaitalia.it web:

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Tel. +39 081-3123111 / Fax: +39 081.3123022 e-mail: info.franchising@piazzaitalia.it l.caracci@piazzaitalia.it web:www.piazzaitalia.it

ULTERIORI COSTI

Gianluca Nolli Tel. 0331-86.12.33 e-mail: franchising@nau.it web: www.nau.it

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DURATA CO ANNI):

w

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/ / L LE E S SC CH HE ED DE E / /

/ / L LE E S SC CH HE ED DE E //

// LLEE / E S SC CH HE ED DE / // L LLEE S SSC CCH HHE EED DDE EE / //

ABBIGLIAMENTO E ABBIGLIAMENTO, ABBIGLIAMENTO, CALZATURE ABBIGLIAMENTO, CALZATURE EE ABBIGLIAMENTO, CALZATURE CALZATUREE E CALZATURE BAMBINO ACCESSORI BAMBINO/A 0-14 ANNI ACCESSORI BAMBINO/A 0-14 ANNI ACCESSORI ACCESSORI BAMBINO/A BAMBINO/A0-14 0-14ANNI ANNI

SCARPE SCARPE DA DONNA, BORSE SCARPE DA DONNA, BORSE SCARPEDA DADONNA, DONNA,BORSE BORSE E ACCESSORI E ACCESSORI EEACCESSORI ACCESSORI

Ragione Retail S.p.a. - -Gruppo IMAC Spa Piazza Italia S.p.a. PalazRagionesociale: sociale:Reda Piazza Italia S.p.a. -Indirizzo: Indirizzo: PalazRagione sociale: Piazza Italia S.p.a. - -Indirizzo: PalazRagione sociale: Italia S.p.a. Indirizzo: Palaz-zina Indirizzo via Menocchia, 27 - 63062 -diMontefiore Piazza -Piazza Campano di Nola, zina Piazza: Italia Italia - Interporto Interporto Campano Nola,LotLotzina Piazza Italia Interporto Campano di Nola, Lotzina Piazza Italia Interporto Campano di Nola, Lotdell’Aso (Ap) - Nola Anno di fondazione 1976attività: - Anno to - -Anno fondazione toD1 D1- -80035 80035 Nola(Na) (Na) Annodidiattività: fondazione attività: to Nola (Na) diPunti attività: toD1 D1-- Partenza -80035 80035 Nola (Na)-2008 -Anno Anno difondazione fondazione attività: di partenza franchising: vendita diretti: 1993 del franchising progetto kids: nov. 2011 1993 - Partenza del franchising progetto kids: nov. 2011 1993 Partenza del franchising progetto kids: nov. 2011 - vendita Partenza del franchising kids: nov. 2011 400 3 -Punti Punti vendita affiliati: 373 - progetto Punti vendita affiliati - 1993 diretti con kids: ven-Punti vendita diretti conreparto reparto kids:150 150- -Punti Punti ven- -Punti diretti kids: Puntivendita vendita diretticon conreparto reparto kids:150 150- -Punti Puntivenvenall’estero: 37con dita 106 ditaaffiliati affiliati conreparto repartokids: kids:103 103- -Punti Puntivendita venditaaffiliati affiliati dita affiliati con reparto kids: 103 - -Punti vendita affiliati 106 dita affiliati con reparto kids: 103 Punti vendita affiliati all’estero 40 all’esterocon conreparto repartokids: kids:39 39 all’estero 40 all’esterocon conreparto repartokids: kids:39 39

Ragione Ragionesociale: sociale:PRIMADONNA PRIMADONNASPA SPA- Indirizzo: - Indirizzo:S.P. S.P.231 231 Ragione sociale: SPA S.P. Ragione sociale:PRIMADONNA PRIMADONNA SPA- Indirizzo: - Indirizzo: S.P.231 231 Km Km5,2 5,270032 70032Bitonto Bitonto(Ba) (Ba)- -Anno Annodidipartenza partenzadel delfranfranKm 5,2 70032 Bitonto (Ba) - -Anno didipartenza del franKm 5,2 70032 Bitonto (Ba) Anno partenza del franchising: - Punti 165 155 chising:2006 2006- -Punti Puntivendita venditadiretti: diretti:152 152 - Puntivendita vendita 153 chising: 2006 152 155- Punti chising:241 2006- -Punti Puntivendita venditadiretti: diretti: 152 - Puntivendita vendita affiliati: 393 affiliati: 231 241- -Punti PuntiVendita Venditatotali: totali: 393 Punti vendita Italia: 312 - 153 Punti vendita este225 226 379 380 affiliati: affiliati:241 241- -Punti PuntiVendita Venditatotali: totali:393 393 225 226 379 380 ro: 84 - Punti totali: 396

ESPERIENZA NEL SETTORE: SETTORE: ESPERIENZA ESPERIENZANEL NEL SETTORE: ESPERIENZA ESPERIENZANEL NELSETTORE: SETTORE: PERSONALE RICHIESTO PERSONALE PERSONALERICHIESTO RICHIESTO PERSONALE RICHIESTO (COMPRESO ILRICHIESTO TITOLARE): PERSONALEIL (COMPRESO (COMPRESO ILTITOLARE): TITOLARE): (COMPRESO (COMPRESOILILTITOLARE): TITOLARE): INVESTIMENTO INVESTIMENTOINIZIALE: INIZIALE: INVESTIMENTO INVESTIMENTOINIZIALE: INIZIALE: MEDIO ANNUO: FATTURATO FATTURATO MEDIO ANNUO: FATTURATO FATTURATOMEDIO MEDIOANNUO: ANNUO:

PUNTO PUNTOVENDITA: VENDITA: PUNTO PUNTOVENDITA: VENDITA: BACINO BACINOD’UTENZA: D’UTENZA: BACINO BACINOD’UTENZA: D’UTENZA: UBICAZIONE UBICAZIONEOTTIMALE: OTTIMALE: UBICAZIONE UBICAZIONEOTTIMALE: OTTIMALE:

DA 100 A 250 MQ 150/250 150/250MQ MQ 150/250 MQ DA 10.000 A 50.000 ABITANTI 150/250 MQ 20.000 20.000ABITANTI ABITANTI 20.000 CENTRO CITTÀ, CENTRO 20.000ABITANTI ABITANTI COMMERCIALE, CENTRO CENTRO CENTROCOMM.LE/PARCO COMM.LE/PARCOCOMM.LE/ COMM.LE/ CENTRO COMM.LE/PARCO COMM.LE/ STORICO, VIE COMMERCIALI CENTRO COMM.LE/PARCO COMM.LE/ STAND STORICO STANDALONE/CENTRO ALONE/CENTRO STORICO STAND STANDALONE/CENTRO ALONE/CENTROSTORICO STORICO NON RICHIESTA NON NONRICHIESTA RICHIESTA NON NONRICHIESTA RICHIESTA DA 1 A 3 2 2+ +TITOLARE TITOLARE 2 2+ +TITOLARE TITOLARE

ESPERIENZA SETTORE: ESPERIENZANEL NEL SETTORE: ESPERIENZA SETTORE: ESPERIENZANEL NEL SETTORE: PERSONALE PERSONALERICHIESTO RICHIESTO PERSONALE RICHIESTO PERSONALE RICHIESTO (COMPRESO (COMPRESOILILTITOLARE): TITOLARE): (COMPRESO (COMPRESOILILTITOLARE): TITOLARE): INVESTIMENTO INVESTIMENTOINIZIALE: INIZIALE: INVESTIMENTO INIZIALE: INVESTIMENTO INIZIALE:

FATTURATO ANNUO: FATTURATOMEDIO MEDIO ANNUO: FATTURATO ANNUO: FATTURATOMEDIO MEDIO ANNUO:

COSA OFFRIAMO OFFRIAMO COSA COSAOFFRIAMO OFFRIAMO COSA COSA OFFRIAMO

NON RICHIESTE 6

UBIC UBIC

ESPE ESPE

PERS PERS (COM (COM

INVE INVE

FATT FATT

COSA OFFRIAMO

Marg Marg sortim sortim tuita. tuita. sing. sing. leade leade nali, nali, nego nego invio invio

Assistenza loco Assistenzain locoin infase fasedi diapertura. apertura.Assistenza AssistenzaduduAssistenza inin Assistenza Assistenza inloco locoininfase fasedidiapertura. apertura. Assistenzadudurante contratto. ranteil contratto.Layout Layoutdel delpunto puntovendita venditarealizzato realizzato rante il il contratto. Layout del punto vendita realizzato rante il contratto. Layout del punto vendita realizzato dall’ufficio progettazione Primadonna Spa. Formula dall’ufficio progettazione Primadonna Spa. Formula dall’ufficio progettazione Primadonna Spa. Formula dall’ufficio progettazione Primadonna Spa. Formula commerciale totaledell’invendell’invencommercialeconto/vendita conto/venditacon conreso resototale commerciale conto/vendita totaledell’invendell’invencommerciale conto/venditacon conreso resototale duto dutocon conun unmargine marginecontributivo contributivocostante costantetutto tuttol’anl’anduto con contributivo costante tutto duto conun unmargine margine contributivo costante tuttol’anl’anno, assistenza e formazione. Un concept originale didi no,assistenza assistenzae eformazione. formazione.Un Unconcept conceptoriginale originalee no, ee no, assistenza e Collezioni formazione. Un concept originale edidi grande impatto. esclusive, supporto visual grande impatto. Collezioni esclusive, supporto visual grande impatto. Collezioni esclusive, supporto visual grande impatto. Collezioni esclusive, supporto visual pre pree epost postapertura. apertura.Formazione Formazioneiniziale iniziale2 2settimane, settimane, pre Formazione pree epost postapertura. apertura.settimanale. Formazioneiniziale iniziale2 2settimane, settimane, riassortimento riassortimentomerce mercesettimanale. settimanale. riassortimento riassortimentomerce merce settimanale.

COSA COSACHIEDIAMO CHIEDIAMO COSA COSACHIEDIAMO CHIEDIAMO

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Margine garantito del 40%. Reso dell’invenduto. RiasFormula vendita con Fisso eegarantito Formula conto conto vendita conMargine Margine Fissovendita garantito sortimenti online. Progettazione del punto graFormula conto vendita con Margine Fisso eegarantito conto vendita con Margine Fisso garantito inFormula ogni fase eereso delle rimanenogni fase commerciale commerciale resototale totale delle rimanentuita. Servizio di trainer e assistenza Visual Merchandiinin ogni fase commerciale e reso totale delle rimanenin finali. ogni fase commerciale e Business reso totale delle rimanenze Studio didifattibilità, Plan dettaglia -ze finali. Studio fattibilità, Business Plan dettaglia sing. Software dididi gestione gratuito. Comunicazione da ze Studio fattibilità, Business Plan -zeefinali. finali. Studio fattibilità, Business Plan dettaglia dettaglia to progetto strutturale.Formazione iniziale toeerelativo relativo progetto strutturale.Formazione inizialee e leader internazionale instrutturale.Formazione tv, radio, stampa, web,iniziale redazioto progetto to erelativo relativo progetto strutturale.Formazione inizialee e relativo supporto visual pre e post apertura. Gestione relativo supporto visualpre preecomunicare epost postapertura. apertura. Gestione nali, affissioni. Iniziative per l’opening del relativo supporto visual Gestione relativo supporto visual pre e post apertura.Materiale Gestione personalizzata dei riassortimenti settimanali. personalizzata dei riassortimenti settimanali. Materiale negozio. Fidelity Card ed azioni disettimanali. direct marketing con personalizzata dei riassortimenti Materiale personalizzata dei riassortimenti settimanali. Materiale POP istituzionali. POPe ecampagne campagne istituzionali. invio sms e demistituzionali. ai clienti fidelizzati. POP POPedi ecampagne campagne istituzionali.

ROYALTIES:

PUNT PUNT

LE SCHEDE

DA € 2.800 A € AL 3.500 AL M22 € ¤ 3.000/3.500 4.800/MQ 3.000/3.500 ALMQ MQ DA € 2.800 A € AL 3.500 AL M €€ €3.000/3.500 3.000/3.500 ALMQ MQ

NON RICHIESTA RICHIESTA ¤ NON 50.000 NON RICHIESTA NON RICHIESTA NON RICHIESTE NONRICHIESTE RICHIESTE NON LEASING NON RICHIESTE 5 RINNOVABILI RINNOVABILI 5 5RINNOVABILI 5 RINNOVABILI NON RICHIESTA

100 MQ (+(+ 4040 PER DEPOSITO) 100 MQ PER DEPOSITO) 100 MQ (+(+ 4040 PER DEPOSITO) 100 MQ PER DEPOSITO) 35MILA ABITANTI 35MILA ABITANTI 35MILA ABITANTI 35MILA ABITANTI STRADE PRINCIPALI, CENTRI STRADE PRINCIPALI, CENTRI STRADE PRINCIPALI, CENTRI STRADE PRINCIPALI, CENTRI COMMERCIALI COMMERCIALI COMMERCIALI COMMERCIALI NON RICHIESTA NON RICHIESTA NON RICHIESTA NON RICHIESTA ININ MEDIA 3/4 FULL TIME MEDIA 3/4 FULL TIME IN MEDIA 3/4 FULL TIME IN MEDIA 3/4 FULL TIME EQUIVALENTI EQUIVALENTI EQUIVALENTI EQUIVALENTI COSTO ARREDI 400 COSTO ARREDI 400 500 - 500 COSTO ARREDI 400 - 500 COSTO ARREDI 400 - 500 AL ML* (LINEE DI ARREDO: AL ML* (LINEE DI ARREDO: AL ML* (LINEE DIDI ARREDO: AL ML* (LINEE ARREDO: ECONOMY/ LUXURY) ECONOMY/ LUXURY) ECONOMY/ LUXURY) ECONOMY/ LUXURY) *RIFERITO ALLA SUPERFICIE *RIFERITO ALLA SUPERFICIE *RIFERITO ALLA SUPERFICIE *RIFERITO ALLA SUPERFICIE ESPOSOTIVA DELL’AREA ESPOSOTIVA DELL’AREA ESPOSOTIVA DELL’AREA ESPOSOTIVA DELL’AREA VENDITA VENDITA VENDITA VENDITA DA 6MILA AA 10MILA €€ ALAL MQ DA 6MILA 10MILA MQ DA 6MILA AA 10MILA €€ ALAL MQ DA 6MILA 10MILA MQ VENDITA VENDITA VENDITA VENDITA

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FEE FEED’INGRESSO: D’INGRESSO: FIDEJUSSIONE BANCARIA: FEE FEED’INGRESSO: D’INGRESSO: ROYALTY: ROYALTY: ROYALTY: PAGAMENTO ARREDO/ ROYALTY: ALLESTIMENTO: DURATA DEL CONTRATTO DURATADEL DEL CONTRATTO DURATA (IN ANNI):DELCONTRATTO DURATA CONTRATTO (INANNI): ANNI): (IN FEE (IN D’INGRESSO: ANNI):

Ragio Ragio - Ind - Ind dell’A dell’A di pa di pa 3 - P 3 - P all’es all’es

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L’affiliato si obbliga anche a produrre direttamente i prodotti che vende con il marchio ed il know-how dell’affiliante

LE REGOLE DEL CONTRATTO DI FRANCHISING INDUSTRIALE La soluzione si presta ad essere attuata nella ristorazione o nella produzione nel settore alimentare e in tutti quei casi un prodotto debba essere realizzato al momento secondo modalità e ricette, che costituiscono il know-how di chi le ha elaborate Avv. Patricia de Masi Taddei Vasoli - dMTV LEX Il contratto di franchising è ormai un istituto noto alla maggior parte degli imprenditori ed è disciplinato in Italia da una specifica legge, più precisamente la L. 6 maggio 2004, n.129. Essa all’articolo 1 definisce l’affiliazione commerciale come “Il contratto, comunque denominato, fra due soggetti giuridici, economicamente e giuridicamente indipendenti, in base al quale una parte concede la disponibilità all’altra, verso corrispettivo, di un insieme di diritti di

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/ DOSSIER /

proprietà industriale o intellettuale relativi a marchi, denominazioni commerciali, insegne, modelli di utilità, disegni, diritti d’autore, know-how, brevetti, assistenza o consulenza tecnica e commerciale, inserendo l’affiliato in un sistema costituito da una pluralità di affiliati distribuiti sul territorio, allo scopo di commercializzare determinati beni o servizi. Il contratto di affiliazione commerciale può essere utilizzato in ogni settore di attività economica”. Lo scopo principale del contratto di franchising è dunque quello di consentire ad un imprenditore di svolgere un’attività commerciale diffusa, attraverso l’utilizzo di un marchio e di un preciso know-how commerciale messi a disposizione del commerciante da parte del titolare, nell’ambito di una serie di norme e di adempimenti che le parti s’impegnano a rispettare al fine di garantire il successo del contratto, la tutela delle parti ed il risultato che esse si prefiggono.

COME VIENE REGOLAMENTATO IL CONTRATTO DI FRANCHISING INDUSTRIALE La Legge 129/2004 apparentemente non sembra estendersi anche al franchising di produzione (o industriale), nell’ambito del quale l’affiliato si obbliga anche a produrre direttamente, sulla base delle indicazioni dell’affiliante, i prodotti che vende con il marchio ed il know-how dell’affiliante. Tuttavia poiché l’art. 1 della legge dispone che il contratto di franchising è “utilizzabile in ogni settore di attività economica”, si può correttamente ritenere che esso possa essere utilizzato anche per attività produttive così come per la fornitura di servizi. In effetti la prassi ha confermato che, a differenza di quanto avviene per altre figure contrattuali, quali il contratto di concessione di vendita, il contratto di franchising può essere utilizzato, non solo in ambito commerciale, ma anche per altri tipi di attività. Sono questi i casi in cui l’aspetto produttivo e commerciale sono affidati al medesimo soggetto che non si limita alla commercializzazione dei prodotti contraddistinti con il marchio, ma li produce in base al know-how e alle direttive del franchisor. Succede anche che un imprenditore reputi opportuno ampliare la propria attività produttiva e che non intenda investire nella costruzione di una nuova entità, ma preferisca affidarsi a terzi disposti a realizzarle o che già dispongano di strutture produttive o che vogliano convertirne una esistente.

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/ DOSSIER /

Tale soluzione facilmente si presta ad essere attuata nel campo della ristorazione o della produzione nel settore alimentare e in tutti quei casi un prodotto debba essere realizzato al momento secondo modalità e ricette, che costituiscono il know-how di chi le ha elaborate. Utile anche in tutti i casi in cui il trasporto nuocerebbe in termini di immediatezza di consegna o inciderebbe in maniera eccessiva sul prezzo finale. Sono noti i casi di piadinerie, panetterie, gelaterie, pub, paninerie, fast food, birrerie, ecc. ove, oltre alle tecniche di vendita, è indispensabile rispettare in maniera costante ed uniforme e ricette, l’approvvigionamento delle materie prime, le modalità produttive, le norme igieniche, la gestione delle rimanenze e delle scorte.

La trasmissione del know-how è un elemento ancora più fondamentale nel franchising industriale Di qualsiasi tipo di franchising si parli, l’aspetto della concessione del know-how, delle c.d. tecniche “del saper fare” da parte dell’affiliante ed il costante controllo delle sue modalità di utilizzo rappresenta un elemento fondamentale del contratto, ma nel caso del franchising industriale esso risulta ancora più importante in quanto un prodotto inadeguato può compromettere l’immagine complessiva dell’affiliante fino alla messa in atto da parte

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delle Autorità di provvedimenti giudiziari di tipo cautelare per tutto il tempo in cui si porteranno a termine tutte le opportune verifiche. Pensiamo al caso della produzione effettuata con componenti igienicamente alterati o mal conservati. Ricordiamo che il Know-how, in seguito all’attuazione della Dir. UE 2016/943, gode di ampia tutela, alla stregua degli altri diritti di proprietà industriale e del patrimonio immateriale dell’azienda, contro l’acquisizione, l’utilizzo e la sua divulgazione illecita.


/ DOSSIER /

IL CONTRATTO DI LICENZA O DI LICENSING La concessione di un marchio a terzi, cui viene affidato il diritto di produrre contraddistinguendo i prodotti realizzati con il Marchio, ci porta a pensare ad una figura contrattuale, che per taluni aspetti richiama il contratto di franchising, ma con fondamentali differenze. Stiamo parlando del contratto di licenza o di licensing. E’ necessario ed interessante esaminarne le differenze, sia per meglio comprenderne le caratteristiche, sia le eventuali conseguenze giuridiche che ne possono derivare.

Il contratto di Licensing lascia all’imprenditore licenziatario una certa libertà di azione Con il contratto di Licensing un imprenditore fornisce ai propri licenziatari il diritto di utilizzare un Marchio, lo assiste nella fase produttiva attraverso consigli, controlli e vincoli al fine di non danneggiare l’immagine del Marchio stesso, ma lasciando all’imprenditore una certa libertà di azione nelle proprie scelte imprenditoriali e di successiva commercializzazione dei prodotti contraddistinti con il Marchio. IL MARCHIO COME GARANZIA Assistiamo anche a situazioni nelle quali una Casa Madre, specializzata nella produzione di alcuni prodotti, quali potrebbero essere articoli di abbigliamento, decida di contraddistinguere altre linee di prodotti complementari, ad esempio occhiali, ombrelli, profumi, realizzati da esperti di ciascun settore, consentendo loro di apporre il Marchio nel rispetto di alcuni vincoli contrattualmente definiti. In entrambi i casi siamo di fronte ad un rapporto spesso paritetico, che lascia una indipendenza imprenditoriale al licenziatario, tanto più ampia

quanto più i prodotti realizzati non siano i medesimi contemporaneamente prodotti dal licenziante. In tal caso il Marchio assume la funzione di una sorta di garanzia di qualità data dalla sua notorietà. L’essenza del contratto di franchising è costituita invece dalla concessione del know-how tale da fare apparire il franchisee come se fosse esso stesso il titolare del marchio. In questo caso l’indipendenza del Franchisee nelle scelte da prendere è molto limitata, dal momento che deve attenersi a quelle regole, messe a punto dall’affiliante con la sua esperienza, che l’affiliante si obbliga a trasmettere garantendone l’efficacia.

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/ FINANZIAMENTI /

È un prestito a tasso zero per giovani, donne e disoccupati

NUOVO SELFIEMPLOYMENT: IN AIUTO DELL’IMPRENDITORIA FEMMINILE Il Nuovo Selfiemployment finanzia l’avvio di piccole iniziative imprenditoriali, promosse da NEET, donne inattive e disoccupati di lungo periodo, su tutto il territorio nazionale

Di

Francesca Paleari Founder & General Manager Obiettivo Sviluppo

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Donne e impresa, il divario, in questo 2020, non solo non si è ridotto, ma la crisi economica derivante dalla pandemia Covid, purtroppo, l’ha acutizzato ancor di più. Nel così detto “mondo sviluppato” (Europa e America del Nord) la situazione è paradossalmente peggiore che in Asia (in alcuni Paesi gli imprenditori donne superano gli imprenditori uomini). E in Italia? Siamo ad un rapporto 1/5. Non solo nei settori classici, ma anche, purtroppo, in quelli innovativi e nelle stat-up. Le direttrici in cui muoversi (e la stessa UE sta “spingendo” in questa direzione con nuovi finanziamenti ad hoc) sono 2: formazione e normative (leggasi anche, per derivazione, “fondi”) che agevolino l’autoimprenditorialità femminile. Secondo un recente studio pubblicato dal Fondo Economico Internazionale, per eliminare il gap di genere nel mondo del lavoro, sarebbe necessario un periodo superiore a 100 anni.


/ FINANZIAMENTI /

Alcuni numbers del citato studio per cogliere le differenze: prendendo in considerazione quattro indicatori – opportunità economica, crescita politica, formazione e salute, e sopravvivenza – il divario si è chiuso l’anno scorso intorno al 70%. Ma ancora molto resta da fare. Fanno parte della forza lavoro mondiale meno donne che uomini, il divario nel salario è quasi al 50% e le donne in posizione di leadership sono state solo poco più del 30%. Questo il quadro generale mondiale. Nel nostro Paese invece, secondo il rapporto di Info Camere sulle startup innovative in Italia per esempio, la leadership femminile stenta ad affermarsi sia nell’ambito di aziende innovatrici (<15%) sia nel tessuto industriale consolidate (<25%). La problematica ovviamente non è legata ad un fattore “capacità”, ma sembrerebbe essere più una tematica di “attitudine” dovuto in primis alla mancanza di infrastrutture per aiutare le donne ad entrare (o tornare) sul lavoro a tempo pieno (per esempio asili o centri di assistenza per anziani); il problema è quindi culturale e sociale, e solo con una spinta sulle politiche in termini di parità di genere ed un cambio di paradigma culturale può accelerare questo processo. Ad esempio, il nuovo incentivo promosso da Invitalia, Nuovo Selfiemployment, ha recepito ed integrato ancor di più questa necessità, considerando uno dei principi cardine di questa azione proprio l’autoimprenditorialità femminile.

Ma che cos’è nello specifico? Nuovo Selfiemployment è un prestito a tasso zero per giovani, donne e disoccupati. L’incentivo è rivolto ai NEET, donne inattive e disoccupati di lunga durata con una forte attitudine al lavoro autonomo e all’imprenditorialità e che hanno voglia di mettersi in gioco. Per poter accedere al finanziamento bisogna essere residenti nel territorio nazionale e appartenere a una delle seguenti categorie: • NEET (Not in Education, Employment or Training), vale a dire persone maggiorenni che al momento della presentazione della domanda si sono iscritti al programma Garanzia Giovani entro il 29esimo anno di età e non sono impegnati in altre attività lavorative e in percorsi di studio o di formazione professionale; • donne inattive, vale a dire donne maggiorenni che al momento della presentazione della domanda non risultano essere occupate in altre attività lavorative; • disoccupati di lunga durata, vale a dire persone maggiorenni che al momento della presentazione della domanda non risultano essere occupati in altre attività lavorative ed hanno presentato da almeno 12 mesi una dichiarazione di disponibilità al lavoro (DID). Le donne inattive e i disoccupati di lunga durata non necessitano di essere iscritti a Garanzia Giovani.

CARTA D’IDENTITÀ FINANZA AGEVOLATA, INTERNAZIONALIZZAZIONE, NETWORKING Obiettivo Sviluppo nasce per dare una risposta concreta alle esigenze degli imprenditori italiani che negli anni si sono sempre avvicinati al mondo delle agevolazioni pubbliche, dei mercati globali, delle partnership, senza riuscire a fare il next step: dall’idea all’execution. Con il progetto UP, il team entra nel vivo di questi argomenti, liberando imprenditori e manager dall’operatività di queste azioni, lasciandoli liberi di fare il loro lavoro e sviluppare il loro core business. I campi di azioni sono: finanza agevolata, internazionalizzazione, networking. Settori di intervento: agricoltura, agroindustria/ agroalimentare, artigianato, commercio, cultura, industria, pubblico, servizi/No Profit, turismo. Per informazioni: francesca@obiettivosviluppo.com - Tel. +39 349.5603388

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/ FINANZIAMENTI /

IN EVIDENZA

Le categorie ammesse: • imprese individuali; società di persone; società cooperative/ cooperative sociali, composte al massimo da 9 soci, sia già costituite da non più di 12 mesi rispetto alla data di presentazione della domanda, purché inattive, sia non ancora costituite, a condizione che vengano costituite entro 90 giorni dall’eventuale ammissione alle agevolazioni. • associazioni professionali e società tra professionisti costituite da non più di 12 mesi rispetto alla data di presentazione della domanda, purché inattive. • Il Nuovo Selfiemployment finanzia con prestiti a tasso zero l’avvio di piccole iniziative imprenditoriali, promosse da NEET, donne inattive e disoccupati di lungo periodo, su tutto il territorio nazionale. • Le domande possono essere inviate dalle ore 12.00 del 22 febbraio 2021; non ci sono bandi, scadenze o graduatorie: le richieste di finanziamento vengono valutate in base all’ordine cronologico di arrivo.

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Quali sono le iniziative ammesse? Anzitutto, possono chiedere i finanziamenti le seguenti realtà: • imprese individuali; società di persone; società cooperative/cooperative sociali, composte al massimo da 9 soci, sia già costituite da non più di 12 mesi rispetto alla data di presentazione della domanda, purché inattive, sia non ancora costituite, a condizione che vengano costituite entro 90 giorni dall’eventuale ammissione alle agevolazioni; • associazioni professionali e società tra professionisti costituite da non più di 12 mesi rispetto alla data di presentazione della domanda, purché inattive.


/ FINANZIAMENTI /

Cosa finanzia? Il Nuovo Selfiemployment finanzia con prestiti a tasso zero l’avvio di piccole iniziative imprenditoriali, promosse da NEET, donne inattive e disoccupati di lungo periodo, su tutto il territorio nazionale. Le domande possono essere inviate dalle ore 12.00 del 22 febbraio 2021; non ci sono bandi, scadenze o graduatorie: le richieste di finanziamento vengono valutate in base all’ordine cronologico di arrivo. Questa misura è a valere sulle risorse del Fondo Rotativo Nazionale Selfiemployment gestito da Invitalia nell’ambito del Programma Garanzia Giovani, sotto la supervisione dell’Agenzia Nazionale Politiche Attive del Lavoro (ANPAL). NUMBERS L’agevolazione consiste in un intervento finanziario pari al 100% dei progetti di investimento con un importo compreso tra 5.000 e 50.000 euro, in 3 diverse tipologie di finanziamenti: • microcredito da 5.000 a 25.000 euro; • microcredito esteso da 25.001 a 35.000 euro; • piccoli prestiti da 35.001 a 50.000 euro (senza interessi, senza garanzie, rimborsabili in 7 anni con rate mensili, 12 mesi di preammortamento).

completare il progetto finanziato entro 18. PROGETTO: IMPRESE A TASSO ZERO Sempre in ambito di imprenditorialità femminile, da segnalare le Misure per l’autoimprenditorialità - Nuove imprese a tasso zero, gestito dal MISE, Ministero dello Sviluppo Economico. La principale novità di questa iniziativa è che non è più rivolta prevalentemente ai giovani fino a 35 anni, ma anche alle donne indipendentemente dall’età; inoltre, particolare non da poco, è applicabile non più nelle sole aree svantaggiate ma in tutto il territorio nazionale. Questa misura non prevede l’erogazione di contributi a fondo perduto, ma solo la concessione di mutui agevolati a tasso zero, per investimenti fino a 1,5 milioni di euro (per singola impresa). Possono presentare la domanda di accesso alle agevolazioni le imprese costituite al massimo da 12 mesi e anche le persone fisiche che intendono costituire una società. I progetti agevolabili devono prevedere investimenti nei seguenti settori principali: produzione di beni nei settori dell’industria, dell’artigianato, della trasformazione dei prodotti agricoli; fornitura di servizi, in qualsiasi settore; commercio e turismo. Le donne ci sono, Obiettivo Sviluppo anche.

SPESE ED ATTIVITÀ Possono essere finanziate le iniziative in tutti i settori della produzione di beni, fornitura di servizi e commercio, anche in forma di franchising, come ad esempio turismo (alloggio, ristorazione, servizi) e servizi culturali e ricreativi, servizi alla persona, servizi per l’ambiente, commercio, ICT. Tra le classi di spesa, possono essere finanziate spese quali strumenti, attrezzature e macchinari, hardware e software, opere murarie (entro il limite del 10% del totale delle spese in investimento ammesse), spese di gestione (ad esempio locazione di beni immobili, utenze, comunicazione, materie prime, salari e stipendi). TIMING Una volta ottenuto il prestito, l’assegnatario deve impegnarsi a costituire la società entro 3 mesi e

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Il franchising è un sistema che ha sue regole e chi vi aderisce deve conoscerne i meccanismi e gli elementi strutturali, a partire proprio dal brand

COME DIFENDERE LA BRAND IDENTITY L’evoluzione del concetto di brand. Dalla brand equity alla brand identity fino alla brand reputation. La corretta gestione della comunicazione del marchio. Prima di tutto, la coerenza

di Ugo Perugini Giornalista e Blogger

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Il brand non è un fenomeno nuovo, nato con la società dei consumi. Ha radici lontane. Qualche esempio lo troviamo addirittura a partire dall’impero romano: ceramiche, vetri, botti, anfore, ecc. venivano distinti gli uni dagli altri attraverso firme (signa), bolli, timbri, applicati da commercianti e artigiani che li lavoravano. Non erano solo marchi di fabbrica ma veri e propri segni distintivi di provenienza e di qualità. La definizione di “brand”, adottata dall’AMA (American Marketing Association), si adatta anche agli antichi reperti romani: “un nome, un segno, un termine, un simbolo o la combinazione di questi elementi con lo scopo di indentificare i beni e i servizi offerti per differenziarli da quelli dei concorrenti”. Ma oggi il “brand” è molto di più.


/ FORMAZIONE /

Marty Neumeier, grande esperto del settore, l’aveva definito come “la sensazione che una persona ha di un certo prodotto, servizio, organizzazione”. Così facendo, l’attenzione si sposta dal prodotto in sé al valore aggiunto che chi lo ha realizzato è in grado di garantirgli. E’ ciò che David Aaker chiama brand equity (valore della marca), che per il cliente significa non solo riconoscere il prodotto (brand awareness), ma riconoscersi in esso, e restarne fedele (brand loyalty). COSA CERCA IL CLIENTE IN UN PRODOTTO QUANDO GLI VIENE PROPOSTO COME BRAND? Qualcosa di più sfuggente e profondo della semplice soddisfazione di un bisogno. Cerca un senso di appartenenza, una visione della vita, uno stile, una qualità, un carattere, un’essenza che sia in grado di “sollecitare” in lui reazioni emozionali ed esperienziali. Ecco perché i brand più importanti oggi ricorrono moltissimo ai mezzi di comunicazione fino a diventare veri e propri creatori di contenuti mediatici, attraverso strumenti e ambienti “social”, dove produttori e consumatori possono stabilire

una connessione reciproca. Lo scopo è quello di trasformare in valore economico tutto ciò che si sviluppa dentro la società, cioè quel surplus di innovazioni, idee, creatività, sentimenti che gli individui producono nell’ambito delle loro esperienze quotidiane.

IN EVIDENZA

Il cliente in un brand cerca: • • • • • •

un senso di appartenenza; una visione della vita; uno stile; una qualità; un carattere, un’essenza che sia in grado di “sollecitare” in lui reazioni emozionali ed esperienziali.

Le aziende che sono in grado di gestire il brand nel modo migliore con intelligenza ed equilibrio hanno tutto l’interesse a non deludere la fiducia del consumatore. Il franchisee deve saper veicolare con intelligenza e coerenza un messaggio di marketing uniforme a quello imprenditoriale. Il franchisee lo deve fare con coerenza, con attenzione ai dettagli, perché soltanto così i clienti potranno facilmente riconoscersi nella filosofia dell’azienda che egli rappresenta e i risultati, anche in termini di performance, non potranno mancare.

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/ FORMAZIONE /

UN’ECCESSIVA INVASIVITÀ PUÒ PROVOCARE MALCONTENTO

Le critiche non sono mancate a questo proposito. Dal punto di vista culturale, perché le aziende tendono ad occupare spazi che vanno oltre il loro ambito commerciale, fino a coinvolgere le nostre emozioni ed esperienze più intime. Dal punto di vista politico, nei confronti di certi brand, legati a imprese multinazionali, tanto grandi e potenti da condizionare o persino sostituirsi ai governi, imponendo le loro scelte strategiche. Poco più di vent’anni fa Naomi Klein, con il suo libro No Logo, stigmatizzava duramente la cultura dei consumi di massa, orientata alle marche e al loro potere sul nostro sistema economico e sociale a livello globale. Oggi, con l’affermazione delle nuove tecnologiche e con l’espansione del mercato nella vita e nelle relazioni sociali di ciascuno di noi, il potere dei brand è cresciuto ulteriormente, come sostiene Shoshana Zuboff nel suo recente libro Il capitalismo della sorveglianza. Il futuro dell’umanità nell’era dei nuovi poteri. UN MERCATO SEMPRE PIÙ COMPLESSO Per questo e altri motivi, i consumatori oggi sono più scettici e diffidenti del passato, il mercato è diventato più complesso e, come sostiene Lynn Upshaw, è sempre più difficile per i brand mantenere la loro identità (brand identity), vale a dire tenere insieme in modo forte e coerente i vari elementi che determinano la loro immagine: nome, logo, design, mission, know-how, prodotti, prezzi, pubblicità, ecc. che formano l’idea di come il brand viene percepito e apprezzato nel mercato. D’altra parte, possiamo davvero pensare di poter fare a meno dei brand nella nostra società? Una economia sana ha bisogno di buoni brand. La domanda da porci quindi è un’altra: cosa rende buono un brand? Cioè, quali sono quelle qualità e quelle caratteristiche che lo distinguono e che possono contribuire a migliorare la nostra vita? Non bisogna mai dimenticare che alla base del successo di un prodotto c’è la fiducia del consumatore. Le aziende che sono in grado di gestire il brand nel modo migliore con intelligenza ed equilibrio

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hanno tutto l’interesse a non deludere questa fiducia. Anche perché sanno altrettanto bene che essa si fonda principalmente sulla reputazione (brand reputation) che si sono guadagnate nel tempo. Reputazione che ci vuol poco a distruggere. E che bisogna difendere giorno per giorno con coerenza. IL BRAND NEL FRANCHISING E IL RUOLO DEL FRANCHISEE Il franchising è un sistema che ha sue regole e chi vi aderisce deve conoscerne i meccanismi e gli elementi strutturali, a partire proprio dal brand. Uno dei compiti più delicati del franchisee è proprio quello di mantenere nel rapporto con i propri clienti la coerenza del brand in tutte le sue forme. Ciò perché il brand è, come abbiamo visto, un moltiplicatore di valore e, proprio per questo motivo, non può essere gestito in modo autonomo dal franchisee perché il suo sviluppo è intimamente collegato allo sviluppo della proprietà intellettuale dei prodotti che in esso si identificano. Non vogliamo qui tanto soffermarci sulla necessità, che diamo per scontata, di mantenere un controllo sui materiali promozionali, sul logo, sulle immagini, che provengono dal franchisor e che vanno costantemente tenute aggiornate, secondo le indicazioni previste. Interessa soprattutto sottolineare la possibilità che


/ FORMAZIONE /

il franchisee sappia veicolare con intelligenza e coerenza un messaggio di marketing uniforme a quello imprenditoriale, in modo che i clienti ne possano apprezzare la continuità. E che si traduce in un linguaggio coerente, sia nella presentazione dei prodotti ma anche nel brand storytelling che deve poter trasmettere in modo emozionale i valori incarnati dalla scelta originaria. Occorre che il franchisee entri a fondo nella filosofia dell’impresa per conoscere il brand e il suo utilizzo, il messaggio che sottende e i valori che veicola. Solo così è possibile gestire una attività, certi di avere un vantaggio competitivo importante nei confronti della concorrenza. L’IMPORTANZA DELLA FORMAZIONE Per arrivare a questo, però, occorre una seria attività di formazione che vada oltre la semplice conoscenza procedurale del manuale operativo e che non si limiti a un temporaneo affiancamento iniziale. Oggi, ci troviamo ad operare in un mondo imprenditoriale difficile, volatile, incerto, complesso, ambiguo, aggravato dal problema della pandemia. Rimanere aggiornati è ineludibile, e occorre farlo attraverso incontri periodici o, eventualmente, ricorrendo a sistemi di l’e-learnig, cioè corsi on line che il franchisor dovrebbe prevedere. Pensiamo soltanto al tema della sostenibilità e delle nuove pratiche o iniziative messe in atto dal franchisor, atte a coniugare crescita, performance economica e sostenibilità ambientale e sociale. I

clienti sono sempre più sensibili a questi aspetti e informarli può rappresentare un plus decisamente importante per la vendita. IL FRANCHISEE E LA SUA AUTONOMIA Il franchisee deve avere nel suo lavoro la necessaria indipendenza. Il collegamento con il franchisor non si deve però limitare ai previsti report periodici, occorre che il canale di comunicazione sia più aperto possibile per favorire lo scambio di contenuti, informazioni, conoscenze, esperienze o idee e proposte particolari. Anzi, la collaborazione di chi è sul fronte operativo e può sentire meglio il polso della clientela della sua zona è auspicabile e particolarmente utile. E’ importante infatti comprendere le esigenze specifiche del pubblico locale e regolare i messaggi del brand secondo tali indicazioni, utilizzando tutti gli strumenti di comunicazione interna disponibili e ricorrendo a frequenti feed-back. Un’altra forma di collaborazione particolarmente importante tra franchisor e franchisee consiste, ad esempio, nel favorire il coinvolgimento di questi ultimi nelle prime fasi di nuove campagne pubblicitarie. E’ una prassi messa in cantiere da molte aziende e piuttosto apprezzata. Si tratta, in sostanza, di un buy-in anticipato che può aiutare molto a comprendere l’efficacia dell’iniziativa messa in atto. Conclusioni: Si parla spesso di immagine coordinata, di brand design, indispensabili per creare una corretta corporate identity, cioè per fornire al pubblico la percezione complessiva dell’impresa, attraverso quegli elementi visibili e invisibili che concorrono a definirne l’immagine e i valori distintivi. In realtà, però, ciò non sempre si verifica. Chi opera in franchising ha l’obbligo di rispettare questi principi in ogni momento della sua attività, quando presenta l’azienda, quando mostra e vende i suoi prodotti o servizi, quando comunica online e offline. E lo deve fare con coerenza, con attenzione ai dettagli, perché soltanto così i clienti potranno facilmente riconoscersi nella filosofia dell’azienda che egli rappresenta e i risultati, anche in termini di performance, non potranno mancare.

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/ MARKETING /

Come evitare gli errori e creare feeling sui social tra consumatori e aziende

SFRUTTARE AL MEGLIO LE “PIAZZE VIRTUALI” Per comprendere al meglio l’attitudine ai social del target di riferimento di un marchio o di un prodotto è fondamentale studiarne lo stile di vita, nel dettaglio di Mattia Nicoletti - Creative marketing strategist and producer – Dreamcatchers Entertainment

Sono trascorsi oltre 15 anni da quando è nato Facebook e il social media è definitivamente entrato nella sua maturità (anche se nel mondo della tecnologia, ogni giorno è un nuovo giorno). E’ passato il momento in cui era necessario essere presente ovunque e ad ogni costo e oggi le persone e le aziende utilizzano (o dovrebbero utilizzare) i social seguendo un modus operandi o una strate-

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gia. In un’ottica business per cercare di sfruttare al meglio l’opportunità fornita dalle “piazze virtuali” la prima domanda da porsi è: come si comporta il mio potenziale cliente? Per comprendere al meglio l’attitudine ai social del target di riferimento di un marchio o di un prodotto è fondamentale studiarne lo stile di vita, nel dettaglio.


/ MARKETING /

E’ un utilizzatore maniacale del mobile? Fa la spesa online? E’ dipendente dai food delivery? Utilizza i negozi di prossimità? Questi sono solo alcuni quesiti a cui è necessario rispondere, ma l’obiettivo finale è quello di ricostruire le abitudini e gli usi del target per poter poi comprendere come vivono i social e come li utilizzano. Svolta questa analisi si può procedere a sviluppare la strategia social. Tuttavia ci sono assolutamente degli errori da non fare.

pagina Facebook di un’azienda ha 1000 Like/ follower, solo 20 di questi utenti lo vedranno). Da qui l’importanza di investire in post sponsorizzati. Le sponsorizzazioni, però, non dovranno essere occasionali, ma inserite in una campagna promozionale prestabilita. E’ importante quindi evitare di sponsorizzare (mettere in evidenza) post direttamente dalla pagina e utilizzare invece il “Business Manager” di Facebook (per una migliore conoscenza dello strumento, si può cercare all’interno della pagina “help” del social network).

EVITARE IL “TUTTO E SUBITO” E’ chiaro che con molta probabilità i clienti potenziali di un’azienda saranno, ad esempio, su Facebook. Non necessariamente però lo utilizzeranno per conoscere un marchio o per interagire con esso. Questo semplicemente per dire che essere presenti su un social semplicemente perché bisogna esserci è un approccio sbagliato. La strategia social deve sfruttare in primis i mezzi più efficaci e redditivi. Questo significa che la chiave è dare le priorità. Per capirci, se Instagram è più funzionale a un business, è inutile disperdere energie su Facebook dal primo istante.

NON PERSEVERARE CON IL PIANO STRATEGICO I risultati sui social network sono tutt’altro che immediati. Può essere necessario molto tempo per vedere crescere le interazioni sulle proprie pagine. Se alla base c’è un solido piano strategico di contenuti e promozioni non bisogna perdersi d’animo se le interazioni nei primi mesi sono poche. Anzi, questo periodo è un’opportunità per testare varie tipologie di contenuti e analizzare quelli più di successo.

MAI DARE NULLA PER SCONTATO TikTok è un social che ha guadagnato notorietà anche in Italia (a marzo 2020 secondo una ricerca We Are Social/Agcom gli utenti attivi erano 5,4 milioni). Per natura può essere considerata una piattaforma frequentata da giovanissimi, ciò non toglie che oltre il 20% degli utenti ha un’età compresa fra i 24 e i 35 anni. In aggiunta il social utilizzato originariamente per il lip sync dei video musicali è oggi sfruttato per i tutorial e molto altro. Di conseguenza per un brand può essere un’opportunità per raggiungere il proprio target con un mezzo differente. PENSARE DI NON INVESTIRE NELLA PROMOZIONE Attualmente l’estremo affollamento dei social determina per i post organici, ovvero quelli non sponsorizzati, una sicura visibilità, ma non altissima (secondo gli ultimi dati Facebook un post organico ha una visibilità del 2%, ovvero se una

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È fondamentale entrare in contatto con il target di riferimento, suddividerlo in sotto gruppi, e scoprire tantissime informazioni

LE POTENZIALITÀ DEL MARKETING DIGITALE: CONSIGLI E SEGRETI L’azienda rimane indietro dal punto di vista tecnologico quando perde di vista che cosa il target usa per formarsi un’opinione e per sviluppare un’idea di acquisto

Di Andrea d’Agostini Entrepreneur | Creative | Speaker

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Il mercato è cambiato ad una velocità siderale negli ultimi mesi. Assistiamo in questo momento ad una grande evoluzione, fatta di opportunità che richiedono lo sviluppo di nuove competenze. Vediamo di che competenze stiamo parlando e cerchiamo di semplificare il più possibile. Il mio gruppo opera in diversi mercati, dall’energia, all’industria, all’intrattenimento e tecnologia. La nostra core competence è sempre stata il marketing, la comunicazione e creatività, che abbiamo usato come leva per sviluppare tutti i nostri business. Ad oggi abbiamo un team che opera su tre continenti, una holding con 8 società ed abbiamo davvero appena cominciato. Bene veniamo a noi.


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Dire che il marketing è cambiato è in effetti riduttivo Il marketing non è cambiato, è l’intero ecosistema del mercato ad aver accelerato un’evoluzione, per altro inevitabile, verso una versione digitale delle attività, delle interazioni e più in generale delle relazioni. Le ragioni principali per le quali i business si trovano in difficoltà nella digitalizzazione sono le seguenti: • La tecnologia si evolve più velocemente dell’abilità dell’azienda di adattarsi. • Si perde di vista il valore percepito ed il comportamento del pubblico. • Sviluppo di strategie a breve termine che non insistono sulle nuove tecnologie e le nuove piattaforme disponibili. L’azienda rimane indietro dal punto di vista tecnologico quando perde di vista che cosa il target usa per formarsi un’opinione e per sviluppare un’idea di acquisto. Ovvero dove si trova l’attenzione del vostro potenziale target? Tutto il marketing ed in generale la comunicazione è una costante “lotta” per acquisire l’attenzione del potenziale cliente e fargli percepire il valore di ciò che state proponendo.

Pensate a Blockbuster e Netflix Blockbuster ha mancato di innovare. La tecnologia e la società si sono evoluti, il comportamento del target è cambiato e l’attenzione si è spostata verso i servizi di streaming e per questa ragione Blockbuster ed il suo servizio hanno smesso di essere rilevanti ed il pubblico ha smesso di percepirne il valore. Questo ha segnato la fine di Blockbuster che da un’azienda da 6 miliardi di dollari si è contratto molto rapidamente fino alla bancarotta, mentre Netflix ha superato i 240 miliardi di valutazione. Quindi, come evitare di diventare un “Blockbuster”? Il marketing è un gioco di attenzione, idee ed opinioni.Quindi, da dove possiamo partire? La prima fase nello sviluppo di una nuova strategia sono le domande: • Che piattaforme usa il vostro target per formarsi un’opinione o per sviluppare una propensione all’acquisto in relazione al prodotto servizio che voi offrite? • Che cosa legge? • Cosa Segue? E cosi via… In sostanza, se non l’avete ancora fatto, è fondamentale che entriate in contatto con il vostro target, e lo suddividiate in sotto gruppi, e poi scopriate tutto quello che potete su di loro. Questo ovviamente impone al brand/all’imprenditore/al team di essere costantemente in comunicazione con il proprio target ed avere degli strumenti di monitoraggio efficaci che indichino che cosa sta avvenendo e come il pubblico si sta muovendo. Una delle mie aziende fa esattamente questo per i nostri clienti. Diventiamo parte del team nell’area dell’innovazione e strategia e sviluppiamo nuove campagne di marketing innovativo, creative ed inaspettate. Di seguito alcune delle piattaforme che usiamo giornalmente per costruire le nostre strategie e sviluppare il nostro motore di marketing. 1. Sviluppo Funnels Uno degli step da effettuare nella digitalizzazione della vostra impresa è la creazione di automazione e lo sviluppo di funnels di vendita. La piattaforma

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che usiamo è: SalesJet. Ho scoperto SalesJet alcuni anni fa, quando il progetto era ancora all’inizio e sono diventato il primo investitore, prendendo poi la carica di co-founder. Con SalesJet potete costruire le vostre pagine, i vostri siti, creare automazione con l’invio di email, SMS, telefonate e molto altro. Tutto in una soluzione e molto economico. Presenta un’ampia base di conoscenza, tutorials ed il servizio clienti è davvero veloce e dedicato. Per saperne di più ==> SalesJet

che potete sviluppare usando LinkedIn e TikTok. La vostra strategia di contenuto dovrebbe essere dedicata a queste due piattaforme. Per aiutarvi nella costruzione della strategia stessa, potete usare uno strumento che si chiama LinkedHelper e vi consente di rendere automatica la crescita della vostra audience e l’invio dei messaggi su Linkedin. È uno strumento molto utile che usiamo con i nostri clienti per aiutarli a sviluppare un’audience in target ed interessata.

2. Analisi del mercato Ecco alcune soluzioni per scoprire che cosa il target sta cercando in questo momento e cosi sviluppare le vostre ads e campagne di comunicazione. a. Answer the public - Si tratta di uno strumento che in base alle parole chiave legate al tuo business (esempio Assicurazioni Torino oppure Cioccolato oppure Immobiliare etc) offre una panoramica di cosa le persone stanno cercando in questo momento, con le esatte espressioni usate. b. SmilarWeb - Ti consente di monitorare come i competitors stanno ottenendo traffico, da che siti ricevono traffico di affiliazione, e su quali piattaforme sono maggiormente attivi. Puoi quindi creare advertising sui medesimi siti oppure sviluppare una presenza sulle stesse piattaforme che i competitors usano. c. Metahashtag - Qui puoi selezionare hashtags relativi al tuo settore e scoprire quale tipologia di posts funzionano meglio e ricevono più interazioni, puoi anche individuare influencers adeguati al tuo target e contattarli per delle promozioni. d. InterestExplorer - Con questo strumento puoi individuare interessi nascosti e non messi in evidenza su facebook, e cosi sviluppare ads meno costose con interessi poco usati dai competitors.

Ovviamente c’è molto di più da sapere, ma desideravo darvi alcuni spunti operativi che fossero immediati per voi, e che possiate mettere in pratica subito. Sul mio canale YouTube, potete raccogliere maggiori informazioni, ci sono un sacco di materiali gratuiti. Se invece avete già un background in marketing e siete piuttosto avanzati nelle vostre strategie, contattatemi attraverso il mio canale oppure, su facebook o ancora usando la mail supporto@adyproduction.com il mio team e’ molto attento a dare seguito alle comunicazioni. Spero che questi spunti vi siano di aiuto nel raggiungere i vostri obiettivi. Fatemi sapere cosa vi potrebbe essere di aiuto per migliorare il vostro business. Quali difficoltà state incontrando e quali sono le barriere principali che vedete per la vostra espansione.

3. Le piattaforme sulle quali insistere dal punto di vista dell’advertising e del contenuto a. ADS: Facebook appare essere ancora la più economica per il momento, tuttavia, Pinterest sta dando risultati molto interessanti. b. Visibilità organica: Molto più interessante è tuttavia in questo momento la visibilità organica

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IN EVIDENZA 1. Quando senti il bisogno di innovare, sei già in ritardo. Oggi più che mai un’azienda ha bisogno di costruire processi di innovazione all’interno della propria routine di management. 2. L’innovazione parte dal farsi le domande giuste per esempio: di cosa avrà bisogno il mio cliente tra 2 anni? Come evolverà il mio mercato? Come posso accelerare l’innovazione? Questo ti forza e forza il tuo team a guardare verso il futuro, scoprire nuove tendenze ed ascoltare il tuo target. 3. Prestare molta attenzione al valore percepito, ovvero come il target percepisce il valore. Hai bisogno di essere in comunicazione ed assicurarti di intervistare il tuo pubblico con sufficiente frequenza.

4. Sviluppa automazione usando piattaforme che ti consentano di portare il tuo business online. Noi usiamo SalesJet. Scopri più informazioni su come fare e cosa significa creare un funnel sul nostro canale youtube. 5. Usa piattaforme che ti consentano velocemente ed economicamente di ascoltare e comprendere che cosa il tuo target sta cercando, facendo e come stanno operando i tuoi competitors. 6. Facebook funziona bene per la creazione delle tue ads e per la tua lead generation. Ma non ti limitare ad un’unica sorgente di traffico. Pinterest per esempio sta funzionando molto bene. 7. LinkedIn e TikTok sono le piattaforme migliori per visibilità organica e pubblicare il vostro contenuto.

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L’obiettivo è di portare il coinvolgimento e l’interazione tipica del mondo dei videogames all’interno dei processi e delle dinamiche aziendali

IL 3D AL SERVIZIO DELLE AZIENDE E A VANTAGGIO DEL RETAIL SHOWin3D è la piattaforma ideata da Shin Software che realizza esperienze di Showroom Virtuali creando l’atmosfera del negozio in digitale

Stefano Provenzano Founder, CEO & CTO at Shin Software

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Le tecnologie sono disponibili, per tutti coloro propensi al cambiamento. Se parliamo di 3D sicuramente non è una scoperta dell’ultimo minuto e sarebbe improprio definirlo “strumento disruptive”. Ciò che è realmente innovativo, invece, è la proposizione di questa tecnologia. Lo sanno bene gli esperti della società Shin Software Srl che si occupa di proporre soluzioni tecnologiche specifiche, a seconda degli obiettivi, dei requisiti funzionali, dei device o dei canali di destinazione. Loro hanno creato SHOWin3D, una piattaforma agnostica in grado di acquisire i file 3D da molteplici sorgenti (e in molteplici formati), semplificarli, trasformarli in un’esperienza 3D interattiva tramite un potente editor visuale e distribuirli in modo efficiente, efficace e sicuro senza dover scrivere una riga di codice. “Il nostro scopo - afferma Stefano Provenzano, Founder, CEO &


/ N U OV I T R E N D /

CTO at Shin Software - è di portare il coinvolgimento e l’interazione tipica del mondo dei videogames all’interno dei processi e delle dinamiche aziendali per generare un nuovo tipo di relazione cliente/prodotto, utilizzando per lo più degli asset già presenti in azienda”. Infatti SHOWin3D è una piattaforma che consente di sviluppare qualsiasi applicazione 3D interattiva per ogni tipo di azienda: presentazioni interattive, configuratori prodotto, cataloghi interattivi, preventivazione 3D e molto altro. Realizzare una presentazione 3D interattiva con l’editor di SHOWin3D è un’operazione molto semplice ed alla portata di tutti, ed il suo potenziale è molto alto poiché un unico progetto è in grado di funzionare online su diversi dispositivi (PC, smartphones e tablet), realizzando contenuti multilingua. Sebbene la trasformazione si trovi, per molti comparti industriali, allo stadio iniziale, è destinata, volente o nolente, a radicarsi nel nostro quotidiano. Il cambiamento imposto dall’emergenza non riguarda esclusivamente il luogo in cui esercitare la propria professione: impone di essere connessi ma isolati, indipendenti ma collaborativi, autonomi e proattivi. Questo nuovo status richiede, di fatto, un mindset nuovo e nuovi strumenti operativi, soprattutto per alcuni dipartimenti e funzioni aziendali. La tremenda tragedia sanitaria che sta affliggendo tanto il nostro Paese quanto altre nazioni, ha spronato manager e advisor alla ricerca di strumenti in grado di supplire alle carenze dovute alle norme di isolamento e distanziamento sociale. Se per molte attività, il telelavoro ha di fatto rappresentato una temporanea soluzione allo stato di necessità, le imprese si sono presto rese conto che lo smartworking non ha potuto e non può costituire tout court una panacea comune a tutte le industries, dipartimenti e funzioni aziendali. In alcune situazioni è necessario fare esperienza del prodotto per descriverne compiutamente le caratteristiche ed i plus rispetto ai prodotti sostituti dei competitor. Questo stato di bisogno ha avviato un processo di digitalizzazione difficilmente

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reversibile, soprattutto a fronte di una dilagante incertezza riguardo una, tanto presunta, data di ritorno alle abitudini ‘pre-covid19’. “Con diverse imprese - aggiunge Stefano Provenzano - stiamo attivando delle esperienze di Showroom Virtuali. Grazie a SHOWin3D possiamo ricreare l’atmosfera coinvolgente della sala mostra arricchendola dei plus legati al mondo digital. A differenza dello spazio fisico, lo Showroom virtuale non è soggetto a limitazioni di orario, è visitabile su desktop/tablet/smartphone dalla propria abitazione e consente di illustrare dinamicamente la gamma completa degli articoli in produzione con la possibilità di variare finiture, componenti e accessori”. L’opportunità dunque di avviare un processo consapevole di digital transformation diventa condizione imprescindibile per far compiere alle imprese un autentico balzo evolutivo. “La nostra esperienza - conclude Provenzano sosterrà le aziende nell’utilizzo del 3D interattivo come potente strumento di comunicazione, nella sua integrazione con i sistemi gestionali e nel creare soluzioni per forza vendita, e-commerce. La nostra eccellente capacità di gestione di dati, anche di grandi dimensioni, ci permette di produrre web app e mobile app, potenti e affidabili”.

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/ NEW CONCEPT /

PRODOTTI BIOLOGICI AL 100% Il caso Maria Granel in Portogallo è la prova che è possibile consumare in modo più sostenibile, riducendo gli sprechi e scommettendo sulla qualità, piuttosto che sulla quantità. Offre sacchetti di carta riciclata e bottiglie di vetro di diverse dimensioni, a seconda delle preferenze di Fabrizio Valente*

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/ NEW CONCEPT /

Il nome Maria Granel è un omaggio ai nego-

zi di alimentari tradizionali: “Marie” è un nome tipico portoghese e “Granel” significa ‘sfuso’. Da Maria Granel è possibile portare un contenitore da casa o usarne uno del negozio e acquistare solo la quantità desiderata o necessaria, anche solo un po’ per provare un prodotto. RESPONSIBLE EXPERIENCE Maria Granel offre sacchetti di carta riciclata e bottiglie di vetro di diverse dimensioni, a seconda delle preferenze. Questo sforzo consapevole ha un notevole impatto sulla riduzione delle emissioni di CO2 e sulla quantità di rifiuti destinati alle discariche e agli inceneritori. Inoltre tutti i prodotti offerti nel negozio sono biologici al 100%, certificati e privi di organismi geneticamente modificati (OGM), dimostrando il rispetto per i terreni dei suoli, i ritmi e delle stagioni della Terra.

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EDUTAINMENT L’azienda è stata in prima linea nel promuovere il concetto BYOC (Bring Your Own Container - Porta Il Tuo Contenitore) incoraggiando migliaia di portoghesi a portare i propri contenitori in negozio. In meno di tre anni, ha contribuito a eliminare più di un milione di sacchetti di plastica dalle discariche. Maria Granel offre ai suoi clienti anche consulenze gratuite con un nutrizionista e seminari che promuovono uno stile di vita a spreco zero. Nel 2019 Eunice Maia ha vinto il Premio ‘Terre de Femmes’, un’iniziativa promossa dalla Fondazione Yves Rocher, che premia le donne impegnate in progetti legati alla protezione dell’ambiente. COMMENTO FINALE KIKILAB Maria Granel evoca l’immaginario collettivo dei negozi di alimentari portoghesi di un tempo ma con un chiaro riferimento alla modernità attraverso la sostenibilità integrata come preoccupazione primaria. Questo negozio è la prova che è possibile consumare in modo più sostenibile, riducendo gli sprechi e scommettendo sulla qualità, piuttosto che sulla quantità. La sfida: affrontare la crescente competizione in questo settore mantenendo il vantaggio di essere stati i primi. Caso tratto dalla ricerca Retail Innovations 15 di Kiki Lab – Ebeltoft Group Maria Granel – Portogallo Il primo negozio portoghese di prodotti sfusi a zero rifiuti; Maria Granel è stata pioniera nello smaltimento completo di contenitori in plastica. Area chiave Responsible experience Tendenze complementari Edutainment

Fabrizio Valente Founder e Amministratore di Kiki Lab (Gruppo Promotica)

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Info chiave • Alimentari sfusi e prodotti per l’igiene • 2015: prima apertura Alvalade • 2 negozi in Portogallo • 1000+: referenze


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// CCOOMMUUNNI C I CAAZZI O I ONNEE //

Non solo grandi player, ma anche i piccoli commercianti e le botteghe

DALL’E-COMMERCE AL NOW-COMMERCE Prodotti alimentari, ma anche prodotti per la pulizia e l’igiene: l’acquisto on line è divenuta una pratica comune. Piattaforme come Deliveroo e Uber Eats, ad esempio, hanno stretto collaborazioni con negozi di generi diversi per consentire ai propri clienti di ordinare non solo prodotti alimentari, ma anche prodotti per la pulizia e l’igiene

Stefania Giuseppetti Il passaggio epocale che stiamo vivendo ha imposto di modificare i nostri comportamenti e il digitale diventa quasi l’unico spazio possibile di relazione umana, educativa, lavorativa, commerciale e di condivisione in tempo reale. Il distanziamento sociale, le restrizioni a causa della pandemia e, soprattutto, la quarantena forzata, hanno modificato le nostre abitudini di consumatori, accelerando verso i fenomeni che abbiamo davanti come quello del commercio elettronico.

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/ COMUNICAZIONE /

UNO SGUARDO AL PRESENTE Secondo i dati Istat, rispetto a novembre 2019, le vendite al dettaglio sono diminuite. La grande distribuzione ha subìto una contrazione dell’8,3%, mentre le imprese operanti su piccole superfici hanno rilevato un calo del 12,5%. In controtendenza a tutto ciò è il commercio elettronico, che registra un aumento superiore al 50,2%. In poco tempo abbiamo assistito ad un salto evolutivo di almeno dieci anni, se pensiamo che nei primi cinque mesi del 2020 sono apparsi online 2 milioni di nuovi consumatori, di cui 1,3 milioni spinti proprio dall’emergenza sanitaria. L’ESPLOSIONE DEL MARKETING ON LINE Secondo una ricerca di Aj-com.net (network specializzato in campagne di comunicazione e web marketing) assisteremo ad un’esplosione del marketing online, con un e-commerce che nel 2021 salirà in Italia a 148 miliardi di euro, quasi il quadruplo rispetto a quello del 2018. Tutto ciò fa segnare un +375% per la previsione di crescita sui tre anni dell’e-commerce in Italia nel 2021, anno in cui la percentuale della popolazione di tutto il mondo che per fare acquisti utilizzerà i canali digitali arriverà a toccare il 52%. Una crescita dovuta non soltanto alla comodità di fare acquisti dal divano di casa, con la possibilità di scegliere tra il vasto assortimento del web le offerte migliori e il prezzo più vantaggioso, ma dovuta soprattutto all’obbligo di isolamento domiciliare e alla paura del rischio di contagio.

IN EVIDENZA • L’e-commerce nel 2021 salirà in Italia a 148 miliardi di euro. • La percentuale della popolazione di tutto il mondo che per fare acquisti utilizzerà i canali digitali arriverà a toccare il 52%. • La crescita più decisa si è registrata nel comparto alimentare, food e beverage. • È diventato necessario investire in strumenti tecnologici, per rispondere alle esigenze dei nuovi utenti e potenziare e garantire i servizi di consegna, anche nei momenti di maggiore richiesta. • È diventato necessario rivedere la produzione e la gestione degli ordini.

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/ COMUNICAZIONE /

ACQUISTI ON LINE: PRATICA COMUNE Gli acquisti online sono diventati una pratica comune per milioni di persone in tutto il mondo, che ha favorito non solo i grandi player, che finora avevano usato questo strumento in maniera occasionale, ma anche i piccoli commercianti e le botteghe. Se prima della pandemia il settore trainante era il turismo, adesso la crescita più decisa si è registrata nel comparto alimentare, food e beverage, che ha dovuto affrontare una domanda elevatissima da parte dei consumatori, e per tale motivo è diventato necessario ripensare la logistica per far fronte alle nuove esigenze dei clienti. Con le strategie di marketing è diventato necessario investire in strumenti tecnologici, per rispondere alle esigenze dei nuovi utenti e potenziare e garantire i servizi di consegna, anche nei momenti di maggiore richiesta. È diventato necessario rivedere la produzione e la gestione degli ordini, con consegne più veloci e offerte di servizi one hour delivery o consegne same-day, riducendo sempre di più lo spazio tra il clic d’acquisto e la ricezione del pacco.

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L’EVOLUZIONE DEL RETAIL Così l’e-commerce si trasforma in now-commerce: la nuova frontiera del commercio online che garantisce la consegna del prodotto ordinato nella stessa giornata. Un’evoluzione nel retail che ha il potenziale di cambiare radicalmente il modo in cui facciamo acquisti. Le consegne express a domicilio si configurano sempre di più come l’elemento chiave per la differenziazione del servizio, la soddisfazione e la fidelizzazione del cliente. Un effetto collaterale di tale sviluppo è la crescita dei servizi di home delivery, che permettono di ordinare e prenotare qualsiasi prodotto o servizio direttamente dal proprio smartphone in pochi semplici passaggi e di richiedere le consegne a domicilio. Piattaforme come Deliveroo e Uber Eats, ad esempio, hanno stretto collaborazioni con negozi di generi diversi per consentire ai propri clienti di ordinare non solo prodotti alimentari, ma anche prodotti per la pulizia e l’igiene. Deliveroo e Uber Eats stanno seguendo la strada aperta da Glovo, il cui progetto prevede la consegna di spese, farmaci e altre esigenze dell’ultimo minuto, affinché non sia solo un’app di consegna, ma l’app di tutto, in grado di connettere, attraverso la tecnologia, le persone alle varie possibilità.


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/ FINANZA E LEGALE / / FINANZA E LEGALE /

Quali sono le principali cause del sovraindebitamento in una azienda

QUANDO E PERCHÉ SI ACCUMULANO I DEBITI La legge 3/2012 e procedimento di composizione della crisi: uno strumento rivoluzionario per risolvere il problema dei debiti

Avv. Letterio Stracuzzi Presidente di Protezione Sociale Italiana, esperto in Legge 3/2012 e gestione della crisi d’impresa

La maggioranza delle famiglie e imprese italiane

si trovano in una situazione di sovraindebitamento a causa delle seguenti ragioni: 1. La prima ragione è legata all’attuale visione sociale: io sono quello che possiedo. Le famiglie ricorrono a prestiti per acquistare beni non strettamente necessari.

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2. La seconda ragione è legata al “problema del reddito medio del nucleo familiare italiano” che spesso non è sufficiente per vivere in maniera dignitosa. 3. La terza ragione è legata ad eventi esterni e imprevedibili come: la perdita di lavoro, la morte di uno dei coniugi, la crisi economica etc.


/ FINANZA E LEGALE /

Per quanto riguarda le imprese. Le ragioni del sovraindebitamento sono principalmente legate: 1. alla crisi economica del 2011 e a quella attuale causata dal Covid; 2. alle difficoltà di accesso al credito e al rapporto con le Banche; 3. alla eccessiva imposizione fiscale. La maggior parte delle aziende italiane ha un debito arretrato con l’Agenzia delle Entrate che non riesce a gestire con le entrate correnti. LA LEGGE 3/2012 SUL SOVRAINDEBITAMENTO La Legge 3/2012 ha introdotto in Italia il Procedimento di Composizione della Crisi. Si tratta di una procedura di carattere giudiziale certa ed imparziale per ottenere la cancellazione dei debiti pregressi al fine di ripartire da zero. La ratio della legge è quella di permettere alle famiglie e imprese, di pagare i debiti che riescono a pagare e di cancellare i rimanenti. Tutti i debiti possono essere stralciati, compresi quelli tributari e previdenziali senza alcun limite. Il procedimento di composizione della Crisi si conclude con una sentenza del Tribunale e prevede una di queste soluzioni: ACCORDO DI COMPOSIZIONE Con l’accordo il debitore propone ai creditori un piano di pagamento con importi e tempi definiti per pagare una parte dei debiti. L’accordo è raggiunto se sono favorevoli i creditori che rappresentano almeno il 60% del debito. L’accordo mira a salvaguardare la continuità dell’attività di impresa trovando un accordo con i creditori.

PIANO DEL CONSUMATORE Con il piano del consumatore il debitore propone un piano di uscita dalla crisi che prevede un pagamento di un importo mensile per un periodo medio che va dai 5 ai 7 anni. Al termine del piano i debiti che risulteranno impagati saranno cancellati. In questo caso non è richiesto il consenso dei creditori. Non rientrano nell’istituto del piano del consumatore i debiti contratti per attività d’impresa. LIQUIDAZIONE DEL PATRIMONIO Con la liquidazione la persona o la impresa in crisi decide di mettere in vendita tutti i beni, utilizzando il ricavato della vendita per pagare i debiti. L’istituto si applica a qualunque tipologia di debito (impresa/consumo/famiglia). La liquidazione del patrimonio non richiede il consenso dei creditori. Al termine della vendita dei beni il soggetto si libererà di tutti i debiti anche se il ricavato della vendita è inferiore all’ammontare dei debiti. La procedura di liquidazione del patrimonio dura 4 anni. Decorso tale termine il debitore otterrà il beneficio dell’esdebitazione.

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CHI PUÒ ACCEDERE ALLA LEGGE 3/2012 I soggetti ammessi dalla Legge: • Consumatore; • Fideiussore; • Artisti; • Lavoratori autonomi/partite iva; • Imprenditore agricolo; • C.d. strat up innovativa; • Imprenditore sotto soglia l.1 fallimentare; • Imprenditore cessato; • Professionisti; • Enti privati non commerciali; • Socio illimitatamente responsabile. LE ULTIME MODIFICHE ALLA LEGGE 3/2012 E AL CODICE DELLA CRISI E DELL’INSOLVENZA INTRODOTTE CON LA LEGGE DI BILANCIO 2021 L’attuale pandemia ha aggravato la situazione economica e finanziaria italiana. Per superare l’attuale situazione di crisi e aiutare le persone e le imprese a ripartire, la legge di bilancio 2021 ha introdotto alcune importanti modifiche alla legge 3/2012 e al Codice della Crisi e dell’insolvenza. Le più importanti sono certamente l’esdebitazione dell’incapiente e la transazione fiscale. L’ESDEBITAZIONE DEL DEBITORE INCAPIENTE Si tratta di un Istituto rivoluzionario, capace di fornire un aiuto concreto ai debitori più bisognosi. Il debitore incapiente, è la persona fisica che non possiede alcun bene e reddito o possiede un reddito appena sufficiente per vivere e mantenere la propria famiglia. Ebbene. Da oggi anche il debitore incapiente, una sola volta nella vita, ha il diritto di accedere alla legge 3/2012 e di cancellare tutti i debiti senza pagare un euro in favore dei creditori. LA TRANSAZIONE FISCALE PER LE GRANDI IMPRESE IN CRISI Si tratta, anche in questo caso, di un istituto rivoluzionario che consente alle grandi imprese in crisi di stralciare il debito con Agenzia delle Entrate, senza il consenso, e di puntare alla continuità aziendale, attraverso il ricorso ad una delle seguenti procedure concorsuali:

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concordato preventivo ex art. 180 comma 4 legge fallimentare; • accordo di ristrutturazione dei debiti ex art. 182 bis legge fallimentare. In questi casi il Tribunale potrà omologare la proposta di concordato e di ristrutturazione dei debiti – in continuità – dell’impresa, anche in mancanza di voto da parte dell’Agenzia delle entrate. L’azienda potrà quindi far valere l’accordo e stralciare i debiti fiscali e tributari anche senza il voto favorevole dell’Agenzia delle Entrate, al verificarsi di due condizioni: 1) che il voto sia determinante per il raggiungimento delle maggioranze previste dalla legge e 2) quando la proposta di soddisfazione/stralcio dei debiti sia più conveniente rispetto all’alternativa liquidatoria. Con questa norma moltissime imprese potranno evitare il fallimento, stralciando i debiti fiscali e tributari e puntando alla continuità aziendale.


/ FINANZA E LEGALE /

LA CARTA DI IDENTITÀ istruzioni per l’uso” in onda su Radio Reporter.

Avvocato Letterio Stracuzzi L’Avv. Letterio Stracuzzi è uno dei massimi esperti in Italia in legge 3/2012 e gestione delle imprese in crisi. Nel 2017 ha fondato PSI e attualmente ne riveste la qualifica di Presidente. L’associazione, negli ultimi anni, ha stralciato, grazie alla legge 3/2012, la cifra record di 75 milioni di euro di debiti in favore di privati e imprese. Attualmente è docente del Master Universitario di I livello “Sovraindebitamento e Legge 3/2012” e Docente del Corso abilitante in Gestione della Crisi da Sovraindebitamento. Pubblica articoli in materia di Legge 3/2012 su blog tematici e riviste giuridiche ed è ospite in qualità di esperto del programma radiofonico “Indebitamento e Legge 3/2012:

PROTEZIONE SOCIALE ITALIANA A SOSTEGNO DELLE IMPRESE IN CRISI (PSI) PSI nasce nel 2017 per offrire sostegno e supporto alle famiglie e alle imprese con problemi di debito grazie all’applicazione della legge 3/2012. La struttura dell’Associazione è così composta: • 250 gestori della crisi (tra avvocati e commercialisti) iscritti al Registro del Ministero di Giustizia e suddivisi per settore di attività dell’impresa in crisi; • 11 Organismi di Composizione della Crisi accreditati presso il Ministero di Giustizia; • 1 Comitato Scientifico composto da professori universitari, ricercatori, giornalisti e altre figure di particolare rilevanza professionale. Nel 2019 a seguito dell’introduzione del Codice della crisi e dell’insolvenza, PSI ha sviluppato uno spin-off dedicato allo studio, analisi e soluzione delle situazioni di sovraindebitamento delle grandi imprese in crisi che rientrano nell’applicazione della legge fallimentare, da settembre 2021: Codice della Crisi e dell’insolvenza.

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È importante prestare attenzione ai contenuti della pagina

L’USO DEI SOCIAL MEDIA DA PARTE DEI FRANCHISEES Come si concilia tutto ciò con il contratto di franchising e con l’esigenza di mantenere l’uniformità e l’immagine della rete… Tutte le regole da seguire

In un’epoca in cui la “socializzazione” intesa come interazione in presenza tra individui è fortemente limitata non solamente nei rapporti interpersonali privati, bensì anche in ambito commerciale, la presenza on line impatta in modo importante sulle sue possibilità di successo, ed assume un ruolo fondamentale per qualsiasi attività produttiva. Diventa infatti fondamentale mantenere il contatto con il cliente e sviluppare il proprio business attraverso canali alternativi e complementari al punto vendita fisico.

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Tale presenza virtuale si declina, da un lato, nella vendita attraverso i canali on line tradizionali (principalmente i siti web aziendali e i marketplace), dall’altro in tutte quelle attività promozionali svolte sui social media, cui eventualmente affiancare il c.d. social commerce (ovvero la possibilità per l’utente di acquistare prodotti direttamente all’interno dei social). Come si concilia tutto ciò con il contratto di franchising e con l’esigenza di mantenere l’uniformità e l’immagine della rete?


La questione è affrontata solo in parte dalle linee guida al Regolamento 330/2010 ove è previsto che “a qualsiasi distributore deve essere consentito di utilizzare Internet per vendere prodotti” a meno che ciò non si traduca in vendite attive nel territorio riservato di un altro distributore in quanto “l’esistenza di un sito Internet è considerata una forma di vendita passiva in quanto si tratta di un modo ragionevole di consentire ai clienti di raggiungere il distributore. L’esistenza di un sito può produrre effetti al di fuori del territorio o gruppo di clienti del distributore; tuttavia, si tratta di una conseguenza della tecnologia, che consente un facile accesso da qualsiasi luogo. Se un cliente visita il sito Internet di un distributore e lo contatta, e se tale contatto si conclude con una vendita, inclusa la consegna effettiva, ciò viene considerato come una vendita passiva. Lo stesso avviene se un cliente decide di essere informato (automaticamente) dal distributore e questo determina una vendita”. Come si vede le previsioni delle Linee guida al Regolamento 330/2010 fanno riferimento in modo specifico alle vendite effettuate tramite internet, ciò che lascia scoperte le promozioni e le vendite attraverso i social media. Nel silenzio delle Linee guida riteniamo che la questione possa essere risolta – in assenza di specifiche pronunce sul punto - applicando in via analogica i principi elaborati per le vendite on-line. In primo luogo riteniamo di poter escludere che un divieto assoluto di utilizzare i social media per promuovere i prodotti possa essere considerato legittimo. Parafrasando quanto previsto dalle Linee Direttrici si deve infatti considerare che i social media rappresenta uno strumento straordinario per raggiungere clienti più numerosi e diversificati rispetto a quanto avverrebbe utilizzando solo metodi di vendita più tradizionali. Più delicata invece la questione relativa alla possibilità di vietare l’utilizzo di determinati ed individuati social media. Qualche apertura in questo senso si potrebbe forse ipotizzare per i prodotti di lusso (sulla scorta della nota sentenza Coty, cui hanno fatto seguito diverse pronunce dei giudizi nazionali nello stesso segno) nonché nei casi in cui un eventuale divieto fosse

Un divieto assoluto di utilizzare i social media per promuovere i prodotti può essere considerato illegittimo giustificato da ragioni oggettive e non discriminatorie (si pensi a quei canali social che vengono utilizzati da uno specifico pubblico – ad esempio i giovanissimi – e che potrebbero quindi non essere in linea con il target di riferimento dei prodotti). Quanto precede sempre comunque nel rispetto dei criteri di adeguatezza e necessarietà rispetto all’obiettivo di tutelare l’immagine del prodotto. Si può invece ragionevolmente ritenere possibile introdurre delle limitazioni all’uso dei social media da parte dei franchisees, in quanto anche per i social media dovrebbero valere le medesime regole e limiti per la costruzione di un sito web, l’utilizzo di piattaforme di terzi e, in generale, per le attività

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promozionali. Ad esempio potrà sempre essere richiesto al franchisee che l’attività sui social rimanga coerente con l’immagine del franchisor (paragrafo 54 delle Linee Guida al Regolamento). Parimenti dovrebbe essere possibile imporre al franchisee determinati standard qualitativi relativamente alla sua attività sui social (così come è possibile farlo in relazione ad un punto vendita o in relazione ad un sito internet, come ribadito dal paragrafo 54 delle Linee Guida al Regolamento). In tale prospettiva riteniamo possibile che il franchisor possa ad esempio pretendere dal franchisee il rispetto di determinati standard o di uno specifico lay-out per la creazione della sua pagina, di utilizzare la pagina solo ed esclusivamente per promuovere i prodotti del franchisor, o di pubblicare solo foto dei prodotti “ad alta risoluzione” o fornite dal franchisor stesso o, ancora, di non pubblicare sulla pagina riferimenti a marchi diversi da quelli del franchisor, che possano creare confusione o sminuirne il valore. Al contrario, ove oltre all’attività di promozione su social venisse effettuata anche attività di vendita dei prodotti, dovrebbe invece rimanere ferma la possibilità di imporre un divieto ogni qual volta l’attività sui social, per le modalità con le quali viene svolta, determinasse di fatto delle vendite attive nei territori o a gruppi di clienti esclusivi di altri distributori/franchisees (paragrafo 53 delle Linee Guida al Regolamento).

Potrà sempre essere richiesto al franchisee che l’attività sui social rimanga coerente con l’immagine del franchisor I franchisors quando redigono i loro contratti dovranno quindi prestare la giusta attenzione e disciplinare contrattualmente le modalità di utilizzo da parte dei franchisee di internet e dei social media per pubblicizzare e vendere i prodotti, cercando di

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Contrattualmente occorre disciplinare le modalità di utilizzo da parte dei franchisee dei social media contemperare le esigenze di promozione con quelle di mantenere l’uniformità e l’immagine di tutta la rete. Importante sarà inoltre sensibilizzare i franchisees sull’importanza di adempiere a tutti gli obblighi di legge connessi (ivi inclusi quelli derivanti dalla legge sulla privacy) nonché sull’importanza di prestare attenzione ai contenuti della pagina (evitando di pubblicare materiali o contenuti che possano essere pregiudizievole per il marchio o la rete o che possano violare diritti di terzi o essere contrari al comune senso del pudore o offensivi).

di Alessandra Sonnati e Federica Leanza. Avvocati - Frignani Virano e Associati, Studio Legale

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ANT ICIPAR E IL C A M BIA M E N TO – Sostenibilità, chiave della crescita aziendale. Gli impatti sociali, ambientali, finanziari Autore: Andrea C.A. Briganti Editore: Cinquesensi Pagine: 192 / Prezzo: € 18,00 Anticipare il cambiamento si concentra sul tema della sostenibilità come chiave della crescita aziendale. Il manager Andrea C.A. Briganti si rivolge ai manager e fornisce una visione avanzata sui principi della sostenibilità nelle diverse applicazioni dell’attività, monitorata, misurata, rappresentata con trasparenza e chiarezza di racconto perché possa essere valore per le aziende e patrimonio di tutti. Il saggio indaga le opportunità esistenti e le competenze necessarie perché ogni impresa possa tradurle in azioni concrete, in una nuova Europa che punta a riscattarsi dalla crisi della pandemia da Covid-19 per diventare il primo continente a emissioni zero entro il 2050. Corporate Social Responsibility, economia circolare, Industry 4.0 e servitizzazione integrate e sviluppate grazie all’evoluzione digitale propiziata dal cloud, dall’IoT e dall’intelligenza artificiale sono qui indicati come fondamenta del soggetto economico e attore sociale dell’impresa sostenibile. Un team work di esperti approfondisce gli aspetti normativi e ambientali, la digitalizzazione dei processi che favorisce l’economia circolare e l’evoluzione del mercato dai prodotti alla fungibilità determinata dalla servitizzazione, fino ai risvolti economici che orientano la scelta degli investitori internazionali verso i progetti dove la sostenibilità è praticata e misurata. Completano il saggio le case history.

SUPER ME M OR IA SU PE R LE T T U R A Autore: Marco D’Ardia Editore: Hoepli Prezzo: € 17,90 Avere una Super Memoria non è una questione naturale, ma dipende da come riesci a sfruttare le tue potenzialità. Con le strategie di memorizzazione più avanzate che imparerai a padroneggiare grazie a questo libro, riuscirai a ricordare qualsiasi informazione in qualsiasi momento. Sai che è possibile anche leggere 25.000 parole al minuto? Dove sta il trucco? Non c’è. Ti potrà sembrare una magia, ma quando avrai appreso il metodo e lo avrai applicato, fin da subito ti sembrerà di avere dei super poteri. Ti sentirai un Super Lettore. L’autore del libro Marco D’Ardia si occupa di formazione in classe e tiene corsi online su tecniche di memoria, lettura veloce, team management, gestione del tempo. Ha collaborato con alcune delle più grandi aziende di formazione in Italia. È inoltre specializzato in PNL.

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/ IL SEGNALIBRO /

REAL ESTAT E E COM M E R C IO Autore: Alberto Deiana Editore: Youcanprint Pagine: variabili a seconda del dispositivo di lettura Prezzo: € 4,99 Un libro ricco di spunti e ispirazioni per chi è interessato a conoscere la situazione italiana del mercato immobiliare e del commercio e, in più, desidera comprendere in che direzione si muovono davvero questi due settori, anche alla luce delle turbolenze causate dal Covid-19 e dalla conseguente emergenza, non solo sanitaria. Si tratta di un approfondimento sulle dinamiche di consumo, sulle sfide lanciate dalla tecnologia applicata al commercio e sulla corsa dello sviluppo immobiliare per la riqualificazione delle città. Questa raccolta di articoli, scritti in modo spesso audace, accompagna il lettore in un percorso di conoscenza e consapevolezza della realtà che cambia, per poter cogliere in anticipo le opportunità e i vantaggi del settore immobiliare e commerciale. Lo fa offrendo una panoramica delle più attuali tendenze che costituisce un autentico supporto alla comprensione dei fenomeni trattati, inquadrandoli nel contesto macroeconomico, reso ancora più complesso dalla continua incertezza e dal vorticoso disordine in atto. Arricchisce il lavoro la prefazione di un manager di rinomata esperienza nel settore, Tim Santini, già in JLL e Schroeders-Eurocommercial, ora membro del Royal Institution of Chartered Surveyors e attivo nel business coaching e mentoring per Asset e Property Managers. IL METOD O C ILE N TO- I cinque segreti dei centenari Autore: Luciano Pignataro - Giancarlo Vecchio Editore: Mondadori Pagine: 180 / Prezzo: € 18,00 Nel Metodo Cilento Luciano Pignataro, enogastronomo e cilentano doc, avvalendosi del supporto scientifico dell’oncologo di fama internazionale Giancarlo Vecchio, approfondisce i perché di questa longevità così sistematica e sorprendente e delinea un modello per una vita non solo lunga, ma soprattutto felice. Attingendo alla saggezza dei contadini, alle usanze e alle tradizioni del territorio, e in particolare alla Dieta Mediterranea che proprio in Cilento ha origine, Pignataro e Vecchio offrono un vademecum da applicare alla vita quotidiana, con consigli sull’alimentazione e sullo stile di vita. Si tratta di abitudini non impegnative, come prediligere verdure e cereali, scegliere prodotti freschi e di stagione, camminare invece di prendere l’auto, impegnarsi per tenere viva una rete di relazioni sociali che non siano ristrette al solo ambito lavorativo. Significa prendersi il tempo per ascoltare gli altri, anche quando ci raccontano cose che riteniamo inutili: in Cilento il tempo si trova sempre – per lavorare, per meravigliarsi della natura, per scambiare quattro chiacchiere con un amico. Tanti consigli pratici per disconnetterci da un’esistenza frenetica, dai social network, dalle ansie che affannano le nostre giornate, e riscoprire il valore della lentezza e della slow life. E vivere felici, a lungo.

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APPUNTI RETAIL In questo numero: Con LastPass è possibile memorizzare password e credenziali di accesso, creare profili di shopping online, generare password complesse e molto altro. Per gestire gli appuntamenti e schedulare con il proprio team le riunioni si può scaricare Calendly, un’app per l’organizzazione del tempo. Inoltre, con l’App NTC è possibile allenarsi da casa gratis con lezioni di HIIT, di yoga, bodyweight che si possono fare con pochissimi attrezzi o nessuno.

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3,7/5 INSTAGRAM COME CLUBHOUSE, DIRETTE CON 4 PARTECIPANTI Su Instagram arrivano le Stanze dove è possibile svolgere video in diretta fino a quattro partecipanti anziché solo due. La nuova funzione riprende il concetto delle ormai famose stanze di ClubHouse, il social del momento e in sempre più veloce espansione.

4,7/5 FITNESS DA CASA CON NIKE TRAINING CLUB Con l’App NTC è possibile allenarsi da casa gratis con lezioni di HIIT, di yoga, bodyweight che si possono fare con pochissimi attrezzi o nessuno. Ci sono più di 185 opzioni create da esperti Master Trainer di Nike per atleti di tutti i livelli. È possibile anche trovare le Workout Collection per raggiungere i risultati prefissati con programmi flessibili compatibili con gli impegni di tutti i giorni.

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AMAZON MUSIC SBARCA SU ANDROID TV E GOOGLE TV Amazon Music, l’applicazione di streaming musicale del colosso dell’e-commerce è ora disponibile gratuitamente su Android TV e Google TV. Tutti i clienti Amazon possono ora avere accesso ai brani presenti su Amazon Music anche sulle loro TV Android e Google. La app di Amazon Music funzionerà in modo simile a quella che è già disponibile su altri dispositivi a seconda dell’abbonamento sottoscritto: Free, Music Unlimited, Amazon Prime Music e Amazon Music HD. Gli abbonati ad Amazon Music Unlimited (che ha un costo di 9,99 euro al mese per i nuovi clienti o 7,99 euro per i membri Prime) potranno accedere alla libreria musicale completa.

TOO GOOD TO GO RAGGIUNGE IL TRAGUARDO DI 1000 NEGOZI ADERENTI A ROMA Too Good To Go, l’app contro gli sprechi alimentari, ha raggiunto in meno di due anni il traguardo di 1000 esercizi commerciali che a Roma utilizzano il servizio per evitare gli sprechi di propri invenduti. Grazie all’app Too Good To Go i commercianti possono inserire la disponibilità di box, senza specificare che tipo di contenuto è presente all’interno, basandosi sugli invenduti della giornata. Dall’altro lato, gli utenti, accedendo alla app dal proprio smartphone e geolocalizzandosi per individuare i locali aderenti più vicini, potranno acquistare il proprio sacchetto di prodotti invenduti a un terzo del prezzo originale pagando direttamente tramite app.

CALENDLY: MEETING SCHEDULING APP Un’altra app per l’organizzazione del tempo è Calendly. Con questa App, integrabile con il calendario personale come Google e Office 365, è possibile gestire gli appuntamenti e schedulare con il team le riunioni. L’interfaccia è semplice e ottimizzata per tutti i dispositivi come smartphone, tablet o desktop. È possibile ricevere notifiche automatiche per conferme e reminder e organizzare eventi con molte persone. Calendly ha una versione Basic gratuita, e due opzioni (Premium e Pro), per accedere a funzioni extra come la gestione degli eventi per i gruppi di lavoro.

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UP & DOWN La nostra rubbrica che ha come obiettivo quello di verificare se il sito del franchisor è esaustivo nelle informazioni pubblicate. WILLMORE www.willmore.it WillMore è un brand operante nel settore delle web agency. Il progetto in franchising è illustrato nella pagina dedicata sul sito. Qui si trovano diverse informazioni utili come che il franchising non richiede esperienza nel settore, non è previsto un costo di personale o acquisto di software e che l’investimento iniziale è contenuto. Vengono poi illustrati i servizi che sarà possibile vendere nella propria agenzia e le due formule in sintesi. È poi possibile trovare una sezione con le FAQ. La sezione è rimandata perché manca qualche accorgimento nell’organizzare le informazioni. FISCOCENTER www.fiscocenter.it FiscoCenter è il progetto in Franchising che permette ai suoi affiliati di diventare Fiscalisti abilitati. La sezione si articola in diverse voci tra cui: Franchising FiscoCenter e Caf Point T.F.D.C., l’offerta in franchising, servizi offerti in franchising e pacchetto completo in franchising. Anche se la sezione non ha una scheda franchising vera e propria è semplice e chiara nello spiegare i requisiti necessari e il supporto che viene dato all’affiliato. Suggeriamo di riassumere le informazioni in una sola pagina per essere promossa, per ora: semaforo arancione. MAIL EXPRESS POSTA & FINANZA www.mailexpress.it Mail Express Evolution è una formula di affiliazione per aprire un’agenzia di Poste Private integrata con Servizio corriere per i Pacchi e Servizi digitali come l’attivazione della PEC, dello SPID e della Firma digitale. Nel sito del franchisor c’è la pagina dedicata alla proposta franchising. Qui si trovano informazioni suddivise in: requisiti, cosa ti offriamo, cosa cerchiamo e opportunità e vantaggi dell’agenzia. La sezione è bocciata perché anche se ha un layout ben organizzato mancano molte delle informazioni importanti come l’ammontare dei costi di investimento.

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RABONA WWW.RABONA.IT Rabona è un franchising operante nel settore della telefonia mobile. Nella pagina del sito viene illustrato che cosa è compreso nell’investimento, il supporto che viene dato all’affiliato, la durata del contratto, la mini-guida per aprire il negozio Rabona e le caratteristiche del franchisee ideale. Anche se non è chiaro a quanto ammonta la richiesta economica e viene solo indicato che non ci sono Royalty sul venduto e che non è richiesta Fideiussione bancaria, promuoviamo la sezione. Con qualche piccolo accorgimento può ricevere il bollino verde al 100%. KYOSKO SUSHI www.kyosko.it Kyosko sushi è un concept franchising del mercato del sushi. Esistono 3 differenti format per aderire alla proposta e sono spiegati ciascuno dal menù a tendina “franchising” del sito del franchisor. Il layout di spiegazione è molto semplice e tra i vari punti è indicato il riepilogo fornitura per Punto Vendita e che cosa prevede l’affiliazione. La sezione è rimandata perché anche se indicato che non è previsto nessun Pagamento Royalty mensile su incassato lordo e nessuna fee di Ingresso manca l’ammontare dei costi per avviare il franchising. Un + perché è indicata la voce “esclusiva di zona”. DOVE.IT www.d ove. it Dove.it è un format franchising operante nel settore immobiliare. La sezione dedicata ai potenziali affiliati su www.dove.it è semplice e completa. Si può trovare una sezione con le risposte ai potenziali dubbi e le curiosità sulla formula e sono indicati i vantaggi del franchising immobiliare di Dove.it.

• Scheda franchising con informazioni essenziali sul progetto contenente anche: ammontare dei costi di investimento, ammontare del diritto di ingresso, ammontare e periodicità delle royalties sia sulle vendite che sulle pubblicità • Descrizione esaustiva dell’attività e dei servizi e/o prodotti distribuiti • Elenco, ubicazione e riferimenti degli affiliati in essere

• Modalità di affiliazione • Possibilità di porre domande specifiche da parte dei potenziali affiliati • Eventuali zone di preferenza per l’ubicazione delle nuove attività • Presenza di esclusiva di zona • Storia dell’affiliante • Un conto economico medio • Il fatturato minimo conseguibile

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IL DIZIONARIO DEL FRANCHISING Asset management La gestione strategica degli investimenti.

Gross Leasable Area (GLA) La superficie lorda locabile in un centro commerciale.

Bacino d’utenza Numero di persone (espresse solitamente in migliaia) che rappresenteranno gli utenti del punto vendita in franchising in apertura. In base a questo numero si può ipotizzare la rendita economica dell’affiliato e studiare una strategia per migliorarla.

Know-how Insieme delle conoscenze tecniche e commerciali relative alla produzione e alla distribuzione di un prodotto o di un servizio.

Benchmark Il valore di riferimento e confronto per un determinato parametro. Break even point (punto di pareggio) Valore che indica la quantità, espressa in volumi di produzione o fatturato, di prodotto venduto necessaria per coprire i costi precedentemente sostenuti, al fine di chiudere il periodo diriferimento senza profitti né perdite. Brevetto Attestato amministrativo della paternità di un’invenzione e del diritto esclusivo di godere degli utili economici che ne derivano. Esso determina anche la possibilità per il detentore del brevetto di impedirne la riproduzione e l’utilizzo per un tempo determinato. Comodato Contratto con cui una persona concede a un’altra l’uso gratuito di un bene per un periodo determinato. Corner Zona di un locale commerciale adibita a spazio di esposizione e vendita di un prodotto che il franchisor concede all’affiliato. Diritto d’entrata (fee d’ingresso) Compenso corrisposto dal franchisee al franchisor a fondo perduto o a titolo di cauzione per contribuire alle spese organizzative volte alla realizzazione del programma franchising. Fatturato Il totale delle vendite effettuate, al netto dell’iva, risultante dal registro dei corrispettivi. Formazione Trasferimento di specifiche conoscenze relative alla formula mediante corsi o sessioni svolte in via diretta in aula o tramite strumenti informatici/multimediali. Franchisee (o affiliato) Imprenditore che, per mezzo di un contratto, aderisce al sistema di franchising impegnandosi a gestire il proprio punto vendita secondo precise clausole. Franchising (o affiliazione commerciale) Contratto, regolamentato dalla legge n.129/2004, che si impernia sulla collaborazione continuativa tra il franchisor, che dispone di una profonda esperienza in un determinato settore (industriale, commerciale, di servizi) e il franchisee, imprenditore indipendente che auspica di aumentare il giro d’affari e la redditività della sua azienda. Franchisor (o affiliante) Imprenditore che ha messo a punto il sistema di distribuzione (franchising) e che, cedendo ad altri il suo know-how, si assume il compito di controllare e coordinare il funzionamento del sistema.

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Location L’ubicazione di un punto di vendita Manuale operativo Insieme di tutte le nozioni fondamentali del progetto franchising che il franchisor trasferisce al suo affiliato in sede di stipula del contratto. Master Franchisee Si tratta di un franchisee che ha ottenuto per contratto il diritto di stipulare contratti di sub-franchising nella zona in cui ha l’esclusiva, assumendosi in proprio la responsabilità per lo sviluppo, l’amministrazione e il controllo della rete di affiliati così costituita. Punto pilota Denominazione attribuita a un punto di vendita di prova di proprietà del franchisor che serve a sperimentare il programma di franchising prima della sua attuazione pratica. Il ricorso all’unità pilota diventa indispensabile nel franchising estero, specialmente quando il franchisor abbia scarsa conoscenza del nuovo mercato e dei suoi usi e costumi. Purpose È la risultante dei valori e della storia aziendale, la ragione d’essere di una azienda ed è determinato da quello che l’azienda vorrebbe realmente essere Ritorno sull’investimento (R.O.I.) Nel sistema franchising esso indica la redditività del capitale investito dal franchisee. Si calcola sottraendo al risultato operativo il totale degli investimenti. Royalty Compenso proporzionale all’attività svolta dal franchisee e versato al franchisor per remunerarlo di tutti i servizi resi, compresi di diritti all’insegna e al marchio. Ritorno sulle Vendite (R.O.S) Nel sistema franchising esso indica il risultato operativo

medio per unità di ricavo ed è utilizzato per valutare l’efficienza operativa di una società. Si calcola dividendo l’utile netto (al lordo di interessi e imposte) per le vendite. Sell in

Insieme delle operazioni che il franchisor mette in atto per fornire i prodotti ai propri franchisee. Sell out

Operazioni di vendita dei prodotti ai clienti finali da parte dei franchisee. Stock

Assortimento


AZ FRANCHISING VIA CUSANI, 10 20121 MILANO

INFORMATIVA NEI CONFRONTI DI PERSONE FISICHE AI SENSI DELL’ART. 13 E 14 DEL REGOLAMENTO (UE) 679/2016 DEL PARLAMENTO EUROPEO E DEL CONSIGLIO DEL 27 APRILE 2016 - WM Capital S.p.A. in qualità di Titolare del trattamento dei dati garantisce la massima riservatezza dei dati da Lei forniti nel rispetto dei principi sanciti dal Reg UE 679/16. I dati personali da Lei forniti sono trattati da WM Capital S.p.A.– Titolare del trattamento – manualmente ed elettronicamente per finalità strettamente connesse e strumentali all’erogazione del servizio di abbonamento scelto. In qualità di soggetto Interessato Lei potrà esercitare, in qualsiasi mo95 mento, nei confronti del Titolare del Trattamento, diritto di accesso, rettifica, cancellazione, limitazione, opposizione e reclamo, inviando un’apposita richiesta all’indirizzo e-mail amministrazione@wmcapital.it, via pec amministrazione@pec.wmcapital.it o a mezzo posta all’indirizzo WM Capital S.p.A. Via Cusani, 10 – 20121 Milano, luogo di custodia dei dati. Letta l’informativa e consapevole che il trattamento dei dati è necessario per ottenere il servizio, consento al trattamento dei miei dati personali.


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MENSILE - ANNO XXIII - N. 04 APRILE 2021 DIRETTORE RESPONSABILE Fabio Pasquali f.pasquali@azfranchising.it CONTATTI TEL. 02/46.77.81 email: marketing@azfranchising.it UFFICIO ABBONAMENTI amministrazione@wmcapital.it STAMPA Pixartprinting S.p.A. via 1° Maggio, n.8, 30020 Quarto d’Altino (VE), Italia DISTRIBUTORE PER L’ITALIA MEPE – Distribuzione Editoriale S.p.A. Via E. Bugatti, 15 20142 Milano MI IMPAGINAZIONE WM Capital S.p.A

Hanno collaborato con noi: Stefania Giuseppetti, Mirco Comparini, Alessandra Sonnati, Mattia Nicoletti, Fabrizio Valente,

Francesca Paleari, Alessio Molinarolli, Ugo Perugini, Roberto

Colavecchio, Patricia de Masi Taddei Vasoli, Federica Leanza, Andrea D’Agostini, Letterio Stracuzzi

via Cusani, 10




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