MENSILE - TARIFFA R.O.C. POSTE ITALIANE SPA - SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE - D.L. 353/2003 (CONV. IN L. 27/02/2004 N. 46) ART. 1, COMMA 1, DCB ROMA. P. I. 06/09/2021
SPECIALE
FORMAZIONE
FINANZIAMENTI
LE POTENZIALITÀ DEL NUOVO CREDITO D’IMPOSTA, MA ATTENZIONE AI CONTROLLI
IL PROFITTO COME PRINCIPALE OBIETTIVO DELLE IMPRESE
600 MILIONI A DISPOSIZIONE DELLE PMI
www.azfranchising.com 5.00 EURO n. 09/10 settembre - ottobre 2021 anno XXIII
Aldo Cingolani CEO Bertone Design
ITALIAN DESIGN CONCEPT Innovazione, salute e sostenibilità nel newlife style ISSN
5941 - 9504
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RETAIL, IDEE, OPPORTUNITÀ, STRUMENTI PER FAR CRESCERE LA TUA ATTIVITÀ
EDITORIALE “Davanti a noi stanno cose migliori di quelle che ci siamo lasciati alle spalle.” C.S. Lewis
Il nuovo scenario ha detto fine alla parola incertezze. Oggi, il mondo dell’impresa, dopo le vicende vissute, sicuramente si presenta più coeso e consapevole del suo ruolo, nel panorama nazionale: quello di ridare forza e fiducia all’economia, far valere la sua influenza e affermarsi sempre di più. L’Italia sicuramente ha una posizione di privilegio nel panorama internazionale perché forte della sua storia e della sua tradizione, riconosciuta da tutti: il Mady in Italy è un’eccellenza mondiale. Fatti e non parole. Infatti lo dimostrano i numeri. Tra le righe del Rapporto sul commercio estero dell’ICE, che costituisce il principale strumento di informazione e analisi sul posizionamento competitivo del sistema produttivo italiano nel contesto dell’economia globale, emerge sicuramente un sentimento di ottimismo. Nel 2020, fra i Paesi del G8, l’Italia è stata seconda per minor calo dell’export e ha fatto molto meglio di Francia, Regno Unito e Stati Uniti. Il 2021 porta il primo quadrimestre a risultati superiori ai livelli pre covid. Il Made in Italy ha prevalso sulla pandemia e questo grazie alle nostre eccellenze, in grado di superare qualsiasi crisi. Siamo in volo verso la grande ripartenza. A spingere sarà sicuramente anche il ritorno degli eventi in presenza e come primo appuntamento, in ordine cronologico, abbiamo voluto segnalare il Salone del Modile, in programma proprio a settembre. Non a caso in questo numero di AZ Franchising, ci siamo concentrati sul settore del mobile e dell’arredo che è certamente uno dei settori di eccellenza del Made in Italy. L’Italian design, frutto della generosità e della creatività delle aziende e dei professionisti del Design, è apprezzato in tutto il mondo e ha fatto grande la nostra filiera industriale. Il Made in Italy, l’industria italiana, e l’Italia ha tutte le carte in regola per affermare ancora di più la sua leadership a livello mondiale seguendo chiaramente i megatrend accelerati dalla pandemia che guideranno i modelli di produzione e di consumo nell’epoca post covid: il digitale, l’innovazione, la salute e il benessere e la sostenibilità. Le nostre imprese sono pronte a tornare sulla scena internazionale più forti di prima perché il nostro tessuto imprenditoriale è fermamente saldo al proprio posto e proiettato verso nuove sfide e noi siamo sempre più presenti a creare occasioni e opportunità per fare sistema, catalizzatori di azioni, pensieri, sentimenti che consentono a tutta la filiera industriale di ripartire con ottimismo, per un progresso che riguarda tutti: grandi aziende, imprenditori, imprenditrici, istituzioni, banche, operatori commerciali, consumatori. Questo scenario di ritrovato ottimismo sarà fondamentale nel processo di identificazione di nuove opportunità.
Fabio Pasquali Direttore responsabile
Settembre - ottobre 2021 16
FOCUS Ottimismo per il 2021 dalla filiera italiana del mobile
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Sostenibilità: il nuovo “must” per il design italiano
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LA PROPOSTA EasyCassa: il sistema di cassa telematico “all-in-one”
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LA PROPOSTA Ciesse Company svela come fare per focalizzarsi sul proprio brand/target DOSSIER Domain Name e tutela del knowhow e dei segreti commerciali SPECIALE Il nuovo Credito d’Imposta un’opportunità per tutte le aziende, ma attenzione ai controlli FORMAZIONE Verso una nuova policy aziendale: sostenibilità, fatti non parole
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NUOVI TREND Progettare il 2021, facendo tesoro del 2020
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NEW BUSINESS MODEL Wm Capital lancia “AZ Partner Program”
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NEW CONCEPT Un concept studiato per il riequilibrio psicofisico delle donne
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COMUNICAZIONE Neutral gender marketing: per la longevità e il successo dei brand di oggi e di domani
76
FINANZA & LEGALE Non concorrenza: i patti chiari solo in presenza di know how
80
OCCHIO ALLA LEGGE Dal franchising classico alle nuove forme di franchising
83
NOTE LEGALI Il caso Chanel: un marchio di lusso
FINANZIAMENTI 600 milioni a disposizione delle PMI MARKETING Perché l’audio anche per le aziende può essere vincente TECH RETAIL La fiducia nel digitale tra i consumatori è in aumento
RUBRICHE 4
New entry
6
News
14
News comunicazione
40
Le schede
86
Segnalibro
90
Appunti retail
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Up&Down
SARA BIANCHI È IL NUOVO CFO & HR DI RE/MAX ITALIA RE/MAX Italia annuncia l’ingresso di Sara Bianchi nell’organigramma aziendale con il duplice incarico di Chief Financial Officer (CFO) e di responsabile Human Resource (HR). Sara Bianchi riporterà direttamente al CEO & Founder di RE/MAX, Dario Castiglia, e si occuperà di gestire e sovraintendere le divisioni Functional Areas, Business & Financial Controlling, HR Department, CAO & Payroll e Regional Administration per tutte le società del Gruppo. Laureata in Economia e Commercio all’Università Cattolica di Milano e con un diploma di Business Japanese conseguito presso l’Università Bocconi, Sara Bianchi ha maturato una significativa esperienza presso importanti realtà multinazionali, che spaziano dal settore manifatturiero a quello energetico. Più recente l’esperienza di General Manager in Lagfin SCA, holding finanziaria del gruppo Campari, fino ad approdare per la prima volta nel mondo del franchising immobiliare con l’ingresso in RE/MAX Italia.
Sara Bianchi - CFO & HR RE/MAX
CBRE: LO SMARTPOINT DI ULTIMA GENERAZIONE A CAMPO DEI FIORI, GAVIRATE CBRE, leader mondiale nella consulenza immobiliare, promuove al Centro Commerciale Campo dei Fiori a Gavirate (VA) un progetto di Infopoint evoluto: lo Smartpoint basato sulle richieste dei Clienti del Centro Commerciale. Il progetto è nato in risposta all’esigenza di incrementare il livello dei servizi offerti all’interno della galleria, emersa dal confronto diretto con la clientela di Campo dei Fiori. Lo Smartpoint all’interno del centro è il primo in Italia ad aggiungere al classico ruolo di punto informazioni tutta una serie di servizi aggiuntivi, tra cui servizi postali, servizi di corriere espresso e ricezione pacchi – uno dei servizi più attesi dagli operatori e dai clienti in questo momento di pandemia –, servizi di trasferimento denaro, servizi autostradali, servizio di biglietteria. Verranno inoltre sviluppate specifiche partnership con le realtà più rappresentative del territorio.
PAOLO BERLUSCONI ENTRA IN PORTOBELLO Paolo Berlusconi ha fatto ingresso nel capitale sociale della società Portobello. Pietro Peligra, Presidente del Consiglio di Amministrazione ci Portobello S.p.A., ha dichiarato: “l ‘ingresso di Paolo Berlusconi nell’azionariato di Portobello rappresenta un attestato di stima e di fiducia nei confronti della società, oltre che un valore aggiunto per la crescita delle attività media e barter”. Paolo Berlusconi, socio di riferimento di PBF Srl, ha commentato: “Portobello presenta un modello di business efficiente. Sono lieto di essere diventato un’azionista di questa società e di poter contribuire alla sua crescita”. Portobello S.p.A., fondata a Roma nel 2016, opera attraverso tre Business Unit attive nei settori Media & Advertising, Retail e B2B. La società si occupa della rivendita di spazi pubblicitari, di proprietà o acquistati da terzi, a fronte di un corrispettivo monetario o in alternativa tramite il sistema del barter.
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IL GRUPPO LEGO IN PARTNERSHIP CON PERCASSI APRE UN NUOVO STORE IN ROMAGNA Ventesima apertura italiana per il Gruppo LEGO e Percassi a Rimini, il nuovo LEGO Certified Store, diventando il nuovo punto di riferimento per tutti i fan e le fan del mattoncino della zona. Il negozio ha aperto presso Le Befane Shopping Centre, che grazie alla posizione strategica, vicino alle principali vie di comunicazione e al centro storico della città, è possibile raggiungere anche in bicicletta. Con questo nuovo store, l’azienda danese insieme a Percassi porta nel nostro Paese per la prima volta un innovativo concept di piattaforma in-store, ideato per offrire un’esperienza di vendita sempre più personalizzata e soddisfare le molteplici necessità dei diversi target di clientela. Il LEGO Store romagnolo si inserisce nel piano di espansione di negozi gestiti da Percassi, che ha in programma di aprirne degli altri sul territorio nazionale nel corso dei prossimi anni.
HELBIZ ANNUNCIA LA NASCITA DI HELBIZ KITCHEN Helbiz, società americana leader globale nella micro-mobilità e protagonista di una recente fusione con GreenVision Acquisition Corp. (Nasdaq: GRNV) e dell’acquisizione di MiMoto Smart Mobility, in continua crescita nel settore della micro-mobilità, dopo la nascita di Helbiz Media, il recente accordo con Pininfarina ed MT Distribution, e la partnership con Leasys, controllata da FCA Bank appartenente al gruppo Stellantis, continua il percorso di espansione con la creazione di una nuova linea di business: Helbiz Kitchen, dedicata alla preparazione e alla consegna a domicilio di piatti e portate. Tutto di proprietà, dalle cucine, ai mezzi, al dipartimento di Information Technologies, al personale tutto assunto. Prosegue quindi il piano di crescita di Helbiz, che continua ad investire, con un focus particolare sull’Italia.
EY RAFFORZA LA PROPRIA ORGANIZZAZIONE IN EUROPA E IN ITALIA Massimo Antonelli, CEO di EY in Italia da aprile 2020, a partire dal 1° luglio assume anche il ruolo di Chief Operating Officer di EY Europe West, nuova regione EY - sotto un profilo organizzativo - costituita da 25 Paesi con 31 mila dipendenti che affiancherà i clienti nella loro attività di trasformazione accelerata del business nel mercato unico europeo, in un’ottica sempre più digitale e sostenibile. Massimo Antonelli anche con questo nuovo ruolo avrà l’obiettivo di garantire l’integrazione delle strutture e un’efficace azione di tutte le linee di business. Massimo Antonelli, CEO di EY in Italia, commenta: “Sono onorato di questo ulteriore incarico nel leadership team della nuova regione EY Europe West, che vedrà un’importante rappresentanza italiana in tutte le sue linee.
Massimo Antonelli - CEO EY
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News. ECCELLENZE CAMPANE ACQUISISCE OBICÀ Eccellenze Campane, polo enogastronomico con store a Napoli, Milano e Roma, si unisce a Obicà, il primo Mozzarella Bar al mondo fondato nel 2004 a Roma, che conta 19 ristoranti: 8 in Italia e 11 all’estero, di cui tre nel Regno Unito, due negli Stati Uniti e, in franchising, sei in Giappone. L’acquisizione di Obicà si inserisce nel percorso avviato dalla famiglia Scudieri con la creazione nel 2014 del brand Eccellenze Campane, che condivide con Obicà la forte attenzione per i prodotti di qualità e un medesimo obiettivo: diffondere la cultura del buon cibo italiano nel mondo, in cui elementi quali tipicità, cultura e tradizione si coniugano con i concetti di sostenibilità, accessibilità, economicità.
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INAUGURATO IL NUOVO STORE MD A QUARTU SANT’ELENA
I “POLLI VERDI” DI BURGER KING INVADONO PIAZZA GIULIO CESARE (CITY LIFE) A MILANO Piazza Giulio Cesare a Milano è protagonista di un’invasione unica di “Polli Verdi” Burger King®. Chiunque si rechi in quest’area di City Life sarà accolto da 60 polli verdi in vaso della dimensione di 50x50 cm ricreati secondo la tecnica tipicamente italiana dell’arte topiaria, l’antica arte di potare alberi e arbusti per dare loro una forma geometrica, diversa da quella naturalmente assunta dalla pianta, per scopi ornamentali. L’iniziativa sostiene l’arrivo nel menu di Burger King® dei Nuggets di pollo vegetale, parte della nuova offerta “Plant Based” lanciata in ogni ristorante della catena, e grazie a cui Burger King® è riuscito a posizionarsi come primo brand della ristorazione veloce in Italia a scommettere sul pollo a base di proteine vegetali, cogliendo le nuove esigenze dei propri clienti e l’evoluzione delle loro abitudini alimentari.
MD affida all’affiliato AC Discount l’apertura del 91° punto vendita sardo e da oggi i circa 68.000 quartesi, gli abitanti del popoloso comune della fascia metropolitana di Cagliari, avranno a disposizione non più tre, ma quattro punti vendita MD. Il nuovo store, inaugurato alla presenza del Sindaco Graziano Ernesto Milia, si trova in zona centrale, in via Paganini 5/12, e i suoi 600 mq sono stati ricavati dalla completa ristrutturazione di un ex officina meccanica chiusa da 15 anni: una superficie di vendita contenuta, ma di livello e in posizione strategica, lungo la via che conduce alla famosa spiaggia del Poetto e alle altre località balneari della costa cagliaritana. Lo store di Quartu Sant’Elena, il 37° nella provincia di Cagliari, ha richiesto l’assunzione di 10 addetti tra store manager, vice store manager, specialisti food e non food, età media 35 anni, tutti residenti a Quartu e zone limitrofe.
M-CUBE: IL MUSIC DESIGNING ALLEATO DEI BRAND PER UNA SHOPPING EXPERIENCE COMPLETA
CALLIGARIS AFFIDA LA DIREZIONE CREATIVA DI PRODOTTO ALLO STUDIO BERNHARDT & VELLA
M-Cube, Gruppo italiano leader nella digitalizzazione dei punti vendita, è nata 20 anni fa come primo gruppo in Italia a offrire e realizzare servizi di radio in-store per i brand. Oggi mette a disposizione dei suoi clienti team internazionali di produttori, sound designer, compositori e musicisti, dedicati a progettare radio in-store e colonne sonore in linea con i valori dei brand. La componente umana è fondamentale per costruire la perfetta colonna sonora in linea con la personalità del brand, disegnando una shopping experience negli anni che M-Cube ha arricchito con tecnologie video, interattive e omnicanale, con l’obiettivo di massimizzare l’engagement del consumatore. I sound designer di M-Cube gestiscono ogni parte della creazione della colonna sonora, dalla composizione, alla produzione di contenuti parlati fino alla gestione dei diritti d’autore e delle licenze musicali.
Lo Studio Bernhardt&Vella, che negli anni ha già collaborato con Calligaris, disegnando prodotti come i divani metro e square, la poltroncina rendez-vous e la poltrona alma, da oggi seguirà la direzione creativa dell’intera collezione Calligaris. Le due Designers si occuperanno – tra le altre attività – dello sviluppo dei nuovi prodotti, analizzando tendenze di mercato, stili e nuovi materiali, e seguiranno la selezione e il coordinamento dei Designer esterni. Lo studio Bernhardt&Vella, con sede a Milano, è stato fondato nel 2008 dalla designer tedesca Ellen Bernhardt e dalla designer d’interni italiana Paola Vella. Il loro incontro, avvenuto molti anni prima della fondazione dello Studio, le ha portate da subito a collaborare in un rapporto di massima affinità, che mette insieme le loro esperienze professionali e individuali, ma soprattutto una comune visione del design.
Mike Sponza - Head of Music e Co-founder di M-Cube
ARRIVA IN ITALIA CASAFARI Milioni di annunci immobiliari da migliaia di diverse fonti di dati, riuniti in un’unica piattaforma, con informazioni di prezzo e stato sempre aggiornate in tempo reale. Cronistoria della valutazione di ogni singolo immobile, analisi comparative con proprietà similari. Il tutto a portata di click. È solo una piccola parte di quanto è in grado di fare Casafari, la start-up fondata da Mila Suharev, Nils Henning e Mitya Moskalchuk nel 2018, che ha già rivoluzionato e conquistato i mercati immobiliari di Portogallo e Spagna, e che si appresta ora a fare il suo ingresso anche in Francia e in Italia. Grazie a intelligenza artificiale, tecniche di NLP (Natural Language Processing) e Machine Learning, infatti, Casafari è in grado di indicizzare e analizzare in tempo reale più di 95 milioni di annunci immobiliari da 14.000 diverse fonti di dati.
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KI-LIFE. BRAND E RETAIL PER UN (FUTURO) PRESENTE SOSTENIBILE
NASCE IL NEGOZIO 4.0: FISICO E DIGITALE SI UNISCONO NELL’APPLICAZIONE HYBRID SHOP DI KFI Il negozio diventa 4.0. Fisico e digitale si uniscono nell’hybrid shop progettato da KFI. L‘azienda di Binasco, leader nell’implementazione di soluzioni integrate per la tracciabilità e la gestione di tutte le fasi della supply chain, ha infatti sviluppato una soluzione nativa Android in grado di trasformare il negozio tradizionale in uno spazio, dove il concetto di retail si unisce alla logistica, gestendo processi relativi all’e-commerce. La pandemia ha accelerato un percorso di cambiamento importante: l’impulso registrato dalle vendite online nei difficili mesi di chiusura ha dato una nuova definizione dei processi di acquisto. Per quanto la vendita al dettaglio tradizionale sia stata messa in difficoltà, non è andata però in crisi l’esperienza di acquisto che un cliente fa sia in negozio che on-line. Infatti, in previsione di un acquisto, sempre di più il cliente va a far combaciare un’intensa attività di scouting su internet con una parte più fisica, ovvero recarsi in negozio per “toccare con mano” un determinato prodotto.
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FLYING TIGER COPENHAGEN SCEGLIE SATISPAY Flying Tiger Copenhagen, insegna danese specializzata in prodotti e accessori dal design creativo a prezzi altamente accessibili e con oltre 130 punti vendita in Italia, trova nel nostro Paese una nuova evoluzione per i pagamenti elettronici e ne riconosce, grazie alla grande esperienza europea nel retail, il valore aggiunto che può generare in termini di fluidità del servizio e fidelizzazione. Questa la ratio di base che ha portato a scegliere di integrare Satispay, l’innovativo sistema di mobile payment, per permettere ai propri clienti di effettuare i pagamenti in modo ancora più semplice e veloce e direttamente dal proprio smartphone, migliorando così l’esperienza di acquisto e ampliando la propria offerta di servizi digitali a disposizione per gli amanti del design.
Si è concluso con successo l’evento ‘Ki-Life. Brand e Retail per un (futuro) presente sostenibile’, organizzato da Kiki Lab–Ebeltoft Italy (Gruppo Promotica) a Torino presso Eataly Lingotto, con la presentazione della nuova ricerca mondiale sulla sostenibilità realizzata in partnership con il consorzio Ebeltoft Group. L’evento, che è stato moderato da Cristina Lazzati, Direttore Mark Up e Gdoweek, è stato arricchito dal Key Note speech di Oscar Farinetti e dalle testimonianze di Whirlpool, Timberland, Brico io, Promotica, Ikea, NaturaSì, Fiat, Cooperativa di Cortina, Franke Home Solutions, Nova Coop e Aboca – Apoteca Natura. Fabrizio Valente, fondatore e amministratore di Kiki Lab-Ebeltoft Italy ha presentato la nuova ricerca su Retailer, Brand e sostenibilità sociale e ambientale, con l’analisi delle tendenze e di 50 casi di 12 diversi settori provenienti da 15 Paesi.
RISPARMIO CASA APRE UN NUOVO MEGASTORE IN VENETO
NILOX SBARCA A IBIZA Nilox – brand di tecnologia per lo sport e la vita all’aria aperta e leader nel mercato smart mobility – annuncia il progetto di co-marketing con Pacha Ibiza. Protagonisti di questa operazione saranno alcuni iconici modelli della gamma e-bike oltre al monopattino Doc Ten, il monopattino dalla linea elegante e sportiva allo stesso tempo, che racchiude il massimo della tecnologia sviluppata da Nilox per i monopattini elettrici. È il mezzo perfetto nei percorsi urbani di tutti i giorni, le sue ruote da 10” gli garantiscono un’estrema affidabilità e stabilità, ma la vera rivoluzione sta nel doppio freno a disco che offre una sicurezza in più. I modelli di bici elettriche, personalizzati con le iconiche ciliegie, saranno esposti presso lo store Pacha all’aeroporto di Ibiza e allo store Pacha del porto.
ONE WORKS FIRMA IL PROGETTO DI SAN MARINO OUTLET EXPERIENCE È One Works ad aver firmato il progetto del San Marino Outlet Experience, la destinazione pensata per offrire una nuova esperienza di shopping promossa da Borletti Group, Aedes SIIQ, DEA Real Estate Advisor e VLG Capital. Un progetto strategico per un intero territorio con molti vincoli dal punto di vista storico e paesaggistico e che per questo ha richiesto un attento studio preliminare per definire precise linee guida di sviluppo sia per quanto riguarda le infrastrutture e la gestione dei flussi di connessione con il territorio sia per quanto riguarda il disegno dei percorsi interni al nuovo insediamento.
Risparmio Casa, la catena italiana con 120 negozi dedicata ai prodotti per la cura della casa e della persona, apre a Villafranca di Verona l’11° Megastore dell’insegna, 3° store in Veneto e 9° punto vendita aperto da inizio anno in Italia. 3.500 metri quadri di superficie commerciale in Viale Postumia, 37 per offrire non solo alta qualità e grande risparmio, ma anche nuove opportunità di lavoro per il territorio, grazie all’inserimento di 20 nuove risorse. Il nuovo Megastore Risparmio Casa a Villafranca di Verona prevedrà il format di successo dell’azienda, basato su un assortimento di oltre 25.000 referenze, ben divise tra prodotti per la pulizia e cura della casa, bellezza e cura della persona, casalinghi e giocattoli. Non solo grandi marche, ma anche una vasta proposta di marchi propri.
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KLARNA INVESTE SULL’AMBIENTE
PRESTASHOP LANCIA PRESTASHOP METRICS ADVANCED L’analisi dei dati è essenziale per gestire un e-commerce eppure, secondo un recente studio, solo il 43% dei merchant dispone di uno strumento in grado di offrire una visione completa dei dati provenienti dalle diverse piattaforme. Dopo il lancio di PrestaShop Metrics nell’ottobre 2020, che conta oggi più di 2.500 utenti attivi, la piattaforma di e-commerce leader in Europa e America Latina presenta PrestaShop Metrics Advanced. Questa nuova soluzione fornisce una gestione ottimizzata del negozio online PrestaShop, supportando gli e-merchant a crescere e accrescere i loro business. Il nuovo cruscotto PrestaShop Metrics Advanced assicura un notevole risparmio di tempo e ancora più precisione nella gestione del proprio negozio online.
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Andrea Goggi Founder / CEO Jobby
PARTNERSHIP TRA JOBBY E LEROY MERLIN Jobby, – la prima e unica piattaforma di lavoro temporaneo presente in Italia– ha siglato una partnership con Leroy Merlin, realtà leader nel settore bricolage e Do It Yourself - presente con oltre 50 punti vendita nel nostro Paese – per la fornitura di una nuova gamma di offerte accessorie dedicate ai clienti. Con questa partnership, infatti, Leroy Merlin sarà in grado di offrire ai clienti servizi altamente specializzati legati alla manutenzione della casa con la massima flessibilità, attraverso jobby Easy, la soluzione digitale e innovativa di Jobby che consente di accedere a una rete diffusa di workers che mettono a disposizione le proprie competenze a fronte di ingaggi lavorativi tutelati e con garanzie come assicurazione contro infortuni e danni accidentali, compensi minimi garantiti.
Klarna, leader globale nei servizi di pagamento, bancari e di shopping, annuncia oggi l’adesione a The Climate Pledge e alla campagna Race to Zero. Obiettivo di Klarna è implementare strategie di decarbonizzazione in linea con l’Accordo di Parigi, al fine di raggiungere, al più tardi entro il 2040, emissioni nette di gas serra pari a zero. L’annuncio fa seguito all’impegno assunto dall’azienda all’inizio di quest’anno nel ridurre le sue emissioni totali del 50% entro il 2030 e di utilizzare una carbon tax interna destinata a progetti climatici efficaci. David Sandström, CMO di Klarna, afferma: “Come azienda globale abbiamo una grande responsabilità nell’affrontare alcune delle sfide più pressanti per la salute del nostro pianeta. Per questo motivo uniamo le forze con altri importanti player per evitare danni a lungo termine sulle nostre economie e i nostri stili di vita”.
FIT & GO APRE IN SEI CITTÀ Il gruppo Fit And Go rilancia con un aumento di capitale e l’apertura di 6 nuovi centri. Azienda di fast fitness con cuore hi-tech, ha scelto la formula del franchising per aprire punti Fit And Go in diverse città italiane. Per il gruppo romano, infatti, il lockdown è stata un’occasione di rilancio, tanto che proprio nei mesi più duri, il fondatore Marco Campagnano e il gruppo di soci, hanno investito in un aumento di capitale. “Nel corso dell’anno, infatti, oltre a salvaguardare il posto di lavoro di tutti i nostri collaboratori, senza alcun licenziamento, abbiamo scelto di aprire anche nuovi centri, per dare un messaggio di resilienza e forza a tutti quegli imprenditori che hanno scelto d’investire nel gruppo Fit And Go”. Ha dichiarato Campagnano, direttore generale di Fit And Go, oltre che fondatore.
COOP ALLEANZA 3.0: LA FORMULA PER LIPER
A ROMA BARBIERI DI QUALITÀ: UNA CATENA DI BARBER SHOP DESTINATA AL SUCCESSO Eliseo e Paolo Salomone sono due fratelli con una lunga esperienza nel campo della barberia e del mondo dei capelli al maschile. Artigiani della bellezza e imprenditori, il loro percorso li ha portati ad affermarsi tanto da diventare un vero brand romano, sotto l’insegna di Solomon’s. Di recente c’è stata l’inaugurazione di tre nuovi barber shop in città, uno in zona Tuscolana, uno a Piazza Bologna e un altro a Garbatella. “A differenza di quanto si possa pensare, non siamo una catena o un semplice franchising che apre punti vendita col mero fine di fare business; tutti i nostri barber shop sono nati da persone che si sono formate e sono cresciute insieme a noi. È motivo di orgoglio dare ai giovani la possibilità di costruirsi un futuro, entrando da ragazzi di bottega, proprio come noi, per poi diventare dei soci”. Hanno dichiarato Eliseo e Paolo Salomone.
L’ipermercato è al centro delle riflessioni degli operatori della Gdo da tempo. Varie insegne hanno testato soluzioni diverse per ridare linfa a un format che ben prima della pandemia e delle restrizioni legate alle misure di contenimento del contagio navigava in acque tempestose. La più recente versione della ‘ricetta’ di Coop Alleanza 3.0 è visibile nell’Ipercoop di Brindisi, situato all’interno del centro commerciale Le Colonne, frutto di tre mesi di lavori, per un totale di 1,5 milioni di euro di investimenti. Il restyling, compiuto a negozio aperto, ha interessato un’area di 4.800 metri quadri con l’obiettivo di offrire a tutti i clienti la possibilità di fare la spesa in modo semplice e funzionale, grazie all’aiuto di una comunicazione chiara e di un’offerta in grado di rispondere alle esigenze di ciascuno, compreso il territorio che si esprime attraverso una consistente presenza di prodotti locali.
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LE FARMACIE Lloyds PASSANO DI MANO
BRAND E NEGOZI NUOVI PER CARBONELLI
Prosegue senza sosta il risiko delle farmacie in Italia. Questa volta tocca alle Lloyds passare di mano. Phoenix group, il più grande operatore farmaceutico in Europa acquisirà, infatti, parte delle attività europee di McKesson, tra i più importanti operatori farmaceutici statunitensi. A essere toccate saranno società e attività in Belgio, Francia, Irlanda, Portogallo, Slovenia e appunto Italia. Qui, infatti, le attività di Admenta (controllata di McKesson), presente con il marchio Lloyds, saranno integrate con quelle di Comifar, gruppo fondato a Milano nel 1944 come Cooperativa di farmacisti e finite dal 1996 sotto il controllo di Phoenix. Secondo gli accordi stretti tra le parti, i due centri di distribuzione in Lombardia ed Emilia Romagna, le 219 farmacie municipalizzate sparse in Centro-Nord Italia e le 45 in franchising si aggiungeranno alle attività di Comifar creando un big da 3 miliardi di ricavi consolidati in Italia.
Il gruppo G&C Enterprise lancia un altro marchio nel tessile per l’arredamento e articoli da cucina dai prezzi competitivi. “Dopo i primi due store pilota intendiamo aprirne 10 nel 2022”. Afferma Cosimo Carbonelli d’Angelo. Il giovane aspirante avvocato ha ereditato l’azienda di famiglia che é l’attuale G&C Enterprise, un gruppo che fra import e distribuzione di tessile per il tramite di più canali distributivi, fattura 30 milioni, attraverso una rete di 70 negozi su tutto il territorio nazionale caratterizzata per un’offerta con un livello qualitative elevato. “Il nostro progetto di crescita é ambizioso - ammette Carbonelli - ma sono certo che, grazie al nostro impegno ed alla quantità di risorse messe in campo, riusciremo a raggiungere gli obiettivi prefissati”.
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IL GRUPPO CAPPELLI SCEGLIE IL FRANCHISING PER CRESCERE Quella di Gruppo Cappelli e Pam Franchising rappresenta una case history interessante per comprendere le dinamiche del retail di vicinato in una grande città come Roma. “Fino al 2000 racconta l’Amministratore Delegato Rinaldo Cappelli - avevamo un solo punto vendita con insegna indipendente. La decisione di crescere attraverso lo strumento del franchising ci ha subito avvicinato a Pam, con cui abbiamo sviluppato una partnership proficua. Siamo ancora una realtà di piccole dimensioni, con all’attivo una rete composta al momento da quattro punti vendita. I nostri fiori all’occhiello sono i banchi serviti di macelleria, pescheria e gastronomia”.
CAFFE DAL MONDO: QUALITÀ, AMBIENTE E FRANCHISING Con 45 punti vendita a marchio e nuove aperture all’orizzonte, Caffè dal Mondo offre una produzione artigianale 100% made in Italy e un programma di affiliazione particolarmente vantaggioso. Nata nel 2009 e diventata franchising nel 2013, Caffè dal Mondo è un’alternativa di eccellenza con una produzione artigianale 100% made in Italy di capsule e cialde di qualità superiore con un’attenzione particolare a rispetto di ambiente e salute. Non è un caso che il payoff del brand sia “creatori di eccellenze” e che tutti i partner del network vengano, per così dire, presi sotto l’ala di Caffe dal Mondo, non solo per quanto riguarda prodotto e logistica, ma anche per promozione, comunicazione e tutto quanto possa aiutare i singoli franchisee, che non sostengono peraltro royalties o fee d’ingresso, a far decollare il proprio singolo business.
NUOVE APERTURE ECOLINE WASH
C’ART UN NUOVO MODELLO DI GESTIONE RETAIL C’Art ha sviluppato nel tempo un modello di gestione retail e lo ha messo a disposizione degli imprenditori del settore. Oggi sono presenti nei negozi marchi come Nava, Smemoranda, Kaos, Eastpak, Yankee C andle, Osama, Pantone universe, Harry Potter, Napapijri, Millefiori, Panini e Stabilo. Agli affiliati l’azienda offre un servizio a 360 gradi, l’utilizzo in comodato d’uso gratuito dell”insegna e condizioni di acquisto dai fornitori privilegiate. Inoltre nei negozi C’art l’assortimento è continuativo e stagionale, l’arredamento di ultima generazione un riallestimento del negozio chiavi in mano, consulenza merceologica, olre che attività promozionali e di marketing. La superficie media dei negozi va da 60 a 150 metri quadrati e i negozi a gestione diretta sì trovano dal centro commerciale Villesse di Gorizia a quello di Porta di Roma.
PER
Un comodo ed innovativo servizio di pulizia e sanificazione a domicilio di auto, camper, barche, veicoli commerciali, divani, poltrone, materassi e tanto altro e i numeri dimostrano che la formula franchising di sanificazione interni a vapore e lavaggio a domicilio continua a crescere e a riscuotere successo. Il metodo è basato sulla forza pulente del vapore, che consente di offrire un servizio ad impatto ambientale zero, ottenendo risultati incredibili. La salvaguardia dell’ambiente è infatti un pilastro portante di Ecoline Wash. Oltre ai 100 punti già presenti in Italia, si sono aggiunte 4 aperture negli ultimi 2 mesi: Lodi e Sesto San Giovanni in Lombardia, Galatina (LE) e San Donaci (BR) in Puglia.
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News Comunicazione. NEL2020BOOMDITRAFFICO WEB PER IL GAMING Nel 2020 la categoria Gaming ha totalizzato 66,3 miliardi di visite a livello globale. Un balzo in avanti del 22% rispetto al 2019 guidato dagli Stati Uniti, dove le visite complessive progrediscono addirittura del 27,6%. E nel periodo gennaio-maggio di quest’anno le visite rilevate sono state 33,3 miliardi (+30,6%), oltre la metà di quelle del 2020, ma raggiunte in soli cinque mesi con maggio 2021 a +22,8% e ben 6,9 miliardi di visite. Sul piano delle destinazioni web anche nella prima finestra del 2021 Twitch si afferma come il re del gaming online mondiale, assorbendo una quota del 6,5% dell’intera categoria Gaming di SimilarWeb a maggio, pari a 1,2 miliardi di visite. Seguono Roblox, fresco di quotazione sui listini statunitensi, con 1 miliardo di visite, Chess.com (167,4 milioni) e Steam (156,6 milioni). Una curiosità: negli Stati Uniti il leader è Roblox con 289,6 milioni di visite sempre a maggio, mentre Twitch si ferma a 261,1.
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NEL 2020 RECORD DI CONSUMI PER GLI ALIMENTI SURGELATI
SPRITE DIVENTA TRASPARENTE PER ESSERE PIÙ RICICLABILE Sprite con la nuova campagna globale #LetsBeClear mette al centro le persone, i loro sogni e le loro passioni. Al centro della comunicazione l’invito a essere trasparenti perché è sempre la cosa giusta da fare, anche se non la più facile. Nel video una giovane ballerina musulmana che, trasportata dalla musica, improvvisa passi di danza classica, un rugbista che decide di mostrare la sua passione per lo smalto colorato, un nuotatore che sfida la difficoltà di nuotare con un solo braccio: sono solo alcune delle storie raccontate da Sprite, attimi di vita quotidiana, di piccole e grandi sfide, espressioni di libertà e testimonianze di trasparenza. “Questa campagna rispecchia perfettamente il senso e i valori del brand Sprite, incoraggia le persone a seguire le proprie passioni, senza nascondersi. La vera forza è essere sé stessi, trasparenti e liberi”, afferma Raluca Vlad, direttore marketing di Coca-Cola Italia. La trasparenza, metaforica e fisica, è infatti la protagonista di tutta la campagna, anche perchè “Trasparente è il nuovo green”.
Durante i mesi di confinamento e restrizioni si è rafforzato il rapporto tra italiani e cibi surgelati, i cui consumi sono cresciuti del 5,5% rispetto al 2019. Lo ha reso noto l’Istituto Italiano Alimenti Surgelati (IIAS) con il suo rapporto annuale secondo cui il trend positivo ha caratterizzato nel retail tutti i segmenti merceologi del comparto, mentre a causa delle prolungate chiusure di ristoranti, uffici e scuole sono stati fortemente penalizzati tutti i consumi fuori casa (-37%). Complessivamente il settore si è attestato su un valore di mercato tra i 4,4 e i 4,7 miliardi di euro, con una performance significativa del retail che è cresciuto del 12,1% e copre il 68,5% del valore di mercato e un buon successo anche di door-to-door ed eCommerce.
OVS AL PRIMO POSTO NELLA NUOVA CLASSIFICA DELLA TRASPARENZA Il nuovo Fashion Transparency Index lanciato da Fashion Revolution, movimento globale che incoraggia l’industria della moda al rispetto dei diritti umani e dell’ambiente in tutte le fasi del ciclo produttivo, ha attribuito il punteggio più alto a OVS. Con il 78% degli obiettivi raggiunti, l’insegna si piazza al 1° posto tra i 250 più grandi marchi del settore e fa un significativo balzo in avanti rispetto all’edizione 2020 del Fashion Transparency Index. L’Indice analizza e classifica 250 tra i principali marchi e retailer di moda del mondo (individuati sulla base del fatturato e sulla notorietà dei brand stessi), valutando il loro grado di trasparenza nella divulgazione delle azioni intraprese per il rispetto dei diritti umani e delle politiche ambientali.
BASE MILANO ABOLISCE IL CONTANTE E DIVENTA 100% CASHLESS CON NEXI
LA PIATTAFORMA GLOBALE DI COMUNICAZIONE ‘PLAY NEW’ DI NIKE SI ESTENDE AL CALCIO La piattaforma globale di comunicazione ‘Play New’ di Nike si estende al calcio con un nuovo film di Wieden+Kennedy Amsterdam. ‘The Land of New Football’ immagina un calcio inclusivo, dove c’è spazio per donne e talenti di ogni provenienza ed estrazione, ma soprattutto che si gioca con piacere, senza insulti o aggressività, e dove ognuno è libero di essere ciò che è. Simbolo del cambiamento è il calciatore inglese Marcus Rashford, ambassador Nike. La produzione è di Stink, la regia di Felix Brady.
Il polo creativo milanese Base d’ora in avanti accetterà solo pagamenti digitali, primo luogo pubblico in Italia ad abbandonare definitivamente il contante. La svolta cashless è stata possibile grazie alla società paytech Nexi che ha fornito l’infrastruttura tecnologica e i device necessari per pagare i biglietti di eventi, performance e mostre, i pernottamenti a casaBase e le consumazioni del bistrò. “Fin dalla sua nascita BASE opera come piattaforma di sperimentazione e contaminazione fra cultura, tecnologia e sociale. Per questo motivo siamo particolarmente felici che Nexi ci abbia dato l’opportunità di realizzare insieme questa trasformazione ‘cashless’, che crediamo abbia molte implicazioni positive: trasparenza, legalità, semplicità, efficienza” – afferma Matteo Bartolomeo, Presidente di BASE Milano.
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A spingere sarà anche la ripresa dei prossimi eventi legati al settore
OTTIMISMO PER IL 2021 DALLA FILIERA ITALIANA DEL MOBILE Il comparto ha beneficiato in parte del nuovo impulso alla domanda dovuto alla riscoperta della casa da parte degli italiani. Fenomeno che ha riguardato sia gli interni, con la necessità di maggior comfort e di creare spazi con destinazioni differenti, come nel caso dello smart working e della didattica a distanza, sia gli spazi esterni che hanno ritrovato una nuova centralità 16
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La filiera italiana del Legno-Arredo - composta da circa 71.500 imprese con oltre 307.000 addetti - secondo i Consuntivi elaborati dal centro Studi di FederlegnoArredo chiude il 2020, anno dell’emergenza coronavirus e della crisi economica da questa innescata, con una contrazione del -9,1% rispetto al 2019. Sono sia il mercato interno (-7,5%) ma soprattutto quelli esteri (-11,7%), a determinare la flessione del fatturato. Il mercato domestico nel 2020 ha registrato un calo dei consumi collegato soprattutto alla fase di emergenza sanitaria e alla chiusura delle attività commerciali, ma ha beneficiato in parte del nuovo impulso alla domanda dovuto alla riscoperta della casa da parte degli italiani. Fenomeno che ha riguardato sia gli interni, con la necessità di maggior comfort e di creare spazi con destinazioni differenti, come nel caso dello smart working e della didattica a distanza, sia gli spazi esterni che hanno ritrovato una nuova centralità. Le difficoltà logistiche con il blocco dei trasporti e degli spostamenti e la mancanza delle fiere, fondamentali strumenti di internazionalizzazione, hanno invece fortemente rallentato lo sviluppo del fatturato estero e la realizzazione delle commesse in corso, spesso slittate di mesi.
IN EVIDENZA •
Dopo il -7,8% del 2020, si prevede che nel 2026 il giro d’affari mondiale del comparto arrivi a 564mld di euro, quasi 50 in meno rispetto alle previsioni pre-pandemia
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Nel 2020 la Cina resta il maggiore player mondiale con il 39,4% del totale davanti agli USA (13,6%). In Europa, Italia e Germania leader con entrambe il 4,7% di market share
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Il fatturato delle maggiori aziende italiane nel 2020 è in flessione dell’8,2%. Tengono cucine (-4,5%), sedie, tavoli, parti accessorie (-3,4%) e arredo bagno (-1,1%). Anno nero per i produttori di illuminazione (-13,1%) e di poltrone e divani (-12,5%)
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Forte rimbalzo dell’8,7% atteso nel 2021; il 52,5% prevede anche un incremento degli investimenti
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In Italia, forte rincaro delle materie prime
UN RECUPERO IMPORTANTE MA NON SUFFICIENTE A COLMARE IL DANNO Dopo i dati pesantemente negativi del primo semestre dell’anno, a partire dall’estate le imprese hanno registrato un recupero importante, ma non sufficiente a colmare il danno determinato dai mesi di chiusura, fondamentale per ridurre comunque l’entità della perdita riscontrata nella prima parte del 2020. Le vendite in Italia della filiera Legno/Arredo arretrano del -7,5%. Le numerose agevolazioni fiscali disponibili per il 2020 ne hanno limitato la caduta e stanno alimentando la domanda del 2021, insieme al desiderio degli italiani di rinnovare
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la propria abitazione, potenziato ancor più dal lockdown che ha portato a vivere maggiormente la casa suggerendo nuove soluzioni. Subiscono invece una contrazione più significativa i comparti legati al mondo non residenziale: ufficio, retail e hospitality. Le esportazioni della filiera Legno-Arredo chiudono il 2020 a -11,7%. Dopo un avvio nel primo bimestre in linea con lo stesso periodo del 2019, l’export ha accusato una forte contrazione fino a maggio a seguito dei numerosi lockdown più severi rispetto ad altri competitor europei, del blocco della produzione e del pesante rallentamento degli scambi internazionali. L’andamento complessivo del Macrosistema Arredamento e Illuminazione che comprende l’arredamento, l’illuminazione, l’arredobagno, l’ufficio e i mobili professionali e commerciali, sintetizza nella sua variazione (-8,9%) andamenti profondamente differenti tra il comparto Casa e quello Contract. Grazie al parziale recupero a partire da giugno, i comparti più connessi all’ambiente domestico hanno chiuso l’anno con una flessione più contenuta (arredamento - 7,8%, arredobagno -9%), rallentano i comparti come l’ufficio e i mobili professionali e commerciali, più legati ai settori non residenziali - uffici, hospitality, spazi per collettività e contract in generale - e quelli fortemente esposti sui mercati esteri, come nel caso dell’illuminazione. Il Macrosistema Arredamento e Illuminazione chiude l’anno 2020 con un export complessivo di 11,1 miliardi di euro, con un calo rispetto al 2019 del -10,1%. La flessione è conseguenza diretta dei lockdown messi in atto, anche con tempistiche diverse, da molti Paesi a livello globale e un brusco rallentamento degli scambi internazionali. La Francia, nonostante il calo (-7,1%) rimane il primo sbocco commerciale, seguita dalla Germania (-1,8%) e Stati Uniti (-3,6%) primo mercato extra-europeo. Anche il Sistema Arredamento subisce, nell’anno segnato dalla pandemia Covid-19, una battuta d’arresto. Complessivamente la contrazione del fatturato nel 2020, contenuta grazie a un significativo recupero nella seconda metà dell’anno, è pari al -7,8%, più marcata (-8,3%) sui mercati esteri, che rappresentano circa la metà
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del fatturato totale, rispetto a quello domestico (-7,3%). La mancata ripartenza per i comparti legati all’hospitality e alla collettività in genere determina una flessione più marcata che influisce sulla performance finale dell’intero Sistema Arredamento. Le esportazioni del Sistema Arredamento nel corso del 2020 realizzano un valore complessivo di 6,4 miliardi di euro, con una flessione rispetto al 2019 del -8,3%. Nonostante un calo del -3,1% la Francia, con 1,1 miliardi di euro, rimane il primo sbocco dell’export per le aziende italiane del Sistema Arredamento. In un anno come il 2020, tanto complesso e problematico per le conseguenze del Covid-19, le contenute crescite delle esportazioni verso Stati Uniti (+0,6%) e Germania (+1,5%), testimoniano la solidità e la forte presenza dell’arredo Made in Italy in questi due importanti mercati.
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ATTENZIONE DELLE AZIENDE ALL’INNOVAZIONE E ALLA SOSTENIBILITÀ Secondo un’indagine elaborata dal Centro Studi di FederlegnoArredo, le principali difficoltà riscontrate dalle imprese della filiera LegnoArredo in questo periodo sono state l’aumento dei prezzi delle materie prime e la mancanza di eventi di contatto con il mercato. Sul fronte delle strategie, emerge come strumento per il superamento della crisi l’attenzione delle aziende all’innovazione e alla sostenibilità quale tratto comune. Durante tutto il 2020 lo sforzo di FederlegnoArredo si è concentrato nel fornire alle aziende un supporto concreto sia sul fronte degli strumenti di sostegno al credito - anche attraverso un apposito sportello finanziamenti affinché non fosse interrotto un processo virtuoso che vede da anni la filiera protagonista di una dinamica positiva sul fronte degli investimenti 4.0 e green - sia sul fronte dei mercati esteri, fornendo un’assistenza puntuale nell’affrontare le complesse problematiche legate alle esportazioni nelle diverse aree del mondo, che incidono per il 52% sul fatturato totale del macro sistema arredamento e illuminazione.
SARÀ “SUPERSALONE” IL SALONE DEL MOBILE.MILANO
Nuovo nome e logo – “supersalone” – nuovo format per la prossima edizione del Salone del Mobile. Milano in programma dal 5 al 10 settembre a Fiera Milano Rho, che, grazie al nuovo concept, a una curatela di eccezione e al fatto di essere la prima grande mostra del design a riaprire i battenti, promette di riaffermare la centralità di Milano e del Salone del Mobile. Il format proposto è quello di una grande biblioteca del design che celebrerà la rinnovata attenzione e cura per gli spazi dell’abitare contemporaneo e la cui scenografia valorizzerà e armonizzerà le novità e le creazioni messe a catalogo negli ultimi 18 mesi dalle aziende con i loro prodotti storici che, grazie al debutto della piattaforma digitale del Salone del Mobile.Milano, potranno essere acquistati al termine di una ricca e coinvolgente customer journey. In questo scenario, il mix tra digitale e presenza fisica garantirà un’esperienza altamente coinvolgente. La nuova piattaforma del Salone del Mobile.Milano, che ha debuttato lo scorso 30giugno, è stata studiata, infatti, per valorizzare, attraverso contenuti originali e linguaggi specifici del mezzo, il design in mostra ma anche per porre l’utente al centro dell’evento prima, durante e dopo la visita. Gli spazi espositivi e i percorsi tematici dialogheranno in maniera inedita con essa e i prodotti potranno essere visionati, prenotati per il successivo acquisto. Insomma, un crocevia digitale che creerà nuove forme di integrazione e interconnessione fra differenti mondi, utenti e mercati. Sito internet: www.salonemilano.it
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Treno Frecciarossa 1000 by Bertone Design
Oggi un progetto di design deve incarnare il connubio equilibrato tra estetica, funzionalità e tutela dell’ambiente
SOSTENIBILITÀ: IL NUOVO “MUST” PER IL DESIGN ITALIANO Intervista a Aldo Cingolani, CEO di Bertone Design: “il cambio drastico delle nostre abitudini, effetto dell’angusta dimensione della pandemia, ha reso necessaria una progettazione del concept store più attenta ai flussi e all’uso funzionale degli spazi per garantire ai propri clienti una customer experience sicura e di qualità” Nel 2010 ha lanciato il Master “Industrial Design for Architecture” presso Poli.Design. Nel 2013 ha fondato Bertone Design, rilanciando lo storico marchio italiano. Nel 2020 diventa Presidente di New Crazy Colors, acquisita dal Gruppo Italiano Progetti, holding della famiglia Cingolani,
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già proprietaria di Bertone Design. Nel 2021, in occasione dell’Italian Design Day 2021 a Chengdu, viene nominato l’Ambasciatore del design italiano. Uno dei massimi esperti di design. Abbiamo intervistato Aldo Cingolani CEO of Bertone Design.
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L’Italian design, eccellenza a livello internazionale e Bertone Design è da sempre leader del settore. In che modo il design italiano risponde alle esigenze di cambiamento e alle nuove regole di sosteniblità in merito all’utilizzo degli spazi sia di casa che commerciali, spazi comuni e arredamento? “La progettazione sostenibile significa il vero impegno a ridurre l’impatto sull’ambiente. L’argomento risulta particolarmente rilevante per il retail, vista la necessità di frequente adattamento dei punti vendita alle tendenze del mercato. Il designer dovrebbe concepire ogni progetto, indipendentemente dal suo carattere, dalla prospettiva di lungo periodo, compreso il destino delle realizzazioni dopo il loro principale ciclo di vita. La strategia sostenibile prende in considerazione cinque fattori fondamentali: l’utilizzo di materiali riciclati o riciclabili, l’applicazione di tecnologie digitali, preferenza della struttura modulare ove possibile, il risparmio energetico e l’alta qualità. Il primo punto, il più chiaro e il più applicato, è, decisamente, fondamentale, ma non esaustivo. L’utilizzo delle tecnologie digitali invece, come, per esempio, i pannelli LED a basso consumo, integrati in una struttura portante, permettono di veicolare diversi tipi di contenuti attraverso lo stesso medium, riducendo quindi la necessità di cambio alla presentazione di ogni novità. Il cambio quindi tocca solamente la struttura portante, comportando la riduzione dei costi e della quantità di materiali di scarto. Per quanto riguarda la modularità, un metodo progettuale che personalmente trovo parecchio affascinante, in architettura, è conosciuta dai tempi degli antichi greci. Nell’architettura modulare contemporanea ogni blocco fisico implementa una o un insieme specifico di funzioni e ha relazioni ben definite con le altre unioni. Applicata al design, la progettazione modulare permetterebbe di riutilizzare componenti separati nelle future realizzazioni. È quindi fondamentale garantire l’alta qualità dell’oggetto, sia a livello di concetto che a livello produttivo, assicurando così un ampio spettro delle applicazioni durante e dopo il principale ciclo di vita. Queste considerazioni richiedono la trasformazione
Aldo Cingolani CEO Bertone Design
del mercato, abbastanza lenta per ora. Il design incarna il connubio equilibrato tra estetica e funzionalità e nessuna delle due peculiarità dell’oggetto può essere trascurata. Oggi la proposta dei materiali sostenibili, nonostante la grande richiesta, non copre ancora tutte le soluzioni estetiche realizzabili con i materiali ‘tradizionali’”. Come interpreta il concetto di sostenibilità nell’italian design e perché l’Italia può rafforzare ancora di più la sua leadership nel settore? “Il design italiano ha conquistato la sua fama non solo per la spiccata dote creativa, dovuta in parte alla ricchezza della nostra terra, sia dal punto di vista culturale che paesaggistico, ma grazie soprattutto alla ricerca costante di nuove forme e soluzioni, all’innovazione nel vero senso della parola, quindi anche al coraggio di sperimentare e di saper rimanere all’avanguardia anche nelle scelte più azzardate, raggiungendo in questo la maestria
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Interni Frecciarossa 1000 by Bertone Design
più ambita. Credo inoltre che l’artigianalità e il nostro saper fare, ovvero il saper “penetrare” un oggetto fino alla sua anima, arricchito con l’uso delle tecnologie più evolute, ci dia una marcia in più. Per i designer e gli architetti italiani saper apprezzare la natura e l’ambiente è semplice: siamo cresciuti nei luoghi più conosciuti al mondo per la loro bellezza. È importante valorizzare il nostro patrimonio edile esistente, attraverso soprattutto il recupero e la riqualificazione, applicando approccio sostenibile non solo a livello di progettazione, ma anche nell’economia”. Oggi, più che mai, c’è molta attenzione alla propria salute e alla salute di tutti, di tutte le persone che ci stanno vicino. Il distanziamento è un tema attualissimo che porta ad una rivoluzione del concept store, e degli oggetti di arredo, proprio in virtù della tutela della salute. Nella vostra progettazione del concept cosa è cambiato? Quale sarà il futuro? “Ogni progetto di design prende in considerazione il contesto storico-culturale in cui verrà inserito. Oggigiorno, il cambio drastico delle nostre abitudini, effetto dell’angusta dimensione della pandemia, ha reso necessaria una progettazione più attenta ai flussi e all’uso funzionale degli spazi. Durante l’ultimo anno i pop-up all’aperto e i temporary store hanno dimostrato una particolare efficacia nelle vendite, grazie alle esperienze immersive che offrono e soprattutto alla loro
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struttura spesso aperta. Tuttavia, nonostante la concorrenza della vendita online, le statistiche dimostrano che i negozi fisici rimangono un punto di riferimento per parecchie categorie di consumatori anche ai tempi della pandemia: la boutique risulta un luogo di socializzazione e di identificazione con i valori che il brand promuove, nonché un’isola di “normalità”... ancor di più in un mondo dove l’acquisto è una delle poche gratificazioni disponibili. Il negozio quindi deve fare un passo avanti rispetto alle logiche applicate finora e non fermarsi all’omnicanalità. Uno degli aspetti fondamentali sarebbe quello di garantire ai propri clienti l’esperienza d’acquisto in sicurezza: più il brand è pronto a investire in tutela dei propri clienti, più lo sforzo verrà apprezzato. L’altro aspetto fondamentale è quello della customer experience. Lo spazio fisico si trasforma in una vetrina, in quanto non risulti più la fonte principale del fatturato. L’integrazione delle tecnologie digitali quindi permette ai brand manager e agli interior designer di creare scenari coinvolgenti e unici che nessun altro può replicare: quelli più avvincenti attirano nuovi clienti, aumentano la loro fedeltà e, se sono veramente differenziati, garantiscono i risultati positivi”.
Cucina Miami by Bertone Design
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Il Box della Salute ® è un dispositivo tutto in uno che svolge tre funzioni insieme: monitoraggio, terapia e consulto. L’innovativo concept del Box della Salute ® unisce la tecnologia all’avanguardia dei suoi dispositivi medici all’eleganza del Made in Italy. Box della Salute ® è designed by Bertone Design.
Siete stati scelti per disegnare il Box della Salute, frutto di brevetti, di studi e di ricerche. Il vostro mandato è stato quello di concentrare tutta questa ingegnerizzazione in uno spazio piccolo, in quanto tra i design italiani la vostra storia vi caratterizza proprio per la capacità di ottimizzare gli spazi, come dimostrato per progetti prestigiosi come la realizzazione de il treno mille, imbarcazioni, aerei. Qual è stato il vostro percorso creativo, insieme alla proprietà, del Box della Salute? “Il nostro intento nella progettazione del Box della Salute, grazie al brief preciso fornito da WM Capital (Cliente), è stato quello di rendere accessibile e piacevole l’esperienza medica attraverso il design. Siamo riusciti a progettare un luogo accogliente che garantisce la privacy e il comfort, privando il paziente dall’agitazione e facendolo sentire a proprio agio. Non ultimo il ruolo dell’illuminazione e della
ventilazione all’interno del dispositivo, nonché della trasparenza delle parti in vetro oscurato che previene l’effetto claustrofobico. Il Box, in cui la comodità e la facilità d’uso si sposano perfettamente con la tecnologia, è caratterizzato dal design innovativo e pulito. Ci siamo ispirati al mondo del car design, il patrimonio del nostro marchio, per creare un concept basato sui principi di ergonomia e modularità: il Box infatti è facilmente integrabile con diversi dispositivi in base alle esigenze del cliente. Lo stile minimal, dalle linee decise e allo stesso tempo sinuose, permette di inserire l’apparato nei diversi tipi di ambienti, dalla struttura medica al centro sportivo. Per quanto riguarda i materiali, abbiamo optato verso le soluzioni durevoli nel tempo e facilmente sanificabili, per garantire la massima sicurezza e un’ottima manutenzione”.
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Offerta comoda e adatta sia a franchisor che franchisee
EASYCASSA: IL SISTEMA DI CASSA TELEMATICO “ALL-IN-ONE” Per le attività in franchising che cercano un sistema di cassa telematico intuitivo, facile da usare e adatto a un controllo delle vendite di una rete di Store, Mooney ha creato EasyCassa: il registratore di cassa telematico che include tutto in un unico e comodo abbonamento mensile Grazie a un team di designer specializzato nello sviluppo di tecnologie per gli esercenti, Mooney ha creato EasyCassa, uno strumento di lavoro che con un abbonamento ti dà tutto ciò che serve al tuo punto vendita, senza le complicazioni dei moduli aggiuntivi e
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delle licenze a pagamento. EasyCassa è una soluzione Mooney, nata dall’unione di Banca 5 (gruppo Intesa San Paolo) e SisalPay, Mooney è la prima realtà in Italia per i servizi di pagamento e ricarica, già usati da oltre 20 milioni di cittadini.
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TANTE FUNZIONALITÀ INCLUSE NELL’OFFERTA ALL-IN-ONE DI EASYCASSA Con un modello di abbonamento alla “Netflix”, hai in dotazione eleganti dispositivi in comodato d’uso, un software avanzato sempre aggiornato di cui sono inclusi gli aggiornamenti futuri, un portale gestionale in cloud (Cloud EasyCassa) dove tener traccia dei propri scontrini, fatture elettroniche in entrata e in uscita e statistiche intuitive e dettagliate di vendita: i dati si aggiornano in autonomia perché c’è integrazione con la cassa. Tante funzionalità incluse nell’offerta All-in-One di EasyCassa, dove non devi acquistare nulla, ma ci pensa EasyCassa a fornire tutto ciò di cui hai bisogno per lavorare sin da subito. Nell’abbonamento è inclusa: • l’assistenza tecnica 365 giorni l’anno dalle 7:00 alle 24:00, domenica e festivi compresi, e le uscite del tecnico sono incluse; • installazione, formazione iniziale e verifiche fiscali periodiche sono incluse nell’abbonamento. Il costo delle rate ed il costo di attivazione della soluzione EasyCassa ha una deducibilità fiscale al 100% come bene strumentale. OFFERTA COMODA E ADATTA SIA A FRANCHISOR CHE FRANCHISEE EasyCassa è ideale per franchisor e franchisee del settore Food Retail, e non solo. Con EasyCassa porti nei punti vendita della catena uno strumento che ti tiene informato sia dell’andamento del singolo punto vendita che dell’intera rete grazie alla visualizzazione Multi punto vendita, da cui è possibile fare confronti immediati tra gli andamenti dei business. Se si ha la necessità di scaricare dei dati sulle proprie attività o sulla singola è possibile farlo, scegliendo tra i prodotti, gli scontrini emessi, fatture ricevute ed emesse, le vendite: uno Chi è Mooney Mooney è la prima realtà in Italia per i servizi bancari e di pagamento e ricarica con una rete di 45.000 punti vendita, attraverso i quali eroga servizi per il cittadino già usati da oltre 20 milioni di italiani. L’esperienza di Mooney nello sviluppo di tecnologie per semplificare le attività degli esercenti ha permesso di creare EasyCassa, un sistema di cassa pensato per tutti i punti vendita, soprattutto con esigenze di gestione della ristorazione, e particolarmente adatta ai franchising.
strumento completo, avanzato, flessibile e pratico per lavorare in agilità. A completamento dell’offerta, il portale Cloud EasyCassa, compreso nell’abbonamento ed integrato con il sistema di cassa, permette di avere una panoramica immediata e intuitiva dell’andamento dei propri punti vendita. Il vantaggio? Avere i dati riuniti in un unico strumento digitale comporta un notevole risparmio di tempo ed energie, per performance migliorate con il minimo sforzo. IL PORTALE CLOUD EASYCASSA: INTEGRATO CON LA CASSA PER DARTI IL CONTROLLO SUI TUOI PUNTI VENDITA Il Cloud EasyCassa permette di conoscere con precisione e semplicità l’andamento delle proprie attività in tempo reale, grazie all’integrazione con il terminale del punto cassa: il vantaggio di avere raccolti in un unico sistema tecnologico tutte le informazioni ed applicativi necessari, senza costi ulteriori, consente di effettuare analisi puntuali e migliorare notevolmente le proprie performance con pochi sforzi: • hai la tua attività sempre a portata di mano. Accedi al Cloud EasyCassa da PC, tablet o smartphone per analizzare le vendite e gestire la fatturazione elettronica dei fornitori e verso i clienti, anche questa inclusa con l’abbonamento senza costi extra; • il Cloud restituisce le statistiche dettagliate di vendita e gli acquisti in elenchi o dashboard di facile comprensione e le chiusure di cassa delle tue attività filtrabili come più preferisci; l’analisi delle vendite e le fatture elettroniche ricevute ed emesse saranno raccolte in automatico in un unico posto, così avrai sempre tutto sotto controllo. EASYCASSA È CONSIGLIATA PER PUNTI VENDITA CHE FANNO RISTORAZIONE MA NON SOLO EasyCassa ha funzionalità adatte all’ambiente bar-ristorazione (come l’app EasyCassa Go per gestire le comande, sale e tavoli) e altre funzioni che rendono la vendita al dettaglio – di qualsiasi tipo – molto semplice e veloce, ma anche se non fai ristorazione, con EasyCassa porti nel tuo punto vendita un sistema di cassa completo e semplice da usare, con la comodità dell’abbonamento. PER INFORMAZIONI: www.easycassa.it - info@easycassa.it
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La musica può mettere a proprio agio il cliente e far identificare un brand
CIESSE COMPANY SVELA COME FARE PER FOCALIZZARSI SUL PROPRIO BRAND/TARGET L’attuale congiuntura economica, complice la pandemia, ha trasformato equilibri e rapporti di forza, catapultando in un attimo le aziende nel futuro! Un futuro dove il consumatore è sempre più al centro del business, con i suoi desideri e le sue emozioni. Coccolare il proprio utente è il primo step per alimentare la propensione all’acquisto, e in
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questo senso la musica può mettere a proprio agio e far identificare un brand. Spesso è sufficiente ascoltare poche note per rendersi conto della personalità di un marchio. Ascoltare la musica giusta, inoltre, influisce positivamente sulla ‘shopping experience’, poichè migliora lo stato d’animo del cliente.
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GLI OBIETTIVI DEL PROGETTO RADIO IN STORE CIESSE Company progetta Radio in Store personalizzate in cui musica, spot ed info sono perfettamente focalizzati sul proprio brand/target. Il palinsesto di una Radio in Store deve coniugare intrattenimento e rilevanza della comunicazione, deve accompagnare e consigliare la clientela durante la permanenza all’interno del punto vendita, deve informare su promozioni o prodotti esistenti, ma anche intrattenere lo staff durante l’arco della giornata lavorativa. I VANTAGGI DELLA RADIO IN STORE La CIESSE Company, in qualità di Music Provider con Licenza SIAE ed SCF, fornisce servizi musicali adattabili ad ogni esigenze di Business. Un ventaglio di soluzioni che prevede la possibilità di scegliere anche la ROYALTY FREE MUSIC, gestita in completa autonomia e con rilascio di Licenze proprietarie. Nei vari contenuti sono inoltre previsti: notiziari in tempo reale, rubriche esclusive, assistenza tecnica altamente qualificata e realizzazione spot con le migliori voci del panorama radiofonico nazionale. Ma perché avere una propria Radio in Store? I vantaggi di una Radio in Store sono innumerevoli: da ambienti più armonici ad armi per influenzare il processo di acquisto della clientela, dal totale controllo della comunicazione audio alla risoluzione del “problema” della pubblicità della concorrenza. Inoltre pensate alla fila alla cassa: sarà certamente meno noiosa ascoltando un sound piacevole o notizie interessanti. Infine è una marcia in più per il proprio brand, poichè ne accresce la percezione di valore agli occhi del cliente. CIESSE Company realizza progetti “sartoriali”, cuciti su misura in base alle esigenze del brand, grazie ad una guida professionale ed un team di specialisti con oltre 10 anni di know-how “radiofonico” alle spalle. PER INFORMAZIONI: Salvatore Cultrera +39 335 143 6113 www.ciesseadv.com | s.cultrera@ciesseadv.com
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Con la registrazione il titolare acquisisce il diritto esclusivo di utilizzo
DOMAIN NAME E TUTELA DEL KNOW-HOW E DEI SEGRETI COMMERCIALI Ha funzione di indirizzo telematico e scopo di richiamo, tipica del segno distintivo. Il titolare del nome a dominio, qualora riscontri l’utilizzo da parte di terzi, che possa comportare confusione per il pubblico, può vietarne l’uso illecito sia attraverso la domanda di riassegnazione alla Register Authority, sia attraverso il ricorso all’autorità giudiziaria Avv. Patricia de Masi Taddei Vasoli - dMTV LEX
Sia le imprese, sia le persone fisiche, utilizzano sempre più Internet e la posta elettronica. Per tale ragione si rende necessario utilizzare con frequenza un sito o un indirizzo recante il nome della persona, della società o del prodotto, che si ritiene sia caratterizzante ai fini dell’individuazione del soggetto o dell’attività svolta, da parte di terzi.
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Nel momento in cui ci avviciniamo al mondo di Internet, la prima cosa che dobbiamo fare è dunque quella di scegliere e registrare un nome che ci identifica: il c.d. “domain name” o “nome a dominio”, che, per poter essere utilizzato, viene registrato presso le autorità di registrazione competenti in base all’ambito territoriale di uso, a condizione naturalmente che il dominio sia disponibile e quindi non registrato da altri. Esso ha funzione di indirizzo telematico e scopo di richiamo, tipica del segno distintivo. Con la registrazione il titolare acquisisce il diritto esclusivo di utilizzo. I domain name hanno una struttura standard composta da due parti: la parte fissa, la c.d. “second level domain”, che spesso è rappresentata da un nome di fantasia, un marchio formato da lettere e/o numeri, dalla ragione sociale del titolare o dal nome di un prodotto, o da una sequenza di numeri e da una estensione c.d. “Top Level Domain”, che riporta al luogo di utilizzo: .it (Italia), .fr (Francia), .de (Germania, .es (Spagna) .com (internazionale), .org (istituzionale), .eu (Europa) ecc. Anche in questo campo succede con frequenza che vi siano soggetti pronti ad acquistare nomi a dominio che, in qualche modo, evocano aziende o marchi noti o addirittura identici, approfittando della possibilità di registrarli con una estensione non utilizzata o, come succedeva in passato e difficilmente ora, registrando in anticipo nomi noti.
Si sono verificati casi di acquisto selvaggio di domini contenenti nomi noti, al solo scopo di rivenderli al legittimo titolare del marchio o della ditta per trarne ingiusto profitto
Si sono verificati casi di acquisto selvaggio di domini contenenti nomi noti, al solo scopo di rivenderli al legittimo titolare del marchio o della ditta per trarne ingiusto profitto. All’epoca si potevano solo invocare le norme che vietano la concorrenza sleale (art.2598 C.C.), in mancanza di preciso riferimento normativo. Il legittimo titolare del nome o della ditta doveva chiedere ed ottenere un provvedimento d’urgenza e chiedere al Tribunale di accertare l’illegittimità del deposito per poi poterlo registrare a proprio nome. Si trattava di speculazione illecita sulla quale, dopo poche sentenze contrastanti, si è formata una giurisprudenza univoca di condanna, fatto salvo l’onere a carico del ricorrente di dimostrare l’effettiva confondibilità. I Tribunali hanno così confermato che il domain name è un vero e proprio segno distintivo, con una specifica funzione commerciale, che consente di individuare un soggetto in un messaggio di posta elettronica o in Internet.
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Con l’introduzione del Codice della Proprietà Industriale (D.Lgs. 30/2005) il legislatore ha riconosciuto la caratteristica di segno distintivo non solo ai marchi e alla ditta, ma anche al nome a dominio, in quanto destinati ad uso commerciale da parte del titolare. Gli unici riferimenti si trovano nell’art. 12 c.1 lettera b), che esclude la registrabilità come marchio d’impresa di un segno uguale o simile ad un segno già noto come nome a dominio, utilizzato in attività economica in analogo settore, per evitare rischi di confusione: • nell’art. 22, che sancisce l’importantissimo principio di “unitarietà dei segni distintivi”, che comporta il divieto all’utilizzo come nome a dominio, di un marchio altrui in settori affini; • negli artt .118 c.6 e 113, che consentono i rimedi della revoca, dell’assegnazione e del trasferimento dell’assegnazione di un nome a dominio registrato in mala fede o in violazione dell’art. 22. La giurisprudenza è concorde che il differente suffisso non è idoneo ad evitare la confondibilità. Il titolare del nome a dominio, qualora riscontri
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I Tribunali hanno confermato che il domain name è un vero e proprio segno distintivo, con una specifica funzione commerciale, che consente di individuare un soggetto in un messaggio di posta elettronica o in Internet
l’utilizzo da parte di terzi, che possa comportare confusione per il pubblico, può vietarne l’uso illecito sia attraverso la domanda di riassegnazione alla Register Authority, sia attraverso il ricorso all’autorità giudiziaria, come previsto dagli artt. 118 c.6 e 113 del Codice della Proprietà Industriale. Il riferimento e la tutela dei nomi a dominio non sono l’unica novità introdotta dal Codice della Proprietà Industriale.
/ DOSSIER /
L’ultima modifica ad esso apportata nel 2018 con D, Lgs. N.63/2018 ha infatti introdotto la tutela del know-how e dei segreti commerciali, recependo la relativa Direttiva comunitaria n. 2016/943. Tali espressioni riguardano, da un lato le conoscenze tecniche ed i metodi di preparazione di un prodotto e, dall’altro, i segreti commerciali relativi all’organizzazione aziendale, le liste dei clienti e dei fornitori; questi elementi nel loro insieme determinano la differenza tra un’azienda e un’altra e ne rappresentano il valore raggiunto ed il patrimonio. Non si parla più, come in passato, di informazioni segrete e si sottolinea il concetto del loro valore economico, meritevole di tutela giuridica e di protezione, quando non siano comunemente note. Con l’introduzione degli articoli 98 e 99, il Codice della Proprietà Industriale, in primo luogo definisce tali beni; inoltre ne stabilisce una specifica tutela a favore del titolare, che opera non solo in caso di condotta dolosa, ma anche semplicemente colposa. Proprio l’art. 99 introduce i mezzi di tutela e le condizioni in presenza delle quali possono essere fatti valere, indipendentemente dall’applicazione, comunque, delle norme sulla concorrenza sleale o, in taluni casi, della tutela penale, arrivando anche a consentire al Giudice di vietare l’utilizzo o la rivelazione di segreti commerciali, che ritenga riservati ad ogni soggetto coinvolto nel giudizio,
Con l’introduzione del Codice della Proprietà Industriale il legislatore ha riconosciuto la caratteristica di segno distintivo non solo ai marchi e alla ditta, ma anche al nome a dominio, in quanto destinati ad uso commerciale da parte del titolare
come disposto all’art. 121-ter del Codice della Proprietà industriale. Ricordiamo infine che il know-how ed i segreti commerciali non hanno una durata limitata nel tempo, come i brevetti, ma illimitata. Un brevissimo cenno può essere ora fatto sulla possibilità di effettuare un deposito di notizie riservate su blockchain al fine di avere la possibilità di dimostrare la loro anteriorità qualora in futuro ve ne fosse bisogno.
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// SSP PE EC CIIA ALLE E //
Riguarda gli investimenti in ricerca e sviluppo, transizione ecologica, innovazione 4.0 e attività innovative
IL NUOVO CREDITO D’IMPOSTA UN’OPPORTUNITÀ PER TUTTE LE AZIENDE, MA ATTENZIONE AI CONTROLLI Prorogato fino all’anno 2022. Condizione necessaria per fruire del credito d’imposta è il rispetto delle normative sulla sicurezza nei luoghi di lavoro ed il corretto adempimento degli obblighi di versamento dei contributi previdenziali e assistenziali a favore dei lavoratori Avv. Debora Salomone Il credito Ricerca e Sviluppo è stato introdotto dall’articolo 3 del decreto-legge 23 dicembre 2013, n. 145 (convertito, con modificazioni, dalla legge 21 febbraio 2014, n. 9, noto come “decreto Destinazione Italia”), poi ha integralmente sostituito dall’articolo 1, comma 35, della legge 23 dicembre 2014, n. 190 (legge di Stabilità 2015),
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Inizialmente la platea di beneficiarie era individuata in tutte le imprese (circ. n. 5/E/2016), indipendentemente dalla forma giuridica, dal settore economico in cui operavano nonché dal regime contabile adottato. A tali soggetti veniva attribuito un credito d’imposta nella misura del 50% di tutte le spese sostenute. Tra le attività che la norma ricomprendeva come ammissibili al credito suddetto rientravano: • la ricerca fondamentale; • la ricerca industriale (o applicata); • lo sviluppo sperimentale. Con l’art. 1, commi da 198 a 208 la legge di Bilancio 2020 ha introdotto dal 2020 un credito d’imposta per gli investimenti in ricerca e sviluppo, transizione ecologica, innovazione 4.0 e in attività innovative; tale disciplina opera dal periodo di imposta successivo al 31 dicembre 2019 e si sostituisce a quella del credito di imposta per investimenti in ricerca e sviluppo di cui all’articolo 3 del D.L. n. 145/2015, il cui periodo di operatività viene anticipatamente cessato al 31 dicembre 2019. L’art. 1, comma 1064, della Legge di bilancio per il 2021, ha ulteriormente esteso e modificato i benefici fiscali introdotti con la Legge di bilancio per il 2020, in particolare, il comma 1064, ha prorogato fino all’anno 2022 la disciplina relativa al credito d’imposta per gli investimenti in attività di ricerca e sviluppo, innovazione tecnologica e altre attività innovative introdotto dalla Legge di bilancio 2020. La norma ha operato anche modifiche alla disciplina ampliando la tipologia delle spese ammissibili, potenziando le aliquote e i massimali ed introducendo l’obbligo di asseverazione della relazione tecnica. Il credito d’imposta cd “ricerca e sviluppo” anche grazie all’ampliamento contenuto nella legge di bilancio costituisce, quindi, per le imprese un’ottima opportunità di investimento che soggiace tuttavia a stringenti obblighi documentali il cui rispetto mette al riparo dall’irrogazione di eventuali sanzioni in caso di successivi controlli da parte dell’Agenzia delle Entrate. Dunque, sulla scorta delle modifiche operate dall’art. 1, comma 1064, della Legge di bilancio per il 2021 il credito d’imposta “ricerca e sviluppo” è così strutturato.
BENEFICIARI
Possono accedere al credito d’imposta tutte le imprese residenti nel territorio dello Stato, incluse le stabili organizzazioni di soggetti non residenti, indipendentemente dalla forma giuridica, dal settore economico di appartenenza, dalla dimensione e dal regime fiscale di determinazione del reddito d’impresa, che effettuano investimenti in una delle attività indicate dalla norma. Non possono beneficiare dell’agevolazione: • le imprese in stato di liquidazione volontaria, fallimento, liquidazione coatta amministrativa, concordato preventivo senza continuità aziendale, altra procedura concorsuale prevista dalla legge fallimentare, dal Codice della crisi d’impresa e dell’insolvenza o da altre leggi speciali, o che abbiano in corso un procedimento per la dichiarazione di una di tali situazioni; • le imprese destinatarie di sanzioni interdittive ai sensi dell’articolo 9, comma 2, del decreto legislativo 8 giugno 2001, n. 231. Condizione necessaria per fruire del credito d’imposta è il rispetto delle normative sulla sicurezza nei luoghi di lavoro ed il corretto adempimento degli obblighi di versamento dei contributi previdenziali e assistenziali a favore dei lavoratori. Ferme restando tali condizioni con una recente risposta ad interpello (1 luglio 2021 n. 451) l’Agenzia delle Entrate ha chiarito che i crediti ricerca e sviluppo non soggiacciono al divieto previsto dall’articolo 31 comm1 dl 78/2010, è quindi possibile procedere alla compensazione con Modello F24 anche in presenza di debiti scaduti superiori ad € 1500,00. Ne consegue che possono essere beneficiari del credito d’imposta anche soggetti che abbiano debiti con Agenzia Entrate riscossione purché essi non riguardino il versamento dei contributi previdenziali o assistenziali. ATTIVITÀ AGEVOLABILI, NATURA DELLE SPESE E MISURA DEL CREDITO
Il credito d’imposta può essere ottenuto per una percentuale delle spese sostenute in relazione a ciascuna attività agevolata; la misura del credito per il 2021 è stata elevata sia nella percentuale di spese ammissibili che nei massimali. Nella risposta ad interpello 423/2021 l’Agenzia
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delle Entrate ha chiarito che le nuove aliquote si applicano a progetti di ricerca iniziati in anni precedenti ma solo alle spese sostenute nel periodo d’imposta 2021. In particolare, il calcolo necessario a stabilire la misura del credito è ora “volumetrico” cioè fa riferimento solo alle spese sostenute nell’anno, mentre in precedenza occorreva aver riguardo agli investimenti del triennio. Il credito d’imposta viene quindi riconosciuto per le seguenti attività: • Attività di ricerca e sviluppo in senso proprio, ovvero le attività di ricerca fondamentale, ricerca industriale e sviluppo sperimentale in campo scientifico o tecnologico. Queste categorie di attività sono dettagliate nel Decreto del MISE del 26 maggio 2020, che a sua volta si basa sulle definizioni contenute nelle lett. m), q) e j) del punto 15 del paragrafo 1.3 della comunicazione della Commissione (2014/C 198/01) del 27 giugno 2014, e sui principi generali contenuti nelle linee guida elaborate dall’OCSE con il c.d. Manuale di Frascati 2015. Dunque in base al D.M. del 26 maggio 2020: 1. si considerano attività di ricerca fondamentale i lavori sperimentali o teorici finalizzati principalmente all’acquisizione di nuove conoscenze in campo scientifico o tecnologico, attraverso l’analisi delle proprietà e delle strutture dei fenomeni fisici e naturali, senza necessariamente considerare un utilizzo o un’applicazione particolare a breve termine delle nuove conoscenze acquisite da parte dell’impresa; 2. si considerano attività di ricerca industriale i lavori originali intrapresi al fine di individuare le possibili utilizzazioni o applicazioni delle nuove conoscenze derivanti da un’attività di ricerca fondamentale o al fine di trovare nuove soluzioni per il raggiungimento di uno scopo o un obiettivo pratico predeterminato; tali attività, in particolare, mirano ad approfondire le conoscenze esistenti al fine di risolvere problemi di carattere scientifico o tecnologico; il loro risultato è rappresentato, di regola, da un modello di prova che permette di verificare sperimentalmente le ipotesi di partenza e di dare dimostrazione della possibilità o meno di
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passare alla fase successiva dello sviluppo sperimentale, senza l’obiettivo di rappresentare il prodotto o il processo nel suo stato finale; 3. si considerano attività di sviluppo sperimentale i lavori sistematici, basati sulle conoscenze esistenti ottenute dalla ricerca o dall’esperienza pratica, svolti allo scopo di acquisire ulteriori conoscenze e raccogliere le informazioni tecniche necessarie in funzione della realizzazione di nuovi prodotti o nuovi processi di produzione o in funzione del miglioramento significativo di prodotti o processi già esistenti. Per miglioramento significativo di prodotti o processi già esistenti s’intendono le modifiche che hanno il carattere della novità e che non sono il risultato di un semplice utilizzo dello stato dell’arte nel settore o dominio di riferimento. Il risultato dei lavori di sviluppo sperimentale è di regola rappresentato da prototipi o impianti pilota. Per tutte e tre le fattispecie, secondo il D.M., assumono rilevanza le attività di ricerca e sviluppo che perseguono un progresso o un avanzamento delle conoscenze o delle capacità generali in un campo scientifico o tecnologico e non già il semplice progresso o avanzamento delle conoscenze o delle capacità proprie di una singola impresa. Il credito si considera spettante anche se il risultato
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non è conseguito, quindi anche se l’avanzamento scientifico o tecnologico ricercato non sia raggiunto o non sia pienamente realizzato; a1) Spese agevolabili
In relazione alle attività sopra indicate possono fruire del credito d’imposta: 1. le spese per il personale relative a ricercatori e tecnici titolari di rapporto di lavoro (subordinato, autonomo o altro rapporto) direttamente impiegati nelle operazioni di R&S svolte internamente all’impresa, nei limiti del loro effettivo impiego in tali operazioni; 2. le quote di ammortamento, i canoni di locazione e le altre spese relative ai beni materiali mobili e ai software utilizzati nei progetti di R&S (anche per la realizzazione di prototipi o impianti pilota) per l’importo deducibile ai fini IRES e nel limite massimo complessivo pari al 30% delle spese di personale di cui al n.1. 3. le spese per contratti di ricerca extra-muros (svolti all’esterno dell’impresa) aventi ad oggetto il diretto svolgimento da parte del soggetto commissionario delle attività di R&S ammissibili. Nel caso in cui i contratti siano stipulati con imprese appartenenti al medesimo gruppo, si applicano le stesse regole previste nel caso di attività di R&S svolte internamente all’impresa. La norma finora prevedeva l’ammissibilità delle spese a condizione che i commissionari fossero soggetti fiscalmente residenti o localizzati in altri Stati UE o SEE o in Stati white list , la nuova formulazione invece esclude l’agevolazione per le spese sostenute in relazione a progetti commissionati da soggetti non residenti. L’Agenzia delle Entrate con una recente risposta ad interpello (187/2021) ha escluso tale possibilità, in quanto, nel corpo della nuova disciplina, per volontà del legislatore, non è stata prevista alcuna disposizione che, analogamente a quanto stabilito dalla normativa precedente regoli, ai fini del credito di imposta, le attività di ricerca svolte dal commissionario residente per conto di committenti non residenti. In tal senso, la relazione tecnica alla Legge di bilancio 2020 prevede che “a
legislazione vigente, il credito d’imposta R&S (che viene abrogato dalla proposta normativa) assicura ai contribuenti la possibilità di fruire dell’agevolazione per le spese in R&S commissionate dall’estero (Inward BERD). La nuova formulazione del credito di imposta esclude invece tali spese”. 4. le quote di ammortamento relative all’acquisto da terzi, anche in licenza d’uso, di privative industriali relative a un’invenzione industriale o biotecnologica, a una topografia di prodotto a semiconduttori o a una nuova varietà vegetale, nel limite massimo complessivo di 1 milione di euro e a condizione che siano utilizzate direttamente ed esclusivamente per lo svolgimento delle attività inerenti ai progetti di ricerca e sviluppo ammissibili al credito d’imposta. 5. le spese per servizi di consulenza inerenti alle attività di ricerca e sviluppo ammissibili al credito d’imposta, nel limite massimo complessivo pari al 20% delle spese di personale ammissibili ovvero delle spese ammissibili indicate sub 3), a condizione che i relativi contratti siano stipulati con soggetti residenti in Italia o in Stati UE/SEE o white list. 6. le spese per materiali, forniture e altri prodotti analoghi impiegati nei progetti di ricerca e sviluppo ammissibili, nel limite massimo del 30% delle spese di personale impiegato nei
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progetti ovvero, nel caso di progetti esterni di ricerca del 30% dei costi dei contratti indicati al n.3.
a2) Misura del credito d’imposta
Il credito è riconosciuto in misura pari al 20 per cento (per il 2020 nella misura del 12 per cento) della relativa base di calcolo, nel limite di 4 milioni (per il 2020 3 milioni). a3) Maggiorazione del credito per le imprese del Mezzogiorno
Con la legge di Bilancio per il 2021 per le sole attività di ricerca e sviluppo in senso stretto, viene inoltre confermata la maggiorazione del credito per gli investimenti effettuati da imprese operanti nelle Regioni del Mezzogiorno (Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia) e direttamente afferenti a strutture produttive ubicate nelle Regioni stesse. La misura è prevista dal comma 185 della Legge di bilancio. Il potenziamento del tax credit per le imprese operanti nelle Regioni del Sud era stato previsto originariamente nell’art. 244 del Decreto Rilancio 2, che poi, in sede di conversione, aveva esteso i benefici anche alle tre Regioni colpite dagli eventi sismici del 2016 e 2017 (Lazio, Umbria e Marche). In particolare, per gli investimenti afferenti a strutture produttive ubicate in tali Regioni la misura del credito d’imposta per gli investimenti in attività di ricerca e sviluppo effettuati nel 2020, inclusi i progetti di ricerca e sviluppo in materia di COVID-19, era stata aumentata: • dal 12 al 25% per le grandi imprese, che occupano almeno 250 persone, il cui fatturato annuo è almeno pari a 50 milioni di euro oppure il cui totale di bilancio è almeno pari a 43 milioni di euro; • dal 12 al 35% per le medie imprese, che occupano almeno 50 persone e realizzano un fatturato annuo di almeno 10 milioni di euro; • dal 12 al 45% per le piccole imprese, che occupano meno di 50 persone e realizzano un fatturato annuo o un totale di bilancio annuo non superiori a 10 milioni di euro, come definite dalla raccomandazione 2003/361/CE della Commissione, del 6 maggio 2003.
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La Legge di bilancio 2021 conferma le aliquote maggiorate per gli investimenti in progetti di ricerca e sviluppo direttamente afferenti a strutture produttive ubicate nelle Regioni del Mezzogiorno per gli “anni” 2021 e 2022, vengono però esclusi dalla misura potenziata gli investimenti effettuati nelle Regioni colpite dal sisma del 2016/2017 (Lazio, Marche ed Umbria), ricompresi nell’ambito della maggiorazione dalla legge di conversione al Decreto Rilancio. Per gli investimenti afferenti a strutture produttive ubicate in queste Regioni, la misura del credito d’imposta tornerà quindi quella ordinaria del 20% a partire dal 2021. b) attività di innovazione tecnologica, identifica-
te nel medesimo Decreto del MISE del 26 maggio 2020, tenendo conto dei principi generali contenuti nelle linee guida elaborate dall’OCSE con il c.d. Manuale di Oslo. In particolare, secondo il D.M., costituiscono attività di innovazione tecnologica i lavori, diversi da quelli di ricerca e sviluppo finalizzati alla realizzazione o all’introduzione di prodotti o processi nuovi o significativamente migliorati, rispetto a quelli già realizzati o applicati dall’impresa. Per prodotti nuovi o significativamente migliorati s’intendono beni o servizi che si differenziano, rispetto a quelli già realizzati, sul piano delle caratteristiche tecniche, dei componenti, dei materiali, del software incorporato, della facilità d’impiego, della semplificazione della procedura di utilizzo, della maggiore flessibilità o di altri elementi concernenti le prestazioni e le funzionalità; per processi nuovi o significativamente migliorati, rispetto a quelli già applicati dall’impresa, s’intendono pro-
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cessi o metodi di produzione e di distribuzione e logistica di beni o servizi che comportano cambiamenti significativi nelle tecnologie, negli impianti, macchinari e attrezzature, nel software, nell’efficienza delle risorse impiegate, nell’affidabilità e sicurezza per i soggetti interni o esterni coinvolti nei processi aziendali. Non si considerano attività di innovazione tecnologica ammissibili al credito d’imposta: i lavori svolti per apportare modifiche o migliorie minori ai prodotti e ai processi già realizzati o applicati; i lavori svolti per la soluzione di problemi tecnici legati al normale funzionamento dei processi di produzione o per l’eliminazione di difetti di fabbricazione dei prodotti dell’impresa; i lavori svolti per adeguare o personalizzare i prodotti o i processi su specifica richiesta di un committente; i lavori svolti per il controllo di qualità dei prodotti o dei processi e per la standardizzazione degli stessi e in generale i lavori richiesti per l’adeguamento di processi e prodotti a specifici obblighi previsti dalle norme in materia di sicurezza, salute e igiene del lavoro o in materia ambientale.
vazione tecnologica. 3. Spese per contratti con oggetto il diretto svolgimento da parte del commissionario di attività di information technology che rilevano ai fini del credito d’imposta stesso. 4. Spese per servizi di consulenza e servizi equivalenti inerenti alle attività di information technology ammissibili, nel limite massimo complessivo del 20% delle spese di personale sopra indicate, a condizione che i relativi contratti siano stipulati con soggetti residenti nel territorio dello Stato o con soggetti fiscalmente residenti o localizzati in altri Stati membri dell’UE o in Stati aderenti al SEE o in Stati compresi nell’elenco di cui al citato D.M. 4 settembre 1996. 5. Spese per materiali e forniture impiegati nelle attività di information technology anche per la realizzazione di prototipi o impianti pilota, nel limite massimo del 30% delle spese di personale ovvero del 30% delle spese per i contratti sopra indicati.
b1) Spese agevolabili
Per le attività di innovazione tecnologica, il credito è riconosciuto in misura pari al 10 per cento (per il 2020 6 per cento) della relativa base di calcolo, nel limite massimo di 2 milioni di euro (per il 2020 1,5 milioni); per le attività di innovazione tecnologica destinate alla realizzazione di prodotti o processi di produzione nuovi o sostanzialmente migliorati per il raggiungimento di un obiettivo di transizione ecologica o di innovazione digitale 4.0 individuati con il decreto ministeriale attuativo della misura, il credito d’imposta è
La norma considera ammissibili ai fini della determinazione della base di calcolo del credito d’imposta - “nel rispetto delle regole generali di effettività, pertinenza e congruità” - le seguenti cinque tipologie di spese. 1. Spese del personale relative ai ricercatori e ai tecnici direttamente impiegate nelle operazioni di information technology svolte internamente all’impresa, nei limiti dell’effettivo impiego in tali operazioni. 2. Quote di ammortamento e canoni di locazione relativi ai beni materiali mobili e dei software utilizzati nei progetti di innovazione tecnologica anche per la realizzazione di prototipi o impianti pilota, per l’importo ordinariamente deducibile ai fini del reddito d’impresa e nel limite massimo complessivo pari al 30% delle spese di personale sopra indicate. Nel caso in cui beni siano utilizzati anche per le ordinarie attività produttive dell’impresa, si assume solo la parte delle quote di ammortamento e delle altre spese imputabile alle sole attività di inno-
b2) misura del credito d’imposta
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riconosciuto in misura pari al 15 per cento (per il 2020 10 per cento) della relativa base di calcolo, nel limite massimo di 2 milioni di euro (per il 2020 1,5 milioni). c) attività di design e ideazione estetica, ovvero
- secondo la definizione del D.M. - quei progetti finalizzati ad innovare in modo significativo i prodotti dell’impresa sul piano della forma e di altri elementi non tecnici o funzionali quali, ad esempio, le caratteristiche delle linee, dei contorni, dei colori, della struttura superficiale, degli ornamenti. Per le imprese operanti nel settore dell’abbigliamento e negli altri settori nei quali è previsto il rinnovo a intervalli regolari dei prodotti, sono considerate attività ammissibili al credito d’imposta i lavori relativi alla concezione e realizzazione di nuove collezioni o campionari che presentino elementi di novità rispetto alle collezioni e ai campionari precedenti con riguardo ai tessuti o ai materiali utilizzati, alla loro combinazione, ai disegni e alle forme, ai colori o ad altri elementi rilevanti, con esclusione dei lavori finalizzati al semplice adattamento di una collezione o campionario esistente attraverso l’aggiunta di un singolo prodotto o la modifica di una sola caratteristica dei prodotti esistenti, come ad esempio la modifica unicamente dei colori, o di un elemento di dettaglio. Le attività ammissibili al credito d’imposta riguardano comunque la fase che termina con la realizzazione dei campionari non destinati alla vendita. Per le attività di design e ideazione estetica, il credito d’imposta è riconosciuto in misura pari al 10 per cento (anziché del 6 per cento) della relativa base di calcolo, nel limite massimo di 2 milioni di euro (anziché di 1,5 milioni); c1) Spese agevolabili
1. Spese del personale relative ai ricercatori e ai tecnici direttamente impiegati presso le strutture produttive dell’impresa nello svolgimento delle attività di design e ideazione estetica ammissibili, nei limiti del loro effettivo impiego in tali attività. 2. Quote di ammortamento e canoni di locazione relativi ai beni materiali mobili in attivi-
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tà di design e innovazione estetica compresa la progettazione e realizzazione dei campionari, per l’importo ordinariamente deducibile ai fini della determinazione del reddito d’impresa e nel limite massimo complessivo pari al 30% delle spese di personale sopra indicate. Se i predetti beni sono utilizzati anche per le “ordinarie” attività, si assume la parte delle quote di ammortamento e delle altre spese imputabile alle sole attività di design e ideazione estetica. 3. Spese per contratti con diretto svolgimento di attività di design e ideazione estetica stipulati con professionisti o studi professionali o altre imprese. 4. Spese per servizi di consulenza per lo svolgimento di altre attività innovative nel limite massimo complessivo pari al 20% delle spese di personale ovvero alle spese per contratti sopra indicate. 5. Spese per materiali e forniture impiegati in attività di design e ideazione estetica nel limite massimo del 30% delle spese di personale ovvero delle spese per i contratti sopra indicati. c2) Misura del credito d’imposta
Per le attività di design e ideazione estetica, il credito d’imposta è riconosciuto in misura pari al 10 per cento (nel 2020 del 6 per cento) della relativa base di calcolo, nel limite massimo di 2 milioni di euro (nel 2020 di 1,5 milioni). Nel prossimo numero parleremo della documentazione necessaria per fare la domanda.
/ LE SCHEDE /
Istruzioni per orientarsi tra le schede di AZ Franchising, elencate in ordine alfabetico e indicando l’investimento iniziale minimo. Nella prima fascia (fino a 20mila euro) abbiamo incluso anche anche i marchi che non prevedono altre spese iniziali se non quelle relative al diritto di entrata*.
pag. 41
Igi&Co
Pag. 43
Primadonna
pag. 41
La Filetteria Italiana
Pag. 43
RE/MAX Italia
pag. 42
Magnaki
Pag. 44
This is not a sushi bar
pag. 42
Primigi
* i dati pubblicati nelle schede sono forniti dai franchisor
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/ LE SCHEDE /
CALZATURE, ABBIGLIAMENTO ED ACESSORI
FOOD & BEVERAGE
Ragione sociale: Reda Retail S.p.A, - Gruppo IMAC S.p.A. Indirizzo: Via Menocchia, 27 - 63062 - Montefiore dell’Aso (AP) - Anno di fondazione attività: 2002 - Anno di partenza del franchising: 2012 - Punti vendita diretti: 3 - Punti vendita affiliati: 160
Ragione sociale: Sun Tzu Srl - Indirizzo: Via Aurelio Saffi 21, 20123 Milano - Anno di fondazione: 2019 - Anno partenza franchising: 2021 - Punti vendita diretti: 7 - Punti vendita affiliati: 0 - Punti vendita diretti (estero): 0
COSA CERCHIAMO
COSA CERCHIAMO SUPERFICIE MEDIA DEL PUNTO VENDITA (IN MQ): DA 50 A 100 BACINO DI UTENZA:
DA 10.000 A 50.000 ABITANTI
CENTRO COMMERCIALE, CENTRO STORICO PRINCIPALI, VIE COMMERCIALI PERSONALE RICHIESTO (COMPRESO IL TITOLARE): ADETTI DA 1 A 3 UBICAZIONE OTTIMALE:
SUPERFICIE MEDIA DEL PUNTO VENDITA (IN MQ): BACINO DI UTENZA: UBICAZIONE OTTIMALE:
150-200 <35.000 ABITANTI CENTRO
PERSONALE RICHIESTO 8 (5FT/3PT) PIÙ IL TITOLARE (COMPRESO IL TITOLARE): ESPERIENZA NEL SETTORE: MINIMA O NULLA
ESPERIENZA NEL SETTORE: NON RICHIESTA INVESTIMENTO INIZIALE DA: € 400 A € 700 /MQ FATTURATO MEDIO ANNUO: € 5.000/MQ
INVESTIMENTO INIZIALE DA: 240.000 € FATTURATO MEDIO ANNUO:
COSA OFFRIAMO
COSA OFFRIAMO Prodotto Made in Italy. Margine garantito del 40%. Reso dell’invenduto. Riassortimenti online. Progettazione del punto vendita gratuita. Servizio di trainer e assistenza Visual Merchandising. Software di gestione gratuito. Comunicazione da leader nazionale in tv, radio, stampa, redazionali, affissioni. Iniziative per comunicare l’opening del negozio. Fidelity Card ed azioni di direct marketing con invio di sms e dem ai clienti fidelizzati.
La Filetteria Italiana è l’unione perfetta tra eleganza e ricercatezza: un vero è proprio viaggio nel mondo della carne. La selezione di carni pregiate è il fiore all’occhiello del brand, un mix di sapori che conquista tutti i palati. Il Format offre: aiuto sull’individuazione sul territorio di nuovi punti vendita, formazione del personale, fornitura delle materie prime selezionate, piattaforma logistica/gestionale, marketing/comunicazione/ gestione dei social per l’affiliato. Tutto ciò per facilitare la gestione del punto vendita per l’affiliato.
COSA CHIEDIAMO
COSA CHIEDIAMO FIDEJUSSIONE BANCARIA:
€ 50.000
PAGAMENTO ARREDO/ ALLESTIMENTO:
LEASING
FEE D’INGRESSO:
NESSUNA
ROYALTIES:
NESSUNA
DURATA DEL CONTRATTO (IN ANNI):
6
Ufficio sviluppo Tel: 0735-99241 e-mail: info@redaretail.com web: www.igieco.it
1.000.000€
FEE D’INGRESSO:
20.000 €, VIENE DATA LA POSSIBILITÀ DI RATEIZZARE LA FEE D’INGRESSO
ROYALTY:
5%
DURATA DEL CONTRATTO (IN ANNI):
5
Nome referente: Edoardo Rosso Tel: 02-82397037 e-mail: edoardo.rosso@maggiori.group Web: https://www.lafiletteriaitaliana.it/
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/ LE SCHEDE /
FOOD & BEVERAGE
ABBIGLIAMENTO E CALZATURE BAMBINO
Ragione sociale: Sun Tzu Srl - Indirizzo: Via Aurelio Saffi 21, 20123 Milano - Anno di fondazione: 2019 - Anno partenza franchising: 2021 - Punti vendita diretti: 4 - Punti vendita affiliati: 0 - Punti vendita diretti (estero): 0 - Punti vendita affiliati (estero): 0
Ragione sociale: Reda Retail S.p.A, - Gruppo IMAC S.p.A. Indirizzo: Via Menocchia, 27 - 63062 - Montefiore dell’Aso (AP) - Anno di fondazione attività: 1976 - Anno di partenza del franchising: 2008 - Punti vendita diretti: 3 - Punti vendita affiliati: 400 - Punti vendita affiliati all’estero: 37
COSA CERCHIAMO
COSA CERCHIAMO
SUPERFICIE MEDIA DEL PUNTO VENDITA (IN MQ): BACINO DI UTENZA: UBICAZIONE OTTIMALE:
150-200
SUPERFICIE MEDIA DEL PUNTO VENDITA (IN MQ): DA 100 A 250
<35.000 ABITANTI CENTRO
BACINO DI UTENZA:
DA 10.000 A 50.000 ABITANTI
UBICAZIONE OTTIMALE:
CENTRO CITTÀ, CENTRO COMMERCIALE CENTRO STORICO, VIE COMMERCIALI
PERSONALE RICHIESTO 8 (5FT/3PT) PIÙ IL TITOLARE (COMPRESO IL TITOLARE):
PERSONALE RICHIESTO (COMPRESO IL TITOLARE): DA 1 A 3
ESPERIENZA NEL SETTORE: MINIMA O NULLA
ESPERIENZA NEL SETTORE: NON RICHIESTA
INVESTIMENTO INIZIALE DA: 245.000 €
INVESTIMENTO INIZIALE DA: € 400 A € 700 /MQ
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COSA OFFRIAMO
Magnakì rappresenta l’evoluzione del classico sushi, con una proposta innovativa, giovane e accattivante. Seguendo quella che è la moda del momento, in un mercato in forte crescita ed espansione. Il format offre: aiuto sull’individuazione sul territorio di nuovi punti vendita, formazione del personale, fornitura delle materie prime selezionate, piattaforma logistica/ gestionale, marketing/comunicazione/gestione dei social per l’affiliato. Tutto ciò per facilitare la gestione del punto vendita per l’affiliato.
Margine garantito del 40%. Reso dell’invenduto. Riassortimenti online. Progettazione del punto vendita gratuita. Servizio di trainer e assistenza Visual Merchandising. Software di gestione gratuito. Comunicazione da leader internazionale in tv, radio, stampa, redazionali, affissioni. Iniziative per comunicare l’opening del negozio. Fidelity Card ed azioni di direct marketing con invio di sms e dem ai clienti fidelizzati.
COSA CHIEDIAMO
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30.000€ VIENE DATO LA POSSIBILITÀ DI RATEIZZARE LA FEE D’INGRESSO
FEE D’INGRESSO:
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DURATA DEL CONTRATTO (IN ANNI):
5
DURATA DEL CONTRATTO (IN ANNI):
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Nome referente: Edoardo Rosso Tel: 02-82397037 e-mail: edoardo.rosso@maggiori.group Web: https://www.magnaki.it/
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COSA CHIEDIAMO
Tel: 0735-99241 e-mail: info@redaretail.com web: www.primigi.it
/ LE SCHEDE /
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FRANCHISING IMMOBILIARE
Ragione sociale: Primadonna S.p.A, - Indirizzo: S.P 231 Km 5,2 70032 Bitonto (BA) - Anno di partenza del franchising: 2006 - Punti vendita diretti: 170 - Punti vendita affiliati: 180 - Punti vendita Italia: 312 - Punti vendita estero: 84 - Punti totali: 350
Categoria: FRANCHISING IMMOBILIARE - Ragione sociale: PROXIMM SPA – RE/MAX ITALIA - Indirizzo: VIA VITTORIO LOCCHI 3 – 20156 MILANO - Anno di fondazione: 1973 DEnVER, COLORADO – 1996 ITALIA - Anno partenza franchi-sing: 1996 - Punti vendita diretti: 1 - Punti vendita affiliati: + 450 IN ITALIA - +8.400 NEL MONDO
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COSA CERCHIAMO SUPERFICIE MEDIA DEL PUNTO VENDITA (IN MQ): 100 BACINO DI UTENZA:
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PERSONALE RICHIESTO IN MEDIA 3/4 FULL TIME (COMPRESO IL TITOLARE): EQUIVALENTI
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DURATA DEL CONTRATTO (IN ANNI):
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/ LE SCHEDE /
FOOD DELIVERY Ragione sociale: This is Not Srl - Indirizzo:Via Riva di Trento 11/A 20139 Milano - Anno di fondazione: 2007 - Anno partenza franchising: 2021 - Punti vendita diretti: 4 - Punti vendita affiliati: 0 - Punti vendita diretti (estero): 0 - Punti vendita affiliati (estero): 0
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Dopo la crisi dell’iperliberismo, l’idea di profitto come principale obiettivo delle imprese
VERSO UNA NUOVA POLICY AZIENDALE: SOSTENIBILITÀ, FATTI NON PAROLE L’attenzione si sposta sugli stakeholder. Il “trickle-down” non basta più. Di fronte alla “tragedia dei beni comuni”, crescono le politiche aziendali della CSR. Per l’economia della reputazione “il green washing” può rivelarsi un errore fatale di Ugo Perugini - Giornalista e Blogger
Ci sono alcune affermazioni di Margareth Thatcher, la lady di ferro, che governò nel Regno Unito negli anni Ottanta, che sono rimaste famose: “Nessuno ricorderebbe il Buon samaritano se avesse avuto solo buone intenzioni. Aveva anche i soldi”. E quella ancor più nota: “Stanno scaricando i loro problemi sulla società. E come sapete, la società non esiste. Esistono gli individui, gli uomini e le donne, ed esistono le famiglie”.
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/ FORMAZIONE /
Erano, in sintesi, le idee base della filosofia iperliberista, che ebbe anche l’appoggio da parte della politica di Ronald Reagan negli USA. In pratica, il dovere sociale dell’impresa, secondo tali idee, consisterebbe nel mantenere il più possibile elevati i profitti, producendo così ricchezza e lavoro per tutti nel modo più efficiente.
L’ attenzione si sposta dagli shareholder agli stakeholder L’idea di profitto come qualcosa di necessario, da conseguire ad ogni costo, quasi come una ricerca egoistica, fine a se stessa, che avrebbe dovuto mettere in primo piano gli interessi degli shareholder, cioè degli azionisti, ha subito un duro colpo. E’ cresciuta, invece, l’attenzione nei confronti degli altri protagonisti, come gli stakeholder (i cosiddetti portatori di interesse, cioè lavoratori, clienti, società) e la sensibilità nei confronti dell’ambiente, diventando pian piano una leva strategica fondamentale, per venire incontro a una nuova e più critica consapevolezza da parte dei consumatori e della società nel suo complesso. Oggi pensare che il fine di un’impresa sia la massimizzazione assoluta del profitto, senza alcuna attenzione ai problemi e alle esigenze sociali ed ecologiche, non è più sostenibile. E se si persegue questo scopo, si rischia di creare delle diseconomie ed esternalità negative dannose per tutti, individui e imprese, che avranno ripercussioni nel breve e nel lungo periodo.
La crisi dell’iperliberismo L’incontro perfetto tra domanda e offerta era il presupposto di base di questa teoria e avrebbe dovuto assicurare il buon funzionamento del mercato, in quanto se le aziende non avessero prodotto risultati soddisfacenti, consumatori e azionisti avrebbero potuto ritirare il proprio appoggio. Ma questa teoria dimostrò tutti i suoi limiti alla fine degli anni Ottanta e in seguito, quando cominciarono ad emergere problemi sempre più gravi nella relazione tra aziende e società (disuguaglianza, povertà, ecc.) tra aziende e ambiente (sfruttamento delle risorse naturali, inquinamento, ecc.) e il mercato non fu in grado di affrontarli e superarli.
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/ FORMAZIONE /
Il “trickle-down” non funziona Di conseguenza sono man mano andate perdendo appeal certe teorie per le quali i benefici concessi alle classi più ricche (ad esempio, quelli fiscali) possano favorire l’intera società e arrivare così anche alla parte più povera di essa. Si chiama “trickle-down”, cioè sgocciolamento, questa idea che presuppone che, a fronte di una crescita economica favorita dal libero mercato, si debba attendere una ricaduta favorevole sia sulla classe media che sulle classi più povere, producendo maggiore equità e inclusione sociale. Anche Papa Francesco ha criticato questa teoria con un esempio molto calzante. Se i vantaggi di una crescita economica sono come l’acqua che entra in un bicchiere, quando questo sarà pieno fino all’orlo, l’eccedenza fuoriuscirà e anche i meno abbienti ne potranno beneficiare. “Accade invece che quando il bicchiere è colmo, per magia diventa ancora più grande, riesce a contenere tutto e lascia uscire ben poche gocce per chi è più povero”. La tragedia dei beni comuni C’è, inoltre, un problema enorme che incombe e non va dimenticato. Ben sintetizzato tra i primi dallo studioso e biologo americano Garrett Hardin che lo ha definito la “tragedia dei beni comuni” (tragedy of the commons), secondo il quale se un bene non appartiene a nessuno ed è liberamente disponibile, la tendenza prevalente è quella di sfruttarlo il più possibile. Questo è il perverso meccanismo che ha creato inquinamento, sfruttamento del territorio, delle risorse, dell’acqua, ecc. Perché chi si appropria del bene comune, o lo consuma, gode di un beneficio, sostenendo un costo minimo in quanto il resto del costo ricadrà sull’intera società. E se tutti ragionano allo stesso modo, si opera un vero e proprio saccheggio del bene. E nessuno è incentivato a sostenere un costo per migliorare quel bene, visto che alla fine l’utile che ne avrebbe risulterebbe molto limitato. Ricordiamo che il Global Footprint Network ha calcolato che l’umanità utilizza attualmente il 60% in più di quanto gli ecosistemi terrestri possano rigenerare in un anno: in pratica, è come se
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avessimo a disposizione le risorse di 1,6 pianeti Terra. Insomma, spendiamo più di quanto guadagniamo e questo andazzo, naturalmente, non potrà reggere a lungo.
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IN EVIDENZA L’ attenzione si sposta dagli shareholder agli stakeholder e la sensibilità nei confronti dell’ambiente sta diventando pian piano una leva strategica fondamentale Siamo entrati nell’economia della reputazione. E in realtà la reputazione è fondamentale perché si basa sulla fiducia che, a sua volta, affonda le sue radici sui concetti di affidabilità e credibilità Le imprese, oggi, non si possono relazionare con gli altri attori sociali (clienti, lavoratori, pubblico in genere) solo attraverso i prodotti e i servizi che realizzano. Devono essere capaci di comunicare, dialogare, condividere informazioni e dati, in modo trasparente
Non basta il “green o social washing” Purtroppo, anche il concetto di sostenibilità, una volta di pubblico dominio, può essere strumentalizzato. Diventare per le aziende non un comportamento socialmente responsabile, che tenga conto delle aspettative economiche, ambientali e sociali di tutti i portatori di interesse, ma esclusivamente una strategia di comunicazione finalizzata a costruire una immagine dell’impresa ingannevolmente positiva sotto il profilo dell’impatto ambientale e sociale. Questo atteggiamento definito “green washing” - e, per estensione, anche “social washing” - definisce la pratica di lavare, coprire, dare una bella imbiancata (white washing) alla facciata nascondendo i difetti e il fatto che manca una vera responsabilità sociale d’impresa, al solo scopo di sfruttare questa nuova ondata di sensibilità sui problemi socio-ambientali e pensare così di migliorare l’immagine etica e la reputazione dell’azienda. Cosa estremamente pericolosa, qualora come spesso capita, la verità venga a galla.
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L’imprenditore deve guardare al futuro D’altra parte, il vero business sostenibile non è nemmeno quello che si preoccupa del ritorno sociale solo dopo che ha ottenuto gli utili che voleva raggiungere (in genere, attraverso qualche donazione o iniziativa solidale di impatto mediatico). Al contrario è quello che ha capito che se l’obiettivo è far vivere e prosperare l’impresa non solo nel breve ma anche nel medio-lungo periodo, bisogna occuparsi concretamente del contesto in cui l’azienda opera, condividendo questioni sociali, umane, economiche e ambientali e includendole come parte determinante delle politiche e dei programmi di responsabilità sociale d’impresa (CSR). Questo, sia chiaro, non solo per ottemperare a leggi e regolamenti nazionali ed europei ormai presenti su questi temi, ma per offrire risposte adeguate a un mercato in rapida evoluzione, perché ormai prendere posizione su queste questioni rappresenta un vantaggio importante e irrinunciabile. L’economia della reputazione Qualcuno sostiene che ormai siamo entrati nell’economia della reputazione. E in realtà la reputazione è fondamentale perché si basa sulla fiducia che, a sua volta, affonda le sue radici sui concetti di affidabilità e credibilità. Le imprese, oggi, non si possono relazionare con gli altri attori sociali (clienti, lavoratori, pubblico in genere) solo attraverso i prodotti e i servizi che realizzano. Devono essere capaci di comunicare, dialogare, condividere informazioni e dati, in modo trasparente, utilizzando tutti gli strumenti a disposizione, in particolare i social media, soprattutto se consentono alti livelli di interazione. In questo contesto, la comunicazione, oltre ché uno strumento educativo in sé, diventa una strategia competitiva estremamente importante per veicolare la policy sociale e ambientale di un’azienda a condizione però che, accanto alla chiarezza e alla semplicità del messaggio, che arriva rapidamente alla mente e al cuore delle persone, non venga meno la coerenza con le azioni che realmente vengono attuate.
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Nuova Sabatini al via: rifinanziati gli incentivi sull’acquisto dei beni strumentali
600 MILIONI A DISPOSIZIONE DELLE PMI L’agevolazione ha l’obiettivo di facilitare l’accesso al credito delle imprese sostenendo gli investimenti per acquistare o acquisire in leasing macchinari, attrezzature, impianti, beni strumentali ad uso produttivo e hardware, nonché software e tecnologie digitali Dott.ssa Francesca Paleari - Founder & General Manager Obiettivo Sviluppo In tempo di post (?) covid, e di politiche economiche e del lavoro incentrate sul rilancio e sulla difesa della occupazione post blocco dei licenziamenti, tra le atre, il Governo ha messo sul tavolo 600 milioni per rifinanziare la c.d. nuova sabatini (incentivi sull’acquisto dei beni strumentali da parte delle pmi); 425 milioni per il 2021 sono inseriti nel decreto approvato dal Governo.
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Altra importantissima (e discriminante) novità è l’erogazione del contributo in un’unica soluzione, anche per le domande presentate dalle imprese dal 1 gennaio 2021, indipendentemente dall’importo del finanziamento deliberato. Ma ricordiamo cosa prevede questo incentivo, ideato dal deputato Armando Sabatini, ex operaio Fiat ed ex Segretario nazionale della Federazione Italiana Metalmeccanici, già sottosegretario di Stato al Ministero del Lavoro negli anni ’50. In sintesi, questa agevolazione ha l’obiettivo di facilitare l’accesso al credito delle imprese e accrescere la competitività del sistema produttivo del Paese, sostenendo gli investimenti per acquistare o acquisire in leasing macchinari, attrezzature, impianti, beni strumentali ad uso produttivo e hardware, nonché software e tecnologie digitali. Beneficiari di questa misura sono tutte le micro, piccole e medie imprese (PMI) che alla data di presentazione della domanda posseggono determinati requisiti (fonte MISE): • sono regolarmente costituite e iscritte nel Registro delle imprese o nel Registro delle imprese di pesca; • sono nel pieno e libero esercizio dei propri diritti, non sono in liquidazione volontaria o sottoposte a procedure concorsuali; • non rientrano tra i soggetti che hanno ricevuto e, successivamente, non rimborsato o depositato in un conto bloccato, gli aiuti considerati illegali o incompatibili dalla Commissione Europea; • non si trovano in condizioni tali da risultare imprese in difficoltà; • hanno sede in uno Stato Membro purché provvedano all’apertura di una sede operativa in Italia entro il termine previsto per l’ultimazione dell’investimento. Sono ammesse tutte le aziende operanti in tutti i settori produttivi, inclusi agricoltura e pesca, ad eccezione dei seguenti: • attività finanziarie e assicurative; • attività connesse all’esportazione e per gli interventi subordinati all’impiego preferenziale di prodotti interni rispetto ai prodotti di importazione.
IN EVIDENZA • L’erogazione del contributo è in un’unica soluzione indipendentemente dall’importo del finanziamento deliberato • Sono ammesse tutte le aziende operanti in tutti i settori produttivi, inclusi agricoltura e pesca • La PMI deve presenta alla banca o all’intermediario finanziario, unitamente alla richiesta di finanziamento, la domanda di accesso al contributo ministeriale, attestando il possesso dei requisiti e l’aderenza degli investimenti alle previsioni di legge
Il finanziamento è concesso per acquisto di Nuovi beni, iscrivibili ed iscritti tra le immobilizzazioni materiali per “impianti e macchinari”, “attrezzature industriali e commerciali” e “altri beni” ovvero spese classificabili nell’attivo dello stato patrimoniale alle voci B.II.2, B.II.3 e B.II.4 dell’articolo 2424 del codice civile, come declamati nel principio contabile n.16 dell’OIC (Organismo italiano di contabilità), nonché a software e tecnologie digitali. Non sono in ogni caso ammissibili le spese relative a terreni e fabbricati, relative a beni usati o rigenerati, nonché riferibili a “immobilizzazioni in corso e acconti”. In particolare, questa agevolazione consiste nella concessione da parte di banche e intermediari finanziari convenzionati, di finanziamenti alle pmi per sostenere, appunto, gli investimenti previsti dalla misura, nonché, ed è altresì una parte importante, di un contributo da parte del Ministero dello sviluppo economico rapportato agli interessi sui predetti finanziamenti. Gli investimenti possono essere interamente coperti dal finanziamento bancario (o leasing), as-
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/ FINANZIAMENTI /
sistito dalla garanzia del “Fondo di garanzia per pmi fino all’80%, di durata non superiore a 5 anni e di importo compreso tra 20.000 euro e 4 milioni di euro. L’interessante contributo a fondo perduto del Ministero dello sviluppo economico è determinato in misura pari al valore degli interessi calcolati, in via convenzionale, su un finanziamento della durata di cinque anni e di importo uguale all’investimento, ad un tasso d’interesse annuo pari al: • 2,75% per gli investimenti ordinari; • 3,575% per gli investimenti in tecnologie digitali e in sistemi di tracciamento e pesatura dei rifiuti (investimenti in tecnologie cd. “industria 4.0”). Altra nota significativa, relativa ai beni materiali e immateriali che rientrano tra gli investimenti c.d. “industria 4.0”, è la possibile maggiorazione del 30% dell’importo ottenuto. Come si accede a questa misura? La PMI presenta alla banca o all’intermediario finanziario, unitamente alla richiesta di finanziamento, la domanda di accesso al contributo ministeriale, attestando il possesso dei requisiti e l’ade-
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renza degli investimenti alle previsioni di legge. Le modalità di presentazione della domanda di accesso al contributo sono descritte nell’apposita sezione del sito. In sintesi, la banca/intermediario finanziario verifica la regolarità formale e la completezza della documentazione trasmessa dalla PMI, nonché la sussistenza dei requisiti di natura soggettiva relativi alla dimensione di impresa e, sulla base delle domande pervenute, trasmette al Ministero richiesta di prenotazione delle risorse relative al contributo. Una volta ricevuta conferma da parte del Ministero, la banca ha facoltà di concedere il finanziamento alla PMI mediante l’utilizzo della provvista costituita presso Cassa depositi e prestiti S.p.A. La stessa banca adotta la relativa delibera e la trasmette al Ministero, unitamente alla documentazione. Il Ministero adotta a sua volta il provvedimento di concessione del contributo, con l’indicazione dell’ammontare degli investimenti ammissibili, delle agevolazioni concedibili e del relativo pia-
/ FINANZIAMENTI /
no di erogazione, nonché degli obblighi e degli impegni a carico dell’impresa beneficiaria e lo trasmette alla stessa e alla relativa banca/intermediario finanziario. La banca/intermediario finanziario si impegna a stipulare il contratto di finanziamento con la PMI e ad erogare alla stessa il finanziamento in un’unica soluzione ovvero, nel caso di leasing finanziario, al fornitore entro trenta giorni dalla data di consegna del bene ovvero alla data di collaudo se successiva. La stipula del contratto di finanziamento può avvenire anche prima della ricezione del decreto di concessione del contributo. Ultimato l’investimento, la PMI compila, in formato digitale ed esclusivamente attraverso l’accesso alla piattaforma, la dichiarazione attestante l’avvenuta ultimazione, nonché, previo pagamento a saldo dei beni oggetto dell’investimento, la Richiesta Unica (modulo RU) - o in alternativa la Richiesta Quote Rimanenti (modulo RQR) nel caso in cui abbia già richiesto una o più quote del contributo, e la trasmette al Ministero, unitamente all’ulteriore documentazione richiesta. Le modalità per richiedere l’erogazione del contributo sono descritte nell’apposita sezione del sito. Le opportunità ci sono, Obiettivo Sviluppo anche.
CARTA D’IDENTITÀ FINANZA AGEVOLATA, INTERNAZIONALIZZAZIONE, NETWORKING Obiettivo Sviluppo nasce per dare una risposta concreta alle esigenze degli imprenditori italiani che negli anni si sono sempre avvicinati al mondo delle agevolazioni pubbliche, dei mercati globali, delle partnership, senza riuscire a fare il next step: dall’idea all’execution. Con il progetto UP, il team entra nel vivo di questi argomenti, liberando imprenditori e manager dall’operatività di queste azioni, lasciandoli liberi di fare il loro lavoro e sviluppare il loro core business. I campi di azioni sono: finanza agevolata, internazionalizzazione, networking. Settori di intervento: agricoltura, agroindustria/agroalimentare, artigianato, commercio, cultura, industria, pubblico, servizi/No Profit, turismo. Per informazioni: francesca@obiettivosviluppo.com - Tel. +39 349.5603388
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/ MARKETING /
L’immagine vince sempre, ma i contenuti audio stanno guadagnando sempre più spazio
PERCHÉ L’AUDIO ANCHE PER LE AZIENDE PUÒ ESSERE VINCENTE Valutare la possibilità di sfruttare l’audio può essere nel mondo business un modo per sperimentare un territorio nuovo che in pochi anni diventerà molto affollato di Mattia Nicoletti - Creative marketing strategist and producer – Dreamcatchers Entertainment L’immagine regna sovrana sui social. Milioni di fotografie, milioni di video invadono i nostri schermi ogni giorno, e gran parte di essi sono presenti sui social (e includiamo anche YouTube). Sembra quasi che non scattare una foto o girare
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un video senza condividerlo sia impossibile. E non parliamo di una mania, ma di un’abitudine quotidiana che è ormai consolidata nelle nostre vite (di sicuro la pandemia l’ha accentuata). Parliamo, ad esempio, di 1.074 foto caricate su Instagram
/ MARKETING /
ogni secondo (fonte:Omnicore, giugno 2021) o di 8 miliardi di visualizzazioni al giorno per i video live su Facebook (fonte:Omnicore, giugno 2021). Sono numeri impressionanti. Tuttavia fra il 2020 e il 2021 le condivisioni di file audio e l’utilizzo di social come Clubhouse sono in trend. L’immagine vince sempre, ma i contenuti audio stanno guadagnando sempre più spazio. La stessa Facebook, ha appena annunciato che ha iniziato negli USA il test di Live Audio Rooms, dove gli utenti potranno organizzare delle conversazioni solo audio. Ma vediamo ora le opportunità dei contenuti audio e il perché l’audio, anche per le aziende può essere vincente. I podcast, un mezzo per raccontare Nel 2020 Spotify ha deciso di intraprendere la via dei podcast (serie di episodi parlata a contenuto tematico) perché gli utenti hanno dimostrato interesse all’ascolto in alternativa alla musica. Per un’azienda creare dei contenuti audio può essere un’alternativa originale alla comunicazione classica. Immaginiamo, facendo un salto creativo, una catena di pizzerie in franchising che decide di intervistare i grandi pizzaioli che raccontano la storia della pizza, degli aneddoti della loro carriera o delle ricette originali. E’ chiaro che non può avere la forza di una campagna pubblicitaria, ma è una diversificazione che può innalzare il posizionamento di una azienda (è chiaro che il marchio deve essere in secondo piano rispetto al contenuto perché Spotify non è un luogo per fare spot). Le conferenze stampa su Clubhouse Clubhouse è un social ancora di nicchia (10 milioni di utenti a maggio 2021 secondo quanto dichiarato dal CEO Paul Davidson), tuttavia la grande crescita avuta nel 2020, dimostra la sua forza mediatica e un’alternativa originale alle piattaforme classiche. Molti artisti, influencer e aziende digital, utilizzano Clubhouse per presentare nuovi prodotti in stile conferenza stampa, o per discutere di alcune tematiche. Clubhouse è infatti uno spazio dove gli utenti possono ascoltare e intervenire (dove previsto, anche per “alzata di mano”) per dire la loro.
Facebook Live Audio Rooms Se una “Big” come Facebook decide di entrare nel mondo audio, significa che questo territorio nel corso del tempo diventerà strategico. Lo dimostrano anche la crescita dei messaggi audio (nel 2020 35 milioni al giorno su Whatsapp solo in Italia. Fonte: Studio Community), la vendita di audiolibri (nel 2020 1 libro venduto su 6 era audio. Fonte:Audiopub.org) e la vendita di smart speakers (nel 2020 il 22% della popolazione di Europa-USA-China ne possedeva uno. Fonte:16best.net). L’audio è un formato molto utilizzato anche perché consente a chi ascolta di fare altre cose contemporaneamente. Quando Audio Rooms sarà disponibile per tutti, la parola parlata guadagnerà terreno ulteriormente su quella scritta. Customer Service vocali Whatsapp e Facebook stanno diventando i mezzi preferiti per i clienti per contattare un’azienda sia pre che post-vendita e l’opportunità di utilizzare i messaggi vocali per rispondere ai quesiti posti è un’opportunità per le aziende in quanto la voce umanizza il messaggio rendendolo più personale e il tempo impiegato da chi risponde si riduce, rispetto al messaggio scritto. In conclusione, valutare la possibilità di sfruttare l’audio, (in particolare, nella situazione attuale, realizzando un podcast seriale o un customer service vocale) può essere nel mondo business un modo per sperimentare un territorio nuovo che in pochi anni diventerà molto affollato.
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/ T E C H R E TA I L / / T E C H R E TA I L /
Quasi due italiani su tre (62%) preferiranno interagire con i brand attraverso canali digitali anche dopo la pandemia
LA FIDUCIA NEL DIGITALE TRA I CONSUMATORI È IN AUMENTO Cosa si aspettano i consumatori oggi dal servizio clienti dei brand, quanto le interazioni digitali rimarranno la norma e come le aziende possono guadagnare competitività facendo leva su soluzioni tecnologiche capaci di favorire una migliore esperienza online
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/ T E C H R E TA I L /
L’emergenza sanitaria ha influenzato profondamente la vita delle persone, cambiando radicalmente anche il modo in cui si accede ai servizi e il ruolo della tecnologia per risolvere i problemi di tutti i giorni. Nuance Communications, Inc. – pioniera e leader nelle innovazioni di intelligenza artificiale conversazionale – ha realizzato un nuovo studio, condotto da OnePoll in undici Paesi a livello globale, per indagare lo scenario globale post-pandemico e far luce su ciò che i consumatori si aspettano oggi dal servizio clienti dei brand, comprendere se e quanto le interazioni digitali rimarranno la norma e come le aziende possono guadagnare competitività facendo leva su soluzioni tecnologiche capaci di favorire una migliore esperienza online.
Nonostante la maggiore abitudine a utilizzare la tecnologia nel quotidiano, il contatto umano rimane ancora fondamentale per garantire un’esperienza superiore
SERVIZIO CLIENTI DEI BRAND E TECNOLOGIA: LE ASPETTATIVE DEI CONSUMATORI Dalla ricerca di Nuance emerge chiaramente che anche dopo la pandemia i consumatori preferiranno interagire con i brand attraverso i canali digitali rispetto a farlo di persona: si tratta in media di ben quasi tre adulti su cinque (58%) a livello globale, percentuale che in Italia è addirittura più alta e arriva a toccare il 62%. Tuttavia, non sono solo i consumatori tricolore ad esser stati influenzati dalla pandemia nella loro attitudine al digitale: la preferenza per interazioni digitali con i brand raggiunge ben il 70% in Messico, seguito da Germania (66%) e Svezia (65%). Ma quali sono quindi i mezzi preferiti oggi dai consumatori per comunicare con i marchi? Sebbene poco più di un quarto dei consumatori a livello globale (28%) sembra prediligere ancora oggi la comunicazione di persona con i brand, c’è un buon 24% che preferisce l’email, il 19% il telefono e il 18% messaggi di testo, webchat dal vivo o chatbot. Leggermente differenti le preferenze degli utenti in Italia, dove – rispetto alla media di tutti i Paesi coinvolti nello studio – la comunicazione “tradizionale” di persona riceve un po’ più consensi (+4 punti percentuali), analogamente alla mail, che arriva a sfiorare un terzo delle preferenze (30%, ben 6 punti percentuali in più). Al contrario, gli italiani
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sembrano apprezzare meno sia l’interazione telefonica sia attraverso SMS, webchat dal vivo e chatbot (-5 punti percentuali per entrambe le opzioni). Dai dati emerge che praticità e velocità rappresentano i fattori più comuni per la scelta del mezzo di comunicazione preferito, mentre il parlare con un “vero” essere umano segue a ruota. Questi risultati dimostrano che i consumatori sono sempre più a loro agio nell’utilizzare la tecnologia per fare acquisti o accedere a servizi, pur aspettandosi che i brand offrano un approccio di tipo umano quando richiesto.
28% dei consumatori predilige ancora oggi la comunicazione di persona con i brand, un buon 24% preferisce l’email, il 19% il telefono e il 18% messaggi di testo, webchat dal vivo o chatbot
CRESCE LA FIDUCIA DEI CONSUMATORI NELLA TECNOLOGIA Oltre a essere sempre più avvezzi a soluzioni come chatbot, assistenti virtuali e applicazioni mobili per interagire con i brand, i clienti mostrano anche maggiore fiducia nella tecnologia che li aiuta ad accedere alle proprie informazioni personali e agli account online. Secondo lo studio di Nuance, infatti, la metà degli intervistati (50%) è ora maggiormente a proprio agio nell’utilizzare sistemi di autenticazione biometrica quando accede ai propri account rispetto a prima della
pandemia, con il 47% che preferisce utilizzare lo smartphone per questo tipo di operazioni. Tendenza che sembra più che mai confermata nel Bel Paese: è ben il 55% degli utenti a sentire di “padroneggiare” meglio la biometria ora e il 53% che sceglie lo smartphone come strumento preferito per accedere ai propri account. Inoltre, quasi due persone su cinque (38%) affermano di aver ora fiducia nel riconoscimento biometrico (sia vocale, facciale, comportamentale, delle impronte digitali o di combinazioni di questi) più di qualsiasi altro metodo di identificazione.
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Da processi di autenticazione sicuri e agili, alla gestione intelligente delle chiamate e alla live-chat, è importante che la tecnologia sia in grado di indirizzare le esigenze specifiche dell’utente finale Questo è un passo importante in tale direzione, poiché durante la pandemia gli autori di frodi hanno preso in maniera crescente i consumatori finali, sfruttando metodi di autenticazione arcaici come PIN e password che possono essere resi accessibili tramite il dark web per ottenere l’accesso a conti correnti e fondi personali. “Complice l’affermazione di nuove priorità da parte dei consumatori – ovvero comodità, velocità e, in ultima analisi, il portare a termine una attività – per le organizzazioni diventa un imperativo sviluppare strategie per offrire esperienze digitali sempre efficienti ed efficaci, soprattutto per retailer, banche e aziende di servizi. Da processi di autenticazione sicuri e agili, alla gestione intelligente delle chiamate e alla live-chat, è importante che la tecnologia sia in grado di indirizzare le esigenze specifiche dell’utente finale, pur garantendo la possibilità di passare a un intervento umano nel momento in cui è richiesto” ha dichiarato Saverio Ricchiuto, Sales Director, Enterprise di Nuance Communications. “Consolidare queste interazioni richiede un approccio integrato che non solo aiuta un’organizzazione a comprendere l’intento del cliente, ma anche identificarne le esigenze e personalizzare la sua esperienza su ogni singolo canale, da quello personale a quello telefonico, fino al web e al mobile. Con la pandemia che sta creando una crescente fiducia, confidenza e preferenza tra i consumatori nell’utilizzo della tecnologia nelle proprie interazioni con i brand, sarà fondamentale che le organizzazioni prioritizzino l’offerta di esperienze digitali superiori se vogliono fidelizzare i clienti e rimanere competitivi”.
ALCUNE INFORMAZIONI UTILI Metodologia della ricerca: La ricerca online realizzata da OnePoll è stata condotta tra il 21/04/2021 e il 07/05/2021, coinvolgendo 10.000 consumatori nel Regno Unito, Stati Uniti, Francia, Germania, Australia, Spagna, Italia, Svezia, Belgio, Olanda e Messico. OnePoll è una società di ricerche di mercato specializzata in survey realizzate online e via mobile. È membro di ESOMAR (European Society for Opinion and Marketing Research) e tutti i ricercatori di OnePoll sono membri della MRS (Market Research Society), il che significa che tutti i suoi progetti di ricerca sono controllati per la conformità al codice di condotta MRS. Nuance Communications, Inc. (NASDAQ: NUAN) è pioniera e leader nelle tecnologie di intelligenza artificiale conversazionale e intelligenza ambientale. Come partner full-service a cui si affidano il 77% degli ospedali statunitensi e l’85% delle aziende Fortune 100 nel mondo, creano soluzioni intuitive che migliorano la capacità delle persone di aiutare gli altri.
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C’è un prima, un durante, e un dopo. La grande voglia di tornare ad una nuova normalità
PROGETTARE IL 2021, FACENDO TESORO DEL 2020 Il modo migliore per non sprecare il tempo del durante è quello di preparare il dopo, non solo aspettarlo Il 2020 ha segnato un punto di svolta nella storia mondiale e ha avuto profonde ripercussioni anche sull’atteggiamento dei cittadini e sulla quotidianità del largo consumo. Il magazine online di GS1 Italy ha seguito in diretta l’evolversi della situazione in Italia. E ora offre
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una sintesi tematica e ragionata dei fatti salienti. “Il racconto del 2020 è complesso perché concentra avvenimenti complessi. C’è stato un prima, c’è (ancora) un durante e ci sarà presto un dopo: ma questo futuro non potrà essere progettato e costruito senza aver ben presente com’è cambiato
/ N U OV I T R E N D /
il nostro mondo (anche di consumatori) per effetto della pandemia da Covid-19. A mettere in fila e commentare gli episodi salienti dello scorso anno è l’edizione 2021 di “Un anno di Tendenze”, la decima, appena realizzata da GS1 Italy. “Un anno di Tendenze 2021” ripercorre e rilegge lo scorso anno suddividendolo in tre fasi temporali, molto diverse l’una dall’altra, e individuando per ognuna i fenomeni che l’hanno caratterizzata: 1. Caos calmo. Competitività e nanismo delle imprese, politica fiscale al centro del dibattito economico, mentre il retail procede “cum judicio” verso la trasformazione digitale. I consumi stagnanti brillano per alcune categorie, ma il Non Food continua a soffrire per l’avanzata del commercio online, grazie a un consumatore per il quale l’esperienza d’acquisto è già omnicanale. Prima dello tsunami. 2. Covid shock. L’anno orribile del Coronavirus è arrivato a sconvolgere le abitudini degli italiani: lockdown, distanziamento sociale, mascherine e gel igienizzanti nella quotidianità. Ma anche code ai supermercati e consumi azzerati per interi settori: la ristorazione, su tutti, e il Non Food. L’e-commerce ha avuto, invece, un boom inaspettato, con la riscoperta anche del valore della prossimità, ma mettendo in difficoltà la catena di fornitura. Che ha reagito bene. 3. Next normal. Dopo i mesi del lockdown il sistema del largo consumo si accinge a ricostruire un percorso virtuoso, pur sapendo di dover convivere con una realtà segnata dal virus, cercando di trarre lezioni dalle risposte date durante l’emergenza. E affrontando con rigore il nuovo panorama competitivo dove si delineano con maggiore nitidezza le direttrici da seguire, con alcuni paletti ben piantati: collaborazione, sostenibilità, efficienza, trasformazione digitale.
“Prima, durante, dopo: queste tre parole raccontano in estrema sintesi il periodo che stiamo vivendo. C’era un prima, che proseguiva in continuità rispetto agli anni precedenti. Rileggere adesso le considerazioni, i dibattiti, le previsioni, di un anno fa è quantomeno strano. Ovviamente nessuno avrebbe potuto prevedere quello che è successo e la sua straordinarietà. Poi siamo entrati nel durante, e non ci siamo ancora usciti. Anzi, abbiamo creduto di esserne usciti e invece di durante ce n’era un secondo. Una fortissima discontinuità che ha coinvolto tutti e tutto e ha comportato cambiamenti per tutti. Oggi siamo ancora nel durante, con la speranza di entrare quanto prima nel dopo. Credo, però, che il modo migliore per non sprecare il tempo del durante sia quello di preparare il dopo, non solo aspettarlo. Con la voglia di tornare ad una nuova normalità”, commenta Marco Cuppini, research and communication director di GS1 Italy.
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Un Network di eccellenze per sviluppare sistemi a rete di successo
WM CAPITAL LANCIA “AZ PARTNER PROGRAM” Il programma partner di AZ Franchising facilita l’incontro tra franchisor e/o franchisee con i loro futuri fornitori e professionisti In Italia, il mercato del franchising conta 51mila punti vendita con un giro di visitatori intorno ai 300 milioni ed un fatturato che vale circa 25 miliardi di euro all’anno.
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Il tasso di apertura delle reti franchising è del 4%, pari a circa 2000 nuovi punti vendita all’anno creando un mercato di circa 300 milioni di investimenti in nuovi franchising.
/ NEW BUSINESS MODEL /
L’IMPORTANZA DI APPARTENERE AD UN NETWORK Chi fa parte del network può trovare al suo interno molteplici professionalità, tutte di alto profilo, cui può rivolgersi in caso abbia necessità di integrare le proprie competenze per rispondere in maniera più rapida ed efficace alle richieste dei propri clienti. L’OBIETTIVO È QUELLO DI FACILITARE LE AZIENDE NELLA RICERCA DI FRANCHISOR E FRANCHISEE Proprio per raggiungere questo obiettivo WM Capital, realtà specializzata nel Business Format Franchising che promuove la crescita delle imprese attraverso lo sviluppo di sistemi a rete in Italia e all’estero, quotata sul mercato AIM Italia, lancia “AZ Partner Program”, un nuovo programma partner per facilitare le aziende ed i professionisti nella ricerca di franchisor e/o franchisee. Il programma partner di WM Capital vuole dare valore a tutta la filiera della rete franchising, creando un Network di professionisti e aziende che condividono le proprie competenze per metterle a disposizione sia di Franchisor che di Franchisee che dello stesso network professionale. “La crescita annuale delle reti franchising – afferma Fabio Pasquali, Amministratore Delegato di WM Capital - e la nostra esperienza ci hanno portato a riflettere e a comprendere che per essere o diventare una rete franchising perfetta bisogna avere dei fornitori e dei professionisti di qualità. Nasce così la nostra mission: «Creare un Network di eccellenze che possa sviluppare sistemi a rete di successo»”. PER ADERIRE È NECESSARIO SOTTOSCRIVERE UN ABBONAMENTO I partner del network AZ Partner Program costituiscono gruppi di lavoro eterogenei a seconda delle competenze necessarie alla soluzione dei problemi che vengono loro posti dai propri clienti o da reti franchising con necessità particolarmente complesse. Per i partner che aderiscono tramite abbonamento al programma vengono offerti eventi, momenti di incontro, visibilità sia social che offline su una nuova sezione del giornale esclusiva ai Partner.
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IL SETTORE DEL FRANCHISING OGGI
+57mila 300MLN punti vendita
27MLD di €
visitatori annui
fatturato annuo
2%
+1000
150MLN di €
tasso di apertura
nuovi punti vendita
investimenti in nuovi franchising
Gli investimenti annuali per la nascita di 1000 nuovi punti vendita svolti da Franchisor e Franchisee sono circa: € 250MLN
NEL S ETTORE IMMOBILIARE E MAGAZZINI
€ 125MLN
NEL SETTORE ARREDAMENTO
€ 105MLN
SETTORE FORNITURA ACCESSORIA PRODOTTO
€ 100MLN
SETTORE TECNOLOGIA, SICUREZZA E VIDEOSORVEGLIANZA
€ 20MLN
NEL SETTORE FORNITURA DI UTENZE (LUCE, ACQUA E GAS)
€ 15MLN
BANCHE, ASSICURAZIONI E SISTEMI DI PAGAMENTO
€ 3MLN
SETTORE SERVIZI MARKETING
€ 2MLN
SETTORE PULIZIA, LOGISTICA E TRASPORTO MERCI
€ 1,6MLN
SETTORE AGENZIE RECRUITMENT: RICERCA E FORMAZIONE PERSONALE
Variabile
SETTORE PROFESSIONISTI, AVVOCATI, COMMERCIALISTI E CONSULENTI
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UN CONCEPT STUDIATO PER IL RIEQUILIBRIO PSICOFISICO DELLE DONNE di Fabrizio Valente - Founder e Amministratore di Kiki Lab (Gruppo Promotica)
Il caso Fina & Liv in Germania è un esempio di eccellenza che offre alle donne sottoposte a terapia oncologica uno spazio rilassante e coinvolgente che va oltre l’acquisto dei vari prodotti necessari e include consulenze e spazio yoga
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/ NEW CONCEPT /
L’azienda tedesca Orthomed è specializzata in protesi e prodotti di vario tipo dedicati a donne sottoposte a terapia oncologica. Dal 2019 ha lanciato il suo primo concept Retail a Monaco, seguito poi da una seconda apertura a Lipsia,
per offrire un ambiente accogliente e raffinato, in grado di rassicurare le clienti e distante dalle tipiche atmosfere da clinica di questo tipo di negozi specializzati. Emotional Experience La presentazione dei prodotti, dalle calze contenitive alle parrucche fino alla lingerie adatta per le protesi al seno, è paragonabile a quella di una boutique moderna di abbigliamento. L’ambiente è caratterizzato da colori sobri, gli arredi sono in legno di quercia, le pareti richiamano fantasie floreali e per le sedute e le cassettiere vengono utilizzate tonalità rosate. Servizio a 360° Il negozio non si limita a offrire prodotti specialistici di alta qualità, ma rappresenta uno spazio di ascolto e di relax per clienti che ne hanno bisogno. Sono disponibili vari servizi, dagli ampi camerini, a una sala per le consulenze, prenotabili anche online e gestite con la dovuta privacy, fino ad arrivare a uno spazio dedicato allo yoga per facilitare l’equilibrio psicofisico delle clienti.
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Caso tratto dalla ricerca Retail Innovations 16 di Kiki Lab – Ebeltoft Group Fina & Liv - Germania Un concept che offre alle donne sottoposte a terapia oncologica uno spazio rilassante e coinvolgente che va oltre l’acquisto dei vari prodotti necessari e include consulenze e spazio yoga per il riequilibrio psicofisico Area chiave
• Sustainable Experience
Commento finale Kiki Lab Avere attività in settori che coinvolgono la salute delle persone è un compito che richiede il giusto approccio empatico ed etico. Fina & Liv è un esempio semplice, ma interessante, che dimostra la possibilità di fare commercio aiutando le donne che vivono una condizione difficile a sentirsi di nuovo forti, belle e femminili. Sfida: riuscire a stimolare un adeguato passaparola, basato sull’eccellenza dell’esperienza, per facilitare il traffico in negozio.
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Tendenza complementare
• Servizio a 360° • Emotional Experience Info chiave
• Concept store per donne sottoposte a terapia oncologica • 2019: apertura primo negozio • 2 negozi a Monaco e Lipsia • 180 mq
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L’evoluzione verso il superamento degli stereotipi e a favore di un mondo sempre più fondato sulla Gender Equality
NEUTRAL GENDER MARKETING: PER LA LONGEVITÀ E IL SUCCESSO Con la crescita dell’interesse del pubblico per il branding neutrale rispetto al genere, alcuni marchi hanno raccolto la sfida, riformulando il loro copywriting, introducendo linee di prodotti sterili di genere o riorganizzando completamente la loro strategia
Stefania Giuseppetti
Il mercato cambia sempre più rapidamente e, con esso, anche i target di riferimento delle aziende mutano e si allargano: crescono i consumatori che si sentono a proprio agio nell’esprimere identità personali oltre il binario di genere. Di fronte a tale scenario assistiamo ad una propensione verso il
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/ COMUNICAZIONE /
gender neutro e, di conseguenza, alla nascita del Neutral Gender Marketing. Non si tratta di una semplice tendenza, un modo per assecondare determinati dati demografici, o un mezzo per semplificare la produzione, ma un’esigenza reale, dettata dai bisogni dei consumatori del futuro, che hanno ridisegnato i confini di genere, rendendoli sempre più sfumati: i giovani consumatori appartenenti alla “Generazione Z”. “Z” come l’ultima lettera dell’alfabeto e come la fine di un ciclo in cui è fondamentale la riorganizzazione della comunicazione. Nati tra la fine degli anni ’90 e il 2010, non amano la schematizzazione binaria tradizionale dei sessi e non si identificano in un genere preciso. E allora preferiscono prodotti gender fluid o agender, dall’identità indefinita, per essere liberi di esprimere la loro personalità ancora tutta da scoprire. LA NUOVA STRATEGIA DELLE IMPRESE: COMMERCIALIZZARE PRODOTTI STERILI DI GENERE “Gender” è una parola inglese che non intende il sesso biologico determinato dalla nascita (“sex”), ma il sesso socioculturale, ovvero i diversi ruoli e le diverse tipologie di comportamento sessuale, improntati dalla società e dalla cultura. Con la crescita dell’interesse del pubblico per il branding neutrale rispetto al genere, alcuni marchi hanno raccolto la sfida, riformulando il loro copywriting, introducendo linee di prodotti sterili di genere o riorganizzando completamente la loro strategia. La moda, che da sempre riflette e narra la storia della nostra società, ha anticipato la tendenza ‘no gender’ (da non confondersi con il concetto di ‘unisex’ nato negli anni ’60-’70, che nella condivisione dell’abbigliamento favoriva l’emancipazione femminile). Attraverso le collezioni “non binarie”, la moda supera le convenzioni sociali, punta sull’inclusività e incoraggia gli acquisti in base alla propria individualità. Una scelta strategica che se da un lato raggiunge un nuovo tipo di clientela, dall’altro sollecita la riflessione sul fatto che si possono superare le limitazione imposte dagli stereotipi, i quali, attraverso un insieme di caratteristiche preconfezionate, at-
tribuite come tipiche, a una categoria o gruppo sociale, fanno prediligere alcuni modelli rispetto ad altri.
IN EVIDENZA Attraverso le collezioni “non binarie”, la moda supera le convenzioni sociali, punta sull’inclusività e incoraggia gli acquisti in base alla propria individualità Una scelta strategica che se da un lato raggiunge un nuovo tipo di clientela, dall’altro sollecita la riflessione sul fatto che si possono superare le limitazione imposte dagli stereotipi
LEVI’S, CONVERSE, GUCCI: BRAND AFFERMATI SPOSANO LA STRATEGIA GENDER Nel 2020 Levi’s ha offerto la sua prima incursione genderless con una collezione “Unlabeled”, che resiste al conformismo per celebrare l’individualità e l’espressione di sé, perché se i jeans possono aver bisogno di etichette, le persone stanno bene anche senza [https://www.youtube.com/watch?v=tNo-MUTEZz4]. L’arcobaleno è sicuramente il simbolo più conosciuto e rappresentativo dell’importanza e della bellezza della diversità, in grado di comunicare immediatamente i concetti di orgoglio e rivendicazio-
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/ COMUNICAZIONE /
ne dei diritti delle persone, nonché di inclusione, indipendentemente dall’orientamento e dall’identità sessuale, esibito non solo nella celebre “rainbow flag”, ma anche come decorazione sul corpo e sugli abiti. Un simbolo che non poteva passare inosservato agli occhi di molte aziende che hanno cominciato a usarlo e farlo proprio in vari modi: dalla personalizzazione del logo e dei materiali di comunicazione al lancio di linee di prodotto dedicate, come ha fatto, ad esempio, il brand di abbigliamento Calvin Klein con la sua capsule collection. Il marchio di scarpe Converse, impegnato a supportare movimenti a favore di cambiamenti sociali positivi e ad amplificare la voce dei giovani che promuovono il progresso verso il futuro in cui credono, ha presentato la sua nuova linea dedicata all’inclusione ispirata al tema “More color, More Pride”: un arcobaleno espanso che si aggiorna quest’anno con due righe, una nera e l’altra marrone, per celebrare le persone queer (coloro che non sono eterosessuali e/o non sono cisgender) nere.
Gucci, invece, con il suo direttore creativo Alessandro Michele, noto per aver introdotto le collezioni seasonless (senza stagione) e gender free, ha presentato “Gucci MX” (https://www.gucci.com/it/it/ st/mx-landing), la piattaforma di e-shop totalmente gender fluid, dove i capi vengono indossati da modelli gender neutral. «Il mondo antico cantava le meraviglie dell’essere tra i due sessi. Oggi è una delle maschere più difficili da indossare, ma essere un ibrido è una benedizione». Questo era il messaggio nell’invito di Gucci alla sfilata autunno-in-
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verno 2019/20: una testimonianza all’attenzione alla fluidità di genere e alla sua accettazione, ma soprattutto la comprensione della mentalità della Generazione Z. È interessante lo studio fatto da Mattel Fashion Doll Design, che dopo aver affrontato anni di critiche per aver proiettato una versione idealizzata della bellezza femminile con la sua bambola Barbie, ha presentato quella che è stata definita la prima “bambola di genere neutro”. “I giocattoli sono un riflesso della cultura e, mentre il mondo continua a celebrare l’impatto positivo dell’inclusività, - spiega Kim Culmone, vicepresidente senior del colosso americano leader nella produzione di giocattoli abbiamo sentito che era giunto il momento di creare una linea di bambole priva di etichette”. Questa linea, “Creatable World”, consentirà a tutti i bambini di esprimersi liberamente, personalizzando le bambole a seconda dei propri gusti, e incoraggerà le persone a pensare a come tutti i bambini possono trarre beneficio dal gioco delle bambole. La pubblicità, che ha una lunga storia di stereotipi di genere eclatanti, sta dimostrando di poter raggiungere risultati importanti, che vanno al di là della promozione, contribuendo ad accelerare il cambiamento percettivo e culturale e di una società migliore. L’evoluzione verso il superamento degli stereotipi e a favore di un mondo sempre più fondato sulla Gender Equality, sarà una chiave importante per la longevità e il successo dei brand di oggi e di domani.
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/ FINANZA E LEGALE / / FINANZA E LEGALE /
Il patto di non concorrenza non costituisce elemento essenziale da inserire nel contratto per il rispetto della L.129/2004
NON CONCORRENZA: I PATTI CHIARI SOLO IN PRESENZA DI KNOW HOW di Mirco Comparini - Commercialista, Revisore Legale e Consulente al Franchising
Uno degli elementi importanti di tale clausola è comprendere quali siano i limiti temporali della durata del patto di non concorrenza post contrattuale, ma non solo 76
/ FINANZA E LEGALE /
Anche nel franchising il patto di non concorrenza è riscontrabile di due tipologie: 1. il patto di non concorrenza contrattuale; 2. il patto di non concorrenza post contrattuale. Il primo ha, sostanzialmente, due principali obiettivi e funzioni: • tutela della reputazione e dell’identità comune della rete di affiliazione; • impedire la confusione con beni e/o servizi di terzi, in particolare quelli dei concorrenti. Il secondo, invece, è indirizzato a: • impedire che il know-how di carattere puramente aziendale, di impostazione, di gestione, ecc. che l’affiliante ha trasferito all’affiliato durante il rapporto possa avvantaggiare, sia lo stesso ex affiliato, sia eventuali concorrenti; • evitare che l’ex affiliato usufruisca e tragga vantaggio dalle conoscenze acquisite a danno dell’affiliante e della rete di affiliati in termini puramente commerciali (es. acquisizione di clientela); • scoraggiare il recesso dell’affiliato per fidelizzarlo alla rete di affiliazione. Occorre dire che il patto di non concorrenza non costituisce elemento essenziale da inserire nel contratto per il rispetto della L.129/2004. Si rende necessario, quindi, prevederlo espressamente. Ciò significa che, se il patto è contenuto in condizioni generali di contratto, deve essere specificamente approvato ex art.1341 c.c.. Uno degli elementi importanti di tale clausola è comprendere quali siano i limiti temporali della durata del patto di non concorrenza post contrattuale. Nello specifico, se la clausola sia soggetta ai limiti temporali di cui all’art.2596 c.c., a norma del quale il patto che limita la concorrenza deve essere provato per iscritto, è valido se circoscritto a una determinata zona o a una determinata attività e non può eccedere la durata di cinque anni e, se la durata del patto non è determinata o è stabilita per un periodo superiore a cinque anni, il patto è valido per la durata di un quinquennio. Il dubbio emerge in quanto l’art. 2596 c.c. è ritenuto applicabile senza dubbio agli “accordi orizzontali” (restrizioni da convenzioni fra
soggetti operanti allo stesso livello), ma non è così pacifica l’applicazione agli “accordi verticali” (stipulati tra soggetti operanti a livelli differenti del processo produttivo o distributivo). Considerato che la giurisprudenza ha recepito le posizioni sopra descritte, in presenza di contratto di franchising, cioè un contratto stipulato tra imprenditori (affiliante e affiliato) che operano a livelli diversi della produzione, si deve quindi escludere l’applicazione dell’art. 2596 c.c., pur considerando che le parti sono libere di disegnare un patto di non concorrenza a loro piacimento
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in quanto, per le clausole di tal natura inserite negli accordi verticali (che possono restringere la concorrenza), occorre anche prendere in considerazione le disposizioni comunitarie e, pertanto, la disciplina dei limiti contrattuali della concorrenza di cui all’art. 2596 c.c.. In particolare, il patto di non concorrenza, durante e dopo la cessazione di rapporti verticali è disciplinato dall’art. 5 del Regolamento 330/2010 circa l’esenzione dall’applicazione dell’art. 101 del TFEU in tema di concorrenza consentendo di affermare che il patto di non concorrenza è valido se: • si riferisca a beni e servizi in concorrenza con i beni e servizi contrattuali; • sia limitato ai locali e terreni da cui l’acquirente ha operato durante il periodo contrattuale; • sia indispensabile per la protezione del knowhow trasferito dal fornitore all’acquirente; • la durata dell’obbligo di non concorrenza sia limitata al periodo di un anno a decorrere dalla scadenza dell’accordo (art. 5 del Regolamento CE 330/2010). Pertanto la liceità della clausola contrattuale di limitazione della concorrenza, nell’ambito del contratto di franchising, deve essere valutata alla stregua delle discipline sulla concorrenza
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comunitaria e nazionale (L. 287/90), le quali vietano accordi restrittivi della concorrenza. Tale perimetro, quindi, acquisisce particolare importanza sin dall’impostazione aziendale del progetto di franchising e, tanto più, nella sua vigenza pratica dove elementi e caratteristiche del sistema di franchising passano dalla teoria alla pratica. E’ l’esempio della presenza del know how il quale, in assenza dello stesso, pertanto con una impostazione progettuale e gestionale del tutto superficiale e non rispettosa della normativa, si determina anche una rimozione a cascata di altre clausole connesse. Nello specifico, ad esempio, una clausola di patto di non concorrenza anche rispettosa del Regolamento CEE 330/2010, cioè, un anno, cadrebbe totalmente nel caso in cui un qualsiasi organo giudicante rilevasse l’assenza stessa del know how il quale, non esistendo, non sarebbe da proteggere. Una affermazione (ormai storica) che giunge dal Tribunale di Milano che così chiarisce: “Non è superfluo rilevare che il trasferimento di Know how è un fattore molto importante per la valutazione della liceità e indispensabilità delle restrizioni alla concorrenza perché sono proprio i vantaggi, in termini di incremento dell’efficienza
/ FINANZA E LEGALE /
IN EVIDENZA
• Uno degli elementi importanti è comprendere quali sono i limiti temporali della durata del patto di non concorrenza post contrattuale • Il patto di non concorrenza è valido se: 1. si riferisce a beni e servizi in concorrenza con i beni e servizi contrattuali 2. sia limitato ai locali e terreni da cui l’acquirente ha operato durante il periodo contrattuale 3. sia indispensabile per la protezione del know-how trasferito dal fornitore all’acquirente 4. la durata dell’obbligo di non concorrenza sia limitata al periodo di un anno a decorrere dalla scadenza dell’accordo
e di investimento dovuti al trasferimento di know-how, a giustificare le restrizioni volte alla sua protezione (cfr. “Linee direttrici sulle restrizioni verticali”, in G.U.C.E. 13.10.2000, C 291/01)”. Pur rilevando che “il patto di non concorrenza alla base della richiesta d’inibitoria dall’esercizio dell’attività lavorativa è un accordo ristrettivo della concorrenza inserito in un accordo verticale tra imprese, che non prevede alcuna limitazione territoriale”, è la circostanza che dal giudizio è stato palesemente accertata “la non significatività del trasferimento di know-how nel caso di specie, sicché è dubbio che tale clausola fosse indispensabile a proteggere il know-how trasferito”.
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/ OCCHIO ALLA LEGGE / / OCCHIO ALLA LEGGE /
Alcuni modelli a confronto in un sistema economico in evoluzione
DAL FRANCHISING CLASSICO ALLE NUOVE FORME DI FRANCHISING di Alessio Molinarolli - Avvocato
Prima si studia che cosa domanda il mercato, poi si concepisce un modello di business destinato ad essere replicabile e che offra un buon rapporto tra costi di impianto/avviamento e redditività 80
/ OCCHIO ALLA LEGGE /
Per chi opera nel settore dell’affiliazione commerciale non è un segreto che gli obiettivi sottesi alla creazione e allo sviluppo di una rete possono essere di varia natura. Al modello tradizionale dell’imprenditore che, creata e sperimentata una formula commerciale, via via espande la propria capacità distributiva di beni o servizi sul territorio grazie al meccanismo dell’affiliazione commerciale, se ne contrappongono altri ispirati a logiche differenti. Se in quel modello tradizionale è ancora presente la visione e forse anche il sogno imprenditoriale, destinato a raffinarsi nel tempo fino a raggiungere strutture organizzative anche di grande rilievo, negli altri casi si assiste ad un diverso equilibrio – e ad una diversa importanza – tra il modello del franchising in quanto tale e il contenuto concreto dell’attività imprenditoriale. Quest’ultima affermazione merita una precisazione. In sostanza, sembra quasi che la natura dell’attività esercitata o il settore di riferimento non rappresentino una scelta iniziale, ma siano piuttosto il frutto di altre valutazioni. In estrema sintesi, prima si studia che cosa domanda il mercato, poi si concepisce un modello di business destinato ad essere replicabile e che offra un buon rapporto tra costi di impianto/avviamento e redditività. Solo a quel punto prende forma l’attività imprenditoriale vera e propria, solo a quel punto, scelto il settore abbigliamento, si decide per il tipo di formula e si avvia la sperimentazione. Questo ovviamente comporta delle conseguenze. Prima di tutto cambia l’impostazione di base. Alcuni esempi, noti a tutti, possono chiarire la situazione. L’imprenditore che lavora alla creazione e allo sviluppo di una rete di franchising con l’intento, o addirittura il programma, di cedere le proprie partecipazioni e/o rami d’azienda ad esempio ad un fondo di investimento, si muove in una logica propria, di natura anche finanziaria. Tutto questo può avere effetti non solo sull’ammontare degli investimenti che si è disposti a sostenere in questa fase e sulla diversa percezione del rischio di impresa, ma anche sul modo in cui avviene la sperimentazione, sul concetto di knowhow e sul rapporto con l’affiliato.
Oggi, al modello tradizionale dell’imprenditore che via via espande la propria capacità distributiva di beni o servizi sul territorio grazie al meccanismo dell’affiliazione commerciale, se ne contrappongono altri ispirati a logiche differenti
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Ancora, l’ipotesi di una rete di franchising orientata ad affiliare imprese strutturate e finanziariamente solide in vista dell’apertura di diversi punti vendita evidenzia un rapporto affiliante/affiliato destinato ad assumere connotazioni diverse, dal momento che la cosiddetta asimmetria che tendenzialmente caratterizza il contratto di franchising può attenuarsi fino a venire a mancare o, addirittura nei casi più estremi, ad essere rovesciata in senso sfavorevole al franchisor. UNO SPUNTO DI RIFLESSIONE: SPERIMENTAZIONE E KNOW-HOW Le differenze sopra richiamate inducono ad alcune riflessioni sul sistema del franchising nel momento attuale e, in particolare, sui temi della sperimentazione e della formazione del knowhow. Nel modello classico, infatti, l’impresa molto spesso non è costruita e/o pianificata a tavolino, ma nasce e si sviluppa in modo più spontaneo in un alternarsi di prove, investimenti, successi ed errori. Da questa congerie di situazioni nasce e si sviluppa un know-how ed un modello replicabile il cui corollario è altresì un servizio di assistenza all’affiliato che tiene conto di quel percorso. In altri modelli la sperimentazione tende invece a collocarsi in un momento anticipato. Si sperimenta, dopo aver pianificato il modello di business, perché ciò rappresenta un requisito necessario per affiliare. La differenza più che concettuale è pratica e non può sfuggire all’operatore; essa attiene alla spontanea, e spesso intuitiva, formazione dell’esperienza imprenditoriale, nella quale gli elementi della storia, della personalità del fondatore, del sacrificio e del rischio imprenditoriale in qualche modo fondano il ruolo di direzione del franchisor e l’affidamento del franchisee. Se si considera, poi, l’ipotesi dell’affiliato che, disponendo di una struttura imprenditoriale importante, ha la capacità di aprire e gestire diversi punti vendita, al netto di ogni considerazione sui rapporti di forza tra le parti, verrebbe da dire che questo assetto potrebbe anche comportare modifiche della formula commerciale “accettate” dal franchisor o comunque indotte da quegli stessi nuovi “equilibri”.
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La riflessione – una delle tante possibili - che viene da proporre a questo riguardo è che, se il fenomeno del franchising - ed il razionale sotteso alle diverse normative in materia – tende a veder modificati alcuni suoi presupposti, anche l’evoluzione che questo modello di fare impresa può avere richiede una rivalutazione delle tutele delle parti del rapporto, in un senso o nell’altro, da tenere in considerazione in fase di progettazione del sistema di franchising e di impostazione del contratto.
Se il fenomeno del franchising tende a veder modificati alcuni suoi presupposti, anche l’evoluzione che questo modello di fare impresa può avere richiede una rivalutazione delle tutele delle parti del rapporto
In merito è intervenuta la Corte di Giustizia
IL CASO CHANEL: UN MARCHIO DI LUSSO Il titolare di un marchio di lusso può opporsi, a certe condizioni, alle vendite on-line da parte di rivenditori estranei alla propria rete di distribuzione selettiva, se tale vendita avviene con modalità non conformi a preservare l’’immagine di lusso associata al marchio
Avv. Alessandra Sonnati Frignani Virano e Associati Studio Legale
Con ordinanza in data 10 maggio 2021 il Tribunale di Milano è tornato a pronunciarsi in merito alla questione se sia legittimo o meno, per il titolare di un marchio di lusso, vietare a soggetti terzi, che non fanno parte del proprio sistema di distribuzione, di commercializzare i propri prodotti on-line.
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Anche in questo caso le ricorrenti (CHANEL SAS, titolare dei celebri omonimi marchi, e CHANEL SRL, distributrice esclusiva dei prodotti cosmetici Chanel per l’Italia), lamentavano l’illecita promozione e vendita sul sito web di un terzo soggetto (attivo nel commercio via internet di prodotti, soprattutto per parrucchieri) dei propri prodotti, in violazione dei criteri previsti nel proprio sistema di distribuzione selettiva, con conseguente lesione dell’immagine e del prestigio del marchio Chanel. Il Tribunale, dopo aver evidenziato la legittimità del sistema di distribuzione selettiva adottata da Chanel nella vendita dei propri prodotti, definito dall’art. 1, lett. e), del Regolamento UE n. 330/2010 come “sistema di distribuzione nel quale il fornitore si impegna a vendere i beni o i servizi oggetto del contratto, direttamente o indirettamente, solo a distributori selezionati sulla base di criteri specificati e nel quale questi distributori si impegnano a non vendere tali beni o servizi a rivenditori non autorizzati nel territorio che il fornitore ha riservato a tale sistema”, ha quindi valutato se la natura dei prodotti in questione legittimasse o meno l’imposizione di una serie di condizioni, applicate da Chanel ai propri rivenditori. Con riferimento a quanto precede, il Tribunale ha rilevato come il gruppo Chanel sia leader di mercato in una pluralità di settori merceologici di lusso e come l’omonimo marchio sia pacificamente considerato un marchio celebre. L’elevato prestigio associato ai prodotti Chanel, secondo il Tribunale, è frutto di un’intensa attività e di ingenti investimenti sostenuti da Chanel nel corso di decenni, non limitata alla ricerca di materiali di alta qualità, ma estesa alla cura del packaging e alla presentazione al pubblico idonea a valorizzare la specificità estetica dei prodotti, destinati a soddisfare le esigenze di un segmento di consumatori a fascia alta. Tale prestigio viene tutelato dal Gruppo Chanel anche mediante il ricorso ad un sistema di distribuzione selettiva all’interno del quale i rivenditori selezionati sono tenuti ad adottare tecniche di commercializzazione per preservare e tutelare
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l’immagine di lusso associata al marchio. In tale ottica il Tribunale ha ritenuto che le condizioni commerciali applicate da Chanel ai propri rivenditori, fossero conformi al diritto ed alla giurisprudenza comunitari, stante la natura oggettiva, qualitativa e non discriminatoria dei criteri e della loro congruità e proporzionalità rispetto agli obiettivi di tutela dell’immagine commerciale e dell’aura di lusso del marchio. In particolare Chanel richiedeva ai propri rivenditori: 1. di esporre e vendere i prodotti esclusivamente presso il punto vendita e a non mettere in vendita in prossimità dello stesso prodotti idonei a svalutare l’immagine del marchio Chanel; 2. di offrire un servizio di consulenza e di dimostrazione dei prodotti adeguato e proporzionale alla superficie del punto vendita ed al numero di marche presenti nello stesso ed alla quantità dei prodotti disponibili; 3. di mettere in evidenza il marchio mediante esposizione dei prodotti su scaffali sui quali fossero collocate targhette recanti il logo Chanel o in un apposito mobile dedicato;
4. di rispettare gli standards qualitativi stabiliti dalla titolare, con particolare riferimento al personale ed al punto vendita, che deve essere una profumeria o un reparto di profumeria; 5. di offrire alla clientela prodotti perfettamente conservati e dotati della loro presentazione originale. Quanto invece alle vendite on-line Chanel richiedeva ai propri rivenditori: 6. di avere la disponibilità di almeno tre punti vendita fisici; 7. di non affiancare sul sito internet i prodotti Chanel a prodotti recanti altri marchi; 8. di non inserire collegamenti ipertestuali a siti internet e pubblicità suscettibili di ledere l’immagine del marchio; 9. di garantire un servizio di consulenza personalizzata rivolto ai clienti, consono con la specificità dei prodotti; 10. di assicurare l’alta qualità del sito anche attraverso la qualità grafica generale dello stesso. In tale contesto il Tribunale ha ritenuto che le modalità di presentazione al pubblico dei prodotti in questione da parte del distributore non autorizzato fosse effettivamente lesiva del prestigio e
dell’immagine del marchio e non rispettosa delle condizioni commerciali applicate da Chanel, in quanto i prodotti venivano accostati a prodotti di minore qualità, soprattutto nel campo dei capelli e non in quello specifico dell’alta profumeria ed in quanto non veniva garantita alcuna specifica professionalità nell’utilizzazione dei prodotti, mancando una specifica consulenza professionale necessaria per la vendita dei prodotti di alta profumeria. Conseguentemente il Tribunale ha inibito al distributore non autorizzato di commercializzare e/o offrire in vendita e/o promuovere e/o pubblicizzare tramite il proprio sito internet i prodotti recanti il marchio CHANEL. Come si veda l’ordinanza in esame riprende i principi già espressi nel noto caso Sisley, confermando ancora una volta che il titolare di un marchio di lusso può opporsi, a certe condizioni, alle vendite on-line da parte di rivenditori estranei alla propria rete di distribuzione selettiva, se tale vendita avviene con modalità non conformi a preservare l’’immagine di lusso associata al marchio.
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/ IL SEGNALIBRO /
I PRINCIPI D E L SU CC E SSO - Edizione illustrata Autore: Ray Dalio Editore: Hoepli Pagine: 160 / Prezzo: € 17,90
Un sorprendente adattamento illustrato de I principi del successo , il libro che è arrivato in vetta alla classifica dei best seller di tutto il mondo; una versione in graphic novel, piacevole da leggere, sfogliare e adatta ai lettori di tutte le età. Il volume contiene i principi fondamentali – già letti e condivisi da oltre due milioni di lettori – che hanno permesso al suo anticonvenzionale autore di diventare una delle persone di maggior successo al mondo. Tra i tanti: come imparare dai propri errori, come stabilire i propri obiettivi e come collaborare con gli altri per ottenere risultati eccellenti. Destinata sia a chi già conosce i contenuti de I principi del successo, sia a chi intende scoprirli per la prima volta, questa graphic novel è un importante punto di partenza per chiunque voglia crescere e raggiungere nuovi obiettivi, nella vita e nel lavoro.
SOT TO LO ST E SSO C IE LO Autore: Giulia Pompili Editore: Mondadori Pagine: 252 / Prezzo: € 18,00
Attingendo non solo alla storia e ai fatti più recenti, ma anche agli incontri, alle esperienze, ai dialoghi avuti durante i suoi numerosi reportage, la giornalista del “Foglio” Giulia Pompili dedica un libro all’«altra» Asia, ovvero a quella che Cina non è. E da questa prospettiva, globale e personale insieme, mescolando politica, costume e aneddoti, ci racconta il disgelo tra le due Coree, il rilancio del Giappone di Shinzo Abe, il crescente soft power di Seul, l’isola ribelle di Taiwan, ma anche la divisione generazionale e le discriminazioni presenti in queste società ancora fortemente patriarcali. Con la consapevolezza che “l’Asia orientale è un posto complicato, dove il passato torna costantemente nelle cronache contemporanee, dove anche mangiare un gamberetto può essere un atto politico. Ma è l’unico luogo da cui partire per capire lo scontro globale tra America e Cina, e magari trovare una terza via tra due modelli distantissimi”.
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/ IL SEGNALIBRO /
LA SALUTE DELLE BRAND AI TEMPI DEL CONTAGIO Come riconoscere e curare le patologie della comunicazione Autore: Paolo Guglielmoni Editore: BUG edizioni - Lupetti Pagine: 72 / Prezzo € 14,00
Hai mai provato la febbre alla tua Brand? Dovresti farlo, per capire se è in salute. Dati i tempi in cui viviamo, bisogna stare attenti: il contagio virale è in agguato. Non si tratta del contagio virale epidemiologico, naturalmente, ma di quello del marketing virale. L’Advertising pullula di virus, che sono molto pericolosi se non li si sa addomesticare. Sono leve virali potenti, che seducono con l’illusione dei follower e dei like, e intanto dissanguano la Brand della sua forza vitale, imprigionandola nella patologia delle metriche effimere. Questo libro sarà il tuo vaccino contro il marketing patologico, per attivare invece un contagio virale sano: attraverso il Copywriting d’Azione, che consente di massimizzare le reali performance della Brand, riducendo gli sprechi di tempo, di risorse, e di idee. Arrivato alla fine del libro, saprai cosa si deve fare per avere una Brand che scoppia di salute.
AGILE, SM A R T, DA C ASA - I nuovi mondi del lavoro Autore: Luca Solari - Francesco Rotondi Editore: Franco Angeli Pagine: 78 / Prezzo € 14,00
Il libro intende offrire una lettura del modello organizzativo che utilizza lo smart working come modalità di prestazione del lavoratore dipendente. Contrariamente a quanto sinora dibattuto gli autori cercano di invertire l’osservazione sullo smart working come soluzione emergenziale e estesa di questi anni. Nella prima parte vengono mostrate le necessità organizzative in relazione a una nuova cultura del rapporto tra prestazione e tempo, con qualche proposta operativa per applicare un vero lavoro smart. Nella seconda parte, ripercorrendo l’excursus legislativo che ha normato i diversi temi legati al lavoro agile, viene evidenziata la necessità di un intervento del legislatore volto a rimodulare il contratto di lavoro subordinato. L’incontro professionale fra le competenze di organizzazione e gestione delle risorse umane di Luca Solari e le competenze giulavoristiche di Francesco Rotondi garantisce un’analisi completa e fruibile per coloro che si occupano di questi temi in azienda.
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APPUNTI RETAIL In questo numero: Facebook punta sull’e-commerce per aiutare le piccole e medie imprese a potenziare
le vendite online con facebook shops su instagram e whatsapp. Sempre per quanto riguarda l’ecommerce puoi scaricare Banggood è uno dei principali shop online a livello globale che offre milioni di prodotti attentamente selezionati. Inoltre, con Microsoft Whiteboard hai a disposizione una lavagna virtuale sulla quale è possibile collaborare per la creazione di progetti.
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BRICKIT, SCANSIONA I LEGO E SCOPRI POSSIBILI COSTRUZIONI L’app Brickit sfrutta l’intelligenza artificiale per riconoscere i singoli pezzi LEGO e suggerire possibili costruzioni. Basta scansionare con la fotocamera un insieme di mattoncini per ottenere suggerimenti su progetti basati sui pezzi a disposizione. L’intelligenza artificiale riesce a riconoscere i mattoncini anche se questi sono semi-visibili oppure piazzati in orizzontale o verticale. L’App è disponibile per Apple iOS ma dovrebbe essere resa disponibile per gli utenti Android nel corso dell’anno.
FACEBOOK SHOPS SU INSTAGRAM E WHATSAPP? Facebook punta sull’e-commerce per aiutare le piccole e medie imprese a potenziare le vendite online. L’ultima novità, in particolare, vede l’introduzione della sezione Shops all’interno di WhatsApp, assieme agli elenchi di annunci all’interno del Marketplace visibile su Facebook e alla Visual Search su Instagram.
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MICROSOFT WHITEBOARD È una lavagna virtuale sulla quale è possibile collaborare per la creazione di progetti. Sulla lavagna di Microsoft è possibile inserire del testo, disegnare con le vostre dita oppure un pennino, aggiungere immagini, bigliettini con delle note e molto altro ancora! Purtroppo l’applicazione è disponibile al momento solamente come anteprima e per ciò è possibile accedervi esclusivamente con un account Microsoft studente oppure aziendale.
WATERIA – PLANT CARE AND WATERING REMINDERS L’obiettivo di Wateria è proprio questo. L’app vi permetterà di tenere traccia delle vostre amate amiche verdi e di ciò di cui hanno più bisogno. L’app è completamente gratuita, non include annunci pubblicitari e non propone alcuni acquisti in-app.
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UP & DOWN La nostra rubbrica che ha come obiettivo quello di verificare se il sito del franchisor è esaustivo nelle informazioni pubblicate.
ONORANZE FUNEBRI LA SIMONETTA https://onoranzefunebrilasimonetta.it/ L’indice dei contenuti nella pagina web dedicata al franchising Onoranze Funebri La Simonetta è così costituito: Perché aprire un’agenzia funebre in franchising? Perché Aprire un’agenzia funebre con Onoranze Funebri La Simonetta e la nostra offerta. La sezione è rimandata perché occorre approfondire alcuni aspetti della sezione “la nostra offerta”. Ad esempio: durata del contratto, eventuali zone di preferenze per l’ubicazione e il fatturato minimo conseguibile. EXTYN http s://exty n. i t/fa shi o n/f ra nchi si ng / Nella sezione del sito di EXTYN dedicata al progetto franchising sono spiegate in maniera semplice e chiara le condizioni per avviare l’affiliazione suddivise in: cosa cerchiamo, cosa offriamo e trasparenza affiliazione. Non è indicato il fatturato medio conseguibile da parte di un potenziale franchisee e non è presente una spiegazione esaustiva dei prodotti distribuiti. La sezione per ora è rimandata. Con qualche piccola miglioria può essere promossa.
• Scheda franchising con informazioni essenziali sul progetto contenente anche: ammontare dei costi di investimento, ammontare del diritto di ingresso, ammontare e periodicità delle royalties sia sulle vendite che sulle pubblicità • Descrizione esaustiva dell’attività e dei servizi e/o prodotti distribuiti • Elenco, ubicazione e riferimenti degli affiliati in essere
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• Modalità di affiliazione • Possibilità di porre domande specifiche da parte dei potenziali affiliati • Eventuali zone di preferenza per l’ubicazione delle nuove attività • Presenza di esclusiva di zona • Storia dell’affiliante • Un conto economico medio • Il fatturato minimo conseguibile
MARIO ROSSI Studente di Economia e Commercio Aspirante imprenditore
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IL DIZIONARIO DEL FRANCHISING Asset management La gestione strategica degli investimenti.
Gross Leasable Area (GLA) La superficie lorda locabile in un centro commerciale.
Bacino d’utenza Numero di persone (espresse solitamente in migliaia) che rappresenteranno gli utenti del punto vendita in franchising in apertura. In base a questo numero si può ipotizzare la rendita economica dell’affiliato e studiare una strategia per migliorarla.
Know-how Insieme delle conoscenze tecniche e commerciali relative alla produzione e alla distribuzione di un prodotto o di un servizio.
Benchmark Il valore di riferimento e confronto per un determinato parametro. Break even point (punto di pareggio) Valore che indica la quantità, espressa in volumi di produzione o fatturato, di prodotto venduto necessaria per coprire i costi precedentemente sostenuti, al fine di chiudere il periodo diriferimento senza profitti né perdite. Brevetto Attestato amministrativo della paternità di un’invenzione e del diritto esclusivo di godere degli utili economici che ne derivano. Esso determina anche la possibilità per il detentore del brevetto di impedirne la riproduzione e l’utilizzo per un tempo determinato. Comodato Contratto con cui una persona concede a un’altra l’uso gratuito di un bene per un periodo determinato. Corner Zona di un locale commerciale adibita a spazio di esposizione e vendita di un prodotto che il franchisor concede all’affiliato. Diritto d’entrata (fee d’ingresso) Compenso corrisposto dal franchisee al franchisor a fondo perduto o a titolo di cauzione per contribuire alle spese organizzative volte alla realizzazione del programma franchising. Fatturato Il totale delle vendite effettuate, al netto dell’iva, risultante dal registro dei corrispettivi. Formazione Trasferimento di specifiche conoscenze relative alla formula mediante corsi o sessioni svolte in via diretta in aula o tramite strumenti informatici/multimediali. Franchisee (o affiliato) Imprenditore che, per mezzo di un contratto, aderisce al sistema di franchising impegnandosi a gestire il proprio punto vendita secondo precise clausole. Franchising (o affiliazione commerciale) Contratto, regolamentato dalla legge n.129/2004, che si impernia sulla collaborazione continuativa tra il franchisor, che dispone di una profonda esperienza in un determinato settore (industriale, commerciale, di servizi) e il franchisee, imprenditore indipendente che auspica di aumentare il giro d’affari e la redditività della sua azienda. Franchisor (o affiliante) Imprenditore che ha messo a punto il sistema di distribuzione (franchising) e che, cedendo ad altri il suo know-how, si assume il compito di controllare e coordinare il funzionamento del sistema.
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Location L’ubicazione di un punto di vendita Manuale operativo Insieme di tutte le nozioni fondamentali del progetto franchising che il franchisor trasferisce al suo affiliato in sede di stipula del contratto. Master Franchisee Si tratta di un franchisee che ha ottenuto per contratto il diritto di stipulare contratti di sub-franchising nella zona in cui ha l’esclusiva, assumendosi in proprio la responsabilità per lo sviluppo, l’amministrazione e il controllo della rete di affiliati così costituita. Punto pilota Denominazione attribuita a un punto di vendita di prova di proprietà del franchisor che serve a sperimentare il programma di franchising prima della sua attuazione pratica. Il ricorso all’unità pilota diventa indispensabile nel franchising estero, specialmente quando il franchisor abbia scarsa conoscenza del nuovo mercato e dei suoi usi e costumi. Purpose È la risultante dei valori e della storia aziendale, la ragione d’essere di una azienda ed è determinato da quello che l’azienda vorrebbe realmente essere Ritorno sull’investimento (R.O.I.) Nel sistema franchising esso indica la redditività del capitale investito dal franchisee. Si calcola sottraendo al risultato operativo il totale degli investimenti. Royalty Compenso proporzionale all’attività svolta dal franchisee e versato al franchisor per remunerarlo di tutti i servizi resi, compresi di diritti all’insegna e al marchio. Ritorno sulle Vendite (R.O.S) Nel sistema franchising esso indica il risultato operativo
medio per unità di ricavo ed è utilizzato per valutare l’efficienza operativa di una società. Si calcola dividendo l’utile netto (al lordo di interessi e imposte) per le vendite. Sell in
Insieme delle operazioni che il franchisor mette in atto per fornire i prodotti ai propri franchisee. Sell out
Operazioni di vendita dei prodotti ai clienti finali da parte dei franchisee. Stock
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