MENSILE - TARIFFA R.O.C. POSTE ITALIANE SPA - SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE - D.L. 353/2003 (CONV. IN L. 27/02/2004 N. 46) ART. 1, COMMA 1, DCB ROMA. P. I. 06/06/2021
DOSSIER
FINANZIAMENTI
OCCHIO ALLA LEGGE
CREARE RICCHEZZA ALL’IMPRESA ATTRAVERSO I MARCHI
BANDO INVITALIA PER LA COSTITUZIONE DI NUOVE IMPRESE A TASSO ZERO
SOS IMPRESE: FINALMENTE SI POSSONO PAGARE LE IMPOSTE ARRETRATE SENZA SANZIONI
www.azfranchising.com 5.00 EURO n. 06 giugno 2021 anno XXIII
Dario Castiglia CEO & Founder RE/MAX Italia
RE/MAX ITALIA 25 ANNI FATTI DI GRANDI NUMERI ISSN
5941 - 9504
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RETAIL, IDEE, OPPORTUNITÀ, STRUMENTI PER FAR CRESCERE LA TUA ATTIVITÀ
EDITORIALE “La vita appartiene ai viventi, e chi vive deve essere preparato ai cambiamenti.” ( Johann Wolfgang von Goethe)
Nuova era. Ma che cosa significa davvero? La pandemia innescata dal coronavirus sicuramente ha messo in discussione la cultura e le forme organizzative delle aziende. Oggi è tutto cambiato. Oggi si riparte. Ora, nel 2021, è necessario guardare oltre alle dinamiche di risposta all’emergenza, se fino ad ora gli imprenditori hanno cercato di fare attenzione a sfruttare le opportunità presenti ed aggirare gli ostacoli del contesto di riferimento, oggi necessitano nuove strategie. Quali dinamiche sono destinate a restare e quali fanno parte di un mondo che non c’è più? Quali nuovi passi dovrebbero compiere le aziende per adattarsi a questa “nuova era”, o “nuova normalità” che dir si voglia? Noi ci riferiamo sempre al sistema franchising dove è sempre rimasto uno spiraglio di positività proprio perché ha nella sua forza il fatto di basarsi sulla relazione, sul sostegno fra le reti affiliate. “Fare rete” racchiude dentro di sé concetti come rapporto, supporto - economico e tecnico -, comunicazione e cura della relazione. Tutti valori che, amalgamati, creano una grande famiglia in grado di reggere anche i confronti più ardui. Siamo solo davanti, quindi, ad un’opportunità di cambiamento e di riassetto per i Brand. Noi di AZ Franchising lo facciamo attraverso il nostro progetto AZ Sustainability, ma non solo. Quello cha AZ Franchising si propone è, attraverso la sua informazione, in questo particolare momento storico, aiutare i brand a comunicare meglio con i propri affiliati, e gli affiliati a comunicare al meglio con i propri clienti. Abbiamo supportato diversi imprenditori in un’azione di “autoanalisi” per comprendere meglio cosa fare. Lo spirito di squadra e la volontà di ridefinirlo in un modo nuovo è la grande consapevolezza che emerge in questo momento. Oggi più che mai ci siamo trovati di fronte a un momento in cui poter fissare le idee, ripensare i progetti, coinvolgere chi ha bisogno del nostro supporto rappresenta un efficace piano di azione. E oggi, il mondo imprenditoriale ha proprio bisogno di azione. La nostra risposta a questo momento è seminare, consolidare, comunicare. Ne hanno bisogno i nostri clienti, ma prima di tutto la rete che è stata costruita e che si è affidata a noi e, forse il Covid, ha dato la spinta e il turbo per potenziare ancora di più un sistema in continua evoluzione che genera utili sia a importanti ed affermati brand sia al singolo proprietario di negozio.
Fabio Pasquali Direttore responsabile
Giugno 2021 16
SPECIALE Per dare valore alla tua impresa, misura la sostenibilità
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PROPOSTA Carrefour: per costruire il tuo futuro scegli un gruppo con basi solide
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STORIA DI COPERTINA RE/MAX Italia: il modello di franchising immobiliare che fa la differenza
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DOSSIER Proprietà industriale: i marchi e il loro valore nell’impresa EVENTI Ritorna Franchise Expo Paris FORMAZIONE Il cliente: una magnifica ossessione
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FINANZIAMENTI Bando di Invitalia: nuove imprese a tasso zero
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MARKETING Linkedin: un mezzo molto potente per le aziende
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MARKETING & CONSUMI Ecco le 4 regole d’oro del neuromarking
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TECH RETAIL Connected Economy: come cambia il mondo del retail
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NEW CONCEPT Il cioccolato premium in live streaming shopping
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COMUNICAZIONE Think green: la nuova visione produttiva delle imprese
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FINANZA E LEGALE Esclusive nel franchising: dalla zona al monomarca, l’obbligo è sempre il rispetto
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OCCHIO ALLA LEGGE Franchising e trasferimento di know-how
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NOTE LEGALE Il contratto di franchising: domande e risposte
RUBRICHE 4
New entry
6
News
14
News comunicazione
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Le schede
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Segnalibro
90
Appunti retail
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Up&Down
RISPARMIO CASA: FABIO TOMASSINI NUOVO AMMINISTRATORE DELEGATO Fabio Tomassini è stato nominato nuovo Amministratore Delegato di Risparmio Casa, la catena italiana con oltre 120 punti vendita dedicata ai prodotti per la cura della casa e della persona. Fabio Tomassini, classe 1970, sposato e padre di due figli, ha maturato la propria esperienza professionale in Italia e all’estero, ideando e portando a termine significativi progetti di trasformazione delle aziende. Laureato in Economia presso l’Università La Sapienza di Roma, con un MBA conseguito all’Università Bocconi di Milano, negli ultimi 15 anni ha lavorato come general manager in diversi settori. Tra le principali aziende con cui ha collaborato si segnalano Garofalo Health Care, Italo (Ntv) e Maire Engineering (oggi Maire Tecnimont).
Fabio Tommasini AD Risparmio Casa
CALLIGARIS INAUGURA UN NUOVO STORE IN ITALIA Dopo la recente apertura in Cina, Calligaris continua la sua espansione anche a livello nazionale con l’apertura di un nuovo punto vendita ad Aversa, uno dei comuni più importanti della provincia di Caserta in Campania, nota per l’iconica Reggia Borbonica – patrimonio dell’umanità dell’Unesco – e importante polo economico alle porte di Napoli. Lo store nasce in partnership con la ditta GR FLEX, giovane e dinamica realtà locale attiva da anni nel mondo dell’arredo, ed è situato nel centro città, in una delle arterie commerciali più strategiche e vivaci e facilmente raggiungibile. Si sviluppa su uno spazio molto ampio di 350 mq su due livelli – in assoluto il più grande del centro-sud Italia – lineare e luminoso grazie alle sue ampie vetrine e pronto a diventare un nuovo punto di riferimento per gli amanti del design Made in Italy.
NASCE LA PRIMA AGENZIA DI VIAGGI ITALIANA PER CHI HA IL CANE Viaggiare con il proprio cane non è mai stato così semplice. Nasce la prima agenzia di viaggi per chi ha il cane, TripForDog.com. Gli amici pelosi a quattro zampe potranno stare sempre con voi o avere un dog-sitter esperto che li aspetta e se ne occuperà, se non possono entrare. Si passeranno così delle giornate indimenticabili e rilassate con i propri amici a quattro zampe e si avrà l’opportunità di conoscere altri amanti dei cani. Un esperto sarà sempre al vostro fianco. Con l’apertura del portale si costruisce un ponte fra domanda e offerta di esperienze a quattro zampe nella natura, fra monumenti storici e opere d’arte, ma anche in città o sulle sponde di uno specchio d’acqua.
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REMODELING DELLO STORICO STORE DI ROMA DELLA RINASCENTE L’impegno di Rinascente in città si consolida con il progetto di riammodernamento dello store di Piazza Fiume, che attualmente dà lavoro a 235 persone. Lo spirito degli interventi previsti è quello di fare dello storico negozio, da 60 anni punto di riferimento dei cittadini, un rinnovato polo attrattivo per i visitatori, in armonia con il tessuto urbano locale e nell’ottica di una valorizzazione dell’area anche dal punto di vista architettonico. Un investimento importante in termini di crescita e occupazione, che conferma l’appeal di Roma come Capitale dello sviluppo economico, e un bel segnale di ripartenza e speranza per tutti. “Siamo orgogliosi di poter presentare questo progetto in un periodo tanto complesso” afferma l’Amministratore Delegato di Rinascente Pierluigi Cocchini “La città di Roma ci ospita da 90 anni e la voglia di investire, migliorarci e migliorarla ci ha sempre guidato”.
STARBUCKS® APRE IL SUO PRIMO NEGOZIO IN TOSCANA A FIRENZE Si sono aperte le porte del nuovo punto vendita Starbucks® presso il centro commerciale I Gigli, in via San Quirico 165, Campi Bisenzio. Il punto vendita, primo Starbucks® in Toscana e dodicesimo a livello nazionale, sarà gestito da Percassi, partner licenziatario unico per l’Italia, e creerà 15 nuovi posti di lavoro. Lo store si estende su una superficie totale di 160 mq su un unico piano, con 55 posti a sedere e uno spazio esterno privato con altri ulteriori 25. Vincenzo Catrambone, General Manager Starbucks® presso Percassi, ha dichiarato: “Siamo entusiasti di far approdare la Starbucks® Experience a Firenze e di diventare parte della comunità locale. Le nostre priorità sono e continueranno ad essere la sicurezza e il benessere dei nostri clienti e dei nostri partner”.
ASPIAG SERVICE: CHRISTOF RISSBACHER ENTRA COME CO-AMMINISTRATORE DELEGATO Christof Rissbacher è stato nominato nuovo amministratore delegato di Aspiag Service Srl, concessionaria del marchio Despar per il Triveneto, Emilia Romagna e Lombardia, e affiancherà l’attuale amministratore delegato Francesco Montalvo gestendo le deleghe alle direzioni auditing, affari legali, personale, finanza e affiliazione. Austriaco originario di Innsbruck, 45 anni appena compiuti, MBA in gestione finanziaria alla Danube University Krems, Christof Rissbacher è entrato nel 2002 a far parte del Gruppo Spar Austria, leader della grande distribuzione nazionale, dove ha ricoperto il ruolo di direttore dello sviluppo e recentemente quello di amministratore delegato del Tirolo e di Salisburgo.
Christof Rissbacher CO-AD Aspiag
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News. A CBRE L’INCARICO DI GESTIONE DEL CENTRO COMMERCIALE AL MAGNIFICO CBRE, leader al mondo nella consulenza immobiliare, ha ricevuto l’incarico di property management del centro commerciale Al Magnifico, ad Arezzo, di proprietà di Novalis S.p.A. Il centro è full let e ha un forte focus sul Food & Beverage e sull’entertainment, caratteristica che lo distingue dagli altri centri commerciali dell’area: oltre a servizi come il solarium e il centro Fitness & Wellness, infatti, Al Magnifico ospita otto sale cinema HD, un family entertainment center e un laser game e, all’interno della food court, sono presenti diversi schermi per la visione di eventi sportivi e numerosi operatori del settore ristorazione. “Con questo incarico, CBRE rafforza la sua presenza in Toscana”, afferma Franco Rinaldi, Head of Property Management di CBRE Italy.
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NASCE LA NUOVA LOTTOMATICA
TELEPASS AMPLIA L’OFFERTA DELLA URBAN MOBILITY Telepass continua l’ampliamento dei servizi di sharing mobility attraverso gli scooter elettrici di MiMoto che permettono spostamenti facili, green e veloci in città. Con l’obiettivo di offrire un numero sempre maggiore di opzioni per una mobilità flessibile, sicura e sostenibile, Telepass sceglie MiMoto e lo integra nei servizi della sua app. Telepass Pay è la app che permette il pagamento, sicuro e veloce, di servizi integrati e collegati ai nuovi stili di mobilità, senza l’uso del contante, utilizzando solo il proprio smartphone. Per noleggiare uno scooter, sarà sufficiente, per chi non l’avesse già, avviare l’applicazione mobile gratuita Telepass Pay, scaricabile su smartphone Android e iOS, localizzare il mezzo più vicino, prenotarlo e sbloccarlo interagendo con l’App del Gruppo Telepass.
Nasce la nuova Lottomatica Operazione da 950 milioni. Sarà il primo player nel settore del gioco legale gruppo Igt che lo scorso anno aveva totalizzato una perdita netta di oltre 932 milioni di euro con un debito pari a 7,1 miliardi. Soddisfatto Guglielmo Angelozzi AD della nuova Lottomatica. “Questa operazione proietta il nostro gruppo tra i principali operatori del settore in Europa. Le nostre priorità, ora, sono l’integrazione rapida di tutti i nostri asset e l’espansione in nuovi mercati geografici. Crediamo fermamente che con le nostre competenze, la nostra tecnologia, la forza finanziaria del nostro gruppo ed il supporto di Apollo, saremo in grado di diversificare efficacemente in nuovi mercati, cogliendo significative opportunità di crescita”.
IL GRUPPO ITALIANO CROCI CONTINUA A CRESCERE A LIVELLO GLOBALE CON L’ACQUISIZIONE DELL’AZIENDA FRANCESE CANIFRANCE
SAN MARINO OUTLET EXPERIENCE PRONTO PER L’APERTURA L’outlet di The Market PropCo S.R.L., promosso da Borletti Group, Aedes SIIQ, DEA Real Estate Advisor e VLG Capital, si chiamerà “San Marino Outlet Experience” e aprirà le porte al pubblico giovedì 24 giugno 2021. Il progetto prevede un ampliamento della superfice fino a 25.000 mq per un investimento complessivo di oltre 150 milioni di euro, per incrementare l’offerta fino a 130 negozi. La struttura offrirà all’apertura al pubblico anche una Food Terrace di 1.000 mq, affacciata su una grande piazza, con una proposta gastronomica caratterizzata da un mix di insegne locali e internazionali. “San Marino Outlet Experience apre su un territorio che è l’ultimo white spot per un outlet di successo” - afferma Giuseppe Roveda, AD di Aedes Siiq S.p.A.”.
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Il sindaco Bartolomeo Cantelmo e Patrizio Podini, Presidente MD
A VAIRANO PATENORA, UNO DEI BORGHI PIÙ BELLI D’ITALIA, APRE IL PRIMO MD Inaugurato il primo punto vendita della cittadina campana, il 78° diretto della Regione, il 15° in provincia di Caserta, a cui vanno aggiunti quelli gestiti in franchising. L’intervento personale del Presidente MD sottolinea il legame che l’insegna ha con il territorio dove 27 anni fa è stata fondata e dove tuttora detiene la sede direzionale, a Gricignano d’Aversa. Situato strategicamente in zona semicentrale in via Ceraselle, a soli 7 km dall’uscita A1 di Caianello – facilmente raggiungibile quindi dagli abitanti, ma anche ben in vista dei visitatori dell’antico borgo eletto uno dei più belli d’Italia - insiste su una superficie totale di oltre 1.800 m2 che ne fanno l’insediamento più grande della distribuzione moderna in zona.
Il Gruppo Croci, azienda italiana specializzata nel settore degli animali domestici e leader negli accessori per cani, dopo aver chiuso il 2020 con un fatturato di 36 milioni di euro, annuncia l’acquisto della società francese Canifrance. L’operazione rappresenta un’ulteriore tappa del processo di internazionalizzazione del Gruppo. Grazie all’acquisizione di Canifrance e alla crescita delle vendite a livello mondiale, quest’anno il gruppo varesino prevede di aumentare il giro d’affari a 48 milioni di euro (+33%). “L’operazione Canifrance ha un duplice valore strategico. - spiega Dario Croci, fondatore del Gruppo Croci - Da un lato, grazie alla nostra esperienza nel settore, potremo rafforzare la presenza e le vendite del marchio francese sui suoi tradizionali mercati di sbocco. Dall’altro, potremo usare la rete di distribuzione della società transalpina per promuovere e commercializzare i prodotti Croci in Francia”.
Dario Croci Fondatore del Gruppo Croci
BANCO FRESCO APRE IN LOMBARDIA La catena food retail, specializzata nei freschissimi, appartenente al Gruppo Prosol Compagnia di Gestione SRL, dopo aver annunciato recentemente un importante piano di sviluppo, inaugura a Crema il primo punto vendita nella regione, in Via Milano angolo Viale Europa. Una superficie commerciale di 1.000 mq, che porta con sé valore per il territorio e nuove opportunità di lavoro grazie all’inserimento di 40 risorse, le prime dell’ambizioso programma di 240 assunzioni previsto nel corso del 2021 per l’apertura in Italia di 6 nuovi negozi. Presenti durante il tour in store Matteo Gramignoli, Assessore Ambiente e Commercio del Comune di Crema, e Riccardo Coppa, Direttore Generale di Banco Fresco.
Riccardo Coppa Direttore Generale Banco Fresco
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INAUGURATO A ROSOLINA IL NUOVO PUNTO VENDITA DESPAR
Yuan Zou Head of Fashion and Luxury Europe di Hylink
HYLINK SCELTA DA NICHEBOX COME PARTNER STRATEGICO PER L’ESPANSIONE SUL MERCATO CINESE Hylink Digital Solutions, la prima agenzia indipendente cinese di servizi di marketing digitale, che nel 2020 ha aperto la sede italiana a Milano, è stata scelta da Nichebox, fondo italiano d’investimento specializzato in profumeria di nicchia, come partner strategico per il lancio dei suoi brand Liquides Imaginaires e Clive Christian sul mercato cinese. Grazie a un’approfondita conoscenza del settore del lusso cinese e del suo ecosistema digitale in continua evoluzione, Hylink Digital Solutions affiancherà i brand nella strategia di lancio sul mercato e svilupperà la strategia di comunicazione digitale, integrando tutte le competenze necessarie per identificare i pubblici più ricettivi e determinare le leve più efficaci da attivare per ottimizzare il customer journey.
Inaugurato il nuovo punto vendita Despar a Rosolina (RO) in Viale del Popolo, 68/A, uno spazio concepito in un’ottica di sostenibilità e un punto di riferimento per la spesa quotidiana a servizio delle comunità locali. Si tratta del dodicesimo punto vendita in provincia di Rovigo. Il nuovo negozio ha una superficie vendita di 800 mq di cui 500 dedicati al food con oltre 12.000 referenze e 300 mq riservati al non food in cui sono previste 5.000 referenze. La qualità della proposta alimentare per la spesa quotidiana sarà garantita attraverso servizi eccellenti nei reparti pesce, gastronomia, panetteria serviti al banco e nel reparto macelleria. Il nuovo punto vendita si distingue inoltre per l’ampio assortimento di prodotti locali a marchio “Sapori del nostro territorio”.
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L’IMPEGNO DI NESTLÉ A FAVORE DELLA SOSTENIBILIÀ Nestlé sta proseguendo col suo impegno a raggiungere le zero emissioni nette entro il 2050 e, tra le diverse aree di intervento, la riduzione dell’impronta di carbonio delle principali materie prime agricole - come il cacao, il latte e il caffè - svolgerà un ruolo fondamentale. Compiendo un importante passo in avanti, gli scienziati di Nestlé – attraverso incroci di varie specie - hanno creato una nuova generazione di varietà di piante di caffè a bassa emissione di carbonio, che sfrutta la naturale biodiversità delle piante senza ricorrere ad alcun intervento di modificazione genetica (OGM). Dal momento che il 40-80% delle emissioni di CO2e per produrre una tazzina di caffè sono riconducibili alla filiera dei chicchi di caffè verde, queste varietà innovative potranno contribuire a ridurre in maniera significativa l’impronta di carbonio associata al consumo di caffè.
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Paolo Migliavacca AD di Vallè Italia
VALLÈ ITALIA AFFIDA A VALSOIA LA DISTRIBUZIONE DEI SUOI PRODOTTI FRESCHI Vallè Italia Srl ha sottoscritto un accordo con Valsoia Spa per la distribuzione esclusiva dei suoi prodotti in Italia. A partire dal 1° gennaio 2022 sarà il gruppo bolognese a occuparsi della commercializzazione del portafoglio prodotti del brand Vallè in tutti i canali della distribuzione moderna. Vallè è presente sul mercato italiano dal 1975, ha un’elevata notorietà di marca (87%) ed è leader indiscusso dei condimenti vegetali con una quota a valore del 69%, grazie a una gamma innovativa orientata alla naturalità e al benessere. “L’accordo firmato con Valsoia corona la naturale evoluzione del brand Vallè, divenuto negli anni lo specialista dei condimenti e delle basi per torte a base vegetale, e il brand di riferimento per chi ama la cucina naturale e cerca il benessere – commenta Paolo Migliavacca, Amministratore Delegato di Vallè Italia.
Lardini, marchio di abbigliamento con sede a Filottrano nelle Marche, punta a espandersi ancora nel paese asiatico attraverso un accordo internazionale di franchising stretto con la By Creations, partner da lungo tempo dell’azienda marchigiana e che ora continuerà ad aiutarla ad estrinsecare tutte le potenzialità. “La Cina - spiega il presidente Andrea Lardini - rappresenta quella parte di mercato fondamentale per lo sviluppo del retail, grazie all’innovazione e alla particolare attenzione rispetto ai trend della moda. Questa nuova apertura è per noi una tappa importante del percorso di espansione internazionale e sono certo che questo sia allo stesso modo un passo determinante per il rafforzamento di tutto il made in Italy”.
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News Comunicazione. IL CNCC PRESENTA IL “MANIFESTO PER LA SOSTENIBILITA’”
STEFANO DE MARTINO TESTIMONIAL DI GUTTERIDGE
Il Consiglio Nazionale dei Centri Commerciali (CNCC) presenta, per la prima volta, il “Manifesto per la Sostenibilità”, iniziativa con cui si pone l’ambizioso obiettivo di perseguire 8 dei 17 Sustainable Development Goals (SDGs) definiti dalle Nazioni Unite nell’ambito dell’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile. Si tratta, nello specifico, degli obiettivi: (3) salute e benessere, (5) uguaglianza di genere, (7 e 13) lotta contro il cambiamento climatico, (8) garanzia di un lavoro dignitoso e crescita economica, (11) città e comunità sostenibili, (12) consumo e produzione responsabili e (17) partnership per gli obiettivi. Iniziativa inedita in linea con i valori dell’Associazione volta a promuovere una nuova cultura aziendale, che vedrà il coinvolgimento diretto degli associati con l’obiettivo di contribuire a migliorare ulteriormente le condizioni sociali e ambientali non solo del settore e dei suoi operatori ma anche della Società stessa.
Lui è Stefano De Martino, giovane ballerino 3lenne di Torre Annunziata, artista versatile che spazia dalla danza alla conduzione televisiva (da Made in Sud e Stasera tutto è possibile su Rai2 al ritorno ad Amici in qualità di giurato). Naturale che sia stato scelto come testimonial della collezione primavera/estate di Gutteridge, storica firma anglo-napoletana di abbigliamento maschile, fondata nel 1878 dallo scozzese Michael Gutteridge. La campagna estiva che vede Stefano De Martino come protagonista è ambientata sulla costiera amalfitana: “Non tutti lo sanno - racconta De Martino - ma a dispetto del nome , il brand ha origini napoletane”. Il brand è di proprietà del Gruppo Capri, fondato nel 1988 da Nunzio Colella oggi ceo, e comprende il marchio Alcott. Le boutique vanno da Milano a Firenze e Roma, e in Europa sono 200 i negozi tra diretti e franchising.
Roberto Zoia Presidente Cncc
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“PICCOLO GESTO, GRANDE IMPATTO”: ON AIR LA CAMPAGNA DI IBERDROLA, CHE PUNTA SULLA SOSTENIBILITÀ “Piccolo gesto, grande impatto”. Questo lo slogan scelto per la nuova campagna pubblicitaria di Iberdrola – uno dei leader mondiali dell’energia rinnovabile – che parte sui mezzi digitali e radio. Ideato e realizzato da McCann, il concept della campagna punta sulla sostenibilità, asse portante della strategia commerciale del Gruppo spagnolo. Iberdrola, che ha anticipato di due decenni la sfida della transizione ecologica, invita così i potenziali clienti a unirsi alla propria Rivoluzione Energetica. Il pay-off “Lo fai per te, lo fai per il pianeta”, già coniato da Iberdrola, viene ora a completarsi attraverso la valorizzazione della scelta individuale consapevole, che può avere un impatto più che positivo sull’ambiente circostante.
WM CAPITA MISURA LA TUA SALUTE WM Capital, realtà specializzata nel Business Format Franchising che promuove la crescita delle imprese attraverso lo sviluppo di sistemi a rete in Italia e all’estero, quotata sul mercato AIM Italia, ha avviato la campagna dal titolo “Misura la tua salute” per promuovere l’accessibilità della salute e del benessere ovunque e per chiunque con l’utilizzo del Box della Salute, grazie alla conoscibilità della tecnologia e presidi di elevata qualità a costi accessibili, velocemente e in totale sicurezza. La campagna prevede una pianificazione multimediale su stampa e digital, on air fino al prossimo dicembre. Il piano media si rivolge a Retail, Gdo, farmacie, aeroporti, centri commerciali, stazioni, studi medici, università e organizzatori di eventi. Tutti luoghi in cui diventa necessario rispondere ai bisogni di salute e benessere, sicurezza e accessibilità del cittadino-paziente per un ritorno alla normalità.
P&G E WWF INSIEME PER UN’ITALIA PIÙ VERDE E SOSTENIBILE
MONINI SI FA IN QUATTRO ED ENTRA NEL GOTHA DEL BIOLOGICO INTERNAZIONALE Poker di medaglie per Monini in campo bio: la XXVI edizione del Premio Internazionale Biol, la più importante manifestazione dedicata all’olio extra vergine di oliva biologico, con 500 partecipanti da oltre 15 nazioni, ha infatti incoronato vincitori ben quattro olii dell’azienda spoletina. Le Monocultivar Nocellara e Coratina si sono aggiudicate due medaglie Extragold, mentre la Monocultivar Frantoio e il Bios, il biologico della Linea “Selezione Italiana”, hanno ottenuto la medaglia Gold. Un riconoscimento plurimo che premia l’impegno di un’azienda con un fatturato da 155 milioni di euro che da oltre 100 anni esporta il “buono dell’Italia” in più di 60 nazioni, ma che ha saputo mantenere un’anima artigianale scegliendo di non derogare mai a quella leggendaria “ossessione” per la qualità del suo fondatore Zefferino Monini.
Il futuro dell’umanità è strettamente connesso al futuro del pianeta. Con questa consapevolezza, Procter & Gamble stringe in Italia una partnership con il WWF, la più grande organizzazione mondiale per la conservazione di natura, habitat e specie in pericolo. Obiettivo: realizzare azioni concrete in Italia volte alla salvaguardia del pianeta, a stimolare un cambiamento positivo nelle persone e ad educare le nuove generazioni. La partnership, presentata in occasione dell’evento «Il futuro è nella nostra natura», è la più importante mai realizzata da P&G in Italia a tema ambientale e rientra nell’ambito di “P&G per l’Italia”, il programma di cittadinanza d’impresa con cui P&G sta realizzando e realizzerà nei prossimi anni iniziative concrete di sostenibilità sociale e ambientale nel nostro Paese.
Paolo Grue Presidente e AD di P&G Italia
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/ SPECIALE / / SPECIALE /
AZ Sustainability: il progetto che certifica le aziende sostenibili per incrementare la redditività delle reti franchising
PER DARE VALORE ALLA TUA IMPRESA, MISURA LA SOSTENIBILITÀ Ogni Franchisor nel rapporto con la rete di affiliati deve prendere in considerazione il concetto di sostenibilità che va oltre il green La sostenibilità, oggi, diventa il paradigma del cambiamento dove a governare è la consapevolezza che tutto e tutti possano incidere nello sviluppo
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dell’organizzazione. Questo, quindi, è un fattore che permette di guardare al medio lungo termine con meno incertezza e meno rischi.
/ SPECIALE /
LA SOSTENIBILITÀ CHIAVE DI SVILUPPO DELLA RETE
NON SOLO BILANCI: CONTA LA CATENA DEL VALORE
Leggere l’azienda in modo nuovo ed innovativo ponendo al centro il valore del progetto franchising. Un servizio innovativo che vuole oltrepassare i costrutti sociali che vedono la sostenibilità come sinonimo di rispetto ambientale. Non solo green economy, quindi, per misurare la sostenibilità di un’azienda ma anche aspetti sociali nella relazione con i propri clienti, fornitori ed affiliati oltre che le componenti etiche e di impegno sociale verso la propria rete. La sostenibilità oggi deve essere estesa alla capacità di una rete franchising di garantire una condizione di equilibrio e benessere tra tutti gli attori della filiera.
Il dialogo tra aziende ed investitori è cambiato così come il modo di comunicare con i propri stakeholders e shareholders. I riflettori oggi non sono più puntati solo ai bilanci, alla marginalità e agli utili, ma anche alle politiche che contribuiscono a creare un welfare aziendale, al modo con cui le aziende gestiscono l’intera filiera e proteggono i loro clienti interessa oramai tutti, senza distinzioni. Da questo quadro ne usciranno rafforzati coloro che scelgono di impegnarsi nel consolidare attività e comportamenti lungo tutta la catena del valore nel rispetto delle prassi comunitarie di sviluppo sostenibile.
LA SOSTENIBILITÀ È FUTURO, È REDDITIVITÀ, È STRATEGIA
LA SOSTENIBILITÀ È IL VALORE DEL FUTURO
C’è stata un’epoca, non lontana, in cui scegliere di investire nella sostenibilità era direttamente proporzionale ad ottenere ritorni ridotti e, quindi, nell’immaginario dell’investitore questo era un fattore penalizzante. Oggi non è più cosi: la sostenibilità è futuro, è redditività, è strategia per lo sviluppo dell’azienda. Il cambio di paradigma socio-culturale è stato accelerato dall’epidemia Covid-19 che ha portato gli investitori in generale a valutare con maggiore attenzione l’operato delle aziende anche nel perseguire gli obiettivi di sostenibilità. Non solo, quindi, aspetti ambientali ma anche l’intersezione tra fattori sociali e di corporate governance sono gli elementi al centro delle riflessioni nel momento in cui si valuta un investimento.
La diffusione della nuova consapevolezza di responsabilità sociale delle imprese ha visto al contempo la creazione di una nuova idea di mercato dove lo sviluppo delle aziende non è più dettato solo dal buon governo ma si intreccia con una nuova attenzione all’etica e all’ambiente secondo una prospettiva di sviluppo sostenibile. Valutare l’impatto del proprio business dal punto di vista ambientale, sociale e di governance è diventato il nuovo valore delle aziende che vogliono proiettarsi al futuro. La sostenibilità diventa il paradigma del cambiamento dove a governare è la consapevolezza che tutto e tutti possano incidere nello sviluppo dell’organizzazione. Questo, quindi, è un fattore che permette di guardare al medio lungo termine con meno incertezza e meno rischi.
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/ SPECIALE /
AZ SUSTAINABILITY
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G
+ E.S.G
ETODO D EL
E V E®
Partendo dall’analisi dello stato attuale dell’arte del progetto franchising, il nuovo pacchetto di servizi promosso da WM Capital e AZ Franchising nasce come integrazione ai concetti
M I+ . .R
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É necessario che il progetto franchising sia non solo sostenibile a livello economicofinanziario, ma anche bilanciato per creare una relazione equilibrata tra aspettative imprenditoriali dell’affiliato e la soluzione imprenditoriale offerta dal Franchisor
di sostenibilità sviluppati con gli standard E.S.G. e G.R.I. con il già consolidato Metodo delle 5 Leve® per la creazione di una rete franchising di successo. L’expertise consolidata con il metodo delle 5 leve di una rete franchising di successo si matcha con le linee guida di rendicontazione G.R.I. delle performance sostenibili e con gli standard operativi E.S.G. per definire le tre nuove macro aree di analisi del progetto franchising sostenibile: ambientale, sociale e di governance.
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Analizziamo lo stato dell’arte del tuo progetto franchising per individuare i punti di forza della proposta enfatizzando gli elementi cardine del rapporto con gli affiliati al fine di garantirti un set strumentale efficace per incrementare la redditività della rete franchising. Il focus di AZ Sustainability come servizio di consulenza per le reti franchising vuole approfondire la sostenibilità della rete franchising in un modo inedito, fin d’ora inesplorato, ovvero spiegando l’attenzione del Franchisor nel rapporto con i propri affiliati. Valori, etica aziendale e azioni per garantire una produzione e consumo responsabile si intrecciano con gli elementi cardine della proposta franchising analizzati sia dal punto di vista economico-finanziario che qualitativo ponendo un accento particolare sul contratto di affiliazione che viene concepito come mezzo per garantire il corretto equilibrio tra le parti. AZ Sustainability parte dall’assunzione che per perseguire l’obiettivo di creare una rete franchising sostenibile si debba creare una sinergia tra i valori e i principi guida stabiliti a livello corporate e che trovano applicazione in un processo produttivo rispettoso dell’ambiente e la creazione di una relazione basata sulla trasparenza e soddisfazione con l’affiliato.
/ SPECIALE /
LE FASI
1.
Check quantitativo e qualitativo sulla sostenibilità della rete franchising: attività di raccolta e approfondimento delle informazioni rispetto alle tre aree analizzate in sinergia con il Franchisor.
2.
Definizione delle procedure di comunicazione sui canali AZ Franchising: tali attività sono finalizzate a comunicare il valore aggiunto della proposta franchising mettendo in risalto gli elementi di interesse per i potenziali investitori e per la ricerca di affiliati.
PERCHÈ AZ SUSTAINABILITY
I vantaggi: •
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2. SOCIAL Il piano di formazione e di assistenza, la community e l’inclusività sociale: approfondiamo le politiche volte alla valorizzazione e crescita del capitale umano tramite la formazione dell’affiliato e dei dipendenti e l’impatto delle attività di R&D per migliorare il welfare dell’affiliato in ottica di garantire il rispetto del value for money.
3. GOVERNANCE I principi corporate, la responsabilità sociale e il progetto franchising: verifichiamo la coerenza dei valori aziendali che vengono analizzati rispetto all’etica, alla gestione del rischio e del business in generale che si concretizzano nel progetto franchising e nel contratto di affiliazione.
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per il Franchisor per comunicare il valore e il virtuosismo della propria proposta, fornendo un motivo in più per affiliarsi e, quindi, aumentare i profitti economici; per il Franchisee una guida per farsi un’opinione e assumere decisioni consapevoli in fase di valutazione dell’affiliazione.
Il prodotto, il punto vendita affiliato e la catena di fornitura. Analizziamo tutte le iniziative intraprese dalla casa madre per migliorare l’ingegnerizzazione dei processi al fine di garantire alla rete franchising un processo produttivo responsabile e rispettoso dell’ambiente
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Per essere competitivi, differenziarsi nel mercato delle affiliazioni, vendere di più e crescere rapidamente distribuendo il valore in maniera equa
1. ENVIROMENTAL
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Strumenti di immagine per la comunicazione della Sostenibilità della rete franchising: strutturazione della scheda della sostenibilità della rete franchising contenente gli elementi di interesse per gli investitori e rilascio del Bollino “AZ Network Sostenibile”. Questi strumenti sono concepiti per essere un supporto alla ricerca di affiliazioni.
LE 3 AREE ANALIZZATE
Vuoi verificare se la tua rete è sostenibile? Scrivi a consulting@wmcapital.it 19
/ SPECIALE /
GLOSSARIO PROFILO DI RISCHIO/RENDIMENTO Il rapporto tra rischio e rendimento è fondamentale nella valutazione di un investimento finanziario. Il rendimento ed il rischio sono legati da una relazione molto stretta. Nel mercato finanziario un rendimento positivo è sempre associato in proporzione ad un rischio di rendimento negativo. Più si cerca un grande guadagno, più si lega il proprio investimento ad un rischio elevato. CATENA DEL VALORE La catena del valore è uno strumento che consente di mappare tutte le attività operative svolte dall’azienda durante il processo di trasformazione delle materie prime in prodotti finiti. Questo approccio considera il modo in cui i beni e i servizi vengono forniti ai clienti e il modo in cui il valore si accumula lungo la serie di eventi che arrivano al cliente finale. Le attività mappate si riferiscono a 5 attività primarie e 4 attività di supporto per identificare e aumentare il vantaggio competitivo. GREEN ECONOMY La Green Economy (o “Economia Verde”) identifica un modello economico che prevede come fattore principale lo sviluppo e la riduzione dell’impatto ambientale. Questo modello valuta un’attività produttiva non solo in base ai benefici derivanti dalla crescita ma anche dal suo impatto ambientale. In particolare l’obiettivo degli investimenti pubblici e privati è ridurre l’inquinamento, aumentare l’efficienza di energia e risorse e preservare la biodiversità. Lo sviluppo sostenibile, infatti, lega la tutela delle risorse umane alla dimensione economica, sociale e istituzionale per soddisfare i bisogni delle generazioni attuali ed evitare di compromettere la capacità di quelle future di soddisfare le proprie. STANDARD G.R.I. I nuovi GRI Standards - sviluppati dal gruppo di esperti de Global Sustainability Standards Board – sono i principali standard di riferimento globali per la rendicontazione della performance di sostenibilità di un’organizzazione/impresa.
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La Global Reporting Initiative (GRI) è un’organizzazione nata proprio con l’obiettivo di aiutare sia il pubblico che il privato a comprendere, misurare e comunicare l’impatto che una qualsiasi attività possa avere sulle varie dimensioni della sostenibilità (economica, ambientale e sociale) e i loro aspetti più disparati. Il sistema riconosce tre standard universali e tre serie di standard specifici sviluppati identificando requisiti, raccomandazioni e linee guida applicative. STANDARD E.S.G. Sono criteri che si utilizzano in ambito economico per analizzare un investimento non solo dal punto di vista puramente economico, ma anche aspetti di natura ambientale, sociale e di governance. Le tre lettere dell’acronimo ESG si riferiscono alle parole inglesi: • Environmental, che riguarda l’impatto su ambiente e territorio; • Social, che comprende invece tutte le iniziative con un impatto sociale; • Governance, che riguarda aspetti più interni all’azienda e alla sua amministrazione. Questi si utilizzano per valutare investimenti responsabili non solo nei riguardi della gestione finanziaria della propria impresa, ma anche ponendo attenzione su aspetti di natura ambientale, sociale e di governance. STAKEHOLDERS E SHAREHOLDERS Gli stakeholders di un’impresa vengono identificati nei soggetti terzi portatori di interessi – rispetto ai prodotti, servizi e allo stato e benessere dell’impresa – verso l’attività dell’impresa. Un esempio sono i clienti, i fornitori, gli investitori, i dipendenti dell’impresa e la comunità di riferimento che nutrono un qualsiasi tipo di interesse verso l’attività e i risultati della stessa. Gli shareholders, invece, sono gli azionisti dell’impresa ovvero coloro che possiedono quote di capitale e che, quindi, hanno un interesse azionario. Ciascun soggetto ha esigenze specifiche per cui l’obiettivo dell’impresa è cercare di soddisfare i bisogni di ciascun portatore di interesse.
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misurare la salute degli individui. Permette di svolgere diversi check-up in un unico luogo per la prevenzione e il monitoraggio della salute resa accessibile grazie a dati validi, sicuri, veloci e di facile interpretazione grazie anche al servizio di telemedicina. Pensato per: GDO, retail, aereoporti, università, studi medici, farmacie, stazioni e centri commerciali.
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Wealty S.A. - Gruppo WM Capital S.p.A.
/ L A P R O P O S TA /
Presente in 18 regioni italiane, con più di 1.450 punti vendita, di cui oltre 1.000 in franchising
PER COSTRUIRE IL TUO FUTURO SCEGLI UN GRUPPO CON BASI SOLIDE Con oltre 30 anni di storia, i punti vendita in franchising Carrefour sono ad oggi un’importante realtà: più di 400 imprenditori hanno scelto il Gruppo Carrefour come partner I VANTAGGI DEL FRANCHISING CARREFOUR Per un franchising di successo sono determinanti l’esperienza, la qualità dei servizi offerti e
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l’assistenza messa a disposizione agli affiliati. Essere imprenditore Carrefour vuol dire, ad esempio, poter contare su un piano di comunicazione locale e nazionale per dare supporto alla propria attività,
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con l’attuazione di una strategia commerciale con promozioni continue sia offline che online. Un altro punto di forza è l’innovativo programma fedeltà PAYBACK, che permette di accumulare punti presso numerosi partner. COSTRUIRE INSIEME UN PUNTO VENDITA SU MISURA L’imprenditore affiliato ha la possibilità di scegliere tra due formati: Carrefour Express e Carrefour Market e diversi modelli commerciali, ciascuno caratterizzato da una strategia studiata ad hoc e assortimenti ampi e profondi che comprendono oltre 3.000 prodotti a marchio. Ogni punto vendita è il risultato di un’attenzione costante alle esigenze dei consumatori e alle differenze tra i territori: ognuno può costruire il proprio progetto “su misura”, per poter soddisfare le proprie ambizioni personali, oltre alla redditività. UN SUPPORTO CONCRETO E CONTINUO PER LA CRESCITA Nelle fasi iniziali è previsto un percorso di formazione gratuito per affrontare al meglio le sfide del commercio, dalla conoscenza di principi e pratiche di gestione economica e finanziaria alla gestione dei collaboratori, con un master dedicato e il supporto iniziale di un tutor. L’impegno del Gruppo Carrefour nel sostegno degli imprenditori continua nel tempo, con corsi di aggiornamento, accordi con Istituti di credito, servizi di contabilità,
supporto nella gestione strategica ed analisi di geomarketing, positioning e monitoraggio della concorrenza: tutto è pensato per dare ai franchisee gli strumenti per avere successo. CARREFOUR CERCA LOCALI PER APRIRE NUOVI PUNTI VENDITA Per espandere la propria rete, il Gruppo Carrefour sta cercando locali commerciali in affitto al piano terra con una superficie compresa tra i 250 m2 e i 2000 m2. Per segnalare un locale disponibile, è possibile compilare il form direttamente sul sito.
I NUMERI DEL GRUPPO
Con 4,66 Mld di € di fatturato nel 2020 e presente in 18 regioni italiane, con più di 1.450 punti vendita, di cui oltre 1.000 in franchising, Carrefour è un’insegna di elevata notorietà che impiega in Italia oltre 16.000 collaboratori. SCOPRI DI PIÙ SU carrefour.it/forti-insieme
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25 anni di successi e una presenza capillare su tutto il territorio nazionale
RE/MAX ITALIA: IL MODELLO DI FRANCHISING IMMOBILIARE CHE FA LA DIFFERENZA Intervista a Dario Castiglia, CEO & Founder di RE/MAX Italia: “A chi si avvicina alla nostra realtà in cerca di un futuro professionale ed imprenditoriale, RE/MAX, oggi, offre loro la certezza di avere come partner un’azienda solida, ben posizionata nel mercato, numero uno al mondo per diffusione e capillarità e che è in grado di offrire le maggiori garanzie agli affiliati di poter sviluppare la propria attività imprenditoriale” “Sono passati tanti anni dal quel 1996 ma a me sembra ieri. Allora vivevo in Canada dove mi ero trasferito adolescente con i miei genitori e i miei fratelli e decisi di tornare in Italia. Ero un giovane imprenditore con
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un grande sogno, portare anche in Italia il brand RE/MAX ed il suo modello di business e farlo diventare il più grande ed innovativo network immobiliare italiano di consulenti altamente qualificati, in grado di offrire
servizi di eccellenza ai propri clienti. 25 anni fa il mondo del franchising immobiliare non presentava realtà simili a RE/MAX, sentire parlare di “formula dello studio associato”, sistema win-win, broker titolari
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e consulenti affiliati lasciava perplessi i più. All’inizio è stata una vera e propria sfida. La vendita del primo contratto di franchising, la creazione di un percorso formativo per chi sceglieva di affiliarsi a RE/MAX, lo sviluppo della rete sul territorio nazionale. Quante volte ho pensato di mollare tutto ma, la mia caparbietà e la fiducia riposta in me dai primi affiliati mi hanno spronato ad andare avanti. Oggi devo dire grazie a quel giovane me stesso se RE/MAX è uno tra i brand immobiliari in franchising leader del mercato italiano. Voglio ringraziare i miei soci e tutti coloro i quali hanno deciso di seguirmi in questo sogno”. Oggi non è più un sogno ma la realtà. La realtà di Dario Castiglia, CEO & Founder di RE/MAX Italia. Quali sono i numeri del network a livello mondiale. E in Italia? “RE/MAX continua la sua crescita in tutto il mondo. Il nostro Network è presente oggi in più di 115 Paesi con più di 8.000 agenzie immobiliari operative. Proprio in questi giorni ci è stato comunicato dall’headquarter di Denver che il gruppo ha superato i 140 mila consulenti affiliati nel Mondo. Per quanto ci riguarda, le attività di sviluppo implementate in questi anni ci hanno permesso di continuare a crescere anche in momenti in cui i nostri competitor hanno registrato dei rallentamenti. Attualmente sono circa 500 le agenzie immobiliari operative e prossime all’apertura e circa 5.000 i consulenti immobiliari
Nel 1996 ero un giovane imprenditore con un grande sogno, portare anche in Italia il brand RE/MAX
Dario Castiglia - CEO & Founder RE/MAX Italia
affiliati. Siamo felici di poter dire, che con l’imminente apertura di due nuove agenzie ad Aosta e a Courmayeur siamo presente in tutte le regioni italiane”. Qual è la peculiarità della vostra organizzazione e quindi la forza del network? “Fin dal nostro arrivo in Italia ci siamo contraddistinti dagli altri franchising per il nostro differente modello di business. 25 anni fa era sicuramente un modello pioneristico che non aveva eguali nel mondo immobiliare italiano e che, come tutte le grandi innovazioni, all’inizio lasciava perplessi i più. RE/MAX è costruita su solide fondamenta tra cui fiducia, qualità e collaborazione. Includiamo questi principi in ogni cosa che facciamo perché crediamo che insieme, possiamo fare la differenza. Il risultato è l’applicazione concreta dell’affermazione. “Il
successo del singolo contribuisce a guidare il successo di tutti gli altri” attorno al quale abbiamo sviluppato il nostro progetto e che si concretizza nella filosofia win-win alla base del sistema, dove Tutti sono Vincenti. RE/MAX è uno dei marchi più riconosciuti e presenti al mondo. Una delle principali ragioni di questo successo è il riconoscimento dell’integrità come elemento fondante della nostra professionalità e della nostra cultura. Le persone sono la nostra forza e il nostro più grande valore. Per questo in RE/MAX crediamo fermamente che sia fondamentale investire nella formazione dei nostri agenti, e dotarli di infrastrutture tecnologiche, di marketing, comunicazione, promozione del brand, al fine di essere altamente competitivi per servire al meglio il Cliente. Spirito di gruppo, che estende la fiducia, il rispetto e il supporto a tutte le interazioni,
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convogliando all’esterno la nostra energia collettiva con risultati vincenti. La collaborazione è parte integrante del concetto che RE/MAX ha dell’intermediazione immobiliare. “Essere colleghi e non concorrenti”, questo è un altro motto che ci contraddistingue”. Cosa vuol dire per lei essere all’avanguardia, essere pionieri? “Ci proponiamo al mercato in maniera sempre nuova, non siamo al passo con i tempi, li anticipiamo, infatti proponiamo soluzioni di marketing che utilizzano tecnologie avanzate ed un sempre maggior coinvolgimento della digitalizzazione delle comunicazioni e dell’interazione con il cliente. Ci stiamo muovendo sempre di più verso un’attività ibrida, la figura dell’agente immobiliare continuerà ad esistere, non potrà mai essere sostituita da delle ‘macchine’ ma si avvarrà sempre di più delle macchine e della tecnologia per agevolare il servizio offerto”. Cosa rappresenta oggi la sua
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azienda nel mercato del business? “Un’opportunità imprenditoriale per tutti”. E nel franchising? Ad oggi qual è il vostro fatturato e quali obiettivi vi ponete a livello economico per il 2021? E in ambito di reclutamento affiliati? “RE/MAX Italia oggi, in termini di fatturato nel franchising, è il secondo player del settore e punta a diventare il primo nei prossimi 5 anni. Già in questo primo trimestre del 2021, a livello di ricavi aggregati, superando quota 23,3 milioni di euro, abbiamo registrato un robusto +53% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente ed un +38 rispetto al 2019. Numeri che rinforzano quelli incassati nel 2020, quando, nonostante l’anno difficile, RE/MAX Italia è riuscita a superare gli 80 milioni di fatturato rimanendo in linea con il 2019. Una crescita derivante da due fattori: da un lato, la pandemia ha disincentivato il fai-da-te evidenziando i vantaggi
dell’intermediazione immobiliare professionale. Dall’altro, ha svolto un ruolo la digitalizzazione dei processi che permette di gestire le transazioni con più efficienza nel rispetto delle attuali dinamiche. Per l’anno in corso, ci siamo posti l’obiettivo di superare i 100 milioni di fatturato aggregato, ma per il 2025 l’asticella è pronta ad alzarsi per raggiungere quota 730 agenzie attive, 10 mila affiliati e ricavi a quota 175 milioni”. Organizzarsi in rete rappresenta sicuramente un vantaggio per l’azienda. Quali sono i vantaggi del vostro franchising? Qual è il successo del vostro modello di business? “Il modello RE/MAX, strutturato come uno studio associato, permette di creare economie di scala e assicura agli agenti strumenti tecnologici e di marketing all’avanguardia oltre ad un portafoglio di immobili già disponibili, anche a livello internazionale, che aiutano i nuovi affiliati fin dalla fase di start up a creare un’attività di successo.
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Non siamo unici come network immobiliare ma siamo unici per quello che facciamo e per quello che offriamo ai nostri affiliati. RE/MAX ha rivoluzionato il mondo del franchising immobiliare, abbandonando il vecchio impianto piramidale che fa discendere ruoli e compiti in modo verticale a favore di un più moderno modello circolare, basato sul modello dello Studio Associato. Ad un unico Franchisee (Broker) centrale fanno capo i Consulenti Immobiliari, collaboratori che partecipano a costi e ricavi in modo uguale e trattengono la maggior parte delle provvigioni in rapporto ai propri risultati. I nostri Broker/Franchisee sono degli imprenditori a tutti gli effetti, scelgono di aprire un’agenzia RE/MAX in totale autonomia, contando però su due grossi elementi: la propria motivazione e spirito di iniziativa, da un lato, e il supporto a 360 gradi di RE/MAX dall’altro, ogni affiliato ha a disposizione una quantità di servizi concreti che facilitano e valorizzano il suo lavoro e promuovono l’immagine del singolo affiancata a quella del brand. Pur essendo autonomo e indipendente, il Broker è supportato dal network RE/MAX in ogni momento”.
costante miglioramento delle performance dei sui attori principali: i Broker Franchisee, i Consulenti Immobiliari, Recruiting Manager e le Assistenti d’Ufficio. RE/MAX University si pone come obiettivo l’eccellenza nella formazione ed è per questo che si avvale di un pool di formatori interni ed esterni al network di comprovata professionalità ed esperienza. Nel corso del 2020 il dipartimento formazione RE/MAX University ha erogato oltre 200 giornate di formazione, per un totale di 1.167 ore formative, a cui hanno partecipato più di 5.410 persone”. Quali sono i consigli che si sente di dare per invogliare un futuro affiliato a scegliere proprio il vostro Gruppo? “Più che dei consigli, mi sento di dare delle informazioni concrete a chi si avvicina alla nostra realtà in cerca di un futuro professionale ed imprenditoriale. RE/MAX oggi offre loro la certezza di avere come partner un’azienda solida, ben posizionata nel mercato, numero uno al mondo per diffusione e capillarità e che
è in grado di offrire le maggiori garanzie agli affiliati di poter sviluppare la propria attività imprenditoriale”. La tecnologia ha sempre avuto un ruolo importante per il vostro gruppo è, oggi ancora di più, visto il periodo storico che stiamo vivendo… Ci parli della vostra piattaforma Digital Loft. In cosa consiste e cosa offre? “Digital Loft è una delle “chicche” tecnologiche che abbiamo messo a punto anche per rispondere alle esigenze che il periodo che stiamo vivendo ci hanno posto davanti. Digital Loft è una piattaforma proprietaria messa a punto da RE/MAX per organizzare eventi in streaming rivolti ai diversi stakeholders. Un tool tecnologico in linea con l’orientamento di RE/MAX a implementare le tecnologie più evolute, sia per interagire con il network, sia per relazionarsi con i clienti, anche in tempi di distanziamento sociale. Un luogo virtuale, dove i nostri associati entrano per partecipare ai nostri eventi digitali, tutti appuntamenti firmati RE/MAX Italia”.
Che valore ha la formazione dei vostri agenti e broker. Quali sono i programmi formativi che la Casa Madre mette a disposizione? “Diamo priorità allo sviluppo personale dei membri dei nostri team attraverso la RE/MAX University: un’innovativa scuola di formazione che si dedica al
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Sicuramente un altro plus esclusivo del Gruppo RE/MAX è l’attività svolta dal Centro Studi. In cosa consiste? “I Big Data rappresentano un vantaggio competitivo perché attraverso l’informazione in tempo reale è possibile comprendere e anticipare gli andamenti, il sentiment e le dinamiche del mercato. Proprio per questo abbiamo implementato all’interno della nostra azienda il Centro Studi RE/MAX che ci permette di avere informazioni «real time», un aspetto diventato sempre più un asset strategico per chi opera nel nostro settore. RE/MAX Centro Studi si qualifica come Fonte Dati Certificata per informazioni qualitative e quantitative”. Vorrei ritornare sui 25 anni dell’attività. L’adv consumer vede al centro della narrazione scene di vita quotidiana, dove la casa abbraccia la vita famigliare nelle sue diverse declinazioni. Che valore ha e ha avuto la famiglia sia nella sua vita privata sia in quella professionale visto che le case sono vissute da famiglie… “Sicuramente la mia famiglia ha avuto un ruolo importante nel mio percorso professionale. Ero giovane quando i miei genitori hanno deciso di andare a vivere in Canada trasferendo ovviamente la famiglia, ed io ho fatto lo stesso quando sono rientrato in Italia per dare vita al mio sogno professionale. Un sogno che ho condiviso fin da subito con i miei familiari, in special modo con mio padre che è stato ed è tuttora parte importante di questo mio percorso in RE/MAX. Oggi mi ritengo un uomo
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realizzato, sia a livello personale che professionale, un uomo che è stato in grado di trasmettere ai propri figli importanti valori, nonostante spesso sia stato lontano da loro per motivi di lavoro”. Per concludere tre domande. La prima: qual è stata la più grande soddisfazione nella vita personale e nella vita lavorativa? “A livello personale sembrerà ovvio, è quella di vedere che i miei figli sono cresciuti e sono certamente delle brave persone. Si stanno costruendo un futuro lavorativo indipendente da
RE/MAX e dimostrano di avere degli ottimi valori e questo non può che rendermi felice. Nella vita lavorativa la più grande soddisfazione credo sia quella di aver creato un’azienda in cui migliaia e migliaia di persone hanno potuto trovare un loro ‘perché’, una loro ragione di vita. E’ incredibile pensare che alcuni nostri affiliati siano con noi da più di 20 anni, ma la cosa che mi dà maggiore soddisfazione è vedere rientrare nel nostro network professionisti che, per svariati motivi, durante il loro percorso professionale hanno deciso di intraprendere progetti diversi da RE/MAX per poi farvi ritorno. Ed in ultimo, una grande soddisfazione è quella di aver portato RE/MAX ad essere, come detto prima, il secondo player a livello italiano per fatturato di franchising. Secondo, per ora!”. La seconda: progetti futuri per lei e l’azienda? “Dal punto di vista imprenditoriale, è continuare a far crescere RE/MAX e diventare di fatto il gruppo numero uno in Italia in termini di fatturato e presenza. E per me… continuare a seguire la mia famiglia ed i miei
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tre figli ed ogni tanto trovare il tempo per andare in barca a vela, sulla nostra RE/MAX One. In programma la traversata atlantica, il prossimo novembre”. La terza: qual è la lezione più importante che la vita le ha insegnato? “La vita mi ha insegnato tante lezioni, sarà banale ma forse la più importante è quella di non mollare mai”.
1973 • A Denver, Colorado, Dave a Gail Liniger fondano RE/MAX. Nasce il Network RE/MAX
2016 • RE/MAX Italia si aggiudica il Premio “Asso del franchising” come migliore franchising in Italia
1979 • Frank Polzler e Walter Schneider portano RE/MAX nel Canada Orientale
2016 • RE/MAX lancia la campagna “Last Minute Casa”
1994 • Frank Polzler e Walter Schneider fondano RE/MAX Europe ed iniziano lo sviluppo del network in Europa 1996 • Dario Castiglia inizia lo sviluppo di RE/MAX in Italia 2007 • RE/MAX Italia tocca quota 1.000 agenti sul territorio 2008 • RE/MAX Italia lancia l’operazione “Saldi Immobiliari” 2010 • RE/MAX Italia entra nella Classifica “Great Place to Work Institute Italia “, questo si ripeterà anche nel 2011 e 2017 2010 • Nasce RE/MAX Corporate. La divisione dedicata a grandi clienti, istituzioni e mondo imprenditoriale 2012 • RE/MAX lancia la campagna “Zero provvigioni all’acquirente” 2012 • RE/MAX Italia inaugura la prestigiosa collezione d’arte tematica “RE/MAX Caproni” esposta a Volandia il Museo del Volo 2013 • RE/MAX acquisisce il network in Franchising di Prelios a marchio “La Casa Agency”, ex Pirelli RE 2015 • RE/MAX apre la prima agenzia The RE/MAX Collection in Italia
2017 • Il 28 settembre viene inaugurata a Milano la nuova sede: il RE/MAX Italia Building 2018 • Nasce 24MAX, società di mediazione creditizia partecipata da RE/MAX Italia e 24Finance 2020 • RE/MAX Italia è Region of the Year in Europa, per i risultati di crescita e sviluppo raggiunti nell’anno flagellato da Covid-19 e per le modalità con cui ha affrontato la Pandemia dando sostegno alla propria rete di affiliati e ai clienti venditori e acquirenti 2020 • RE/MAX Italia si aggiudica il premio Global Region of the Year a livello mondiale 2021 • RE/MAX Italia lancia HOME VALUE PACK by promoRe, il primo sito italiano di cashback che consente ai clienti delle agenzie RE/MAX e non solo di scegliere mobili, elettrodomestici e complementi d’arredo acquistandoli nei negozi o sugli e-commerce aderenti presenti su promo-re.it, e ottenere una percentuale di rimborso sulla spesa effettuata 2021 • RE/MAX Italia presenta Max/Connect, l’app relazionale che permette agli acquirenti e ai venditori di tenersi in contatto con il proprio consulente, iniziando a scambiare informazioni in tempo reale 2021 • RE/MAX Italia in sinergia con Avalon Real estate lancia Real Estate Data Hub, il primo report annuale con previsioni puntuali sul mercato immobiliare italiano realizzato dal Centri Studi RE/MAX Italia
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Sono una entità capace di caratterizzare un’impresa e/o un suo prodotto, rispetto ad altri presenti sul mercato
PROPRIETÀ INDUSTRIALE: I MARCHI E IL LORO VALORE NELL’IMPRESA I diritti di tale proprietà costituiscono un diritto patrimoniale immateriale, che influisce sul valore dell’azienda. Le novità introdotte dal D.Lgs n.15/2019 Avv. Patricia de Masi Taddei Vasoli - dMTV LEX Prima parte
La disciplina relativa ai marchi e ai diritti di proprietà industriale è contenuta nel D.Lgs.30/2015, modificato dal D.Lgs-15/2019, in vigore dal 23 marzo 2019, qui di seguito DPI. Quando pensiamo alla proprietà industriale ci riferiamo prevalentemente ai marchi, ai modelli e alle invenzioni.
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In particolare: L’art. 1 del CPI dispone che “l’espressione Proprietà Industriale comprende marchi e altri segni distintivi, indicazioni geografiche, denominazioni di origine, disegni e modelli, invenzioni, modelli di utilità, topografie dei prodotti a semiconduttori, informazioni aziendali riservate e nuove varietà vegetali”. I marchi vengono quindi citati nella norma insieme ad altri “segni distintivi”, intendendosi con tale espressione qualsiasi entità capace di caratterizzare un’impresa e/o un suo prodotto, rispetto ad altri presenti sul mercato. Ad esso si applicano anche il Regolamento di attuazione del CPI e gli artt.2569-2571 C.C. oltre alle fonti internazionali e comunitarie tra cui il Reg. UE 1001/2017. ANCHE PROFUMI E ODORI RIENTRANO TRA I MARCHI Tra le modifiche entrate in vigore il 23 marzo 2019 accenniamo al fatto che possono essere utilizzati come marchi, non solo parole, lettere e cifre, nomi propri, forme, colori e suoni, ma anche i profumi e gli odori, riproducibili e classificabili in laboratorio tramite la raffigurazione della formula chimica del composto, che si intende tutelare. La norma precisa anche quali siano i segni che non possono essere registrati come marchi e introduce il concetto di “verità” (art 14 C PI) al fine di evitare che il marchio possa trarre in inganno il consumatore su vari aspetti, tra i quali soprattutto la provenienza geografica.
IL PRINCIPIO DI UNITARIETÀ DEI SEGNI DISTINTIVI Il marchio deve anche avere il requisito della originalità e della capacità distintiva, nonché quello della novità. A tale proposito l’art.12, lettera c) del primo comma, del CPI, come modificato nel 2019, dispone che non sono nuovi i segni distintivi che “siano identici a un segno già noto come ditta, denominazione o ragione sociale, insegna e nome a dominio aziendale, adottato da altre, se a causa della identità o somiglianza fra i segni e dell’identità o affinità fra l’attività d’impresa da questi esercitata ed i prodotti o servizi per i quali il marchio è registrato possa determinarsi un rischio di confusione per il pubblico, che può consistere anche in un rischio di associazione fra i due segni”. Tale importante principio, riguardante tutti i segni distintivi, noto come principio di unitarietà
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dei segni distintivi, è anche contenuto nell’art. 22 del c.p.i., che dispone che “è vietato adottare come ditta, denominazione o ragione sociale, insegna e nome a dominio aziendale un segno uguale o simile all’altrui marchio se, a causa dell’identità o dell’affinità tra l’attività di impresa dei titolari di quei segni ed i prodotti o servizi per i quali il marchio è adottato, possa determinarsi un rischio di confusione per il pubblico che può consistere anche in un rischio di associazione fra i due segni”. Esso non è dunque applicabile solo con riferimento a un marchio, ma comunemente si ritiene che si tratti di un principio generale riguardante tutti i segni distintivi dell’impresa.
Il marchio deve avere il requisito della originalità e della capacità distintiva, nonché quello della novità
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IL PRINCIPIO DELLA NOVITÀ La normativa precisa dunque un principio fondamentale, un requisito indispensabile perché il deposito di un marchio sia valido: il principio della novità, disponendo che non sono nuovi i segni che siano: 1. identici o simili ad un segno già noto, in via non puramente locale, come marchio o segno distintivo di prodotti o servizi identici o affini, se sussiste un rischio di confusione per il pubblico, anche solo potenziale, che può consistere anche in un rischio di associazione fra i due segni; 2. identici o simili a un segno già noto, in via non puramente locale, come ditta, denominazione o ragione sociale, insegna e nome a dominio usato nell’attività economica, o altro segno distintivo adottato da altri, se sussiste un rischio di confusione per il pubblico, anche solo potenziale, che può consistere anche in un rischio di associazione fra i due segni; 3. identici ad un marchio già registrato da altri nello Stato o con efficacia nello Stato per prodotti o servizi identici;
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4. identici o simili ad un marchio già registrato da altri nello Stato o con efficacia nello Stato per prodotti o servizi identici o affini, se sussiste un rischio di confusione per il pubblico, che può consistere anche in un rischio di associazione fra i due segni; 5. identici o simili ad un marchio già registrato da altri nello Stato o con efficacia nello Stato, per prodotti o servizi identici, affini o non affini, quando il marchio anteriore goda nell’Unione europea o nello Stato, di rinomanza e quando l’uso di quello successivo senza giusto motivo trarrebbe indebitamente vantaggio dal carattere distintivo o dalla rinomanza del segno anteriore o recherebbe pregiudizio agli stessi.
I diritti di proprietà industriale costituiscono un diritto patrimoniale immateriale, che influisce sul valore dell’azienda
I SEGNI DISTINTIVI TIPICI E SEGNI DISTINTIVI ATIPICI La dottrina distingue tra segni distintivi tipici e segni distintivi atipici dell’impresa. I segni distintivi tipici sono quelli disciplinati dalla legge, ossia: • la ditta (segno distintivo che contraddistingue il nome commerciale dell’imprenditore); • il marchio (segno distintivo che contraddistingue i prodotti o servizi dell’impresa); • l’insegna (segno distintivo che contraddistingue i locali dell’impresa); • il nome a dominio (indirizzo che permette la connessione ad un sito internet commerciale). Solo i primi due segni godono di una disciplina legislativa completa, mentre gli altri due, pur essendo previsti dalla legge, sono disciplinati solo parzialmente. Per quanto concerne invece i segni distintivi atipici, ossia quelli non previsti espressamente dalla legge, non esiste alcuna disciplina propria e sono tutelati solo in base alle norme sulla concorrenza sleale. In generale i diritti di proprietà industriale costituiscono un diritto patrimoniale immateriale, che influisce sul valore dell’azienda.
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LA TUTELA DEL MARCHIO Il marchio è il segno distintivo utilizzato dall’impresa allo scopo di contraddistinguere i propri prodotti o servizi da quelli dei concorrenti. Esso attribuisce al titolare il diritto di farne uso esclusivo, potendone vietare l’utilizzo non autorizzato ai terzi (fabbricazione, commercializzazione, importazione o esportazione ecc.), per prodotti e/o servizi uguali o affini, qualora ciò possa determinare un rischio di confusione tra prodotti o produttori. La tutela riguarda l’area geografica per la quale si è effettuata la registrazione del marchio (nazionale, comunitaria o internazionale). Per valutare se sussista o meno un rischio di confusione per il consumatore, devono sempre essere tenute in considerazione le eventuali similitudini tra i prodotti o i servizi interessati, cercando di differenziare i marchi il più possibile, quanto più esse sono presenti ed evidenti, rendendo pertanto possibile la coesistenza di marchi uguali o simili. In linea di massima è cioè ipotizzabile il deposito di marchi uguali e/o simili a segni preesistenti, qualora gli stessi non vengano registrati per prodotti e/o servizi uguali o simili. Si pensi al caso dei cioccolatini FIAT e alle automobili. A tale scopo occorre anche considerare l’aspetto dell’affinità tra i prodotti o servizi interessati, ossia la possibilità che, nell’opinione dei consumatori, essi possano essere ricondotti alla medesima impresa, anche se merceologicamente diversi tra di loro. Inoltre, non bisogna dimenticare che il rischio di confusione deve essere sempre valutato globalmente, sulla base della somiglianza visiva, auditiva e concettuale dei marchi in questione, da parte di un consumatore “medio” e non da uno specialista. I MARCHI RINOMATI: UN CAPITOLO A PARTE Un discorso a parte riguarda i c.d. “marchi notori”, detti anche marchi rinomati, che godono infatti di una tutela allargata o ultra-merceologica: si tratta di marchi caratterizzati da grande e riconoscimento nel pubblico, nonché da una forte reputazione (si pensi al marchio Gucci o al marchio
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Coca-Cola). In questi casi è esclusa la possibilità di utilizzare il medesimo marchio anche per prodotti o servizi non affini, poiché si determinerebbe un rischio di confusione per associazione, sfruttandosi indebitamente e in modo parassitario l’immagine e la reputazione altrui.
/ DOSSIER /
LA DISTINTIVITÀ DEL MARCHIO La distintività consente al consumatore di associare i prodotti e i servizi contraddistinti dal marchio a una determinata impresa. Non possono quindi costituire oggetto di registrazione come marchio d’impresa i segni privi di carattere distintivo e, in particolare, quelli costituiti esclusivamente dalle denominazioni generiche di prodotti o servizi o da indicazioni descrittive che ad essi si riferiscono. Un marchio privo di capacità distintiva è pertanto affetto da nullità. In genere, per evitare che un marchio possa essere considerato nullo per mancanza di capacità distintiva (ad esempio per descrittività), è opportuno dotare il marchio di una veste grafica particolare o di un logo e/o rivendicare dei colori particolari, in modo tale da “caratterizzare” il marchio proprio per la presenza di elementi figurativi che gli conferiscono la capacità di distinguersi dagli altri. Sulla base dell’intensità della capacità distintiva, si distingue quindi tra marchi “forti” e marchi “deboli”. È quindi assicurata una tutela più ampia al marchio “forte”, difendibile in modo più efficace da fenomeni contraffattivi, e una tutela molto più ristretta al marchio “debole”, limitata ai soli elementi che delineano l’aspetto generico o descrit-
Non possono costituire oggetto di registrazione come marchio d’impresa i segni privi di carattere distintivo, si rischia la nullità
tivo del segno. La “debolezza” di un marchio fa quindi sì che possano coesistere altri marchi molto simili tra loro. Tuttavia, può anche accadere che marchi definiti “deboli” acquisiscano capacità distintiva fino a diventare marchi forti, per effetto del secondary meaning (ossia attraverso l’assunzione di un secondo significato rispetto al segno distintivo originariamente debole), ad esempio grazie a un’intensa campagna di marketing o pubblicitaria svolta dal titolare del marchio e dalla conseguente penetrazione sul mercato (tra gli esempi di marchi deboli, che sono stati considerati successivamente forti in seguito all’uso e alla propaganda, ricordiamo Estathe’, Oran-Soda E Lemon-Soda).
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Il tuo spot al cinema. Tratto da un’emozione vera.
/ LE SCHEDE /
Istruzioni per orientarsi tra le schede di AZ Franchising, elencate in ordine alfabetico e indicando l’investimento iniziale minimo. Nella prima fascia (fino a 20mila euro) abbiamo incluso anche anche i marchi che non prevedono altre spese iniziali se non quelle relative al diritto di entrata*.
pag. 39
Igi&Co
pag. 40
Primigi
pag. 39
La Filetteria Italiana
Pag. 41
Primadonna
pag. 40
Magnaki
Pag. 41
This is not a sushi bar
* i dati pubblicati nelle schede sono forniti dai franchisor
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/ LE SCHEDE /
CALZATURE, ABBIGLIAMENTO ED ACESSORI
FOOD & BEVERAGE
Ragione sociale: Reda Retail S.p.A, - Gruppo IMAC S.p.A. Indirizzo: Via Menocchia, 27 - 63062 - Montefiore dell’Aso (AP) - Anno di fondazione attività: 2002 - Anno di partenza del franchising: 2012 - Punti vendita diretti: 3 - Punti vendita affiliati: 160
Ragione sociale: Sun Tzu Srl - Indirizzo: Via Aurelio Saffi 21, 20123 Milano - Anno di fondazione: 2019 - Anno partenza franchising: 2021 - Punti vendita diretti: 7 - Punti vendita affiliati: 0 - Punti vendita diretti (estero): 0
COSA CERCHIAMO
COSA CERCHIAMO SUPERFICIE MEDIA DEL PUNTO VENDITA (IN MQ): DA 50 A 100 BACINO DI UTENZA:
DA 10.000 A 50.000 ABITANTI
CENTRO COMMERCIALE, CENTRO STORICO PRINCIPALI, VIE COMMERCIALI PERSONALE RICHIESTO (COMPRESO IL TITOLARE): ADETTI DA 1 A 3 UBICAZIONE OTTIMALE:
SUPERFICIE MEDIA DEL PUNTO VENDITA (IN MQ): BACINO DI UTENZA: UBICAZIONE OTTIMALE:
150-200 <35.000 ABITANTI CENTRO
PERSONALE RICHIESTO 8 (5FT/3PT) PIÙ IL TITOLARE (COMPRESO IL TITOLARE): ESPERIENZA NEL SETTORE: MINIMA O NULLA
ESPERIENZA NEL SETTORE: NON RICHIESTA INVESTIMENTO INIZIALE DA: € 400 A € 700 /MQ FATTURATO MEDIO ANNUO: € 5.000/MQ
INVESTIMENTO INIZIALE DA: 240.000 € FATTURATO MEDIO ANNUO:
COSA OFFRIAMO
COSA OFFRIAMO Prodotto Made in Italy. Margine garantito del 40%. Reso dell’invenduto. Riassortimenti online. Progettazione del punto vendita gratuita. Servizio di trainer e assistenza Visual Merchandising. Software di gestione gratuito. Comunicazione da leader nazionale in tv, radio, stampa, redazionali, affissioni. Iniziative per comunicare l’opening del negozio. Fidelity Card ed azioni di direct marketing con invio di sms e dem ai clienti fidelizzati.
La Filetteria Italiana è l’unione perfetta tra eleganza e ricercatezza: un vero è proprio viaggio nel mondo della carne. La selezione di carni pregiate è il fiore all’occhiello del brand, un mix di sapori che conquista tutti i palati. Il Format offre: aiuto sull’individuazione sul territorio di nuovi punti vendita, formazione del personale, fornitura delle materie prime selezionate, piattaforma logistica/gestionale, marketing/comunicazione/ gestione dei social per l’affiliato. Tutto ciò per facilitare la gestione del punto vendita per l’affiliato.
COSA CHIEDIAMO
COSA CHIEDIAMO FIDEJUSSIONE BANCARIA:
€ 50.000
PAGAMENTO ARREDO/ ALLESTIMENTO:
LEASING
FEE D’INGRESSO:
NESSUNA
ROYALTIES:
NESSUNA
DURATA DEL CONTRATTO (IN ANNI):
6
Ufficio sviluppo Tel: 0735-99241 e-mail: info@redaretail.com web: www.igieco.it
1.000.000€
FEE D’INGRESSO:
20.000 €, VIENE DATA LA POSSIBILITÀ DI RATEIZZARE LA FEE D’INGRESSO
ROYALTY:
5%
DURATA DEL CONTRATTO (IN ANNI):
5
Nome referente: Edoardo Rosso Tel: 02-82397037 e-mail: segreteria@maggiori.group Web: https://www.lafiletteriaitaliana.it/
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/ LE SCHEDE /
FOOD & BEVERAGE
ABBIGLIAMENTO E CALZATURE BAMBINO
Ragione sociale: Sun Tzu Srl - Indirizzo: Via Aurelio Saffi 21, 20123 Milano - Anno di fondazione: 2019 - Anno partenza franchising: 2021 - Punti vendita diretti: 4 - Punti vendita affiliati: 0 - Punti vendita diretti (estero): 0 - Punti vendita affiliati (estero): 0
Ragione sociale: Reda Retail S.p.A, - Gruppo IMAC S.p.A. Indirizzo: Via Menocchia, 27 - 63062 - Montefiore dell’Aso (AP) - Anno di fondazione attività: 1976 - Anno di partenza del franchising: 2008 - Punti vendita diretti: 3 - Punti vendita affiliati: 400 - Punti vendita affiliati all’estero: 37
COSA CERCHIAMO
COSA CERCHIAMO
SUPERFICIE MEDIA DEL PUNTO VENDITA (IN MQ): BACINO DI UTENZA: UBICAZIONE OTTIMALE:
150-200
SUPERFICIE MEDIA DEL PUNTO VENDITA (IN MQ): DA 100 A 250
<35.000 ABITANTI CENTRO
BACINO DI UTENZA:
DA 10.000 A 50.000 ABITANTI
UBICAZIONE OTTIMALE:
CENTRO CITTÀ, CENTRO COMMERCIALE CENTRO STORICO, VIE COMMERCIALI
PERSONALE RICHIESTO 8 (5FT/3PT) PIÙ IL TITOLARE (COMPRESO IL TITOLARE):
PERSONALE RICHIESTO (COMPRESO IL TITOLARE): DA 1 A 3
ESPERIENZA NEL SETTORE: MINIMA O NULLA
ESPERIENZA NEL SETTORE: NON RICHIESTA
INVESTIMENTO INIZIALE DA: 245.000 €
INVESTIMENTO INIZIALE DA: € 400 A € 700 /MQ
FATTURATO MEDIO ANNUO: 800.000 €
FATTURATO MEDIO ANNUO: € 4.800/MQ
COSA OFFRIAMO
COSA OFFRIAMO
Magnakì rappresenta l’evoluzione del classico sushi, con una proposta innovativa, giovane e accattivante. Seguendo quella che è la moda del momento, in un mercato in forte crescita ed espansione. Il format offre: aiuto sull’individuazione sul territorio di nuovi punti vendita, formazione del personale, fornitura delle materie prime selezionate, piattaforma logistica/ gestionale, marketing/comunicazione/gestione dei social per l’affiliato. Tutto ciò per facilitare la gestione del punto vendita per l’affiliato.
Margine garantito del 40%. Reso dell’invenduto. Riassortimenti online. Progettazione del punto vendita gratuita. Servizio di trainer e assistenza Visual Merchandising. Software di gestione gratuito. Comunicazione da leader internazionale in tv, radio, stampa, redazionali, affissioni. Iniziative per comunicare l’opening del negozio. Fidelity Card ed azioni di direct marketing con invio di sms e dem ai clienti fidelizzati.
COSA CHIEDIAMO
FIDEJUSSIONE BANCARIA:
€ 50.000
PAGAMENTO ARREDO/ ALLESTIMENTO:
LEASING
FEE D’INGRESSO:
30.000€ VIENE DATO LA POSSIBILITÀ DI RATEIZZARE LA FEE D’INGRESSO
FEE D’INGRESSO:
NESSUNA
ROYALTY:
5%
ROYALTIES:
NESSUNA
DURATA DEL CONTRATTO (IN ANNI):
5
DURATA DEL CONTRATTO (IN ANNI):
6
Nome referente: Edoardo Rosso Tel: 02-82397037 e-mail: segreteria@maggiori.group Web: https://www.magnaki.it/
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COSA CHIEDIAMO
Tel: 0735-99241 e-mail: info@redaretail.com web: www.primigi.it
/ LE SCHEDE /
SCARPE DA DONNA, BORSE ED ACCESSORI Ragione sociale: Primadonna S.p.A, - Indirizzo: S.P 231 Km 5,2 70032 Bitonto (BA) - Anno di partenza del franchising: 2006 - Punti vendita diretti: 165 - Punti vendita affiliati: 231 - Punti vendita Italia: 312 - Punti vendita estero: 84 - Punti totali: 396
COSA CERCHIAMO SUPERFICIE MEDIA DEL PUNTO VENDITA (IN MQ): 100 (+40 PER DEPOSITO) BACINO DI UTENZA:
DA 35.000 ABITANTI
UBICAZIONE OTTIMALE:
STRADE PRINCIPALI, CENTRI COMMERCIALI
PERSONALE RICHIESTO IN MEDIA 3/4 FULL TIME (COMPRESO IL TITOLARE): EQUIVALENTI ESPERIENZA NEL SETTORE: NON RICHIESTA INVESTIMENTO INIZIALE DA: COSTO ARREDI 400-500 AL ML* (LINEE DI ARREDO: ECONOMY/ LUXURY)* RIFERIMENTO ALLA SUPERFICIE ESPOSITIVA DELL’AREA VENDITA FATTURATO MEDIO ANNUO: DA € 6.000 A 10.000 AL MQ DI VENDITA
COSA OFFRIAMO Assistenza in loco in fase di apertura. Assistenza durante il contratto. Layout del punto vendita realizzato dell’ufficio progettazione Primadonna S.p.A. Formula commerciale conto/ vendita con reso totale dell’invenduto con un margine contributivo costante tutto l’anno, assistenza e formazione. Un concept originale e di grande impatto. Collezioni esclusive, supporto visual pre e post apertura. Formazione iniziale di 2 settimane, riassortimento merce settimanale.
COSA CHIEDIAMO FEE D’INGRESSO:
NO
ROYALTY:
NO
ZONA IN ESCLUSIVA:
DA VALUTARE IN FUNZIONE DEGLI ABITANTI
DURATA DEL CONTRATTO (IN ANNI):
6
Tel. 080-3751575/800-141207 Fax: 080-3756049 e-mail:franchising@primadonna.it Facebook: Primadonna Collection Web: www.primadonnacollection.com
FOOD DELIVERY Ragione sociale: This is Not Srl - Indirizzo:Via Riva di Trento 11/A 20139 Milano - Anno di fondazione: 2007 - Anno partenza franchising: 2021 - Punti vendita diretti: 4 - Punti vendita affiliati: 0 - Punti vendita diretti (estero): 0 - Punti vendita affiliati (estero): 0
COSA CERCHIAMO PUNTO VENDITA: 40 MQ BACINO DI UTENZA: SUPERIORE A 50MILA ABITANTI UBICAZIONE OTTIMALE: CENTRO CITTA - ZONE SEMICENTRALI PERSONALE RICHIESTO (COMPRESO IL TITOLARE): 3 PERSONE ESPERIENZA NEL SETTORE: NON RICHIESTA INVESTIMENTO INIZIALE DA: € 75.000 COMPRENSIVO DI: PROGETTAZIONE E DIREZIONE LAVORI, LAVORO EDILE, ARREDAMENTO, ATTREZZATURE, INSEGNE E DECORO, ALLESTIMENTO, TECNOLOGICO, MINUTERIA, SOFTWARE GESTIONE INCASSI E FISCALE, DIVISE E MOTORINI FATTURATO MEDIO ANNUO: € 450.000
COSA OFFRIAMO This is not a sushi bar è l’evoluzione tecnologica del delivery applicato alla cucina giapponese, un mercato in forte crescita. Un format “chiavi in mano” comprensivo diindividuazione sul territorio dei nuovi punti vendita, direzione ed esecuzione lavori, formazione del personale, fornitura di materie prime selezionate, piattaforma logistica/gestionale, marketing e comunicazione a supporto dell’affiliato, customer care dedicato, per garantire una notevole semplificazione gestionale.
COSA CHIEDIAMO FEE D’INGRESSO: 15.000€ (CON POSSIBILITÀ DI RATEIZZAZIONE) COMPRENSIVA DI: ACCESSO AL NETWORK, UTILIZZO DEL BRAND, ACCESSO AL GESTIONALE E ALLE PIATTAFORME, FORMAZIONE CONTINUATIVA ONLINE, CORSI DI FORMAZIONE OBBLIGATORIA (IGIENE DEGLI ALIMENTI, ANTINCENDIO, PRIMO SOCCORSO, SICUREZZA SUL LAVORO, RISCHI GENERALI), MANUALI E LIBRO INGREDIENTI E ALLERGENI ROYALTIES: NO SERVICE FEE: SI DURATA DEL CONTRATTO (IN ANNI):
5
email: franchising@thisisnotasushibar.com
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/ E LA V EPNRTOI P/O S TA /
* Le foto presenti nell’articolo sono state scattate prima della crisi sanitaria. Edizione Franchise Expo Paris 2019
Dal 26 al 29 settembre 2021 al Parc des Expositions de la Porte de Versailles
RITORNA FRANCHISE EXPO PARIS Il punto d’incontro essenziale per la creazione di un’impresa in rete in Francia e a livello internazionale. Presenti più di 400 espositori
Dopo un anno segnato dalla crisi sanitaria, il modello di franchising ha saputo dimostrare la sua forte capacità di resilienza e Franchise Expo Paris 2021, rinviato due volte nel 2020, conferma l’ap-
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mai, ad aiutare i leader di progetto a concretizzare il loro desiderio di intraprendere e supportare i brand nel loro sviluppo. Nel 2021, si va verso la ripresa economica.
/ EVENTI /
IN EVIDENZA Quando si tiene Franchise Expo Paris? Franchise Expo Paris si terrà dal 26 settembre 2021 al 29 settembre 2021. Franchise Expo Paris è una fiera annuale che si tiene a Parigi.
Questo entusiasmo a sei mesi dalla data storica della manifestazione ribadisce il posto che Franchise Expo Paris occupa con gli espositori oltre che con i project leader: il punto d’incontro essenziale per la creazione di un’impresa in rete in Francia e a livello internazionale. Come ogni anno, l’evento presenterà la più ampia scelta di brand qualunque sia il settore di attività: servizi alla persona e alle imprese, auto, elettrodomestici, estetica o anche catering, qualunque sia l’ammontare dell’investimento o il luogo. I brand presenti e i diversi attori che supportano il progetto di creazione d’impresa dovranno soddisfare i candidati in franchising, il cui interesse per questa forma di imprenditorialità continua, anche in tempi di crisi.
Dove si terrà Franchise Expo Paris? Franchise Expo Paris si terrà a Parigi, Francia presso Paris Porte de Versailles (VIPARIS) in via Place de la Porte de Versailles 1 di city. Cosa si espone a Franchise Expo Paris? A Franchise Expo Paris si danno appuntamento espositori nazionali ed internazionali del settore Business, Investitori, Stampa, Esperti autorevoli del settore. I numeri: • • • •
400 Espositori 80 Nuovi marchi 35.000 Candidati 100 Conferenze e workshop
Sito Web: www.franchiseparis.com business@franchiseparis.com
Siamo lieti di annunciare che la prossima edizione di Franchise Expo Paris si svolgerà il prossimo settembre. L’evento fisico sarà accompagnato a monte, durante e dopo da iniziative digitali e consentirà ai responsabili del progetto di prepararsi, formarsi, apprendere e fare la scelta del miglior partner. Siamo già pronti e stiamo facendo tutto il possibile per rendere Franchise Expo Paris 2021 un vero successo. Annuncia Sylvie Gaudy, direttore di fiora a Reed Expositions France. Poiché i singoli commercianti indipendenti, come molte aziende, continuano ad attraversare una crisi
economica senza precedenti a causa della crisi sanitaria, tutti gli esperti concordano sul fatto che il franchising sta emergendo come un modello più solido e resiliente.
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/ FORMAZIONE /
Tramontano le “4P” del marketing mix e arrivano i “touchpoint”
IL CLIENTE: UNA MAGNIFICA OSSESSIONE Facciamoci contagiare dall’ossessione per il cliente. Per mantenere un rapporto equilibrato tra negozio fisico e quello virtuale puntiamo sulla tecnologia e sull’agilità delle aziende di Ugo Perugini - Giornalista e Blogger
Ci siamo accorti tutti dei grandi cambiamenti avvenuti a causa della pandemia. Ne ha risentito il nostro stile di vita, in primis, ma soprattutto il mondo del lavoro dove è andata crescendo sempre di più l’esigenza di skill digitali, cioè di competenze informatiche, oggi diventate basilari in qualsiasi settore economico. In altri termini, si è assistito a una vera e propria rivoluzione nel-
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/ FORMAZIONE /
la quale il digitale non è più visto soltanto come un mezzo per lavorare meglio. E’ diventato uno strumento strategico indispensabile per innovare profondamente modelli di business, servizi e prodotti.
L’OSSESSIONE PER IL CLIENTE Quello di cui siamo certi è che in questa trasformazione al centro si staglia in modo sempre più imponente la figura del cliente. E la soddisfazione del cliente (customer satisfaction) è un risultato che si raggiunge solo attraverso un percorso complesso, un vero e proprio viaggio, tanto che oggi si usa parlare di customer journey, cioè un tragitto nel quale il bisogno di un prodotto/servizio è solo l’inizio e si concretizza e si consolida attraverso diverse tappe. Oltretutto, abbiamo scoperto che per avere successo con i clienti, bisogna diventare “customer-obsessed”, cioè averne l’ossessione, in termini positivi, cioè non perderli mai di vista, conoscerli sempre meglio e cercare di offrire loro, ovunque siano e qualsiasi cosa stiano facendo, esperienze eccezionali per renderli non solo soddisfatti ma anche felici e fedeli, cioè pronti a ripetere tali esperienze. Impegnativo, non è vero? Ma oggi la tecnologia può aiutarci.
DALLE QUATTRO P AI TOUCHPOINT Pensiamo solo al rapporto con il cliente. Eravamo abituati, fino a qualche anno fa, ad individuare il mondo del retail sulle arcinote 4 P, che costituivano il marketing mix ideale, cioè: Punto vendita, Prodotto, Prezzo, Promozione. Oggi sarebbe riduttivo, se non addirittura miope, continuare a interpretare il mercato secondo questi schemi. Al negozio fisico, si sono pian piano affiancate altre offerte, impensabili fino a qualche anno fa, come i siti di e-commerce, le app, i contact center, gli chabot, i chioschi interattivi, oltre ai social media, alle chat, ecc. Insomma, il concetto di store, fisico o virtuale, dedicato allo shopping, tende a dilatarsi in una infinità di rivoli, di luoghi alternativi di acquisto, supportati dalle piattaforme più diverse. Oggi, l’acquisto di un prodotto o servizio viene influenzato da una serie di elementi diversi on line e offline, chiamati touchpoint (punti di contatto), che spesso si intrecciano tra loro e che non è facile armonizzare.
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/ FORMAZIONE /
IL CONSUMATORE È “LIQUIDO” Da quando il sociologo Zygmunt Bauman ha introdotto il concetto di società liquida questo aggettivo è andato anche a definire il comportamento e le aspettative dei consumatori. E il consumatore, lui pure, è diventato “liquido”. Chiariamo meglio il concetto. I clienti ormai non si limitano più a confrontare le esperienze che hanno avuto tra aziende dello stesso settore (Brand experience) ma fanno confronti tra categorie diverse di prodotti e servizi - che in certi casi possono apparire addirittura incompatibili tra loro - avendo come punti di riferimento due aspetti: la tecnologia che viene loro fornita e, più importante, l’esperienza positiva che hanno vissuto. Esperienza che naturalmente parte sempre dal prodotto/servizio fornito ma che non può più fermarsi qui. LA TECNOLOGIA FEATURE E IL VALORE DEL BRAND Per incrementare le singole esperienze e aspettative del cliente rendendole più semplici, veloci,
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chiare, intuitive bisogna introdurre le cosiddette feature tecnologiche, soluzioni che sfruttano le capability (capacità) informatiche adeguate ai modelli di business per aggiornare e potenziare i prodotti e i servizi esistenti, come ad esempio, l’introduzione di varie mobile app (applicazioni), di sistemi contactless per i pagamenti, ecc. Si tratta, in genere, di innovazioni semplici, poco costose e per questo piuttosto facili da copiare, che da sole non possono bastare a differenziare l’offerta di un prodotto/servizio, né tantomeno incrementare la quota di mercato. Anche se, occorre dirlo, sono stati realizzati set di feature che grazie alla loro innovatività e originalità hanno inciso profondamente su interi sistemi aziendali. In ogni caso, quello che conta di più resta il valore del Brand, in quanto capace di far sentire i clienti partecipi di qualcosa di più importante e condivisibile in relazione alle loro idealità, alle loro convinzioni e alle cause in cui credono (pensiamo al tema della sostenibilità sociale e ambientale). Questo atteggiamento, in particolare, sembra molto marcato nelle nuove generazioni X e Y (i nati dal 1965 al 2000).
/ FORMAZIONE /
IN EVIDENZA Al negozio fisico, si sono pian piano affiancate altre offerte, impensabili fino a qualche anno fa, come i siti di e-commerce, le app, i contact center, gli chabot, i chioschi interattivi, oltre ai social media e alle chat. Oggi, l’acquisto di un prodotto o servizio viene influenzato da una serie di elementi diversi on line e offline, chiamati touchpoint. Per avere successo con i clienti, bisogna diventare “customer-obsessed”.
L’EQUILIBRIO TRA ON LINE E ON SITE Ogni tanto c’è qualcuno che ipotizza la fine del negozio fisico e l’avvento di quello virtuale. Sembra più che altro una sparata che ha valore apotropaico. In realtà, anche se cresce costantemente il numero dei clienti e degli acquisti on line, la vendita al dettaglio non sembra risentirne in modo significativo. In certi settori, pensiamo ai beni di lusso, è molto difficile fare a meno del rapporto tra consumatore e addetto alla vendita, mentre in altri, come la grande distribuzione, sono gli stessi clienti che richiedono maggiore autonomia nelle loro scelte di acquisto.
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/ FORMAZIONE /
Alla fine, si tratta quindi di trovare un punto di equilibrio tra tecnologia e intervento dell’uomo. La maggioranza dei retailer si avvale ormai di strutture di e-commerce, dispone di vetrine virtuali, ma quanti sono in grado di integrare l’esperienza on line con quella on site? Se vogliamo toccare un tasto dolente, è proprio nel settore del franchising che questa integrazione ancora stenta a verificarsi. LA TECNOLOGIA PER CAPIRE E SEGUIRE IL CLIENTE NEL SUO “VIAGGIO” DI ACQUISTO Se il cliente per ogni venditore che si rispetti è diventata una “magnifica ossessione” (la definizione è tratta dall’omonimo titolo di un vecchio film del 1954 con Rock Hudson), e le aziende sono sempre più customer-centric, cresce contemporaneamente anche l’attenzione verso la customer experience del cliente. Lo dimostra il fatto che nelle maggiori aziende europee gli investimenti in questo ambito sono in continuo aumento. D’altra parte, abbiamo visto che tenere sotto controllo il “viaggio” che compie il cliente nella sua ricerca dell’acquisto “giusto” è tutt’altro che agevole. L’integrazione on line/on site di cui abbiamo
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accennato sopra necessita una particolare agilità che comporta in molti casi un cambiamento del modello operativo aziendale Per far questo, è necessario che le tecnologie impiegate dalle aziende per seguire l’identità e il “viaggio” del cliente verso l’acquisto non vengano affidate a diversi servizi o funzioni indipendenti (CRM, pubblicità, marketing automation), che spesso non si parlano tra loro. Allo stesso modo in cui saranno sempre più incerti i confini tra i diversi canali di acquisto, così dovranno essere sempre meno definiti i ruoli tra i vari dipartimenti o silos aziendali, superando ogni frammentazione organizzativa che non serve più e accentua le difficoltà di analisi, producendo risultati discutibili. La vera sfida vincente delle aziende nel prossimo futuro, quindi, sarà questa: utilizzare la tecnologia e l’intelligenza artificiale per interagire in modo personalizzato e coerente con milioni di clienti per soddisfare le loro aspettative, in costante crescita, consci anche di dover operare in un mercato contraddistinto da una sempre maggiore competitività.
Il principale evento dedicato al settore Retail Real Estate in Italia 14 - 15 settembre Superstudio Maxi Milan, Italia
Disegniamo insieme i nuovi luoghi di vita e le destinazioni dello shopping di domani! L’evento immancabile dedicato agli operatori del mercato immobiliare commerciale italiano, ai retailers, alle catene di ristorazione, agli operatori dell’intrattenimento e del settore digitale ritorna nel 2021 con una nuova ampia offerta di siti e retail concept per creare nuove esperienze e nuove destinazioni sociali.
Ci vediamo a fine maggio per l’apertura della piattaforma digitale! mapic-italy.it
/ FINANZIAMENTI /
Per progetti d’impresa con spese fino a 3 milioni di euro copre fino al 90% delle spese totali ammissibili
BANDO DI INVITALIA: NUOVE IMPRESE A TASSO ZERO E’ un incentivo promosso dal Ministero dello Sviluppo Economico che vuole sostenere la creazione (o lo sviluppo) di piccole imprese composte in prevalenza o totalmente da giovani tra i 18 e i 35 anni oppure da donne di tutte le età Dott.ssa Francesca Paleari - Founder & General Manager Obiettivo Sviluppo “Coronavirus, Istat: 73mila imprese chiuse, 17mila non riapriranno” (Fonte IlSole24ore). L’emergenza sanitaria dovuta alla pandemia ancora in corso ha avuto, e soprattutto avrà, un impatto catastrofico sull’economia italiana e sulla sopravvivenza di un numero impressionante di imprese. In alcuni settori, si parla almeno del 30% di attività a rischio, nonostante le misure e le politiche messe in atto dal Governo e dall’Unione Europea. Le ore di cassa integrazione utilizzate parlano da sole; i miliardi di liquidità iniettati pro-tempore
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/ FINANZIAMENTI /
nelle casse delle aziende non saranno purtroppo sufficienti a mantenerle aperte. In controtendenza con questo scenario, proprio perché nei momenti di crisi oltre ai drammi si sviluppano sempre enormi nuove opportunità, analizziamo in questo numero un bando di Invitalia che sta riscuotendo un enorme successo in termini di domande presentate: Nuove imprese a tasso zero. DARE IMPULSO ALLA CRESCITA ECONOMICA Mission di Invitalia, l’Agenzia nazionale per lo sviluppo, di proprietà del Ministero dell’Economia, è da sempre quello di dare impulso alla crescita economica del nostro Paese, attraverso progetti sia in settori strategici, sia per il rilancio delle aree di crisi e del Mezzogiorno. Attraverso la gestione degli incentivi nazionali, vuole favorire la nascita di nuove imprese e di startup innovative, finanziando grandi e piccoli progetti e rivolgendosi ad imprenditori con concreti piani di sviluppo. Nuove Imprese a Tasso Zero è, appunto, un incentivo promosso dal Ministero dello Sviluppo Economico che vuole sostenere la creazione (o lo sviluppo) di piccole imprese composte in prevalenza o totalmente da giovani tra i 18 e i 35 anni
CARTA D’IDENTITÀ FINANZA AGEVOLATA, INTERNAZIONALIZZAZIONE, NETWORKING Obiettivo Sviluppo nasce per dare una risposta concreta alle esigenze degli imprenditori italiani che negli anni si sono sempre avvicinati al mondo delle agevolazioni pubbliche, dei mercati globali, delle partnership, senza riuscire a fare il next step: dall’idea all’execution. Con il progetto UP, il team entra nel vivo di questi argomenti, liberando imprenditori e manager dall’operatività di queste azioni, lasciandoli liberi di fare il loro lavoro e sviluppare il loro core business. I campi di azioni sono: finanza agevolata, internazionalizzazione, networking. Settori di intervento: agricoltura, agroindustria/agroalimentare, artigianato, commercio, cultura, industria, pubblico, servizi/No Profit, turismo. Per informazioni: francesca@obiettivosviluppo.com - Tel. +39 349.5603388
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/ FINANZIAMENTI /
oppure da donne di tutte le età. Queste agevolazioni prevedono un mix di finanziamento a tasso zero e contributo a fondo perduto per progetti d’impresa con spese fino a 3 milioni di euro, che può coprire fino al 90% delle spese totali ammissibili. MODI E MODALITÀ DI PRESENTAZIONE DELLA DOMANDA I piani di impresa devono essere avviati successivamente alla presentazione della domanda e devono essere conclusi entro 24 mesi dalla data di stipula del contratto di finanziamento. L’incentivo è a sportello: non ci sono graduatorie né scadenze. Le domande sono esaminate in base all’ordine di arrivo. Invitalia valuta i business plan, concede i finanziamenti e monitora la realizzazione dei progetti. Ma entriamo nel dettaglio del bando, partendo dalla identificazione dei destinatari. Nuove Imprese a Tasso Zero si rivolge appunto alle micro e piccole imprese composte in prevalenza da giovani tra i 18 e i 35 anni o da donne di tutte le età, su tutto il territorio nazionale. Sono ammissibili le imprese che abbiano una compagine sociale composta per almeno il 51% da giovani under 35 e da donne di tutte le età. La maggioranza si riferisce sia al numero di componenti
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donne e/o giovani presenti nella compagine sociale sia alle quote di capitale detenute. Accedono al finanziamento le imprese costituite entro i 5 anni precedenti con regole e modalità differenti a seconda che si tratti di imprese costituite da non più di 3 anni o da imprese costituite da almeno 3 anni e da non più di 5. Anche le persone fisiche possono presentare domanda di finanziamento, con l’impegno di costituire la società dopo l’eventuale ammissione alle agevolazioni. Entriamo ora nello specifico delle spese che possono essere finanziate. Le tipologie (o classi) di spesa deve essere sostenute per creare nuovi progetti ma anche per trasformare attività esistenti. La copertura delle spese ammissibili può arrivare al 90% da rimborsare in 10 anni, senza richiesta di garanzie per finanziamenti inferiori a 250 mila euro (è invece richiesta una garanzia per finanziamenti > 250 mila euro o per l’acquisto di un immobile). I piani di impresa devono essere avviati successivamente alla presentazione della domanda e devono essere conclusi entro 24 mesi dalla data di stipula del contratto di finanziamento. Sono previste due linee di finanziamento con programmi di spesa e regime di aiuti diversi, a seconda che le imprese siano costituite da non più di 3 anni oppure da almeno 3 e non più di 5 anni. Nel primo caso
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(imprese costituite da non più di 3 anni) i progetti di investimento devono avere un valore massimo pari ad 1,5 milioni di euro; il finanziamento potrà coprire al massimo il 90% delle spese e potrà essere rimborsato in massimo 10 anni. La quota massimo di contributo a fondo perduto potrà essere del 20% delle spese ammesse. Vediamo ora un esempio concreto delle classi di spesa ammissibili: • Opere murarie e assimilate (30% investimento ammissibile); • Macchinari, impianti e attrezzature; • Programmi informatici e servizi per l’ICT; • Brevetti, licenze e marchi; • Consulenze specialistiche (5% investimento ammissibile); • Spese connesse alla stipula del contratto di finanziamento; • Spese per la costituzione della società. Nel secondo caso citato (imprese tra i 3 e i 5 anni), potranno essere invece presentati progetti che prevedono spese per investimento fino a 3 milioni di euro, per realizzare, ampliare, diversificare o trasformare le attività già esistenti. In questo caso, il contributo a fondo perduto non potrà superare il 15% delle spese ammissibili, tra cui: • Acquisto di immobili solo nel settore turistico (40% investimento ammissibile); • Opere murarie e assimilate (30% investimento ammissibile); • Macchinari, impianti e attrezzature; • Programmi informatici; • Brevetti, licenze e marchi. Alcuni numeri di questa iniziativa, attiva dal 2016: • 3.541 business plan presentati, per 1,371 mld di euro di investimenti previsti, pari a 992 mln di agevolazioni richieste; • le iniziative finanziate sono state (dati al 01/04/2021) 575, per 188 mln di investimenti attivati e 131 mln di euro a Agevolazioni concesse. Le opportunità ci sono, Obiettivo Sviluppo anche.
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L’incentivo è a sportello: non ci sono graduatorie né scadenze. Le domande sono esaminate in base all’ordine di arrivo. Sono ammissibili le imprese che abbiano una compagine sociale composta per almeno il 51% da giovani under 35 e da donne di tutte le età. Accedono al finanziamento le imprese costituite entro i 5 anni precedenti. Anche le persone fisiche possono presentare domanda di finanziamento, con l’impegno di costituire la società dopo l’eventuale ammissione alle agevolazioni.
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Essendo le piattaforme social in continua evoluzione può essere interessante per i brand esplorare nuove strade
LINKEDIN: UN MEZZO MOLTO POTENTE PER LE AZIENDE Attenzione però all’effetto boomerang. È necessario esserci con informazioni e dati aggiornati. Le aziende devono avere realmente in mente ciò che si vuole dire di Mattia Nicoletti - Creative marketing strategist and producer – Dreamcatchers Entertainment Era il lontano 2003 quando è nata LinkedIn. Nessun a quel tempo parlava di social network (Facebook sarebbe nata un anno dopo), ma oggi per il mondo business è l’unica piattaforma di networking che ha veramente un valore, perché negli anni (nel 2016 è stata acquistata da Microsoft),
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ha conservato quella connotazione fondamentale per il mondo B2B, ma non solo. Perché se è vero che le aziende che operano nel settore business to business possono trarne maggiori vantaggi, per le società che vendono i propri prodotti e servizi al consumatore può essere comunque un’opportunità.
/ MARKETING /
Corporate communication LinkedIn è la piazza delle aziende e dei professionisti. Indipendentemente dal settore di riferimento, essere su LinkedIn con un profilo e con una pagina aziendale, oggi significa autorevolezza. E’ naturale che sia necessario esserci con informazioni e dati aggiornati, altrimenti la presenza passiva può essere un effetto boomerang. Su LinkedIn infatti, un dirigente, un manager, un imprenditore o anche un “semplice” dipendente possono apportare valore a un brand. Comunicare un progetto solidale, presentare un’innovazione o una nuova campagna pubblicitaria ha la potenzialità di rafforzare il brand con i fornitori e con la concorrenza e può creare opportunità di sinergie con aziende operanti in settori complementari.
Su LinkedIn un dirigente, un manager, un imprenditore o anche un “semplice” dipendente possono apportare valore a un brand
Job Opportunity Una delle ragioni per cui LinkedIn è molto utilizzato dalle aziende è la ricerca di personale. Quale migliore luogo di quello dove sono raccolti una gran parte dei curricula, soprattutto dei manager, per individuare un profilo necessario all’azienda? Per cercare la persona giusta però, così come accade quando ci si affida a società di recruiting, è importante fare degli investimenti in comunicazione. Quindi se un’azienda ha la necessità di coprire una o più posizioni dell’organico LinkedIn, salvo colpi di fortuna, deve investire in una campagna. A differenza però degli altri social, il costo delle campagne di comunicazione su LinkedIn hanno un costo superiore, ma se si hanno le idee chiare ( ovvero conoscere come funzionano gli investimenti pubblicitari su LinkedIn) può essere un’opportunità da non sottovalutare.
All’interno di LinkedIn esistono i gruppi che raccolgono aziende e professionisti di settori specifici. Questi luoghi virtuali danno la possibilità di potersi confrontare
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/ MARKETING /
Condividere le proprie idee All’interno di LinkedIn esistono i gruppi che raccolgono aziende e professionisti di settori specifici. Questi luoghi virtuali danno la possibilità di potersi confrontare, anche a livello internazionale, su evoluzioni, problematiche specifiche. Condividere i progetti, un nuovo prodotto o un problema all’interno del settore, oppure anche rispondere a una domanda di uno degli appartenenti del gruppo può essere un modo per accrescere la reputazione e per creare anche in questo caso sinergie per raggiungere l’obiettivo comune. Una regola però da rispettare è quella di contribuire attivamente alle discussioni e di non temere di rivelare chissà quale segreto aziendale perché timorosi di perdere un vantaggio competitivo.
LinkedIn è lo spazio perfetto per organizzare webinar di formazione e informazione per aumentare la propria notorietà e la propria reputazione Fare formazione LinkedIn è lo spazio perfetto per organizzare webinar di formazione (e informazione) per aumentare la propria notorietà e la propria reputazione, soprattutto su temi attuali relativi al settore di appartenenza. L’opportunità è quella di raggiungere professionisti che probabilmente hanno più possibilità di partecipare online che in presenza (soprattutto con la tendenza sempre crescente delle riunioni virtuali). LinkedIn è realmente un mezzo molto potente per le aziende a patto che si abbia realmente in mente ciò che si vuole dire. Senza un piano editoriale definito (e questo discorso comunque vale anche per gli altri social network) il rischio è quello di apparire improvvisati e impreparati. Anche i curricula del management devono essere scritti a regola d’arte e curati nei dettagli, perché le persone prima di tutto sono i principali mezzi di comunicazione di un’azienda.
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Sappiamo quanto sia stato difficile il 2020. Anche nei momenti più complessi, vogliamo far luce sulle persone e sui team che hanno sostenuto le attività in cui credevano investendo più che mai. 1492 aiuta le aziende ad aumentare il capitale di sviluppo, a dare ai progetti l’eccellenza che meritano, a finanziare l'economia del futuro. Scrivici a info@1492fin.tech
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Orientare le scelte d’acquisto in store attraverso le emozioni
ECCO LE 4 REGOLE D’ORO DEL NEUROMARKETING Concepire, in negozio, dei percorsi che suggestionino il cliente, stimolando i 5 sensi, e indirizzando il processo decisionale, durante la shopping experience in store di Gianni Bientinesi
A guidare il consumatore, durante la shopping experience in store, sono soprattutto le emozioni (nel 90% dei casi), mentre solo un risicato 10% della clientela è mosso dalla razionalità. Stando così le cose diventa strategico, per ogni distributore, co-
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struire un negozio che sappia emozionare, possibilmente riuscendo a trasformare tale sollecitazione emotiva in un acquisto. Ad ottenere questo risultato ci aiuta il neuromarketing, una scienza multidisciplinare che lega l’area delle ricerche di mercato
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all’ambito psicologico, nell’ottica di individuare i canali di comunicazione che influenzano il processo decisionale dell’acquirente. NO ALLA SOVRABBONDANZA INFORMATIVA Come si fa a veicolare i giusti messaggi, sul punto vendita? In primo luogo, dobbiamo tener presente che i nostri negozi – nel fai da te come in tutto il mondo del commercio - sono molto ridondanti, pieni di informazioni e di colori. É piuttosto comune, fra gli esercenti, la tendenza ad aggiungere un’indicazione o un’etichetta in più, per dare rilievo a una novità di prodotto o di servizio. Perché? É presto detto: si crede, così facendo, di dare maggior forza ad un messaggio. Il problema – ci spiega il neuromarketing – è che il nostro cervello non riesce a decodificare tutte le informazioni che si trova dinnanzi. Tanto per dare delle cifre, in un ambiente urbano ci sono circa 300.000 segnali; di questi, la nostra mente può seguirne al massimo 2.500 al giorno. Questo cosa vuol dire? Che anche in store, se vogliamo che un messaggio raggiunga il cliente, è necessario andare verso la semplificazione della comunicazione. Insomma non si devono aggiungere ulteriori indicazioni, ma bisogna al contrario levarle, procedendo ad una drastica riduzione della cartellonistica o delle evidenziazioni. Cosa, quest’ultima, che ho potuto sperimentare direttamente, attraverso numerosi test effettuati in store, e la successiva misurazione dell’impatto delle tecniche utilizzate, per esempio verificando la crescita sia del tasso di conversione che dello scontrino medio del punto vendita.
CARTA DI IDENTITÀ
Gianni Bientinesi
IL RISCHIO DELLA CONFUSIONE VISIVA Uno dei must, per una comunicazione più efficace, è sviluppare, per ogni reparto assortimentale (o almeno per quelli più strategici), una sorta di racconto dedicato, selezionando, per ciascuna storia, solo le informazioni chiave. Un’operazione non facile poiché - come si diceva - si deve resistere alla tentazione di inserire immagini e concetti. L’eccesso di nozioni, peraltro, genera confusione visiva che, a sua volta, rallenta il processo di scelta. E, dato che stiamo lavorando sull’emotività, la velocità decisionale del cliente è centrale, perché l’emozione è qualcosa di istantaneo e non ragionato.
Sociologo esperto in marketing e ricerche di mercato, Bientinesi è fondatore di Business Intelligence Group srl, start up innovativa realizzata in collaborazione con Aethia srl, una delle più importanti realtà italiane specializzata nel settore del calcolo ad alte prestazioni applicato alla ricerca scientifica. BIG srl è una delle poche aziende in Italia in grado di supportare i propri clienti (grande distribuzione, produttori, agenzie di comunicazione, società di consulenza e istituti di ricerche di mercato) dalla realizzazione di indagini di mercato all’ implementazione di sistemi hardware e software per lo sviluppo di reportistica ed analisi di grandi quantità di dati (Data Lake). Business Intelligence Group Srl è inserita nell’incubatore Enne 3 dell’Università del Piemonte Orientale.
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DALLA VISTA ALL’OLFATTO Cosa importante, l’emozione coinvolge tutti e 5 i sensi, non solo la vista, che certamente è fra le prime funzioni a venir stimolata. Nei negozi di fai da te la sensazione tattile è un aspetto molto rilevante: banalmente, la possibilità di provare i prodotti e valutarne le prestazioni, è un forte incentivo all’acquisto. Un senso come l’olfatto è più importante di quanto si creda, pure all’interno di uno store di bricolage. Fra i tanti esempi, ve ne illustro uno piuttosto emblematico. É opinione diffusa presso i consumatori che, per avere una porta, una finestra, o una pavimentazione di alto standard, sia preferibile una realizzazione in legno, materiale percepito come sinonimo di elevato livello qualitativo. Così, nel reparto finiture di un centro fai da te, spesso si utilizzano dei diffusori di profumo di legno. Questi ultimi ‘ingannano’ il cervello, che tende ad estendere l’idea di qualità, legata al legno, all’intera offerta di prodotto di quella zona espositiva, anche quando l’assortimento includa referenze di altri materiali (peraltro non inferiori, per prestazioni ed affidabilità, al legno). A rafforzare un concetto, concorrono pure i rumori ed i suoni. Ecco un caso su tutti. Un player come Autogrill, per trasmettere un maggior senso di piacevolezza e comfort al cliente, ha migliorato, fra le altre cose, anche il servizio toilette, introducendo, nei bagni di alcune sue strutture, il suono del cinguettio degli uccelli.
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SAPER SCEGLIERE Cosa ricaviamo da queste riflessioni? Il punto nodale del ragionamento è che per ‘condizionare’ il percorso di spesa del consumatore tramite la leva emozionale, é necessario procedere ad una razionalizzazione degli elementi comunicativi. Ciò, ovviamente, presuppone che il distributore faccia una scelta dei messaggi da veicolare. Ed è qui che emerge un concetto fondamentale: il vero know how di un retailer sta proprio nella capacità di saper scegliere: in termini di prodotti da inserire nella propria offerta merceologica, di comunicazione, di scala prezzo e, ancor prima, di location e di lay out. Tutti elementi che devono convivere in maniera coerente, in modo che il cliente possa trovare un filo logico rispetto al posizionamento che l’insegna vuole avere. Perché - mi permetto di aggiungere - solo un retailer che ha il coraggio di prendere una posizione forte e chiara sul mercato può essere davvero vincente e differenziante.
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L’evoluzione del consumatore e dei suoi comportamenti d’acquisto nel 2021
CONNECTED ECONOMY: COME CAMBIA IL MONDO DEL RETAIL I nuovi trend di sviluppo del commercio digitale in Italia. I settori maggiormente in crescita: informatica ed elettronica di consumo, food & grocery e arredamento, home living e personal care Nel 2020 gli acquisti online degli italiani sono cresciuti del +3,4% e hanno raggiunto i 32,4 miliardi di euro. Una dinamica caratterizzata fortemente dagli effetti della pandemia che hanno generato un andamento opposto tra i comparti di prodotto – cresciuti del +45%, pari a 25,9 miliardi di € - e quelli di servizio, al contrario, calati del -52%, per un valore degli acquisti online ridotto
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a 6,5 miliardi di euro. Secondo l’ultima indagine dell’Osservatorio eCommerce B2C - Netcomm School of Management del Politecnico di Milano, i comparti di prodotto hanno registrato online, nel 2020, una crescita esplosiva: in valore assoluto vi è stato un incremento di 8 miliardi di euro rispetto al 2019, trainati da Informatica ed Elettronica di consumo (+1,9 miliardi di €), Food&Grocery
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(+1,3 miliardi di €) e Arredamento e Home Living (+1,1 miliardi di €). Nei servizi è il comparto Turismo e trasporti a generare il drastico calo degli acquisti eCommerce B2c con una riduzione rispetto al 2019 di circa 6,7 miliardi di euro. IL SIGNIFICATIVO BALZO DELL’ONLINE La penetrazione dell’online sul totale acquisti retail, complice il crollo dei consumi offline a causa delle restrizioni al commercio fisico dovute alla pandemia, registra un significativo balzo in avanti e passa dal 7% del 2019 al 9% del 2020. L’eCommerce è in questo particolare momento storico l’unico motore di crescita del commercio e gioca sempre più un ruolo rilevante e decisivo nelle strategie dei merchant e dei retailer. LA CRESCITA DEL SISTEMA ECONOMICO IN RELAZIONE ALL’EVOLUZIONE DIGITALE DELLE IMPRESE “Per continuare a sostenere l’evoluzione digitale delle imprese e contribuire con la rete del valore del digital retail alla crescita del sistema economico italiano occorre un cambio di paradigma, ovvero ragionare con una visione di “Connected Economy” che aggreghi e sappia creare sinergie per cittadini, consumatori, imprese e Pubblica Amministrazione.” - commenta Roberto Liscia, Presidente di Netcomm. “É necessario sviluppare un programma concreto di transizione al digitale che supporti e faciliti le imprese in un processo definitivo e irreversibile, connettendo sistematicamente i distretti, le filiere industriali, gli organi pubblici e le imprese, affinché si possano offrire ai cittadini e ai consumatori benefici e servizi in linea con i nuovi stili di vita e supportare le aziende nell’essere sempre più sostenibili e competitive”.
naria crescita dei prodotti, spinti dal nuovo lockdown introdotto negli ultimi due mesi dell’anno.” afferma Riccardo Mangiaracina, Responsabile Scientifico dell’Osservatorio eCommerce B2c School of Management del Politecnico di Milano. “La pandemia ha avuto un duplice impatto. Da un lato, contrariamente a quanto si possa pensare, ha frenato la crescita del mercato eCommerce B2c in Italia, che certamente sarebbe stata più elevata senza l’emergenza sanitaria, con l’eccezione di alcuni settori merceologici come il Food&Grocery in cui ha provocato un’accelerazione del mercato online. Dall’altro ha anche modificato gli equilibri tra online e offline forzando l’offerta a soddisfare le mutate esigenze di consumo e ad accelerare il suo processo di digitalizzazione e spingendo i consumatori a un utilizzo più frequente dei canali online. Questi cambiamenti sono segno di una generale maturazione che permetterà all’eCommerce B2c italiano di continuare a crescere anche nel 2021. In particolare, ci aspettiamo un ulteriore aumento degli acquisti online trainato da un consolidamento nei comparti di prodotto e da una leggera ma significativa ripresa dei servizi”.
LA RIVOLUZIONE DEGLI EQUILIBRI TRA ONLINE E OFFLINE “Rispetto alle prime stime negative, l’eCommerce B2c italiano ha chiuso il 2020 con un saldo positivo di crescita. Il brusco calo registrato dai servizi - in primis dal comparto Turismo e Trasporti - è stato infatti più che compensato dalla straordi-
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LA RETE DEL VALORE DELLA FILIERA DELL’ECOMMERCE IN ITALIA Quella del Digital Retail oggi è una vera e propria filiera anche nel nostro Paese, la cui rete del valore include sia le realtà che vendono online (Merchant e Brand Owner) che le imprese che erogano servizi legati allo scenario digitale per un totale di 678mila imprese, e che rappresentano il 34% del totale delle imprese di capitali in Italia (1,9 milioni). Seconda una ricerca di Netcomm condotta da The European House - Ambrosetti, già nel 2019, prima dell’avvento della pandemia, l’e-commerce era stato uno dei settori che aveva incrementato di più il proprio peso relativo sul fatturato complessivo, incidendo profondamente sulla crescita sia del fatturato del totale delle attività economiche (+19,2%), sia sulla crescita dell’occupazione delle imprese italiane (6,7% sul totale). Nel 2020 gli operatori che si sono affidati in parte o del tutto alla rete di vendita digitale hanno visto crescere in maniera importante i ricavi delle vendite e delle attività legate all’e-commerce: durante il lockdown, infatti il 50% dei Merchant e Brand owner ha aumentato il proprio fatturato di vendita online di oltre il 100%, mentre per il 50% dei Business partner questa crescita si è attestata tra +21% e +75%. Oggi è fondamentale una riflessione per quei comparti che sono ancora in sofferenza, su tutti quello del Turismo: urge un approccio sistemico e di filiera che coinvolga l’intera rete del valore aggregando anche quegli operatori che ancora non sono riusciti a trarre vantaggio dall’intera offerta dell’ecosistema tecnologico internazionale e a creare momenti professionalizzanti e formativi per la forza lavoro attualmente impiegata e per quella del futuro. L’EVOLUZIONE DEL CONSUMATORE E DEI SUOI COMPORTAMENTI D’ACQUISTO NEL 2021 Da una ricerca di Netcomm realizzata in collaborazione con MagNews sulla trasformazione dei percorsi di acquisto dei consumatori tra il 2020 e il 2021 nei settori Fashion, Food e Personal Care sono state individuate cinque nuove tipologie di consumatore (Consumatore Contemporaneo, Fast
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L’eCommerce B2c italiano cresce del +3,4% per un valore di 32,4 miliardi di euro; boom per le vendite di prodotto al +45% con un incremento di 8 miliardi di euro Nonostante il crollo generale dei consumi di inizio 2020, a fine anno l’eCommerce B2c di prodotto chiude a quota 25,9 miliardi di € Le imprese della rete del valore del Digital Retail in Italia hanno generato un fatturato complessivo di 58,6 miliardi di euro nel 2020 e rappresentano il 34% del totale delle imprese di capitali (680mila aziende) con consistenti effetti su PIL e occupazione
Shopper, Offline Buyer, Omnichannel Shopper e Digital First). Il trend principale è un consistente trasferimento del comportamento d’acquisto da un approccio prevalentemente fisico o omnicanale (acquisti sia online che offline) a favore di uno “Digital First” (acquisti solo online). Secondo la ricerca nella categoria dei “Consumatori digitali” rispetto al 2020 si è registrata una crescita rilevante degli acquisti online in tutti e tre gli ambiti considerati: da 2% a 12.9% negli acquisti di ambito Fashion, da 2% a 9.9% negli acquisti di ambito Food, da 2% a 12.8% negli acquisti di ambito Personal Care. Inoltre, dalla ricerca emerge che i digital wallet e le recensioni online sono i touchpoint più rilevanti nell’abilitazione degli acquisti via web. Il momento del pagamento non conclude solo l’esperienza d’acquisto, ma è anche un fattore strategico di marketing per le aziende della filiera; le review online sono ormai uno strumento fondamentale per i consumatori che dovrà essere posto al centro delle riflessioni delle insegne e dei brand, non solo per gestirle con attenzione, ma anche per intercettare i bisogni e le necessità di acquirenti più consapevoli e alla ricerca di esperienze d’acquisto sempre più personalizzate.
È IN EDICOLA
Trimestrale dell’Associazione Nazionale Allevatori del Cavallo Trottatore disponibile nelle migliori edicole d’Italia o in abbonamento Casa Editrice
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IL CIOCCOLATO PREMIUM IN LIVE STREAMING SHOPPING di Fabrizio Valente - Founder e Amministratore di Kiki Lab (Gruppo Promotica)
Il caso Dengo in Brasile rappresenta un esempio di come si può reinventare la propria esperienza online per riuscire a proporne una il più simile possibile a quella offerta in negozio. Un addetto in negozio accoglie virtualmente i clienti, mostrando i prodotti, raccontandoli e interagendo in tempo reale, fino ad arrivare alla vendita con collegamento diretto all’ecommerce del brand
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Dengo è un brand brasiliano di cioccolato e caffè premium, nato nel 2017, e la sua proposta di valore è focalizzata sull’elevata qualità dei prodotti. Il cioccolato è al 100% prodotto con pregiato cacao brasiliano. Vengono utilizzati frutta, noci e ingredienti tipici del Paese in base alla stagione, con un costante rinnovamento dell’assortimento. I nove negozi Dengo presenti in Brasile sono caratterizzati dall’esperienzialità e dal coinvolgimento con i clienti, stimolando i loro sensi, in particolare olfatto e gusto, e dallo storytelling del brand, dei produttori e dei prodotti. A causa del Covid-19, Dengo è stato costretto a chiudere i propri negozi fisici e a concentrarsi sui canali digitali, reinventando la propria esperienza online per riuscire a proporne una il più simile possibile a quella offerta in negozio. La soluzione adottata dall’azienda è stata quella di creare un negozio virtuale online
che permette ai clienti da casa di accedere a un live streaming con collegamento da un vero negozio fisico in un centro commerciale. Un addetto in negozio accoglie virtualmente i clienti, mostrando i prodotti, raccontandoli e interagendo in tempo reale, fino ad arrivare alla vendita con collegamento diretto all’ecommerce del brand. Prossimo evento Kiki Lab (Promotica) Ki-Life. Brand e Retail per un presente sostenibile Evento Phygital, Torino, Eataly + diretta streaming 15 giugno 2021 (14.00 – 18.30) Evento a pagamento, Inviti disponibili per diretta streaming per manager Retail e Brand (disponibilità limitata) Per informazioni e iscrizioni: kiki@kikilab.it – 030 22 16 81
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SUSTAINABLE EXPERIENCE L’azienda è guidata da forti valori etici, sottolineati dal claim ‘Pleasure with Purpose’, “piacere con uno scopo” (sociale). L’obiettivo del brand è quello di incentivare e promuovere una produzione sostenibile che rispetti l’ambiente e migliori la vita dei piccoli produttori indipendenti e delle comunità locali. COMMENTO FINALE KIKILAB I retailer di tutto il mondo stanno cercando di sperimentare nuovi modi per creare un’esperienza online “umanizzata”, che si possa avvicinare il più possibile a quella del negozio fisico. Il live streaming commerce si sta per questo sviluppando velocemente e Dengo l’ha fatto in modo coinvolgente, riuscendo anche con la pandemia a continuare a vendere i propri prodotti e a raccontare la propria storia alleviando, seppur parzialmente, le perdite di fatturato causate dalla chiusura dei negozi. Sfida: riuscire a creare un adeguato traffico con il live commerce e portare il conversion rate a un livello che possa rendere sostenibile questo modello.
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Caso tratto dalla ricerca Retail Innovations 16 di Kiki Lab – Ebeltoft Group Dengo - Brasile Un brand di cioccolato premium lancia in piena pandemia un servizio di live streaming shopping per permettere ai clienti di collegarsi da casa con un addetto in negozio, integrando in questo modo l’esperienzialità tipica del canale fisico con la comodità del canale digitale Area chiave Omni Experience Tendenza complementare Sustainable Experience Info chiave • Specializzato cioccolato premium • 2017: prima apertura • 2020: lancio del live streaming shopping • 9 negozi
È TEMPO DI BRAND FOR COMMUNITY
BFC Media è la casa editrice leader nella comunicazione verso community di alto valore. Con la forza di brand affermati e riconosciuti dal mercato editoriale, BFC Media offre ai propri clienti l’opportunità di dare valore alle proprie iniziative e creare reputation sviluppando progetti di comunicazione multimediale innovativi e integrati: magazine, digital, social, newsletter, eventi, video, audio.
LEADER IN CROSS MEDIA
bfcmedia.com
// CCOOMMUUNNI C I CAAZZI O I ONNEE //
Strategie di marketing finalizzate alla crescita e al vantaggio competitivo, ma con l’obiettivo di migliorare e tutelare la società ed il pianeta
THINK GREEN: LA NUOVA VISIONE PRODUTTIVA DELLE IMPRESE Lo sviluppo sostenibile ha assunto un valore strategico di riferimento per un numero sempre più crescente di imprese, consapevoli della propria responsabilità nell’ambito economico, ambientale e sociale Stefania Giuseppetti Con la crescita dell’attenzione verso comportamenti, approcci e abitudini ecosostenibili, anche i consumatori hanno sviluppato una maggiore sensibilità ai temi ambientali. Nasce, così, una visione produttiva e competitiva delle imprese, verso un cammino di maggiore responsabilità sociale e minore impatto sul territorio. Responsabilità che si traducono in originali strategie di marketing finalizzate alla crescita e al vantaggio competitivo, ma con l’obiettivo di migliorare e tutelare la società ed il pianeta.
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Tale scenario ha portato alla diffusione di espressioni come green marketing, marketing sostenibile, marketing ambientale o marketing ecologico: tutte definizioni che enfatizzano l’attenzione sulla salute del nostro “ecosistema”. IL GREEN MARKETING: UNA NUOVA FILOSOFIA DEI CONSUMI Il green marketing, oltre ad essere un modo per salvaguardare il nostro pianeta, rappresenta una nuova filosofia dei consumi per una società più equilibrata e più etica. I comportamenti di consumo ispirati alla cultura del surplus lasciano il posto ai nuovi comportamenti ispirati alla cultura dell’essenzialità. Il consumatore, infatti, è sempre più sensibile allo sviluppo sostenibile e all’impatto ambientale delle aziende che sceglie per soddisfare i propri bisogni e desideri. Quindi, il green marketing è lo strumento più idoneo per accogliere la domanda proveniente dal mercato e trasformarla in prodotti e servizi ecocompatibili. Può essere realizzato in vari modi: nel processo produttivo e nella distribuzione, attraverso il risparmio energetico, l’impatto ambientale, oppure lo sfruttamento razionale delle risorse; nell’imballaggio, con la riduzione del packaging o il risparmio dei materiali; nello smaltimento attraverso il riciclo o la biodegradabilità.
LE IMPRESE SEMPRE PIÙ CONSAPEVOLI DELL’IMPORTANZA DELLA SOSTENIBILITÀ La definizione di “sviluppo sostenibile” come “uno sviluppo che soddisfa i bisogni del presente senza compromettere la possibilità delle generazioni future di soddisfare i propri bisogni” [rapporto Brundtland, rilasciato nel 1987 dalla Commissione mondiale sull’ambiente e lo sviluppo (WCED)] ha assunto un valore strategico di riferimento per un numero sempre più crescente di imprese, consapevoli della propria responsabilità nell’ambito economico, ambientale e sociale. L’attenzione e il sostegno per il rispetto dell’ambiente coinvolge sempre di più non solo quelle imprese con una spiccata sensibilità nei confronti delle tematiche ecologiche, ma chiunque abbia il desiderio di intraprendere un cammino di maggiore responsabilità sociale e minore impatto sul territorio. Sempre più spesso accade di imbattersi in iniziative di co-marketing verde, attraverso le quali acquistando un determinato prodotto si partecipa a sostenere una campagna di solidarietà. È IMPORTANTE UN EFFETTIVO RISCONTRO CON LA REALTÀ Questa tendenza si è manifestata a causa dell’esigenza di valorizzare e comunicare il ruolo socialmente responsabile delle aziende, ma anche per la nuova propensione del consumatore di premiare l’azienda con la quale riesce ad identificarsi e di cui condivide le azioni, siano esse sociali, ecologiche o simili. Il “pensiero sostenibile” dall’azienda e la conseguente comunicazione devono trovare un effettivo riscontro con la realtà. Think green potrebbe essere il nuovo motto delle aziende, ma soprattutto talk green nell’ottica dell’instaurazione di un dialogo continuativo, dove parlare e ascoltare le esigenze dei propri consumatori rientra nelle attività principali delle aziende che puntano al soddisfacimento e alla fidelizzazione del proprio pubblico. E proprio grazie alla comunicazione e alla diffusione di stili di vita che promuove il marketing è possibile comunicare nuovi codici di comportamento, maggiormente rispettosi dell’ambiente, etici e sostenibili. Il progresso ha sicuramente migliorato le nostre condizioni di vita, ma non ha tenuto conto del-
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le conseguenze sull’ambiente. Infatti, il 2020, oltre ad essere ricordato come l’anno della pandemia, ha chiuso un decennio di temperature record, a testimonianza del riscaldamento globale e di un risultato che appartiene a un modello di sviluppo non più replicabile. Non a caso nei piani di ripresa post-pandemia, una grossa fetta delle risorse è stata stanziata proprio per gli obiettivi “green”. Tra le imprese orientate alla Corporate social Responsability, Ikea – società svedese tra i maggiori consumatori di legno in tutto il mondo – ha dato prova di una grande coscienza ambientale e, per questo, è anche in cima alle classifiche delle aziende impegnate in attività di green marketing. IKEA E CALZEDONIA: CAMPAGNA SOSTENIBILE IKEA - “Quanto è sostenibile IKEA? Ebbene, ogni giorno più sostenibile. Con prodotti come hot dog vegetariani, frontali di cucine realizzati con bottiglie di plastica riciclate e soluzioni a risparmio energetico, sta aprendo la strada a case più sostenibili per molti. Crede che le persone debbano sentirsi autorizzate a vivere in modo più sostenibile, motivo per cui si concentra sull’ispirazione al cambiamento con un design del prodotto economico, riciclabile ed efficiente dal punto di vista energetico. Perché “Nessun metodo è più efficace del buon esempio”. [https://www.ikea.com/us/en/this-is-ikea/sustainable-everyday/]
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IN EVIDENZA •
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Il green marketing è lo strumento più idoneo per accogliere la domanda proveniente dal mercato e trasformarla in prodotti e servizi ecocompatibili La definizione di “sviluppo sostenibile” ha assunto un valore strategico di riferimento per un numero sempre più crescente di imprese Nei piani di ripresa post-pandemia, una grossa fetta delle risorse è stata stanziata proprio per gli obiettivi “green”
Calzedonia – Il noto franchising italiano di abbigliamento, che già nella collezione Autunno/Inverno 2019 aveva lanciato una linea di collant realizzati con l’impiego di un innovativo filato riciclato – produce una linea green creati con tessuti sostenibili e a basso impatto ambientale. Dai calzini ai leggings, fatti di materiali riciclati come il PET e le fibre rinnovabili di origine vegetale proiettano il brand in “un futuro più sostenibile”. I disegni e i messaggi riprodotti, ad esempio, sui nuovi calzini – come “No More Plastic” con una tartaruga, “Love the Ocean” accompagnato da una balena, “Green is cool” e “Save Water” – hanno l’obiettivo di sensibilizzare i consumatori sul tema del cambiamento climatico. A completare l’impegno green, anche il packaging e le shopping bag sono stati entrambi realizzati con materiali riciclati e riciclabili al 100%.
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La compresenza di molte clausole di “esclusiva” richiede sempre una dettagliata regolamentazione
DALLA ZONA AL MONOMARCA, L’OBBLIGO È SEMPRE IL RISPETTO Le clausole contrattuali che regolamentano le esclusive nei rapporti di franchising sono più numerose delle tre previste dalla normativa. Clausole importantissime per un corretto rapporto tra franchisor e franchisee. Quali sono e come funzionano di Mirco Comparini - Commercialista, Revisore Legale e Consulente al Franchising
La L.129/2004, all’articolo 3, comma 4, lettera c), indica, come elementi di “espressa indicazione” da riportare nel contratto (in forma scritta), ma solo se “eventualmente previste”. Si tratta de“l’ambito di eventuale esclusiva territoriale sia in relazione ad altri affiliati, sia in relazione a canali ed unità di vendita direttamente gestiti dall’affiliante”.
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Come rilevabile, sono tre distinte tipologie di esclusive: • l’esclusiva territoriale, che obbliga di identificare chiaramente l’ambito geografico; • l’esclusiva in favore dell’affiliato in relazione ai canali distributivi, una esclusiva al franchisee rispetto ai canali distributivi diversi dalla rete di franchising (esempio, terzi rivenditori, come negozi specializzati, negozi plurimarca, e catene di GDO); • l’esclusiva relativa a punti di vendita direttamente gestiti dal franchisor e che vieta a quest’ultimo di operare attraverso una sua diretta rete distributiva, su un territorio dato in esclusiva al franchisee. Trattasi di tre fattispecie, assolutamente distinte tra loro che possono anche coesistere all’interno dello stesso contratto. Pur tuttavia, come detto, esse non sono elementi essenziali e necessari di un contratto di affiliazione.
La libertà contrattuale concessa alle parti consente, ovviamente, di prevedere ulteriori clausole di esclusive aventi lo scopo di regolamentare diversi obiettivi. Un esempio è quello della clausola che porta la definizione anglofona di “right of first refusal”, ossia un diritto di prelazione in favore dell’affiliato che prevede, in assenza di un’esclusiva in favore del franchisee, che se il franchisor intenda aprire un nuovo punto vendita su un territorio già assegnato ad un affiliato, debba fare preventivamente un’offerta a quest’ultimo prima di rivolgersi ad altri franchisee. Un altro esempio,possiamo citarlo con la possibilità di subordinare il diritto di esclusiva territoriale ed il suo mantenimento in capo al franchisee al raggiungimento, da parte di quest’ultimo, di un determinato risultato economico minimo. In sostanza, la scelta di pattuire o meno una clausola di esclusiva risiede nella strategia commerciale dell’affiliante, in quanto, se da un lato l’esclusiva può essere strumento di tutela del franchisee, dall’altro, è anche vero che la stessa può essere un ostacolo rispetto alle variazioni del mercato di riferimento.
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In ogni caso, seppur ovvio, è obbligo far presente che se una di queste clausole è concordata tra le parti, la stessa deve essere espressamente riportata all’interno del contratto di franchising da redigere in forma scritta. Possiamo far rientrare tra le possibili esclusive inseribili nei contratti di franchising anche il classico e ricorrente obbligo di rifornirsi o di mettere in vendita esclusivamente beni o servizi offerti dal franchisor. Sicureamente l’ampiezza di questo obbligo di approvvigionamento esclusivo del franchisee può poi essere determinato dalle parti in maniera più o meno elastica. Infatti, può essere prevista la possibilità, per l’affiliato, di trattare anche beni o servizi forniti da terzi qualora non siano in concorrenza con i beni e servizi del franchisor o qualora sia lo stesso franchisor ad autorizzarne la commercializzazione, di norma basata su specifici requisiti e condizioni. In questo caso si parla di beni accessori o complementari all’assortimento.
IN EVIDENZA • La scelta di pattuire o meno una clausola di esclusiva risiede nella strategia commerciale dell’affiliante • Se una clausola è concordata tra le parti, la stessa deve essere espressamente riportata all’interno del contratto di franchising da redigere in forma scritta • Si può far rientrare tra le possibili esclusive inseribili nei contratti di franchising anche il classico e ricorrente obbligo di rifornirsi o di mettere in vendita esclusivamente beni o servizi offerti dal franchisor
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Quest’ultimo caso è particolarmente importante in quanto costituisce un tema ad alto rischio di contenzioso non raramente ingenerato da un “approccio comportamentale” degli affiliati tendenti ad aggirare o a non prendere in considerazione tale impegno preso.
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Un tema che spazia dalla “commercializzazione affiancata” di prodotti privi di marchio della rete a quelli recanti marchio contraffatto, fino a prodotti completamente estranei dalla linea di quelli posti a base del business della rete. L’importanza del tema è vasta e gli inadempimenti di tal natura attuati da un negozio monomarca affiliato determinano una politica di progressiva “appropriazione” dell’avviamento commerciale correlato col marchio del franchisor. Non meno importante è il danno all’immagine causato dal comportamento del negozio monomarca affiliato che, con tale inadempimento, pone in essere una molteplicità di comportamenti che generano anche l’erosione del valore del marchio e della brand image del franchisor, come accade nell’offrire in vendita tutta una serie di prodotti no brand, taluni assolutamente non esistenti nel catalogo del franchisor e appartenenti a categorie diverse e/o del tutto
estranee, intaccando, così, l’alto posizionamento ed il livello di eccellenza del marchio e dei prodotti che contraddistingue. Da questo punto di vista incidono anche altri fattori di particolare importanza, inclusa la tipologia di pubblico al quale il marchio si rivolge, ma anche l’ambiente che il franchisor ha appositamente creato solo per i suoi prodotti. Infatti, nel momento in cui il franchisor esplicitamente e contrattualmente richiede che i propri prodotti vengano venduti in un determinato ambiente, studiato per una visual merchandising specifica, ecc., magari con sezioni, mobilio, reparto specializzati potrebbe apparire indubbiamente inadeguato, rispetto agli standard richiesti, la messa in vendita dei sui prodotti in accostamenti o in anche sola esposizione di prodotti estranei generando una lesione e un pregiudizio del prestigio e dell’immagine del marchio.
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Sanatoria: le modalità ed i requisiti per aderire all’agevolazione
SOS IMPRESE IN DIFFICOLTÀ: COME PAGARE LE IMPOSTE SENZA SANZIONI Il piano di rateizzazione è messo a disposizione e calcolato dal sito dell’Agenzia delle Entrate attraverso il seguente percorso: “servizi per i cittadini – pagamenti e rimborsi – Comunicazioni controllo automatico e formale, calcolo delle rate di Debora Salomone - Avvocato L’art. 36 bis Dpr 600/73 e l’art. 54 bis Dpr 633/72 prevedono che all’esito della liquidazione delle dichiarazioni presentate l’Agenzia delle Entrate invii le cd. “comunicazioni di irregolarità” o “avvisi bonari” nei quali informa il contribuente che vi è una discrasia tra quanto da egli dichiarato in ordine ai versamenti effettuati ed a quelli eseguiti.
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Con tale atto l’Agenzia invita quindi il destinatario ad effettuare il versamento degli importi richiesti pari alle imposte non versate, alle sanzioni nella misura del 10%, cui si aggiungono gli interessi al tasso legale dalla data dell’omesso versamento. Gli avvisi possono essere pagati in 8 rate trimestrali se l’importo richiesto non supera 5 mila euro (2 anni), 20 rate trimestrali se l’importo supera i 5000 mila euro (5 anni) (art. 3 bis co. 1 Dlgs. 462/97). Gli avvisi bonari sono sostanzialmente il modo attraverso il quale molti imprenditori che non hanno a disposizione liquidità scelgono di versare le imposte rateizzandole, le spese per questo ritardo nel versamento sono normalmente di circa il 12% (sanzioni ed interessi legali più interessi da rateazione). L’avviso viene inviato nella casella pec del destinatario o a mezzo posta (con raccomandata semplice) e la prima rata deve essere versata entro 30 giorni dal ricevimento (la tolleranza è molto ristretta ed è pari a sette giorni), il piano di rateizzazione è messo a disposizione e calcolato dal sito dell’Agenzia delle Entrate attraverso il seguente percorso: “servizi per i cittadini – pagamenti e rimborsi – Comunicazioni controllo automatico e formale, calcolo delle rate”. Le rate devono essere pagate alla scadenza, pena la decadenza dal beneficio della rateazione e della sanzione ridotta e l’iscrizione a ruolo delle somme dovute con la sanzione del 30% prevista dall’art. 13 Dlgs 472/97. Ai sensi dell’art. 15 ter Dpr 602/73 comma 3, in ogni caso, la decadenza è esclusa in caso di lieve inadempimento dovuto a: a) insufficiente versamento della rata, per una frazione non superiore al 3% e, in ogni caso, a diecimila euro; b) tardivo versamento della prima rata, non superiore a sette giorni; Inoltre ai sensi dell’articolo 15 ter Dpr 602/73 comma 6, l’iscrizione a ruolo conseguente al mancato pagamento di una rata non viene comunque effettuata se il contribuente si avvale del ravvedimento di cui all’art. 13 del D.Lgs. n. 472/1997 entro il termine di pagamento della rata successiva ovvero, in caso di ultima rata o di versamento in unica soluzione, entro 90 giorni dalla scadenza. Dunque, in caso di mancato pagamento dell’avviso
Gli avvisi possono essere pagati in 8 rate trimestrali se l’importo richiesto non supera 5 mila euro (2 anni), 20 rate trimestrali se l’importo supera i 5000 mila euro (5 anni)
bonario o di decadenza dalla rateazione, l’importo viene iscritto a ruolo e l’Agenzia Entrate Riscossione provvederà a notificare la cartella di pagamento contenente la sanzione questa volta del 30% prevista dall’art. 13 Dlgs 472/97 oltre aggi ed interessi di mora e quindi con aggravio rispetto all’importo originario di circa il 38%. In caso di decadenza dalla rateazione ciò che è stato versato viene interamente imputato alle imposte dovute e la sanzione del 30% viene iscritta sull’intero importo. La cartella può essere rateizzata in 72 rate mensili quindi in sei anni a differenza dei 5 dell’avviso bonario, a determinate condizioni le rateizzazioni delle cartelle possono essere più ampie ed arrivare per le imprese in difficoltà sulla base degli indici di bilancio calcolati dall’Agenzia Entrate Riscossione, fino a 120 rate.
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L’invio dell’avviso bonario è previsto dalla legge ma non è obbligatorio, ovvero il mancato invio dello stesso non determina nullità della cartella a meno che non vi siano incertezze su aspetti rilevanti della dichiarazione, ad esempio, si tratti di recupero di un credito Iva contestato. In tutti gli altri casi il mancato invio dell’avviso bonario può essere segnalato al momento del ricevimento della cartella, precisamente entro 30 giorni occorre attivare attraverso il servizio Civis una segnalazione all’Agenzia delle Entrate che in caso di conferma del mancato invio dell’avviso bonario provvederà a rideterminare le sanzioni nella misura del 10%. In caso di mancato recapito o di mancato invio dell’avviso bonario, la riduzione delle sanzioni è un diritto del contribuente.
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Infatti l’art. 2 Dlgs 462/1997 dispone: “L’iscrizione a ruolo non è eseguita, in tutto o in parte, se il contribuente o il sostituto d’imposta provvede a pagare le somme dovute con le modalità indicate nell’articolo 19 del decreto legislativo 9 luglio 1997, n. 241, concernente le modalità di versamento mediante delega, entro trenta giorni dal ricevimento della comunicazione, prevista dai commi 3 dei predetti articoli 36-bis e 54-bis, ovvero della comunicazione definitiva contenente la rideterminazione in sede di autotutela delle somme dovute, a seguito dei chiarimenti forniti dal contribuente o dal sostituto d’imposta. In tal caso, l’ammontare delle sanzioni amministrative dovute è ridotto ad un terzo e gli interessi sono dovuti fino all’ultimo giorno del mese antecedente a quello dell’elaborazione della comunicazione” Attualmente l’accesso al canale CIVIS è possibile non solo con le credenziali ricevute dall’Agenzia delle Entrate per accedere al cassetto fiscale, ma anche attraverso SPID o la Carta d’identità elettronica e la procedura per richiedere l’autotutela è semplice ed intuitiva. In realtà l’invio dell’avviso bonario è per l’Agenzia delle Entrate una prassi consolidata, quindi nella maggior parte dei casi l’iscrizione a ruolo e la notifica della cartella sono determinati non dall’omesso invio dell’avviso ma dal mancato ricevimento; in passato questi atti purtroppo venivano spediti con raccomandata ordinaria, spesso con gestori di poste privati e quindi non giungevano sempre a destinazione, tali disguidi sono adesso meno frequenti poiché le notifiche avvengono principalmente a mezzo pec. Nel caso in cui sorga un dissidio tra l’Agenzia ed il contribuente in ordine al ricevimento o mancato ricevimento dell’avviso bonario l’unica strada che rimane per farsi riconoscere le sanzioni al 10% è il contenzioso; si potrà chiedere in giudizio la sospensione della cartella in attesa della rideterminazione da parte del giudice degli importi dovuti, oppure si potrà rateizzare con riserva di rimborso e in caso di vittoria l’Agenzia Entrate Riscossione (che dovrà essere chiamata in giudizio insieme all’Agenzia delle Entrate) a seguito dello sgravio di parte delle sanzioni procederà al rimborso o ad imputare al capitale residuo i maggiori versamenti. Il termine di decadenza previsto per la notifica delle
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cartelle di pagamento relative alla liquidazione delle dichiarazioni è il 31dicembre del terzo anno successivo alla presentazione della dichiarazione (art. 25 Dpr 602/73): quindi le cartelle per l’anno d’imposta 2016 la cui dichiarazione è stata presentata nel 2017 avrebbero dovuto essere notificate entro il 31/12/2020, quelle per l’anno d’imposta 2017 (dichiarazione presentata nel 2018) avrebbero dovuto essere notificate entro il 31/12/2021; tuttavia, come noto, in ragione dell’emergenza sanitaria, la notifica degli atti impositivi ha subito uno stop a partire dal 08/03/2020. In particolare con il Dl 34/2020 art. 157 (convertito con modificazioni nella legge 77/2020 e successivamente modificato dalla legge 21/2021 in vigore dal 2 marzo 2021) è stato stabilito che “In deroga a quanto previsto dall’articolo 3 della legge 27 luglio 2000, n. 212, gli atti di accertamento, di contestazione, di irrogazione delle sanzioni, di recupero dei crediti d’imposta, di liquidazione e di rettifica e liquidazione, per i quali i termini di decadenza, calcolati senza tener conto del periodo di sospensione di cui all’articolo 67, comma 1, del decreto-legge 17 marzo 2020, n. 18, convertito, con modificazioni, dalla legge 24 aprile 2020, n. 27, scadono tra l’8 marzo 2020 e il 31 dicembre 2020, sono emessi entro il 31 dicembre 2020 e sono notificati nel periodo compreso tra il 1° marzo 2021 e il 28 febbraio 2022, salvi casi di indifferibilità e urgenza, o al fine del perfezionamento degli adempimenti fiscali che richiedono il contestuale versamento di tributi”. Il Dl Sostegni 41/2021 ha successivamente sospeso i termini per la notifica sino al 30/04/2021; con un comunicato stampa il Mef ha annunciato l’ulteriore proroga del termine che sarà contenuta nel Sostegni bis, fino al 31 maggio 2021. In altre parole, con riferimento al tema che qui ci occupa per quanto riguarda le cartelle di pagamento relative alle dichiarazioni presentate per gli anni 2017 e 2018 la legge, considerato il periodo di sospensione delle notifiche, ha stabilito uno slittamento dei termini di decadenza prevedendo che: (art. 157 Dl 34/2021 e successive modificazioni): “I termini di decadenza per la notificazione delle cartelle di pagamento previsti dall’articolo 25, comma 1, lettere a) e b), del decreto del Presidente della Repubblica 29 settembre
La cartella può essere rateizzata in 72 rate mensili e per le imprese in difficoltà sulla base degli indici di bilancio calcolati dall’Agenzia Entrate Riscossione, fino a 120 rate
1973, n. 602, sono prorogati di quattordici mesi relativamente: a) alle dichiarazioni presentate nell’anno 2018, per le somme che risultano dovute a seguito dell’attività di liquidazione prevista dagli articoli 36-bis del decreto del Presidente della Repubblica 29 settembre 1973, n. 600, e 54-bis del decreto del Presidente della Repubblica 26 ottobre 1972, n. 633; b) alle dichiarazioni dei sostituti d’imposta presentate nell’anno 2017, per le somme che risultano dovute ai sensi degli articoli 19 e 20 del testo unico di cui al decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917. I termini per la notifica delle cartelle relative alle dichiarazioni presentate nel 2019 (relative all’anno 2018) sono invece prorogate di un anno. Dunque, le cartelle di pagamento relative alle dichiarazioni presentate nel 2018 per l’anno 2017 dovranno essere notificate a pena di decadenza entro il 28/02/2023, mentre le cartelle di pagamento relative alle dichiarazioni presentate nel 2019 per l’anno d’imposta 2018 dovranno essere notificate entro il 31/12/2023. In data 06/04/2021 l’Agenzia delle Entrate ha emanato il provvedimento (n. 88314) recante le istruzioni per la notifica degli atti impositivi con originaria scadenza nel periodo compreso tra il 08/03/2020 e il 31/12/2020. Avuto riguardo alla comunicazione ed alla notifica di tali atti il provvedimento dell’Agenzia delle Entrate stabilisce che siano distribuiti: “tenendo conto anche delle notificazioni degli atti, degli invii delle comunicazioni e della messa a disposizione degli inviti elaborati dopo il 31 dicembre 2020, e dei tempi necessari all’espletamento degli adempimenti propedeutici al regolare esercizio delle attività di riscossione”.
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Tali criteri possono essere derogati “nei casi di indifferibilità e urgenza,o al fine del perfezionamento di adempimenti fiscali che richiedono il contestuale versamento di tributi” oppure con riferimento agli invii delle comunicazioni di cui all’art. 5, comma 1, del decreto Sostegni (D.L. n. 41/2021). Infatti, il Governo per agevolare i contribuenti che si trovino in crisi di liquidità ha previsto una mini “sanatoria” per le imposte che siano state liquidate nelle dichiarazioni dei redditi, Iva ed Irap presentate per gli anni d’imposta 2017 e 2018, prevedendo che gli avvisi bonari possano essere definiti senza il pagamento delle sanzioni. Il requisito soggettivo per accedere alla sanatoria è quello di essere titolari di una partita Iva che risulti aperta alla data del 23/03/2021, non vi sono limiti di fatturato né di codici ATECO. Il requisito oggettivo è di avere subito una riduzione del volume d’affari del 2020 di almeno il 30 per cento rispetto al medesimo dell’anno 2019. Per la verifica di tale requisito, si fa riferimento alle dichiarazioni IVA presentate entro il 30 aprile 2021. Nel caso dei contribuenti non tenuti alla presentazione della dichiarazione IVA, il calo del fatturato viene misurato in relazione ai ricavi o compensi esposti nelle dichiarazioni dei redditi presentate per l’anno 2020. Il beneficio consiste dunque nella possibilità di versare le imposte derivanti dalla liquidazione delle dichiarazioni relative agli anni 2017 e 2018 (quindi presentate nel 2018 e nel 2019) senza sanzioni. In particolare il comma 3 dell’articolo 5 Dl 41/2021 prevede che: “L’Agenzia delle entrate, in base ai dati risultanti dalle dichiarazioni presentate entro i termini di cui al comma 2, individua i soggetti per cui si è verificata la riduzione del volume d’affari o dei ricavi o compensi, e invia ai medesimi, unitamente alle comunicazioni di cui al comma 1, la proposta di definizione con l’indicazione dell’importo ridotto, ai sensi del comma 4, da versare. Le comunicazioni e le proposte sono inviate mediante posta elettronica certificata o raccomandata con avviso di ricevimento. Con i provvedimenti di cui al comma 11 possono essere definite ulteriori modalità con cui il contenuto informativo delle comunicazioni e delle proposte di definizione sono rese disponibili al contribuente. 4. La definizione si perfeziona con il pagamento delle imposte, dei relativi interessi e dei contributi
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previdenziali, escluse le sanzioni e le somme aggiuntive. La legge stabilisce, quindi, che sarà l’Agenzia delle Entrate ad individuare e selezionare i potenziali beneficiari ai quali saranno recapitati gli avvisi bonari unitamente alla proposta di definizione contenente il pagamento della sola imposta e degli interessi. Tali avvisi dovranno essere rateizzati entro 30 giorni con le consuete modalità (attraverso il piano di rateazione elaborato sul sito dell’Agenzia delle Entrate), ma non sarà tollerato alcun omesso versamento, quindi in caso di ritardato o mancato pagamento di una rata si decadrà dal beneficio e l’importo verrà iscritto a ruolo con le ordinarie sanzioni del 30% come previsto dall’art. 13 Dlgs 472/97 e sarà notificata la cartella di pagamento. In altre parole, l’Agenzia delle Entrate consente di versare le imposte liquidate in dichiarazione per gli anni 2017 e 2018 “ora per allora” senza comminare alcuna sanzione e richiedendo soltanto gli interessi; grande beneficio trarranno anche coloro che abbiano versato in ritardo le imposte senza ravvedimento e che avrebbero dovuto pagare sulla scorta dell’avviso bonario una sanzione pari al 10% dell’imposta, tali soggetti se rientranti nelle categorie agevolate riceveranno un avviso contenente la richiesta dei soli interessi senza applicazione di alcuna sanzione.
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Il Dl Sostegni 41/2021 ha successivamente sospeso i termini per la notifica sino al 30/04/2021; con un comunicato stampa il Mef ha annunciato l’ulteriore proroga del termine che sarà contenuta nel Sostegni bis, fino al 31 maggio 2021.
Il meccanismo così come delineato affida alla sola Agenzia delle Entrate il compito di individuare i beneficiari della sanatoria, come comportarsi tuttavia nel caso in cui pur possedendo i requisiti soggettivi per accedere al beneficio l’Agenzia delle Entrate invii un avviso bonario contenente sanzioni ed interessi? Fondamentale sarà attivarsi entro 30 giorni dalla notifica dell’avviso ed in primo luogo segnalare attraverso il canale CIVIS la propria situazione; in caso di mancata risposta entro 5 giorni occorrerà fissare un appuntamento con l’Ufficio Territoriale più vicino al fine di chiarire l’accaduto. Qualora non si riuscisse a chiarire entro 30 giorni sarà fondamentale comunque compilare il piano di rateazione sul sito dell’Agenzia delle Entrate ed
iniziare a pagare la prima rata anche se maggiorata di interessi e sanzioni (che poi verranno scomputati dai successivi versamenti); infatti il pagamento della prima rata entro 30 giorni evita che si possa decadere dal beneficio del pagamento in forma ridotta. Nel caso in cui dovesse perdurare il silenzio dell’Agenzia delle Entrate o vi fosse divergenza sulla presenza o meno del calo di fatturato o sulla sussistenza o meno dei requisiti soggettivi per godere dell’agevolazione non resterà che ricorrere al contenzioso e quindi presentare ricorso innanzi alla Commissione Tributaria al fine di vedersi riconosciuta l’agevolazione. Nelle more del ricorso potrà essere chiesta al giudice la sospensione dell’avviso bonario al fine di evitare che si effettuino per tutta la durata del giudizio pagamenti maggiorati e venga quindi vanificata la ratio stessa dell’agevolazione, infatti è vero che si avrà poi diritto alla restituzione di quanto versato in eccesso ma se il presupposto della sanatoria è sopperire alla carenza di liquidità essere costretti a versare per intero anche interessi e sanzioni vanificherebbe ogni beneficio. In caso di vittoria del ricorso gli importi versati in eccesso verranno in ogni caso restituiti o scomputati dai pagamenti da effettuare successivamente.
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Quali sono gli obblighi per franchisor e franchisee
IL CONTRATTO DI FRANCHISING: DOMANDE E RISPOSTE Le principali previsioni della Legge 6 maggio 2004, n. 129, che disciplina l’affiliazione commerciale, riassunte in 10 domande e risposte Di Alessandra Sonnati - Avvocato - Frignani Virano e Associati Studio Legale
Lo scopo di questo articolo è quello di fornire – senza alcuna pretesa di esaustività - una sintetica panoramica delle principali previsioni della Legge 6 maggio 2004, n. 129, che disciplina l’affiliazione commerciale, riassunte in 10 domande e riposte.
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Come è definito il franchising? La legge 129/04 definisce il franchising come “… il contratto, comunque denominato, fra due soggetti giuridici, economicamente e giuridicamente indipendenti, in base al quale una parte concede la disponibilità all’altra, verso corrispettivo, di un insieme di diritti di proprietà industriale o intellettuale relativi a marchi, denominazioni commerciali, insegne, modelli di utilità, disegni, diritti di autore, know-how, brevetti, assistenza o consulenza tecnica e commerciale, inserendo l’affiliato in un sistema costituito da una pluralità di affiliati distribuiti sul territorio, allo scopo di commercializzare determinati beni o servizi”. Quale forma deve avere il contratto di franchising? Il contratto di franchising deve essere stipulato in forma scritta, a pena di nullità. Qual è la durata (minima) di un contratto di franchising? Quanto alla durata la legge prevede che “l’affiliante dovrà comunque garantire all’affiliato una durata minima sufficiente all’ammortamento degli investimenti”, durata minima che la legge specifica essere almeno tre anni, salvo evidentemente i casi di risoluzione anticipata per inadempimento di una delle parti.
Quali sono gli elementi essenziali del contratto di franchising? Per quanto riguarda il contenuto, la legge si limita a fornire un elenco degli elementi che il contratto deve, come minimo, regolare, lasciando ampio spazio all’autonomia delle parti nel determinarne il contenuto concreto così come di determinare le altre pattuizioni contrattuali. L’elenco è diviso in due categorie: elementi essenziali (ovvero elementi che il contratto deve necessariamente disciplinare per non incorrere in nullità) ed elementi eventuali. Tra gli elementi essenziali troviamo: • l’ammontare delle spese e degli investimenti iniziali che l’affiliato deve sostenere prima di iniziare l’attività; • l’indicazione della specifica del know-how fornito dall’affiliante; • l’indicazione dei servizi resi dall’affiliante in termini di assistenza tecnica e commerciale, progettazione ed allestimento, formazione; • le condizioni di rinnovo, risoluzione o eventuale cessione del contratto. Tra gli elementi solo eventuali vi sono invece: • le modalità di calcolo e di pagamento delle royalties; • l’eventuale indicazione di un incasso minimo da realizzare da parte dell’affiliato; • l’ambito di eventuale esclusiva territoriale sia in relazione ad altri affiliati, sia in relazione a canali ed unità di vendita direttamente gestiti dall’affiliante; • le eventuali modalità di riconoscimento dell’apporto di know-how da parte dell’affiliato. Cos’è il know-how? Come deve essere trasferito? Il know-how è quel patrimonio di conoscenze messe a punto dall’affiliante, quali tecniche di vendita, di approvvigionamento, segreti commerciali, ecc. e che nella loro specifica composizione sono segrete o comunque non facilmente accessibili. Come abbiamo visto, la legge 129/04 prevede che il contratto debba espressamente indicare la specifica del know-how fornito all’affiliato, senza nulla dire circa le concrete modalità con cui tale know-how deve essere “fornito”. 85
Di solito, il know-how è racchiuso nel c.d. manuale operativo, che è lo strumento che consente agli affiliati di “replicare” la formula in maniera uniforme. Per quel che concerne la redazione del manuale, non esiste una versione standard o un “modello” cui fare riferimento. Ogni affiliante potrà predisporre il manuale secondo le proprie esigenze, individuando quali processi, metodi e procedure includere nel manuale operativo. Il know-how può inoltre esser trasferito (e di norma è anche trasferito) oralmente, con la formazione. Quali informazioni deve fornire il franchisor prima della firma del contratto? Tra gli obblighi posti dalla legge in capo al franchisor c’è quello dell’informativa precontrattuale, previsto dall’art. 4 della legge 129/2004, che impone al franchisor di fornire, almeno trenta giorni prima della sottoscrizione del contratto di affiliazione commerciale, la “copia completa del contratto da sottoscrivere”, corredato da una serie di informazioni quali: • i principali dati relativi all’affiliante; • l’indicazione dei marchi utilizzati nel sistema, con gli estremi della relativa registrazione o del deposito, o della licenza concessa all’affiliante dal terzo; • una sintetica illustrazione degli elementi caratterizzanti l’attività oggetto dell’affiliazione commerciale; • una lista degli affiliati al momento operanti nel sistema e dei punti vendita diretti dell’affiliante; • l’indicazione della variazione, anno per anno, del numero degli affiliati con relativa ubicazione negli ultimi tre anni; • la descrizione sintetica degli eventuali procedimenti giudiziari o arbitrali, promossi nei confronti dell’affiliante e che si siano conclusi negli ultimi tre anni. Anche se l’art. 4 parla di “allegati” al contratto, le informazioni che precedono possono indifferentemente essere riportate nel contratto oppure ne-
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gli allegati, così come in un separato documento; l’importante è che l’informativa venga fornita. Sono previsti altri obblighi pre-contrattuali in capo all’affiliante? La legge prevede che per la costituzione di una rete di affiliazione commerciale l’affiliante debba aver sperimentato sul mercato la propria formula commerciale. Si tratta di un “test” il quale dirà se la formula funziona prima di concederla in licenza a terzi. La legge lascia ampio spazio all’affiliante sulle modalità con le quali la sperimentazione deve svolgersi. In particolare l’affiliante potrà sperimentare in prima persona la formula (attraverso uno o più punti a gestione diretta) oppure potrà fare la sperimentazione tramite un affiliato (il c.d affiliato-pilota). Per quanto concerne invece la durata della sperimentazione viene comunemente ritenuto che il periodo minimo per una sperimentazione “attendibile” sia almeno un esercizio finanziario, anche se per talune attività un anno potrebbe essere non sufficiente.
Il contratto deve prevedere un’esclusiva a favore dell’affiliato? Sebbene la previsione dell’esclusiva sia presente nella maggior parte dei contratti di franchising, al riguardo la legge impone unicamente di indicare nel contratto “l’ambito di eventuale esclusiva territoriale sia in relazione ad altri affiliati, sia in relazione a canali ed unità di vendita direttamente gestiti dall’affiliante” (art. 3, comma 4, lettera c) della legge 129/04). Il fatto che la legge preveda l’esclusiva come “eventuale” significa che l’esclusiva non può essere considerata un elemento naturale del contratto, attribuendole piuttosto natura di clausola accessoria, da pattuirsi di volta in volta. Ove non venga espressamente pattuita, l’esclusiva non si potrà quindi ritenere non sussistente. Quali sono gli obblighi che gravano sull’affiliato? Fra gli obblighi che incombono all’affiliato, la legge si limita a specificarne tre: (i) l’obbligo di non trasferire la sede senza il preventivo consenso dell’affiliante; (ii) l’obbligo di riservatezza in ordine al contenuto dell’attività oggetto dell’affiliazione commerciale e, implicitamente, (iii) l’obbligo di corrispondere le royalties. Anche se la legge nulla ulteriormente specifica, si può comunque ritenere che sull’affiliato gravino (almeno) i seguenti obblighi: • l’obbligo di conformarsi alle istruzioni ed alle procedure del franchisor; • l’obbligo generale di promozione dell’attività del proprio punto vendita; • l’obbligo di non rifornirsi, e quindi di non rivendere, beni o servizi diversi da quelli forniti o selezionati dal franchisor. Ci sono dei settori in cui non è consentito utilizzare il franchising? L’art. 1 comma 2 della legge precisa che “Il contratto di affiliazione commerciale può essere utilizzato in ogni settore di attività economica”. Il franchising infatti si presta ad essere realizzato nelle più disparate attività, ognuna con le sue caratteristiche.
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/ IL SEGNALIBRO /
OLTRE IL GR E E N WASHIN G -Linee guida sulla comunicazione ambientale per aziende sostenibili, credibili e competitive Autore: Fabio Iraldo - Michela Melis Editore: Edizioni Ambiente Pagine: 312 / Prezzo: € 25,00 Guardati a lungo con sufficienza, quando non addirittura con fastidio, il green marketing e la comunicazione ambientale hanno assunto negli ultimi anni un ruolo centrale nelle strategie aziendali, inducendo le imprese a rafforzare i propri impegni per la sostenibilità e a comunicare al mercato le performance dei propri prodotti e servizi. Oltre alla crescente attenzione dei consumatori a queste tematiche, è infatti cambiato il contesto normativo in cui operano le aziende: da un lato sono state approvate diverse norme sulla rendicontazione non finanziaria, e dall’altro è stata introdotta una serie di strumenti volontari come le metodologie PEF (Product Environmental Footprint) e OEF (Organization Environmental Footprint). Anche il contesto mediatico è mutato: nell’era dei social, le logiche della comunicazione sono molto più articolate che un tempo, con rischi reputazionali assai marcati. Se in passato le aziende potevano fare del greenwashing senza temere di essere scoperte, oggi basta un post su un social per far crollare la reputazione di un marchio. Curato da due dei massimi esperti di comunicazione e marketing green, il volume intende fornire un orientamento metodologico e un supporto operativo a tutte le aziende interessate a confrontarsi con le sfide del green marketing e della comunicazione ambientale in modo da trarne un reale vantaggio competitivo. LA PS ICOLOGIA D E I SOLD I - Lezioni senza tempo sulla ricchezza l’avidità e la felicità Autore: Morgan Housel Editore: Hoepli Pagine: 256 / Prezzo: € 19,90 Diciannove racconti che esplorano i tanti modi in cui le persone pensano al denaro e che illustrano le caratteristiche più importanti - e spesso illogiche della psicologia dei soldi. Nel mondo reale le decisioni economiche non sono prese consultando un foglio di calcolo. Sono prese al tavolo della cena o in una sala riunioni, dove si mescolano la storia personale, la visione del mondo propria di ciascuno, l’ego, l’orgoglio, il marketing e gli incentivi più imprevedibili. In questo volume - ispirato a un post uscito sul suo blog e che è stato letto da un milione di persone – Housel spiega in agili e brevi capitoli perché il successo finanziario non è una scienza esatta, ma è una soft skill, una competenza trasversale in cui il comportamento conta più delle informazioni disponibili. “Cavarsela bene con il denaro - dice Housel – non ha sempre a che fare con le nostre conoscenze: ha a che fare con il nostro comportamento, e il comportamento non è semplice da insegnare, nemmeno alle persone intelligenti”.
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/ IL SEGNALIBRO /
AFFRON TA R E LA COM PLE SSITÀ – Per governare la transizione ecologica Autore: Federico M. Butera Editore: Edizioni Ambiente Pagine: Brossura / Prezzo: € 26,00 Viviamo in un’epoca, l’Antropocene, in cui gli impatti delle attività umane sul pianeta hanno raggiunto livelli senza precedenti. Anche se la quantità di analisi e ricerche scientifiche su questi temi è ormai sconfinata, è sempre più difficile orientarsi tra fake news e fonti credibili. Per questo, servono strumenti per imparare a ragionare nel modo corretto su questi argomenti, centrali per il benessere, presente e futuro, delle nostre società. “Affrontare la complessità” fa chiarezza sulle questioni ambientali - l’inquinamento, i cambiamenti climatici, l’acidificazione degli oceani, i consumi di acqua e di risorse, le trasformazioni dei suoli e la distruzione della biodiversità - da una prospettiva che evidenzia le interconnessioni tra le parti di quel sistema meravigliosamente complesso che è il nostro pianeta. Nel contempo, ne chiarisce le relazioni con i sistemi politici, economici e sociali: in questo modo, evidenzia la possibilità che bruschi cambiamenti di stato nella biosfera possano destabilizzare rapidamente il funzionamento delle nostre economie. Pensato in primo luogo per gli studenti e gli insegnanti, ma accessibile a chiunque sia interessato alle grandi questioni della nostra epoca, il libro di Federico M. Butera delinea uno scenario, basato sull’economia circolare, la riduzione degli sprechi, le rinnovabili, l’efficienza nell’uso delle risorse e dell’energia, che può indirizzare le nostre società lungo un cammino davvero sostenibile. VINCER E L’A N SIA Autore: Raffaele Morelli Editore: Mondadori Pagine: 144 / Prezzo: € 17,00 “Questo libro offre un percorso di cura dell’ansia attraverso una serie di lezioni e di esercizi pratici. Alla base di tutto c’è un modo nuovo di guardare a questo disagio: l’ansia non è un sintomo da mandare via, ma la voce del profondo che ha bisogno di essere accolta e ascoltata. Arrendersi, farsi amica l’ansia, è una tappa decisiva per la guarigione. Solo così facendo non le permetteremo di rovinarci la vita. Guai invece a trattarla come un nemico, perché si finisce per esasperarla e cronicizzarla. Gli esercizi consigliati in queste pagine, che utilizzo abitualmente con i miei pazienti, servono a chiamare in campo quei meccanismi di autoguarigione che sono profondamente inscritti nella natura di ciascuno di noi. Si possono praticare anche più volte al giorno, basta solo chiudere gli occhi e portare la consapevolezza sul mondo delle immagini, delle fantasie, di quelle energie che sono sempre più lontane dalla nostra vita psichica cosciente. Ognuno può trovare le immagini che sente più appropriate alla sua interiorità e scoprirà il loro potere inaspettato. Le immagini sono i veri psicofarmaci. L’ansia è un richiamo, a volte disperato, della nostra interiorità soffocata dall’Io, dai pensieri, dalle convenzioni esterne, dalle nostre identificazioni. Quando la sentiamo arrivare, anziché scacciarla, accogliamola, ascoltiamo quello che ha da dirci. Vuole ricordarci a cosa siamo destinati, condurci verso il nostro vero tesoro. Dopo aver svolto il suo compito, da vera amica, svanirà”. 89
APPUNTI RETAIL In questo numero: novità per WhatsApp. La funzionalità consentirà a tutti gli utenti di avviare una nuova chat con l’opzione di auto-eliminazione dei messaggi fino a 24 ore dopo l’invio. Novità anche per Instagram. Per limitare i rischi di stalking e migliorare la sicurezza d’ora in poi sarà possibile bloccare non solo un account, ma anche tutti i futuri account legati alla stessa persona.
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WHATSAPP, ARRIVA LA MODALITÀ “A SCOMPARSA”? Sembra che WhatsApp, la famosa app di messaggistica, stia testando la nuova funzionalità della modalità a scomparsa. La funzionalità consentirà a tutti gli utenti di avviare una nuova chat con l’opzione di auto-eliminazione dei messaggi fino a 24 ore dopo l’invio. La “modalità a scomparsa” assicurerà che ogni nuova chat avrà di default tale modalità attivata, senza la necessità che l’utente intervenga manualmente. Tutte ipotesi per ora, vedremo se a breve questa funzionalità diventerà realtà.
GOOGLE MAPS, ANNUNCIATE ALCUNE NOVITÀ Durante il Google I/O 2021 sono state annunciate molte novità tra le quali quelle che riguardano l’app di Google Maps. L’App sarà in grado di valutare e indicare al guidatore percorsi per evitare incroci pericolosi o le strade che possono generare frenate brusche, riducendo i rischi di incidenti. Un’altra novità riguarda la realtà aumentata con la funzionalità Live View per sapere cosa ti circonda.
4/5 SNAPSEED, APP PER IL RITOCCO FOTOGRAFICO Snapseed, l’app dedicata al ritocco fotografico sviluppata da Google, è diventata uno dei più apprezzati editor fotografici gratuiti disponibili sia per iOS che per Android. Tra le funzionalità l’algoritmo utilizzato da Snapseed dà la possibilità di trattare ombre, mezzitoni e luci in maniera particolarmente precisa. Tra gli effetti c’è un’ampia selezione di filtri e non mancano le funzionalità come la “correzione” per rimuovere dalle foto oggetti o persone.
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PINTEREST, FONTE DI ISPIRAZIONE Pinterest è una app per la condivisione di fotografie, video e immagini. Il nome deriva dall’unione delle parole inglesi pin e interest. Pinterest funziona come un raccoglitore di segnalibri visivi e aiuta a scoprire e salvare idee creative. Secondo gli ultimi dati forniti dall’Osservatorio sulle comunicazioni dell’Agcom tra settembre e dicembre 2020 Pinterest ha guadagnato 3,6 milioni di nuovi utenti scavalcando Linkedin è ora la terza piattaforma social maggiormente utilizzata in Italia, dietro soltanto a Facebook e Instagram (l’indagine non considera YouTube e Whatsapp).
INSTAGRAM VUOLE TUTELARE LA SICUREZZA È in arrivo una possibile novità per gli utenti Instagram. Per limitare i rischi di stalking e migliorare la sicurezza d’ora in poi sarà possibile bloccare non solo un account, ma anche tutti i futuri account legati alla stessa persona. La novità è già stata testata da molti utenti, ma non è ancora chiaro quando verrà estesa a tutti. Lo strumento è di tipo algoritmico, quindi automatico, ma sarà l’utente a decidere se e quando attivarlo.
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THE FORK: ITALIANI DI NUOVO AL RISTORANTE Gli Italiani sono ritornati al ristorante. Sull’App TheFork è possibile scegliere tra più di 80.000 ristoranti, pizzerie, trattorie, bistrot, enoteche per prenotare dallo smartphone e approfittare di promozioni con sconti alla cassa fino al 50%. Il servizio aiuta ad ottimizzare l’attività, gestire i clienti e la capacità del ristorante.
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UP & DOWN La nostra rubbrica che ha come obiettivo quello di verificare se il sito del franchisor è esaustivo nelle informazioni pubblicate.
IPERBIMBO www.iperbimbo.it Iperbimbo è un’attività in franchising che opera nel mondo della prima infanzia. La sezione sul sito si articolo in: la nostra filosofia, qualità personali richieste e requisiti necessari, i vantaggi di aprire un franchising Iperbimbo e il form di richiesta informazioni. La pagina è ben articolata ed esaustiva. Un più è dato dall’indicazione che è prevista l’esclusiva di zona per bacino d’utenza. Il semaforo è giallo perché non è indicato il fatturato minimo conseguibile.
PIZZALONGA AWAY www.pizzalongaway.it Pizzalonga Away è una catena di pizzerie da asporto. La sezione del sito è bocciata perché sono indicate solo alcune rapide informazioni e non sono indicate per esempio le condizioni della scheda franchising (fee d’ingresso, royalties etc) e manca una descrizione esaustiva dell’attività.
MCDONALD’S ITALIA www.mcdonalds.it McDonald’s Italia è una delle principali catene di ristoranti di fast food. Nella pagina del sito sono indicati i requisiti minimi per candidarsi, qual è l’investimento necessario totale per il franchising McDonald’s e come funziona il processo di selezione e formazione. C’è anche una voce che fa riferimento a quanto è il guadagno o il ritorno dell’investimento ma di fatto non viene indicato sul sito ma durante i colloqui successivi. La sezione può essere migliorata, per questa ragione la rimandiamo.
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TUTTOCAPSULE www.tuttocapsule.it Tuttocapsule è una catena di negozi di capsule e cialde. La sezione del sito dedicata al franchising si articola in: perché un negozio di caffè in capsule, siamo amanti del caffè, caffè in capsule: un mercato che cresce ogni anno e perché aprire un “Tuttocapsule”. Non è presente in nessuna delle parti una spiegazione numerica dei costi, guadagni e requisiti della location per affiliarsi. La sezione è bocciata. ETHOS www.ethos.it Ethos è una catena di profumerie e servizi beauty. È possibile affiliarsi al brand e per questa ragione c’è una sezione dedicata sul sito del brand per raccogliere i leads di richiesta informazioni. La sezione è bocciata perché non vengono indicate le informazioni utili riassunte correttamente.
CREMA & CIOCCOLATO www.cremaecioccolato.com Crema & cioccolato è un marchio operante nel settore della caffetteria e gelateria. Nel sito c’è un menù a tendina dove si trovano distribuite alcune informazioni sull’offerta franchising. La sezione è rimandata perché mancano la maggior parte delle informazioni utili.
• Scheda franchising con informazioni essenziali sul progetto contenente anche: ammontare dei costi di investimento, ammontare del diritto di ingresso, ammontare e periodicità delle royalties sia sulle vendite che sulle pubblicità • Descrizione esaustiva dell’attività e dei servizi e/o prodotti distribuiti • Elenco, ubicazione e riferimenti degli affiliati in essere
• Modalità di affiliazione • Possibilità di porre domande specifiche da parte dei potenziali affiliati • Eventuali zone di preferenza per l’ubicazione delle nuove attività • Presenza di esclusiva di zona • Storia dell’affiliante • Un conto economico medio • Il fatturato minimo conseguibile
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