AZ FRANCHISING | NOVEMBRE DICEMBRE 2021

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MENSILE - TARIFFA R.O.C. POSTE ITALIANE SPA - SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE - D.L. 353/2003 (CONV. IN L. 27/02/2004 N. 46) ART. 1, COMMA 1, DCB ROMA. P. I. 06/11/2021

SPECIALE

FORMAZIONE

FINANZIAMENTI

RIPENSARE IL FORMAT. LE NUOVE ESIGENZE DEI CONSUMATORI

FINO A 150.000,00 EURO PER LE PMI, COME OTTENERLI

ADERIRE AD UN FRANCHISING, MA IN QUALE MERCATO?

www.azfranchising.com 5.00 EURO n. 11 / 12 novembre / dicembre 2021 anno XXIII

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CONNECT 2022 Trasformazione digitale, salute e sostenibilità i driver del futuro

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EDITORIALE “L’unica cosa di cui aver paura è la paura stessa”. Franklin D. Roosevelt

Il periodo che abbiamo vissuto e dal quale stiamo uscendo ci ha fatto toccare con mano il sentimento della paura, quindi una paura tangibile: si vede, si respira, si tocca, si mangia. E allora, tutti, in questo periodo di rinascita della nostra Italia, ma anche del mondo intero, ci stiamo chiedendo: come possono i territori del nostro Paese reagire in positivo alle conseguenze sui sistemi produttivi determinate dalla pandemia? La risposta è nell’unicità e ricchezza delle nostre imprese e dei nostri mercati che fungono da volano per la ripartenza e per la costruzione di un vantaggio competitivo che lascia alle spalle la paura di guardare al futuro. Un po’ provati, ma sicuramente più forti in uno scenario economico in cui il franchising è un modello che a livello internazionale cresce, definendo una più ampia arena competitiva nonché un diversificato mercato a livello nazionale e internazionale. In Italia, il mercato del franchising conta 51mila punti vendita con un giro di visitatori intorno ai 300 milioni ed un fatturato che vale circa 25 miliardi di euro all’anno. Il tasso di apertura delle reti franchising è del 4%, pari a circa 2000 nuovi punti vendita all’anno creando un mercato di circa 300 milioni di investimenti in nuovi franchising. E proprio partendo da questi dati, e dalla consapevolezza che il franchising resiste a qualsiasi crisi, nasce il nostro progetto “AZ Partner Program” per supportare le reti nella scelta di fornitori specializzati e di provata esperienza. Un network di qualità, costruito in 25 anni, che raccoglie molteplici professionalità di vari settori, tutte di alto profilo, cui rivolgersi in caso si abbia necessità di integrare le proprie competenze per rispondere in maniera più rapida ed efficace alle esigenze dei franchisor. Nasce così la nostra mission: creare un network di eccellenze che possa sviluppare sistemi a rete di successo. È una sfida che richiede molto impegno soprattutto nel mettere insieme le migliori energie e sinergie. Noi di coraggio ne abbiamo, come pure i nostri imprenditori, per iniziare questa nuova avventura e traghettarla nel prossimo anno 2022 per un ritrovato ottimismo nei confronti di tutto il mercato.

Fabio Pasquali Direttore responsabile


Novembre - dicembre 2021 16

FOCUS Il franchising resiste e registra numeri in positivo

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NUOVI SCENARI Cosa è cambiato nei centri commerciali

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LA PROPOSTA La Filetteria Italiana: gli specialisti in un unico taglio di carne, il filetto

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LA PROPOSTA Primadonna Collection continua a crescere e torna con una nuova veste a Milano

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LA PROPOSTA Cremglassè: un’eccellente modello di business per futuri imprenditori

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LA PROPOSTA Changes: il coworking all’avanguardia

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LA PROPOSTA EasyCassa: il sistema di cassa “easy” e ricco di funzionalità per i punti vendita in franchising

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LA PROPOSTA Magnaki: un ristorante dove il sushi incontra la carne

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LA PROPOSTA Melo’s: il take away e la delivery della polpetta

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SPECIALE Il nuovo credito d’imposta: un’opportunità per tutte le aziende

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ESTERO Il contratto di franchising negli Stati Uniti

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NUOVE STRATEGIE Rating di legalità: tutti i vantaggi per le imprese che rispettano le leggi

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CAMERA DI COMMERCIO Il vantaggio di appartenere alla CCIS

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FORMAZIONE Nella stanza dei bottoni: non per cucire ma per decidere

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FINANZIAMENTI Arriva il fondo SIMEST per midcap e PMI italiane MARKETING Non si vive di solo Facebook

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TECNOLOGIA Verifica l’affidabilità di persone e aziende anche da App

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NEW CONCEPT IKEA punta sull’usato

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COMUNICAZIONE L’ascesa di Telegram marketing

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FINANZA E LEGALE Aderire ad un franchising, ma in quale mercato?

92 98

OCCHIO ALLA LEGGE La protezione dei dati personali nelle reti di franchising

RUBRICHE 4

New entry

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News

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News comunicazione

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Le schede

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Segnalibro

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Appunti retail

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Up&Down


NEGOZI AL DETTAGLIO DI CASALINGHI, ELETTRONICA E GIFT, TESSILE E ABBIGLIAMENTO, CURA DELLA CASA E DELLA PERSONA Ragione sociale: PORTOBELLO SPA - Indirizzo: Sede Legale: Piazzale Della Stazione snc - 00071 Pomezia (RM - Z.I. Santa Palomba) - Anno di fondazione: 2016 - Anno partenza franchising: 2020 - Punti vendita diretti 14 - Punti vendita affiliati: 2 - Punti vendita diretti (estero): 0 - Punti vendita affiliati (estero): 0 .................

COSA CERCHIAMO

SUPERFICIE MEDIA DEL PUNTO VENDITA (IN MQ): BACINO DI UTENZA: UBICAZIONE OTTIMALE: PERSONALE RICHIESTO (COMPRESO IL TITOLARE): ESPERIENZA NEL SETTORE: INVESTIMENTO INIZIALE DA: FATTURATO MEDIO ANNUO:

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MINIMA DI 250 TRA I 75.000 E 100.000 ABITANTI ZONE RESIDENZIALI E DI PASSAGGIO 4 RISORSE NON RICHIESTA 97.500€ 3000€/MQ

COSA OFFRIAMO

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Affidabilità di un'azienda quotata AIM, conto vendita con margine garantito, automazzione dello stock rotation, elevatissimo know-how, assistenza pre-post apertura, affiancamento per progettazione e allestimento del punto vendita, esclusiva territoriale, software gestionale gratuito, visibilità grazie alla comunicazione istituzionale a livello nazionale e azione di Direct Marketing, esperienza d'acquisto di alto valore. .................

COSA CHIEDIAMO

FEE D'INGRESSO: FIDEJUSSIONE BANCARIA: ROYALTIES: DURATA DEL CONTRATTO (IN ANNI): Anna Massimo +39 349 2717044

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A CATANIA UN NUOVO MONDADORI BOOKSTORE Il Mondadori Bookstore di via D’Annunzio sarà un punto di riferimento per tutti gli amanti dei libri con la sua ricca proposta editoriale, tra best seller e titoli di nicchia, curata dall’esperienza del team di sei appassionati librai che accoglieranno i lettori sette giorni su sette. Uno spazio di aggregazione culturale che si animerà coinvolgendo il pubblico con un calendario di incontri con scrittori nazionali e locali, protagonisti del mondo della cultura e dell’intrattenimento. Sviluppato su una superficie di 360 metri quadri su due piani, il Mondadori Bookstore ospiterà più di 50.000 volumi tra narrativa, saggistica, varia, classici, e un’ampia e ricercata offerta di fumetti, dai manga ai supereroi alla graphic novel. Non mancherà inoltre una selezione dedicata al territorio siciliano e agli autori locali. Un’area sarà rivolta a bambini e ragazzi, dai giochi didattici ai libri illustrati per stimolare i giovani lettori.

Mondadori Bookstore Catania - team

MONDO CONVENIENZA: IL NUOVO PUNTO VENDITA DI MILANO RESCALDINA Un investimento per il restyling e la ristrutturazione pari a 3 milioni di euro, circa tremila metri quadri di spazi espositivi e settantacinque consulenti dell’arredo impiegati al servizio dei clienti. Queste sono solo alcune delle caratteristiche del nuovo punto vendita di Mondo Convenienza, azienda italiana leader nella grande distribuzione organizzata di mobili e complementi d’arredo al miglior rapporto qualità - prezzo sul mercato, inaugurato presso il Centro Commerciale Rescaldina, in via Togliatti a Milano. Il nuovo negozio si aggiunge agli altri 8 già presenti in Lombardia, per un totale di 44 punti vendita e 41 hub logistici in Italia, visitati ogni anno da oltre 12 milioni di persone. Un ulteriore passo in avanti nella strategia di crescita in Italia.

MD APRE A GENOVA Inaugurato a Genova - in via Rivarolo, 57, in pieno quartiere Polcevera - dal presidente MD, Cavalier Patrizio Podini, il secondo punto vendita dell’insegna nel capoluogo ligure. L’inaugurazione ha offerto l’opportunità al Cavalier Podini di confermare la volontà di MD S.p.A. di continuare a investire su Genova e sulla Liguria in generale, come una delle aree di maggior interesse per i piani di sviluppo dell’insegna. “Abbiamo già stanziato 50 milioni di euro destinati all’apertura di una decina di punti vendita MD in Regione” ha annunciato Podini al taglio del nastro. “Siamo felici di far sentire concretamente il nostro supporto a una città e a un’area nevralgica colpita duramente negli ultimi anni, e che merita di usufruire di servizi, prodotti e opportunità come quelli che portiamo in ogni località dove apriamo un punto vendita”.

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News. DON PEPPE: RISTORAZIONE DI ALTA QUALITÀ Nato nel 2013 ad opera di Gianluca Passeggio e di sua moglie Mara Mincione che, insieme, hanno avuto le idee e una visione unitaria, originale e innovativa, Don Peppe è un format gastronomico che ha l’obiettivo di portare una ristorazione di alta qualità all’interno dei centri commerciali con menù che mantengono i piatti buoni della tradizione culinaria napoletana. La proposta culinaria di Don Peppe è unica nel suo genere e ha nella materia prima, fresca e accuratamente selezionata il suo punto di forza. Tra gli ingredienti della preparazione sono presenti presidi Slow Food, prodotti DOP e IGP e ben 8 prodotti da agricoltura biologica, a marchio proprio: la Selezione ORO ROSSO, con il pomodorino del Piennolo del Vesuvio DOP, i friarielli del Vesuvio e le “E’ Pacchetelle” di pomodorino giallo, tutti prodotti acquistabili anche nell’area shop online del sito web https://donpeppe.it.

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L’ITALIA INDAGA SUL FRANCHISING MCDONALD’S Secondo un documento di Reuters, l’autorità italiana garante della concorrenza, AGCM, indagherà sui termini e le condizioni degli accordi McDonald’s sugli affiliati, a seguito di diversi reclami da parte degli operatori. La decisione dell’autorità italiana potrebbe letteralmente mettere sotto controllo la catena di fast food statunitense, che rischia una multa fino al 10% delle sue vendite globali se viene giudicata colpevole di violazione della legge sulla concorrenza. L’AGCM non ha commentato la notizia. McDonald’s, che ha generato 16,3 miliardi di euro di entrate nel 2020, si è detta “sicura dell’accuratezza del nostro lavoro” ed è stata aperta a collaborare con l’autorità.

Yoox Net-A-Portergroup E KLARNA ANNUNCIANO UNA PARTNERSHIP GLOBALE Yoox Net-A-Portergroup, leader mondiale nel settore del lusso e della moda online, annuncia oggi una partnership internazionale con Klarna, leader globale nei servizi di pagamento, bancari e di shopping. Grazie alla collaborazione, i clienti di Yoox Net-A-Portergroup potranno pagare utilizzando i celebri prodotti “pay later” di Klarna, tra cui “Paga in 3 rate” e “Pay in 4”. I brand del portfolio Yoox Net-A-Portergroup potranno offrire ai propri clienti opzioni di pagamento flessibili in aggiunta agli altri metodi già disponibili, permettendo loro di dilazionare il costo degli acquisti, senza che vengano addebitati interessi. L’implementazione dei servizi di pagamento flessibile di Klarna in tutto il gruppo Yoox Net-A-Portergroup è attualmente in corso ed è già attiva con Yoox Net-A-Portergroup – per cui il servizio è disponibile negli Stati Uniti, nel Regno Unito, in Germania, Austria, Olanda, Italia, Spagna, Belgio e Finlandia.


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LE BEFANE SHOPPING CENTRE, UN CASO CONTRO TENDENZA

CON RETEX E CENTRO CASH IL CASH&CARRY DIGITALIZZA LA PICCOLA RISTORAZIONE Questi mesi hanno insegnato al comparto Horeca e, soprattutto, alle realtà più piccole della ristorazione l’importanza di infrastrutture digitali adeguate per sopravvivere al difficile momento economico imposto dal lockdown. Per andare incontro a questo bisogno dei ristoranti, evitando loro impegnativi investimenti in servizi e piattaforme, Retex ha ideato la piattaforma Iconic SR –Single Restaurant- per la digitalizzazione del menù, la vendita online e l’asporto. La Società, esperta di innovazione e trasformazione digitale del retail, ha messo a punto questa iniziativa che Centro Cash, azienda sarda di riferimento nel canale Cash & Carry, ha inserito tra i servizi disponibili nel portfolio della propria squadra di Consulenti Clienti.

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RISPARMIO CASA APRE DUE NUOVI STORE Risparmio Casa, la catena italiana con oltre 120 negozi dedicata ai prodotti per la cura della casa e della persona, inaugura in meno di una settimana due nuovi punti vendita: uno di 1.800 mq in Via Praga a Ponsacco, in provincia di Pisa, e l’altro store di 600 mq in Via Variante a Sezze, in provincia di Latina. Con le nuove aperture Risparmio Casa raggiunge i 122 punti vendita, di cui 12 da inizio anno. Oltre a garantire alta qualità e grande risparmio, l’apertura dei due nuovi store rappresenta anche un segnale importante per il territorio grazie all’inserimento di un totale di 32 nuove risorse. Entrambi i nuovi punti vendita rispetteranno il classico format di successo dell’azienda, basato su un assortimento di oltre 25.000 referenze.

Si è molto parlato del forte impatto che la pandemia e le conseguenti misure restrittive hanno avuto sul Retail e, più nello specifico, sui centri commerciali. Ci sono stati, però, casi virtuosi che hanno saputo cogliere l’opportunità derivante dalla situazione per migliorarsi ulteriormente e prepararsi alla fine dell’emergenza. È il caso di Le Befane Shopping Centre, che ha deciso di sfruttare il periodo di chiusura per investire sull’infrastruttura, potenziare il Wi-Fi gratuito, nonché migliorare e diversificare l’offerta del centro commerciale. Le attività, avviate già dal primo semestre del 2020, hanno permesso a Le Befane, di proprietà di Union Investment e gestito da CBRE, di iniziare l’anno 2021 con una nuova veste dopo un investimento economico di oltre un milione di euro che ha portato alla realizzazione delle nuove torri di raffreddamento e del nuovo evac system.


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APRE A BOLOGNA IL PRIMO CENTRO DIAGNOSTICO TERAPEUTICO IN UN CENTRO COMMERCIALE IGD

BANCO FRESCO RADDOPPIA E APRE UN NUOVO PUNTO VENDITA A CREMONA Banco Fresco apre un nuovo punto vendita a Cremona, in Via Castelleone 39. Per la catena food retail, specializzata nei freschissimi, appartenente al Gruppo Prosol Compagnia di Gestione, e protagonista del recente annuncio di un importante piano di sviluppo, si tratta del secondo punto vendita nella regione dopo quello di Crema e il quarto in Italia. Il nuovo store, con una superficie commerciale di 1.000 mq, si traduce anche in valore per il territorio e nuove opportunità di lavoro grazie all’inserimento di 40 risorse, parte dell’ambizioso programma di 240 assunzioni previsto nel corso del 2021 per l’apertura in Italia di 6 negozi.

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BLOCKCHAIN E TRACCIABILITÀ NEL MONDO DELLA MODA: ENGINEERING E PATTERN PORTANO L’ESPERIENZA DEL PROGETTO A IT4FASHION In occasione dell’undicesima edizione di IT4Fashion Engineering – leader nella Digital Trasformation che accompagna il percorso di digitalizzazione del settore Digital Retail & Fashion attraverso un approccio fondato su tecnologie abilitanti come IoT, Blockchain e AI & Advanced Analytics – e Pattern hanno portato l’esperienza congiunta su un progetto in grado di garantire la tracciabilità e la sostenibilità dei prodotti attraverso la tecnologia Blockchain. L’esigenza di Pattern era assicurare ai propri clienti la tracciabilità e la trasparenza dell’intera filiera produttiva, garantendone la sostenibilità e contrastando la contraffazione.

Si tratta di un centro diagnostico terapeutico che si sviluppa su una superficie di oltre 230 mq, con 6 ambulatori dotati di apparecchiature di ultima generazione. Al suo interno presteranno attività medici professionisti altamente qualificati a copertura delle principali branche mediche: ortopedia, ginecologia, oculistica, otorinolaringoiatria, cardiologia, dermatologia e urologia, solo per citarne alcune. Con l’apertura di questo Centro diagnostico terapeutico prosegue il percorso di trasformazione dei centri commerciali del Gruppo IGD, sempre più orientati verso una trasversalità di servizi al cliente. In questa direzione vanno anche le recenti realizzazioni di hub vaccinali all’interno dei centri commerciali La Torre a Palermo ed Esp a Ravenna.


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TATA ITALIA APRE UN NUOVO PUNTO VENDITA AD OLBIA

SICILIA OUTLET VILLAGE: UN MODELLO DI SHOPPING SOSTENIBILE

Tata Italia ha aperto il suo nuovo punto vendita, questa volta diretto, nella grande isola italiana: in Sardegna. Il nuovo store si posiziona ad Olbia, nei pressi del centro commerciale Terranova, in un’area di shopping esclusivo. Ampie vetrine e grandi spazi sono arricchiti e impreziositi dalle immagini di campagne pubblicitarie e dagli articoli fashion che Tata Italia propone. Calzature ed accessori. Grazie ad un costante studio delle tendenze e del mondo della moda, Tata Italia propone idee sempre nuove e di successo, per soddisfare un cliente sempre più attento e preparato.

Oggi più che mai il tema della sostenibilità è molto sentito, il consumatore è sempre più attento a ciò che acquista e a dove avviene la sua spesa. I luoghi fisici dello shopping si stanno spostando verso una visione sempre più green, in termini di risparmio dei consumi e riduzione dei problemi ambientali. Anche Sicilia Outlet Village ha rivolto la sua attenzione alla tutela del territorio che lo ospita, grazie ad una serie di iniziative volte a ridurre l’impatto del proprio operato sull’ambiente, così da garantire il benessere degli utenti anche attraverso il rispetto per la natura, per vivere un’esperienza di shopping sostenibile, diventando un luogo in cui il bello sposa una causa.

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Danilo Pertosa - Chiara Manzi “La buona cucina”

400.000€ PER ANTIAGING ITALIAN FOOD Mangiar bene piace a tutti. Se poi quel che mangiamo oltre ad essere buono è anche sano e ci aiuta a restare giovani e in salute più a lungo si realizza il sogno di moltissime persone. Proprio per questo motivo Antiaging Italian Food, la startup fondata dalla nutrizionista Chiara Manzi e dal manager Danilo Pertosa, che aveva aperto al crowdfunding ad aprile 2021, ha raggiunto i 400 mila euro (il massimo stabilito) prima della chiusura della campagna. Il progetto aveva convinto sin da subito gli investitori, tanto da raccogliere i primi 150 mila euro in appena 24 ore. A finanziare Antiaging Italian Food sono 139 clienti del ristorante Libra di Bologna, della dottoressa Chiara Manzi, che, conoscendo già le potenzialità del prodotto hanno creduto nel progetto, scegliendo di diventarne parte attiva.


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News Comunicazione. JAKED PRESENTE AI GIOCHI PARAOLIMPICI 2020 DI TOKYO Capacità di raggiungere prestazioni davvero straordinarie. Il messaggio e i risultati, emersi dai Giochi Paraolimpici 2020 di Tokyo che si sono appena conclusi, rimarranno negli annali della storia. È stata l’edizione più emozionante di sempre: gli azzurri hanno battuto il record stabilito di vittorie a Seul nel 1988 e hanno volato oltre ogni limite. Sessantanove medaglie, di cui trentanove nel Nuoto, la disciplina che è salita più volte sul podio. JAKED, il brand di sportwear e active wear che da tempo accompagna i migliori atleti in vasca, ha rappresentato questi campioni con un abbigliamento tecnico e altamente performante. Comfort, confidence, tecnocity sono le parole-chiave che permettono a JAKED di raggiungere i più alti standard di qualità grazie al continuo investimento nella ricerca, nello sviluppo di nuovi materiali e di tecnologie costruttive. Dal 2012 il marchio è sponsor tecnico e fornitore ufficiale della Federazione Italiana Nuoto Paralimpico (FINP).

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Gianluca Tesolin

DA BOFROST 300MILA EURO IN CIBO PER BANCO ALIMENTARE Bofrost, la più importante azienda italiana della vendita a domicilio di alimenti surgelati e freschi, nel 2020 ha donato prodotti per un valore di 300.000 euro a Banco Alimentare, la fondazione che combatte la povertà e lo spreco recuperando e ridistribuendo cibo a chi ne ha bisogno. L’azienda di San Vito al Tagliamento (PN) ha coinvolto in questa azione di solidarietà i propri clienti, che hanno potuto convertire i punti fedeltà accumulati con gli acquisti in un contributo a Banco Alimentare sotto forma, appunto, di specialità Bofrost (surgelate e non), che saranno così a disposizione della rete di strutture caritative con cui Banco Alimentare collabora. “Uno splendido risultato per il quale ringrazio per primi i nostri clienti, che da sempre rispondono con entusiasmo alle catene di solidarietà che Bofrost promuove”, commenta l’amministratore delegato di Bofrost Italia Gianluca Tesolin.

YAMAMAY INSIEME A UNHCR ITALIA PER IL POPOLO AFGHANO Le immagini di distruzione, dolore, sofferenza che arrivano dall’Afghanistan attraverso i mezzi di comunicazione non ci hanno lasciato indifferenti: il mese di settembre 2021 avrebbe dovuto essere per Yamamay il periodo dedicato ai festeggiamenti per i 20 anni dalla fondazione del brand - 20 anni di aspirazioni e di sogni, 20 anni dedicati all’universo femminile, 20 anni passati a celebrare le donne e l’emancipazione femminile - ma purtroppo fanno sapere che questo non sembra il momento più giusto per festeggiare un Anniversario. Yamamay ha quindi deciso di concentrarsi su temi molto più importanti, sostituendo la campagna di comunicazione prevista per l’Anniversario dei 20 anni con una campagna di sensibilizzazione e raccolta fondi in favore del popolo afghano ‘Per le donne, con le donne’. Yamamay si è quindi unita a UNHCR (Agenzia Onu per i Rifugiati) per dare un supporto concreto al popolo afghano, trasformando così i progetti legati all’anniversario in una donazione, in un aiuto per fornire beni di prima necessità e salvavita, kit igienici e sanitari.


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Influisce sull’imprenditorialità e funge da volano per l’occupazione, in particolare di giovani e donne

IL FRANCHISING RESISTE E REGISTRA NUMERI IN POSITIVO La dinamicità del settore produce modelli di business in grado di rispondere alle esigenze dei “nuovi consumatori”, i quali sono sempre più attenti alla qualità e alla salute e al benessere senza trascurare i prezzi Le reti di franchising attive a causa della pandemia sono passate da 980 del 2019 a 877 del 2020, però il sistema franchising si consolida nel sistema imprenditoriale

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italiano: nello specifico, il giro d’affari nel 2020 è pari a €27.058.533.300, in aumento del 3,5%. In crescita anche il numero di punti vendita affiliati in Italia (+1,3%), leggermente


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in calo invece quelli in franchising all’estero (-2,9%). Le reti con sede all’estero, che operano in Italia solo tramite franchisee, crescono del 3,4%. Cresce anche il numero di addetti nel sistema franchising (+4,8%) e leggermente anche la media di occupati per punti vendita che, in Italia, salgono a +5,2%. Nel complesso emerge la tendenza traducibile in una buona tenuta del sistema franchising in Italia, nonostante l’inevitabile impatto negativo generato dal perdurare della crisi causata dalla pandemia di Covid-19. Sono i dati de “Il Rapporto Assofranchising 2021 – Strutture, Tendenze e Scenari” a cura ed elaborato dal Servizio Studi Assofranchising, in collaborazione con CREA. DISTRIBUZIONE DEL FRANCHISING PER AREE GEOGRAFICHE Per quanto riguarda le aree geografiche, il NordOvest è al primo posto per numero di franchisor (312) pari al 36,8%, seguito dal Sud (182) pari al 21,5% (da notare che proprio al Sud si registra un aumento delle insegne rispetto al 2019), si continua con il Nord-Est (177) pari al 20,9% e il Centro (176) pari al 20,8%. In particolare, le regioni italiane che ospitano il maggior numero di franchisor sono la Lombardia (244) e il Lazio (95), seguite da Veneto (85), Campania (82) ed Emilia Romagna (72). Il primato regionale nel numero di punti vendita in franchising spetta alla Lombardia (9.340), seguita dal Lazio con un numero di punti vendita stabile rispetto al 2019, mentre, al terzo posto, troviamo la Sicilia che, a confronto con le altre regioni, registra il maggior aumento percentuale rispetto al 2019 (+3,9%). Con riferimento alla suddivisione per Aree Nielsen, l’Area Sud risulta essere prima per numero di punti vendita (18.081 PVF), in aumento del +1,6% rispetto al 2019. In termini di redditività, anche nel 2020 è l’area Sud a generare il miglior risultato, per un totale di € 8.371.389.644 seguita dal Nord-Ovest che nello stesso periodo ha prodotto € 7.884.277.061; il Centro e il Nord-Est si collocano subito dopo, registrando comunque un’incidenza sulla

produzione totale molto elevata. LA PAROLA AI PROTAGONISTI

Antonio Viola: President & Ceo Mammina Holding “Mammina pizzeria e cucina genuina” è un format contemporaneo allegro e vivace incentrato sulla tipica cucina della tradizione campana e sulla vera pizza napoletana. Mammina è desinata anche nella versione “Mammina Pizza & Fries” ed è la formula take away, con le specialità campane, la pizza al metro di Sorrento, la mozzarella di bufala campana, i piatti tipici ed i panini. Per entrambi i format è prevista l’affiliazione in franchising. Quali sono secondo lei i principali driver di cambiamento e sviluppo che caratterizzeranno il suo settore con particolare riferimento al mondo retail, eventualmente integrato con l’online?

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“La pandemia mondiale ha generato notevoli mutamenti di mercato, tra lockdown e restrizioni, il 2020 e 2021 hanno portato i consumatori a cambiare modalità di acquisto, adottare nuove abitudini alimentari e compiere nuove scelte, sia in termini di quantità che di qualità dei prodotti. Inevitabilmente, anche il mondo della ristorazione si è adeguato per superare le difficoltà del momento e adattarsi alla “nuova normalità”, fatta di aperture contingentate, take-away e soprattutto delivery. Sicuramente l’innovazione tecnologica e le piattaforme di delivery ma per quanto possibile senza snaturare la “food experience”, mentre la modalità “gaming” per effettuare gli ordini stimola molto la “customer experience”.” Come vi state muovendo per cogliere tali opportunità? “Abbiamo investito in tecnologia e continueremo a farlo, l’obiettivo è quello di anticipare i trend di mercato. Il franchising sicuramente è una leva molto importante per lo sviluppo aziendale, ci consente di moltiplicare le possibilità di crescita, prevediamo comunque altre aperture dirette per rafforzare il ns. brand”. LA PAROLA AI PROTAGONISTI

Emanuele Fedeli: Ceo Sbabam Point srl Il brand Sbabam da diversi anni presente su tutti i canali media con una proposta completa di giocattoli ed accessori per bambini, è leader per il mercato italiano nell’offerta di piccoli prodotti dedicati ai più piccoli nell’ambito del gioco e del tempo libero. L’azienda sta ora indirizzando i propri sforzi verso un progetto destinato

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a cambiare il settore delle edicole in Italia, costituendo una rete di SbabamPoint diffusi a livello nazionale, oltre che un sistema di corner Sbabam collocati all’interno di punti vendita terzi o di catene già sviluppate. Il progetto SbabamPoint parte da un’idea: oggi l’edicola non è più il luogo dove acquistare solo giornali ma un convenience store, ovvero un piccolo punto vendita di prossimità ove trovare gadget, bevande, prodotti alimentari confezionati, ma soprattutto giocattoli, accessori, giochi e oggetti divertenti e coloratissimi per tutte le età e tutte le tasche. I professionisti SbabamPoint creativi e dinamici e sempre al lavoro per sviluppare idee e dare loro una concretezza sono a disposizione di edicolanti esistenti, persone che hanno voglia di mettersi in gioco, imprenditori, negozi indipendenti e catene di negozi che vogliono ampliare la propria offerta di servizi, con proposte di affiliazione a partnership win-win studiate appositamente per venire incontro alle loro esigenze. Quali sono secondo lei i principali driver di cambiamento e sviluppo che caratterizzeranno il suo settore con particolare riferimento al mondo retail, eventualmente integrato con l’online? “Il principale cambiamento del settore è la crisi culturale e l’avvento della stampa digitale. Questo porta ad un “esaurimento strutturale” del ruolo


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delle edicole viste come rivenditori di giornali cartacei. I principali elementi da tenere d’occhio per codificare il cambiamento sono sicuramente le location interessanti delle edicole, ed il loro bacino di utenti/clienti. L’online caratterizza questo settore in maniera determinante, così come la customer experience e lo sviluppo di nuovi retail: la fruizione del “main business” delle edicole sarà sempre più solo digitale”. Come vi state muovendo per cogliere tali opportunità? “Le prime concrete iniziative adottate, e che stiamo continuando ad adottare per cavalcare questo cambiamento è l’acquisto di alcune edicole, trasformate in @sbabampoint test points. Il franchising sicuramente ci aiuterà in quanto è un format che ben si adatta per “affiliare” le migliaia di edicole indipendenti attualmente esistenti, sviluppando ed ottimizzando il mkt mix prodotti/servizi e le forniture, nonché sfruttare la awarness del brand sbabam, già molto forte sul target genitori/nonni/bambini”. LA PAROLA AI PROTAGONISTI

per rendere unica l’esperienza di acquisto, attraverso un design curato e ad un assortimento estremamente vario. Le categorie merceologiche offerte all’interno degli store sono: casalinghi, cura della casa, tecnologia, elettrodomestici, abbigliamento, benessere e tempo libero. Quali sono secondo lei i principali driver di cambiamento e sviluppo che caratterizzeranno il suo settore con particolare riferimento al mondo retail, eventualmente integrato con l’online? “Il retail è un settore in continua evoluzione. Cambiamenti tecnologici con particolare riferimento al digitale, e-commerce e esperienza d’acquisto sono certamente i principali driver di sviluppo. Negli ultimi anni, la customer experience in particolare sta acquisendo sempre più importanza. Oggi i retailer devono valorizzare al massimo il tempo libero dei propri clienti, sempre più scarso, e contestualmente devono riuscire ad emergere in uno scenario sempre più competitivo. In questo contesto, bisogna offrire ai clienti un’esperienza piacevole, unica, in grado di arricchire il semplice acquisto. Il negozio dunque assume un nuovo significato ed una nuova funzione: un luogo che offre nuovi stimoli, in cui investire il proprio tempo per vivere un’esperienza di valore”.

Anna Massimo: Franchising magager Portobello spa Portobello è un’azienda italiana leader nel media bartering: utilizza gli spazi pubblicitari, di proprietà o in gestione conto terzi, per acquistare prodotti delle migliori marche da rivendere attraverso la propria catena di negozi ai prezzi più bassi sul mercato. La Società, fondata a Roma nel 2016, dopo solo 18 mesi si è affermata come la più giovane azienda quotata presso Borsa Italiana. Tutti i punti vendita sono studiati

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Come vi state muovendo per cogliere tali opportunità? “Portobello è riuscita a creare un modello di supply chain pressoché unico a livello mondiale. L’unicità risiede nel fatto che l’attività di rifornimento dei beni venduti nei negozi, avviene anche tramite barter, sistema estremamente complesso perché di per sé imprevedibile (è difficile sapere con quali clienti e su quali prodotti si faranno operazioni di barter) e, pertanto, molto difficoltoso da inserire all’interno di una catena di fornitura che per il settore retail deve essere efficiente e rapida. Portobello è l’unica azienda che ha imparato a utilizzare questo meccanismo e a renderlo scalabile su una catena di negozi multi categoria. Ciò consente alla Società di praticare una politica di prezzo imbattibile e a fornire, al contempo, un’ottima esperienza di acquisto al consumatore”. LA PAROLA AI PROTAGONISTI

Gianluigi Cimmino: Ceo Pianoforte Holding Yamamay nasce nel 2001 da un’idea dell’imprenditore Gianluigi Cimmino, il quale, credendo fortemente nel potenziale del mondo del retail e del mercato dell’intimo, decide di investire in una nuova sfida imprenditoriale. La bellezza femminile guida il brand dal suo esordio nel mercato. Yamamay è diventato nel corso degli anni un punto di riferimento per il mercato dell’intimo e del beachwear, sviluppando una rete vendita capillare che conta più di 600 negozi nel mondo. Il range di prodotti include intimo, lingerie, corsetteria, costumi, pigiami, capi d’abbigliamento ed accessori, ma

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anche una linea home. Il negozio Yamamay è il luogo in cui vivere un’esperienza emozionale, creativa e stimolante, in cui poter acquistare prodotti dalla qualità eccellente al giusto prezzo. I prodotti Yamamay sono glamour, sexy, colorati ed eleganti, sono disegnati per clienti attenti alla moda e rappresentano perfettamente l’eccellenza e lo stile italiano. Quali sono secondo lei i principali driver di cambiamento e sviluppo che caratterizzeranno il suo settore con particolare riferimento al mondo retail, eventualmente integrato con l’online? “Yamamay è nata 20 anni fa come realtà retail per poi evolversi negli anni. Non abbiamo mai smesso di sperimentare sia a livello di prodotto che a livello commerciale, cercando di cogliere ed interpretare le esigenze e l’andamento del mercato. I due anni passati, ci hanno insegnato che è importante lavorare a 360 gradi, abbiamo osservato che la logica d’acquisto sta cambiando che i driver stessi stanno cambiando, si privilegerà una moda più discreta che continui comunque ad emozionare, ma che sia anche capace di abbinare valori come sostenibilità, inclusività, sicurezza e una customer experience altamente innovativa che integri i negozi con l’online e noi dobbiamo andare in questa direzione…”.


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Come vi state muovendo per cogliere tali opportunità? “Il cambiamento fa parte dell’evoluzione, il panorama commerciale è in continuo cambiamento e richiede uno sviluppo costante verso le necessità dei propri consumatori, sia a livello di prodotto che di customer experience. A livello di prodotto stiamo lavorando molto per proporre ai nostri clienti progetti e prodotti legati alla sostenibilità perché crediamo che sia molto importante procedere nella direzione di una moda sostenibile e circolare sia per quanto riguarda i materiali che il design. Nello specifico, Yamamay dal 2008 ha inserito, nelle proprie collezioni sia mare che intimo prodotti realizzati con filati riciclati, biodegradabili, tessuti naturali, per l’estate 2021 siamo addirittura riusciti a realizzare una linea di costumi 100% riciclata e riciclabile, realizzata con la plastica recuperata dagli oceani. Per quanto riguarda la customer experience stiamo lavorando a soluzioni per far sì che sia sempre più integrata perché ormai i clienti si aspettano di entrare in contatto con un brand o un’azienda nel modo per loro più comodo in quello specifico momento, sia esso un negozio, un computer, uno smartphone. La nostra ambizione è offrire la possibilità di poter vivere il brand con la stessa qualità attraverso tutti i touchpoint, anche perché sono esperienze d’acquisto che presentano caratteristiche diverse ma sono in realtà complementari: tanti clienti infatti vedono i prodotti online e poi scelgono di acquistarli in negozio o viceversa. Penso che in futuro, il mercato sarà infatti dominato dai brand capaci di offrire ai propri clienti un’esperienza sicura, coinvolgente e personalizzata”. LA PAROLA AI PROTAGONISTI

Stefano Finco: Omnichannel Director Western Europe - Compar - Bata

Bata è un brand con più di 120 anni di storia, è il più grande retailer al mondo di calzature civili ed è, per volume, il principale produttore di scarpe al mondo. Bata è un’azienda a conduzione familiare che serve più di 1 milione di clienti al giorno in oltre 5.300 negozi e produce localmente nei 23 stabilimenti di proprietà nei cinque continenti. Bata opera in oltre 70 paesi in tutto il mondo e con 220 milioni di paia di scarpe vendute ogni anno, si colloca tra i più grandi marchi di calzature a livello mondiale. Fondata da Tomas Bata nel villaggio di Zlin, attuale Repubblica Ceca, ha sviluppato negli anni diverse tecniche di fabbricazione di calzature. Oggi Bata è un’azienda a livello globale con sede in Svizzera, il brand risponde alle esigenze locali dei clienti in Europa, Africa, Asia e America Latina, dove è considerato marchio di fiducia. Bata in Italia è Compar, nata nel 1931, è leader nel settore ed è presente nel mercato nazionale con oltre 240 negozi diretti e in franchising e lo shop online bata.it. Quali sono secondo lei i principali driver di cambiamento e sviluppo che caratterizzeranno il suo settore con particolare riferimento al mondo retail, eventualmente integrato con l’online? “Il periodo del lockdown ed i mesi successivi con restrizioni alla mobilità e riduzioni dei giorni orari di apertura dei centri commerciali hanno favorito l’avvicinamento dei consumatori al mondo digitale. Ne ha beneficiato l’interazione con i consumatori sui canali social con una interazione sempre maggiore e soprattutto il canale e-commerce che ha registrato un’esplosione delle visite e delle vendite. In generale tutti i KPI del modo digital sono in forte e continua crescita ed anche oggi dove la situazione di mobilità sul territorio nazionale è tornata a situazioni di “normalità” lo shop online continua a registrare dei trend di forte incremento di visite, conversion e vendite. Il cliente è diventato molto più connesso e si è abituato a fare molta più “ricerca” e raccogliere informazioni sui canali digitali. Proprio in questi giorni stiamo testimoniando di come il cliente si approccia al negozio in maniera diversa e nuova 21


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rispetto al recente passato: entra in negozio conoscendo già la disponibilità di modelli e taglie perché ha già consultato il nostro sito bata.it, che fornisce queste info. Il cliente oggi è molto preparato e quando decide di acquistare, lo fa avendo già raccolto informazioni sul Brand attraverso tutti i suoi touch point (sito, social e negozi sia diretti che franchising). In questo nuovo scenario, il retail rimane ancora centrale rispetto al business perché rappresenta tuttora il 90% del totale incasso. Ma non per questo possiamo rimanere a guardare: il mondo fisico deve cambiare perché il cliente è cambiato. Lo store deve essere sempre più digitalizzato e connesso con il resto dei touch point, deve offrire servizi competitivi in fase di vendita e nel post vendita; il negozio deve offrire una shopping experience che sia memorabile e di relazione”. Come vi state muovendo per cogliere tali opportunità? “In Bata abbiamo adottato da qualche anno un approccio omni-canale al business e gli ultimi eventi ci hanno portato a “spingere” ulteriormente in questa direzione. Si parla sempre di più di esperienze “phygital” a disposizione del consumatore dove mondo fisico e digitale si integrano e si completano a vicenda. Un esempio molto concreto è determinato da uno strumento che stiamo finalizzando in questi

giorni: il Bata Finder! Grazie a questo tool è possibile ora in negozio trovare (sfruttando tutto il network, incluso l’e-commerce) le taglie di articoli esauriti o vendere articoli non presenti in negozio o fare acquisti on line da store. A breve questo strumento verrà integrato al 100% con il sistema di cassa del negozio che potrà dunque vendere contando su uno stock infinito (“endless aisle”). Allo stesso modo stiamo sviluppando un tool che ci permetterà a breve di “umanizzare” il sito e-comm attraverso un’interazione diretta con il personale dello store per avere assistenza sulla vendita online e/o sulle caratteristiche del prodotto. I due mondi (Offlne ed Online) non sono mai stati così integrati ed uniti a tutto vantaggio del cliente che si interfaccia con un Brand “amico” che lo segue nel suo “customer journey” in maniera efficace e continua”. In questa prospettiva, il franchising, che da sempre ha contribuito a sviluppare il network, il Brand e vendite con investimenti limitati nei brick&mortar, può oggi espandersi per avere una copertura capillare del territorio e beneficiare delle vendite omnicanale attraverso strumenti come il Bata Finder che permetterà loro di incassare di più con uno stock più limitato. Bata è dunque alla ricerca di clienti che abbiano voglia di sviluppare business in Italia in ottica omnicanale e che sappiano cogliere le grandi opportunità del momento”. LA PAROLA AI PROTAGONISTI

Marco Pascoli: General Manager Assixto Assixto è una rete che offre servizi di assistenza a domicilio rivolti a tutta la famiglia nel suo complesso ed a persone come anziani, disabili, bambini, ammalati, ect. “Non vi lasciamo soli,

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soprattutto nei momenti di maggiore difficoltà. Quando si presenta un bisogno di assistenza, potete contare su un servizio ed un interlocutore che non solo vi solleva dalle emergenze più immediate, ma che vi permette di risolvere brillantemente i piccoli e grandi problemi quotidiani. Vi assistiamo anche nelle frequenti questioni burocratiche, con un notevole risparmio di tempo e un servizio efficace che vi regalerà una maggiore serenità.” Quali sono secondo lei i principali driver di cambiamento e sviluppo che caratterizzeranno il suo settore con particolare riferimento al mondo retail, eventualmente integrato con l’online? “In questi tempi difficili, il ruolo della prossimità verso i nostri cari, specie se ammalati o non autonomi, è stato sicuramente uno dei temi più importanti. Abbiamo tutti ancora negli occhi le terrificanti immagini di ospedali pieni e il dramma delle Rsa. E’ stato sotto gli occhi di tutti quanto la tutela delle persone più deboli sia un tema che sempre più si impone all’attenzione di tutta quanta la nostra comunità. E’ in atto un cambiamento di paradigma sempre più orientato all’home care dunque l’assistenza domiciliare può essere considerata la chiave di volta per assistere i nostri cari”. Come vi state muovendo per cogliere tali opportunità? “In ASSIXTO abbiamo implementato i servizi di telemedicina e teleconsulto. Per il nostro modello di sviluppo abbiamo scelto la formula del social franchising, a tutt’oggi una risposta vincente”.

LA PAROLA AI PROTAGONISTI

Raffaello Pellegrini: Amministratore Delegato Naturhouse srl Nata in Spagna nel 1992, grazie al fondatore Felix Revuelta, oggi NaturHouse è una multinazionale quotata alla borsa di Madrid con oltre 2400 Punti Vendita distribuiti in 35 paesi e 6,5 milioni di clienti che, grazie all’innovativo metodo NaturHouse, hanno imparato a mangiare in maniera congrua raggiungendo il proprio PesoBenessere®. L’inizio dello sviluppo in Italia parte da maggio del 2005, e ad oggi conta una rete capillare di 400 Punti Vendita NaturHouse, il 90% dei quali in franchising, distribuiti su tutta la penisola e con quasi 1,5 milioni di clienti. Da aprile 2015 il gruppo è quotato alla Borsa di Madrid. Quali sono secondo lei i principali driver di cambiamento? “Come in tutti i settori, anche quello del benessere ha avuto grandi cambiamenti a causa della crisi pandemica, ancora più accentuati e radicali rispetto ad altri, proprio per la centralità che la cura del corpo ha assunto sia durante il lockdown, che soprattutto dopo. A livello di abitudini di acquisto, anche le persone più attempate e analogiche hanno avuto modo e necessità di imparare a comprare online, potendo apprezzare la grande comodità, derivante dall’ampiezza della scelta e dalla possibilità di ricevere a casa tutto ciò di cu si ha bisogno. Come conseguenza, oggigiorno un’azienda che non sia multicanale, non può essere competitiva.” Come vi state muovendo per cogliere tali opportunità? “Dato che NaturHouse era al 100% offline al momento del primo lockdown, siamo stati in grado in poche settimane di approntare un sito e-commerce che ha di fatto garantito la sopravvivenza economica di molti punti vendita. 23


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Aumenta l’interesse per il cosiddetto settore Alternative, soprattutto nei confronti dell’Healthcare e di asset tecnologici

COSA È CAMBIATO NEI CENTRI COMMERCIALI Intervista a Alessandro Mazzanti, CEO della divisione CBRE Advisory in Italia: “sul retail gli elementi di incertezza, che già gravavano sulle prospettive del settore, si sono in parte acuiti,, ma è evidente che il settore dovrà trovare un nuovo equilibrio, finita la Pandemia, ripensando i propri formati” Lo shock causato dalla pandemia ha determinato anche nell’immobiliare cambiamenti di certo importanti ma, nella maggior parte dei casi, ha solo accelerato processi di trasformazione già in atto. Ha rappresentato, in sostanza, una sorta di catalizzatore che ha rafforzato il trend di crescita

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della Logistica e del Residenziale e ha esacerbato l’incertezza legata al Retail. Il 2020, nei numeri, ha visto un calo del volume degli investimenti sull’anno precedente del 29%, raggiungendo € 8,8 miliardi di transazioni immobiliari commerciali in Italia: in sostanza, dopo un 2019 da record, si


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ritorna ai livelli del 2018, su cui avevano pesato soprattutto l’incertezza politica e l’aumento dello Spread. Da notare il calo della quota di investimenti stranieri, passati dal 69% al 59% del totale. A fare un punto della situazione è Alessandro Mazzanti, CEO della divisione CBRE Advisory in Italia. La crescita della curva dei contagi da Covid-19 verificatasi in autunno e il conseguente inasprimento delle misure di contenimento hanno causato un ulteriore aggravio delle condizioni dei retailer, già provati dai mesi di chiusura precedenti. Nello specifico cosa è cambiato nei Centri Commerciali? “In realtà, nella maggior parte dei casi, ha solo accelerato processi di trasformazione già in atto. I grandi magazzini offrono un mix merceologico molto diversificato e la trasformazione sta interessando soprattutto la riduzione di questi spazi a discapito del non food e a favore della ristorazione. Evidentemente questa era una tendenza che prendeva piede già prima della pandemia, oggi si sta acutizzando. Quindi una trasformazione non per modificare o variegare ma per aumentare il food. Nei Centri Commerciali, quindi, si sono liberati degli spazi. Ovviamente, anche la ristorazione durante la pandemia ha sofferto, ma il trend di crescita riprenderà sicuramente una volta usciti completamente dall’emergenza sanitaria. Un altro settore all’interno dei Centri Commerciali in trasformazione è sicuramente l’abbigliamento per effetto dell’e-commerce. Negli ultimi cinque anni, le vendite tramite e-commerce in Europa sono cresciute del 150% e le vendite online sono passate dal 7% del totale nel 2015 al 13% nel 2020. A livello globale questo comporterà la necessità di un milione di metri quadri di nuovo spazio

Alessandro Mazzanti CEO CBRE Advisory Italia

logistico. Sul retail gli elementi di incertezza, che già gravavano sulle prospettive del settore, si sono in parte acuiti, anche come riflesso del boom dell’e-commerce. In Italia il calo delle vendite del retail fisico è stato forse meno marcato che in altri Paesi europei, ma è evidente che il settore dovrà trovare un nuovo equilibrio, finita la Pandemia, ripensando i propri formati. La diffusione dell’ecommerce ha comunque portato alla luce anche nuove attitudini dei consumatori, che indicano una via per un possibile ammorbidimento della contrapposizione on-line/off-line. Gli italiani hanno acquisito familiarità con gli acquisti online in tutte le declinazioni possibili (dal food delivery al click & collect), ma nel corso del 2020 è emerso il desiderio da parte dei consumatori di coniugare lo shopping fisico nel tempo libero con la possibilità di ritiro di prodotti acquistati online. Il superamento della dicotomia online/offline retail è in questo momento al centro dell’interesse sia dei retailer sia degli investitori, sempre più interessati

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a favorire la crescita dell’omnicanalità. Diventa sempre più chiaro il rapporto complementare tra e-commerce e negozio fisico, grazie a un migliore monitoraggio delle performance del retail online in seguito alla sua maggiore diffusione durante la Pandemia. Alla base del superamento di questa dicotomia troviamo tre elementi principali: l’unicità dell’esperienza offerta dal retail fisico, il rapporto complementare tra le imprese che operano secondo un modello di business tradizionale da quelle che adottano un modello di business integrato off-line e on-line ed e-commerce e la futura transizione dei negozi verso funzioni diverse dalla semplice vendita di beni di consumo”.

PER SAPERNE DI PIÙ SU CBRE CBRE Group, Inc. (NYSE:CBG), società Fortune 500 e S&P 500 con sede a Dallas, è la più grande società al mondo di consulenza immobiliare (in base al fatturato 2020). La società impiega oltre 100.000 dipendenti (escludendo le consociate) e fornisce servizi a proprietari di immobili, investitori nel settore immobiliare attraverso circa 530 sedi in tutto il mondo (escludendo le consociate). In Italia, CBRE conta 1.500 dipendenti (inclusa GWS) in 4 uffici. CBRE offre una vasta gamma di servizi integrati,

Ma invece cosa significa per voi lo svuotamento degli spazi nei Centri Commerciali? Come pensati di andare a coprire? “L’idea è di cedere questi spazi in modalità temporanea con contratti molto più semplici e molto più flessibili creando così una sostenibilità che sia più economica possibile sia per i Centri Commerciali sia per i retailer che hanno la possibilità di prendere gli spazi in momenti più congeniali alla loro attività”.

tra cui consulenza strategica, vendita e

In Italia quale sarà il futuro dei Centri Commerciali? “A differenza dell’America, dove molti Centri Commerciali sono destinati alla chiusura perché in esubero, in Italia non assisteremo a chiusure in quanto lo stock esistente è relativamente basso, mentre ci sarà sicuramente una riduzione nell’apertura di nuovi centri commerciali. Inoltre, ci sarà da modificare un po’ il mix merceologico potenziando i servizi”.

settore Alternative, soprattutto nei confronti dell’Healthcare e di asset tecnologici. Nei Centri Commerciali vedremo sempre di più la presenza di strutture mediche specializzate, palestre, centri medici alternativi come ad esempio la fisioterapia e molti altri spazi riservati alla bellezza della persona”

A proposito del mix merceologico che sta diventando sempre più articolato e variegato con l’arrivo non solo di nuovi brand ma anche di nuovi tipi di settori legati per esempio ai servizi. Che posto occupa il benessere e la salute all’interno dei vostri centri per migliorare ulteriormente la customer experience dei clienti e completare il quadro dei retailer? “Aumenta l’interesse per il cosiddetto

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locazione di proprietà immobiliari; servizi aziendali; gestione di proprietà, facilities e project management; finanziamenti, stime e valutazioni; servizi di sviluppo; gestione di investimenti; ricerca e consulenze. Per informazioni, visita il sito web: http://www.cbre.it o www.cbre.com.

Cosa significa per voi tutto questo? “Sicuramente queste attività hanno una redditività più bassa quindi si riflette anche sull’affitto degli spazi nettamente inferiori a locali commerciali destinati alla vendita di prodotti, ma un dato positivo è rappresentato dalla maggiore presenza e fidelizzazione del cliente al Centro Commerciale”. La situazione che abbiamo vissuto ci ha portato anche a rivedere le regole contrattuali. Sempre di più i brand e catene in franchising


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si rivolgono a terzi, a partner di qualità, per l’affitto degli spazi commerciali. Quindi per voi viene meno il rapporto diretto con il brand a favore di partner. In che modo state gestendo questo cambio di titolarità. Quali sono le nuove dinamiche contrattuali da recepire? “Questo fenomeno è già presente e il tutto è legato all’aspetto delle garanzie. È chiaro che se per le catene e grandi brand è un’opportunità nel fare gestire a terzi il contratto di affitto quello che chiediamo noi sono maggiori garanzie che deve offrire il partner che agisce in nome e per conto di”.

Comunque per quanto riguarda gli Uffici, la crisi ha fatto sorgere diversi interrogativi su configurazione, dimensionamento e qualità degli spazi ma questa rimarrà comunque la principale asset class del mercato immobiliare italiano”.

Come vede la possibilità di utilizzo di spazi dei centri Commerciali al servizio di grandi società che sempre di più utilizzano lo smart working? “Capitolo a parte va fatto per gli Uffici. Nel 2020 il settore ha subito un calo a causa ovviamente della diffusione di smart working e remote working, ma c’è un tema su cui tutti si interrogano: quale sarà la domanda di spazi sul lungo periodo? Una risposta chiara non c’è ancora: nel 2021 il mercato potrebbe restare in calo, come nell’anno appena trascorso, ma è ancora difficile prevedere quale sarà la sua evoluzione fino a che non si consolideranno i nuovi trend nella domanda degli occupier.

Come vedremo i Centri Commerciali nei prossimi anni quali le strategie economiche e aziendali nell’imminenti futuro? “Per ritornare ai volumi del 2019 bisognerà aspettare almeno il 2022: il dato finale di quest’anno potrebbe collocarsi a metà strada tra il record del 2019 e i risultati del 2020. Solo una stima, ovviamente, ipotizzando una graduale risoluzione della pandemia grazie al successo delle campagne vaccinali; altri scenari, che ci auguriamo improbabili, sono difficili da prevedere. Comunque quando ci libereremo da questa pandemia sarà come la fine di una guerra. Grande ripresa e tanta voglia di vivere con una desiderata rinascita”.

In tema di sostenibilità che valore date all’ESG? “Sempre di più oggi i proprietari di immobili fanno attenzione all’ambiente e alla sostenibilità in fase di costruzione quindi direi che è un tema che sta a cuore a tutti quindi grande apertura e disponibilità”

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La Filetteria Italiana nel 2015 apre il primo ristorante a Milano. Sono previste nuove aperture a Roma e Torino

GLI SPECIALISTI IN UN UNICO TAGLIO DI CARNE: IL FILETTO La Casa Madre offre supporto e aiuto in ogni ambito del progetto ai potenziali affiliati che devono appassionarsi al format, tanto quanto i proprietari e devono portarlo avanti con passione e dedizione La Filetteria Italiana nasce dall’idea di Edoardo Maggiori, che nel 2015 apre il primo store a Milano. Vedendo il grande successo che stava avendo, nonostante le difficoltà incontrare, decide di con-

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tinuare con la sua idea e di svilupparne una catena. Apertura dopo apertura vi è la continua conferma che il format di Filetteria piace ed ha successo. tanto che ad oggi si contano 7 punti vendita attivi su


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cassetto”. I potenziali affiliati devono appassionarsi al format, tanto quanto i proprietari e devono portarlo avanti con passione e dedizione. LA FORMAZIONE DEL FRANCHISEE La formazione del franchisee avviene attraverso giornate in sede, seguiti dai responsabili più abili in cui vedranno e proveranno con mano quello che è il lavoro all’interno di un punto vendita. Sono in programma anche delle giornate di formazione nel punto vendita affiliato. La formazione è divisa in moduli in base al ruolo: valori del Brand e franchising; gestione della cucina; carne; gestione della sala; gestione del cliente; gestione delle risorse; tecniche di vendita e bartender. Per ogni modulo verranno spiegati i punti più importanti dai responsabili alla formazione.

Milano. La voglia di continuare a crescere non si è fermata e le mire di Edoardo ed Andrea sono molto alte. LO SVILUPPO IN FRANCHISING Il Franchising rappresenta per Filetteria Italiana una scelta fondamentale per lo sviluppo del brand in quanto fin dalla nascita dell’azienda l’obiettivo è stato quello di avere più possibilità di crescita oltre alle aperture dirette che sono state fatte in questi anni su Milano. Ci sono in programma nuove apertura su Milano per concludere il processo di espansione sulla città, per poi passare ad altre città come Roma e Torino. CHI È L’AFFILIATO TIPO DI FILETTERIA ITALIANA Non esiste un identikit dell’affiliato “perfetto”. Possono affiliarsi al brand uomini o donne che abbiano avuto esperienze lavorative in vari settori, diversi da quelli della ristorazione, e che vogliano finalmente provare a realizzare il loro “sogno nel

FILETTERIA ITALIANA: UN BRAND ESCLUSIVO La distinzione più palese ed importante da sottolineare è che Filetteria Italiana è specializzata in un unico taglio di carne, il Filetto. Inoltre la selezione di carni esotiche è unica nel suo genere. Nessun’altro ha così tante tipogie di carne così particolari come la zebra, la renna, il cervo e tante altre. I VANTAGGI DI AFFILIARSI La Casa Madre offre supporto e aiuto in ogni ambito del progetto, chiedendo serietà e impegno nel portarlo avanti. Inoltre offre: formazione, supporto nella scelta della location, supporto nella scelta del personale, vengono dati dei fornitori obbligatori, per quelli non obbligatori verranno consigliati e aiutati nella ricerca, vengono forniti i software di cassa e della gestione degli ordini, per cui avranno un supporto diretto sia da parte dei responsabili sia dall’assistenza diretta del software.

PER SAPERNE DI PIÙ Sito Internet: www.lafiletteriaitaliana.it

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Il brand di calzature femminili pone alle basi delle sue scelte il desiderio di interpretare i desideri femminili tramutandoli in scarpe e accessori

PRIMADONNA COLLECTION CONTINUA A CRESCERE E TORNA CON UNA NUOVA VESTE A MILANO Apre un nuovo store nella capitale Meneghina e, per l’occasione, lancia il refresh del logo e la nuova campagna Autunno Inverno Gli standard di Primadonna Collection puntano, da sempre, all’eccellenza, coinvolgendola in un continuo processo creativo di innovazione volto a emozionare. Il brand di calzature femminili pone alle basi delle sue scelte il desiderio di interpretare

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i desideri femminili, tramutandoli in scarpe e accessori adatti a qualsiasi momento della giornata. Questa continua spinta innovativa ha portato il marchio italiano ad aprire un nuovo store in Via San Pietro all’Orto 7, a Milano, capitale della


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moda. Lo spazio si sviluppa su centosettanta metri quadrati su di un unico livello, con tre vetrine che permettono di ammirare direttamente dalla strada gli interni dello store. L’arredamento è caratterizzato da elementi di design che giocano con le cromie iconiche del brand, il bianco e il nero. I nuovi arredi centro stanza sono strutture apparentemente leggere, che si snodano tra eleganti sedute in pelle, espositori per i capi appesi e tavoli espositivi in vetro, che creano la perfetta scenografia per le collezioni. Nello store milanese, inoltre, troveranno spazio dei monitor verticali portanti posizionati in vetrina per rinforzare ulteriormente la comunicazione di brand su cui scorreranno le immagini delle campagne. Questa scelta permetterà di avere un maggiore impatto sui passanti che si troveranno a passeggiare lungo Via San Pietro all’Orto. Il progetto del nuovo store è stato interamente pensato dal team interno di Primadonna Collection, che si impegna ogni giorno nel trasmettere l’identità del brand attraverso il prodotto e tutto ciò che lo circonda. Parte integrante del progetto è anche il nuovo logo Primadonna Collection, reinterpretazione dello storico marchio del brand, in chiave più smart e minimal. La stella, rinomato simbolo caratterizzante del marchio, adesso incastonata nella lettera D, diventa il fulcro dal quale partire e segna la rotta da percorrere verso nuovi e sempre più ambiziosi progetti da perseguire, con grinta e passione. La scelta della lettera non è casuale: la D, infatti, è l’iniziale della parola DONNA, anima, costante ispirazione e punto di riferimento al centro del mondo Primadonna Collection. Una donna dinamica, protagonista del suo futuro, quindi, l’incarnazione perfetta di tutte le Primedonne alle quali il marchio si rivolge ed affascina, con appeal contemporaneo, di respiro internazionale. Primadonna Collection segna il passo verso il futuro, quindi, con un refresh dello store e del suo iconico logo: minimalismo ed audacia, in linea con i nuovi trend dello streetstyle, si traducono in un’espressione d’identità che s’ispira all’heritage

del brand, da sempre protagonista nel campo della ricerca stilistica e dell’innovazione in puro stile italiano. Lo store ha aperto al pubblico venerdì 17 settembre alle ore 18 con un cocktail con la presenza esclusiva della nuova testimonial Primadonna Collection, Giulia Salemi.

Giulia Salemi - testimonial Primadonna Collection

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Cremglassè: artigianalità italiana e tecnologia avanzata il tutto fuso in modo magistrale con un design chic e ricercato

UN ECCELLENTE MODELLO DI BUSINESS PER FUTURI IMPRENDITORI L“affiliato tipo” è colui che crede nell’immenso potenziale che ha il mondo della gelateria. Il concept è facilmente adattabile a qualsiasi contesto: dalla riviera alla città metropolitana, al centro commerciale in Italia e all’estero Il brand Cremglassè nasce nel 2018 dall’intuizione dell’azienda piemontese Arredi & Design food srl, azienda specializzata nella produzione di arredamenti commerciali e creazione di brand. La mis-

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sion nasce dalla volontà di elevare il concetto della gelateria tradizionale, unendo artigianalità italiana e tecnologia avanzata, il tutto fuso in modo magistrale con un design chic e ricercato.


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dotto naturale, esaltando il vero gusto degli ingredienti, un gelato leggero ma godurioso allo stesso tempo poiché grazie al sistema di mantecazione il sapore degli ingredienti viene sapientemente mantecato ed esaltato all’ennesima potenza.

PERCHÉ SCEGLIERE DI AFFILIARSI A CREMGLASSÈ Cremglassè è al momento un brand unico sul mercato, con un vero e proprio “laboratorio su ruote”. Il fiore all’occhiello è la tecnologia avanzata del mantecatore a vista, marchiato Frigomat, che ben più di una macchina rivoluziona il metodo della gelateria “tradizionale” grazie al suo sistema di mantecazione continua, che avviene davanti al cliente. La fusione di tre elementi, mantecazione, conservazione ed esposizione permette di avere un macchinario innovativo che coordina in modo perfetto innovazione e artigianalità italiana. Il risultato sarà un gelato sempre fresco dalla texture ottimale esaltando il sapore naturale degli ingredienti. CARATTERISTICHE DEL FORMAT I punti di forza di Cremglassè sono sicuramente i vantaggi che offre il sistema di mantecazione, in termini di risparmio dei tempi di produzione, facilità di gestione del reparto gelateria da parte del personale, conservazione e qualità del gelato. Inoltre, l’internazionalità del brand dal punto di vista del design e del concept è facilmente adattabile a qualsiasi contesto: dalla riviera alla città metropolitana, al centro commerciale in Italia e all’estero. La produzione rispetta il vero sapore degli ingredienti, è stato volutamente eliminato tutto il superfluo per arrivare ad ottenere un gelato più naturale possibile, composto solo dagli ingredienti fondamentali, latte, panna, frutta fresca, frutta secca. Questo processo di “sottrazione” permette di avere un pro-

UN MODELLO DI BUSINESS PER TUTTI Cremglassè propone sul mercato un modello di business accessibile a chiunque voglia fare impresa in questo mondo anche se non arriva da una famiglia di gelatieri aprendo questo business a chi, molte volte, ci vede del potenziale enorme, ha le giuste capacità imprenditoriali per poterlo gestire ma non ha i mezzi poiché bloccato dai metodi della gelateria tradizionale. CARATTERISTICHE DELL’AFFILIATO L“affiliato tipo” è colui che crede nell’immenso potenziale che ha il mondo della gelateria e che vuole fare impresa con il gelato. Infatti grazie al mantecatore a vista, tutti i processi solitamente molto lunghi della “gelateria tradizionale” si riducono creando un risparmio sulla manodopera del 60%. L’affiliato non è destinato a passare le sue giornate in laboratorio ma, grazie all’equilibrio creato fra il prodotto (che è stato creato a misura per questo mantecatore) e la macchina, riesce a raggiungere un altissimo livello riducendo i tempi di lavorazione e manodopera. PER SAPERNE DI PIÙ Numero delle strutture esistenti Dirette 2 - affiliati 9 Nuove aperture: -

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Questo modello sta cambiando il modo in cui le persone lavorano e sta diventando il riferimento della generazione millennial

CHANGES: IL COWORKING ALL’AVANGUARDIA La proposta franchising Changes consente di aprire uno spazio di coworking di successo a neoimprenditori di questo business che non hanno già un immobile, a coloro che hanno uno spazio di lavoro inutilizzato, a proprietari di spazi ad uso uffici/direzionale Changes è una Start-up innovativa che ha già messo delle basi solide nel business Coworking e Business Center. Grazie all’apertura di 4 punti diretti in regioni e città diverse il brand ha consolidato il metodo operativo, pronti a metterlo a disposizione di Franchisee ambiziosi che desiderano sviluppare questo business nella loro città. Changes ha un or-

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ganico completo in grado di supportare gli affiliati su tutti gli ambiti di lavoro: un interior designer che si occupa del layout e della progettazione degli spazi; un comparto commerciale e gestionale in grado di fornire una formazione completa grazie ad un affiancamento costante dall’avvio dell’attività alla sua crescita; un reparto marketing in grado di


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supportare tutte le iniziative pubblicitarie utili a far crescere il business. COSA SONO GLI SPAZI DI COWORKING I Coworking sono ambienti flessibili e collaborativi che consentono a freelance, start-up e gruppi aziendali che lavorano da remoto di avere un luogo di lavoro in linea alle loro esigenze. Gli spazi di coworking Changes forniscono ai propri clienti l’accesso a tecnologie e arredi professionali all’avanguardia che elevano la loro produttività in luoghi di lavoro flessibile che coinvolgono persone di età, esperienza e status diversi, progettati per incoraggiare una grande comunicazione e collaborazione tra gli utenti. LA PROPOSTA FRANCHISING La proposta franchising Changes consente di aprire uno spazio di coworking di successo a: neoimprenditori di questo business che non hanno già un immobile; a coloro che hanno uno spazio di lavoro inutilizzato all’interno della propria azienda; a proprietari di spazi ad uso uffici/direzionale di almeno 500mq che desiderano guadagnare di più rispetto alla semplice modalità di affitto. Uno spazio dedicato al coworking genera una entrata economica tripla rispetto ad una locazione tradizionale eliminando il problema sfratto.

crescita. La tecnologia e l’ambiente collaborativo offerti hanno già reso Changes un punto di riferimento a Milano, Parma, Collecchio e Rovigo. L’obiettivo è arrivare a 12 punti entro il 2022 fra le sedi dirette ed i punti in Franchising. COME APRIRE UNO SPAZIO DI COWORKING Quando apri un coworking Changes, sei già una spanna sopra la concorrenza. Il team di Changes guida l’affiliato attraverso i passaggi iniziali di come avviare uno spazio di coworking basato sia sull’esperienza che sulle prospettive di sviluppo business. La Casa Madre guida l’affiliato in tutti gli step: firma del contratto franchising; allestimento della location; selezione e formazione del personale; avviamento. In tutte le fasi Changes è presente per aiutare gli affiliati a raggiungere il più velocemente possibile il ritorno all’investimento e per arrivare rapidamente a regime.

PER SAPERNE DI PIÙ Sito internet: www.changescoworking.com

VANTAGGI DI AVVIARE UNO SPAZIO DI COWORKING Il gruppo offre un’opportunità di franchising unica nel mercato italiano. A differenza di altri Brand, propongono un modello dinamico che prevede il riutilizzo di possibili arredi già presenti così da favorire un minor impatto economico sull’investimento favorendo, inoltre, la sostenibilità ambientale. In aggiunta il modello di business prevede un supporto nella ricerca del personale dedicato e della location in caso di non disponibilità dell’unità immobiliare. Il contratto di Franchising prevede una zona di esclusiva per ogni spazio. IL PROFILO DELL’AFFILIATO Changes è un investimento chiavi in mano per investitori ed imprenditori che sono pronti a sviluppare una linea di business in un settore in forte

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Uno strumento personalizzato, di facile ed immediata comprensione che aiuta l’esercente a migliorare il proprio business

IL SISTEMA DI CASSA “EASY” È RICCO DI FUNZIONALITÀ PER I PUNTI VENDITA IN FRANCHISING Un sistema di cassa telematico pratico, facile da usare e adatto a un controllo delle vendite di una rete di Store. Porta nei punti vendita il controllo puntuale sia dei singoli negozi che del business nella sua totalità Per le attività che cercano un ecosistema di cassa completo, pratico e facile da usare anche in una rete complessa di store, EasyCassa è la soluzione ideale

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perché porta nei punti vendita uno strumento che consente il controllo puntuale sia dei singoli negozi che del business nella sua totalità e fornisce al


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franchisor o franchisee una dotazione tecnologica all’avanguardia in una vantaggiosa formula: un abbonamento all-inclusive che riduce costi e pensieri. EasyCassa è una soluzione sviluppata da Mooney, azienda nata dall’unione di Banca 5 (gruppo Intesa San Paolo) e SisalPay. Mooney è la prima realtà in Italia per i servizi di pagamento e ricarica, già usati da oltre 20 milioni di cittadini, e grazie a un team di designer specializzato nello sviluppo di tecnologie per gli esercenti, ha creato EasyCassa, uno strumento di lavoro che con un abbonamento offre uno strumento completo e flessibile al punto vendita, senza le complicazioni dei moduli aggiuntivi e delle licenze a pagamento. EASYCASSA: IL SISTEMA DI CASSA TELEMATICO “ALL-IN-ONE” IN ABBONAMENTO PIÙ COMODO PER I FRANCHISING Con un abbonamento alla “Netflix” hai in dotazione eleganti dispositivi in comodato d’uso, un software avanzato, facile da usare e sempre aggiornato di cui sono inclusi gli aggiornamenti futuri, un portale gestionale in cloud (il “Cloud EasyCassa”) dove tener traccia dei propri scontrini, fatture elettroniche in entrata e in uscita e statistiche intuitive e dettagliate di vendita: i dati si aggiornano in autonomia perché c’è integrazione con la cassa. Tante funzionalità incluse nell’offerta All-in-One di EasyCassa, dove non devi acquistare nulla ma ci pensa EasyCassa a fornire tutto ciò di cui hai bisogno per lavorare sin da subito. Nell’abbonamento è inclusa l’assistenza tecnica 365 giorni l’anno dalle 7:00 alle 24:00, domenica e festivi compresi, e le uscite del tecnico sono incluse. Anche installazione, formazione iniziale e verifiche fiscali periodiche sono incluse nell’abbonamento. Il costo delle rate ed il costo di attivazione della soluzione EasyCassa ha una deducibilità fiscale al 100% per le attività che possono detrarre i costi. Per franchisor e franchisee del settore Food Retail, ma non solo, che cercano un sistema di cassa telematico pratico, facile da usare e adatto a un controllo delle vendite di una rete di Store, EasyCassa

è la soluzione ideale perché porta nei punti vendita della catena uno strumento che ti tiene informato sia dell’andamento del singolo punto vendita che dell’intera rete. IL CLOUD EASYCASSA: UNO STRUMENTO PER RESTARE SEMPRE AGGIORNATO Per un controllo ancora più preciso del tuo business EasyCassa ha completato la soluzione di cassa con il portale Cloud che tiene traccia di vendite, fatture emesse e ricevute, e tanto altro. Inoltre in automatico ogni mese il Cloud invia al titolare della società il resoconto del mese appena concluso via mail. Grazie alle numerose voci di riepilogo - come le vendite totali, le fatture emesse e ricevute, gli scontrini, i prodotti più venduti - è possibile avere una panoramica puntuale sull’andamento delle proprie attività (in cui è presente EasyCassa). Uno strumento personalizzato, di facile ed immediata comprensione che aiuta l’esercente a migliorare il proprio business. Puoi accedere al Cloud EasyCassa da PC, tablet o smartphone per analizzare le vendite e gestire la fatturazione elettronica dei fornitori e verso i clienti, anche questa inclusa con l’abbonamento senza costi extra. Chi è Mooney Mooney è la prima realtà in Italia per i servizi bancari e di pagamento e ricarica con una rete di 45.000 punti vendita, attraverso i quali eroga servizi per il cittadino già usati da oltre 20 milioni di italiani. L’esperienza di Mooney nello sviluppo di tecnologie per semplificare le attività degli esercenti ha permesso di creare EasyCassa, un sistema di cassa pensato per tutti i punti vendita, soprattutto con esigenze di gestione della ristorazione, e particolarmente adatta al settore Food&Beverage.

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Una novità assoluta nel settore del food retail con enorme potenzialità di sviluppo

MAGNAKI: UN RISTORANTE DOVE IL SUSHI INCONTRA LA CARNE L’apparente esclusività di un brand senza precedenti né competitor, nella fattispecie, fa di Magnaki un brand altamente replicabile, in grado di coagulare consensi a tutti i livelli e presso tutti gli strati sociali. La Casa Madre è alla ricerca di nuovi affiliati con l’obiettivo di un’espansione su larga scala del brand Magnaki è di certo un ristorante sui generis, il cui core business - nonché pietanza di riferimento - è il cosiddetto sushi di carne. Offre inoltre un ottimo servizio bar, per tutti coloro che vogliano assaporare signature drink originali o beneficiare di una vasta linea di vini da abbinare a ciascuna delle

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portate presenti in menù. Magnaki, sulla scia de La Filetteria Italiana, si distingue per l’unicità della sua missione ispiratrice e per la virtuosa applicazione della stessa, frutto della lavorazione creativa dei migliori sushimen del panorama internazionale. Al momento ci sono 3 punti vendita attivi su Milano


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e armonico, dove ogni dipendente sa esattamente qual è il proprio ruolo e si sente libero di poter esprimere le proprie idee. L’azienda punta molto sulla comunicazione interna, che ritiene essere fonte primaria per nuove prospettive di sviluppo.

con un quarto in apertura e finita l’espansione su Milano, inizierà quella di Roma e Torino. IL FRANCHISING: UN BRAND ALTAMENTE REPLICABILE L’apparente esclusività di un brand senza precedenti né competitor, nella fattispecie, fa di Magnaki un brand altamente replicabile, in grado di coagulare consensi a tutti i livelli e presso tutti gli strati sociali. L’obiettivo è l’espansione su larga scala del brand. La strategia di espansione è organizzata tenendo presente la ciclicità del settore in cui l’azienda opera e tiene conto delle metriche di valutazione del mercato dei capitali. “Il franchising, quindi, non poteva che essere parte della filosofia dell’azienda, essendo sempre alla ricerca di persone entusiaste che possano completare e accrescere il percorso di crescita, in questo caso imprenditori che abbiano voglia di condividere con la Casa madre una visione e un progetto. I PUNTI DI FORZA DI MAGNAKI Il principale punto di forza di Magnaki è l’unicità e la distintività del prodotto che propone, caratteristiche presenti anche nell’arredamento e nel personale. Magnaki ha come scopo l’accoglienza del cliente, prestandogli attenzioni, sempre pronti ad elargire consigli per farlo sentire il più possibile a suo agio: infatti l’interesse primario è far sentire a casa ogni singola persona che entra in contatto con l’universo di Magnaki. Questo può accadere solo se all’interno vi è già presente un ambiente disteso

IL SUPPORTO AGLI AFFILIATI I Fondatori del brand credono nella crescita individuale di ogni suo dipendente e per questo puntano sulla loro formazione, sia per un miglioramento personale dei singoli che globale per l’azienda. Per questo motivo lo staff dovrà seguire i corsi di formazione predisposti dallo Chef, responsabile di cucina o dal responsabile di sala, in modo da avere un operato uniforme ed efficiente. Il personale dovrà, con il passare del tempo, seguire dei corsi di aggiornamento continui per nuove disposizioni di servizio e tecniche di vendita. Ogni affiliato verrà seguito e formato all’interno del pdv con un periodo di formazione a seconda del reparto in cui opera. I VANTAGGI DI AFFILIARSI La Casa Madre offre supporto e aiuto in ogni ambito del progetto. La formazione del franchisee avviene attraverso giornate in sede, seguiti dai responsabili più abili in cui vedranno e proveranno con mano quello che è il lavoro all’interno di un punto vendita. Sono previste giornate di formazione nel punto vendita affiliato. Inoltre, vengono fornite indicazione anche in merito alla scelta della location, sulla metratura dello store, ovvero almeno 200mq. Sono i responsabili a dare l’ok finale del ristorante facendo incontri e visite nel futuro punto vendita. Infine i prodotti sono ricercati, selezionati, studiati e pensati per far vivere un’esperienza indimenticabile a tutti coloro che li vedono, sentono, gustano.

PER SAPERNE DI PIÙ Sito Internet: www.magnaki.it

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La polpetteria vegetariana cotta al forno che esalta la bontà delle verdure di stagione

MELO’S: IL TAKE AWAY E LA DELIVERY DELLA POLPETTA Intervista a Carmelo Spataro, Founder del brand Melo’s: “un piccolo investimento iniziale e soprattutto tanta voglia di mettersi in gioco, questo il profilo di potenziali affiliati. La nostra platea, quindi, è ampia e diversificata sicchè è auspicabile uno sviluppo in tutta Italia Ha iniziato sin da giovane a lavorare nel mondo ortofrutticolo tant’è che a 24 anni ha aperto, in società con suo fratello, la prima attività di rivendita di frutta e verdura, che ha avuto la durata di ben 17 anni, fino a quando, con l’uscita del fratello che nel frattempo aveva aperto un ristorante, ha deciso di reinventare la proposta al pubblico. Nel 2009 apre nel centro di Pavia, ovvero a pochi passi dall’Uni-

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versità, Haden, locale incentrato sulla preparazione e sulla lavorazione di frutta e verdura, per una pausa salutare e colorata, cui ha fatto seguito, dieci anni dopo il secondo punto vendita Haden, sempre a Pavia. A parlare è Carmelo Spataro, Founder del brand Melo’s: “il mio percorso lavorativo è andato di pari passo con un percorso di crescita personale che, facendo tesoro degli errori del passato, mi ha


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consentito di sviluppare passione e determinazione per questo lavoro e per il nuovo format Melo’s”. Quando e perché nasce Melo’s? “Melo’s nasce nel 2020 come evoluzione del secondo punto vendita Haden, aperto nel 2019. Esso nasce dall’intuizione delle potenzialità del delivery in piena crisi pandemica ma anche dalla consapevolezza che era possibile estendere al pubblico il consumo di prodotti a base di verdura, in maniera semplice e veloce. È seguita quindi una vera e propria sperimentazione facilitata dal maggior tempo a disposizione, vista la chiusura di molte attività al pubblico. Questa evoluzione si chiama appunto Melo’s, una polpetteria vegetariana che capitalizza lo sforzo compiuto nell’elaborare ricette che esaltassero al cubo la bontà delle nostre verdure di stagione”. Perché ha deciso di sviluppare il suo progetto ricorrendo al franchising? “Il franchising è il sogno nel cassetto che coltivo da molti anni. Prima però, io ed il mio staff, siamo arrivati a mettere a punto non solo il prodotto finale, ma anche processi e procedimenti che consentiranno a tutti di gestire facilmente un’attività senza incorrere negli errori e negli sprechi di tempo che hanno condizionato il nostro percorso”. Tornando all’offerta presente in Melo’s, nei confronti del cliente finale, cosa vi distingue rispetto alla concorrenza? “L’obiettivo principale che ci siamo posti in Melo’s è la ricerca e la conservazione della qualità in tutti i nostri prodotti. Qualità che si declina non solo nella materia prima ma anche nel gusto inimitabile di una polpetta vegetariana cotto al forno, quindi leggera ed abbinabile agevolmente a qualunque altro nostro prodotto come spremute, centrifugati, frullati e macedonie. Un locale versatile, informale, aperto tutto il giorno, studiato per un consumo immediato (anche all’interno), il take away e la delivery”. Guardando al franchising, qual è il profilo dei vostri affiliati tipo? “La semplicità gestionale del format non richiede affiliati già esperti nel settore. La formazione da noi offerta colma comunque tutte le necessità e l’investimento richiesto è esiguo sicchè il nostro affiliato

tipo non appartiene a nessuna tipologia predefinita. Unico requisito che mi sento di richiedere è la passione verso uno stile di vita sano orientato al benessere, che è poi l’elemento che accomuna tutti i nostri clienti. Cosa offrite e cosa chiedete ai vostri partner in franchising? “I nostri affiliati disporranno di un pacchetto completo chiavi in mano che li metterà in condizione, previo un piccolo periodo di formazione, di intraprendere la propria attività imprenditoriale in completa autonomia e con il supporto della casa madre in tutte le attività dalla fornitura e selezione dei prodotti, dalla ricerca e sviluppo alla formazione continua, pre e post apertura del locale. Quello che chiediamo è la dedizione per la ricerca di location adeguata per metrature e ubicazione, un piccolo investimento iniziale e soprattutto tanta voglia di mettersi in gioco per imparare e spiegare un prodotto che, sono certo, incontrerà il favore di molti. La nostra platea di potenziali affiliati è ampia e diversificata sicchè è auspicabile uno sviluppo in tutta Italia, soprattutto nelle principali province e città turistiche ed universitarie”.

Carmelo Spataro - Founder del brand Melo’s

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Riguarda gli investimenti in ricerca e sviluppo, transizione ecologica, innovazione 4.0 e attività innovative

IL NUOVO CREDITO D’IMPOSTA: UN’OPPORTUNITÀ PER TUTTE LE AZIENDE Abbiamo parlato di tutte le condizioni necessarie per fruire del credito d’imposta, in questo articolo invece vi diamo indicazioni su tutta la documentazione necessaria per presentare la domanda e usufruire del beneficio Avv. Debora Salomone Fino al 31/12/2020 era necessaria apposita certificazione rilasciata dal revisore legale avente ad oggetto l’effettivo sostenimento delle spese ammissibili al beneficio e una relazione tecnica che illustrasse anche finalità, i contenuti e i risultati delle attività svolte; dal 01/01/2021 è stato introdotto l’obbligo di asseverare la relazione tecnica per le imprese beneficiarie che sono tenute

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quindi a redigere e conservare tale relazione per i successivi controlli. Dunque, l’effettivo sostenimento delle spese ammissibili e la corrispondenza delle stesse alla documentazione contabile predisposta dall’impresa devono risultare da apposita certificazione rilasciata dal soggetto incaricato della revisione legale dei conti. Per le imprese non obbligate per legge alla revisione legale dei conti, la certificazione è rilasciata da un revisore legale dei conti o da una società di revisione legale dei conti, iscritti nella sezione A del Registro di cui all’art. 8 del D.Lgs. n. 39/2010: per tali imprese, le spese sostenute per adempiere all’obbligo di certificazione della documentazione contabile sono riconosciute in aumento del credito d’imposta per un importo non superiore a 5.000 euro, fermi restando, comunque, i sopra indicati limiti massimi di fruibilità del credito stesso Inoltre, le imprese sono tenute a redigere e conservare una relazione tecnica che illustri le finalità, i contenuti e i risultati delle attività ammissibili svolte in ciascun periodo d’imposta in relazione ai progetti o in corso di realizzazione. La Legge di bilancio prevede in proposito che tale ultima relazione - che deve essere predisposta a cura del responsabile aziendale alla ricerca o del responsabile del singolo progetto e deve essere controfirmata dal rappresentante legale dell’impresa - debba essere “asseverata”, in analogia a quanto previsto per le perizie richieste ai fini del credito d’imposta per l’acquisto dei beni strumentali da Impresa 4.0. L’asseverazione ha ad oggetto le spese sostenute nel 2021 anche in relazione a progetti di ricerca svolti nel 2020. MODALITÀ DI UTILIZZO ENTRO IL 31/12/2022 Il credito d’imposta spettante è utilizzabile esclusivamente in compensazione tramite modello F24, in tre quote annuali di pari importo, a decorrere dal periodo d’imposta successivo a quello di maturazione, subordinatamente all’avvenuto adempimento degli obblighi di certificazione delle spese sostenute. - non è soggetto al limite annuale di utilizzazione

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dei crediti d’imposta da quadro RU, pari ad euro 250.000, né al limite generale annuale di compensazione. Per poter beneficiare dell’agevolazione le imprese dovranno effettuare una apposita comunicazione al competente Ministero dello sviluppo economico. Il credito d’imposta in argomento, che non può essere ceduto o trasferito neanche all’interno del consolidato fiscale, è irrilevante ai fini fiscali e non soggiace ai limiti all’utilizzo in compensazione di cui all’articolo 1, comma 53, della legge n. 244/2007 e di cui all’articolo 34 della legge n. 388/2000. Il credito d’imposta è cumulabile con altre agevolazioni aventi ad oggetto i medesimi costi, a condizione che tale cumulo, tenuto conto anche della non concorrenza alla formazione del reddito e della base imponibile dell’IRAP, non porti al superamento del costo sostenuto. Con la Risoluzione 13/2021 l’Agenzia delle Entrate, ha istituiti i seguenti codici tributo: - “6938” denominato “Credito d’imposta investimenti in ricerca e sviluppo, transizione ecologica, innovazione tecnologica 4.0 e altre attività innovative - art. 1, c. 198 e ss., legge n. 160 del 2019”; - “6939” denominato “Credito d’imposta investimenti in ricerca e sviluppo - Misura incrementale per gli investimenti nelle regioni del Mezzogiorno - art. 244, c. 1, DL n. 34 del 2020”; - “6940” denominato “Credito d’imposta investimenti in ricerca e sviluppo - Misura incrementale per gli investimenti nelle regioni del sisma centro Italia - art. 244, c. 1, DL n. 34 del 2020”. Si precisa che i codici “6939” e “6940” devono essere utilizzati esclusivamente per compensare il maggior credito d’imposta corrispondente all’incremento dell’aliquota dell’agevolazione previsto per gli investimenti in ricerca e sviluppo nelle regioni del Mezzogiorno e del sisma centro Italia. Il MISE La Legge di bilancio 2020 aveva previsto una procedura di collaborazione tra il MISE e l’Agenzia delle entrate ai fini della corretta applicazione del credito d’imposta nell’ambito delle verifiche e dei controlli, stabilendo che qualora in tale sede “si rendano necessarie valutazioni di carattere tecnico in ordine all’ammissibilità di specifiche attività

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di ricerca e sviluppo, di innovazione tecnologica o di altre attività innovative nonché in ordine alla pertinenza e alla congruità delle spese sostenute dall’impresa, l’Agenzia delle entrate può richiedere al Ministero dello Sviluppo economico di esprimere il proprio parere”. La Legge di bilancio 2021 estende l’ambito di tali attività collaborative, rinviando ad una apposita convenzione tra l’Agenzia delle entrate e il Ministero dello Sviluppo economico, nella quale potrà essere prevista un’analoga forma di collaborazione anche in relazione agli interpelli presentati all’Agenzia delle entrate, aventi ad oggetto la corretta applicazione del credito d’imposta per determinati investimenti.


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Con la circolare n. 31/E del 23 dicembre 2020, l’Agenzia ha ribadito la propria incompetenza in relazione agli interpelli contenenti quesiti tecnici sulla riconducibilità di determinati investimenti al beneficio del credito d’imposta. In particolare, la circolare ha chiarito che se l’istanza di interpello ha ad oggetto un parere tecnico sulla riconducibilità delle attività o dell’investimento a quelle previste dalla legge, l’Agenzia destinataria dell’interpello comunicherà al contribuente l’inammissibilità dello stesso (se il quesito tecnico è l’unico quesito dell’interpello) ovvero, qualora il quesito posto abbia a oggetto sia quesiti di natura “tecnica” che fiscale, si limiterà a rispondere esclusivamente al quesito “fiscale”, ponendo a carico del contribuente l’onere di acquisire il parere del MISE (o altra amministrazione competente in materia) per i quesiti di natura tecnica. ATTIVITÀ DI CONTROLLO DELL’AGENZIA DELLE ENTRATE Nell’ambito delle ordinarie attività di accertamento, l’Agenzia delle entrate, sulla base dell’apposita certificazione della documentazione contabile e della relazione tecnica nonché sulla base della ulteriore documentazione fornita dall’impresa, effettua i controlli finalizzati alla verifica delle condizioni di spettanza del credito d’imposta e della corretta applicazione della disciplina. Nel caso in cui si accerti l’indebita fruizione anche parziale del credito d’imposta, l’Agenzia delle entrate provvede al recupero del relativo importo, maggiorato di interessi e sanzioni secondo legge, fatte salve le eventuali responsabilità di ordine civile, penale e amministrativo a carico dell’impresa beneficiaria. Qualora, nell’ambito delle verifiche e dei controlli, si rendano necessarie valutazioni di carattere tecnico in ordine all’ammissibilità di specifiche attività di ricerca e sviluppo, di innovazione tecnologica o di altre attività innovative nonché in ordine alla pertinenza e alla congruità delle spese sostenute dall’impresa, l’Agenzia delle entrate può richiedere al Ministero dello Sviluppo economico di esprimere il proprio parere. Sia la precedente disciplina sia la nuova prevedo-

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no, infatti, che qualora, nell’ambito delle attività di verifica e di controllo effettuate dall’Agenzia delle Entrate, si rendano necessarie valutazioni di carattere tecnico in ordine all’ammissibilità di specifiche attività ovvero alla pertinenza e congruità dei costi sostenuti, l’Agenzia può richiedere al Ministero dello Sviluppo Economico di esprimere il proprio parere (l’art. 1, c. 207 della legge n. 160/2019, come modificato dall’art. 1, c. 1064, della legge di bilancio 2021, stabilisce che la collaborazione tra Agenzia delle entrate e MISE è regolata da apposita convenzione). Con la circolare 16 marzo 2016, n. 5/E l’Agenzia delle entrate ha precisato che “le indagini riguardanti la effettiva riconducibilità di specifiche attività aziendali (ad esempio: sviluppo di una data molecola da parte di un’azienda nel settore chimico-farmaceutico) tra quelle accreditabili, analiticamente elencate dalle predette norme, comportano accertamenti di natura tecnica che involgono l’esclusiva competenza del Ministero dello Sviluppo economico (MISE)”. Con successiva circolare (circ. 27 aprile 2017, n. 13/E), è stato ulteriormente puntualizzato che nei casi di incertezze riguardanti esclusivamente l’ambito oggettivo di applicazione dell’agevolazione “il soggetto interessato avrebbe potuto acquisire autonomamente il parere tecnico del MISE limitandosi a conservarlo, senza dover presentare a tal fine un’istanza di interpello all’Agenzia delle Entrate”. Con la Circolare 31/2020 l’Agenzia delle Entrate ha precisato che eventuali istanze in materia di credito ricerca e sviluppo che faranno riferimento esclusivamente a questioni di natura tecnica non potranno formare oggetto di interpello alla stessa Agenzia delle Entrate che non ha le competenze tecniche necessarie alla valutazione. Qualora le istanze di interpello abbiano ad oggetto sia l’ammissibilità delle attività al beneficio, sia questioni di carattere fiscale saranno oggetto di diversa valutazione a seconda che il contribuente alleghi o meno all’istanza il propedeutico parere del MISE. Nel primo caso, l’istanza sarà considerata ammissibile e istruita secondo le ordinarie modalità mentre nella seconda ipotesi, stante l’assenza del parere tecnico, la risposta avrò ad oggetto solo l’esame del quesito di carattere fiscale.

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Pertanto, al fine di poter inquadrare con precisione determinate attività nell’ambito di quelle agevolabili, appare indispensabile il coinvolgimento del MISE e, quindi, il relativo parere. ASPETTI SANZIONATORI Nel caso in cui si accerti l’indebita fruizione anche parziale del credito d’imposta, l’Agenzia delle entrate provvede al recupero del relativo importo, maggiorato di interessi e sanzioni secondo legge, fatte salve le eventuali responsabilità di ordine civile, penale e amministrativo a carico dell’impresa


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beneficiaria. Le sanzioni comminate in caso di indebita fruizione del credito d’imposta sono elevate; infatti con la circolare 31/2020 l’Agenzia delle Entrate ha chiarito che in caso di assenza dei presupposti per la fruizione il credito verrà considerato “inesistente” . La differenza in termini di sanzioni rispetto alla considerazione del credito “non spettante” è molto elevata; infatti per l’utilizzo di un credito d’imposta esistente in misura superiore a quella spettante (credito “non spettante”) si applica la sanzione pari al 30% del credito utilizzato (art. 13, c. 4, del D.Lgs. n. 471/1997) mentre in caso di utilizzo in compensazione di crediti inesistenti si applica la sanzione dal 100% al 200% della misura dei crediti stessi (art. 13, c. 5, del D.Lgs. n. 471/1997). Inoltre, l’indebita compensazione di crediti superiori a 50 mila euro in un anno integra il delitto previsto dall’art. 10-quater del D.Lgs. n. 74/2000, punito con la reclusione da 6 mesi a 2 anni in caso di credito non spettante e da 1 anno e 6 mesi a 6 anni in caso di credito inesistente. Considerata la gravità delle sanzioni, laddove possano esservi dubbi sulla riconducibilità di determinate attività di ricerca e sviluppo tra quelle agevolabili, al fine di scongiurare il recupero del credito con l’applicazione delle sanzioni, potrebbe essere opportuna una richiesta specifica diretta al Ministero dello Sviluppo Economico, per conoscerne il parere. Da ultimo si sottolinea che in caso di disconoscimento della spettanza del credito, considerate le incertezze interpretative sorte in ordine alla formulazione delle norme che consentono l’accesso al beneficio si potrà valutare l’invocazione dell’art. 10 co. 3 l. 212/2000 e la richiesta di disapplicazione delle sanzioni per obiettiva incertezza sulla portata applicativa delle norme.

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// EESSTTEERROO //

La scelta di aprire una rete di franchising, specie in USA, deve essere necessariamente preceduta da un accurato studio di fattibilità

IL CONTRATTO DI FRANCHISING NEGLI STATI UNITI Le attività in franchising hanno generato oltre 7 milioni 600.000 posti di lavoro, circa 674 miliardi USD in termini di valore della produzione e il 2,5% del prodotto interno lordo Avv. Patricia de Masi Taddei Vasoli - dMTV LEX

Negli Stati Uniti si fa spesso ricorso al contratto di franchising per diffondere e consolidare il proprio marchio. Teniamo anche presente che questa esigenza è sicuramente molto legata all’ampiezza del territorio con conseguente difficoltà di presenza capillare con punti vendita o realtà proprie. Prima del Covid-19 negli Stati Uniti vi era-

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no circa 2.500 sistemi di franchising che gestivano circa 800.000 realtà in franchising in 300 diversi settori. Queste attività in franchising hanno generato oltre 7 milioni 600.000 posti di lavoro, circa 674 miliardi USD in termini di valore della produzione e il 2,5% del prodotto interno lordo. Purtroppo, a causa del Covid, nell’agosto 2020, circa 32.700 attività in franchising hanno chiuso e, di queste, 10.875 in maniera definitiva. Il mercato del franchising ha registrato una perdita di 1 milione 400.000 posti di lavoro a causa della pandemia, il 40% dei quali, in maniera definitiva. LA RIPRESA DOPO LA PANDEMIA Il sistema franchising è noto per la sua resilienza e innovazione, ma bisogna capire quanto rapidamente potrà riprendersi al termine della pandemia. Le dieci più importanti catene di franchising a livello mondiale si trovano negli Stati Uniti (McDonalds, Pizza Hut, KFC, Burger King, …): esse rappresentavano oltre 300 miliardi USD di vendite annuali, con una continua crescita. Gli interessi dei marchi in franchising negli Stati Uniti sono rappresentati dalla International Franchise Association, con sede a Washington, che è la più grande e più antica organizzazione al mondo nell’ambito del franchising. PECULIARITÀ E DIFFERENZE NEL CONTRATTO DI FRANCHISING Occorre premettere che, sia pure con le caratteristiche comuni, presenti ovunque, il contratto di franchising negli Stati Uniti a volte presenta peculiarità e differenze tra uno Stato e l’altro e che quindi è buona raccomandazione quella di fare una specifica e preventiva verifica delle norme vigenti nel territorio nel quale si intende operare. Abbiamo detto che la disciplina del contratto di franchising non è uniforme e si differenzia da Stato a Stato e che a volte è assente. A livello federale l’ente che si occupa di franchising è la Federal Trade Commission e la legge di riferimento è la FTC Franchise Rule del 2007,

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denominata “Disclosure Requirements and Prohibition Concerning Franchising”. In generale si tratta di norme a tutela del franchisee. APRIRE UNA RETE IN FRANCHISING IN USA La scelta di aprire una rete di franchising, specie in USA, deve essere necessariamente preceduta da un accurato studio di fattibilità, che tenga conto, tra gli altri aspetti, delle caratteristiche del mercato, non certo uniformi, delle abitudini dei potenziali acquirenti dei beni o servizi, delle normative sul lavoro e degli aspetti fiscali, dell’entità


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dell’investimento necessario, che non è certo di lieve entità. Per prima cosa è indispensabile che il marchio del franchisor sia registrato e valido negli Stati Uniti. La FTC richiede che le venga inviata preventivamente l’informativa precontrattuale (Franchise Disclosure Document - FDD) che soddisfi i requisiti richiesti dalle norme vigenti e dalla FTC Franchise Rule. 15 Stati inoltre richiedono che il franchisor registri il FDD ed altri 7, che si compili un modulo prima di offrire o vendere in franchising in tali Stati. Gli obblighi di informativa e di registrazione hanno lo scopo di tutelare i franchisee ed i potenziali franchisee. Il franchisor deve inoltre essere in grado di soddisfare i requisiti della supply chain, intendendo per tale la possibilità di garantire tutti i passaggi relativi agli articoli offerti, dalla produzione alla importazione negli Stati Uniti, nel rispetto delle norme relative ai singoli prodotti ed alle regole di importazione, compresi i costi doganali e di logistica. Gli elementi che caratterizzano questo tipo di

Gli interessi dei marchi in franchising negli Stati Uniti sono rappresentati dalla International Franchise Association, con sede a Washington

contratto, come sempre, sono: • • •

la concessione del marchio da parte del Franchisor a favore del Franchisee per la vendita di beni o servizi; il pagamento di una entry fee a favore del Franchisor; il controllo dell’attività del Franchisee da parte del Franchisor per il raggiungimento di un interesse comune.

È consigliabile, nel caso in cui il titolare del marchio sia un soggetto straniero, che costituisca una società o incarichi un soggetto giuridico nel terri-

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/ ESTERO /

È utile ricordare che la precisione nella stesura delle clausole contrattuali è sempre importantissima sia per l’esatta qualificazione del contratto, sia per individuare gli oneri a carico delle parti

torio, con il compito di agire in qualità di master franchising. In tal caso il master franchisor ha l’incarico di stipulare contratti di sub-franchising con sub-franchisee a livello locale. In questo caso il primo contratto, tra soggetti appartenenti a Paesi diversi, sarà disciplinato in base alle norme di diritto internazionale privato, mentre il secondo, dalle norme locali. Qualora il franchisor italiano intenda agire direttamente, potrà farlo, magari avvalendosi di un area representative locale, per lo svolgimento di alcuni compiti specifici, come l’assistenza all’aperura del punto vendita, e nelle fasi di avviamento. A volte si fa invece ricorso alla figura dell’area developper franchisee cui viene data l’esclusiva territoriale per l’apertura di punti vendita per beni o servizi. È utile ricordare che la precisione nella stesura delle clausole contrattuali è sempre importantissima sia per l’esatta qualificazione del contratto, sia per individuare gli oneri a carico delle parti evitando così il più possibile l’insorgere di controversie a livello interpretativo.

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remax.it

/ ESTERO /

Da 25 anni in RE/MAX è il successo di ognuno che fa il successo di tutti. Se sei titolare di una agenzia immobiliare o pensi di aprirla, se sei un consulente o vuoi diventarlo, in RE/MAX troverai tutto il supporto di un grande Network internazionale, la possibilità di crescere senza limiti territoriali e ampi margini di guadagno.

Informati qui: remax.it RE/MAX. 25 anni fatti di grandi numeri.

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/ LE SCHEDE /

Istruzioni per orientarsi tra le schede di AZ Franchising, elencate in ordine alfabetico e indicando l’investimento iniziale minimo. Nella prima fascia (fino a 20mila euro) abbiamo incluso anche anche i marchi che non prevedono altre spese iniziali se non quelle relative al diritto di entrata*.

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pag. 55

Changes

Pag. 58 Naturhouse

pag. 55

Cremglassè

Pag. 58 Portobello

pag. 56

Igi&Co

Pag 59 Primadonna

pag. 56

La Filetteria

Pag. 59 Primigi

Pag. 57

Lovable

Pag. 60 RE/MAX

Pag. 57

Magnaki

* i dati pubblicati nelle schede sono forniti dai franchisor


/ LE SCHEDE /

COWORKING/BUSINESS CENTER

FOOD DELIVERY

Ragione sociale: Changes S.r.l. - Indirizzo: Via Bernardo Quaranta, 45 Milano - Anno di fondazione: 2020 - Anno partenza franchising: / - Punti vendita diretti: 4 - Punti vendita affiliati: 0 - Punti vendita diretti (estero): 0 - Punti vendita affiliati (estero): 0 - Prossime aperture: /

Ragione sociale: LEBON srl - Indirizzo: Piazza Martiri della Libertà 7– Pietra Ligure (SV) - Anno di fondazione: 2018 - Anno partenza franchising: 2018 - Punti vendita diretti: 1 - Punti vendita affiliati: 8 - Punti vendita diretti (estero): 0 Punti vendita affiliati (estero): 1 - Prossime aperture: 6

COSA CERCHIAMO

COSA CERCHIAMO

PUNTO VENDITA:

600 MQ

PUNTO VENDITA:

60 MQ

BACINO DI UTENZA:

40-50.000 ABITANTI

BACINO DI UTENZA:

SUPERIORE A 25MILA ABITANTI

UBICAZIONE OTTIMALE:

CENTRO CITTADINO, RIVIERA, CENTRO COMMERCIALE

UBICAZIONE OTTIMALE:

IN ZONA CENTRALE VICINO A MEZZI DI TRAPORTI PUBBLICI O IN ZONA COMMERCIALE/INDUSTRIALE CON PARCHEGGIO DEDICATO

PERSONALE RICHIESTO (COMPRESO IL TITOLARE):

2 + 1 PERSONE

PERSONALE RICHIESTO (COMPRESO IL TITOLARE):

0

ESPERIENZA NEL SETTORE:

NON RICHIESTA

ESPERIENZA NEL SETTORE:

NON RICHIESTA

INVESTIMENTO INIZIALE DA:

€ 129.000

INVESTIMENTO INIZIALE DA:

40-50.000 EURO

FATTURATO MEDIO ANNUO:

€ 250.000 - € 500.000

FATTURATO MEDIO ANNUO:

140.000 EURO PER SPAZI DI 500MQ, 320.000 € PER SPAZI DI 1000MQ

COSA OFFRIAMO Brand già posizionato e metodo operativo testato per entrare da subito e con successo nel business del coworking. Un affiancamento costante sia in fase di preapertura che durante tutto il contratto di affiliazione. Software di gestione gratuito. Consulenze specifiche per ogni comparto del business.

COSA CHIEDIAMO FEE D’INGRESSO:

18.000 EURO

ROYALTIES:

IL 5% SUL FATTURATO MENSILE A PARTIRE DAL 2° ANNO

DURATA DEL CONTRATTO (IN ANNI):

5

COSA OFFRIAMO La mission nasce dalla volontà di elevare il concetto della gelateria tradizionale, unendo artigianalità italiana e tecnologia avanzata, il tutto fuso in modo magistrale con un design chic e ricercato. Cremglassè è al momento un brand unico sul mercato, con un vero e proprio “laboratorio su ruote”. Il fiore all’occhiello è la tecnologia avanzata del mantecatore a vista marchiato Frigomat, ben più di una macchina rivoluziona il metodo della gelateria “tradizionale” grazie al suo sistema di mantecazione continua, a vista davanti al cliente. I punti di forza di Cremglassè sono sicuramente i vantaggi che offre il sistema di mantecazione in termini di risparmio dei tempi di produzione, facilità di gestione del reparto gelateria da parte del personale, conservazione e qualità del gelato. Inoltre l’internazionalità del brand dal punto di vista del design e del concept è facilmente adattabile a qualsiasi contesto, dalla riviera alla città metropolitana, al centro commerciale in Italia e all’Estero. Cremglassè quindi propone sul mercato un modello di business accessibile a chiunque voglia fare impresa.

COSA CHIEDIAMO

Nome referente: Giorgio Cappelli Tel: +39 345.1110215 e-mail: g.cappelli@changescoworking.com Web: www.changescoworking.com

FEE D’INGRESSO:

NO

ROYALTIES:

NO

DURATA DEL CONTRATTO (IN ANNI):

5

Nome referente: Arianna Chinelli Tel: + 39 349.9731474 Marilena Vigilante Tel: +39 3315916252 Michea Penna Tel: +39 3343302266 e-mail: info@cremglasse.com Web: https://www.cremglasse.com/

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/ LE SCHEDE /

CALZATURE, ABBIGLIAMENTO ED ACESSORI

FOOD & BEVERAGE

Ragione sociale: Reda Retail S.p.A, - Gruppo IMAC S.p.A. Indirizzo: Via Menocchia, 27 - 63062 - Montefiore dell’Aso (AP) - Anno di fondazione attività: 2002 - Anno di partenza del franchising: 2012 - Punti vendita diretti: 3 - Punti vendita affiliati: 160

Ragione sociale: Sun Tzu Srl - Indirizzo: Via Aurelio Saffi 21, 20123 Milano - Anno di fondazione: 2019 - Anno partenza franchising: 2021 - Punti vendita diretti: 7 - Punti vendita affiliati: 0 - Punti vendita diretti (estero): 0

COSA CERCHIAMO

COSA CERCHIAMO

SUPERFICIE MEDIA DEL PUNTO VENDITA (IN MQ):

SUPERFICIE MEDIA DEL PUNTO VENDITA (IN MQ):

DA 50 A 100

BACINO DI UTENZA:

DA 10.000 A 50.000 ABITANTI

UBICAZIONE OTTIMALE:

CENTRO COMMERCIALE, CENTRO STORICO PRINCIPALI, VIE COMMERCIALI

BACINO DI UTENZA: UBICAZIONE OTTIMALE:

<35.000 ABITANTI CENTRO

PERSONALE RICHIESTO (COMPRESO IL TITOLARE):

8 (5FT/3PT) PIÙ IL TITOLARE

ESPERIENZA NEL SETTORE:

MINIMA O NULLA

PERSONALE RICHIESTO (COMPRESO IL TITOLARE):

ADETTI DA 1 A 3

ESPERIENZA NEL SETTORE:

NON RICHIESTA

INVESTIMENTO INIZIALE DA:

€ 400 A € 700 /MQ

INVESTIMENTO INIZIALE DA: 240.000 €

FATTURATO MEDIO ANNUO:

€ 5.000/MQ

FATTURATO MEDIO ANNUO:

Prodotto Made in Italy. Margine garantito del 40%. Reso dell’invenduto. Riassortimenti online. Progettazione del punto vendita gratuita. Servizio di trainer e assistenza Visual Merchandising. Software di gestione gratuito. Comunicazione da leader nazionale in tv, radio, stampa, redazionali, affissioni. Iniziative per comunicare l’opening del negozio. Fidelity Card ed azioni di direct marketing con invio di sms e dem ai clienti fidelizzati.

La Filetteria Italiana è l’unione perfetta tra eleganza e ricercatezza: un vero è proprio viaggio nel mondo della carne. La selezione di carni pregiate è il fiore all’occhiello del brand, un mix di sapori che conquista tutti i palati. Il Format offre: aiuto sull’individuazione sul territorio di nuovi punti vendita, formazione del personale, fornitura delle materie prime selezionate, piattaforma logistica/gestionale, marketing/comunicazione/ gestione dei social per l’affiliato. Tutto ciò per facilitare la gestione del punto vendita per l’affiliato.

COSA CHIEDIAMO

COSA CHIEDIAMO FIDEJUSSIONE BANCARIA:

€ 50.000

PAGAMENTO ARREDO/ ALLESTIMENTO:

LEASING

FEE D’INGRESSO:

NESSUNA

ROYALTIES:

NESSUNA

DURATA DEL CONTRATTO (IN ANNI):

6

Ufficio sviluppo Tel: 0735-99241 e-mail: info@redaretail.com web: www.igieco.it

1.000.000€

COSA OFFRIAMO

COSA OFFRIAMO

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150-200

FEE D’INGRESSO:

20.000 €, VIENE DATA LA POSSIBILITÀ DI RATEIZZARE LA FEE D’INGRESSO

ROYALTY:

5%

DURATA DEL CONTRATTO (IN ANNI):

5

Nome referente: Edoardo Rosso Tel: 02-82397037 e-mail: edoardo.rosso@maggiori.group Web: https://www.lafiletteriaitaliana.it/


/ LE SCHEDE /

FOOD & BEVERAGE

INTIMO Ragione sociale: Hanes Italy Srl - Indirizzo: Via Boschetti, 53/55 Grassobbio - Anno di fondazione: 1962 - Anno partenza franchising: 1998 - Punti vendita diretti: 66 - Punti vendita affiliati: 46 - Punti vendita diretti (estero): Non presenti - Punti vendita affiliati (estero): Non presenti

COSA CERCHIAMO PUNTO VENDITA:

Ragione sociale: Sun Tzu Srl - Indirizzo: Via Aurelio Saffi 21, 20123 Milano - Anno di fondazione: 2019 - Anno partenza franchising: 2021 - Punti vendita diretti: 4 - Punti vendita affiliati: 0 - Punti vendita diretti (estero): 0 - Punti vendita affiliati (estero): 0

COSA CERCHIAMO

DA 70 A 100 MQ

BACINO DI UTENZA:

MINIMO 60.000 ABITANTI

SUPERFICIE MEDIA DEL PUNTO VENDITA (IN MQ):

UBICAZIONE OTTIMALE:

VIE PRIMARIE DELLO SHOPPING PEDONALE – CENTRI COMMERCIALI DAI 3 MILIONI DI PRESENZE ANNUE

BACINO DI UTENZA:

PERSONALE RICHIESTO (COMPRESO IL TITOLARE):

2/4 A SECONDA DEL POTENZIALE DI FATTURATO E DELL’UBICAZIONE DEL NEGOZIO

ESPERIENZA NEL SETTORE:

NON RICHIESTA

INVESTIMENTO INIZIALE DA:

60.000,00 EURO

FATTURATO MEDIO ANNUO:

350.000,00 EURO

COSA OFFRIAMO La proposta è calibrata per assicurare ai franchisee un business sostenibile e longevo. L’azienda offre condizioni contrattuali volte a limitare il rischio economico e garantisce affiancamento costante con la consulenza nella ricerca della location, il progetto chiavi in mano, l’agevolazione personalizzata nell’investimento iniziale, il supporto operativo per l’avvio del negozio oltre a un’assistenza a 360°, nel tempo, anche attraverso un percorso formativo continuo.

UBICAZIONE OTTIMALE:

150-200 <35.000 ABITANTI CENTRO

PERSONALE RICHIESTO (COMPRESO IL TITOLARE):

8 (5FT/3PT) PIÙ IL TITOLARE

ESPERIENZA NEL SETTORE:

MINIMA O NULLA

INVESTIMENTO INIZIALE DA:

245.000 €

FATTURATO MEDIO ANNUO:

800.000 €

COSA OFFRIAMO Magnakì rappresenta l’evoluzione del classico sushi, con una proposta innovativa, giovane e accattivante. Seguendo quella che è la moda del momento, in un mercato in forte crescita ed espansione. Il format offre: aiuto sull’individuazione sul territorio di nuovi punti vendita, formazione del personale, fornitura delle materie prime selezionate, piattaforma logistica/ gestionale, marketing/comunicazione/gestione dei social per l’affiliato. Tutto ciò per facilitare la gestione del punto vendita per l’affiliato.

COSA CHIEDIAMO FEE D’INGRESSO:

30.000€ VIENE DATO LA POSSIBILITÀ DI RATEIZZARE LA FEE D’INGRESSO

NO

ROYALTY:

5% 5

ROYALTIES:

NO

DURATA DEL CONTRATTO (IN ANNI):

DURATA DEL CONTRATTO (IN ANNI):

5

COSA CHIEDIAMO FEE D’INGRESSO:

Nome referente: Edoardo Rosso Tel: 02-82397037 e-mail: edoardo.rosso@maggiori.group Web: https://www.magnaki.it/ Nome referente: Raffaele D’Ausilio Tel: 035/678.111 e-mail: franchising.lovable@hanes.com Web: www.lovable.it

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/ LE SCHEDE /

NUTRIZIONE E DIETETICA Ragione sociale: Naturhouse S.r.l. - Indirizzo: Sede legale Via F. Fellini, 6 - 44122 Ferrara - Anno di fondazione: 1986 - Anno partenza franchising: 1997 - Punti vendita diretti: 15 - Punti vendita affiliati: 400 - Punti vendita diretti (estero): 1500 Punti vendita affiliati (estero): 200

COSA CERCHIAMO PUNTO VENDITA:

A PARTIRE DA 20

BACINO DI UTENZA:

ALMENO 5.000 ABITANTI

UBICAZIONE OTTIMALE:

ZONA COMMERCIALE/INDUSTRIALE ALTA PEDONABILITÀ

NEGOZI AL DETTAGLIO DI CASALINGHI, ELETTRONICA E GIFT, TESSILE E ABBIGLIAMENTO, CURA DELLA CASA E DELLA PERSONA Ragione sociale: PORTOBELLO S.r.l. - Indirizzo: Sede Legale: Piazzale Della Stazione snc - 00071 Pomezia (RM - Z.I. Santa Palomba) - Anno di fondazione: 2016 - Anno partenza franchising: 2020 - Punti vendita diretti: 14 - Punti vendita affiliati: 2 - Punti vendita diretti (estero): 0 - Punti vendita affiliati (estero): 0

COSA CERCHIAMO PUNTO VENDITA:

SUPERFICIE MINIMA DI 250 MQ

BACINO DI UTENZA:

TRA I 75.000 E I 100.000 ABITANTI

UBICAZIONE OTTIMALE:

ZONA RESIDENZIALE E DI PASSAGGIO, ANCHE ALL’INTERNO DI UN CENTRO COMMERCIALE

PERSONALE RICHIESTO (COMPRESO IL TITOLARE):

1/2

ESPERIENZA NEL SETTORE:

NON RICHIESTA

INVESTIMENTO INIZIALE DA:

A PARTIRE DA € 10.000

PERSONALE RICHIESTO (COMPRESO IL TITOLARE):

FATTURATO MEDIO ANNUO:

€ 120.000/360.000

ESPERIENZA NEL SETTORE:

NON RICHIESTA

INVESTIMENTO INIZIALE DA:

€ 97.500

FATTURATO MEDIO ANNUO:

€ 3.000 / MQ

COSA OFFRIAMO

4 RISORSE (3 PERSONE FULL TIME E 1 PART TIME VERTICALE)

COSA OFFRIAMO Investimento iniziale minimo, alta redditività, know how gestionale consolidato e di successo, formazione pre-apertura e assistenza commerciale continuativa, prodotti esclusivi con zona in esclusiva, settore in crescita esponenziale.

COSA CHIEDIAMO FEE D’INGRESSO:

NO (C’È SOLO UN CANONE ANNUALE DI AFFILIAZIONE DI € 600)

ROYALTIES:

NO

DURATA DEL CONTRATTO (IN ANNI):

5

Nome referente: Raffaello Pellegrini Tel: 800 090532 e-mail: franchising@naturhouse.it Web: www.naturhouse.it

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Affidabilità di un’azienda quotata AIM, conto vendita con margine garantito, automatizzazione dello stock rotation, elevatissimo know-how, assistenza pre-post apertura, affiancamento per progettazione e allestimento del punto vendita, esclusiva territoriale, software gestionale gratuito, visibilità grazie alla comunicazione istituzionale a livello nazionale e azioni di Direct Marketing. Esperienza d’acquisto di alto valore.

COSA CHIEDIAMO FEE D’INGRESSO:

18.000 EURO

ROYALTIES:

IL 5% SUL FATTURATO MENSILE A PARTIRE DAL 2° ANNO

DURATA DEL CONTRATTO (IN ANNI):

5

Nome referente: Anna Massimo Tel: +39 349 2717044 e-mail: franchising@portobello-club.com Web: www.@portobelloclub.it


/ LE SCHEDE /

SCARPE DA DONNA, BORSE ED ACCESSORI

ABBIGLIAMENTO E CALZATURE BAMBINO

Ragione sociale: Primadonna S.p.A, - Indirizzo: S.P 231 Km 5,2 70032 Bitonto (BA) - Anno di partenza del franchising: 2006 - Punti vendita diretti: 170 - Punti vendita affiliati: 180 - Punti vendita Italia: 312 - Punti vendita estero: 84 - Punti totali: 350

Ragione sociale: Reda Retail S.p.A, - Gruppo IMAC S.p.A. Indirizzo: Via Menocchia, 27 - 63062 - Montefiore dell’Aso (AP) - Anno di fondazione attività: 1976 - Anno di partenza del franchising: 2008 - Punti vendita diretti: 3 - Punti vendita affiliati: 400 - Punti vendita affiliati all’estero: 37

COSA CERCHIAMO

COSA CERCHIAMO

SUPERFICIE MEDIA DEL PUNTO VENDITA (IN MQ):

100 (+40 PER DEPOSITO)

BACINO DI UTENZA:

DA 35.000 ABITANTI

UBICAZIONE OTTIMALE:

STRADE PRINCIPALI, CENTRI COMMERCIALI

PERSONALE RICHIESTO (COMPRESO IL TITOLARE):

IN MEDIA 3/4 FULL TIME EQUIVALENTI

ESPERIENZA NEL SETTORE:

NON RICHIESTA

INVESTIMENTO INIZIALE DA:

COSTO ARREDI 400-500 AL ML* (LINEE DI ARREDO: ECONOMY/ LUXURY)* RIFERIMENTO ALLA SUPERFICIE ESPOSITIVA DELL’AREA VENDITA

FATTURATO MEDIO ANNUO:

DA 100 A 250

BACINO DI UTENZA:

DA 10.000 A 50.000 ABITANTI

UBICAZIONE OTTIMALE:

CENTRO CITTÀ, CENTRO COMMERCIALE CENTRO STORICO, VIE COMMERCIALI

PERSONALE RICHIESTO (COMPRESO IL TITOLARE):

DA 1 A 3

ESPERIENZA NEL SETTORE:

NON RICHIESTA

INVESTIMENTO INIZIALE DA:

€ 400 A € 700 /MQ

FATTURATO MEDIO ANNUO:

€ 4.800/MQ

COSA OFFRIAMO

DA € 6.000 A 10.000 AL MQ DI VENDITA

COSA OFFRIAMO Assistenza in loco in fase di apertura. Assistenza durante il contratto. Layout del punto vendita realizzato dell’ufficio progettazione Primadonna S.p.A. Formula commerciale conto/ vendita con reso totale dell’invenduto con un margine contributivo costante tutto l’anno, assistenza e formazione. Un concept originale e di grande impatto. Collezioni esclusive, supporto visual pre e post apertura. Formazione iniziale di 2 settimane, riassortimento merce settimanale.

COSA CHIEDIAMO FEE D’INGRESSO:

SUPERFICIE MEDIA DEL PUNTO VENDITA (IN MQ):

NO

ROYALTY:

NO

ZONA IN ESCLUSIVA:

DA VALUTARE IN FUNZIONE DEGLI ABITANTI

DURATA DEL CONTRATTO (IN ANNI):

6

Margine garantito del 40%. Reso dell’invenduto. Riassortimenti online. Progettazione del punto vendita gratuita. Servizio di trainer e assistenza Visual Merchandising. Software di gestione gratuito. Comunicazione da leader internazionale in tv, radio, stampa, redazionali, affissioni. Iniziative per comunicare l’opening del negozio. Fidelity Card ed azioni di direct marketing con invio di sms e dem ai clienti fidelizzati.

COSA CHIEDIAMO FIDEJUSSIONE BANCARIA:

€ 50.000

PAGAMENTO ARREDO/ ALLESTIMENTO:

LEASING

FEE D’INGRESSO:

NESSUNA

ROYALTIES:

NESSUNA

DURATA DEL CONTRATTO (IN ANNI):

6

Tel: 0735-99241 e-mail: info@redaretail.com web: www.primigi.it Tel: +39 080-3751575 Numero verde: +39 800-141207 Fax: 080-3756049 e-mail: franchising@primadonna.it Facebook: Primadonna Collection Web: www.primadonnacollection.com

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/ LE SCHEDE /

FRANCHISING IMMOBILIARE

Categoria: FRANCHISING IMMOBILIARE - Ragione sociale: PROXIMM SPA – RE/MAX ITALIA - Indirizzo: VIA VITTORIO LOCCHI 3 – 20156 MILANO - Anno di fondazione: 1973 DEnVER, COLORADO – 1996 ITALIA - Anno partenza franchi-sing: 1996 - Punti vendita diretti: 1 - Punti vendita affiliati: + 450 IN ITALIA - +8.400 NEL MONDO

COSA CERCHIAMO SUPERFICIE MEDIA DEL PUNTO VENDITA (IN MQ):

100

BACINO DI UTENZA:

NESSUN MINIMO

UBICAZIONE OTTIMALE:

VIE COMMERCIALI - ALTO TRAFFICO VEICOLARE E ZONA PERIFERICA

PERSONALE RICHIESTO (COMPRESO IL TITOLARE):

10 PROFESSIONISTI PER AGENZIA

ESPERIENZA NEL SETTORE:

NON RICHIESTA

INVESTIMENTO INIZIALE DA:

20.000 €

FATTURATO MEDIO ANNUO:

300.000 € (IN MEDIA)

Non lasciare questo spazio ai tuoi concorrenti. Non perdere tempo, fai trovare il tuo marchio. Entra anche tu a far parte dei protagonisti de

COSA OFFRIAMO Hai mai pensato all’Agenzia Immobiliare come impresa di successo? Insieme possiamo renderlo possibile. Sono sempre di più gli imprenditori che scelgono RE/MAX e il suo modello di business, che basa la sua forza sulla formula dello studio associato e sulla collaborazione tra professionisti, per aprire la loro impresa. Che entra in RE/MAX, entra in un team dinamico e vincente, capace di offrire un’ampia gamma di servizi, applicando al meglio i principi di specializzazione e diversificazione.

COSA CHIEDIAMO FEE D’INGRESSO:

A PARTIRE DA 7.500,00 €

ROYALTY:

10%

DURATA DEL CONTRATTO (IN ANNI):

5

Tel: 02/30301900 e-mail: franchising@remax.it Web: www.remax.it

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Contattaci a marketing@azfranchising.it


/ LE SCHEDE /

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/ N U O V E S T R AT E G I E / / N U O V E S T R AT E G I E /

Sono sempre più frequenti le notizie di imprese coinvolte nei più svariati affari illeciti

RATING DI LEGALITÀ: TUTTI I VANTAGGI PER LE IMPRESE CHE RISPETTANO LE LEGGI Uno strumento gratuito per le aziende italiane: chi può richiederlo, come viene calcolato il punteggio di rating, quali sono i requisiti. Tutte le informazioni necessarie per beneficiare di questo strumento di Dott. Di Pietro Roberto e Dott. Colavecchio Roberto

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/ N U O V E S T R AT E G I E /

Inversamente alla velocità con cui cresce il tasso di sviluppo dell’economia italiana, negli ultimi decenni, si è assistito invece ad una crescita esponenziale di un’economia distorta sempre più caratterizzata ed imposta dalla criminalità organizzata. Infatti, sono sempre più frequenti le notizie di imprese coinvolte nei più svariati affari illeciti: appalti truccati, corruzione, racket, associazione mafiosa ecc. Operando così in un sistema al di fuori delle regole, queste imprese ottengono ingiustamente vantaggi a discapito delle imprese rispettose della legalità e delle istituzioni. Per questo motivo recentemente si è deciso di creare un nuovo strumento che possa premiare gli imprenditori onesti: il c.d. Rating di Legalità. Il “Rating di Legalità” è stato introdotto con il decreto “Cresci Italia” (decreto-legge 24.1.2012 n. 1 convertito con legge 24.3.2012 n.27) e ha trovato piena attuazione con l’approvazione del Regolamento attuativo in materia di rating di legalità dell’Antitrust (14.11.2012). Si tratta di uno strumento atto alla selezione di imprese virtuose, in base allo status giudiziario dei responsabili delle società, in base al possesso di certificati antimafia, alla rete delle forniture e all’adozione di pratiche di responsabilità sociale d’impresa quali, ad esempio, l’adesione a codici etici e codici di condotta istituiti dalle associazioni di categoria. Uno strumento gratuito per le imprese italiane, attraverso il quale l’AGCM (Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato) attribuisce un punteggio alle imprese che rispettano una serie di requisiti giuridici e qualitativi. Lo scopo è di valorizzare i comportamenti delle imprese virtuose che dimostrano di rispettare standard elevati di sicurezza e legalità e offrono garanzia di trasparenza e correttezza nell’agire economico. Va dunque distinto dal normale rating, che identifica invece un giudizio, prettamente di natura economica, espresso da un soggetto esterno e indipendente – l’agenzia di rating – sulle capacità di una società di pagare o meno i propri debiti.

CHI LO PUÒ RICHIEDERE?

Possono richiedere l’attribuzione del rating le imprese (sia in forma individuale che societaria) che soddisfano cumulativamente i seguenti requisiti: • sede operativa nel territorio nazionale; • fatturato minimo di due milioni di euro nell’ultimo esercizio chiuso nell’anno precedente alla richiesta di Rating; • iscrizione al registro delle imprese da almeno due anni alla data della richiesta di attribuzione del Rating. • rispetto degli altri requisiti sostanziali richiesti dal Regolamento Possono quindi presentare la domanda di rating di legalità non solo le imprese, ma anche tutti gli enti iscritti al R.E.A. che esercitino attività di impresa in via non esclusiva o prevalente e che, a tal fine, devono possedere tutti i requisiti fissati dal regolamento (sede in Italia, fatturato superiore a due milioni di euro e iscrizione di due anni). I VANTAGGI PER LE AZIENDE?

Il Rating di Legalità permette di aprire alle aziende virtuose una corsia preferenziale nell’acquisizione degli incarichi da parte delle amministrazioni pubbliche, prefigurandosi quale fattore premiante in due momenti fondamentali e significativi nella vita di un’impresa: l’inserimento nel sistema dei finanziamenti pubblici e l’accesso al credito bancario. I benefici per le aziende sono previsti dal decreto ministeriale attuativo (decreto 20 febbraio 2014, n.57), con cui vengono individuate le modalità effettive in base alle quali si tiene conto del Rating di Legalità. I benefici si sostanziano in: 1. Maggiore trasparenza sul mercato L’elenco delle imprese in possesso di Rating viene pubblicato e costantemente aggiornato (con cadenza settimanale) dall’ AGCM sul sito dedicato. Per questo il Rating garantisce non solo la trasparenza dell’impresa sul mercato, ma anche quella all’interno dell’impresa stessa.

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/ N U O V E S T R AT E G I E /

2. Visibilità dell’azienda sul mercato Il Rating favorisce l’opportunità di fare business, migliorando il posizionamento competitivo dell’azienda che lo possiede a livello anche internazionale. Tale azienda, infatti, verrà riconosciuta sul mercato come un soggetto sano e virtuoso e ciò può rappresentare per molti clienti e fornitori una discriminante nella scelta dei propri partner commerciali. L’interdipendenza di un’impresa dall’economia dell’illegalità è vista dagli investitori come un preminente fattore di rischio, in quanto quest’ultima è per sua natura molto più volatile, oltre che incline a subire provvedimenti penali in grado di bloccare o limitare fortemente l’operatività aziendale. 3. Vantaggi nei rapporti con la Pubblica Amministrazione Le pubbliche amministrazioni, in sede di predisposizione dei provvedimenti di concessione di finanziamenti alle imprese, devono necessariamente tenere conto del rating di legalità ad esse attribuito, secondo le modalità stabilite nel decreto medesimo, prevedendo almeno uno dei seguenti sistemi di premialità per le imprese in possesso del rating: • preferenza in graduatoria; • attribuzione di punteggio aggiuntivo; • riserva di quota delle risorse finanziarie allocate; • riduzione del 30 per cento dell’importo della garanzia fideiussoria da produrre per la partecipazione a procedure di gara. Il sistema o i sistemi di premialità sono prescelti in considerazione della natura, dell’entità e della finalità del finanziamento, nonché dei destinatari e della procedura prevista per l’erogazione e possono essere graduati in ragione del punteggio conseguito in sede di attribuzione del rating. 4. Accesso facilitato al credito bancario • Le banche sono chiamate a tenere in considerazione la presenza del rating di legalità attribuito all’impresa nel processo di istruttoria ai fini di una riduzione dei tempi e dei costi

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per la concessione di finanziamenti. Se un’azienda possiede il Rating, infatti, la banca che valuta la richiesta di finanziamento ha già una serie di requisiti verificati dall’AGCM e non deve impiegare tempo e risorse a reperirli lei stessa. Inoltre, le banche considerano il rating di legalità tra le variabili utilizzate per la valutazione di accesso al credito dell’impresa e ne tengono conto nella determinazione delle condizioni economiche di erogazione, ove ne riscontrino la rilevanza rispetto all’andamento del rapporto creditizio.

5. Vantaggi previsti dal nuovo Codice degli Appalti • Art. 93: nei contratti di servizi e forniture, l’importo della garanzia e del suo eventuale rinnovo è ridotto del 30% per gli operatori economici in possesso del Rating di Legalità; • Art. 95: le Amministrazioni aggiudicatrici indicano nel bando di gara i criteri premiali che intendono applicare alla valutazione dell’offerta, in relazione al maggior Rating di Legalità dell’offerente; • Art. 213: il Rating di Legalità concorre anche alla determinazione del Rating di Impresa e l’ANAC collabora con l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato per la rile-


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vazione di comportamenti aziendali meritevoli di valutazione al fine dell’attribuzione del “Rating di Legalità” delle imprese. Conoscere a fondo la disciplina del rating di legalità appare dunque oggi fondamentale per poter beneficiare, in maniera del tutto gratuita, dei suoi indubbi vantaggi. COME VIENE CALCOLATO IL PUNTEGGIO DI RATING?

Il Rating viene attribuito dall’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato con un meccanismo simile ad una sorta di pagella. Il punteggio va da 1 a 3 stelle e la valutazione viene eseguita sulla base di quanto dichiarato dall’impresa in sede di autocertificazione e viene verificato attraverso controlli specifici ed incrociati con i dati aziendali in possesso delle pubbliche amministrazioni interessate. Per ottenere il riconoscimento del punteggio minimo (una stella), l’azienda, in persona del suo legale rappresentante e dei principali soci ed esponenti, dovrà dimostrare: 1. di non aver ricevuto sentenze di condanna per reati tributari e reati contro la pubblica amministrazione; 2. per quanto concerne i reati di mafia, oltre a non avere subito condanne, non dovranno essere in corso procedimenti penali.

Ancora, per ottenere il punteggio minimo è necessario che nel biennio precedente la richiesta di rating, l’impresa non sia stata condannata per illeciti antitrust, per mancato rispetto delle norme a tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro, per violazioni degli obblighi retributivi, contributivi, assicurativi e fiscali nei confronti dei propri dipendenti e collaboratori. Da ultimo, è essenziale anche l’assenza di accertamenti di un maggior reddito imponibile rispetto a quello dichiarato e di provvedimenti di revoca di finanziamenti pubblici per i quali non sia stato assolto l’obbligo di restituzione. L’impresa dovrà altresì dichiarare di eseguire pagamenti o transazioni monetarie di importo superiore alla minima soglia legale, esclusivamente con strumenti di pagamenti tracciabili. Il regolamento prevede una lista di altri sette requisiti: • rispettare i contenuti del Protocollo di legalità sottoscritto dal Ministero dell’Interno e da Confindustria, delle linee guida che ne costituiscono attuazione, del Protocollo sottoscritto dal Ministero dell’Interno e dalla Lega delle Cooperative, e a livello locale dalle Prefetture e dalle associazioni di categoria; • utilizzare sistemi di tracciabilità dei pagamenti anche per importi inferiori rispetto a quelli fissati dalla legge; • adottare una struttura organizzativa che effettui il controllo di conformità delle attività aziendali a disposizioni normative applicabili all’impresa o un modello organizzativo ai sensi del d.lgs. 231/2001; • adottare processi per garantire forme di Corporate Social Responsibility; • essere iscritte in uno degli elenchi di fornitori, prestatori di servizi ed esecutori di lavori non soggetti a tentativi di infiltrazione mafiosa; • avere aderito a codici etici di autoregolamentazione adottati dalle associazioni di categoria; • di aver adottato modelli organizzativi di prevenzione e di contrasto della corruzione. Il rispetto di sei di questi sette requisiti porta ad

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un punteggio di due stelle su tre; il rispetto di tutti e sette i requisiti porta al punteggio massimo di tre stelle. DURATA DEL RATING DI LEGALITÀ

Il Rating di Legalità ha durata di due anni dal rilascio, è rinnovabile su richiesta e non prevede costi per le imprese che vogliono ottenerlo. In caso di perdita di uno dei requisiti base, necessari per ottenere una stella, l’Autorità dispone la revoca del rating, mentre se vengono meno i requisiti grazie ai quali l’azienda ha ottenuto un rating più alto, l’Antitrust riduce il numero di stelle. MODALITÀ DI RICHIESTA

L’impresa che intenda ottenere il rilascio del rating di legalità deve presentare all’AGCM un’apposita domanda sottoscritta dal legale rappresentante e redatta mediante la compilazione del formulario pubblicato sul sito dell’Autorità Garante. L’inoltro della domanda deve avvenire per via telematica, secondo le indicazioni fornite sul sito dell’Autorità, utilizzando la piattaforma WebRating, che è stata aggiornata in base alle nuove disposizioni: la società può verificare autonomamente in ogni momento lo stato del procedimento accedendo al cruscotto disponibile all’interno della piattaforma. A CHE PUNTO SIAMO OGGI: IL 60% DELLE IMPRESE HA SOLO 1 STELLA

I dati più recenti dimostrano come il Rating di Legalità sia un riconoscimento sempre più richiesto dalle aziende. Introdotto nel 2012, infatti, ad oggi sono circa 8.000 le imprese che ne sono in possesso e che godono dei vantaggi che esso offre. Dell’insieme di imprese già in possesso del rating circa il 59,4% (4.767) presentano una sola “stella”, il 33,6% (2.699) due “stelle”, mentre solo il 7% (566) può vantare la terza “stella”. La maggior parte delle domande di attribuzione del rating di legalità proviene da società ed enti di medie dimensioni, il cui fatturato è compreso tra i due e i cinque milioni per il 40 per cento dei casi e tra i cinque e i quindici milioni per il

29 per cento dei casi. Il 37 per cento circa delle imprese richiedenti il rating di legalità opera nel settore dell’industria manifatturiera, il 18 nel settore dell’edilizia e il 13 nel commercio poi società che svolgono attività nell’ambito dei servizi alle imprese (6,5), nelle attività professionali, scientifiche e tecniche (4). CONSIDERAZIONI FINALI: L’UTILITÀ DELL’ASSISTENZA PROFESSIONALE

Il “Rating di Legalità” è dunque, in ultima analisi, uno strumento estremamente importante e molto valido che premia chi rispetta la legge. Tuttavia, la normativa di riferimento non è sempre di facile lettura e presenta alcune problematiche rilevanti, tra cui il metodo di richiesta con autocertificazione, che se da un lato permette il completamento della pratica in tempi relativamente rapidi, dall’altro mostra il fianco ad alcune criticità importanti. Sebbene infatti, molte delle dichiarazioni di base abbiano radici oggettive e siano verificabili autonomamente dall’Autorità, alcune di queste però, se rilasciate con leggerezza e senza il supporto di appositi esperti in governance e responsabilità sociale d’impresa (Corporate Social Responsibility), potrebbero essere giudicate false e contestate in presenza di ispezioni fiscali o altre forme di controllo atte ad accertare l’inesistenza o l’inadeguatezza delle informazioni dichiarate. Ovviamente tutto ciò causerebbe conseguenze negative alla reputazione e all’immagine stessa dell’impresa. È per queste ragioni che si consiglia di affidare il procedimento di richiesta del rating ad un consulente che ne conosca tutte le caratteristiche. Affidarsi, infatti, ad un consulente professionista è estremamente utile in quanto limita al minimo errori nella fase di istruttoria e soprattutto il rischio che parte della documentazione prodotta sia passibile di contestazioni in seguito. Ancora più importante, l’azione mirata di un consulente può guidare nella formulazione di piccoli correttivi in grado di aumentare significativamente il rating di legalità e potere godere appieno dei benefici riservati alle aziende con punteggi alti. *Ratinglab Srl www.ratinglab.eu

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/ / CCAAMMEERREE DDI I CCOOMMMMEERRCCI O I O EESSTTEERROO / /

Accedere ad un network multisettoriale in grado di velocizzare i processi di espansione aziendale in Svizzera

IL VANTAGGIO DI APPARTENERE ALLA CCIS Intervista a Fabrizio Macrì, Segretario Generale Camera Commercio Italiana in Svizzera: “la Svizzera è un mercato maturo difficile da conquistare nella fase iniziale, ma una volta conquistato, offre interessanti margini e un alto livello di fidelizzazione del cliente” La CCIS esiste in Svizzera dal 1909 ed opera sulle 3 aree linguistiche più importanti e su tre piazze commerciali di primo piano: Zurigo, Ginevra e Lugano. Farne parte significa per chi opera regolarmente in Svizzera accedere ad un network multisettoriale in grado di velocizzare

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tramite l’introduzione della Camera, i processi di espansione aziendale su questo difficile mercato. Intervista a Fabrizio Macrì, Segretario Generale Camera Commercio Italiana in Svizzera. Quali sono i principali servizi che la CCIS offre alle imprese e alle istituzioni?


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“La Camera ha una forte vocazione all’internazionalizzazione. Questa vocazione si sostanzia nell’offerta di due categorie di servizi: • servizi di consulenza fiscale, giuslavoristica e societaria per le imprese che abbiano operazioni attive sul mercato svizzero e abbiano bisogno del nostro supporto per agire in modo conforme alla legge svizzera ed efficace; • servizi di sviluppo commerciale e di supporto all’export con attività non solo promozionali ma anche di ricerca attiva e diretta di clienti nei vari settori traino del Made in Italy”. Quanto e quale fetta di mercato occupa il Franchising nell’intero comparto economico? “Purtroppo non esistono statistiche recenti riferite in modo specifico al tema del franchising. Qualche anno fa l’associazione si è sciolta confluendo in una più ampia organizzazione che si occupa di dettaglio: “Swiss distribution”. Si stima che circa il 25% delle iniziative in franchising sia nel settore del commercio (alimentare, arredo e leasing di personale); intorno al 20% si attesta il settore alberghiero e della ristorazione. L’ultima rilevazione ufficiale risale al 2016 e faceva registrare 300 sistemi di franchising attivi in Svizzera: triplicati rispetto al 2.000”. Quali sono i settori dal punto di vista remunerativo più vantaggiosi per le aziende italiane che vogliono fare business in svizzera? “La Svizzera è un mercato maturo difficile da conquistare nella fase iniziale, ma una volta conquistato, offre interessanti margini e un alto livello di fidelizzazione del cliente. Al momento sono in forte crescita i settori collegati alla sostenibilità alimentare (bio, green e prodotti per il wellness). Sono molto apprezzate soluzioni tecnologiche digitali: il Paese è molto sensibile al tema dell’innovazione ed investe anche molto in R&S. Nicchie di mercato più ampie che altrove si riscontrano nei beni di lusso, per l’alta concentrazione di individui ad altissimo potere d’acquisto, e nella sartoria su misura. Infine degno di nota il settore vitivinicolo in dinamica crescita

Fabrizio Macrì - Segretario Generale Camera Commercio Italiana in Svizzera

da anni con una sempre maggiore affermazione dei vini italiani anche sui diretti concorrenti francesi. Ci sono settori più combattuti come l’arredo, il food e la meccanica di base, ma più che il settore conta l’approccio che deve essere a lungo termine e prevedere se possibile una presenza in loco con personale madrelingua: questo genera fiducia e ritorni commerciali sensibili.Per questo il franchising può rivelarsi una formula vincente, anche se bisogna tenere coto degli alti costi di affitto, delle forniture e del personale che questo mercato comporta”. Quale consiglio darebbe a un imprenditore italiano che vuole allargare la propria rete di affiliazione in franchising in svizzera? “Di investire in una ricerca di mercato sul campo che gli consenta di cogliere il “respiro del mercato” e capire se questo sia alla ricerca dei prodotti o delle soluzioni da lui offerte. Un nuovo concetto di Made in italy sostenibile che

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/ CAMERE DI COMMERCIO ESTERO /

coniughi le tradizioni del made in italy del food, del design o della moda con materiali, processi o tecnologia innovativi tali da rendere il prodotto green ed allo stesso tempo “cool” e appetibile è ancora assente dal mercato”. Dal punto di vista burocratico quali sono i passaggi da fare? “Un’attività di franchising in Svizzera è stabilita tra un franchisor e un franchisee nell’ambito di un accordo di franchising. Per creare un’attività in franchising in Svizzera, le parti devono seguire le disposizioni del Codice di condotta dell’Associazione svizzera del franchising, che fornisce alcune regole per questo tipo di attività. Non sussistono dunque ulteriori passaggi burocratici rispetto all’apertura di una normale società in Svizzera, poiché l’industria del franchising non è regolata da una norma giuridica specifica. Tuttavia, quando si avvia la procedura di registrazione della società in Svizzera, ci sono alcune norme giuridiche che sono applicabili anche a un accordo di franchising in questo caso, come segue: • Il Codice delle obbligazioni svizzero; • Il Codice civile svizzero; • Le leggi svizzere sulla protezione della proprietà intellettuale; • La legge svizzera contro la concorrenza sleale; • La legge federale sui cartelli e altre restrizioni della concorrenza”.

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CHI È FABRIZIO MACRÌ Fabrizio è nato a Roma, nel 1974, ha studiato Scienze Politiche a Torino con tesi di laurea in Economia dell’integrazione europea. Durante i suoi studi ha trascorso un anno in Finlandia a Turku come studente Erasmus. Nel 2001 ha conseguito un Master in Relazioni internazionali presso l’Università di Amsterdam con focus in Economia internazionale. Fabrizio ha infine conseguito nel 2020 a Zurigo un Executive MBA presso l’Università di Scienze Applicate dei Grigioni. Dal 2017 è all’interno della Camera di Commercio Italiana per la Svizzera (CCIS) dopo un’esperienza di 4 anni presso la Camera di Commercio Italiana per la Germania a Francoforte, una di un anno presso la Siemens AG a Monaco di Baviera e di uno stage presso l’Italian Trade Commission ad Helsinki, in Finlandia.



/ / FFOORRMMAAZZI O I ONNEE / /

La crescita del numero di donne in posti di prestigio in azienda potrebbe fare la differenza in positivo

NELLA STANZA DEI BOTTONI: NON PER CUCIRE MA PER DECIDERE L’aumento della “massa critica” di donne in azienda potrà migliorare le performance delle imprese, soprattutto se andranno ad occupare posizioni di leadership. Le diverse caratteristiche psicologiche tra donne e uomini di Ugo Perugini - Giornalista e Blogger

Il processo che porta alla parità di genere nel nostro Paese (ma in Europa in generale), forse anche a causa della pandemia, sembra in qualche modo rallentato. L’uguaglianza tra i sessi, specialmente nelle posizioni apicali nell’ambito del lavoro e della politica, sembra ancora lontana dall’essere raggiunta. Questa è la realtà che emerge dal recente libro di Paola Profeta - professoressa di Scienza delle finanze all’Università Bocconi - “Parità di genere e politiche pubbliche” (Egea, 2021). Uguaglianza non significa banalmente essere tutti uguali ma forni-

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re a tutti i cittadini le stesse opportunità per poter realizzare i propri obiettivi, al di là delle rispettive condizioni sociali, economiche o di genere, avvalendosi proprio delle diverse caratteristiche che ognuno porta in dote. Esistono ancora forti squilibri, di tipo culturale e storico, nei confronti delle donne e non si tratta solo di una pura questione di giustizia, entrano in gioco anche aspetti di crescita economica, di sviluppo della società, di efficienza delle risorse, perché sarebbe sbagliato ignorare talenti femminili che sono portatori di valore. COME FACCIAMO A SAPERE QUELLO CHE PERDIAMO NON APPLICANDO CORRETTAMENTE LA PARITÀ DI GENERE? Esistono organizzazioni internazionali che negli ultimi anni hanno provato a misurare gli effetti della disuguaglianza di genere a livello macroeconomico. In Italia, ad esempio, il minore apporto delle donne sarebbe valutato intorno ai 10 punti percentuali del Pil in meno. Ma, lo ribadiamo, non si tratta solo di un fatto puramente economico. La maggiore presenza di donne nelle nostre imprese e nella politica (soprattutto a livello dirigenziale), viste certe loro peculiarità, avrebbe probabilmente posto maggiore attenzione a problemi legati alla crescita sostenibile, tema oggi di estrema attualità. COME RIMUOVERE MENTALITÀ CONSOLIDATE E IMPERNIATE SULLA LEADERSHIP MASCHILE? Non è certo facile, visto che si tratta di modelli culturali e storici molto radicati. Paola Profeta riporta i dati di una ricerca svolta dal World Value Survey e dall’European Value Study, basata su una serie di interviste sul tema della disuguaglianza. Di fronte all’affermazione: “I bambini soffrono quando le madri lavorano” o “Quando c’è scarsità di posti di lavoro è più giusto che vengano assegnati a uomini”, la maggioranza degli intervistati si è dichiarata d’accordo (in Italia la percentuale è stata superiore a quella di altri Paesi). Basta questo a comprendere come venga considerato ancora oggi il ruolo della donna, sulla quale,

peraltro, anche quando lavora, ricade l’impegno del carico famigliare, della cura dei figli e della casa. LE POLITICHE SOCIALI E IL GENDER PAY GAP Senza contare la carenza di servizi come, ad esempio, gli asili nido. Si tratta di aspetti fondamentali per non mettere le donne di fronte alla scelta tra lavoro e cura dei figli e della famiglia. Anche perché è noto che circa un terzo delle donne, dopo la nascita di un figlio, abbandona il lavoro. Questo è un grave ostacolo per la parità di genere nel mondo del lavoro e anche la causa indiretta del famigerato “gender pay gap”, cioè, il fatto che a parità di titoli, competenze, formazione e qualifica, le donne vengono pagate meno degli uomini. Senza dimenticare che le donne, già al momento della assunzione, vengono inserite in posizioni o settori meno retribuiti. Sul tema delle “quote rosa” - tema piuttosto controverso - Paola Profeta ritiene che pur essendo uno strumento che opera una forzatura, resta comunque un sistema in grado di rompere la prevalenza maschile (soprattutto nei consigli di amministrazione) che di per sé favorisce una situazione squilibrata nell’ambito della gestione del potere. DONNE E UOMINI IN AZIENDA. VIVA LA DIFFERENZA! Le donne e gli uomini sono diversi soprattutto per gli attributi psicologici individuali che li caratterizzano. Paola Profeta ne individua alcuni, più importanti di altri, in grado di fare la differenza e influenzare la performance delle aziende. Secondo la ricercatrice tali attributi possono influire positivamente sul futuro delle aziende in modi diversi, dal punto di vista finanziario, ma anche relativamente ad aspetti di carattere sociale e di sostenibilità. 1. Le donne sono meno propense ad accettare rischi troppo alti. Vari studi sembrano averlo dimostrato. Qualcuno ricorderà la frase di Christine Lagarde del FMI, che ha affermato: «Se la Lehman Brothers fosse stata un po’ più “Lehman Sisters”, la crisi finanziaria non avrebbe prodotto conseguenze così disastrose». Naturalmente, l’idea è affascinante e

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/ FORMAZIONE /

confermerebbe il maggior senso di stabilità delle donne, la loro propensione alla prudenza. 2. Le donne sono meno competitive degli uomini. Vari esperimenti avrebbero confermato questa caratteristica, che va accertata empiricamente. Questo potrebbe spiegare perché ci sono meno donne imprenditrici. E se alcune arrivano al vertice delle imprese, possiamo immaginare che le loro decisioni siano meno ispirate dalla competizione, vale a dire meno aperte al mercato globale, meno esposte al commercio e all’esportazione. Ma, al tempo stesso, più favorevoli alla cooperazione. 3. Le donne sono più attente alla negoziazione. Anche questa caratteristica sembra emergere dai numerosi esperimenti effettuati, anche se non rappresentano una parola definitiva. Se le donne sono portate a negoziare meno degli uomini, questo potrebbe spiegare perché le donne hanno salari più bassi. Inoltre, se le imprese gestite da donne operano in settori e attività in cui prevale la negoziazione (con i clienti o altre aziende ecc.), queste imprese potrebbero avere profitti inferiori rispetto a quelle gestite dagli uomini. Anche se, in prospettiva, il rapporto creato potrebbe risultare più solido e duraturo. 4. Le donne sono più altruiste degli uomini. Alcuni esperimenti sembrerebbero confermare questa tendenza delle donne. L’altruismo va inteso in senso lato, come interesse per l’utilità degli altri individui. Se le donne rivestono posizioni di leadership in azienda potrebbero dimostrare maggiore attenzione, dovendo proporre misure di licenziamento, e più propense verso soluzioni a sostegno del benessere e delle esigenze dei lavoratori. 5. Le donne hanno una visione temporale a lungo termine. Mentre gli uomini tendono ad effettuare scelte tenendo conto delle conseguenze a breve termine, le donne sarebbero più propense ad avere un orizzonte temporale a lungo termine. Ciò dovrebbe essere dovuto al fatto che partoriscono e investono nell’educazione dei figli. In questo senso, le donne sono anche più pazienti e sanno aspettare una gratificazione futura. 6. Maggiore equilibrio nel networking. Le donne mostrano differenze nella creazione di contatti e nella gestione delle relazioni con gli al-

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tri (networking), pur attribuendo a tali contatti un valore importante per il proprio successo professionale. Mentre gli uomini creano tendenzialmente legami con altri uomini, le donne sanno utilizzare un mix equilibrato di rapporti. Queste caratteristiche si riflettono sullo stile di leadership delle donne: a. Le donne hanno uno stile più democratico, in cui i subalterni sono incoraggiati a partecipare al processo decisionale (gli uomini si dimostrano più autocratici); b. Sono più attente ai rapporti tra le persone piuttosto che ai compiti e ai ruoli dei dipendenti (caratteristica maschile); c. Sono orientate al futuro e più favorevoli a scambiare il loro interesse personale con il buon rendimento dei loro subordinati (leadership transazionale piuttosto che trasformazionale). NELLA VENDITA. DONNE, UNA MARCIA IN PIÙ. Il settore delle vendite sembra sia dominato ancora in prevalenza dagli uomini, anche se le donne cominciano (seppure timidamente) a raggiungere posizioni di vertice. Laddove ciò accade, le performance delle aziende migliorano, anche se resta elevato il divario retributivo di genere. Cioè gli uomini continuano ad essere pagati molto più delle donne.


/ FORMAZIONE /

Una ricerca McKinsey (2015) riferisce che le aziende che hanno maggiore diversità di genere ai vertici hanno il 15% in più di probabilità di ottenere rendimenti finanziari superiori alle rispettive aziende di settore. Le donne, inoltre, tendono a concludere affari a tassi leggermente superiori e più veloci rispetto agli uomini. Una ricerca di Gong (società che svolge analisi di mercato) del 2017, su oltre 30.000 chiamate di vendita B2B, ha rilevato che le donne hanno con-

PER SAPERNE DI PIÙ Tre domande a Paola Profeta Un’organizzazione meno gerarchica favorisce le donne? “Quanto può incidere l’organizzazione delle imprese nella valutazione del contributo delle donne? Mi riferisco a imprese strutturate in modo meno gerarchico e burocratico, più disponibili, per principio, a valorizzare il contributo dei propri collaboratori in modo autonomo. Queste caratteristiche sono in linea con la leadership femminile, quindi ci aspettiamo che una maggiore presenza di donne in posizioni decisionali nelle imprese porterà a una gestione più trasparente e più collaborativa”. “L’effetto camaleonte”. Le differenze tra donne e uomini nell’ambito delle aziende si evidenziano maggiormente quando le prime occupano posizioni di comando o hanno responsabilità di gestione perché possono maggiormente influenzare il comportamento dei collaboratori che guidano. Quanto incide nelle donne in carriera l’effetto “camaleonte”, cioè la tendenza a copiare o adattarsi agli stili di gestione maschile, minimizzando le proprie particolari doti di genere?

cluso gli affari in modo più efficiente e rapido: in media gli esiti positivi erano dell’11% superiori a quelli degli uomini. (https://www.gong.io/blog/ women-in-sales/ ). Negli Usa, sono stati istituiti i Women in Sales Awards per favorire una maggiore consapevolezza sulla necessità della diversità di genere nel settore delle vendite e per far crescere e premiare i talenti e i successi ottenuti in questa attività dalle donne (http://wisawards.com).

La massa critica delle donne in azienda è un aspetto importante per favorire nuovi comportamenti nei quali prevalgano tratti caratteriali femminili. Ma quando una massa può definirsi critica? “Le donne assimilano stili di leadership maschili se sono in minoranza, spesso una donna è sola in alcune posizioni decisionali, in mezzo a tutti uomini. Una massa critica di solito significa almeno 3 donne in una platea decisionale di 10 persone”. Nella vendita prevale il concetto di “womenomics”! Secondo lei, anche attività come la vendita, ancora appannaggio prevalente degli uomini, possono essere svolte con positivi (e forse, migliori) risultati dalle donne qualora abbiano la possibilità di sfruttare lo stile personale che le caratterizza, in modo da influire sull’esito del lavoro e sulla stessa immagine aziendale? “Le donne controllano una gran parte dei consumi (ci sono molte stime in proposito): il concetto di “womenomics” fa proprio riferimento a questo, ormai più della metà dei consumi in vari ambiti è controllata dalle donne, quindi uno stile femminile può essere molto positivo per le vendite”

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A supporto dei processi di internazionalizzazione delle imprese italiane

ARRIVA IL FONDO SIMEST PER MidCap E PMI ITALIANE Dedicato alle MidCap e alle PMI italiane, costituite in forma di società di capitali, che nell’ultimo biennio abbiano realizzato all’estero almeno il 20% del proprio fatturato o almeno il 35% nell’ultimo anno Dott.ssa Francesca Paleari - Founder & General Manager Obiettivo Sviluppo Anche quest’anno, dopo l’enorme successo delle misure precedenti, ultime quelle di luglio, è stato rifinanziato il fondo c.d. “Simest” relativo ad una serie di incentivi a supporto dei processi di internazionalizzazione delle imprese italiane. Prima di vedere nel dettaglio le differenti opportunità, ricordiamo cos’è Simest e quali scopi, e politiche mette in atto. SIMEST è una società del Gruppo Cassa depositi e prestiti che da trent’anni sostiene la crescita delle imprese italiane attraverso l’internazionalizzazio-

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ne della loro attività. Controllata da Sace, vede tra i suoi principali azionisti sia alcune banche italiane che associazioni imprenditoriali. I servizi proposti vanno da una prima valutazione di apertura ad un nuovo mercato, all’espansione attraverso investimenti diretti. Alcuni “numbers” per inquadrare e meglio comprendere il peso dell’attività di Simest: Anno 2020; 87 € mln Investimenti Equity; 1.052 € mln Finanziamenti Agevolati per l’internazionalizzazione; 3,2 € mld Supporto all’export; 3.842 imprese supportate in 112 Paesi; 16 € mld progetti in portafoglio. Torniamo ora ad analizzare nel dettaglio le 7 “misure” disponibili nell’ambito delle azioni di internazionalizzazione. Con questi finanziamenti, le imprese possono coprire le spese per: • Patrimonializzazione; • Partecipare a Fiere Internazionali, Mostre e Missioni di Sistema; • Inserimento Mercati Esteri; • Temporary Export Manager; • E-Commerce; • Studi di Fattibilità; • Programmi di Assistenza Tecnica. PATRIMONIALIZZAZIONE DELLE IMPRESE ESPORTATRICI Sostiene la solidità patrimoniale per stimolare la competitività internazionale. Dedicato alle MidCap e alle PMI italiane, costituite in forma di società di capitali, che nell’ultimo biennio abbiano realizzato all’estero almeno il 20% del proprio fatturato o almeno il 35% nell’ultimo anno. Il finanziamento è finalizzato al miglioramento o mantenimento del livello di solidità patrimoniale (rapporto patrimonio netto / attività immobilizzate nette) al momento della richiesta di finanziamento (“livello d’ingresso”) rispetto a un “livello soglia” predeterminato. Importo massimo finanziabile: € 800.000, fino al 40% del patrimonio netto dell’impresa.

Durata del finanziamento: 6 anni, di cui 2 di preammortamento. Beneficio: rimborso quota restante a tasso agevolato pari al 10% del tasso di riferimento UE in caso di miglioramento o mantenimento del livello di solidità patrimoniale o raggiungimento del “livello soglia” e mantenimento o aumento della quota di fatturato estero. PARTECIPAZIONE A FIERE E MOSTRE Sostiene la partecipazione a fiere, mostre, missioni di sistema e eventi promozionali, anche virtuali, per promuovere il business su nuovi mercati internazionali. Dedicato a tutte le PMI, in forma singola o aggregata, a MidCap e Grandi Aziende. Finanziamento a tasso agevolato delle spese per area espositiva, spese logistiche, spese promozionali e spese per consulenze connesse alla partecipazione a fiere/mostre in Paesi esteri, incluse le missioni di sistema promosse da MISE e MAECI e organizzate da ICE - Agenzia, Confindustria e altre istituzioni e associazioni di categoria. Sono finanziabili anche le spese sostenute per la partecipazione a fiere internazionali in Italia. Il finanziamento può coprire fino al 100% delle spese preventivate, fino a un massimo del 15% dei ricavi dell’ultimo esercizio. Importo massimo finanziabile: € 150.000. Durata del finanziamento: 4 anni di cui 12 mesi di preammortamento. PROGRAMMI DI INSERIMENTO SUI MERCATI ESTERI Agevola l’ingresso nei nuovi mercati finanziando la realizzazione di strutture commerciali. Dedicato a tutte le imprese, in forma singola o aggregata che devono costituire una “Rete Soggetto” e che abbiano depositato presso il Registro imprese almeno due bilanci relativi a due esercizi completi. Finanziamento a tasso agevolato delle spese per la realizzazione di uffici, show room, negozio, corner, centri di assistenza post vendita in un Paese estero e relative attività promozionali. Finanziamento a tasso agevolato di un magazzino

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e un centro di assistenza post vendita anche in Italia se accessori al programma di internazionalizzazione. L’importo massimo finanziabile può raggiungere il 100% del totale preventivato e non può superare il 25% del fatturato medio dell’ultimo biennio, da un minimo di 50 mila euro fino a 4 milioni di euro. In caso di pluralità di domande di finanziamento a valere sulle risorse del Fondo 394/81 e sulla quota delle risorse del Fondo per la Crescita Sostenibile (quando previsto), l’esposizione massima dell’impresa non potrà essere superiore al 50% dei ricavi medi degli ultimi due bilanci dell’impresa stessa approvati e depositati. Durata del finanziamento: 6 anni, di cui 2 di preammortamento. TEMPORARY EXPORT MANAGER Finanziamento a tasso agevolato, a regime “de minimis”, per l’inserimento temporaneo in azienda di figure professionali specializzate (Temporary Export Manager) finalizzato alla realizzazione di progetti di internazionalizzazione. Dedicato a tutte le società di capitali (anche costituite in forma di “Rete Soggetto”). Per poter accedere al finanziamento è necessario aver depositato presso il Registro imprese almeno due bilanci relativi a due esercizi completi. Finanziamento a tasso agevolato delle spese per l’inserimento temporaneo in azienda di figure professionali con qualsiasi specializzazione volte a facilitare e sostenere i processi di internazionalizzazione attraverso la sottoscrizione di un contratto di prestazioni consulenziali erogate attraverso Società di Servizi in possesso dei requisiti indicati in Circolare Operativa. A titolo esemplificativo e non esaustivo, possono essere considerati TEM anche i Temporary Digital Marketing Manager, i Temporary Innovation Manager, ecc., qualora i loro servizi siano finalizzati a sviluppare processi di internazionalizzazione. Il finanziamento può coprire fino al 100% delle spese preventivate, fino a un massimo del 15% dei ricavi medi risultanti dagli ultimi due bilanci approvati e depositati. Importo massimo finanziabile: € 150.000,00 Importo minimo finanziabile: € 25.000,00

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Durata del finanziamento: 4 anni di cui 2 di pre-ammortamento, in cui si corrispondono i soli interessi e 2 anni di ammortamento per il rimborso del capitale e degli interessi; le rate sono semestrali posticipate a capitale costante. E-COMMERCE Finanziamento a tasso agevolato, a regime “de minimis”, per lo sviluppo di soluzioni di E-Commerce in Paesi esteri attraverso l’utilizzo di un Market Place o la realizzazione di una piattaforma informatica sviluppata in proprio per la diffusione di beni e/o servizi prodotti in Italia o distribuiti con marchio italiano. Dedicato a tutte le società di capitali (anche costituite in forma di “Rete Soggetto”). Per poter accedere al finanziamento è necessario aver depositato presso il Registro imprese almeno due bilanci relativi a due esercizi completi. Finanziamento a tasso agevolato delle spese relative a soluzioni da realizzare secondo due modalità alternative: a) realizzare direttamente una piattaforma informatica finalizzata al commercio elettronico; b) utilizzare un market place finalizzato al commercio elettronico fornito da soggetti terzi. Il finanziamento può coprire fino al 100% delle spese preventivate, fino a un massimo del 15% dei ricavi medi risultanti dagli ultimi due bilanci approvati e depositati. Importo massimo finanziabile: € 450.000,00 per la realizzazione di una piattaforma propria e di 300.000,00 euro per l’utilizzo di un market place fornito da soggetti terzi Importo minimo finanziabile: € 25.000,00 in entrambi i casi Durata del finanziamento: 4 anni di cui 1 di pre-ammortamento, in cui si corrispondono i soli interessi e 3 anni di ammortamento per il rimborso del capitale e degli interessi; le rate sono semestrali posticipate a capitale costante. STUDI DI FATTIBILITÀ Finanziamento per studi di fattibilità finalizzati a valutare l’opportunità di effettuare un investimento commerciale o produttivo in Paesi esteri.


/ FINANZIAMENTI /

Dedicato a tutte le imprese, in forma singola o aggregata che devono costituire una “Rete Soggetto” e che abbiano depositato presso il Registro imprese almeno due bilanci relativi a due esercizi completi. Finanziamento a tasso agevolato delle spese di personale, viaggi e soggiorni per la redazione di studi di fattibilità collegati a investimenti produttivi o commerciali in Paesi esteri. Per il personale interno sono ammesse spese per viaggi, soggiorni, indennità di trasferta e retribuzioni, queste ultime fino a un massimo del 15% delle spese di personale interno e del personale esterno preventivate; per il personale esterno sono ammesse spese per compensi, viaggi e soggiorni. Il finanziamento può coprire fino al 100% dell’importo delle spese preventivate, fino al 15% del fatturato medio dell’ultimo biennio. Importo massimo finanziabile: € 200.000 per studi collegati a investimenti commerciali e € 350.000 per studi collegati a investimenti produttivi. Durata del finanziamento: 4 anni, di cui 12 mesi di preammortamento. PROGRAMMI DI ASSISTENZA TECNICA Finanziamento per la formazione del personale in loco nelle iniziative di investimento in Paesi esteri. La formazione deve essere effettuata dopo la realizzazione dell’investimento, che non deve essere antecedente di 12 mesi alla data di presen-

tazione della domanda; l’assistenza post vendita collegata a un contratto di fornitura. Dedicato a tutte le imprese, in forma singola o aggregata che devono costituire una “Rete Soggetto” e che abbiano depositato presso il Registro imprese almeno due bilanci relativi a due esercizi completi. Finanziamento a tasso agevolato delle spese per personale, viaggi, soggiorni e consulenze, sostenute per l’avviamento di un programma di formazione del personale operativo all’estero. Oppure puoi richiedere il finanziamento per l’assistenza post vendita collegata ad un contratto di fornitura per un importo pari al 5% del valore della fornitura di beni strumentali e/o accessori esportati fino a un massimo di 100mila euro. Il finanziamento può coprire fino al 100% dell’importo delle spese preventivate, fino al 15% dei ricavi medi dell’ultimo biennio. Importo massimo finanziabile: € 300.000, per assistenza tecnica destinata alla formazione del personale in loco; € 100.000, per assistenza tecnica post vendita collegata a un contratto di fornitura. Durata del finanziamento: 4 anni, di cui 12 mesi di preammortamento. Le opportunità ci sono, Obiettivo Sviluppo anche.

CARTA D’IDENTITÀ FINANZA AGEVOLATA, INTERNAZIONALIZZAZIONE, NETWORKING Obiettivo Sviluppo nasce per dare una risposta concreta alle esigenze degli imprenditori italiani che negli anni si sono sempre avvicinati al mondo delle agevolazioni pubbliche, dei mercati globali, delle partnership, senza riuscire a fare il next step: dall’idea all’execution. Con il progetto UP, il team entra nel vivo di questi argomenti, liberando imprenditori e manager dall’operatività di queste azioni, lasciandoli liberi di fare il loro lavoro e sviluppare il loro core business. I campi di azioni sono: finanza agevolata, internazionalizzazione, networking. Settori di intervento: agricoltura, agroindustria/agroalimentare, artigianato, commercio, cultura, industria, pubblico, servizi/No Profit, turismo. Per informazioni: francesca@obiettivosviluppo.com - Tel. +39 349.5603388

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/ MARKETING /

Il mondo digital ha una caratteristica fondamentale: non si ferma mai, è sempre in evoluzione

NON SI VIVE DI SOLO FACEBOOK La chiave principale per comprendere se una piattaforma social può essere efficace ai fini di comunicare un brand, un prodotto o un servizio è quello di conoscere se il target specifico a cui si è interessati è presente sulla piattaforma e in che percentuale di Mattia Nicoletti - Creative marketing strategist and producer – Dreamcatchers Entertainment Spesso l’universo del social media viene semplificato. Si parla tantissimo di Facebook, Instagram, Twitter, Linkedin, Tik Tok, perché tutti conoscono bene (o pensano di conoscere) queste piattaforme anche perché ne utilizzano quotidianamente almeno una. Tuttavia se si allarga

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lo sguardo e possibile rendersi conto di quanto il social sia rappresentato da molto altro. Dal più noto Youtube (che non tutti considerano social) a Twitch, prevalentemente dedicato al gaming (ma non solo), da Pinterest a Snapchat, da Telegram (che non è un semplice strumento di messaging)


/ MARKETING /

a Clubhouse. Per non citare poi Parler, NextDoor e Vero. Naturalmente alcuni dei social citati nel tempo potranno estinguersi o avere un’audience ristretta, ma il ragionamento da fare alla base di tutto è quello di cercare di comprendere dove si muove il target di riferimento di un’azienda. Semplificare dichiarando quindi che il cliente in ogni caso sarà su Facebook non è una risposta sufficiente e investire su un mezzo popolare può essere efficace a metà, perché si rischia di dover investire molto di più in promozione con risultati non del tutto soddisfacenti. Il mondo digital ha una caratteristica fondamentale: non si ferma mai, è sempre in evoluzione. Quello che vale oggi non è detto che sarà valido domani. E’ importante di conseguenza continuare ad aggiornarsi e a studiare. Per continuare il discorso iniziato sulla molteplicità delle piattaforme social e dell’importanza di non limitarsi a comunicare su Facebook, Instagram e Twitter (che è comunque già un social con un’audience specifica) è possibile fare un parallelo con i canali televisivi. Negli anni 80’ esistevano le tre Rai, le tre Mediaset e i canali locali. Oggi esistono milioni di canali, e anche se i principali poi sono sempre Rai, Mediaset e Sky, i canali tematici rappresentano la vera opportunità perché hanno audience più piccole ma molto specifiche, da Gambero Rosso a Real Time, ognuno di essi nasconde un’opportunità. Lo stesso si può dire dei social. L’approccio necessario nell’individuazione delle piattaforme social da utilizzare deve essere analitico e pratico, e deve prevedere uno studio approfondito delle piattaforme e un continuo aggiornamento professionale. Per questa ragione quando si pensa che chiunque possa gestire i social aziendali solo perché li utilizza ogni giorno e ha dei feedback positivi è un errore. Per padroneggiare i social e comprenderne tutte le potenzialità e i tecnicismi è necessario molto tempo. Premesso questo la chiave principale per comprendere se una piattaforma social può essere efficace ai fini di comunicare un brand, un prodotto o un servizio è quello di conoscere se il target spe-

cifico a cui si è interessati è presente sulla piattaforma e in che percentuale. Su Facebook, infatti, proprio per l’audience trasversale dei suoi utenti, è probabile che il pubblico di interesse sia fra i suoi utilizzatori, ma questo non significa che sia facile e a basso costo raggiungerlo. Al contrario avere un account Pinterest (che ha un numero molto inferiore di utenti attivi in Italia rispetto a Facebook o Instagram) può essere molto più efficace se il target di interesse lo utilizza. Il primo passo che si può compiere una volta individuata la presenza di un certo target è quello di comprendere come funziona una piattaforma social, quali sono i meccanismi di interazione, quali i contenuti che hanno più successo, quale la frequenza di pubblicazione, quale il tempo necessario per produrre un contenuto. In questo modo qualora si decidesse di sfruttare quella piattaforma per fare comunicazione si potranno conoscere in anticipo le sue principali caratteristiche e criticità. Il digitale ha reso accessibile molte professionalità e ha semplificato le modalità di comunicazione, ciò non toglie che per essere un bravo fotografo bisogna conoscere la teoria, come gestire la luce, come funziona la focale e avere fatto esperienza su diversi tipi di soggetti prima di realizzare una foto professionale e ineccepibile anche con uno smartphone. Lo stesso ragionamento è applicabile ai social: esserci non significa conoscerli.

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/ NEW CONCEPT /

IKEA PUNTA SULL’USATO Il caso Ikea in Svezia è un test con l’obiettivo di conoscere meglio atteggiamenti e comportamenti concreti dei clienti nei confronti dell’usato, sia quello che viene dismesso, sia quello che viene acquistato oltre che prolungare il ciclo di vita dei prodotti e limitare quindi gli sprechi di Fabrizio Valente - Founder e Amministratore di Kiki Lab (Gruppo Promotica)

Nel 2017 Ikea ha annunciato un progetto coraggioso e ambizioso: convertire la propria attività in chiave di economia circolare entro il 2030, puntando all’utilizzo esclusivo di materiali sostenibili o riciclati e facilitando l’allungamento del ciclo di vita dei prodotti.

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/ NEW CONCEPT /

Prossimo evento Kiki Lab (Gruppo Promotica) Innova Retail Award & Ki-Best 2021 Evento Phygital Milano | Enterprise Hotel + Live streaming 23 Novembre 2021, ore 10:00 – 16:00 Evento a pagamento, inviti disponibili per manager Retail, Brand e Real Estate (disponibilità limitata) Per informazioni e iscrizioni: kiki@kikilab.it – 030 22 16 81 Partner: AllWays

RESPONSIBLE EXPERIENCE Seguendo il piano che si sta sviluppando con varie azioni concrete, l’azienda svedese nell’autunno 2020 ha aperto un negozio dell’usato all’interno del centro commerciale svedese Retuna, (di cui abbiamo già parlato in Retail Innovations 12) per la sua particolarità di ospitare solo negozi dell’usato. Il piccolo negozio, di soli 75 mq, propone piccolo mobilio, come tavoli, sedie, librerie e accessori che vengono riparati e rivenduti. Il negozio dispone di un magazzino, gli addetti valutano i prodotti usati e si occupano di igienizzarli e ripararli per poterli rimettere in vendita a un prezzo scontato. Oltre che prolungare il ciclo di vita dei prodotti e limitare quindi gli sprechi, il test ha anche l’obiettivo di conoscere meglio atteggiamenti e comportamenti concreti dei clienti nei confronti

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dell’usato, sia quello che viene dismesso, sia quello che viene acquistato. Nello stesso tempo, Ikea intende ricoprire un ruolo educativo per i propri clienti, ampliando la sensibilità alla riduzione dell’impatto ambientale a 360° e stimolando quindi la compra-vendita dell’usato. COMMENTO FINALE KIKI LAB Il mercato dell’usato è in fortissima espansione nel mondo, guidato da due driver importanti, che spesso attirano target diversi: prodotti scontati e attenzione per l’ambiente. Anche su questo aspetto in Italia siamo indietro, ma l’impatto sia economico che sulla consapevolezza della sostenibilità può farci riflettere sull’opportunità per i retailer di vari settori di seguire l’esempio di Ikea. Sfida: espandere a breve il progetto su larga scala e su mercati test più “sfidanti”.

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Caso tratto dalla ricerca Retail Innovations 16 di Kiki Lab – Ebeltoft Group Ikea apre un concept store dell’usato all’interno di un centro commerciale di upcycling per riparare e rimettere in vendita i mobili usati, in un’ottica win win per l’azienda, i clienti e l’ambiente Area chiave

Responsible Experience Ikea – Eskilstuna, Svezia Info chiave

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Concept store dell’usato 2020 autunno: apertura 75 mq 6 mesi: durata del test

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1943: inizio attività 440+ negozi 50+ Paesi 39,6 mld €: fatturato


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Comunicare direttamente ai singoli utenti specifici - il franchisor ai franchisee e i franchisee ai clienti o potenziali tali - è ormai una necessità inconfutabile

L’ASCESA DI TELEGRAM MARKETING Miliardi di utenti in tutto il mondo usano le applicazioni di messaggistica istantanea e, di conseguenza, le aziende hanno iniziato a ideare strategie per dare vita a conversazioni con gli utenti sempre più real time

Stefania Giuseppetti

La vita sociale delle persone passa sempre di più attraverso i dispositivi tecnologici in modalità di reperibilità totale. Gli smartphone sono diventati parte integrante della nostra vita quotidiana e la loro presenza fisica, letteralmente tra le mani del consumatore sempre e ovunque, rende possibile ai brand di raggiungere i propri clienti in

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/ COMUNICAZIONE /

ogni momento e in ogni luogo. Di fronte a tale scenario, il direct marketing ha mutato profondamente le relazioni tra aziende e clienti, instaurando un dialogo sempre più diretto, interattivo e mobile. AI CANALI SOCIAL SI AGGIUNGONO LE APPLICAZIONI DI MESSAGGISTICA ISTANTANEA MOBILE La rete è sempre più affollata e ogni giorno centinaia di nuove aziende tentano di parlare allo stesso pubblico. Così, ai canali social si aggiungono le applicazioni di messaggistica istantanea mobile, che svolgono oggi un ruolo importante con tassi di penetrazione e utilizzo elevati e in costante crescita. Quanti non leggono subito il messaggino appena arriva sul proprio cellulare? Miliardi di utenti in tutto il mondo usano le applicazioni di messaggistica istantanea e, di conseguenza, le aziende hanno iniziato a ideare strategie per dare vita a conversazioni con gli utenti sempre più real time. La velocità di interazione tra brand e consumatore gioca un ruolo fondamentale e diventa un vantaggio strategico. Accanto ai popolari Whatsapp e Messenger (entrambi direttamente controllati da Facebook), Viber o WeChat, continua la scalata al successo di Telegram, che il 31 agosto scorso, secondo l’ultima indagine di Sensor Tower, ha superato 1 miliardo di download a livello mondiale. LA SCALATA AL SUCCESSO DI TELEGRAM Telegram è una piattaforma di comunicazione globale basata su cloud che funziona su qualsiasi dispositivo (smartphone, tablet e computer) ed è completamente svincolata dal numero di telefono, perché funziona tramite un nome identificativo – ID. Ma è anche un potente canale di content marketing, un mezzo straordinario per raggiungere la clientela, comunicare in maniera diretta, conversare, condividere, socializzare e informare. È un’applicazione veloce, sicura e gratuita che consente di inviare messaggi di testo, condividere foto, video e file. Inoltre, è un canale completo, in grado di offrire innumerevoli opportunità per migliorare la

IN EVIDENZA Il direct marketing ha mutato profondamente le relazioni tra aziende e clienti, instaurando un dialogo sempre più diretto, interattivo e mobile La velocità di interazione tra brand e consumatore gioca un ruolo fondamentale e strategico Telegram offre la possibilità di ampliare il raggio d’azione I gruppi di Telegram sono una grande opportunità per costruire una community o una fanbase attiva. Un gruppo è una chat in cui è possibile aggiungere fino a 200.000 contatti

comunicazione aziendale, sia interna che esterna, anche per il franchising. LE CARATTERISTICHE ALL’AVANGUARDIA DI TELEGRAM Comunicare direttamente ai singoli utenti specifici - il franchisor ai franchisee e i franchisee ai clienti o potenziali tali - è ormai una necessità inconfutabile. Sempre di più ci si rivolge a un pubblico mirato per ottenere risposte misurabili, attraverso strumenti interattivi e strategie di marketing sempre più diretto. Telegram offre la possibilità di ampliare il raggio d’azione. In base alla definizione degli obiettivi, ad esempio, consente ai brand di indirizzare il traffico verso un sito web o una pagina specifica, oppure può permettere di aumentare il coinvolgimento degli utenti, attraverso un sondaggio per conoscere le opinioni su un determinato prodotto/servizio, o ancora può offrire la possibilità di proporre quiz particolarmente utili per i servizi educativi. Con l’impiego dei “chatbot”, l’applicazione consente di supportare i clienti 24 ore su 24 e 7 giorni su 7. Un chatbot è un software che simula ed elabora le conversazioni umane, un “assistente online”

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che risponde automaticamente in base alle richieste degli utenti e alle parole chiave contenute nei messaggi, come ad esempio “consegna”, “prezzo” o “rimborso”. I gruppi di Telegram sono una grande opportunità per costruire una community o una fanbase attiva. Un gruppo è una chat in cui è possibile aggiungere fino a 200.000 contatti. Dopo l’adesione, i membri possono inviare messaggi, foto, video e file audio. Il gruppo può essere pubblico o privato: nel primo caso qualsiasi utente può trovarlo nella ricerca, partecipare e visualizzare la cronologia, viceversa le persone possono accedervi solo se aggiunte manualmente o attraverso un link di invito. Se organizzate correttamente, le chat di gruppo possono fungere da forum della comunità in cui gli utenti si aiutano a vicenda, con un coinvolgimento minimo da parte dell’azienda. Uno strumento ancora più interessante del gruppo è il canale (pubblico e privato), che non ha limitazioni per quanto riguarda il numero degli utenti, ma solo gli amministratori hanno la facoltà di pubblicare (comunicazione “top-down”). Telegram mette a disposizione degli utenti le chat segrete, che utilizzano un sistema di crittografia “end-to-end”, per permettere solo al mittente e al destinatario di leggere i messaggi. Queste conversazioni si autodistruggono dopo un certo limite di tempo impostato manualmente dall’utente. Potendo condividere allegati fino a 1,5 GB e utilizzare la funzione di ricerca tramite hashtag, molto utile per rintracciare ciò di cui si ha bisogno, l’applicazione può essere utilizzata anche nella comunicazione aziendale interna, o per coordinare un team di lavoro. COME LE AZIENDE UTILIZZANO TELEGRAM “O bag”, il marchio italiano contemporaneo e innovativo che ha rivoluzionato il mondo delle borse e che realizza anche orologi componibili, occhiali da sole, portafogli, calzature e oggetti di design (tutti prodotti contraddistinti dalla lettera “O”, come i tre elementi fondamentali della filosofia del marchio: ONE, ORIGINAL, OWN), ha attivato un canale Telegram per inviare direttamente sullo smartphone dei clienti tutti gli aggiornamenti ri-

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guardo a nuovi arrivi, promozioni, eventi in store e molto altro! Il famoso quotidiano “la Repubblica” già nel 2016 aveva aperto su Telegram il suo canale che si è affiancato alle app e alle notifiche web per essere sempre aggiornati, gratuitamente e in tempo reale, con le breaking news più importanti della giornata nel momento stesso in cui accadono.


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/ FINANZA E LEGALE / / FINANZA E LEGALE /

L’importanza di conoscere “dove” un affiliato investe con l’adesione ad una rete

ADERIRE AD UN FRANCHISING, MA IN QUALE MERCATO? Molte le variabili che possono fare la differenza che va ben oltre il concetto di “scelta della location” di Mirco Comparini - Commercialista, Revisore Legale e Consulente al Franchising

Per sviluppare un sistema di franchising le attività di un affiliante sono generalmente improntate all’acquisizione (con vari strumenti e tecniche) di lead qualificati che possano trasformarsi in validi candidati affiliati. Tuttavia, dalla parte del franchisor, l’acquisizione di lead è solo una parte del processo di sviluppo del franchising e, dalla parte del potenziale franchisee, occorrono molti altri elementi che possano rendere “attraente” un marchio, elementi che un franchisor non può trascurare.

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/ FINANZA E LEGALE /

GLI ELEMENTI CHE CARATTERIZZANO LE OFFERTE DI FRANCHISING Tra i classici elementi che in genere caratterizzano una offerta di franchising troviamo certamente l’esposizione e l’illustrazione della domanda sul mercato dei prodotti o servizi offerti dal sistema di franchising oggetto di interesse, la formazione offerta, il supporto, l’assistenza tecnica e commerciale del franchisor, le informazioni finanziarie, ecc.. Tra questi elementi, ve n’è uno che risulta particolarmente trascurato, nonostante sia uno degli elementi più critici e più importanti per una qualsiasi attività commerciale. Mi riferisco alla “qualità del territorio” rientrante nella parte di mercato che il potenziale affiliato “acquisirà” (termine più anglofono e francofono che italiano) con la sua adesione e che, occorre non dimenticare, costituisce una parte del suo investimento complessivo. L’IMPORTANZA DEL MERCATO DI RIFERIMENTO Posso serenamente affermare che, dopo circa trent’anni di esperienza diretta nella consulenza e nell’assistenza al franchising, non ho individuato molti franchisor porre in evidenza (e neanche voler porre in evidenza) dettagli relativi ad una analisi prettamente commerciale del territorio da concedere al franchisee. Sembra strano perchè il tema “area di mercato” costituisce oggetto di trattativa (pertanto, contrattuale) tra le parti proprio in termini di “zona in esclusiva”, “dimensioni dell’area in esclusiva”, ecc., ecc., ma mai in termini “qualitativi”, di pura “fotografia” del mercato, oltre che del settore in genere. Senza scomodare prassi e norme ultra consolidate di oltreoceano e senza dover fare una medesima carrellata di ciò che avviene in ogni paese in UE, sul tema si rende obbligatorio citare la Francia e la sua normativa, essendo il primo paese in UE ad avere una specifica legge (dal 1989) e primo paese in UE in termini di presenza di “reti commerciali” con utilizzo di strumenti contrattuali specifici (incluso il franchising) e per i quali tali regola vige in forma comune ponendo, quindi, sul medesimo

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/ FINANZA E LEGALE /

livello e con i medesimi obblighi le varie scelte contrattuali che ogni titolare di rete intende effettuare. Il riferimento è al comma 4, dell’articolo 1, della Legge n.89-1008 del 31.12.1989 (Loi Doubin), che dispone l’obbligo a carico del franchisor di integrare le informazioni previste a favore dell’affiliante, riportate del Documento di Informazione Precontrattuale, “…da una presentazione dello stato generale e locale del mercato dei prodotti o servizi oggetto del contratto e delle prospettive di sviluppo di questo mercato”. Non si tratta di una “ricerca di mercato”, ma di uno “studio del mercato” di riferimento, di una fotografia, delle condizioni e delle prospettive riguardanti i prodotti e i servizi offerti dalla rete. Si tratta di due elementi di estrema importanza: 1. stato generale del mercato; 2. stato locale del mercato. I due elementi non ottengono particolari simpatie dai franchisor italiani (chissà perché), in particolare quando affrontano la loro espansione nel mercato francese. Considerando, però, che la Francia costituisce ancora oggi il più importante mercato UE nel quale i sistemi di franchising hanno avuto una imponente crescita, appare ben chiaro che, se ben utilizzato, non può costituire un

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elemento di impedimento di sviluppo o di rigido impegno giuridico, ma, anzi, può ricoprire un ruolo determinante come elemento di trasparenza e sicurezza con i conseguenti vantaggi rispetto a marchi concorrenti. Infatti (e non andrebbe mai dimenticato), un affiliato è pur sempre un investitore e tale informazione può risultare determinante nella valutazione del ritorno dell’investimento, sia in termini temporali, che quantitativi. Ovviamente la Francia ha avuto anche modo di produrre materiale giurisprudenziale e dottrinale di straordinaria importanza e dal quale possono essere certamente presi molti spunti. Altresì, in tale paese la prassi è da ritenersi ormai più che consolidata e, proprio per questo, impostare una offerta di franchising corredata di tale elemento informativo non può generare particolare complessità e può anche essere preparatoria per uno sviluppo in altri paesi, oltre che anche un vantaggio competitivo in termini di trasparenza a favore degli affiliati. LE CARATTERISTICHE GENERALI Se, da un lato, risulta molto semplice comprendere le caratteristiche di ciò che può significare “stato generale del mercato”, che descrive il mercato


/ FINANZA E LEGALE /

IN EVIDENZA •

Predisporre uno studio del mercato richiede la dedizione di risorse, ma costituisce un elemento strategico da utilizzare sin dalle prime fasi di avvio del processo di trattativa tra le parti

Le informazioni di tipo “metrico” per definire un mercato, un territorio, un’area, ecc., rimangono sempre informazioni collegate e collegabili ad altri informazioni “astratte”, se non opportunamente codificate

Un investimento nell’utilizzo di una società operante che sia stimata e con idonee credenziali, può costituire una certificazione informale ai dati da esporre

I franchisor non dovrebbero accettare candidati per un determinato territorio, salvo che già non sappiano e non conoscano l’analisi di tale territorio

Concentrarsi sullo studio dei mercati è una delle caratteristiche più importanti che qualifichino l’opportunità di aderire alla rete

attuale del settore di attività del sistema di franchising, dall’altro, più articolato risulta essere lo “stato locale del mercato”. Lo “stato locale del mercato” è un insieme di informazioni oggettivamente verificabili relative alla situazione sociale, economica e demografica del territorio concesso ad un futuro franchisee. Nello specifico descrive il tipo di clientela (età, sesso, reddito, ecc.), il numero di prospect nell’area concessa, la concorrenza (numero, indirizzo dei punti vendita, politica dei prezzi, fatturato, ecc.), le caratteristiche economiche e geografiche

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dell’area, ma anche la viabilità, i fattori “traffico” di qualsiasi natura, ecc., ecc.. L’IMPORTANZA DELLE INFORMAZIONI RELATIVE AL MERCATO Sintetizziamo, adesso, in alcuni punti l’importanza di tale informazione: - predisporre uno studio del mercato richiede la dedizione di risorse, ma, come accennato, costituisce un elemento strategico da utilizzare sin dalle prime fasi di avvio del processo di trattativa tra le parti. Questo richiede l’investimento di risorse aggiuntive sull’analisi di molte aree del paese, ma non è da trascurare la reazione positiva di un potenziale franchisee investitore innanzi ad una informazione che gli consenta una corrispondente valutazione circa il suo investimento; - le informazioni di tipo “metrico” per definire un mercato, un territorio, un’area, ecc., rimangono sempre informazioni collegate e collegabili ad altri informazioni “astratte”, se non opportunamente codificate. Esempio, se un franchisor di assistenza domiciliare per definire un mercato si limita ad utilizzare il numero di residenti in una determinata zona con più di 65 anni di età, avrà una informazione fuorviante in quanto uno dei dati necessari da abbinare è quello di conoscere quanti in questo segmento di mercato possono permettersi di pagare servizi di assistenza domiciliare privata. Un concetto estendibile ai servizi per l’infanzia e ad altri settori; - seppur, come detto non siamo in presenza di una vera e propria ricerca di mercato, certamente un investimento nell’utilizzo di una società operante in tale settore e che sia stimata e con idonee credenziali, può costituire una certificazione informale ai dati da esporre; - non possiamo nascondere la tendenza di moltissimi franchisor a far aderire richiedenti provenienti dai vari territori e senza una rigida selezione. In termini di territorio, al massimo, i franchisor rifiutano richieste sulla base del potenziale bacino di utenza, ma ciò non avviene in tante altre situazioni. I franchisor non dovrebbero accettare candidati per un determinato territorio, salvo che già non sappiano e non conoscano

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l’analisi di tale territorio; - concentrarsi sullo studio dei mercati (potenziali) al momento della programmazione per lo sviluppo (inziale o per le fasi successive) consente di presentare l’intero mercato di riferimento come una delle caratteristiche più importanti che qualifichino l’opportunità di aderire alla rete e, per una specifica area territoriale, come scelta qualitativa a favore del potenziale franchisee. Trattasi di un processo informativo da avviare sin dalla presentazione del sistema di franchising (con qualunque strumento avvenga) e non può far altro che fornire all’investitore affiliato ciò che non riesce a sapere dagli altri marchi oppure, in caso anche gli altri marchi forniscano tali informazioni, l’investitore affiliato potrà confrontare con maggiore attenzione tali informazioni potendo effettuare la sua scelta su dati maggiormente oggettivi e concreti.


/ FINANZA E LEGALE /

L'advisor per la quotazione in Borsa delle società del franchising

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/ OCCHIO ALLA LEGGE / / OCCHIO ALLA LEGGE /

Ogni forma di comunicazione richiede la presenza di informazioni, di dati che si muovono da una parte all’altra, da un soggetto all’altro

LA PROTEZIONE DEI DATI PERSONALI NELLE RETI DI FRANCHISING Un tema poco trattato e che necessita di approfondimenti infatti tra franchisor e franchisee lo scambio di informazioni è costante e connaturato all’essenza stessa del rapporto, oltre che necessario per più che legittime esigenze di natura economica e commerciale di Alessio Molinarolli - Avvocato

Il concetto stesso di rete implica un collegamento e, in modo praticamente inevitabile, una qualche forma di comunicazione. Non che le reti di franchising e la rete internet siano la stessa cosa, ma la struttura di una rete, di qualunque rete, si può ridurre, con buona approssimazione, a quest’idea basilare. Se si accetta questo presupposto, poi, ne va in qualche modo

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accettato un corollario: ogni forma di comunicazione richiede la presenza di informazioni, di dati che si muovono da una parte all’altra, da un soggetto all’altro. E del resto, tra Franchisor e Franchisee lo scambio di informazioni è costante e connaturato all’essenza stessa del rapporto, oltre che necessario per più che legittime esigenze di natura economica e commerciale. Quando si parla di informazioni, peraltro, è possibile riferirsi a quelle, si potrebbe dire, pure e semplici, come un dato di mercato, una ricetta o lo stesso know-how, oppure ad altre, più particolari, di valore forse maggiore: i dati personali, vale a dire quelle informazioni che si riferiscono ad una persona identificata o identificabile. Sul valore occorre intendersi: che i dati personali siano il nuovo petrolio è affermazione talmente diffusa e condivisa che risulterebbe persino noioso argomentare ulteriormente. Di sicuro, poi, le reti di franchising non sono immuni al “fascino” (e all’efficacia) di campagne di lead, del marketing diretto, magari abbinato a più o meno sofisticate tecniche di profilazione, delle tessere punti o fedeltà, di tutto ciò che, in breve, trova il proprio fondamento nella raccolta e nell’utilizzo di informazioni sulle persone, potenziali clienti più facilmente e comodamente raggiungibili grazie a queste tecniche e all’uso della tecnologia. Se tutto questo sembra logico, desta non poco stupore, quanto meno a chi scrive, che non si sia sviluppato un particolare dibattito intorno al tema del trattamento dei dati personali, cioè, tanto per capirsi, alla vecchia privacy, all’interno delle reti di franchising, neppure dopo l’entrato in vigore del Regolamento UE 2016/679 (l’ormai famoso – o famosa – GDPR) E’ evidente che in queste reti non solo ci si trova di fronte ad innumerevoli trattamenti di dati personali ma si assiste anche a caratteristiche davvero peculiari, se non uniche, di questi trattamenti dovute proprio alla presenza di più soggetti, collegati “in rete”, che comunicano tra loro e, sempre più spesso, contemporaneamente con i “clienti”. 1) I diritti degli interessati e le “domande chiave” L’affermazione relativa al dibattito poco sviluppato

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in materia di franchising e protezione dei dati merita una precisazione. Si deve infatti dare atto che qualche approfondimento, anche pregevole, è apparso con riguardo alla sicurezza (informatica) dei dati nelle reti di franchising, il che rappresenta un angolo visuale importante, ma non l’unico, dal quale osservare il fenomeno a affrontare le sfide che comporta. Si è affrontato cioè il problema solo dal punto di vista tecnico-informatico e del sistema di gestione. In molti casi, anche fuori dall’orbita del franchising, si è ritenuto infatti che la questione fosse di pertinenza esclusivamente tecnico informatica, commettendo così, a parere di chi scrive, un errore grave e grossolano: tralasciare l’aspetto giuridico, quello, per dirla in modo netto, che regola il confine tra lecito e illecito. Non è detto, infatti, che un’impresa dotata dei migliori strumenti di protezione (tecnologica) delle proprie reti, stia trattando i dati personali in modo lecito (e questo senza ovviamente nulla togliere alla fondamentale importanza del profilo della sicurezza informatica). Per comprendere questo è necessario considerare che la disciplina in questione non fa proprio un concetto ampio di “privacy”, intesa come qualcosa di simile alla riservatezza, ma consacra un principio forse più realistico, quello della protezione dei dati personali. Anche qui, occorre fare attenzione alle parole utilizzate, perché la protezione di cui si parla non è sinonimo di difesa ma di un diritto dell’interessato – della persona cioè alla quale si riferiscono i dati – al controllo degli stessi, a sapere cioè che cosa viene fatto degli stessi, da chi e con quali modalità. Ora, questo “diritto”, che si può manifestare attraverso una serie di specifiche “facoltà” (come il diritto di accesso, di rettifica, di opposizione eccetera) implica che l’interessato possa in primo luogo ricevere risposta alcune semplici domande: “Chi tratta i miei dati? Perché? Su quale base giuridica? Con quali strumenti? Per quanto tempo? A chi vengono comunicati i miei dati?”. Ovviamente a queste domande occorrerebbe dare una risposta “interna” alle imprese, in un processo di preventiva autoanalisi, prima che la mancanza di risposta (entro il termine di trenta giorni) o una risposta il cui contenuto non sia conforme

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alla legge, generi pesanti sanzioni pecuniarie o si traduca addirittura in illeciti penali. La definizione dei ruoli privacy e delle basi giuridiche: un buon inizio Tra i soggetti coinvolti nelle operazioni di trattamento spicca la figura del Titolare. Spesso si travisa l’espressione, pensando alla titolarità come a qualcosa di equivalente alla proprietà, credendo di poter stabilire in un contratto chi è il titolare e chi non lo è e finendo per cadere prigionieri di un set di convinzioni molto lontane dalle previsioni legali. Primo punto. Il Titolare è chi decide le finalità di e le modalità di trattamento. Non si è proprietari di nulla, perché non c’è nulla di cui essere proprietari, dal lato GDPR. Essere titolari vuol dire in primo luogo avere la responsabilità di quel diritto alla protezione dei dati personali che rappresenta il punto più importante della normativa. Non solo. Il titolare è colui che effettivamente decide le finalità e le modalità del trattamento, indipendentemente da cosa si stabilisca in contratti di vario genere. Detto questo, per fare un esempio pratico, se si chiedesse che è il titolare in una rete di franchising del trattamento dei dati personali dei clienti dei singoli punti vendita, si potrebbero, in base alle diverse impostazioni e circostanze, trovare risposte molto diverse. Per comprendere questo aspetto è fondamentale passare al secondo punto: ogni trattamento deve avere una adeguata base giuridica. Fino a ieri per ogni attività era prevista la firma di un consenso; dal 2018 (anno di entrata in vigore del Regolamento) il consenso rappresenta una base giuridica residuale, da utilizzare solo quando non ve ne siano altre disponibili (senza contare che la gestione dei consensi comporta molti, anzi moltissimi, oneri pratici in capo al Titolare). In ambito privato la base giuridica più corretta è il più delle volte quella che riguarda “l’esecuzione di un contratto”. E’ evidente, infatti, che, se un cliente acquista su un sito di e-commerce un prodotto, i suoi dati personali strettamente connessi all’operazione sono del tutto legittimamente trattati in base al contratto di vendita e non al consenso. Diversamente, sarebbe come dire che

IN EVIDENZA •

Nelle reti non solo ci si trova di fronte ad innumerevoli trattamenti di dati personali ma si assiste a caratteristiche uniche, di questi trattamenti dovute proprio alla presenza di più soggetti, collegati “in rete”, che comunicano tra loro e, sempre più spesso, contemporaneamente con i “clienti”

Tra i soggetti coinvolti nelle operazioni di trattamento spicca la figura del Titolare. Il Titolare è chi decide le finalità di e le modalità di trattamento

Ogni trattamento deve avere una adeguata base giuridica

chi vende ha bisogno del consenso del cliente per emettere una ricevuta o una fattura a fronte del pagamento (ricevuta che comporta il trattamento dei dati personali). Se questo sembra ovvio, il quadro diventa meno scontato in caso, come si diceva, di campagne nazionali o di tessere di raccolta punti, sicché un pensiero – e una ponderata riflessione – andrebbero sempre fatti per dare un’impostazione corretta al lavoro, vista l’importanza strategica di quello straordinario asset rappresentato dal trattamento dei dati personali.

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VALUTAZIONE D’AZIENDA Libro + Cd-Rom con applicazione Excel Autore: Pozzoli Stefano – AA.VV Editore: Ipsoa Pagine: 350 / Prezzo: € 90,00

Determinare il valore di un’azienda è uno dei temi più sfidanti della professione contabile. Questo volume da una parte vuole essere un testo utile per chi vuole avvicinarsi alla valutazione di azienda e cerca un volume rigoroso ma al tempo stesso immediato, che gli permetta di acquisire le necessarie nozioni di base ed i consigli operativi utili per avvicinarsi alla disciplina. Dall’altra di rappresentare un manuale operativo per chi ha bisogno di una soluzione per poter affrontare un incarico professionale correttamente ed in tempi ragionevolmente brevi.Si è voluto scrivere, in sostanza, un libro asciutto ed essenziale, e arricchito da esempi che chiariscano le modalità di calcolo dei metodi principali, oltre che di una esercitazione riassuntiva, che ripercorre l’applicazione dei metodi proposti. Tra le novità di questa edizione, vi è, in particolare, un capitolo relativo alla valutazione in caso di recesso, che riassume sia gli aspetti giuridici che quelli più prettamente valutativi. Punti di forza: Il CDROM allegato al volume che contiene un’applicazione Excel. # CRYPTO M A N IA - Tra token e blockchain, viaggio nell’economia immateriale Autore: Arturo Di Corinto - Luca Poma Editore: Hoepli Pagine: 144 / Prezzo: € 14,90

Nel 2021 il Bitcoin è arrivato a toccare il valore di oltre 60.000 dollari per unità, ma sono circa 5.000 le criptovalute nel mondo e da ricerche internazionali è emerso che 100 milioni di persone le scambiano quotidianamente, generando un volume di affari di 300 miliardi di dollari, quasi 100 volte gli scambi medi di una giornata a Piazza Affari a Milano. Ma come funzionano le criptovalute? Qual è il loro scopo di utilizzo? È vero che sono usate da truffatori e criminalità organizzata? Questo libro è un viaggio alla scoperta dei temi più caldi e controversi delle criptomonete, un dominio d’indagine talvolta incompreso, con la “moneta elettronica” identificata con le vicende speculative relative alla “bolla” del Bitcoin e al suo presunto uso illegale, che hanno creato un senso di diffidenza e sfiducia da parte di molti cittadini senza tuttavia fermarne la sperimentazione.

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CHE COSA È L’ECONOMIA CIRCOLARE – Nuova edizione aggiornata e ampliata Autore: Emanuele Bompan, con la collaborazione di Ilaria Nicoletta Brambilla Editore: Edizioni Ambiente Pagine: 240 / Prezzo € 18,00

È alla base delle strategie delle aziende più innovative, ed è un elemento essenziale dei piani di ripresa di svariate istituzioni internazionali. Influisce sulle scelte e i comportamenti di cittadini e consumatori, e orienta in senso sostenibile lo sviluppo dei territori. È l’economia circolare, che nel giro di pochissimi anni è passata dalle formulazioni teoriche all’applicazione pratica in una moltitudine di settori, diventando fondamento dello sviluppo in numerosi paesi. Per ragioni evidenti: a oggi, è parte essenziale dei migliori percorsi di riduzione dei consumi di materiali e delle emissioni di gas serra, e può dare un contributo determinante al raggiungimento degli obiettivi di decarbonizzazione. La nuova edizione aggiornata e ampliata di Che cosa è l’economia circolare ricostruisce la genesi dei concetti e delle pratiche della transizione alla circolarità, e descrive caratteristiche e peculiarità del nuovo modello economico, chiarendone la centralità nella transizione ecologica e nel Green Deal europeo. AMAZO N . L’IM PE R O - Jeff Bezos e un dominio senza confini Autore: Brad Stone Editore: Hoepli Pagine: 504 / Prezzo € 24,90

Quasi dieci anni fa, nel suo bestseller Vendere tutto, Brad Stone ha raccontato l’ascesa di Amazon: un pioniere di Internet che ha cambiato il modo in cui facciamo acquisti online. Da allora Amazon è cresciuta esponenzialmente, inventando nuovi prodotti e stravolgendo diversi settori. L’impero di Jeff Bezos, che un tempo aveva sede in un garage, ora si estende in tutto il mondo. Tra servizi come Whole Foods, Prime Video, il cloud computing AWS e il Washington Post è impossibile sottrarsi al suo impatto. Amazon. L’impero presenta il ritratto vivido e sfaccettato di una startup del retail che è diventata una delle realtà più potenti e temute dell’economia globale. Potendo contare su un accesso esclusivo a dirigenti ed ex dirigenti, dipendenti, autorità di regolamentazione e critici, Stone ricostruisce le profonde trasformazioni che negli ultimi dieci anni hanno condotto l’azienda a produrre innovazioni radicali, ma anche a compiere alcuni passi falsi che hanno sollevato qualche dubbio sulle sue aggressive pratiche di business. Parallelamente Stone indaga l’evoluzione personale di Bezos: un tecnologo geek che si è trasformato in un miliardario muscoloso e disciplinato con ambizioni globali; che ha governato Amazon con il pugno di ferro persino quando la sua vita privata finiva spiattellata sui tabloid. 103


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notizie, risultati, statistiche e rimanere aggiornato sul calciomercato. Si passa poi alla privacy con Bitwarden app utile per la gestione delle password, che permette di criptare queste ultime e metterle al sicuro in un deposito gestionale. A seguire due app sulla gestione del nostro tempo, Minimalist e Big days. Per finire, gli amanti del vino avranno un nuovo passatempo Vivino un’app che ti permette di avere un’intera enoteca a portata di mano.

ONEFOOTBALL - NOTIZIE E RISULTATI DI CALCIO OneFootball è un app di calcio che ti permette di seguire le competizioni estive come notizie, risultati, statistiche e rimanere aggiornato sul calciomercato. Gli aspetti che la caratterizzano sono la chiarezza e la quantità di notizie, la varietà dei campionati che si possono seguire, preferenze che puoi scegliere.

4,5/5 MINIMALIST - SIMPLE TO DO LIST Un task dallo stile minimalista, che potrebbe aiutare molti a portare a termine i compiti della giornata. Ha diverse funzionalità, tra le quali il reminder, la checklist e la gestione delle priorità. Una delle particolarità di quest’app, risiede nel fatto che per ogni task si può impostare una sveglia diversa e personalizzata.

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BITWARDEN Un app utile per la gestione delle password, che permette di criptare queste ultime e metterle al sicuro in un deposito gestionale. Grazie alla crittografia AES-256 nessuno tranne noi potrà leggere ciò che è contenuto all’interno.

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VIVINO Vivino è un’app che ti permette di avere un’intera enoteca a portata di mano. Si può meglio definire come eno-biblioteca in cui è possibile trovare qualsiasi tipo di vino, con annesse recensioni e commenti degli utenti che lo hanno provato. Per utilizzare l’app ti basterà scattare una foto all’etichetta del vino in questione per avere ogni informazione relativa ad esso ed alcune bottiglie possono essere comprate direttamente in app.

4,5/5

BIG DAYS Big days, è l’app che promette di non far dimenticare più un anniversario o un compleanno. Permette infatti di creare un countdown per date specifiche o tenere il conto di quanti giorni sono passati da un giorno in particolare. Ha un’interfaccia utente semplice e intuitiva.

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UP & DOWN La nostra rubbrica che ha come obiettivo quello di verificare se il sito del franchisor è esaustivo nelle informazioni pubblicate.

ITALNOLO https://italnolo.it/pagina/6-franchising Italnolo è una catena italiana di negozi in franchising, che offre la possibilità di noleggiare articoli per la casa, il tempo libero e articoli professionali. La sezione sul sito presenta una piccola descrizione essenziale e un form di richiesta informazioni. Manca di diversi elementi fondamentali, come ad esempio l’ubicazione, un conto economico medio e un fatturato minimo consigliabile.

DOG&CAT FELICI E CONTENTI http s://d o g e c at. i t/f ranc hi si ng / Dog&Cat è una catena di negozi per animali. Nel sito c’è una pagina dedicata al progetto in franchising. Qui si trovano riassunte alcune informazioni interessanti relative al progetto come le condizioni e i requisiti di affiliazione. L’utente è indirizzato a seconda del suo impiego attuale: ho già un negozio, ho già un negozio PET e non ho un negozio. La sezione è rimandata perché andrebbero integrate alcune informazioni che AZ Franchising ritiene importanti come una spiegazione esaustiva dei prodotti e dei servizi e i margini di guadagno dell’affiliato.

• Scheda franchising con informazioni essenziali sul progetto contenente anche: ammontare dei costi di investimento, ammontare del diritto di ingresso, ammontare e periodicità delle royalties sia sulle vendite che sulle pubblicità • Descrizione esaustiva dell’attività e dei servizi e/o prodotti distribuiti • Elenco, ubicazione e riferimenti degli affiliati in essere

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• Modalità di affiliazione • Possibilità di porre domande specifiche da parte dei potenziali affiliati • Eventuali zone di preferenza per l’ubicazione delle nuove attività • Presenza di esclusiva di zona • Storia dell’affiliante • Un conto economico medio • Il fatturato minimo conseguibile





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MENSILE - ANNO XXIII - N. 11/12 NOVEMBRE - DICEMBRE 2021 DIRETTORE RESPONSABILE Fabio Pasquali f.pasquali@azfranchising.it CONTATTI TEL. 02/46.77.81 email: marketing@azfranchising.it UFFICIO ABBONAMENTI amministrazione@wmcapital.it STAMPA Pixartprinting S.p.A. via 1° Maggio, n.8, 30020 Quarto d’Altino (VE), Italia DISTRIBUTORE PER L’ITALIA MEPE – Distribuzione Editoriale S.p.A. Via E. Bugatti, 15 20142 Milano MI IMPAGINAZIONE WM Capital S.p.A

Hanno collaborato con noi: Stefania Giuseppetti, Mirco Comparini, Alessandra Sonnati, Mattia Nicoletti, Fabrizio Valente,

Francesca Paleari, Alessio Molinarolli, Ugo Perugini, Patricia de

Masi Taddei Vasoli, Debora Salomone, Roberto di Pietro, Roberto Colavecchio

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