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PROPOSTE PER LA PREVENZIONE DEI DISTURBI DEL COMPORTAMENTO ALIMENTARE (DCA)

Introduzione

I Disturbi della Nutrizione e dell’Alimentazione (DNA) o Disturbi del Comportamento Alimentare (DCA) sono patologie gravi caratterizzate da un’alterazione delle abitudini alimentari e da un’eccessiva preoccupazione per il peso e per l’immagine fortemente distorta del proprio corpo. Tra i principali comportamenti anomali riferiti all’alimentazione e alla nutrizione ci sono l’anoressia, la bulimia, il disturbo da binge -eating, il disturbo da ruminazione e quello evitante/restrittivo dell’assunzione di cibo. Nei programmi per i disturbi dell’alimentazione si intersecano problematiche di tipo biologico, psich ico, familiare e socio-culturale, che necessitano di trattamenti specializzati e multidisciplinari da parte di équipe che lavorano in modo integrato.

Tipicamente questi disturbi hanno l’esordio in età evolutiva e colpiscono maggiormente la popolazione femminile.

La letteratura scientifica negli ultimi anni ha proposto ripetutamente all’attenzione dei ricercatori il riscontro che la maggior parte dei disturbi psichiatrici presenta un esordio in età adolescenziale e, sul piano del trattamento, i clinici hanno sottolineato l’utilità degli interventi precoci e della continuità della cura, soprattutto in questa fase cruciale per lo sviluppo della persona: l’esordio precoce rappresenta infatti un problema di primaria im portanza poiché la malnutrizione può comportare danni permanenti in quegli organi e tessuti che non hanno ancora completato il loro sviluppo.

L’intervento precoce comporta la necessità di adottare strumenti di valutazione adeguati all’età e tecniche terapeutiche che si siano dimostrate più efficaci per pazienti in età adolescenziale. D’altro canto, la necessità di mantenere la continuità terapeutica in questa fascia di età, per un periodo di trattamento che può prolungarsi nel tempo, richiede che sia progra mmata una stabilità dell’équipe terapeutica.

L’importanza di interventi precoci è riferita anche nelle Linee Guida NICE 2017, che evidenziano la necessità di considerare la patologia nel suo complesso, per un approccio multidisciplinare e che possa comprendere anche le co-morbilità e le eventuali dipendenze patologiche associate.

Queste osservazioni hanno evidenti implicazioni di politica sanitaria perché la programmazione e l’organizzazione dei servizi dovrebbero garantire il riconoscimento precoce dei casi, anche attraverso protocolli di collaborazione con i pediatri di libera scelta e con i medici di medicina generale e attraverso i contatti con le scuole.

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