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Classificazione

Il Manuale Statistico Diagnostico dei Disturbi Mentali (DSM -5) definisce e distingue i diversi quadri di Disturbi della Nutrizione e dell’Alimentazione. Di questi i principali sono:

• Anoressia Nervosa

• Bulimia Nervosa

• Disturbo da Binge-Eating

• Disturbi della Nutrizione o dell’Alimentazione con Specificazione e senza Specificazione

• Disturbo Evitante/Restrittivo dell’Assunzione di Cibo

• Pica

Sempre il DSM-5 definisce inoltre, per l’Anoressia Nervosa, un indice di gravità legato al valore dell’Indice di Massa Corporea (IMC=kg/m2), rispetto al quale si evidenziano 4 livelli di gravità: lieve IMC > 17,0; moderato IMC 16-16,99; grave IMC 15-15,99; estremo IMC<15.

Dati

I dati epidemiologici per l’anoressia e la bulimia evidenziano che negli adolescenti e nei giovani adulti dei Paesi occidentali i DNA sono uno dei problemi di salute più comune, con uno dei più alti tassi di mortalità fra le malattie psichiatriche (Resmark et. al, 2019; Smink et. al, 2012).

La situazione epidemiologica nazionale conferma che sia l'anoressia nervosa che la bulimia nervosa sono un problema di salute pubblica di notevole interesse (Donini et al., 2017).

Gli ultimi dati diffusi da Jama Pediatric raccontando di una media globale di 1 giovane su 5 alle prese con disordini alimentari: uno scenario in cui l’Italia si classifica ben oltre il dato mondiale con 1 giovane italiano su 3 affetto da DNA

Come mostra la Società Italiana per lo Studio dei Disturbi del Comportamento Alimentare (SisDCA) con la pandemia i casi di DCA sono aumentati del 30% e le richieste di prima visita del 50%.

Elaborazione del ISS dei dati epidemiologici relativi al 2020.

Come affermato dall’ISS, tramite il comunicato stampa N°20/2022 del 15 marzo 2022, “i dati più recenti relativi a una survey conclusasi a febbraio 2021, basata sull’incrocio di diversi flussi informativi analizzati dal Consorzio interuniversitario CINECA, ci confermano un aumento della patologia di quasi il 40% rispetto al 2019: nel primo semestre 2020 sono stati rilevati nei diversi flussi informativi 230.458 nuovi casi contro i 163.547 del primo semestre 2019. Il carico assistenziale globale dei nuovi casi e casi in trattamento è stato rilevato nel 2020 nel numero di 2.398.749 pazienti. Un dato sottostimato poiché esiste in questa patologia una grande quota di pazienti che non arriva alle cure. Inoltre i ricercatori nel Manuale per la cura e la prevenzione dei disturbi dell’alimentazione e delle obesità evidenziano come la caratteristica clinica propria dei DNA (con la presenza di forme subdole) impedisce di avere certezza sulla loro prevalenza ed incidenza.

Ad oggi si ipotizza che in Italia ci siano ben oltre 3 milioni di persone alle prese con disordini alimentari, ma sono dati dettati empirici e non dall’esistenza di precisi riferimenti epidemiologici e appositi registri.

I dati della survey rivelano inoltre un ulteriore abbassamento dell’età di esordio (il 30% della popolazione ammalata è sotto i 14 anni) e una maggiore diffusione nella popolazione maschile (nella fascia tra i 12 e 17 anni comprende il 10%).

La tendenza negli ultimi anni ad un esordio sempre più precoce è un aspetto di notevole interesse per il campo della psicopatologia, con notevoli e indubbie connessioni fra psicologia clinica e psicologia dinamica e dello sviluppo, e fa sì c he debbano considerarsi, con attenzione, i fattori di rischio socio-culturali di esposizione della popolazione giovanile, adolesce nziale e preadolescenziale nel nostro contesto nazionale.

Con un lavoro di revisione della letteratura scientifica in ambito epidemiologico, è stato evidenziato che l’incidenza (numero di nuovi casi di malattia, in una popolazione, in un determinato periodo di tempo) dell’anoressia nervosa è stimata per il sesso femminile in almeno 8 nuovi casi per 100.000 persone in un anno, e fra lo 0.02 e 1.4 nuovi casi nel sesso maschile.

L’incidenza della bulimia nervosa è stimata in almeno 12 nuovi casi per 100.000 persone, in un anno per il genere femminile e di circa 0.8 nuovi casi per 100.000 persone, in un anno per il genere maschile.

Cause

Non sono stati identificati, ad oggi, fattori di rischio unici e specifici direttamente collegati allo sviluppo di un DNA con un rapporto causa /effetto; piuttosto si può parlare di un insieme di fattori predisponenti, genetici, biologici, familiari e psicosociali che intervengono nello sviluppo del disturbo.

Il documento di consenso sui disturbi del comportamento alimentare redatto dell'Istituto superiore di sanità in collaborazione con la AUSL Umbria 2 riconosce come condizioni predisponenti:

 la familiarità per disturbi del comportamento alimentare, depressione, abuso di sostanze

 possibili eventi avversi/traumatici, malattie croniche dell'infanzia e difficoltà alimentari precoci

 l'appartenenza a gruppi sociali nei quali è maggiore la pressione socio -culturale verso la magrezza (modelle, ginnaste, danzatrici, ecc )

 la percezione e interiorizzazione dell'idea le di magrezza

 l'insoddisfazione dell'immagine corporea

 la scarsa autostima e perfezionismo

 stati emotivi negativi.

Sono inoltre stati identificati dalla ricerca come fattori associati allo sviluppo dei DNA i comportamenti dietetici persistenti, il sovrapp eso /obesità in infanzia e adolescenza, critiche e vissuti di stigma al riguardo del peso e del corpo.

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