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Over sessanta ◆ In Svizzera è in corso una ricerca dell’Institut et Haute Ecole de la Santé La Source di Losanna per fare emergere il fenomeno dei maltrattamenti nelle coppie di anziani
La violenza domestica contro le donne anziane è ancora poco conosciuta. Più fragili, spesso sole e dipendenti dal marito o dai figli, subiscono aggressioni fisiche, pressioni psicologiche e ricatti economici. Le over sessanta faticano a cercare aiuto.
All’Institut et Haute Ecole de la Santé La Source (HES-SO) è in corso uno studio nazionale (https://www. ecolelasource.ch/projet-vca/) per favorire una migliore comprensione delle particolarità dei maltrattamenti in età avanzata e delle dinamiche di collaborazione tra professionisti della violenza domestica e dell’invecchiamento. Il percorso si concluderà con una campagna di sensibilizzazione e prevenzione nazionale che sarà diffusa il prossimo autunno. «Azione» ha intervistato in anteprima Delphine Roulet Schwab, psicologa, professoressa alla Haute Ecole de la Santé La Source e presidente di Alter Ego e del Centro di competenza nazionale vecchiaia senza violenza.
Ci sono molte donne anziane vittime di violenza domestica, ma il tema è ancora un tabù e molti casi rimangono invisibili
Delphine Roulet Schwab qual è la percentuale della violenza domestica nelle coppie più anziane? È diversa da quella di altre fasce di età?
Secondo l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), la violenza di coppia colpisce circa il venti per cento delle donne in Europa occidentale, ovvero una su cinque. Nel complesso, in Svizzera, le cifre sono simili. Tuttavia, le statistiche della polizia elvetica mostrano che le persone di età superiore ai sessant’anni sono meno rappresentate tra le vittime di reati e di violenza domestica, rispetto ai gruppi più giovani. Sono anche sottorappresentate nella consultazione dei servizi sanitari in seguito a situazioni di violenza. Questi dati, però, devono essere considerati con cautela e contestualizzati. Le statistiche esistenti si basano esclusivamente sui casi segnalati alle forze dell’ordine e corrispondenti a reati penali: non tengono conto di alcune forme di maltrattamenti e rivelano solo la punta dell’iceberg. Molte situazioni di abusi nelle coppie di anziani rimangono dunque nell’ombra.
Quali sono le dinamiche della violenza domestica tra le coppie più anziane?
Ci sono diverse casistiche. A volte i coniugi sono sposati da molto tem- po, quaranta, cinquanta, persino sessant’anni e la violenza è sempre stata presente. In altri casi, la violenza di fondo è esacerbata dal passaggio alla pensione o dall’insorgere di problemi di salute. Ci sono situazioni che riguardando coppie che si sono formate tardi, dopo il pensionamento. Spesso, le dinamiche della violenza sono le stesse delle coppie più giovani, con un rapporto di potere e controllo coercitivo. Però, può succedere che ci siano meccanismi diversi, come la stanchezza e il senso di impotenza di fronte a un coniuge malato. Ad esempio, un marito potrebbe chiudere la moglie anziana in casa, quando esce, per isolarla e controllarla meglio. Ma potrebbe farlo anche per evitare che la donna, che soffre di demenza, esca da sola e si perda quando lui è via. In entrambi i casi si tratta di una forma di reclusione, ma le dinamiche relazionali che portano all’atto di violenza non sono le stesse. contro le donne anziane è ancora tabù in Svizzera? Se sì, quali sono le ragioni?
Sì, è ancora tabù in Svizzera. Le ragioni sono molteplici. Da un lato, le vittime appartengono spesso a una generazione che ha vissuto in un’epoca in cui era considerato «normale» che il marito decidesse tutto in casa e nella relazione. È una generazione che ha imparato a «lavare i panni sporchi in famiglia». Le vittime più anziane non si riconoscono necessariamente come tali e non sempre desiderano parlare di ciò che stanno vivendo. Inoltre, gli operatori sanitari, sociali e legali tendono talvolta a banalizzare la violenza quando si verifica in una coppia di anziani, dicendo che hanno sempre vissuto così.
In Svizzera, quindi, sono rare le denunce di donne anziane che subiscono violenza domestica?
In Svizzera ci sono molte donne anziane vittime di violenza domestica, come dicevo prima, probabilmente circa il venti per cento. La difficoltà è che queste situazioni sono invisibili. È raro che vengano denunciate alla polizia o che siano oggetto di procedimenti giudiziari. Inoltre, è stato osservato che le anziane utilizzano molto poco le risorse disponibili in caso di abusi come il ricorso al Servizio per l’aiuto alle vittime di reati (LAV), la consultazione medico-legale, la casa d’accoglienza d’emergenza, ecc. Ciò può essere dovuto al fatto che questi servizi non sono adattati alle loro esigenze e ai vincoli delle persone di una certa età, magari perché le informazioni si trovano su internet. Oppure, forse, si ha paura delle conseguenze, se si cerca aiuto. Da ricordare che nel 2019 è stata istituita la linea telefonica nazionale «vecchiaia senza violenza» al numero 084 8001313. Offre ascolto e consulenza in tre lingue, tedesco, francese, italiano, gratuitamente, in modo confidenziale e senza impegno. Gli operatori sono specializzati nel campo della prevenzione della violenza e hanno competenze anche per la terza età.
Sono, quindi, in grado di fornire aiuto e consulenza adeguate.
Quali sono le possibili soluzioni da introdurre per contrastare il fenomeno?
È importante ricordare agli operatori sanitari, sociali e legali che la violenza domestica non si ferma all’età della pensione. È inoltre necessario sensibilizzare le persone anziane, i loro familiari e il pubblico in generale sul fatto che non è mai troppo tardi per cercare aiuto. Per migliorare la situazione, quest’anno saranno lanciate tre campagne nazionali sul tema degli abusi sugli anziani. Una di queste si concentrerà proprio sulla violenza nelle coppie. Per il progetto, stiamo cercando testimonianze di persone che abbiano subito violenza nelle relazioni dopo i cinquantacinque anni. Chi fosse interessata a contribuire, a partire dalla propria vicenda, in italiano, francese o tedesco, può contattare il team di ricerca all’indirizzo e-mail r.fink@ecolelasource.ch o al telefono 021 5564011.