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Beatamente e beotamente distratti
Carlo Silini
Rilassarsi? Magari! A dispetto dei continui appelli a trovare calma interiore ed equilibrio mentale da parte di psicologi, guru di varia ispirazione e infiniti coach dell’anima e del corpo, basta accedere ai media in qualsiasi momento della giornata per finire sommersi da una carriolata di stress.
Lunedì scorso la radiosveglia si attiva annunciando che l’Anatolia si è spostata di 5 metri e migliaia di persone sono rimaste schiacciate dal soffitto o dalle pareti di casa mentre dormivano. Già ci pareva indigesto il ping pong delle bombe tra Russia e Ucraina, gli anni claustrofobici della pandemia e tutto il balletto di iniquità e malesseri mondiali e locali che ci siamo sorbiti negli ultimi tempi, ma ogni mattina spunta una nuova tragedia: un naufragio di fuggiaschi in mare, l’esecuzione di un dissidente in un Paese crudele, l’ennesimo femminicidio, l’ultima strage sulle strade della movida. Senza contare le spine personali che pungono, più o meno in profondità, ognuno di noi. Hai voglia di placare i morsi dell’ansia e della tristezza!
Certo, a stanarle col lanternino, ci sono anche le belle notizie. La storia della prima fusione nucleare controllata, annunciata un paio di mesi fa, per esempio, che però, a ben guardare, nasconde qualche aculeo. Lo sapevate, per dire, che questo mirabile progresso scientifico nasce dalla ricerca militare, dove «gli esperimenti servono per simulare le esplosioni di ordigni nucleari proibite dai trattati internazionali» (come spiega un nostro collaboratore in un servizio a pag. 7)? Complicato, in queste condizioni, mantenersi zen.
E così, se appena ne abbiamo occasione, ci tuffiamo nelle gioie effimere dell’intrattenimento grezzo e ruspante, che va dalla fruizione delle kermesse sportive, alla sacra celebrazione in pigiama e sul divano del rito annuale di Sanremo, alla baldoria caciarona e birraiola dei carnevali fatti apposta per rompere la mestizia penitenziale di quell’eterna Quaresima che è il pauroso mondo che si degrada là fuori.
Semel in anno – dicevano gli antichi – licet insanire: una volta l’anno è lecito darsi alla pazza gioia. Solo che tendiamo a farlo non una ma cinquanta volte l’anno, contando i fine settimana, dove ognuno cerca di rigenerarsi come meglio crede e può. Anzi, lo facciamo in ogni attimo libero. La sera, immergendoci col telecomando nei mondi paralleli di Netflix o nei programmi più o meno trash e disimpegnati della tv. E lungo la durata del giorno, alla fermata del bus o in pausa pranzo, calati mentalmente nel pozzo ipnotico del telefonino e dei suoi tentacoli social. Vero che esistono alternative nobili a queste
CULTURA Pagina 27
Un tuffo nel grande amore del Maestro per la sua Margherita al centro del capolavoro di Bulgakov che sono a tutti gli effetti «armi di distrazione di massa», tipo leggere un libro o passeggiare nei boschi. Ma i nostri giorni sono grami e preferiamo non giudicare con troppa sufficienza o ipocrisia i passatempi più fatui della quotidianità. Abbiamo tutti bisogno di riequilibrare il male del mondo con qualche ora di vacuità. Purché poi – spenta la tele, il computer o il telefonino – rigenerati da un pizzico di spasso mentale, torniamo a ricordarci che là fuori c’è un pianeta che brucia, si sbriciola e s’affanna. E che le nostre oasi di leggerezza non sono un alibi per diventare indifferenti, cinici e superficiali come certi intrattenimenti dai quali spesso ci lasciamo risucchiare beatamente e beotamente, ma una chance – che moltissime altre persone non hanno – per ritrovare il bandolo della felicità. E magari, pensa un po’, anche per sostenere chi non può permettersi il minimo svago.
Una lunga storia fatta di numeri
Speciale
90esimo ◆ Le casse registratrici hanno subito nel corso dell’ultimo secolo un’evoluzione incredibile, fino a diventare il fulcro dell’attività commerciale di tutta l’azienda
Alessandro Zanoli
In un articolo pubblicato sul nostro settimanale il 9 ottobre del 1952, si racconta, con toni da parabola curiosa, la storia del registratore di cassa. Nato a metà dell’800 negli Stati Uniti per opera di un commerciante di nome Patterson, lo strumento si era affermato inizialmente con grande difficoltà, nonostante i suoi pregi fossero indiscutibili. Parlando della sua diffusione in Svizzera, l’articolista annotava: «Il commercio vero e proprio delle calcolatrici cominciò a svilupparsi solamente nel 1900, e a poco a poco, l’idea del registratore di cassa si diffuse nel nostro Paese. Ancora nel 1920 la sede principale a Zurigo (della ditta Patterson) occupava locali primitivi e dava pane a poche persone. Nel 1935 l’agenzia svizzera fu trasformata in una Società Anonima svizzera. Da quegli scoraggianti inizi a oggi, più di 35 mila registratori di cassa sono stati venduti in Svizzera, dei quali circa 1200 nel Cantone Ticino».
La presenza di casse registratrici è sempre stata garanzia di innovazione e affidabilità nella storia del mondo Migros
Naturalmente anche nella storia di Migros Ticino, la presenza di efficienti casse registratrici è sempre stata una garanzia di innovazione e di affidabilità. In occasione ad esempio dell’apertura della nuova filiale di Mendrisio, nel gennaio del 1947, insieme alle varie misure che denotavano la modernità della sede si decantavano le «casse registratrici nuovissime con indicazione al cliente della somma spesa». Col passare degli anni è possibile seguire proprio attraverso i nostri articoli l’evoluzione della loro fisionomia. Nel 1952, ad esempio, in occasione dell’apertura della filiale di Molino Nuovo scrivevamo: «Le nuove macchine registratrici meritano di essere descritte al pubblico. Sono di ultimissimo modello: una speciale composizione isolante, simile a spugna, attenua il rumore quando si batte la cassa: cosa che è sommamente importante ove si consideri che nei momenti di punta tutte e tre le macchine calcolatrici marciano ininterrottamente». Un’altra miglioria, in quegli anni, era la presenza di «casse registratrici con sedile per le cassiere».
È evidente che l’introduzione di questi strumenti di lavoro si adattasse principalmente al nuovo modello di vendita del negozio «servisol», una novità che all’inizio aveva suscitato una certa resistenza da parte dei consumatori. Per i clienti, la possibilità di scegliere da soli i prodotti, senza passare dai banchi di vendita è stata un’innovazione non da poco, di cui oggi fatichiamo forse a renderci conto. Nel 1965 si osservava: «Si può ritenere che il 50 per cento di tutte le vendite nel commercio alimentare del nostro paese (panettiere, latterie e macellerie escluse) è effettuato in negozi a sistema servisol completo. Si tratta di una quota primato per l’Europa, dove soltanto Svezia e Germania sono prossime a questo risultato».
Un momento fondamentale dell’evoluzione è stato rappresentato dalla centralizzazione nazionale dei dati di vendita
Nel frattempo, il sistema delle casse evolveva, fino al portare ad esempio a una situazione curiosa, nella filale di Chiasso, aperta nel 1965: «Cinque sono le casse registratrici, una con resa automatica della moneta, mentre una di queste casse è riservata al pagamento in lire italiane e una per gli acquisti espresso (da uno a tre articoli)».
Le casse con la resa automatica (qualcuno se le ricorda?) devono essere state una grande novità, che sollevava le cassiere dal compito difficile e anche rischioso di maneggiare correttamente la moneta per il resto.
Le casse dei supermercati però ponevano anche problemi. Vale la pena di leggere questo trafiletto che contabilizzava con molta precisione il processo del pagamento: «Nei nostri negozi i punti deboli sono le strozzature davanti alle casse registratrici. Siamo dunque obbligati a mettere tutto in funzione per facilitare il lavoro delle cassiere e per evitare gli errori. Pensiamo al fatto che ben un milione e duecentomila clienti acquistano giornalmente nei negozi Migros ciò che rappresenta oltre dodici milioni di battute sulle nostre casse registratrici, ossia oltre tre miliardi e seicento milioni in un anno. Un solo secondo che si possa economizzare per battuta di cassa rappresenta in un anno 3,6 miliardi di secondi ossia un milione di ore di lavoro per il nostro personale o di attesa per i nostri clienti. Anche se non si trattasse che di un decimo di secondo, si economizzerebbero già centinaia di ore».
Il problema dello smaltimento delle code alle casse diventa un tema che viene sollevato spesso e che porta nel 1974 alla creazione di un nuovo sistema, cioè «la prima cassa registratrice elettronica sulla quale né la cassiera né il cliente devono più operare manualmente (…). Il dipartimento Datatronic della ditta Zellweger di Uster ha messo a punto, in stretta collaborazione con la Migros, un sistema automatico di casse registratrici denominato APOSS. Gli esperti la considerano la più grande realizzazione nel settore della vendita al dettaglio dall’introduzione dei negozi a libero servizio».
A questo punto dell’evoluzione, siamo a un passo dalla centralizzazione dei dati di vendita a livello nazionale: partendo da quel sistema infatti sarebbe poi stato possibile creare un controllo al dettaglio che influenzasse i processi di acquisto nel magazzino centrale dell’azienda. «Il sistema di registrazione elettronica dei prodotti alla cassa del negozio permette di determinare immediatamente gli articoli che si vendono bene e quelli il cui smercio va a rilento. La soppressione di questi articoli è del resto nell’interesse del consumatore, perché il prezzo degli articoli che acquista comprende spesso anche una parte delle spese di deposito delle merci che si vendono meno bene», si scriveva al proposito nel nostro settimanale nel 1983.
L’annotazione si riferiva all’entrata in uso delle casse registratrici automatiche in grado di leggere il codice a barre sui prodotti, una novità assoluta che all’epoca aveva destato interesse e interrogativi, e che oggi è alla base della nostra vita quotidiana. Nel 1986 Migros Ticino aveva partecipato con Migros Zurigo al progetto pilota per l’uso di questi nuovi sistemi di registrazione. Casse dotate di scanning erano state installate in un primo tempo nelle succursali MM Biasca, MMM Lugano e nel centro MMM S. Antonino. In seguito il loro uso diventerà normalità.
In alto: commessa ticinese con una delle prime casse scanner in una foto scattata a Biasca negli Anni 80; sopra: il nuovo sistema di pagamento in autoscan «subitoGo».
Gli acquisti oggi: le corsie preferenziali «subito»
Gli ultimi sviluppi nel settore vanno nella direzione di una sempre maggiore libertà di movimento per il cliente, il quale può scegliere un percorso individualizzato, secondo i propri tempi e le proprie necessità, rendendo più veloce il momento del pagamento. Le nuove possibilità sono offerte dal sistema «subito», che si declina in tre diverse varianti.
La prima (e per certi versi vicina alla modalità tradizionale) è quella del «Self-check out». Il cliente, al termine del percorso di acquisti, può utilizzare un terminale in autonomia, scansionando da solo i prodotti. Può presentare (o meno) la propria carta Cumulus per usufruire dei relativi vantaggi. Dopo aver registrato i suoi acquisti può pagare elettronicamente con carta o cellulare (o ancora con carta prepagata Migros).
La seconda variante si chiama «Self scanning»: occorre che il cliente sia possessore di una carta Cumulus, e che si munisca di uno dei lettori appositi che sono presenti all’entrata della filiale. Gli acquisti effettuati vanno registrati sullo scanner: il vantaggio per il cliente è che sul display può sempre verificare il totale della spesa e le offerte promozionali, mentre i prodotti possono essere riposti direttamente nelle proprie borse. Giunto alla fine del percorso di acquisto, deposita lo scanner in una stazione di restituzione comune e poi presenta la propria carta Cumulus a una qualsiasi delle casse previste per questo scopo, e conclude la procedura con il pagamento.
L’ultima possibilità si chiama «subitoGo»: per sceglierla non sono necessarie altre infrastrutture se non il proprio telefono cellulare. All’entrata del negozio basta inquadrare con il telefono un QR Code apposito; poi, sempre con il cellulare, si scansionano i codici dei vari prodotti scelti. Per il pagamento si usa lo stes- so cellulare. Tutto il processo avviene all’interno dell’App di Migros, in cui sono già registrati ad esempio i buoni sconto collegati alla Cumulus e gli estremi della carta su cui addebitare l’acquisto.
Per tutti e tre i sistemi sono previsti da parte del personale controlli a campione, che verificano la correttezza della procedura.
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