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L’allegro e semplice anemone dei fiorai

Mondoverde

Anita Negretti

A partire da febbraio riscalda di colori le nostre case annunciando la primavera

Vi sono fiori che, con la loro semplicità, riescono subito a regalare allegria. Uno di questi è senz’altro l’Anemone coronaria, un vero e proprio annuncio di primavera: se comprato reciso dai fioristi e tenuto in vasi con acqua, ha una notevole durata, e porterà in casa una pennellata di colore nelle grigie giornate invernali.

Lo si trova in vendita soprattutto a febbraio, quando le giornate sono corte e tutti noi, ormai stanchi del freddo, cerchiamo i primi sentori della bella stagione. Ed è proprio la ragione per cui questo piccolo fiore della famiglia delle Ranuncolaceae, originario del Medio Oriente ma naturalizzato in Europa da vari secoli, fa capolino al termine dell’inverno sui banchi della Migros e nelle vetrine dei fioristi. Professione, quest’ultima, da cui prende il nome di «anemone dei fiorai».

Alte non più di 50 cm, queste erbacee perenni, hanno steli robusti e dal color verde brillante, che portano alla sommità una rosa di foglie frastagliate, le quali accompagnano la ricca corolla di petali dai colori variopinti, che a sua volta nasconde un bottone scuro, formato da stami e pistilli. Sono proprio i loro colori caldi a riscaldare l’umore, come fanno i fiori delle varianti «Mistral Plus Fuego» o «Mistral Plus Rosso», da mischiare a «Mistral Plus Bianco» o, per chi ama i contrasti più audaci, mescolandoli con «Mistral Plus Grape», che ha petali dalla nuance glicine; un abbinamento tale da creare toni ricchi con il rosso acceso.

Per chi predilige invece i toni pastello, vi è tutta una paletta di colori che sono offerte dalle nuove varietà come «Mistral Plus Azzurro» o «Mistral Rosa Chiaro», che garantiscono sempre un sorriso sul volto di chi li riceve in omaggio: mischiati tra loro, formano bouquet multicolori.

Non va però dimenticato un vantaggio importante: questi fiori possono essere coltivati con facilità anche in giardino o in vasi sul terrazzo. In questo caso, si presentano come bulbi piccoli e bitorzoluti – che prendono il nome di rizotuberi – da piantumare da fine ottobre in avanti, ottenendo così i primi capolini al termine di gennaio, con circa 90-100 giorni di riposo sotto terra. Ma attenzione: è buona abitudine lasciare i rizotuberi in acqua tiepida per almeno 5-6 ore prima di piantarli a 4-5 cm di profondità e a una distanza di 15 cm l’uno dall’altro.

In grado di naturalizzarsi quasi ovunque, è meglio scegliere piccoli angoli riparati del giardino, dove le gelate saranno meno frequenti; prediligono terreni ricchi e leggermente calcarei, con una buona esposizione alla luce, ma al riparo dal forte sole estivo per evitare di abbrustolire i rizobulbi a riposo sotto il solleone.

In estate infatti avranno completato il loro ciclo vegetativo: i fiori e le foglie saranno ormai spariti e si potranno estirpare per ripiantarli successiva- come detto, lo Chasselas è il vitigno più coltivato e produce vini vellutati; il Traminer, il Pinot Grigio e il Freisamer sono generalmente ricchi di aromaticità. A Praz abbiamo provato un Sauvignon Blanc in purezza che non aveva fatto la fermentazione malolattica: con quel suo leggero residuo zuccherino e il bouquet esplosivo, ci ha costretti a infilarne qualche flacone nel bagagliaio dell’auto. mente in autunno, oppure, se si è pigri, si potranno lasciare nel terreno per la stagione successiva, andando però incontro a una regressione dei bulbi, che porterà alla nascita di fiori sempre più piccoli anno dopo anno. Non amano l’eccesso d’acqua né in piena terra né in vaso da recisi: nel primo caso basterà qualche pioggerellina primaverile o una leggera innaffiata ogni 10-15 giorni (se la stagione è asciutta), mentre in vaso è bene non mettere più di 4 dita d’acqua per evitare che gli steli marciscano. (Solo i primi 4-5 cm di stelo dovranno stare a contatto con l’acqua).

Ma la «vedette» locale è il Freisamer : lo abbiamo provato a Morat o Murten, città bilingue il cui passato appartiene alla storia della Svizzera (1474, sconfitta di Carlo il Temerario duca di Borgogna). Entrando attraverso le porte del XIII secolo, si respira la storia e il profumo di vino, che è sempre stato un compagno e grande amico della prima. Infatti, ad accompagnare il nostro ricco piatto di «filetti di persico» con una montagna di frites, è il Freisamer (Sylvaner x Ruländer = Pinot Grigio) caldo di alcol e dagli intensi profumi; sarà stata anche l’atmosfera creata dalla terrazza sul lago, ma personalmente l’ho trovato uno degli abbinamenti più azzeccati. Indimenticabile anche il plateau di formaggi (il Canton Friburgo è forse il più conosciuto per i suoi prodotti caseari) con Freisamer vendemmia tardiva, elaborato assemblando al suddetto Gewürztraminer e Müller-Thurgau, entrambi provenienti da uve passe.

Storicamente il Canton Friburgo possiede anche dei vigneti nel Canton Vaud, uno dei migliori è quello di Les Faverges e Ogoz a nord est di Saint-Saphorin del Lavaux. Questi possedimenti di origine antica comprendono pure le Domaine de l’Hôpital a Riex e le Domaine de Béranges a La Tour-de-Peilz. Mentre percorriamo la strada per queste località sul nostro lato destro scorgiamo le vestigia di Avenches, l’antica capitale degli Elvezi.

Già usati dagli antichi romani per decorare le tavole e le sale da pranzo, hanno avuto il loro momento di vera gloria tra il 1850 ed il 1950, quando in Olanda, Belgio e Francia, sono state selezionate le varietà di Anemone coronaria con corolle grandi e steli lunghi (raggruppati con il nome di «Caen») o con una moltitudine di petali (chiamati «St. Brigid»).

Negli ultimi decenni l’ibridazione e la creazione di nuove varietà è quasi del tutto appannaggio dei ricercatori liguri, che hanno portato a un miglioramento genetico con corolle sempre più grandi e dai colori brillanti.

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