Azione 25 del 19 giugno 2023

Page 1

MONDO MIGROS

Pagine 4 – 5

SOCIETÀ

Molti psicologi suggeriscono ai genitori di «essere pigri» lasciando ai figli i tempi vuoti dell’infanzia

Pagina 2

Lungo le coste dell’antica Paleste, oggi Palasa, dove sbarcò Cesare si trova il parco nazionale di Llogara

TEMPO LIBERO Pagina 13

Quando Berlusconi ci entrava in casa

Lasciamo ad altri una valutazione complessiva su Silvio Berlusconi (si legga l’autorevole analisi di Aldo Cazzullo a pag. 19). Parliamo, invece, di qualcosa che non c’entra con le convinzioni politiche o le sensibilità etiche.

Chi è cresciuto «con» lui, assistendo per venti-trent’anni alle sue imprese e/o disavventure, potrebbe aver trascorso la settimana sprofondato nei ricordi della propria privata giovinezza. Perché il Cavaliere non è stato solo un «importante politico» al di là della ramina, tipo Andreotti, per dire, che fu un indiscusso peso massimo della storia repubblicana italiana ma, al netto dell’attenzione per i fatti politici, risultava così sideralmente distante dai comuni mortali, che era quasi impossibile sentirlo «parte di noi».

Ovvio che abbiamo seguito con attenzione e a volte con indignazione le vicende berlusconiane nella cosa pubblica e la sua spettacolare parabola politica che ha riempito – nel bene e nel male – le cronache internazionali dal 1994, quando decise di «scendere in campo» con Forza Italia. Il suo progetto di nuova destra, l’anticonformismo e le spacconate hanno diviso gli animi anche da noi che, nel frattempo, in un’altra fettina di mondo, votavamo o non votavamo per altre realtà partitico-politiche. Il suo carisma e la sua (mancata) rivoluzione liberale nella penisola hanno comunque ispirato qualche onorevole e rispettivamente qualche votante del Cantone.

Aggiungiamo la macumba delle simpatie sportive di numerosi ticinesi «rossoneri» affezionati alle vittorie del Grande Milan e dei suoi mostri pallonari, Van Basten, Gullit, Sheva

e Kakà, l’Olimpo calcistico messo in campo dalla potentissima volitività e dai milioni dal Cavaliere.

Il Berlusconi che ci riguarda tutti al di là delle fedi politiche e sportive, però era già arrivato prima, quando ci ha arruolato nel suo regno senza che ce ne accorgessimo, in veste di patron delle emittenti private della Pianura padana. Ma captate, guardate e interiorizzate anche da una buona parte del popolo televisivo da Ponte Chiasso in su fin dagli anni Ottanta. Grazie ai suoi programmi-tormentone, tutte le sere per decenni è entrato pure nei nostri salotti intrattenendoci col suo sfavillante Barnum di nani e ballerine (più qualche pittoresco professore). Un Paese dei Balocchi per una regione – la nostra – abituata a una tv elveticamente più seria, affidabile e compassata. L’ha fatto con chiassosa allegria e robustissimo marketing. È lì che ci ha fregato.

Ogni volta che sullo schermo apparivano Carmen Russo o Lory del Santo, che Greggio o Boldi ci sommergevano di comicità trash, che Mike Buongiorno bistrattava un’assistente, Maurizio Costanzo radunava vip sui sedili o partiva il TG5 «a macchinetta» di Mentana, era Berlusconi – in realtà – che entrava nelle case dando forma a un mondo dei sogni primario e eccessivo, dominato dal sorriso a 32 denti del successo, dalle gag e dagli ormoni.

Quello che è venuto dopo – il «ventennio» dei trionfi forzisti, gli scivoloni giudiziari, il bunga bunga, le resurrezioni politiche – forse sono state solo repliche fuori contesto della Corte dorata che imperversava nei nostri salotti più di trent’anni fa.

19’977 soci hanno votato (partecipazione al voto 19,7%)

Approva i conti annuali 2023, dà scarico al Consiglio di amministrazione e accetta la proposta per l’impiego del risultato di bilancio?

SI: 18’714 97,5%

NO: 480 2,5%

Approva la proposta di modifica dell’articolo 1 (Ragione sociale) dello Statuto della Cooperativa Migros Ticino?

SI: 17’876 93,8%

NO: 1’175 6,2%

Le mire cinesi sulle sorgenti svizzere e la revisione della cosiddetta Lex Koller

ATTUALITÀ Pagina 21

L’eredità letteraria dello scrittore statunitense Cormac McCarthy

CULTURA Pagina 33

L’ozio californiano nel diario di Edgar Morin

RISULTATI DELLA VOTAZIONE GENERALE 2023 E NUOVE NOMINE

Elezione suppletiva

Care cooperatrici e cari cooperatori, ci riferiamo all’appello apparso nel numero 10 di Azione del 6 marzo 2023 concernente l’elezione suppletiva di due nuovi membri del Consiglio di amministrazione della Cooperativa Migros Ticino per il restante periodo legislativo (dal 1° luglio 2023 al 30 giugno 2024) e alla successiva pubblicazione nel numero 16 di Azione del 17 aprile 2023 della revoca dello scrutinio. Conformemente all’articolo 38 dello Statuto l’elezione è avvenuta

tacitamente. Rinunciando a presentare proposte elettorali, i soci hanno lasciato al Consiglio di cooperativa e al Consiglio di amministrazione il compito di scegliere i candidati. Ringraziamo per questa testimonianza di fiducia e informiamo che i due organi hanno congiuntamente eletto la signora Daniela Willi-Piezzi e il signor Luigi Pedrocchi Daniela Willi-Piezzi, ha studiato all’Università di San Gallo dove nel 1997 ha conseguito la laurea in scienze economiche con diploma per l’insegnamento, ottenendo poi nel 2002 il dottorato di ricerca in scienze economiche. Dopo

quasi vent’anni di attività di consulenza in ambito marketing e vendita e di insegnamento a livello superiore e universitario, da settembre 2020 ricopre il ruolo di direttrice della Formazione di base e membro di Direzione presso la SUPSI. Luigi Pedrocchi, originario di Muralto, ha studiato al Politecnico Federale di Zurigo dove ha ottenuto nel 1983 il diploma in ingegneria meccanica, quindi il dottorato in scienze tecniche nel 1988. Dopo aver maturato esperienza a livello di direzione d’azienda in importanti realtà di respiro internazionale entra nel Gruppo Migros e dal 2012

al 2021 dirige brillantemente Mibelle Group. Dal 2022 è a beneficio della pensione.

Ci congratuliamo con i neoeletti ai quali auguriamo una proficua attività al servizio della Cooperativa Migros Ticino.

Sant’Antonino, 19 giugno 2023

Il Consiglio di amministrazione ringrazia per la fiducia accordatagli

Settimanale di informazione e cultura Anno LXXXVI 19 giugno 2023 Cooperativa Migros Ticino
◆ ● G.A.A. 6592 San t’Antonino
edizione 25
Sebastiano Caroni – Pagina 11 Carlo Silini
Pexels

Tutti conoscono Pera Toons!

Il famoso fumettista Alessandro Perugini è tra gli autori più venduti in Italia e si definisce family friendly

Pagina 7

Un effetto collaterale positivo

Il dottor Gianluigi Marini spiega come un farmaco per il diabete mellito di tipo 2 funziona anche per sovrappeso e obesità

Pagina 9

In difesa dei «genitori pigri»

Volare con Radio Monteceneri

La storica stazione emittente è stata per decenni il fulcro del sistema di radionavigazione strumentale del nostro spazio aereo

Pagina 10

Psicologia ◆ Per madri e padri, secondo le ultime tendenze in arrivo da Gran Bretagna, Stati Uniti e Spagna, è ora di «fare meno» e lasciare che i figli si annoino anche durante le lunghe vacanze estive

L’ultima, in ordine di tempo, a suggerire una regola che a molti può suonare strana, è la psicologa inglese Jenna Vyas-Lee. Specializzata in sviluppo infantile, nel suo studio al centro di Londra riceve, da anni, genitori in preda all’esaurimento. E a tutti dà la stessa indicazione: «Fate meno».

In un’intervista al quotidiano «The Telegraph», ha raccontato che madri e padri esausti si rivolgono a lei per capire come migliorare nel loro ruolo genitoriale. Vyas-Lee risponde: «Abbandonate l’idea di performance e smettete di leggere libri e ascoltare podcast sulla genitorialità». A detta della psicologa, il ruolo dei genitori di oggi è diventato insostenibile perché improntato eccessivamente al sacrificio. Stimolati in continuazione da un’industria multimiliardaria, amplificata dai social media, i genitori sono ossessionati da modelli che impongono cosa sia giusto dire e fare con i propri figli. Una pressione che crea malumore e ansia ai grandi e non giova per niente ai più piccoli, intrappolati in un carosello infinito di appuntamenti di gioco, sport, attività e «tempo di qualità» con la mamma o il papà, senza potere godere dei «tempi vuoti» dell’infanzia.

Ai genitori si consiglia di allentare la vigilanza sui figli concedendo loro maggiore indipendenza e tanto tempo libero per il gioco senza temere che si annoino perché il tedio stimola la creatività, ridà energia e «ossigena»

i neuroni

La teoria del «fare meno» – indicata anche come «genitorialità pigra» (definizione che può sembrare negativa, senza volerlo essere) – invece dell’iperstimolazione prevede un approccio più distaccato, che permetta al bambino di sperimentare la vita in modo indipendente, affrontando le conseguenze naturali delle proprie azioni e decisioni. I «genitori pigri» possono trascorrere un intero pomeriggio a guardare un cartone animato o un film con i propri figli sul divano, cenando poi tutti insieme, senza sentirsi in colpa di non avere fatto altro. Secondo un sondaggio dell’American Heart Association, un pasto al giorno in famiglia è sufficiente per ridurre significativamente lo stress, aumentare l’autostima e favorire la connessione sociale, soprattutto per i più piccoli.

Peter Gray, psicologo, per oltre trent’anni ricercatore al Boston College, autore di diversi testi tra i qua-

li Lasciateli giocare, pubblicato in italiano da Einaudi, ha passato anni a rivendicare il gioco libero come base dell’apprendimento e a pretendere che all’infanzia fossero restituite l’autonomia e la libertà del passato. A suo avviso, i bambini di oggi sono troppo affaticati dalle continue attività imposte dagli adulti e crescono sprovvisti di strumenti per affrontare le crisi emotive. Gray si domanda: se non cadono mai, o se ogni volta che lo fanno vengono subito soccorsi,

se restano senza spazi per l’improvvisazione, come svilupperanno la resilienza (cioè la capacità di affrontare e superare un evento traumatico o un periodo di difficoltà)? Sembrano trascorsi secoli – invece sono passati soltanto pochi decenni –da quando bambini e adolescenti girovagano, lontani dalla supervisione e dal controllo diretto degli adulti. I bimbi di cinque anni andavano all’asilo a piedi da soli o con gli amici e giocavano, con i più grandi, nei par-

chi o nei campi. In un articolo pubblicato lo scorso marzo su «Psychology Today», Gray riflette sugli effetti della genitorialità incentrata sul controllo e sull’occupazione del tempo libero dei propri figli. Nel testo cita un’indagine realizzata negli Stati Uniti del 2019 nei Centers for Disease Control. Secondo la ricerca, nel 2018 (quindi prima della pandemia), quasi il quaranta per cento degli studenti delle scuole superiori provava sentimenti persistenti di tristez-

za o disperazione, mentre il venti per cento aveva preso in considerazione l’ipotesi del suicidio. In un nuovo articolo del «Journal of Pediatrics», scritto sempre da Gray insieme ai colleghi David Lancy (antropologo che ha studiato i bambini di tutto il mondo) e David Bjorklund (psicologo autore di libri di testo sullo sviluppo cognitivo dei bambini), è stata creata una sintesi delle varie linee guida che dimostrano come i bambini abbiano bisogno di maggiore indipendenza. Secondo decine di ricerche, il gioco e il tempo libero promuovono la felicità non solo nel breve, ma anche nel lungo periodo.

Emilia Martínez Saura, psicologa della clinica Mens Sana di Cartagena, in Spagna, cita un sondaggio di Lingokids, spiegando che nello sforzo di essere perfetti sette genitori spagnoli su dieci rischiano il burnout. Otto su dieci si sentono, da un lato, in colpa per non aver dedicato ai figli abbastanza tempo e, dall’altro, sono frustrati per non avere spazi per sé stessi. Le conseguenze sono stanchezza, difficoltà a dormire, ansia, malumore e irritabilità. Martínez Saura osserva il fenomeno anche nella sua pratica quotidiana. I genitori fanno i compiti con i figli, guardano i loro giochi e organizzano i loro orari. Questo, oltre a impedire lo sviluppo dei piccoli come persone responsabili e indipendenti, porta a focalizzare l’attenzione sul fallimento. Il messaggio che ricevono è di non essere abbastanza capaci e di deludere gli adulti.

Jenna Vyas-Lee insiste sulla necessità di allentare la vigilanza. È possibile che i bimbi si annoino, ma poco male: il tedio stimola la creatività, permette di trovare nuova energia e «ossigena» i neuroni. Il sito Best Case Parenting.com ribadisce che la «genitorialità pigra» permette agli adulti di essere presenti e intervenire solo al momento del bisogno. In modo provocatorio, Karol Markowicz, editorialista di «The New York Post», quando le viene chiesto cosa faranno i suoi figli durante le vacanze scolastiche, risponde: «Niente». Mandare la bimba di cinque anni a uno dei campi giochi estivi costringerebbe l’intera famiglia ad alzarsi presto e il fratellino di due anni resterebbe senza compagnia. «Sono una madre pigra e ne vado fiera», assicura. I bimbi trascorrono, comunque, del tempo al parchetto, la casa è piena di giochi e possono anche guardare i cartoni animati, con moderazione. «Crescere dei figli per me e mio marito è faticoso e non c’è motivo di renderlo più difficile, logorandoci alla ricerca di un intrattenimento costante».

● ◆ 2 Settimanale di informazione e cultura Anno LXXXVI 19 giugno 2023 azione – Cooperativa Migros Ticino
SOCIETÀ
I genitori fautori della teoria del «fare meno» possono trascorrere un intero pomeriggio a guardare un film con i propri figli sul divano e poi semplicemente cenare tutti insieme senza sentirsi in colpa per non avere fatto altro. (Pexels) Stefania Prandi

Metà degli ambienti e un terzo delle specie sono minacciati

Strategia nazionale ◆ Tra gli impegni della Svizzera, la creazione, l’ampliamento e la manutenzione di un’infrastruttura ecologica per salvaguardare e migliorare la biodiversità dell’intera nazione

Biodiversità è ormai diventato un termine di uso comune e di largo impiego. Da anni si cerca di sensibilizzare sulla sua utilità ma soprattutto sulla sua fragilità. A vari livelli sono state adottate misure e elaborati progetti con l’intento di preservare questa preziosa varietà di specie di flora, fauna, funghi e microorganismi, ma anche la varietà genetica delle stesse specie e, non meno importante, la ricchezza degli ambienti e delle loro interazioni. Come riporta il sito dell’Ufficio federale dell’ambiente (Ufam), però, «la biodiversità versa oggi in un pessimo stato, è in calo ormai da decenni e le perdite sono costanti».

Ed è proprio sullo spunto di questa constatazione che la Confederazione sta adottando provvedimenti a vari livelli e, in collaborazione con i Cantoni, ha sviluppato una strategia nazionale, definendo obiettivi vincolanti. Nella «Politica della biodiversità», rientrano per esempio la salvaguardia e la promozione delle specie, così come la protezione di una varietà di ambienti il più ampia ed eterogenea possibile, nei boschi, intorno ai corsi d’acqua, nei paesaggi agricoli o nelle aree d’insediamento. Indispensabili in questo contesto sono quindi l’utilizzo, la salvaguardia e la promozione sostenibile della biodiversità, che l’Ufam s’impegna a coordinare coinvolgendo i vari settori.

Nonostante tutti gli interventi e gli sforzi già profusi e adottati, i programmi di monitoraggio nazionali evidenziano quanto lo stato della diversità ecologica in Svizzera sia tuttora insoddisfacente: «la metà degli ambienti e un terzo delle specie sono minacciati», riporta il portale dell’Ufam dedicato al tema.

Dal 2012 la Svizzera possiede una Strategia sulla biodiversità che, sul-

la base di obiettivi precisi, definisce i punti cardine dell’impegno della Confederazione in questo contesto. Nel 2017 il Consiglio federale ha concretizzato la strategia approvando un piano d’azione, con cui attuare gli obiettivi attraverso misure concrete e integrando l’esecuzione della legislazione ambientale. La prima fase di attuazione (2017–2023) comprende pure una serie di interventi, misure e progetti pilota da realizzare in collaborazione con i partner dell’Amministrazione federale, ma anche con i Cantoni, i Comuni e terzi.

Tra i punti forti della Strategia rientrano la creazione, l’ampliamento e la manutenzione di un’infrastruttura ecologica, ossia un complesso di elementi ecologici che riescano a valorizzare e unire i vari ambienti, così da contribuire alla salvaguardia e al miglioramento della biodiversità sull’intero territorio nazionale. Per ottimizzare tale infrastruttura ecologica è sì necessario riuscire ad ampliare e perfezionare le zone protette o prioritarie del paese, ma bisogna anche integrare e salvaguardare le aree di interconnessione presenti su tutto il territorio.

L’importanza dell’interconnessione

Un’infrastruttura ecologica è quindi una rete di superfici rilevanti per la biodiversità e finalizzata a conservare, rivalutare, ripristinare e collegare i preziosi ambienti della natura. Il reticolo ecologico è costituito innanzitutto dalle zone prioritarie, appositamente delimitate per la protezione di specie e habitat. Ne fanno parte i biotopi d’importanza nazionale, regionale e locale, come zone golenali, siti di riproduzione degli anfibi, paludi, prati e pascoli secchi, il Parco nazionale svizzero, le zone centrali dei parchi naturali periurbani, le riserve d’importanza internazionale e nazionale di uccelli acquatici e migratori, le bandite federali di caccia e le riserve forestali. Ci sono poi anche delle zone internazionali, come i siti Ramsar e la rete Smeraldo, nonché superfici per la promozione della biodiversità particolarmente preziose o altre zone protette.

Accanto a queste zone prioritarie, le superfici di «collegamento» devono essere presenti in numero e qualità adeguati, nonché opportunamente distribuite nel territorio. Le zone d’interconnessione integrano le zone prioritarie con ulteriori ambienti preziosi e sono fondamentali per la sopravviven-

za delle specie, per esempio per la ricerca di cibo, la riproduzione o la protezione dai disturbi.

Non è quindi sufficiente delimitare delle zone protette isolate per salvaguardare la biodiversità, ma sono necessari altri preziosi habitat e corridoi, che vadano a integrare le aree primarie. Le fasce d’interconnessione – come per esempio le zone palustri d’importanza nazionale, i corridoi faunistici d’importanza sovraregiona-

le, i passaggi faunistici, alcuni tipi di ambienti acquatici o gli ampi margini boschivi stratificati – devono essere salvaguardate, aumentate e messe in rete, così da garantire il collegamento delle zone prioritarie, anche oltre i confini cantonali e nazionali. «L’interconnessione è indispensabile anche per creare un’infrastruttura ecologica in grado di mitigare gli effetti negativi del cambiamento climatico, offrendo alle specie in pericolo maggiori pro-

babilità di “migrare” meglio verso gli spazi in quota, poiché con il surriscaldamento alcuni siti stanno diventando sempre meno adatti», aggiunge Christian Hedinger, botanico presso l’Atelier UNA AG di Berna e partecipe sin dall’inizio nei progetti della Zona Smeraldo dell’Oberaargau.

Link utili UFAM: www.bafu.admin.ch/bafu/ it/home/temi/biodiversita.html

La Zona Smeraldo Oberaargau quale banco di prova

Il progetto nella Zona Smeraldo dell’Oberaargau è di particolare rilevanza nell’ambito di quelli in atto per concretizzare la strategia nazionale, in quanto proprio qui è stata effettuata una pianificazione di prova per verificare la creazione di un’infrastruttura ecologica. Questo progetto è tuttora in corso e i risultati saranno un aiuto sia per l’attuale determinazione dell’infrastruttura ecologica nel Canton Berna, sia per definire misure di miglioramento mirate.

La Zona Smeraldo Oberaargau, come descritto anche sul Bollettino n° 63 di dicembre 2022 del Fondo Svizzero per il Paesaggio (FSP), è la più estesa delle 37 della Svizzera e vanta una superficie di 115 chilometri quadrati, distribuiti su 19 comuni in quattro cantoni (Berna, Argovia, Soletta e Lucerna). Nell’ambito della pianifica-

zione di prova è stato appurato che circa 770 ettari (il 6,7 %) possono essere considerati zone prioritarie, in quanto zone già protette o riconosciute.

Accanto a queste aree, esistono già quasi 2300 ettari di zone di interconnessione (il 19,7 %), e altri 1300 ettari con potenziale, ossia superfici con una ricca biodiversità, che potrebbero integrare le zone prioritarie e di interconnessione esistenti, a condizione che vengano adottate le misure necessarie a questo scopo.

Nella Zona Smeraldo Oberaargau, sin dal 2009 vengono sistematicamente adottate misure di valorizzazione con il sostegno della Confederazione e del Cantone, a beneficio delle specie e degli habitat in pericolo. In alcuni sottoprogetti sono stati concretizzati interventi per la promozione mirata di alcune specie, tra cui donnola, ro-

spo calamita, lucertola degli arbusti e natrice dal collare, ma anche di alcune rare specie di coleotteri che dipendono dalla presenza di vecchi alberi. In concreto, per esempio, sono stati creati stagni, pozze o biotopi con cumuli di sabbia e radici, elementi che possono anche plasmare il paesaggio e renderlo più vario, più strutturato e più bello. Per il progetto di promozione, iniziato nel 2020, sono stati definiti gli ambienti ideali per le misure da attuare, con l’importante lavoro d’incoraggiamento e partecipazione dei proprietari dei terreni e degli agricoltori, perché, come cita il resoconto pubblicato sul Bollettino del FSP (il quale ha anche sostenuto parte degli interventi): «È fondamentale trovare agricoltori che mettano a disposizione i loro terreni per le misure concrete».

● Settimanale di informazione e cultura Anno LXXXVI 19 giugno 2023 azione – Cooperativa Migros Ticino 3
azione Settimanale edito da Migros Ticino Fondato nel 1938 Abbonamenti e cambio indirizzi tel +41 91 850 82 31 lu–ve 9.00 –11.00 / 14.00 –16.00 registro.soci@migrosticino.ch Costi di abbonamento annuo Svizzera Fr. 48.– / Estero a partire da Fr. 70.–
Manzoni
Mazzi Romina Borla Natascha Fioretti Ivan Leoni Sede Via Pretorio 11 CH-6900 Lugano (TI) Telefono tel + 41 91 922 77 40 fax + 41 91 923 18 89 Indirizzo postale Redazione Azione CP 1055 CH-6901 Lugano
cultura@azione.ch Pubblicità Migros Ticino Reparto pubblicità CH-6592 S. Antonino tel +41 91 850 82 91 fax +41 91 850 84 00 pubblicita@migrosticino.ch Editore e amministrazione Cooperativa Migros Ticino CP, 6592 S. Antonino tel +41 91 850 81 11 Stampa Centro Stampa Ticino SA Via Industria – 6933 Muzzano Tiratura 101’177 copie ●
Ambiente per Lucertola degli arbusti. (ManfredSteffen)
Redazione Carlo Silini (redattore responsabile) Simona Sala Barbara
Manuela
Posta elettronica info@azione.ch societa@azione.ch tempolibero@azione.ch attualita@azione.ch
Stagno di montagna. (Foto archivio FSP)

Una bistecca coi fiocchi

Attualità ◆ La bistecca Tomahawk è un piacere per gli occhi e il palato. La trovi questa settimana al banco carne delle maggiori filiali Migros a un prezzo particolarmente vantaggioso. Impossibile non approfittarne!

Azione 20%

Il nome non poteva essere più azzeccato. La Tomahawk è una bistecca «gigante» ottenuta dalla lombata del manzo, con l’osso intero che sporge per almeno una trentina di centimetri. Grazie alla sua forma caratteristica, il nome del taglio ricorda appunto l’ascia di guerra dei nativi americani. Una singola Tomahawk può arrivare a pesare fino a 1.2-1.3 kg e avere uno spessore di 5-7 cm ed è in grado di soddisfare l’appetito di almeno 2-3 persone. La delicata marmorizzazione del taglio conferisce alla carne una tenerezza, succosità e aroma incomparabili. Poiché l’osso rende difficile la preparazione in padella, la Tomahawk è particolarmente indicata per la cottura alla griglia. Per sottolinearne l’aroma robusto e la qualità è sufficiente anche solo condirla con un filo d’olio,

Morbida dentro, croccante fuori

sale e pepe. Adagiate la carne sulla griglia ben calda (ca. 230 °C) e cuocetela da ambo i lati per una quindicina di minuti. La temperatura interna ideale consigliata dovrebbe essere di ca. 50-55 °C. Togliete la carne dalla griglia e avvolgetela in un foglio di carta alu per una decina di minuti prima di consumarla. In questo modo i succhi potranno distribuirsi omogeneamente all’interno della carne. Attualmente presso i supermercati Migros con banco carne è disponibile la bistecca Tomahawk di provenienza irlandese, dove i bovini sono prevalentemente allevati al pascolo. Prima di giungere in negozio, la carne viene lasciata stagionare (o frollare) minimo tre-quattro settimane. Questo processo influisce in modo determinante sul sapore e sulla tenerezza della carne.

Novità ◆ La pinsa è una gustosa alternativa alla classica pizza che conquista per la sua leggerezza e digeribilità.

Alla Migros trovate ora l’impasto fresco pronto per prepararla anche a casa

Specialità di origini romane, la pinsa da qualche tempo si è affermata anche alle nostre latitudini. Grazie alla nuova pasta per pinsa di Anna’s Best, preparare questa croccante bontà anche a casa propria è un gioco da ragazzi. Composto da semplici ingredienti quali farina di frumento, farina di riso, olio di oliva e lievito madre, l’impasto fresco permette di approntare in poco tempo un piatto al contempo gustoso e particolarmente digeribile. Estrarre la pasta dalla confezione e dimezzarla. Lavorare ogni porzione con le mani con l’aiuto di un po’ di farina o semola di grano duro fino a formare delle pinse ovali. Disporre le

pinse su una teglia ricoperta da carta da forno e farcire a piacere secondo i propri gusti. Infornare nel forno preriscaldato a 230 °C per 15-20 minuti fino a quando i bordi risultano ben croccanti. Qualche consiglio: prima di lavorarlo, lasciare riposare l’impasto a temperatura ambiente per un’oretta, ricoperto con un panno. In questo modo risulterà ancora più arioso, digeribile e facile da lavorare. Non eccedere con le farciture poiché l’impasto assorbirebbe troppi liquidi e perderebbe croccantezza. Ingredienti quali rucola, pomodorini freschi, prosciutto di Parma e mozzarella di bufala vanno aggiunti a fine cottura.

Settimanale di informazione e cultura Anno LXXXVI 19 giugno 2023 azione – Cooperativa Migros Ticino MONDO MIGROS 4
Bistecca Tomahawk Irlanda, al banco, per 100 g Fr. 4.75 invece di 5.95 dal 20.6 al 26.6.2023
Pasta per pinsa Anna’s Best 500 g Fr. 3.40 In vendita nelle maggiori filiali Migros

Pochi grassi, tante proteine

Attualità ◆ Il cottage cheese è un formaggio che permette di allestire gustosi piatti freschi e leggeri ideali per l’estate

Azione 15%

Il cottage cheese è un formaggio fresco granuloso prodotto con latte magro pastorizzato dall’aroma delicato e neutro. Può essere miscelato sia con ingredienti salati che dolci, come per esempio spezie come pepe, curry, paprica, peperoncino, verdure o erbette fresche quali erba cipollina, prezzemolo, cipolla, aglio o anche con miele e confettura. Si accosta bene anche a fragole e melone. È particolarmente apprezzato accompagnato da pane casereccio, pane croccante integrale, patate bollite con la buccia e ravanelli.

Il cottage cheese è un’importante fonte di proteine e contiene pochi grassi; di conseguenza è un cibo ideale nel contesto di un’alimentazione equilibrata e consapevole. Inoltre, contiene prezioso calcio per rinforzare le ossa e possiede un elevato effetto saziante duraturo senza appesantire lo stomaco. Per le sue proprietà è molto gettonato dagli sportivi.

Su tutto l’assortimento di Cottage Cheese

dal 20.6 al 26.6.2023

Il formaggio fresco granulato esiste da millenni. La variante conosciuta come cottage cheese è originaria dell’Inghilterra. Il nome deriva dal fatto che un tempo gli inglesi preparavano la specialità nelle loro casette di campagne, conosciute appunto come «cottage».

Il cottage cheese disponibile alla Migros è preparato in Svizzera con ingredienti al 100% naturali come latte, siero, panna, sale e proteine del latte. La consistenza granulosa del formaggio è dovuta al fatto che la cagliata viene tagliata in piccoli pezzi mediante un «tagliacagliata» e poi separata dal siero. Il formaggio viene quindi risciacquato con acqua e assume una consistenza solida.

Settimanale di informazione e cultura Anno LXXXVI 19 giugno 2023 azione – Cooperativa Migros Ticino MONDO MIGROS 5
The Taste of Fun! Da tutte le offerte sono esclusi gli articoli già ridotti. Offerte valide solo dal 20.6. al 26.6.2023, fino a esaurimento dello stock 33% conf. da 10 Su selezionati prodotti Capri-Sun per es. Capri-Sun Multivitamin, 10 x 200 ml, 3.95 invece di 5.95 Annuncio pubblicitario
Ora in azione
Da questa offerta sono esclusi gli articoli già ridotti. Offerta valida dal 20.6 al 26.6.2023, fino a esaurimento dello stock.
Tutte le birre analcoliche per es. Non Lager, 330 ml, –.90 invece di 1.20 25%
Massima freschezza a prezzo ridotto.

Il sorriso è la nuova medicina

Il caffè delle mamme ◆ Intervista a Pera Toons ovvero

Com’è nella realtà: un bambino è sul balcone; come sembra alla mamma: il bambino sta per cadere dal balcone.

Tipiche domande che si fanno alla mamma: «Dov’è la mia maglietta?», «Mi prepari la merenda?», «Mi porti da Mario?», «Fai la pizza per cena?», «Mi aiuti a fare i compiti?», «Mi dai 10 euro?». Tipiche domande che si fanno al papà: «Dov’è la mamma?».

Dialogo tra madre e figlio seduto sul divano con in mano il cellulare: «Hai finito i compiti?» «Sì!»; «Hai messo a posto la camera?» «Sì!»; «Che giorno è oggi?» «Sì!».

Il famoso fumettista italiano sdrammatizza la vita quotidiana di famiglia con umorismo e un pizzico di irriverenza

Stavolta a Il caffè delle mamme invitiamo Pera Toons, nome d’arte di Alessandro Perugini, 40 anni, fumettista di Arezzo dopo un esordio da grafico pubblicitario. Lo portiamo al Caffè perché ci sentiamo rappresentate dalle sue freddure con le nostre ansie esagerate, la fatica del quotidiano, il rapporto a volte sfibrante con i ragazzi della Gen Z. La convinzione è che riderci su ci faccia bene. Forse è perfino un modo per esorcizzare la quotidianità!

Ma non solo: la voglia di conoscer-

Alessandro Perugini

lo arriva dal fatto che, con quasi 5 milioni di fan sui social e più di mezzo milione di copie che lo portano a essere uno degli autori più venduti in Italia, Pera Toons è un fenomeno da indagare: il suo primo libro del 2018 Chi ha ucciso Kenny? è tradotto anche negli Stati Uniti e i successivi Ridi che è meglio (novembre 2020), Sfida all’ultima battuta (ottobre 2021), Giochi e risate (maggio 2022) e Ridi a Creepypelle (ottobre 2022) sono ancora oggi tutti e quattro ogni settimana tra i titoli nella classifica dei dieci libri per ragazzi più venduti. Di fatto sono lui e Harry Potter! Ora è in libreria con Divertimenti, sempre edizioni Tunué.

Enea, il 9enne di famiglia, è netto: «Mamma, tutti conoscono Pera Toons!». Lo raggiungiamo per «Azione» mentre è all’Ars, il festival del fumetto di Roma dove sta incontrando alcune classi delle elementari che lo intervisteranno per scoprire insieme da dove nascono le sue battute. Ai più piccoli Alessandro Perugini arriva soprattutto con quelle che lui stesso definisce dad jokes, ossia battute da papà, come si chiamano le freddure tipiche dei padri che vogliono risultare simpatici ma che per luoghi comuni poi finiscono con l’essere un po’ cringe. Ma il sorriso è assicurato! Del tipo, un bruco dice a una ciambella: «Ciao bellissima, andiamo prendere un caffè?». «No!». «Perché?». «Non tutte le ciambelle escono con il bRuco!». Op-

Rasoi per donna Bic:

Per una rasatura delicata ed in profondità

pure, dialogo tra Pony: «Fai innamorare tutte, come ci riesci?». «Dipende da come ti Pony». E ancora, incontro da Tassi: «Ciao!». «Ehi!». «Lui è mio figlio». «Si vede! Tasso-miglia».

E gli adulti si ritrovano a sganasciarsi dalle risate con le riedizioni delle barzellette tipiche degli anni Ottanta-Novanta sui rapporti di coppia. Dialogo tra marito e moglie: «Perché sei arrabbiata?». «Ho trovato questo nella tasca dei tuoi pantaloni: è il numero di telefono di una certa Sofia». «Ma no amore, ti ricordi quando sono andato a giocare ai cavalli? Sofia è il nome del cavallo e quel numero è il codice della scommessa». «Amore scusami. Mi sento in colpa ad avere dubitato di te». Il giorno dopo: «Sei arrabbiata anche oggi: cos’è successo?». «Ecco il telefono: ti sta chiamando il tuo cavallo!».

Alessandro Perugini lo ammette subito: «Le famiglie sono il mio principale pubblico. Sono family friendly e ne sono felice». La lettura di Pera Toons è un rito che mette insieme tutta la famiglia al motto di: «La mia missione – scrive nell’introduzione dei suoi libri – è quella di strapparTi un sorriso tutti i giorni per rendere la tua vita un pizzico migliore!». C’è un detto che dice: «Risus abundat in ore stultorum», che significa «Il riso abbonda sulla bocca degli stolti». «Per me invece – sottolinea Alessandro Perugini –il sorriso è la nuova medicina».

Il suo fenomeno esplode inizialmente sui social dove Pera Toons sbarca a partire dal 2018: con Youtube raggiunge i bambini, con TikTok gli adolescenti e con Instagram gli adulti. Poi arrivano i libri. Ridi che è meglio è un fumetto composto da 130 battute basate su giochi di parole e fraintendimenti. Alle freddure in Sfida all’ultima battuta fa da cornice una storia ambientata tra i banchi di scuola, tra bulli e amicizie. In Ridi a Creepypelle la festa di compleanno di Pera al Creepy-Park viene interrotta dal rapimento della sua amica Ely e il colpevole mascherato sfida Pera a una gara di freddure. Giochi e risate è una girandola di enigmi, indovinelli, tranelli, rebus. In Divertimenti altri giochi, indovinelli e freddure per allenare la mente. Il mondo di Pera Toons è scandito da immagini, parole e numeri: «Gioco con i vari alfabeti della comunicazione». Un ruolo importante lo hanno anche gli esercizi di logi-

ca. «In quel che faccio ci metto tutte le mie passioni, avvicinando i più piccoli anche al ragionamento – sottolinea –. Dopotutto io avevo iniziato con lo studiare ingegneria e trovo la matematica magica. L’importante è arrivare con semplicità. Rivolgendosi al destinatario di una sua missiva, Voltaire in una celebre frase aveva detto: “Vi scrivo una lunga lettera perché non ho tempo di scriverne una breve”. Ecco, io penso che lo stile semplice e diretto sia difficile da raggiungere, ma che sia la vera chiave del mio successo». Portare allegria nelle famiglie è il compito che si dà dopo aver iniziato a fare divertire i suoi compagni delle medie con disegni e battute sui diari di scuola: «Fin da adolescente – racconta Alessandro Perugini – sono sempre stato quello che faceva ridere». Una cosa che gli riesce bene anche oggi. Per tirarci su quando, come fa dire lui a un dente, siamo un po’ giù di moLare!

Banda emolliente con aloe vera: rasatura scorrevole e confortevole

25%

2.60 invece

20% Duo-Pack

4.95 invece di 6.20

35%

5.95 invece di

Da tutte le offerte sono esclusi gli articoli già ridotti.

con

Settimanale di informazione e cultura Anno LXXXVI 19 giugno 2023 azione – Cooperativa Migros Ticino 7 SOCIETÀ
Bic Twin Lady Rasoio 2 lame usa e getta con impugnatura in 5 colori pastello 10+10 pezzi Bic Miss Soleil* Rasoio 3 lame usa e getta con impugnatura ergonomica, dal design floreale 4 pezzi di 3.50 Bic Soleil Colour Collection Rasoio 3 lame usa e getta impugnatura ergonomica, 8 colori assortiti 8 pezzi 9.20
Offerte valide
20.6
3.7.2023,
dello stock
solo dal
al
fino a esaurimento
*In vendita nelle maggiori filiali Migros Annuncio pubblicitario

Prê t - à-Relaxing

Prodotti certificati GOTS

In conformità allo standard internazionale per la lavorazione di tessuti in fibre naturali prodotte secondo criteri biologici.

19.95

Allenarsi o rilassarsi?

Quel che conta è vestire comodo.

In vendita nelle maggiori fi liali Migros, fi no a esaurimento dello stock.
29.95 Pantaloncini
da uomo disponibili in grigio chiaro, blu o verde scuro, tg. S–XXL, il pezzo T-shirt da donna disponibile in lilla, kiwi o blu marino, tg. S–XXL, il pezzo

Per il diabete di tipo 2 e la cura dell’obesità

«Uso Ozempic da sei mesi e i miei valori del diabete adesso sono perfetti. Non ho avuto effetti collaterali, e funziona anche per dimagrire un po’». È l’esperienza di Nicola (nome noto alla redazione) che soffre di diabete di tipo 2 e dice di aver visto migliorare sensibilmente la gestione della sua malattia con l’utilizzo di questo farmaco di cui oggi si parla in modo sensazionalistico a causa di un uso improprio paventato e mal pubblicizzato (via social network) a scopo dimagrante.

Gli fa eco Luisa (pure nota alla redazione), signora di mezz’età con un serio problema di obesità: «Ho tentato di tutto meno la chirurgia bariatrica. Grazie a Ozempic (che assumo da un mese sotto controllo medico) sono riuscita a perdere parecchi chili. L’unica grossa fatica è contrastare la stan-

scorciatoia per un rapido dimagrimento. «Assumere questo farmaco senza corretta indicazione (dimagrimento su sovrappeso banale) crea disequilibrio nella valutazione rischio-beneficio e, ancor più grave, sottrae il medicamento a chi ne ha davvero bisogno come i pazienti con diabete di tipo 2», afferma il dottor Marini che chiede sempre un consulto dall’endocrinologo per i pazienti che gli richiedono Ozempic per questi scopi.

Vale la pena riportare una riflessione a margine: «Il dimagrimento è un problema mondiale trascendentale, potenziato dal modello sociale della persona magra. Non serve demonizzare la situazione, perché in quest’ottica anche Ozempic passerà di moda senza risolvere il problema di questo modello sociale». Infine, invi-

Settimanale di informazione e cultura Anno LXXXVI 19 giugno 2023 azione – Cooperativa Migros Ticino 9 SOCIETÀ
mesi di fitness a soli 175.Vacanze ACTIV quest’estate. Losone · Lugano · Bellinzona · Giubiasco · Mendrisio · Vezia Allenati in 118 centri in tutta la Svizzera.
3
Annuncio pubblicitario
Medicina ◆ Un preparato farmacologico fa parlare di sé per uso inadeguato ed è dunque necessario fare chiarezza
Pexels.com

In volo sulle onde di Radio Monteceneri

Territorio ◆ Con lo spegnimento della storica emittente, i voli che attraversano la Svizzera sulla rotta fra Italia e Germania perdono la radioassistenza che li ha guidati per decenni in sicurezza attraverso le Alpi, sostituita ormai da tempo dal GPS

Nelle giornate serene e asciutte, il cielo terso del Canton Ticino lo si vede percorso da numerose scie bianche, che spiccano sullo sfondo azzurro intenso e spesso si sfaldano rapidamente sotto l’azione dei forti venti d’alta quota. A Chiasso, Mendrisio, Lugano, Bellinzona, Biasca, e persino su fino ad Airolo, le si vede comparire da lontano, provenienti da Sud-est. Esse formano un flusso quasi continuo, tracciato dagli aerei di linea che scivolano via quasi senza rumore alla velocità media di circa 13 chilometri al minuto, e proseguono «in su», scomparendo infine oltre il massiccio del Gottardo.

Monte Ceneri è il punto focale dell’Aerovia A9 che nasce sopra Genova e termina in Scandinavia

La direzione nella quale si vedono muovere quelle scie è più o meno parallela e a destra (Est) rispetto a quella percorsa dall’autostrada A2. Esse tracciano il percorso di una vera e propria autostrada del cielo denominata «Aerovia A9», che nasce nel cielo sopra Genova e va a terminare in Scandinavia.

Se si sale più in alto, sui monti che racchiudono le valli, oppure ci si sposta nel Locarnese e in Valle Maggia, si potrà scorgere un flusso analogo: parallelo, ma che va «in giù», in senso opposto all’altro. Ed ecco che abbiamo scoperto l’altra «carreggiata» dell’aerovia.

Tutto ciò lo si trova tracciato sulle carte di navigazione usate dai piloti (che ormai sono sostituite dalle «videate» nei computer), e se si fa attenzione al complesso delle scie che percorrono il cielo del Canton Ticino «in su, in giù e attraverso», ci si accorge che il punto focale di tutto il sistema si trova in un luogo ben preciso: Monte Ceneri.

È proprio la stazione radio emittente sulla frequenza di 558 kHz, che – con una potenza cresciuta dai 16 kW del 1933 ai 300 kW del 1979 (con l’introduzione della modulazione di frequenza, FM) – ha fatto da perno

al sistema di radionavigazione strumentale nello spazio aereo svizzero meridionale, e in particolare sulle Alpi, consentendo a migliaia di aeroplani di attraversarle in sicurezza anche senza poter vederne neppure le cime, nascoste sotto le nubi. La procedura, nei primi tempi, era abbastanza complessa, tanto che veniva affidata a un membro specializzato dell’equipaggio detto «marconista», esperto nell’uso della bussola radio-magnetica, detta anche «radiobussola». Poi, con il perfezionamento della tecnologia, venne l’indicatore automatico di direzione o ADF (Automatic direction finder), che rese le cose molto più facili. I piloti non dovevano far altro che sintonizzare il radiogoniometro di bordo sulla lunghezza d’onda dell’emittente della quale conoscevano l’identità e la posizione, e quindi stabilizzare la direzione di volo (prua) sulla rotta indicata sulle carte di navigazione, espressa dall’angolo formato rispetto al Nord magnetico.

Elemento mancante era la distan-

za dalla stazione verso la quale si stava volando, o dalla quale ci si stava allontanando. Era però possibile calcolarla goniometrando i segnali di altre stazioni radio non troppo lonta-

Carta militare italiana di navigazione aerea fine anni 40, indica l’emittente Monte Ceneri sia come BS (broadcast, radiofonia) sia come NDB (radiofaro) con nominativo HEL (Helvetia) in codice Morse.

Rivera e in lontananza i due tralicci che per anni hanno sorretto la storica antenna marconiana dell’emittente di Radio Monteceneri, 1964. (ETHBibliothek Zürich, Bildarchiv / Fotograf: Comet Photo AG, Zürich)

ne dalla rotta. La tecnica più diffusa per «stare sulla rotta» era sintonizzarsi contemporaneamente su due stazioni: una che indicava il rilevamento in prua e una quello in coda. Per

farlo occorrevano ricevitori sdoppiati, e ciò era diventato comune già sugli aerei di linea degli anni 50. Fu quello il periodo di gloria del radiofaro di Monteceneri, che dal 1949 ha affiancato l’emittente radiofonica con un trasmettitore «di riserva» attivo durante la notte con potenza ridotta a 500 Watt e modulato in codice Morse mediante un ruttore elettromeccanico. Inizialmente, quel codice nella cuffia del marconista si traduceva nel suono ta-ta-ta-ta // ta // ta-taaata-ta: le lettere HEL, che porgevano a chi proveniva da Sud il «benvenuto in Helvetia». Successivamente fu preferito un più prosaico indicatore di località CEN (– • – • // • // – •), e la «porta Sud» del tratto svizzero dell’aerovia fu ulteriormente contrassegnata per mezzo di un fascio d’onde «sparato» in verticale da un apparato detto in gergo tecnico fan marker, installato giù nella piana, all’aeroporto di Locarno-Magadino e identificato con la lettera C (– • – •). La propagazione ionosferica delle onde medie nelle ore notturne ha consentito di ricevere quel prezioso segnale a distanze molto superiori a quelle normali di servizio in Europa, e si narra che persino nel bel mezzo dell’Africa equatoriale qualche pilota svizzero abbia potuto godere delle canzoni trasmesse dalla radio di casa. Sarebbe bello se ciò potesse essere integrato anche nei super-tecnologici segnali dei satelliti artificiali che oggi hanno sostituito i radiofari terrestri.

Con la perdita della storica emittente, la posizione della «porta Sud» dello spazio aereo svizzero rimane comunque sempre là dov’era, anche se non proprio com’era: si trova appena un po’ più a Nord, presso l’aeroporto di Locarno-Magadino, dov’è indicato un punto contraddistinto dalle coordinate geografiche 46°10’00”N – 8°52’52”E e – secondo la prassi di localizzazione internazionale a cinque lettere – denominato «CANNE»: qualcuno dice probabilmente in omaggio alle famose Bolle.

Chissà se quel punto nel cielo lo conoscono anche gli uccelli migratori che le frequentano…

Storia di un colore che ha conquistato la politica

Parole verdi 4 ◆ Con questo articolo continua la serie dedicata al nostro rapporto con l’ecologia e la crisi climatica

Francesca Rigotti

Verde: un colore per un’idea. Sembra semplice, addirittura banale. I prati e i boschi sono di colore verde, il verde è onnipresente nel mondo vegetale, facciamone il simbolo dei movimenti e delle correnti di opinione che mettono al centro dei loro programmi e delle loro rivendicazioni la salvaguardia dell’ambiente e i comportamenti ecocompatibili. E così è andata. A livello mondiale l’uso e la simbologia del verde sono stati confiscati da un’unica corrente di pensiero con valore messianico: il verde salverà il mondo. Non è però sempre stato né è completamente così, spiega il grande storico dei colori Michel Pastoureau nel suo saggio sul colore verde (Vert. Histoire d’une couleur, Paris, Seuil, 2013). Prima di spiccare nel nome di tan-

ti movimenti e partiti ecologisti, prima di evocare speranza, salute e libertà nonché l’autorizzazione a passare, il colore verde ha avuto una storia turbolenta, ricca di associazioni anche negative: gelosia, avarizia e invidia sono ancora «verdi» ai nostri occhi, come a quelli dei nostri antenati lo erano il maleficio, il veleno, persino il diavolo! Tra i personaggi storici che Pastoureau ricorda come amanti o odiatori del verde troviamo tra i primi Nerone: il terribile imperatore era ghiotto di verdure e in particolare di porri, e amava presentarsi vestito di verde e ornato di smeraldi. Si dice persino che durante i combattimenti dei gladiatori si riposasse la vista posando lo sguardo su un grande smeraldo. Tra quelli che il verde lo detestavano, la regina Vitto-

ria e il musicista Franz Schubert, che cercava di evitare accuratamente quel colore maledetto. Su una cosa però si era e si è tutti d’accordo (a parte Schubert): sul fatto che il verde riposi la vista e tranquillizzi la mente, che il posare semplicemente lo sguardo su prati e boschi, parchi e giardini rilassi e rallegri. Ce

ne si accorse in particolare in Europa nel momento dell’industrializzazione e dell’urbanizzazione, quando politici illuminati pensarono di introdurre spazi verdi nel cuore e nelle periferie delle città. Una piccola consolazione, più o meno riuscita. Una volta che mi trovavo a Tokyo per una serie di conferenze mi portarono sulla terrazza di un altissimo grattacielo dal quale si poteva contemplare la città di 36 milioni di abitanti. Un’unica distesa di tonalità grigie e metalliche e in centro, minuscola, una macchia di verde: i giardini dell’imperatore, beato lui. Verde, colore incerto: l’etimologia della parola è latina e il campo semantico da cui deriva il nome è ampio e legato a termini che richiamano forza, vigore, crescita, fertilità, vita.

Il tutto ci sembra molto «naturale» e invece la nostra attuale percezione di questo colore è frutto di una storia che per lo più ignoriamo, tanto che la croce verde delle farmacie, i camici verdi dei chirurghi o il colore verde delle scatole di aspirina, il farmaco più venduto al mondo, ci sembrano normalissimi e non degni di attenzione. Una lunga strada ha portato il verde nella politica come nella medicina e anche su tutti i campi di gioco, non soltanto il terreno del calcio o il tavolo da ping pong, ma anche il tappeto verde sul quale si gioca a carte o alla roulette. Quella dell’ecologia, ci sta dicendo il suo colore, è una grande sfida con un’altissima posta in gioco: speriamo che il pianeta tutto ne esca vincitore.

10 Settimanale di informazione e cultura Anno LXXXVI 19 giugno 2023 azione – Cooperativa Migros Ticino SOCIETÀ
Unsplash

Sui passi di Giulio Cesare in Albania

Un percorso leggendario del litorale ionico, nell’incontaminata radura del parco Llogara, svela le gloriose gesta dell’imperatore

Pagina 13

Il Poke, tra le ultime mode culinarie È noto per appartenere alla gastronomia hawaiana, ma pare avere origini giapponesi data la somiglianza con il chirashi

Pagina 15

Crea con noi

Un’idea semplice per realizzare con pochi materiali delle lanterne con i fiori che illumineranno le vostre serate estive

Pagina 16

L’invidiabile ozio creativo di Edgar Morin

Tra il ludico e il dilettevole ◆ Il sociologo e filosofo francese, correva l’anno 1969, osservò affascinato le nuove generazioni durante un soggiorno americano scrivendone in un diario che fu poi pubblicato

Nell’autunno del 1969, il sociologo e filosofo francese Edgar Morin fu invitato dal prestigioso Salk Institute for Biological Research di San Diego a trascorrere qualche mese in California. Morin aveva 48 anni ed era già un pensatore affermato. Si era fatto conoscere, a partire dagli anni Cinquanta, grazie alle sue analisi dell’industria culturale, del linguaggio del cinema, e dell’immaginario occidentale. In L’uomo e la morte aveva indagato le implicazioni sociali, culturali e storiche della morte, e aveva all’attivo pubblicazioni, come L’An zéro de l’Allemagne (1946) oppure Maggio ’68. La breccia (1968), che mettevano la sociologia al servizio dell’attualità. Pensatore eclettico e sintonizzato sulle frequenze del sapere contemporaneo, quando Morin arriva in California sta riflettendo su una serie di problematiche alla frontiera fra la biologia, l’etica e la sociologia, che definiranno in modo importante le sue opere successive. Oggi, alla veneranda età di 102 anni, Morin è indiscutibilmente uno dei maggiori intellettuali del XX secolo.

Quando Morin arriva in California, trova i resti ancora incandescenti

della rivolta studentesca del ’68. Se il climax dell’effervescenza è ormai passato, ciò non impedisce al sociologo di sperimentare idee, forme di vita, e visioni del mondo che rappresentano pur sempre quanto di meglio la controcultura abbia prodotto in quegli anni. Il fenomeno hippy, le comunità autogestite, il movimento ecologista, i ritrovi collettivi dei sit-ins o dei concerti open air, la pervasività di nuove sensibilità religiose e la psichedelia rappresentano agli occhi di Morin un grande esperimento socio-culturale a cielo aperto che lo stimola profondamente. Morin è affascinato dalla spinta emancipatrice che riconosce nelle nuove generazioni, le quali, in nome di ideali come l’amore, la felicità, la pace e libertà, si differenziano dalla borghesia conservatrice sperimentando stili di vita alternativi.

Di questo e di molto altro, Morin scrive nel suo Journal de Californie (1970) (tradotto in italiano da Moretti&Vitali con il titolo di Diario di California), un racconto appassionante in cui confluiscono piani diversi dell’esperienza: la curiosità un po’ ingenua di chi scopre un mondo diverso, e l’en-

tusiasmo della novità, si alternano felicemente a riflessioni più introspettive sul senso della vita e sulla felicità. Alle pagine del suo diario Morin consegna, più di una volta, quel senso di stupore di fronte a una civiltà americana che, ai suoi occhi, rappresenta «la migliore società che sia mai esistita su vasta scala e, al contempo, la peggiore». Leggendo le pagine di questo diario si avverte pure come, per una fortunata circostanza di eventi, in quei mesi Morin conoscerà una vera e propria maturazione interiore. Dopo un comprensibile periodo di ambientazione Morin restituisce, infatti, la descrizione di uno stato di cose in cui, progressivamente, le esperienze dello studioso e le aspettative del viaggiatore si arricchiscono all’insegna di un autentico ozio creativo. Ciò lo porta a riconoscere che «la felicità non risiede nella separazione fra le vacanze e il lavoro, ma nella loro unione. Vacanze e lavoro sono qui alternate, combinate, indissociabili: il mio lavoro ha tutte le virtù delle vacanze, libertà e gioia; le mie vacanze telluriche, oceaniche, solari, cosmiche, esaltano il mio lavoro. Le gioie di questo lavoro e di queste vacanze sono, le

une come le altre, le stesse che avverto nella profondità del mio essere».

Morin, come detto, in California sperimenta una rigenerazione personale a tutto tondo, uno stato di pace interiore e di serenità, unite a un ambiente di lavoro fortemente stimolante, che trasforma la California in una sorta di luogo edenico verso il quale non può che provare un misto di amore e riconoscenza. «Amo i colori della terra, dell’erba, del mare, del cielo – afferma Morin in una pagina del diario –, amo la California arida e la California tropicale, la California dei deserti e la California dei giardini, amo questa sorta di Mediterraneo archetipico dal clima dolce e dalla geografia arida, amo la primavera che sostituisce l’autunno e l’inverno, amo il sole e il cielo permanentemente blu, amo l’oceano mostruosamente potente e ammiccante, amo andare al lavoro in jeans e camicia, amo le case basse, amo il fatto che il legno e il vetro, anche nelle abitazioni più lussuose, esibiscono apertamente il marchio della rusticità. Ma ciò che amo soprattutto è avere potuto, in queste condizioni, in questi luoghi, in questo

clima, intrecciare vacanze e lavoro». Al di là del valore di testimonianza che ogni diario racchiude – e a maggior ragione il diario di una figura intellettuale come Edgar Morin –, è difficile non attribuire, retrospettivamente, al Diario della California, e all’esperienza che vi viene narrata, un ruolo di spartiacque nella carriera del pensatore francese. Certamente all’epoca Morin non poteva sapere con certezza che quel viaggio cadeva, in modo quasi dantesco, «nel mezzo del cammin» della sua «vita». Con la differenza, non trascurabile, che se ad attendere Dante c’era la «selva oscura», l’esperienza di Morin è baciata da un sole decisamene paradisiaco.

Bibliografia

Edgar Morin, Diario di California, Moretti&Vitali, 1993.

(I passi citati sono stati tradotti direttamente dall’originale francese).

Informazioni

Il primo articolo dedicato alla California è uscito su «Azione» del 24.4.2023.

TEMPO LIBERO ● ◆ Settimanale di informazione e cultura Anno LXXXVI 19 giugno 2023 azione – Cooperativa Migros Ticino 11 Pxhere.com
Le formule preservano la naturale idratazione cutanea Concediti un momento di relax Da tutte le offerte sono esclusi gli articoli già ridotti. Offerte valide solo dal 20.6 al 3.7.2023, fino a esaurimento dello stock MOC P ETENZAIN CURENAT U ILAR DAL 1891 a partire da 2 pezzi 20% Su tutti i prodotti per la doccia e le lozioni per il corpo Kneipp® (escluse le confezioni multiple e confezioni da viaggio) per es. Balsamo doccia ai fiori di mandorlo Dolce carezza, 200 ml, 4.40 invece di 5.50 Offerte valide solo dal 20.06 al 03.07.2023, fino a esaurimento dello stock. su tutta la linea Acqua alle Rose, a partire da due prodotti acquistati. Il modo più semplice e naturale per prendersi cura della propria bellezza, dal 1867. 40%

Il Parco di Llogara tra storia e natura

Reportage ◆ L’itinerario albanese Passo Cesare ripercorre lo sbarco delle sette legioni guidato dal condottiero romano

«Inter Ceraunorum saxa et alia loca pericolosa […] locum, qui appellabatur Palaeste» («Tra i monti Cerauni e altri luoghi pericolosi […] nella località chiamata Paleste»). In questo estratto del De Bello Civili (La guerra civile) di Giulio Cesare (48 a.C.) parlava della regione sud-orientale dell’Albania, quella che comprende l’attuale parco nazionale di Llogara e la penisola di Karaburun. Le coste dell’antica Paleste, oggi Palasa, furono sede del leggendario sbarco di sette legioni guidate dal condottiero romano. Fu qui che Cesare chiese ai capi locali il permesso di attraversare il territorio senza essere osteggiato in modo da attaccare a sorpresa l’avversario, che si trovava ignaro ai piedi della valle. Lo sbarco permise a Cesare di cogliere di sorpresa Pompeo e di prendere il controllo di alcuni importanti centri costieri, come Orik (l’odierna Orikum) e Apollonia.

L’itinerario seguito da Cesare fu descritto in diverse fonti antiche, come il già citato De Bello Civili, un resoconto di guerra scritto dallo stesso Cesare, il Bella Civilia di Appiano e il Pharsalia di Lucano, e fu studiato da diversi archeologi.

Oggi un itinerario a lui intitolato, il Passo di Cesare (Qafa e Qesarit in lingua albanese), ricorda non soltanto le imprese belliche del condottiero, ma rimanda anche a una storia più recente, dal momento che le rovine e le fortificazioni militari presenti lungo il percorso sono legate agli eventi della Prima Guerra Mondiale. I frammenti di ciottolato, così come le spianate di terreno roccioso conservatesi lungo il cammino, sono testimonianza dei combattimenti che hanno interessato la zona nel corso della storia.

Delle aree attraversate dall’itinerario di Cesare, Llogara, dichiarato parco nazionale dal governo albanese nel 1966, è particolarmente interessante. Nonostante l’area che ricopre sia di soli 10,1 km² il parco, affacciato sul-

la riviera albanese, è famoso per la sua diversità, caratterizzata dai maestosi monti Cerauni da una parte e dalla costa soleggiata del mar Mediterraneo dall’altra.

Gran parte della vegetazione è endemica (sono note una varietà di iperico e di sesleria, l’Hypericum Haplopylloides e la Sesleria Albanica), risultato di una combinazione unica tra mare e montagna. La foresta è composta da alberi decidui e conifere, tra cui frassini, pini neri, abeti bianchi, querce di Kermes e abeti bulgari. Tra questi vi è il Pino Bandiera (Pisha Flamur), un albero secolare piegato dai forti venti del mediterraneo a forma di bandiera, come suggerisce il nome. La vegetazione è un habitat meraviglioso per caprioli, daini, camosci, gatti selvatici europei, volpi rosse, lontre e lupi. Sono presenti anche 225 specie di uccelli, oltre due terzi delle specie presenti in Albania, tra cui spiccano l’aquila reale, il grifone, la coturnice, l’aquila serpente e il picchio nero.

All’interno delle pinete di Llogara si trova un piccolo spiazzo, che offre una vista incantevole sulla valle e sulla baia di Vlorë (Valona). Quasi al centro dello spiazzo si trova la «Pietra di Cesare», con riferimento al luogo scelto dall’esercito di Giulio Cesare per accamparsi prima di partire in direzione dell’antica città di Orik, dove era posizionato l’esercito di Pompeo. Il percorso della Via di Cesare inizia a valle, all’altezza del delta del fiume Palasa, che è oggi denominato Monumento Naturale e compreso nel territorio amministrativo del Comune di Himarë. Il delta ha la forma di un ventaglio ed è formato dai detriti trascinati dalle acque del torrente, una sorta di museo all’aperto dei depositi geologici nel corso dei secoli.

Ma sono i monti Cerauni, già menzionati nell’antichità da autori come Tolomeo, Strabone e Pausania, il cuore del parco nazionale. Le escur-

sioni e il trekking tra queste maestose montagne sono una delle principali attrattive del parco oltre agli sport di terra, di aria e di acqua: ogni anno si svolgono competizioni internazionali di parapendio e di mountain bike. La catena si estende per circa cento chilometri e quella del Maja e Çikës (Monte Çika) è la vetta più alta, con i suoi 2044 metri. Fa impressione osservare questa parete verticale dalla costa sottostante, là dove il Mar Ionio incontra l’Adriatico. Il centro informazioni del parco, aperto grazie a un finanziamento dell’Unione Europea, offre informazioni sulle molteplici escursioni della zona. Vi sono percorsi per tutti i livelli di allenamento, da una durata di poche ore a più giorni.

D’estate, Llogara è un’importante tappa di passaggio lungo la strada che porta alla riviera meridionale albanese.

Salendo verso il Passo di Llogara dalla baia di Orikum si raggiunge in fretta l’altezza di 1017 metri. Le condizioni della strada statale SH8 sono sorprendentemente buone rispetto alla media delle infrastrutture albanesi. Ai lati della strada si affacciano i molteplici hotel e ristoranti di Llogara, noti soprattutto per pietanze a base di carne, e per lo yogurt fatto in casa, accompagnato da noci e miele locale.

Proseguendo verso la costa le cortine di pini si aprono a svelare la distesa del Mar Ionio. La costa di Dhermi, così come quel delta del Palasa che fece da scenario alle gesta di Cesare, sono visibili a occhio nudo dai vari punti panoramici disseminati tra i tornanti; e nelle giornate più limpide si scorgono la silhouette dell’isola greca di Corfù e persino la costa pugliese, distante un centinaio di chilometri.

Proseguendo verso la costa, le cortine di pini si aprono a svelare la distesa del Mar Ionio; al centro, trekking al Passo di Cesare (Qafa e Qesarit in albanese); sotto, il centro visitatori del parco Llogara, aperto grazie a un finanziamento dell’Unione Europea.

La regione gode di una media di trecento giorni di sole l’anno e nei mesi estivi è assalita da turisti locali e stranieri almeno fin dal 2012, anno in cui fu dichiarata una destinazione degna di nota dalla rivista «Frommer’s». Una tappa del tour del DJ Tiesto e le riprese di un episodio del programma TV Top Gear che mostrava un inseguimento in auto lungo la tortuosa strada costiera fecero il resto, e ora sono numerosi i cantieri che punteggiano la costa, presumibilmente in preparazione di nuove, capillari strutture ricettive.

Ave, Cesare, provaci ora a trovare «parcheggio» a Paleste per le tue sette legioni!

Informazioni Su www.azione.ch, si trova una più ampia galleria fotografica.

Settimanale di informazione e cultura Anno LXXXVI 19 giugno 2023 azione – Cooperativa Migros Ticino TEMPO LIBERO 13
Simona Dalla Valle, testo e foto

ETENEREZZA, SORRISI E TANTO RISPARMIO.

Fr. 0.90

Un poke fatto in Europa, resta un poke

Gastronomia ◆ Dal Giappone alle Hawaii, per finire in tutto il mondo dove si rinnova di giorno in giorno, questa preparazione culinaria ha comunque delle regole da rispettare

Il poke (con l’accento sulla «o» e non sulla «e») è una proposta di origine hawaiana di successo, in tutto il mondo. Si può fare a casa senza problemi, si trova in molti ristoranti e spesso in ristoranti specializzati. Perché sia nato questo successo, è difficile capirlo: le mode culinarie arrivano a ondate e nessuno sa bene perché e percome ne arrivi una invece di un’altra.

Sicuramente, nella nascita del piatto, un forte contributo dovrebbero averlo dato i giapponesi emigrati in quelle isole, dato che in Giappone esiste un piatto simile che si chiama chirashi, che è una ciotola di riso bianco coperta di fettine di pesce e condita con salsa ponzu, un condimento a base di salsa di soia, vino dolce e brodo di pesce, meno intrusiva della salsa di soia in purezza. Arrivato però sia nelle Hawaii sia soprattutto negli Stai Uniti e poi in tutto il mondo, si è evoluto e alla grande, come succede per tutti i piatti che emigrano.

Conosciamolo meglio. Poke è una parola hawaiana che significa «tagliare a pezzi». Cosa si riduce a bocconcini? Per lo più pesce. In particolare il tonno e la lampuga ma anche salmone, sgombro e tutta la famiglia di pesci, molluschi e crostacei disponibili. Viene completato con frutta, verdure, legumi e salse di ogni genere, agrodolci, speziate o piccanti. Il riso, che oramai è considerato il naturale accompagnamento, nella preparazione originale non è indispensabile. Questo perché i poke sono serviti in genere come antipasti. Tanti piccoli piattini a base di pesce crudo o, più spesso, marinato come fossero tante tapas

Quando assurge a piatto unico, si abbina a un farinaceo che nei ristorantini e take away è inserito per comodità alla base del piatto (che diventa ciotola a questo punto) ed è costituito da riso bianco. Al contrario, nelle tavole

polinesiane il riso (bianco tondo, lungo, rosso o nero) è servito a parte e può essere sostituito da altri cereali (orzo, grano), tuberi al vapore (patate dolci e taro) o noodles.

Oltre al pesce, vi sono anche poke a base di carne, cruda, marinata o scottata. Manzo in gran parte, ma anche maiale e pollame (serviti ben cotti però).

Negli ultimi tempi si sono affacciate nel panorama culinario anche le versioni vegane o vegetariane in cui la parte proteica animale è sostituita da derivati della soia o ricavata dalle proteine del frumento. Alcuni poke sono molto tradizionali, altri più creativi, ma tutti sono di facile realizzazione.

Quindi in sintesi nella vostra ciotola di poke, se la fate, dovete avere sempre: un cereale (o patate o noodles), a voi la scelta: deve essere cotto ma tiepido, a temperatura ambiente, non freddo da frigorifero; una proteina principale (gamberetti, tonno, salmone, lampuga, polpo, ma anche pollo e manzo, oppure tofu, tempeh, eccetera); spesso una proteina secondaria (formaggio, legumi, uova, eccetera); frutta e verdura di accompagnamento (zenzero super canonico, alghe, ananas, mango, papaya, avocado, pomodorini, cipolle e cipollotti, carote, zucca, kimchi eccetera); spesso un ingrediente croccante per stimolare la masticazione (frutta secca, semi tostati, cipolla fritta eccetera); un condimento liquido e/o in polvere (marinate a base di salsa di soia e vino, salsa ponzu, al wasabi, al mais, teriyaki eccetera).

Ma vanno bene anche salse diciamo così meno «ortodosse», io uso spesso il relish, una salsa di cetrioli universale quanto lo è il ketchup.

Il risultato finale sarà una sinfonia irresistibile per il palato. Ed è un piatto unico, ovvero un piatto che contiene carboidrati, proteine, verdura e/o frutta.

Vi ripropongo la ricetta della salsa relish, (è ottima quella industriale sebbene non si trovi sempre), aggiungendovi altre due salse adatte al poke e ad altri mille usi. Salsa relish. Mondate e tritate finemente 6 cetrioli, 1 grossa cipolla, 1 peperone e 100 g cavolo, quindi

Ballando coi gusti

Tartare di seppie con zucchine al basilico

Oggi vi propongo due tartare, semplici da fare e molto ghiotte.

Ingredienti per 4 persone: 300 g di seppie già pulite – 200 g di zucchine meglio se primaverili piccole – 1 limone – foglie di basilico – 1 spicchio di aglio – olio di oliva – sale e pepe.

Lavate le zucchine, spuntatele e con un pelapatate tagliatele a fette sottili e poi a julienne. Mettete la julienne di zucchine in una ciotola e conditele con olio, sale, pepe e basilico spezzettato. Togliete i tentacoli alle seppie e teneteli da parte per altre preparazioni. Aprite le seppie e tagliatele a listarelle sottilissime. Sfregate una ciotola con l’aglio schiacciato e mettetevi le seppie. Conditele con olio, sale e pepe e poco succo di limone. Ponete sul piatto le zucchine al basilico e sovrapponetegli le seppie. Decorate con foglie di basilico e spicchi sottili di limone.

metteteli in una ciotola, aggiungete 1 manciatina di sale e fate riposare per 6 ore, e anche di più. Scolate, sciacquate, mettete in un pentolino, unite 120 g di acqua, 120 g di aceto meglio se di mela, 120 g di zucchero bianco o anche di canna, poco sale e 1 punta di senape e cuocete per 15 minuti. Se troppo liquido, addensate alla fine con poca fecola di patate o altro addensante. Salsa agrodolce. Fate ammollare 150 g di frutta essiccata in acqua tiepida per 30 minuti poi scolatela, strizzatela e tritatela. Versate 40 g di zucchero di canna in un pentolino, fatelo caramellare a fuoco bassissimo mescolando con una piccola fru-

sta e uniteci 2 dl di aceto di mele e la frutta tritata. Portate al bollore e lasciate sobbollire per 5 minuti, mescolando. Regolate di sale e aromatizzate, se volete, con pepe, noce moscata, cannella e zenzero. Salsa di prugne. Spezzettate 10 prugne secche e 2 fresche (fuori stagione 14 prugne secche). Mettetele in un pentolino e unite 2 cucchiai di estratto di tamarindo, 1 giro di Worcester, pepe, poco macis, poco peperoncino, poco zenzero, 2 dl di acqua, 1 dl di aceto a piacere e 40 g di zucchero a piacere, quindi cuocete per una ventina di minuti o sino a quando si addensa. Alla fine, frullate e regolate con pochissimo sale. ●

Tartare di salmone con barbabietole rosse, salsa al rafano

Ingredienti per 4 persone: 300 g di filetto di salmone – 1 barbabietola rossa precotta – un vasetto di salsa al cren – 1 mazzetto di erba cipollina – 1 ciuffetto di aneto o finocchietto – aglio – olio di oliva – sale e pepe.

Togliete al salmone tutte le lische residue e privatelo della pelle se c’è. Sbucciate la barbabietola, tagliatela a fette sottilissime e mettetele su un piatto strofinato con uno spicchio di aglio schiacciato. Conditela con un’emulsione di olio, sale, pepe e un pizzico di zucchero. Tagliate il salmone a pezzi piccoli, trasferiteli in una ciotola, irrorateli con olio, salate, pepate e unite quanto volete di salsa al cren. Distribuite nei piatti le fette sottili di barbabietola. Con un coppa pasta sformate il salmone al centro delle fettine. Guarnite con il finocchietto, il pepe nero in grani pestato al momento e l’erba cipollina.

Settimanale di informazione e cultura Anno LXXXVI 19 giugno 2023 azione – Cooperativa Migros Ticino TEMPO LIBERO 15
si fa?
Come
Shane Adams Il tavolo di Hong

Le lanterne con i fiori

Crea con noi ◆ Una semplice idea per illuminare le serate estive e decorare la vostra tavola

Il progetto di questa settimana prevede di creare delle piccole lanterne per regalare la giusta atmosfera alle serate estive in terrazzo. Per farlo utilizzeremo una tecnica incredibilmente veloce per essiccare i fiori da inserire in piccoli telai creati con i bastoncini di legno. Graziose anche da sole, se ne costruite diverse diventeranno un elemento decorativo di grande effetto per la vostra tavola.

Procedimento

Piegate a metà un foglio di carta da forno, posizionate sulla prima metà i fiori raccolti con la parte bella rivol-

ta verso il basso quindi copriteli con la seconda parte di carta facendo attenzione che restino ben posizionati. Con il ferro da stiro, caldo ma senza vapore, date delle rapide passate finché i fiori non si sono asciugati e appiattiti.

Naturalmente è possibile utilizzare fiori essiccati in precedenza in una pressa, ma se siete a corto di tempo o non ci avete pensato in precedenza, questo procedimento vi sarà utile.

Con i bastoncini di legno andate a creare per ogni lanterna 4 cornici quadrate. Procedete sempre con lo stesso metodo. Posizionate due bastoncini orizzontalmente e anda-

Giochi e passatempi

Cruciverba

Lo sapevi che nel mondo ci sono solo due… e si trovano in… Termina le frasi risolvendo il cruciverba e leggendo le lettere evidenziate.

(Frase: 7, 11 – 9)

ORIZZONTALI

1. Piccola insenatura marina

4. Il Blaise fisico e matematico

9. Gli antichi padri

10. Pezzo di tessuto

11. Prefisso replicativo

12. Ai piedi delle ragazze

13. Parte di superficie delimitata

14. Dieci inglesi…

15. Piene fino all’orlo

16. Terra inglese

17. Verbo derivante da un senso…

19. Simile all’oro

20. Maggiore nell’emisfero boreale

te a posizionavi sopra perpendicolarmente gli altri due, incollandoli con la colla a caldo o quella vinilica (vedi foto).

Dal rotolo di vinile trasparente ritagliate per ogni lanterna 8 quadrati 12x12cm (un po’ più larghi rispetto ai bastoncini in questo modo avete la possibilità di rifilare il tutto una volta assemblate le due parti). Togliete la pellicola protettiva da un quadrato, posizionate al centro 2-3 fiori e ricoprite con il secondo ritaglio facendo ben attenzione a non creare bolle. Posizionate le facciate così ottenute sopra i telaietti di legno. Segnate con una matita eventuali eccedenze e rifilateli in modo che coincidano ognuno con il proprio telaio. Appoggiate sul piano di lavoro, tutti in fila, i telai. È importante siano tutti orientati allo stesso modo. I bastoncini orizzontali saranno quelli sotto, a contatto con il piano di lavoro. Mettete la colla su tutto il perimetro e sovrapponete i ritagli con i fiori. A questo punto rendete più spesso il vostro telaio doppiando con un secondo bastoncino tutti quelli posti verticalmente. Con la colla, unite i 4 telai per ottenere la lanterna. Fate attenzione a mantenere la simmetria. Prendete una prima facciata e andate a incollare simmetricamente a sinistra e destra quelle laterali per poi chiudere con la quarta che come la prima ri-

Materiale

• Fiori di piccole dimensioni

• C arta da forno e ferro da stiro

• Bastoncini di legno da 11cm

• Pellicola adesiva trasparente opaca

• Forbici/taglierino

• Colla a caldo o colla vinilica

(I materiali li potete trovare presso la vostra filiale Migros con reparto Bricolage o Migros do-it)

sulterà tra le due laterali. Inserite al centro della lanterna un bicchierino in vetro per evitare che il calore del lumino rovini le pareti adesive. Consiglio comunque di utilizzare dei lumini a led in modo da non surriscaldare troppo la struttura. Buon divertimento.

Tutorial completo azione.ch/tempo-libero/passatempi

Vinci una delle 2 carte regalo da 50 franchi con il cruciverba e una carta regalo da 50 franchi con il sudoku

21. Un terzo di trenta

22. Legge francese

23. Un ufficiale abbreviato

24. Fan senza inizio

25. Alterchi

26. Persona con i giusti requisiti

VERTICALI

1. Arnese da muratore

2. Un antico saluto

3. Città natale di Amedeo Modigliani (Sigla)

4. Le sanzioni del codice

5. La si fa ad un corteo

6. Sono senza cuore…

7. Stadi d’altri tempi

8. Pulito

10. Rasate

13. Cittadina della Croazia

14. Una chitarra persiana

15. L’indimenticabile Dino regista italiano

16. Due quarti di luna

18. Aeromobili a pilotaggio remoto

19. Aveva corpo d’uccello e volto di donna

21. Care ai bambini

23. Si ripete nel brindisi

25. Un articolo

Regolamento per i concorsi a premi pubblicati su «Azione» e sul sito web www.azione.ch

Soluzione della settimana precedente

La femmina dell’armadillo partorisce quasi sempre quattro cuccioli… Resto della frase: …GEMELLI DELLO STESSO SESSO

I premi, tre carte regalo Migros del valore di 50 franchi, saranno sorteggiati tra i partecipanti che avranno fatto pervenire la soluzione corretta entro il venerdì seguente la pubblicazione del gioco. Partecipazione online: inserire la soluzione del cruciverba o del sudoku nell ’apposito formulario pubblicato sulla pagina del sito. Partecipazione postale: la lettera o la cartolina postale che riporti la soluzione, corredata da nome, cognome, indirizzo del partecipante deve essere spedita a «Redazione Azione, Concorsi, C.P. 1055, 6901 Lugano». Non si intratterrà corrispondenza sui concorsi. Le vie legali sono escluse. Non è possibile un pagamento in contanti dei premi. I vincitori saranno avvertiti per iscritto. Partecipazione riservata esclusivamente a lettori che risiedono in Svizzera.

Settimanale di informazione e cultura Anno LXXXVI 19 giugno 2023 azione – Cooperativa Migros Ticino TEMPO LIBERO 16
G ER MANO E LIO I L SC I DEL S E GENI RU L L O SAN TO EN EA SAL SE S O S C ELLA S S TORNEI SU ADAGIO ARC O 3581 674 92 6245 981 37 9172 346 85 7 8 9 4 1 3 5 2 6 1358 269 74 4629 753 18 5 4 1 3 8 2 7 6 9 8967 512 43 2736 498 51
123 45 6 78 9 10 11 12 13 14 15 16 1718 19 20 21 22 23 24 25 26 Sudoku Scoprite i 3 numeri corretti da inserire nelle caselle colorate. 7 835 6 8 47 4 8 5 3 2 2 7 9 3 1 2 5 5 2 7 9

Viaggiatori d’Occidente

La poco democratica convivenza a bordo degli aerei

A volte le notizie si intrecciano in modo curioso. Cominciamo da TWA, ovvero Trans World Airlines, una delle storiche compagnie aeree degli Stati Uniti e una delle Big Four (con American Airlines, United Airlines e Pan Am). Qualche giorno fa due hostess – Kathy Kompare e Stephanie Johnson – hanno raccontato la vita a bordo negli anni Cinquanta e Sessanta, l’età d’oro del Jet Set, quando semplicemente mettere piede su un aereo garantiva prestigio e distinzione. Ogni loro pagina è intrisa di nostalgia. Per cominciare l’equipaggio se la passava benissimo: era trasportato in limousine all’aeroporto, ospitato in hotel a cinque stelle con servizio in camera e piscina. A bordo i passeggeri potevano ordinare il cibo à la carte, scegliendo tra agnello, caviale, filetto. Godevano di spazi amplissimi per distendere le gambe, riposare, camminare e hostess sorri-

denti si rivolgevano loro col nome di battesimo, imparato a memoria prima della partenza. Oggi qualcosa di quell’eleganza sopravvive quasi solo nelle compagnie orientali (per esempio Emirates). Intanto, con l’arrivo dell’estate e la ripresa in larga scala dei viaggi, anche gli assistenti di volo contemporanei fanno sentire la loro voce, ma le differenze con il passato sono impressionanti. Per cominciare, nelle compagnie low cost gli stipendi sono assai modesti, anche se si lavora parecchio e in condizioni difficili: dopo la pandemia, in aerei dove ogni centimetro è calcolato per stipare quanti più passeggeri possibile, si moltiplicano tensioni, litigi, comportamenti estremi. Per esempio i passeggeri richiamano l’attenzione del personale di bordo per ogni inezia, usando il pulsante di chiamata (riservato alle emergenze): e quando gli assistenti accorro-

Passeggiate svizzere

La gloriette rustica di Ginevra

L’odore dei tigli, camminando, si mescola un po’ all’odore di lago una tarda mattina, verso la metà di giugno, al Jardin anglais. Parchetto nato nel 1854 in riva al lago e in faccia all’hotel Métropole, dove si trova, verso l’angolo tra il quai du Général-Guisan e il quai Gustave-Ador, il rustico padiglione nel mirino. Ormai dentro fino al collo nella fase architettura pavillonnaire da parchi e giardini, non posso di certo trascurare questa curiosa opera del 1895 di Jules Allemand (1856-1916). Architetto paesaggista ginevrino tra i più brillanti allievi, a Parigi, del famoso Édouard André e autore, anni dopo, delle rocailles del giardino botanico di Ginevra. Il suo capolavoro però, pare sia La Jaÿsinia: giardino botanico alpino inaugurato, dopo due anni di lavoro svolto da duecento uomini, il due settembre 1906 a Samöens. Località dell’Alta Savoia dove era nata la

committente, Marie-Louise Jaÿ, fondatrice, assieme al marito, del grande magazzino La Samaritaine. Artefice anche del giardino alpino del Village Suisse in occasione dell’Esposizione nazionale del 1896 sempre qui a Ginevra: ambaradan alpestre portato a Parigi per l’Esposizione universale del 1900 e grazie al quale riceve la croce di cavaliere della Legione d’onore. Uno scappato di casa dorme, come un sasso, ai piedi della gloriette rustica (376 m) di Ginevra. Ignorata dalle mandrie di turisti dirette all’orologio fiorito – dal 1955 atroce attrazione maggiore del Jardin anglais – attira, di solito, alcuni fulminati di buon gusto. Al suo riparo ora c’è un giovanissimo cannaiolo gentile. Una volta incontrai una signora un po’ sciroccata che credeva ci fosse, sotto la vieille ville, una città segreta tutta d’oro. Da vicino rimango di stucco: non me lo ricorda-

Sport in Azione

Nel calcio faccio fatica a ricordare grandi club mondiali costretti ad abbassare le saracinesche per fallimento. Ricordo in compenso molte società di medio e piccolo cabotaggio che sono naufragate nel mare tempestoso delle eccessive ambizioni. In Svizzera siamo stati dei modelli, vedi Wettingen, Losanna, Servette e Neuchâtel Xamax. In Ticino potremmo fregiarci del titolo di Dottori honoris causa. Tutti i nostri maggiori club, con storie e meccanismi molto simili, hanno vissuto l’onta del colpo di spugna che ha cancellato decenni di onesta e a volte gloriosa storia. Ultimo in ordine di tempo il FC Chiasso, che si sta attrezzando per ripartire dai piedi della scala con parametri e strutture che paiono diversi, più credibili e soprattutto più compatibili con gli appetiti e le passioni della tifoseria locale. Nell’albo d’oro, dall’inizio del terzo millennio, sono entrate solo le città di Zurigo, Basilea e Berna. Alla luce di

questa considerazione, le due finali di coppa giocate (una vinta) dal Lugano, hanno il piacevole sapore del miracolo. Se i chiari di luna del calcio elvetico non lasciano intravedere romantici sogni d’amore e di successo per i cosiddetti piccoli club, nella pallacanestro la situazione è persino più drammatica. Tutte le società che hanno conquistato il titolo nazionale dal 1932 al 1964 sono scomparse dai radar. L’anno successivo è giunto il primo trionfo dell’Olympic Friburgo che, da allora, di allori ne ha inanellati venti, fra i quali gli ultimi cinque consecutivi. Il Ticino ha provato con successo a spezzare l’egemonia dei burgundi. Lo ha fatto negli eroici ed entusiasmanti anni Settanta, con il tris della Federale Lugano (1975-76-77) e con il Viganello che si è imposto nel 1980. Lo ha rifatto con la fiammata del Bellinzona, tre volte campione dal 1993 al 1995. Infine ancora con i Tigers, otto volte davanti a tutti nel terzo millennio, e con la Sav

no pensando a un attacco di cuore, si sentono chiedere una birra (per questo al bisogno premete più volte per far capire che è importante). Altri per farsi notare schioccano le dita, toccano il braccio, fischiano o gridano. Molti passeggeri salgono a bordo con voluminosi bagagli a mano, nascosti ai controlli, e bloccano il corridoio dell’aereo per lunghi minuti mentre cercano di infilarli a forza nelle cappelliere, imprecando e ansimando. La soluzione naturalmente è mandarli nella stiva. E ricordate che lo spazio sopra la vostra testa non vi spetta di diritto; se è concesso spostare un poco il bagaglio altrui per sistemare il vostro, più complessi esercizi di Tetris vanno lasciati al personale di bordo. Inoltre le borse più piccole possono essere sistemate sotto il sedile davanti, lasciando spazio a quelle grandi nelle cappelliere. Un altro assistente di volo con oltre

vent’anni di esperienza ha integrato queste regole di base in un piccolo galateo. E dunque è un vostro diritto reclinare il sedile, ma con garbo, dopo aver avvisato il passeggero dietro di voi, anche per evitare di rovesciare bevande o danneggiare un computer (con conseguenti risse memorabili). Ancora, badate ai vostri figli e non date lezioni a quelli degli altri (semmai rivolgetevi ai genitori, ma meglio se ricordate che siete stati bambini anche voi). Non siete obbligati a cambiare posto se qualcuno ve lo chiede. E non si discute che il poveretto schiacciato nel sedile centrale ha diritto di usare entrambi i braccioli come piccola consolazione. Infine –ma davvero serve dirlo? – non toglietevi le scarpe (o peggio i calzini) per nessuna ragione al mondo. Si potrebbe continuare a lungo, ma tutti questi episodi mostrano già sin troppo bene il nocciolo della questio-

ne. Il turismo è per sua natura profondamente democratico, popolare, egualitario, continuamente teso a rimuovere ostacoli e barriere d’ingresso perché tutti possano provare la fondamentale esperienza del viaggio: e non è dire poco a suo merito. Ma al tempo stesso il viaggio per tutti, al di fuori dei rassicuranti quanto angusti confini di classe, provoca un inevitabile scadimento di livello dell’esperienza; e su questo versante, come abbiamo visto, c’è molto da fare. Accontentiamoci per ora di timidi segni di speranza. Secondo una recente ricerca, pubblicata nel «Journal of Consumer Psychology», la maggior parte dei viaggiatori rifiuterebbe un imbarco prioritario, l’accesso alla lounge VIP o addirittura un upgrade alla prima classe pur di restare accanto a una persona cara (partner, amico o parente) in economica e condividere impressioni e ricordi.

vo così incredibile l’effetto illusionistico del falso legno. Costruito tutto in malta di calce idraulica, con ossatura di ferro, mima alla perfezione rami, tronchi, assi di legno. Di struttura esagonale, ha due spazi vuoti come entrate, mentre quattro lati sono percorsi da parapetti di rami rugosi. La rugosità aumenta nelle sei colonne-tronchi che sostengono il tetto a capanna. Ricordano molto la corteccia delle robinie. L’unica pecca attuale è forse l’asfalto per terra, però c’è una mossa, per godersi il momento, rifugiati qui sotto. Sedersi sul parapetto, come faccio adesso e d’istinto farebbe un bambino, ma agli adulti sfugge. Così, con le gambe a penzoloni, lo sguardo riesce a salire sereno sotto il tetto dove sono riprodotte, a meraviglia, oltre alle nodosità e venature delle assi, anche le screpolature. Tra il perimetro sotto il tetto, sottolineato da un tragitto di

lunghi rami orizzontali, si esibiscono i ghiribizzi sinuosi dei rami che salgono dai tronchi di sostegno. Il primo flash associativo sono serpenti amazzonici. L’ haschischin in erba è convinto che il pavillon sia in legno sul serio. Tutto intorno, il paesaggio, è incorniciato da sei riquadri prodotti da questo folle gazebo rusticale in simil-legno. Un filo di lago con il jet d’eau, cielo azzurro screziato di nuvole con tratti, in lontananza, più minacciosi grigio-nubifragio, verdino prato, verde misto di fronde varie. Come per esempio quelle della Zelkova serrata conosciuta anche come olmo giapponese o quelle dei carpini, cipressi di Nootka, tuia orientale, cedro rosso del Pacifico, tigli, querce, un tulipifero. Il rusticage, appare, dicono, per la prima volta nel 1867: i parapetti dei ponti e altro ancora del parc des Buttes-Chaumont a Parigi, realizzato tra

l’altro anche per merito del maestro di Allemand. Aristide Cormier potrebbe essere, invece, uno degli aiutanti di Allemand per questo pavillon rustique: il tetto in pseudopaglia, l’apice della rusticalità, è quasi identico a come appare sui biglietti da visita che reclamizzavano il lavoro di questo rocailleur sconosciuto con atelier in rue Voltaire nove. Mentre il grande precursore inatteso del rusticaggio, spuntato per caso nelle mie ricerche a proposito di tutt’altro, è forse il Bramante: i fusti di quattro colonne del portico della basilica di Sant’Ambrogio, a Milano, riproducono dei tronchi d’albero potati. Lo scappato di casa, davanti la gloriette restaurata come si deve nella primavera del 2009, tra rocailles dimenticate dove un tempo scrosciava una cascatella, si lamenta, sbiascicando, del bidone che gli hanno tirato i rosacrociani.

Vacallo nel 2009. La Sam Massagno, ed è storia di questi giorni, ha sfiorato il sogno del «triplete». Dopo il successo in Coppa della Lega, è stata superata all’ultimo atto in Coppa Svizzera e in Campionato proprio dall’Olympic. L’ottima stagione della squadra diretta da Robbi Gubitosa potrebbe essere un segnale di incoraggiamento, una sorta di «Yes we can». Far capire all’ambiente che è possibile invertire questa malefica tendenza all’accentramento dei poteri potrebbe stimolare altre realtà a non mollare. Negli ultimi anni, troppi club, sia in campo maschile sia in quello femminile, sono stati costretti a ridurre bilanci e ambizioni, ad autoretrocedersi in Lega B, o persino a ripartire dalle Leghe regionali. Al termine di questo campionato, al quale erano iscritte undici società, e già questa è un’anomalia, hanno gettato la spugna i giurassiani del Boncourt, campione svizzero nel biennio 2002-2004, e i lucernesi dello Swiss

Central. In virtù della promozione del Pully, forza storica della nostra pallacanestro, il prossimo torneo vedrà al via dieci squadre.

Abbiamo perlomeno recuperato la parità, ma il dato deve preoccupare.

Anche perché i bilanci sono tutt’altro che faraonici. I numerosi giocatori di scuola straniera che calcano i nostri parquet ricevono ingaggi che non consentono follie. Un compenso modesto, che ha più il sapore di un rimborso spese, un’utilitaria, un alloggio e, magari, un paio di ristoranti convenzionati dove nutrirsi. Ma ogni squadra, di giocatori stranieri, ne ha parecchi.

E là dove gli sponsor sono magrolini e le entrate alla palestra faticano a superare le 200 unità, non è semplice far quadrare i bilanci.

Sono certo che i dirigenti seri e appassionati dei club costretti a chiudere bottega, le abbiano tentate tutte prima di prendere una decisione drastica.

Da frequentatore occasionale dei pa-

lazzetti e della realtà del basket svizzero, non riesco a individuare vie di uscita, se non quella di un sano ridimensionamento. Ciò significa ridurre, e non di poco, il numero dei giocatori stranieri, tornando magari a due. Significa soprattutto concedere molto più spazio ai giocatori del vivaio. Ne scaturirebbe un campionato a breve termine meno spettacolare, e tecnicamente meno attrezzato. Tuttavia, se lo scarso budget a disposizione fosse utilizzato prevalentemente per assoldare ottimi formatori, a medio e lungo termine tutto il movimento ne potrebbe trarre beneficio.

Quando, negli anni Sessanta e Settanta, le quattro società ticinesi del calcio gravitavano tra LNA e LNB, nove undicesimi della squadra erano giovanotti della regione che si dividevano tra la passione per il calcio, e un lavoro, chiamiamolo così, a tempo parziale. Mi chiedo se questo modello «vintage» non possa essere riportato in auge.

Settimanale di informazione e cultura Anno LXXXVI 19 giugno 2023 azione – Cooperativa Migros Ticino 17 TEMPO LIBERO / RUBRICHE ◆ ●
di Giancarlo Dionisio
◆ ●
Too big to fail, quindi cadono i più piccoli
di Oliver Scharpf
◆ ●

Tutto pronto per la tua estate?

ok. go! go

Emmi CAFFÈ LATTE è in vendita alla tua Migros

ATTUALITÀ

Trump incriminato

Se The Donald può giocare la parte della vittima di una persecuzione giudiziaria sale nei sondaggi

Nel mirino di Pechino Investitori cinesi si interessano (non solo) alle sorgenti svizzere. Si discute la revisione della Lex

Svizzera: buoni risultati

L'analisi dei risultati del primo trimestre 2023 delle economie dei maggiori Paesi europei

Investire con profitto

Banca Migros: per investire in azioni non occorre disporre di un patrimonio milionario

Quella sintonia con l’italiano medio

In memoria ◆ Berlusconi condivideva con numerosissimi elettori la passione per il calcio, le donne e la sfiducia verso la politica

Dai servizi sociali ai funerali di Stato, dalla condanna per frode fiscale al lutto nazionale, dalla decadenza da senatore alla chiusura del Parlamento per sette giorni, cosa mai accaduta dai tempi di Cavour. A giudicare dal modo in cui l’Italia gli ha detto addio, la guerra della memoria l’ha vinta Silvio Berlusconi (nella foto). In realtà la morte non è mai il momento giusto per giudicare un personaggio pubblico. Qualsiasi critica appare un sacrilegio. Ma un personaggio pubblico, soprattutto se destinato a passare alla storia, può e spesso deve essere criticato. Resta il fatto che la commozione popolare è stata vasta, in particolare tra le generazioni vissute al tempo di Berlusconi; mentre per i ventenni il Cavaliere era come per noi cinquantenni Andreotti, un personaggio di un’altra epoca.

Com’è noto, Berlusconi ha fondato prima la tv privata, poi un partito che per decenni ha dominato la politica italiana. Ma questo è stato possibile a causa della sintonia che ha saputo creare con l’italiano medio. Una sintonia tutt’altro che scontata. Era milanese e prese i voti del sud. Era

ricchissimo ed ebbe il consenso dei poveri. Una volta gli chiesero cosa se ne facesse di sette ville in Sardegna. Rispose: «Ho cinque figli, credo che l’ambizione di ogni padre italiano sia di lasciare a ogni figlio una casa a Milano e una al mare». Come se residenze tra le più belle del Mediterraneo valessero un bilocale a Borghetto Santo Spirito o a Milano Marittima. Eppure l’italiano medio gli credette; e non perché – come recita una delle sue massime più celebri – fosse come un ragazzino di dodici anni che a scuola non era neppure nei primi banchi. Gli credette perché in Berlusconi ritrovava cose che sentiva proprie: la diffidenza verso la sinistra, lo Stato, il fisco, la magistratura, i partiti. E l’establishment, di cui Berlusconi, nonostante la sua ricchezza e il suo successo, non faceva parte, almeno all’inizio. Qualcuno ha fatto notare che i massimi interessi del Cavaliere coincidevano con quelli della maggioranza degli italiani: il calcio e le donne. Lui stesso raccontava che il più bel complimento della sua vita gliel’avesse fatto un tifoso milanista, mettendo insieme entrambe le cose: «Silvio, sei

una gran bella fi..!». Però la spiegazione del suo successo non è ovviamente tutta qui. Con la maggioranza degli italiani, Berlusconi ha condiviso la profonda sfiducia verso la politica.

Verso i Governi, qualunque fossero: «Altri si disperano quando ci sono le crisi, per me è il periodo in cui sono più libero». Nello stesso tempo, degli italiani Berlusconi ha rappresentato anche l’irrequietezza, l’energia, l’insofferenza per le regole – «la sinistra sa parlare solo di quelle» – la capacità di trasformarsi in imprenditori.

Altri leader – ovviamente Mussolini, ma non soltanto lui – volevano cambiare gli italiani. A Berlusconi gli italiani piacevano così come sono. Li ha assecondati, invitando a rivendicare in pubblico quel che con i democristiani si faceva di nascosto in privato; e assecondandoli li ha cambiati più di quanto abbia fatto in vent’anni il regime, quello vero. La sinistra, come d’abitudine, non ci capì nulla. Fin dal duello tv del 1994, in cui il leader del PDS Achille Occhetto tirò fuori alcune foto de «Il Giornale» di cui pochi si erano accorti («Io non vado in barca con i mafiosi!») e lui sorrise:

«Beato lei che ha tempo di andare in barca, io ho troppo da lavorare!». Ovviamente Berlusconi possedeva una barca molto più bella di quella di Occhetto; ma non si candidava a leader della classe operaia.

Non si era potuto candidare a Milano per il veto di Bossi, ed era «sceso in campo» nel collegio di Roma centro. La sinistra gli contrappose uno stimato economista, Luigi Spaventa. Lui disse: «Cosa vuole questo Spaventa? Prima vinca due Coppe dei Campioni, poi si confronti con me!». Un’argomentazione bizzarra. Eppure Berlusconi vinse il collegio, le elezioni e pure la sua terza Champions, 4-0 al Barcellona, proprio la sera in cui otteneva la fiducia in Senato. Gli mancavano tre seggi; si trovarono tre democristiani disposti a uscire dall’aula. Tempo dopo un senatore, Sergio De Gregorio, ammise di aver ricevuto tre milioni di euro per passare dallo schieramento con cui era stato eletto, quello di Prodi, al centrodestra.

Oggi tutto questo appare, se non dimenticato, in secondo piano. Questi giorni, più che di riflessione, sono stati di commozione. Tra i mol-

tissimi necrologi arrivati al «Corriere della Sera» in morte del Cavaliere, ce n’è uno che mi ha colpito in modo particolare. Era firmato da Carla Dall’Oglio, la prima moglie di Berlusconi. A lungo, in anni ormai lontani, un’intervista a Carla Dall’Oglio è stato il sogno dei giornalisti italiani: perché lei non parlava mai. Si diceva che vivesse a Londra, non esattamente di stenti, e che gli accordi post-matrimoniali escludessero appunto le interviste. Ora si è fatta viva con poche, bellissime parole, rivolte al suo ex marito: «Sei stato un grande uomo e uno straordinario papà. Ricorderò la bellezza degli anni trascorsi insieme». Così, senza un’ombra di rancore, persino legittimo in una donna che era stata abbandonata. Non voglio fare confronti. Non si parla delle proprie donne, figurarsi di quelle degli altri. Il quasi-matrimonio con la deputata Marta Fascina, con il quasi-suocero che porta all’altare la quasi-moglie, non è stata oggettivamente una delle pagine migliori del berlusconismo. Altre storie. In ogni caso queste parole di Carla Dall’Oglio, dopo tanti silenzi, sono davvero oro.

● ◆ Settimanale di informazione e cultura Anno LXXXVI 19 giugno 2023 azione – Cooperativa Migros Ticino 19
Pagina 21 Pagina 23 Pagina 25 Pagina 20
Keystone

Trump incriminato ma sempre più forte

Stati Uniti ◆ Quando l’ex presidente può giocare la parte della vittima di una persecuzione giudiziaria sale nei sondaggi

Trentasette capi d’imputazione: Donald Trump (nella foto) è stato incriminato per altrettante ipotesi di reato. L’accusa è di aver trafugato dagli archivi presidenziali dei documenti top secret, poi di averne rifiutato la restituzione quando l’Amministrazione Biden glielo ha chiesto. La legge in base alla quale potrà essere condannato è lo Espionage Act che tutela la sicurezza nazionale contro atti di spionaggio. È la prima volta nella storia che un ex presidente degli USA viene incriminato dalla giustizia federale del suo Paese. L’ultimo atto – per ora – della saga giudiziaria di Trump è senza dubbio il più serio, ben più grave rispetto all’incriminazione da parte del procuratore di New York per il pagamento a una pornostar.

La reazione all’ultimo episodio è avvenuta secondo un copione collaudato e prevedibile, riflesso di una Nazione spaccata, dove la fiducia nelle istituzioni è ai minimi. La maggior parte dei dirigenti repubblicani difendono Trump, compresi molti che si oppongono a lui nella gara per la nomination presidenziale del 2024. Denunciano un processo politicizzato e illegittimo. Sinceri o meno, si sentono costretti ad allinearsi con la base del partito repubblicano: anche tra gli elettori di destra una maggioranza pensa che la giustizia federale sia di parte, manovrata da Biden; pensa che Trump dovrebbe tornare a fare il presidente perfino nell’ipotesi in cui fosse condannato in tribunale. Sul fronte opposto, la maggioranza dei democratici considerano Trump colpevole a priori, ancor prima che il processo si svolga. È un atteggiamento che si era visto già all’epoca dei due procedimenti di impeachment contro Trump presidente, ambedue falliti. Nel merito, si

sa che lo Espionage Act è una legge controversa; la sua interpretazione è elastica; altri presidenti o vicepresidenti o alte cariche dello Stato hanno violato la segretezza degli archivi top secret. Il ministro della Giustizia che ha avviato il procedimento contro Trump, e il procuratore speciale da lui nominato, sono consapevoli di questo. Perciò hanno tentato di costruire un’istruttoria molto solida, che possa reggere a tutte le obiezioni sia della difesa legale che dell’opinione pubblica (repubblicana). Trump è il peggior nemico di sé stesso, ha agevolato il lavoro dell’accusa nel momento in cui si è rifiutato di restituire i documenti che aveva portato con sé nel trasloco dalla Casa Bianca alla tenuta di Mar-a-Lago.

Attenzione alla tempistica. Con ogni probabilità il processo avrà inizio solo quando saranno finite le primarie del 2024. Quindi il processo sarà una spada di Damocle sospesa sulle primarie e con il potere di condizionarle; il suo esito invece non lo sapremo fino alla sfida finale per la Casa Bianca. O forse perfino dopo? L’impatto è mondiale. L’America – grazie agli errori di Vladimir Putin – ha rafforzato la sua influenza geopolitica e la sua leadership sugli alleati, ma la sua democrazia è afflitta da tali problemi che rischiano di ripercuotersi sulla credibilità esterna. Governi amici, nemici o neutrali, tutti devono porsi domande sulla linea di marcia delle politica estera USA, e prepararsi opzioni alternative nel caso di brusche sterzate.

Vista da altre parti del mondo questa America può assomigliare a una Repubblica delle banane? Se vinci le elezioni ti prendi tutto il potere esecutivo compreso quello giudiziario. Se le perdi, prima o poi il tuo avversario farà in modo da cacciarti in galera;

soprattutto se ha ragione di pensare che tu cercherai una rivincita. Di solito questo meccanismo descrive Paesi del Centroamerica o qualche instabile Nazione africana. C’è un quotidiano che è diventato l’organo militante della sinistra americana, è quel «New York Times» dove durante la presidenza Trump molte redattrici e redattori teorizzavano il «giornalismo resistenziale». La linea del quotidiano è anti-trumpiana ad oltranza, nonché giustizialista. Eppure ogni tanto perfino su quelle colonne si affaccia un dubbio tremendo.

Cito da un editoriale firmato da Damon Linker: «L’ex presidente si trova nuovamente ad affrontare un’incriminazione, stavolta davanti a un tribunale federale, dopo un’indagine sul modo in cui ha gestito dei documenti segreti dopo la sua partenza dalla Casa Bianca. La prospettiva di processare Trump per dei reati seri e di mandarlo in carcere dà a molti americani un senso di ebbrezza: finalmente può essere fatta giu-

stizia. Sono reazioni comprensibili, ma il rischio giudiziario che corre Trump non deve accecarci sul rischio politico che affronta il Paese. Altre Nazioni hanno messo sotto processo, condannato e incarcerato degli ex presidenti, ma gli USA non lo hanno mai fatto. È una fortuna che non sia mai accaduto. Le procedure giudiziarie costruiscono e mantengono la loro legittimità quando mostrano imparzialità. Ma quando un personaggio politico di un partito è messo sotto inchiesta da chi appartiene a un altro partito, è impossibile mostrare imparzialità. È particolarmente vero se il personaggio in questione è un populista abile nel mettere a nudo gli interessi meschini e di parte che si nascondono dietro la retorica virtuosa sullo Stato di diritto. Questa dinamica corrosiva è perfino più acuta quando la personalità pubblica non è solo un ex leader ma potenzialmente un futuro leader. Trump è candidato alla presidenza contro Biden, il cui ministro della Giustizia ha nominato il procuratore

speciale per questa indagine. Sembra uno scenario fatto su misura per confermare la tesi di Trump secondo cui lui è vittima di una caccia alle streghe dalla motivazione politica».

I democratici non capiscono su quale china scivolosa stanno spingendo l’America? Forse lo capiscono benissimo. Lo stesso Linker nella sua analisi arriva a una conclusione. I democratici hanno visto che i processi rafforzano Trump a scapito di altri candidati del suo partito, come Ron DeSantis. Più Trump può giocare la parte della vittima di una persecuzione giudiziaria più sale nei sondaggi e distacca quei rivali che potrebbero strappargli la nomination repubblicana. Siccome i democratici sono convinti che Trump sia il candidato più facile da battere, il sospetto che si accaniscano non per farlo fuori, bensì per aiutarlo e rafforzarlo, è fondato. In ogni caso per ora questo gioco funziona. A fine marzo il vantaggio di Trump nei sondaggi sul governatore della Florida Ron DeSantis era di soli 15 punti, un margine esiguo alla luce della notorietà molto maggiore di Trump, e del fatto che DeSantis non si era ancora ufficialmente candidato. Due mesi dopo lo scarto a favore di Trump era raddoppiato. Cosa era successo in mezzo? La prima incriminazione giudiziaria, ad opera del procuratore di New York, Alvin Bragg, magistrato eletto nelle liste del partito democratico. I sospetti di un gioco truccato sono rinforzati dal fatto che lo stesso Biden ha trafugato documenti top secret dalla Casa Bianca quando era vicepresidente e se li è tenuti nel garage di casa. Hillary Clinton commise delle illegalità di tipo analogo contro i segreti di Stato, violando le regole sull’uso di canali riservati per le email quando era segretaria di Stato.

Il miracolo dei bimbi sopravvissuti nella giungla

Colombia ◆ La tredicenne Lesly e i suoi tre fratelli erano a bordo di un aereo schiantatosi a inizio maggio, morti gli altri passeggeri tra cui la madre. Il presidente Gustavo Petro cerca di approfittare del ritrovamento dei minorenni a fini politici

Il piccolo aereo da turismo è precipitato a terra dopo aver frenato la sua caduta su un tetto di alberi nel mezzo della selva del Guaviare, Colombia profonda. A bordo: il pilota, un leader indigeno, la moglie dell’ex governatore locale (costretto da poco a cambiare città perché minacciato da milizie narcos) e i suoi tre figli (della comunità indigena Huitoto). La tredicenne

Lesly e i suoi tre fratelli di 9, 4 e quasi 1 anno. Dopo 40 giorni dall’incidente i bambini, che erano saliti sull’aereo per andare a trovare il papà, sono stati trovati vivi. «Restituiti dalla selva», dice il presidente colombiano Gustavo Petro che su questo lieto fine sta imbastendo il discorso politico di comunicazione al mondo dell’accordo di pace tra il Governo colombiano e il secondo gruppo guerrigliero del Paese, l’ELN, l’Esercito di Liberazione Nazionale (è stato appena firmato sotto l’egida dell’Avana un patto di smilitarizzazione e di reintegro alla vita civile dei guerriglieri). «La selva vuole la pace, la selva ci ha restituito i bambini, la selva ha festeggiato il nostro impegno a far finire la guerra, la selva ha benedetto con questo regalo il nostro popolo», è stata la comunicazione costruita da Bogotà sulla vicenda.

Se c’era una certezza appena ritrovata la carcassa del velivolo schiantato, era che per trovare in vita almeno uno dei quattro bambini scomparsi nella selva serviva un miracolo. C’è stato. Dopo 40 giorni di ricerche, uno dei volontari indigeni messisi a capo della spedizione di soccorso (dagli indios delle comunità locali si son fatti guidare i soldati dell’esercito consapevoli che altrimenti non sarebbero usciti da lì sulle loro gambe) ha preso in mano il telefono satellitare e ha detto al centro di comando: «Sono vivi, tutti e quattro».

Li hanno trovati smagriti con i vestiti bagnati dell’umidità della foresta. Dopo la prima settimana di ricerche i soccorsi hanno trovato l’aereo scomparso. Lì c’erano i corpi dei due uomini e della mamma dei bambini, ma c’erano anche i segni della possibile presenza di superstiti: i quattro sedili dove viaggiavano i piccoli erano intatti e a pochi metri dall’aereo distrutto c’era un «cambuche», un rifugio fatto di rami tipico della tradizione indigena locale. E c’era il porta pannolini aperto con segno che qualcuno lo aveva usato dopo lo schianto. «Probabilmente c’è stata un’evacuazione dall’aereo nave per la parte anteriore

attraverso la porta di posizione del pilota» è stato il primo comunicato degli esperti dell’aeronautica. Subito si è diffusa la notizia (falsa) che i bambini erano stati trovati. Notizia che ha fatto il giro del Paese. Un grave errore di comunicazione che è diventato una trappola per il presidente Petro. E forse la svolta fondamentale per il finale fortunato di questa storia. Il presidente, uno smanioso utente di Twitter, ha comunicato alla rete sociale che i bambini erano stati trovati. Smentito dai suoi servizi interni, non ha voluto contraddirsi subito e quindi la faccen-

Fondamentale per la sopravvivenza dei bimbi è stata con tutta probabilità l’educazione indigena.

ai bambini l’educazione tradizionale. A scuola ci vanno ma a casa imparano quello che imparano i bambini indigeni. Sanno fin da piccoli come ci si costruisce un sentiero, quali frutti sono commestibili, quali sono velenosi, con quali foglie fasciare le ferite, come dormire senza temere i serpenti e tutte le informazioni basiche locali per la sopravvivenza».

da s’è impasticciata. Petro ha poi cancellato il tweet e, travolto dalle polemiche, ha ordinato alle forze armate di fare l’impossibile per ritrovarli. Ancora non si conoscono i dettagli di come bambini così piccoli abbiano potuto sfuggire alle infinite insidie mortali di quel luogo: serpenti velenosi, insetti di ogni tipo, giaguari. Gli abitanti delle zone limitrofe alla foresta sono certi che fondamentale nella loro sopravvivenza sia stata l’educazione indigena. «Sono bambini educati ad amare la selva», ha detto uno dei soccorritori. «La gente di qua insegna

La zia dei bambini aveva detto da subito che Leslie, la tredicenne, aveva sempre giocato a costruire rifugi con i rami: «Quando ho visto la foto del rifugio fatto con i rami trovato vicino all’aereo ho capito subito che l’aveva fatto Leslie. Ero certa che era sopravvissuta e che stava aiutando gli altri. Il problema era arrivare in tempo per salvarla. Lei ha la grande capacità di farsi coraggio, è un ragazzina che impara rapidamente, sa molte cose, io sento dal profondo che è stato grazie a lei che i fratellini sono sopravvissuti». I volontari indigeni della missione di soccorso si sono dileguati subito dopo aver lasciato i bambini all’ospedale. Il loro capo ha detto che i due fratellini di 9 e 4 anni, appena hanno visto i soccorritori, hanno detto soltanto due frasi. Uno: «Mamma è morta». L’altro: «Io ho fame».

Settimanale di informazione e cultura Anno LXXXVI 19 giugno 2023 azione – Cooperativa Migros Ticino ATTUALITÀ 20
Keystone

La mano lunga di Pechino sulle sorgenti svizzere

Il caso ◆ Un gruppo di sportivi ha acquistato la società di acque minerali di Adelboden per evitare che finisse in mani straniere. La vicenda ha animato il dibattito al Consiglio nazionale sulla revisione della cosiddetta Lex

Koller

Quando la classe, per una volta, è acqua. Ci vuole un leggero ritocco a questo detto popolare per parlare di quanto capitato di recente ad Adelboden, nel Canton Berna, dove un gruppo di sportivi di alto rango ha deciso di acquistare la locale società di acque minerali. E lo ha fatto anche per sottrarla ai possibili appetiti di acquirenti stranieri, cinesi in particolare. A decidere di investire in quella sorgente è sceso in campo un quintetto di tutto rispetto, così composto: Roman Josi, giocatore di disco su ghiaccio della nazionale svizzera; Yann Sommer, portiere anche lui della nazionale, ma di calcio; Christian Stücki, uno dei «König», ovvero dei re, nella lotta svizzera; Severin Lüthi, a lungo allenatore di Roger Federer e infine Mark Streit, uno dei massimi talenti dell’hockey svizzero, oggi in «pensione». Roman Josi si muove praticamente in casa, visto che è nato e cresciuto proprio ad Adelboden. «Il tema dell’acqua – ha dichiarato Josi a diversi media svizzero-tedeschi –è molto sentito anche da noi sportivi, per questo è stato facile trovare l’appoggio di altri miei colleghi. Possiamo dire che l’acqua ci ha spinto a unire le forze».

La Lex Koller fu varata allo scopo di frenare la vendita a stranieri di proprietà immobiliari.

Ora si vuole estendere la norma anche alle infrastrutture in campo energetico

Scoperta quasi seicento anni fa, la sorgente di Adelboden rimarrà dunque in mani svizzere, dopo essere stata nel recente passato in possesso anche di società olandesi e poi tedesche.

Ma lo spauracchio – come detto – è soprattutto quello cinese, e non solo nell’Oberland bernese. L’ombra lunga di Pechino si sta facendo sentire anche in Vallese, dove di recente si era ipotizzato l’interesse di investitori cinesi per una sorgente nel comune di Turtmann, che si trova a pochi chilometri da Visp. Si tratta di una delle più grandi sorgenti del nostro Paese, oggi non utilizzata. Una cessione al momento pare scongiurata ma l’argomento delle sorgenti, e di chi le controlla, ha avuto un’eco anche nel corso della sessione estiva delle Camere federali a Berna, che si è conclusa venerdì scorso. Il deputato UDC del Canton San Gallo Mike Egger ha ringraziato in aula i campioni dello sport svizzero, nuovi proprietari dell’«Adelbodner Mineralwasser», per aver saputo respingere la minaccia di acquirenti stranieri, pronti ad impossessarsi del nostro «oro blu».

Il caso di Adelbolden è stato citato durante il dibattito al Consiglio nazionale sulla revisione della cosiddetta Lex Koller. Una riforma pensata per mantenere in mani svizzere altri tipi di impianti che hanno anche loro a che fare con l’acqua, in particolare le dighe e le centrali idroelettriche. Negli anni Ottanta del secolo scorso, la Lex Koller – dal nome dell’allora consigliere federale Arnold Koller –fu varata proprio a questo scopo, per frenare la vendita a cittadini stranieri di proprietà immobiliari svizzere.

Ora il Consiglio nazionale ha dato il via libera ad una proposta della socialista zurighese Jacqueline Badran che

chiede di estendere questa norma anche alle infrastrutture strategiche in campo energetico – elettricità, gas ed energia nucleare – considerate «di importanza vitale per la sicurezza di un approvvigionamento indipendente», come si legge nell’iniziativa parlamentare della stessa deputata zurighese, inoltrata ben sei anni fa. Per questi impianti, così è stato deciso, dovranno valere le stesse disposizioni della Lex Koller. In altri termini anche per l’acquisto di questo tipo di infrastrutture sarà necessario ottenere un’autorizzazione specifica da parte delle autorità cantonali.

Certo, una diga non è un appartamento, ed è arduo immaginare che quanto prevede oggi la legge possa essere applicato alla lettera anche per un bacino idroelettrico. La normativa in materia, per esempio, permette a una persona straniera di acquistare un immobile in Svizzera se vi è la ga-

ranzia che quell’abitazione sarà occupata frequentemente dal proprietario e dalla sua famiglia. E se diventerà il centro delle loro relazioni sociali durante i loro soggiorni nel nostro Paese.

Circa cento imprese svizzere sono già oggi di proprietà cinese, tra loro per esempio anche diversi colossi, come la multinazionale Syngenta e Gategroup

Difficile che una centrale nucleare possa arrivare a tanto, ma il concetto all’origine della Lex Koller è applicabile anche alle infrastrutture energetiche, così almeno ritiene la maggioranza del Consiglio nazionale che ha di fatto introdotto un divieto quasi assoluto d’acquisto in questo ambito da parte di investitori stranieri. Il

controllo di questo settore deve rimanere in mani svizzere e questo tipo di vendita «dovrebbe essere per principio escluso», come dice la stessa iniziativa parlamentare. Una decisione che è stata presa grazie a quella che viene definita «un’alleanza contro natura», tra socialisti e verdi da una parte e l’Unione Democratica di Centro dall’altra. A nulla è valsa la contrarietà dei partiti borghesi e del Consiglio federale, capitanato su questo tema dalla nuova ministra di giustizia e polizia, la socialista Elisabeth Baume-Schneider, che ha così dovuto fare i conti con il «fuoco amico» del suo partito. Succede prima o poi a tutti i ministri, anche a chi si trova ancora in una fase di rodaggio, visto che la ministra giurassiana è in carica da soli sei mesi.

Adesso tocca al Consiglio degli Stati affrontare questa riforma, e qui sarà interessante capire come si muoveranno i senatori. Alla Camera dei

Cantoni la maggioranza è in mano al Partito Liberale Radicale e al Centro, 26 i loro senatori e 46 i membri di questo ramo del Parlamento. La domanda è sostanzialmente una sola: questi senatori seguiranno i loro partiti, e quindi bocceranno la nuova Lex Koller? Oppure terranno conto dei loro Cantoni di origine, che hanno tutti grande interesse a mantenere in mano locale la proprietà delle infrastrutture energetiche? La contrarietà di questi due partiti, al Consiglio nazionale, è dettata dal fatto che la riforma così come impostata rappresenta una sorta di scorciatoia. Per renderla davvero efficace occorrerebbe modificare una lista piuttosto corposa di altre leggi e annullare anche gli accordi di libero scambio che la Svizzera ha sottoscritto con un buon numero di altri Paesi, tra cui proprio la Cina. Accordi che ad oggi impediscono un divieto alla vendita a investitori stranieri, come quello previsto dalla riforma in questione.

Sullo sfondo di tutto questo dibattito si staglia l’ombra della presenza cinese nei centri del potere economico elvetico. Basti dire che circa cento imprese svizzere sono già oggi di proprietà cinese, tra loro, per esempio, anche diversi colossi, come la multinazionale Syngenta attiva nell’agro-chimica, o Gategroup, uno dei leader mondiali nel settore del catering a bordo di aeroplani. A causa della pandemia la corsa alla Svizzera da parte di Pechino è un po’ rallentata ma non bisogna dimenticare un fatto: la Cina si muove attraverso società controllate direttamente dal proprio Governo. In gioco non ci sono soltanto, si fa per dire, interessi economici ma pure questioni politiche e strategiche. Dinamiche che Adelboden non conoscerà, visto che la sorgente rimarrà in mani rossocrociate. Facile immaginare che qualcuno avrà brindato a questo investimento, con altre bevande, non certo con l’acqua!

Settimanale di informazione e cultura Anno LXXXVI 19 giugno 2023 azione – Cooperativa Migros Ticino ATTUALITÀ 21
Adelboden, nell’Oberland bernese. (Anthony Gomez/ Unsplash) Roberto Porta Turisti cinesi a Lucerna. (Keystone)
Da tutte le offerte sono esclusi gli articoli M-Budget e quelli già ridotti. Offerte valide dal 20.6 al 26.6.2023, fino a esaurimento dello stock.
Tutto per la tua cucina asiatica 1.40 invece di 2.40 Bistecca Rib Eye di maiale intera, IP-SUISSE per 100 g, in self-service 40% 4.95 Salsa Sriracha Hot Chili Flying Goose 455 ml Tutte le birre analcoliche per es. Lowlander IPA, 330 ml, 2.10 invece di 2.80 25%
Prelibatezze dal sapore orientale

Una ripresa faticosa per l’Europa

Economia ◆ La Svizzera resta nel gruppo dei Paesi più forti, con un PIL del 3,6 per cento più alto rispetto a quello del 2019

La pubblicazione dei risultati del primo trimestre di quest’anno delle economie dei maggiori Paesi europei ha riservato alcune soddisfazioni ma anche una grossa preoccupazione. Le soddisfazioni vengono, per esempio, dall’economia italiana che indica una crescita dell’1,2 per cento. Per contro la Germania segnala un PIL in calo dello 0,1 per cento. Poca cosa in sostanza, se questo dato non facesse seguito a un altro dato negativo per l’ultimo trimestre del 2022. Si tratterebbe quindi di una «recessione tecnica», secondo la definizione usata dallo stesso istituto tedesco che pubblica i dati trimestrali sulla congiuntura. La preoccupazione nasce dalla considerazione che la Germania resta pur sempre la locomotiva delle economie europee e un partner importante di quelle mondiali. Ma gli economisti non si mostrano eccessivamente preoccupati, ricordando fra l’altro che anche gli Stati Uniti lo scorso anno hanno vissuto una recessione tecnica, però poi hanno chiuso l’anno in termini positivi.

La Germania resta pur sempre la locomotiva delle economie europee e un partner importante di quelle mondiali

Il quadro generale dell’evoluzione economica, nonostante le molte tensioni geopolitiche e anche economiche, benché a livelli piuttosto bassi, mostra una buona tenuta delle varie economie. L’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OCSE) – che riunisce quasi una quarantina di Paesi, tra cui anche la Svizzera – indica un tasso globale di crescita del PIL dell’1,5 per cento, pur con alcune variazioni fra i vari tassi nazionali.

Negli USA la crescita è stata dell’1,6 per cento, ma in Gran Bretagna il PIL è aumentato soltanto dello 0,2 per cento. L’UE, nel suo complesso, può annunciare una crescita dell’1,2 per cento. Questo dato è importante per la Svizzera poiché proprio nei Paesi dell’UE conta i suoi maggiori partner commerciali. Questo dato attenua le preoccupazioni create dal dato della Germania, che resta pur sempre il nostro maggior cliente. Sorprende, in termini positivi, anche il risultato dell’Italia, pure fra i maggiori partner della Svizzera. L’Italia coglie i frutti dell’azione del Governo Draghi e si aspetta dal nuovo Governo un’azione efficace nell’utilizzo dei crediti concessi dall’Europa nell’ambito del piano di ripresa dell’economia (PNRR). Per quanto attiene alla Svizze-

ra, possiamo contare sui dati più recenti, pubblicati dalla Segreteria di Stato dell’economia (SECO). Anche in questo caso le sorprese non sono mancate. Il PIL è infatti aumentato dello 0,5 per cento nel primo trimestre, nonostante la frenata in Germania, mentre alla fine dello scorso anno la crescita si era bloccata. Secondo gli economisti della SECO si è trattata di una reazione che ha evitato una recessione tecnica anche per la Svizzera, a seguito di quella tedesca.

Il 2023 non sarà comunque un anno di boom economico, poiché mancano le premesse a tutti i livelli

Il risultato è dato da una buona crescita dei consumi privati, generata da una situazione positiva sul mercato del lavoro, avviato verso la piena occupazione, con tendenza in aumento nell’ambito salariale e con un tasso di inflazione non tale da influire sulla tenuta dei consumi interni e del turismo. Anche gli investimenti delle aziende crescono a un buon ritmo e perfino le esportazioni sono in aumento.

I pareri non sono unanimi sull’evoluzione dei prossimi mesi. Il Centro di ricerca congiunturale del Politecnico di Zurigo (KOF), per esempio, pubblica un barometro congiunturale in peggioramento per la seconda volta, nel mese di maggio, soprattutto per l’industria manifatturiera. La

SECO resta però positiva sull’evoluzione del PIL, per cui gli economisti della Confederazione prevedono per tutto l’anno una crescita moderata, attorno all’1,1 per cento. Il 2023 non sarà comunque un anno di boom

economico, poiché mancano le premesse tanto a livello nazionale quanto internazionale. A livello mondiale le banche centrali stanno aumentando i tassi di interesse in modo da rallentare l’economia per ridurre l’in-

flazione, mentre non mancano molte incertezze sull’evoluzione politica, ma anche economica, per quanto concerne il problema energetico o quello delle catene di rifornimento, per non dire della minaccia di nuove epidemie o di un ritorno del Covid-19. Del resto, parecchi Paesi non sono ancora riusciti a riportare le loro economie al livello pre-Corona. Tra questi perfino la Gran Bretagna, che in più è alle prese con le conseguenze della Brexit e quindi con una crescita che resta di un mezzo per cento sotto quella dell’ultimo trimestre del 2019, come d’altro canto anche la Germania.

La Svizzera figura tuttora nel gruppo dei più forti, con un PIL del 3,6 per cento più alto rispetto a quello del 2019. Anche altri Paesi, come Stati Uniti e Svezia, hanno nettamente superato il livello di benessere di prima della pandemia (+5%) e la stessa UE constata un miglioramento del 2,4%. Altri Paesi sono però in ritardo e questo potrebbe avere un certo influsso sulla crescita globale del 2023. Da notare, poi, che tutti sono alle prese con un tasso di inflazione in leggera discesa, ma sempre troppo elevato. Questo obbliga le banche centrali (e anche quella svizzera) a una politica restrittiva, che può contrastare eventuali politiche di sostegno all’economia.

Settimanale di informazione e cultura Anno LXXXVI 19 giugno 2023 azione – Cooperativa Migros Ticino ATTUALITÀ 23
Unsplash Unsplash La forza delle 13 erbe alpine svizzere. Ricola è in vendita nella vostra Migros Annuncio pubblicitario

Riciclabile secondo ISO 18604, per vari impieghi. Il riciclaggio effettivo dipende da diversi fattori, ad esempio la disponibilità regionale di un sistema di riciclaggio.

dell’impronta di CO2 degli imballaggi attraverso l’uso di plastica riciclata, sulla base di valutazioni del ciclo di vita condotte da Essity e verifi cate da una terza

Fazzoletti umidificate Tempo Camomilla 3 x 42 pezzi, Trio 6.20 invece di 10.35 Tempo Premium 24 x 110 fazzoletti 4 veli 40% 14.95 invece di 24.95 Tempo Deluxe 24 x 80 fazzoletti 5 veli 40% 15.90 invece di 26.55 Tempo Classic 24 x 150 fazzoletti 3 veli 40% 14.95 invece di 24.95 Fazzoletti umidificate Tempo 3 x 42 pezzi, Trio 6.20 invece di 10.35 Fazzoletti umidificate Tempo Aloe Vera 3 x 42 pezzi, Trio 6.20 invece di 10.35 La combinazione magica per un 'igiene perfetta Tempo convince Da tutte le offerte
esclusi
articoli
Offerte valide solo dal 20.06.2023, fino a esaurimento dello stock. 100% a base vegetale Fibre
ridotta confezione
*
sono
gli
già ridotti.
CO2
Riduzione
parte.

Iniziare a investire partendo con il piede giusto

La consulenza della Banca Migros ◆ Per investire in azioni non occorre disporre di un patrimonio milionario. Tuttavia vi sono alcuni fattori da considerare, vediamo insieme quali.

Di quanto denaro devo disporre per investire in borsa?

In linea di massima, con il tempo si approfitta di opportunità di mercato anche con piccoli importi. Investendo ad esempio 50 franchi al mese, questi tra dieci anni – considerando un rendimento medio dell’8% –saranno diventati 9068,59 franchi.

Per fare un confronto: nel conto di risparmio, con un interesse dello 0,7%, come quello at t ualmente applicato presso la Banca Migros, si ritroverebbe con un importo di 6216,06 franchi.

Acquistare titoli conviene?

Rispetto al conto di risparmio, gli investimenti in borsa promettono a lungo termine rendimenti molto più elevati. Il tasso d’interesse del conto, attualmente tra lo 0,25 e l’1%, nel migliore dei casi può soltanto mitigare la perdita di potere d’acquisto dovuta all’inflazione.

Cosa sono esattamente le azioni?

Le azioni sono partecipazioni al capitale di una società in forma di titoli. Emettendo azioni, le società raccolgono capitali per finanziare, ad esempio, degli investimenti. Se investe in azioni, lei diventa comproprietario/a dell’azienda. La negoziazione delle azioni si svolge in borsa e in altre piazze pubbliche di contrattazione. Il prezzo dell’azione dipende dalla domanda e dall’offerta. Quando il valore di mercato di un’azienda aumenta, sale anche il prezzo delle rispettive azioni. Nel caso opposto, tale prezzo diminuisce.

Cosa si intende per fondi?

I fondi d’investimento raccolgono

in un «paniere» il capitale dei sottoscrittori e delle sottoscrittrici e lo investono in azioni di più società. Il loro vantaggio: se crollano i prezzi di singole azioni, gli altri titoli contenuti nel paniere assorbono la perdita. I gestori e le gestrici dei fondi azionari selezionano i titoli sulla base di criteri specifici, come ad esempio la sostenibilità dell’azienda. Gli ETF (acronimo di Exchange Traded Funds) sono fondi particolari, perché spesso replicano un determinato indice borsistico (ad es. l’MSCI World).

E cosa sono le obbligazioni?

Sono titoli a scadenza fissa con tasso di interesse costante, vengono chiamate anche «bond». Le aziende che emettono le obbligazioni prendono in prestito capitale di terzi. Diversa-

mente dalle azioni, però, acquistando le obbligazioni di un’azienda non ne diventa comproprietario/a. Anche le obbligazioni vengono negoziate in borsa, questo significa che può venderle già prima che l’azienda effettui il rimborso. I fondi obbligazionari includono un gran numero di obbligazioni.

Come si investe il denaro in borsa?

A questo scopo deve detenere un deposito titoli. Una volta aperto il deposito potrà acquistare, custodire e vendere titoli (azioni, obbligazioni, fondi, ETF). A un deposito si accede tramite banche o broker, che fungono da intermediari tra gli investitori e le investitrici e le borse. Al deposito possono essere applicati diritti di custodia, a seconda del fornitore.

Quanto dovrei investire?

Solo la somma di cui può fare a meno nel lungo periodo. Se investe denaro in modo scaglionato, è consigliabile sottoscrivere un piano di risparmio in fondi presso la sua banca: in caso di rialzo dei corsi, infatti, a fronte di un importo mensile investito e che si mantiene sempre costante lei acquista automaticamente un numero di quote di fondi inferiore. Viceversa, se i corsi scendono, lei riceve un numero di quote maggiore.

Devo gestire io il tutto?

No, può incaricare professionisti e professioniste del settore di gestire il suo patrimonio, ad esempio presso la sua banca di fiducia: insieme definite un obiettivo d’investimento, selezionate le classi d’investi-

mento adatte (azioni, obbligazioni, immobili) e definite una strategia corrispondente. Sarà il gestore o la gestrice dei fondi ad amministrare il suo patrimonio. Qualora un titolo o un fondo non renda secondo le attese, viene sostituito con un’alternativa migliore. La banca addebita una commissione di gestione compresa tra lo 0,2 e il 2% l’anno.

Come faccio a decidere qual è l’investimento giusto?

Questo dipende dal suo atteggiamento nei confronti del rischio. All’inizio è consigliabile adottare una certa cautela. Non si limiti quindi a investire soltanto in azioni, ma punti anche sulle obbligazioni a tasso fisso per ridurre il rischio di perdita. Come regola generale, nel suddividere gli investimenti faccia riferimento alla sua età: a 35 anni è consigliabile investire in obbligazioni il 35%, a 60 anni il 60%. Il resto può investirlo in azioni.

Che cosa vuol dire diversificare?

La diversificazione è una strategia per ridurre al minimo i rischi di perdita negli investimenti e consiste nell’investire il patrimonio in classi di attività, regioni, settori e aziende differenti. Questo tipo di mix d’investimento si chiama anche portafoglio.

Ovunque si parla di «lungo termine»: ma lungo quanto?

Quanto più è rischiosa una classe d’investimento, tanto più lungo dovrebbe essere il relativo orizzonte temporale: circa dieci anni per le azioni, mentre può essere più breve per le obbligazioni.

Quale rendimento posso attendermi?

Con un orizzonte d’investimento a lungo termine aumenta le opportunità di rendimento. Se nel 2000 avesse investito 1000 franchi nell’indice borsistico svizzero SMI, il suo patrimonio sarebbe salito a 2600 franchi entro la fine del 2019 grazie a un rendimento medio del 4,8%. Tuttavia non è detto che il rendimento futuro possa essere come quello degli anni passati. Ecco perché non dovrebbe investire soltanto in azioni. Il rendimento medio delle obbligazioni è di circa il 2,5%.

Quando è il momento giusto per vendere le mie azioni?

Molti investitori e molte investitrici tendono a vendere le loro azioni in prospettiva di profitti a breve termine o quando temono un calo dei corsi. Non si lasci però guidare dall’impulsività, perché in definitiva potrà ottenere rendimenti più elevati se manterrà le azioni il più a lungo possibile. Un consiglio: se nei prossimi anni prevede di fare un investimento consistente come l’acquisto di un appartamento, fino a quel momento può destinare una parte del denaro per investire, ad esempio, in obbligazioni. In questo modo ridurrà al minimo il rischio di dover vendere le azioni in un momento sfavorevole.

Consiglio

Si avvalga della videoconsulenza della Banca Migros sul tema investimenti: www.bancamigros.ch/ consulenza-video

Settimanale di informazione e cultura Anno LXXXVI 19 giugno 2023 azione – Cooperativa Migros Ticino ATTUALITÀ 25
Sacha Marienberg, responsabile Investment Office presso la Banca Migros. Guardando i dati della borsa di Zurigo. (Keystone)

A giugno, nei pomeriggi di mercoledì, tutte le panetterie della casa Migros regalano un animaletto di treccia ai più piccini.

Qui il pane è fatto a mano

Le filiali Migros con panetteria della casa si riconoscono dal profumo di forno che solletica subito le narici non appena varcata la soglia. In tutta la Svizzera sono circa 130 (in Ticino S. Antonino e Serfontana). I nostri panettieri producono a ciclo continuo, con sapienza, impegno e passione, pane fresco e prodotti da forno dolci e salati in tutte le variazioni di forma e colore

Settimanale di informazione e cultura Anno LXXXVI 19 giugno 2023 azione – Cooperativa Migros Ticino 26 Pane Ticinese IP-Suisse 400 g Fr. 2.40 Pane Passione IP-Suisse 420 g Fr. 4.20 Hercules IP-Suisse, quarto di pagnotta 410 g Fr. 3.90 Pane Piatto IP-Suisse 400 g Fr. 3.50

Per scoprire di più sulle panetterie della casa Migros e trovare quella più vicina a te:

Meinrad, cosa caratterizza secondo te una panetteria interna Migros? Freschezza, artigianalità, qualità, contatto con il cliente. Quest'ultimo, in particolare, è molto importante. L'apprezzamento da parte dei clienti, il fatto che ritornino giorno dopo giorno e la possibilità di interagire personalmente con loro sono per me fattori preziosi. Tutto quello che metto nel mio lavoro mi torna indietro con un sorriso.

Come si svolge la tua giornata tipo alla Migros?

Sbrigo un po' di lavoro in ufficio, poi passo direttamente al forno, dove il mio lavoro è strutturato e coordinato secondo il piano di produzione. I miei compiti vanno dalla miscelazione degli ingredienti all'impasto e alla modellazione della pasta, fino alla cottura. Se necessario, però, controllo anche gli scaffali e, se qualche prodotto scarseggia, provvedo a una nuova infornata. Facciamo del nostro meglio per garantire che la clientela disponga di pane sempre fresco, ovvero caldo di forno, fino all'ora di chiusura.

Qual è il tipo di pane che vi richiede maggior impegno, e perché?

L'Hercules di pasta acida. Dalla preparazione dell'impasto al momento in cui esce dal forno passano 3 giorni. Però l'aroma delizioso e il gusto intenso ripagano del lavoro e anche dell'attesa. Per me Hercules è il numero 1.

Come si conserva al meglio il pane?

Arrivati a casa è buona cosa togliere il pane dal sacchetto e metterlo in un cestino. Così si evita che diventi gommoso, perché il pane ha bisogno di respirare. Una volta tagliato, la superficie tagliata – solo quella! – va appoggiata su un pezzo di pellicola trasparente. Il pane non va coperto, né avvolto.

Quale tipo di pane consigli per il barbecue estivo?

Corona croccante o pane ticinese. Sono pratici da trasportare e si fanno facilmente a pezzi senza bisogno del coltello. Con il bratwurst, ovviamente, è d'obbligo il classico panino.

Settimanale di informazione e cultura Anno LXXXVI 19 giugno 2023 azione – Cooperativa Migros Ticino MONDO MIGROS 27
«Per me Hercules è il numero 1»
Immagine: Jorma Müller Meinrad Marty, panettiere-pasticciere AFC, è responsabile dal marzo 2015 della panetteria della casa alla filiale Migros di Neumarkt Oerlikon.

Il Mercato e la Piazza

Potere d’acquisto: a perderci sono le classi medie

Nel nostro ultimo articolo abbiamo discusso degli argomenti che vengono avanzati per spiegare il relativo ristagno dei salari reali nel nostro Paese. Relativo perché nel corso degli ultimi due decenni il tasso di aumento annuale di questi salari è stato largamente inferiore all’aumento realizzato nella seconda metà del secolo scorso. Oggi torniamo sull’argomento per presentare ulteriori informazioni che derivano da una valutazione, per il periodo 1990-2021, che la «Neue Zürcher Zeitung» ha chiesto di eseguire all’Ufficio federale delle assicurazioni sociali che può disporre dei dati sui salari dell’AVS. I risultati di questa valutazione sono stati confrontati con quelli risultanti da due statistiche sui salari dell’Ufficio federale di statistica. Per effettuare questa comparazione abbiamo calcolato il tasso di crescita annuale del salario reale, come risulta da ognuna di queste tre fonti, per tre categorie di salari

Affari Esteri

definite: salari alti, salari medi e salari bassi. Partendo dal tasso di aumento dei salari medi possiamo cominciare a riflettere sul colpo di freno nell’evoluzione del potere di acquisto dei lavoratori, manifestatosi durante gli ultimi tre decenni rispetto ai decenni della grande crescita, tra il 1950 e il 1970. Per effettuare la comparazione abbiamo calcolato il tempo, in anni, che occorreva allora e che occorre oggi ai lavoratori per raddoppiare il loro potere di acquisto (o salario reale). Nel periodo tra il 1950 e il 1970, con un tasso annuale di crescita del salario reale pari al 2,8%, al lavoratore occupato in Svizzera occorrevano 25 anni per raddoppiare il suo potere di acquisto. Con il tasso annuale di crescita del salario reale degli ultimi tre decenni, pari a poco più dello 0,5%, sono invece necessari al lavoratore 132 anni. Aggiungiamo che se al posto del tasso di crescita annuale del salario reale del periodo 1990-2021, o del

periodo 1994-2018, prendiamo quello del periodo 2008-2020, pari a 0,36%, il periodo necessario per il raddoppio del salario reale si allunga ancora di più e raggiunge quasi i 200 anni. Il colpo di freno subito dallo sviluppo dei salari reali da prima del 1970 a oggi è stato quindi molto brusco. Nel periodo 1950-1970 il salario reale dei figli, a un dato momento della loro carriera, era pari al doppio di quello di cui avevano potuto godere i padri, nel medesimo momento della loro carriera. Lo sviluppo dei salari reali favoriva le generazioni più giovani. Oggi non è più così perché per il raddoppio del salario reale occorrono più di 100 anni. Siccome nella maggioranza delle Nazioni la propensione al consumo, ossia la quota del reddito disponibile che viene speso per i consumi, è costante, una diminuzione del tasso di crescita dei salari reali si traduce automaticamente in una riduzione del tasso di crescita dei con-

La frontiera violenta dell’America

«Non esiste una vita senza spargimento di sangue», aveva detto Cormac McCarthy molti anni fa in una delle sue rare interviste. «Sono convinto che l’idea che la nostra specie possa in qualche modo essere migliorata, che tutti possano vivere in armonia, sia un’idea davvero pericolosa».

McCarthy è morto martedì scorso a 89 anni (vedi pagina 33), lasciandoci con i suoi romanzi scarnificati pieni di scalpi, decapitazioni, incendi, stupri, incesti, necrofilia e cannibalismo: l’America della frontiera, l’America che fatichiamo a riconoscere innamorati come siamo in Europa delle mille luci delle metropoli con la loro promessa di integrazione. McCarthy ha raccontato il Far West, senza l’epica dei saloon e dei duelli e della salvezza, e la vita in periferia – il semiautobiografico e meraviglioso Suttree racconta la vita dei vagabondi e degli «strambi» di Knoxville, in Tennessee

Zig-Zag

– con la convinzione che l’unico posto in cui è possibile capire l’America sia la frontiera, il luogo più rilevante, più dibattuto e più inaccessibile della cultura americana.

La frontiera di McCarthy è fatta di una violenza estrema e gratuita che proprio per questo appare naturale e insormontabile perché è il cuore non soltanto del suo Paese, ma dell’essere umano: il riscatto non c’è quasi mai, ma nell’immensità di un mondo vuoto com’è quello ai confini dell’America si ritrovano la bellezza e persino l’amore. Come quello tra il padre e il figlio di La strada, senza nome e con un carrello della spesa come unica proprietà in un mondo di morti e macerie, eppure determinati a rimanere vivi, insieme. Come quello di Billy per la lupa in Oltre il confine, che racconta la necessità di trovare la propria destinazione, salvandosi. Nel pessimismo deterministico di McCarthy,

brutale e sanguinante, c’è lo spazio per la rocciosa tempra americana, che per semplicità noi definiamo «sogno americano», addolcendola con un idealismo che spesso non esiste. «Pensò che la bellezza del mondo nascondeva un segreto», scrive in Cavalli selvaggi «Che il cuore del mondo batteva a un prezzo terribile, che la sofferenza e la bellezza del mondo crescevano di pari passo, ma in direzioni opposte, e che forse quella forbice vertiginosa pretendeva il sangue di molta gente per la grazia di un singolo fiore». McCarthy non ha mai scritto un articolo per un giornale né tenuto delle lezioni, quindi non sappiamo che cosa pensasse dell’attualità, così come può essere pretestuoso provare a estrapolare la sua idea dell’America quando è evidente che volesse raccontare la natura umana. Ma nel momento in cui la frontiera che lui ha raccontato così bene – il confine sud degli Stati Uniti

Dal «nuovo» Credit Suisse al sushi

LACRIME E SANGUE – «Oggi è l’inizio di un nuovo capitolo per UBS e per l’industria finanziaria globale (…). Ecco il nostro impegno: rimarremo concentrati su ciò che conta davvero: la sicurezza del patrimonio delle nostre clienti e dei nostri clienti, supportandoli nel raggiungimento dei loro obiettivi». È quanto affermano il presidente del consiglio di amministrazione di UBS Colm Kelleher e il CEO Sergio Ermotti in una lettera aperta di lunedì scorso con la quale ufficializzano l’annunciata acquisizione di Credit Suisse (CS). Altri, meglio attrezzati, spiegheranno i dettagli di questo mutamento epocale della piazza finanziaria elvetica. Mi preme solo portare alla luce che, in concomitanza con l’ufficializzazione, il «Financial Times» ha commentato l’avvenuta acquisizione precisando che per il «nuovo» Credit Suisse (di fatto declassato

anche dall’indice SMI della Borsa di Zurigo) ci saranno non solo dei paletti, ma delle vere e proprie «red lines», cioè dei divieti a compiere determinate operazioni finanziarie senza l’avallo dei nuovi proprietari.

A qualcuno questo può sembrare una misura che rientra nella norma, un po’ simile al passaggio sotto il giogo dei vinti che venivano umiliati nelle sfilate al termine di battaglie e guerre nell’antica Roma. Inevitabile ritrovare lo stesso rituale in un’industria spietata come quella finanziaria. Queste disposizioni (o imposizioni) volte ad annullare i rischi sono però anche un segnale all’indirizzo di chi per anni ha in definitiva tollerato quanto i troppo avidi dirigenti del CS seguitavano a fare, ignorando persino le multe miliardarie con cui gli americani cercavano di frenare appetiti sfrenati e comportamenti illegali. Questo ci ricorda che in fondo UBS

sumi privati e quindi in un aumento della concorrenza nel settore della distribuzione di beni e servizi. Questa evoluzione può rafforzare le tendenze alla concentrazione in questo settore. I dati sull’evoluzione di lungo termine dei salari reali, pubblicati dalla «NZZ», consentono ancora di fare una riflessione sull’evoluzione della distribuzione del reddito tra le diverse categorie di lavoratori. Intanto osserviamo che in qualsiasi periodo di riferimento, il tasso annuale di crescita della categoria dei salari bassi e quello della categoria dei salari alti sono stati superiori al tasso di crescita della categoria dei salari medi. Sul declino delle classi medie e delle loro remunerazioni è stato scritto molto nel corso degli ultimi 40 anni anche in Svizzera. L’evoluzione dei salari reali non è che una riprova. Ma è necessario sottolineare che i salari reali medi non sono diminuiti. Sono semplicemente aumentati a un tasso inferiore a quel-

li dei salari reali delle classi più povere e delle classi più ricche. Di conseguenza, però, il salario reale medio si è avvicinato, nel corso degli ultimi decenni, a quello delle classi più povere mentre è cresciuta la differenza con quello delle classi più ricche. Che ne è invece della differenza di salario tra i salariati più ricchi e quelli più poveri? Con i dati dell’articolo della «NZZ» che stiamo commetando non è possibile arrivare a una conclusione su questo punto. Mentre i dati sull’evoluzione dei salari reali del periodo 1994-2018 indicano che la differenza tra il salario reale dei più ricchi e quello dei più poveri è aumentata, i dati per il periodo 2008-2020 provano invece che questa differenza è restata costante. Comunque sia, i dati delle statistiche e delle inchieste sull’evoluzione dei salari provano che a perdere di peso nella distribuzione delle remunerazioni sono stati soprattutto i salari medi.

sta solo cercando misure e soluzioni – e purtroppo dovrà farlo anche sul piano occupazionale – che FINMA e politici non hanno saputo esigere o imporre.

PREVENTIVI E CONSUNTIVI –

In quasi tutti i comuni del nostro Cantone (le eccezioni sono pochissime) c’è stato un prolungato coro festoso dedicato ai conti consuntivi del 2022. Quasi un «copia e incolla» collettivo a cui ha partecipato anche il mio comune, dove le «ipotizzate cifre rosse, sono invece ampiamente nere». Tranquilli: niente riduzioni di tasse, gli utili andranno a rimpolpare riserve e altre voci di bilancio. Questo il coperchio usato quasi ovunque dai Comuni, lo stesso subito brandito (ma guarda tu!) per giustificare l’inatteso consuntivo positivo anche del Cantone e per prevenire eventuali bollori e richieste dei contribuenti: il «fattore sorpresa». C’è però da chiedersi se una stesura eti-

– si è affacciata sempre più nei nostri schermi e dalle urne è emerso un popolo americano che abbiamo trovato irriconoscibile, i romanzi di McCarthy sono diventati una lettura istruttiva, oltre che imprescindibile. Nei suoi libri si capisce cosa vuol dire quel confine, che cosa significa oltrepassarlo, perché la violenza che vediamo nelle immagini che ci arrivano da quello spicchio di mondo fatto di clandestinità, gabbie, fiumi mortali e pianti di bambini, indigna quasi solo noi che non sappiamo nulla della vita di frontiera. Comprendere tale brutalità è la premessa indispensabile per trovare delle soluzioni.

Allo stesso modo, il trumpismo (leggi pagina 20) – per sintesi utilizzo un termine che McCarthy non si è mai sognato di pronunciare – è più decifrabile se si ha dimestichezza con i personaggi di questi libri, non perché siano più cattivi e feroci degli ame-

ca dei preventivi, atta a programmare uscite e spese commisurate, figuri ancora fra le priorità dei partiti democratici e venga considerata sinonimo di una sensata e sana amministrazione. Diceva il politico americano Zell Miller: «I tagli alle tasse non sono solo qualcosa che ogni contribuente merita, ma anche il miglior modo di contenere la spesa governativa. Anzi: è il miglior tipo di riforma fiscale, per una ragione molto semplice: se il denaro non raggiunge mai il tavolo, il Congresso non può divorarlo». Mettete «Pubblica amministrazione» al posto di «Congresso» e… si gioca in casa.

NOMI E SAPORI – Usa inchiostro all’acido sulfureo Camillo Langone su «Il Foglio» per commentare la notizia che l’Italia è il primo Paese europeo per consumo di sushi: «Già questo dato dovrebbe dirla lunga sulla sacralità del cibo italiano: una reli-

ricani che ci picchiamo di conoscere, ma perché rappresentano la natura libera, quindi sregolata, quindi disarmonica, di buona parte degli americani. Quando i fratelli Coen hanno portato sullo schermo Non è un paese per vecchi, hanno eliminato quasi del tutto il diario dello sceriffo Bell (interpretato da Tommy Lee Jones): era sicuramente difficile da rendere in una trasposizione cinematografica, ma conteneva anche la spiegazione esatta della distanza – forse incolmabile – che c’è tra Hollywood, cioè l’America che conosciamo, e la contea di Terrell, in Texas, dove è ambientata la storia. L’idea di poter vivere tutti in armonia è per McCarthy pericolosa, così come per lui la guerra è ineluttabile, ma è anche la promessa che i politici di sinistra oggi fanno a un’America divisa e slabbrata che mette in discussione le sue regole di convivenza, sul confine di sé stessa.

gione alla quale credono sempre meno gli italiani stessi. In effetti basta guardare i locali di nuova apertura (…) e si scopre che gli italiani sono sempre pronti a buttarsi sull’ultima novità più o meno esotica, dal sushi, appunto, al poke, passando per il kebab. Come dire che sono sempre pronti a buttarsi via». E fornisce anche una prova: «L’altro giorno nel menù di un locale che si autodefinisce osteria ho letto kataifi, Cantabrico, wasabi, patanegra, yuzu, tataki, teriyaki, quenelle, chips, burger, flan, cesar salad, cheesecake: fine delle differenze culturali, dispersione del nostro peculiare nel minestrone globale». Domandina finale: da noi, criticoni incalliti di tutto quel che capita nella vicina Repubblica (sempre attenti e pronti però a copiare), sullo stesso fronte, cioè in fatto di gastronomia e turismo, le cose vanno meglio o è vero il contrario?

Settimanale di informazione e cultura Anno LXXXVI 19 giugno 2023 azione – Cooperativa Migros Ticino ATTUALITÀ / RUBRICHE 28 ◆ ●
◆ ●
di Paola Peduzzi
◆ ●

L’incanto della foresta

A Milano e a Zurigo gli scatti di Salgado nello splendore segreto dell’Amazzonia

Addio a un grande autore La forza di Cormac McCarthy (da poco scomparso) nel suo ultimo romanzo

Pagina 33

Balletto a Zurigo

The Cellist di Cathy Martson incanta con l’intensa biografia di una violoncellista

Pagina 33

Rivoluzione punk

Glen Matlock, ex dei Sex Pistols racconta il suo nuovo album da solista Consequences Coming

Pagina 35

Benvenuti nel regno poetico dei surrealisti: l’onirica avanguardia di Dalì, Magritte e Man Ray

Mostra ◆ Al Mudec di Milano un ricco percorso nella corrente artistica che era anche un modo diverso di pensare il mondo

L’atto di nascita del Surrealismo data primo dicembre 1924, quando l’introduzione della raccolta di poesie di André Breton, Poisson soluble, ne sarebbe diventata il primo Manifesto, ma i tributi verso correnti artistiche precedenti sono molteplici: la pittura medievale, quella fantastica di Jheronymus Bosch e Giuseppe Arcimboldo, i romanzi gotici di Victor Hugo. Insomma, quelle manifestazioni che hanno fatto del sogno e dell’irrazionale la cifra della loro poetica.

Nasceva così la più onirica delle avanguardie del XX secolo che già nel suo Manifesto dichiarava guerra alla percezione mediata dalla ragione per liberare le potenzialità immaginative dell’inconscio ed espandere la realtà fino a una dimensione più piena e appagante dell’esistenza, una surrealtà appunto. Grande fu il debito dei surrealisti verso la psicanalisi e lo studio dell’inconscio avviato in Europa da Sigmund Freud; l’apertura alle teorie freudiane li portò a riconoscere ai sogni e alle allucinazioni la patente di realtà «altra», con nuovo significato e bellezza, contro i principi razionali potentemente stigmatizzati.

In un articolo del 1925, Le Surréalisme et la peinture, Breton elogiava Picasso per avere abbattuto il concetto di realtà univoca attraverso le sue visioni frammentate e inneggiava a un nuovo modello di pittura che andasse oltre la mera rappresentazione del mondo. Agli esordi del movimento, gli artisti diressero la loro bussola verso l’espansione sia della propria coscienza che di quella dello spettatore attraverso l’uso di tecniche non convenzionali per portare l’arte fuori dai binari entro i quali operava tradizionalmente e legarla, spesso in modo trasgressivo, alla quotidianità.

La poetica surrealista oscilla tra la liberazione dell’individuo – il suo affrancarsi dalle imbrigliature della ragione – e la liberazione della società con l’adesione a posizioni progressiste e anticolonialiste: su questo binomio è centrata la mostra che il Mudec ha inaugurato lo scorso 22 marzo, Dalí, Magritte, Man Ray e il Surrealismo. Sei sezioni tematiche, 180 opere tra dipinti, sculture, libri, documenti provenienti dal Museo Boijmans Van Beuningen di Rotterdam, che vanta una collezione unica al mondo iniziata negli anni Sessanta del secolo scorso e annovera artisti come Dalí, Ernst, Magritte e Man Ray. Un percorso per spiegare in modo esaustivo e divertente al tempo stesso un fenomeno che non è stato solo un movimento artistico ma un atteggiamento, un modo diverso di pensare il mondo e di

pensarsi, e che nella parte finale dialoga con alcune opere della collezione permanente del Mudec per illustrare il rapporto che legò gli esponenti del movimento alle culture native.

I suoi esponenti furono grandi viaggiatori e collezionisti di oggetti etnografici. Emblematico il caso del Messico dove sul finire degli anni Trenta trovarono rifugio molti di loro, tra cui André Breton

Le sei sezioni del percorso illustrano, con artisti famosi e meno conosciuti, i temi cari alla ricerca surrealista: sogno, psiche, amore e desiderio, una nuova idea di bellezza. Lo fanno anche con tecniche sperimentali come il collage, spesso utilizzando oggetti di risulta e lo scopo è sempre il rifiuto della ragione e la speranza di creare uno shock poetico in grado di cambiare il mondo. E se le prime due sezioni traghettano il visitatore in medias res nella mentalità surre-

alista con il Manifesto di Breton del 1924 e l’iconico sofà di Salvator Dalí a forma di labbra, Mae West Lips Sofa del 1938 (nella foto), la terza ci porta, opera dopo opera, nel cuore della visione artistica di Dalí, che dopo le prime sperimentazioni cubiste passò a un modo di dipingere più tradizionale e illusionistico giocando con immagini che si prestavano a numerose interpretazioni, stile che definì «metodo paranoico-critico».

«Il fatto che io stesso non capisca il significato dei miei quadri, nel momento in cui li dipingo, non significa che i quadri non abbiano significato; al contrario, il loro significato è così profondo, complesso, coerente, involontario che sfugge alla semplice analisi del pensiero logico», scriveva Dalí nel 1935. Le sue parole si attagliano perfettamente al dipinto Impressioni d’Africa (1938): il pittore è al cavalletto, la testa della moglie Gala fluttua sopra di lui, i suoi occhi quasi diventano la facciata di un edificio. Sopra di lei un’aquila in volo; figure e paesaggio si fondono, i rapporti di scala tra le varie parti della compo-

sizione sembrano fluidi, in continua oscillazione.

I surrealisti nella loro dichiarata guerra alla ragione subirono la fascinazione di tematiche quali l’amore e il desiderio e nutrirono una vera passione per le culture native. Da posizioni eccentriche rispetto alla morale borghese del tempo, raccogliendo l’invito di Freud, esplorarono desiderio e pulsioni come manifestazioni di sé, mettendo in pratica nelle loro vite relazioni articolate e libero amore.

In una sezione dedicata sono raccolti scritti, manifesti e spezzoni di film che ai tempi suscitarono ampio dibattito sfociato spesso in scandalo. Così come furono grandi viaggiatori e collezionisti di oggetti etnografici. Emblematico il caso del Messico dove sul finire degli anni Trenta trovarono rifugio molti surrealisti, tra cui Breton che vi soggiornò più volte. Il loro atteggiamento nei confronti del colonialismo e delle culture native fu ambivalente: non lesinarono critiche alle politiche predatorie degli stati europei salvo essere collezionisti seriali di oggetti riconducibili

ai flussi coloniali. Maschere, sculture, – africane, di origine oceanica e dell’America del Nord – collezionate per gusto tassonomico, ma soprattutto perché delle culture primitive apprezzavano la valenza simbolica e onirica, l’aprirsi a significati altri, la loro perfetta adesione al concetto di meraviglioso.

La parabola artistica del Surrealismo è durata poco più di due decenni, il suo retaggio però vive ancora ogniqualvolta non ci accontentiamo del primato della ragione e siamo disposti a scendere nella profondità del sentire per trovare altre spiegazioni e significati che ci restituiscano una pienezza di comprensione. E allora, oggi come cent’anni fa, siamo un po’ tutti surrealisti!

Dove e quando Dalí, Magritte, Man Ray e il Surrealismo. Capolavori del Museo Boijmans Van Beuningen. Al Mudec di Milano fino al 30 luglio. Lu 14.30-19.30, ma-me-ve-do 9.30-19.30, gio-sa 9.30-22.30. www.mudec.it

CULTURA ● ◆ Settimanale di informazione e cultura Anno LXXXVI 19 giugno 2023 azione – Cooperativa Migros Ticino 29
Pagina 31 © Salvador Dalí, Gala-Salvador Dalì Foundation by SIAE 2023 Alessandra Matti

Approfittatene!

33% Pack da 6 4.40 invece di 6.60

evian Acqua minerale naturale 6x1.5L

Da tutte le offerte sono esclusi gli articoli già ridotti. Offerte valide dal 20.6 al 26.6.2023, fino a esaurimento dello stock.

Ora in azione

conf. da 2

25% 6.95 invence di 9.40

Le Petit Marseillais crema doccia per es. Fiore d’arancio 2 x 250ml

Da tutte le offerte sono esclusi gli articoli già ridotti. Offerte valide solo dal 20.6 al 3.7.2023, fino a esaurimento dello stock

Nel lussureggiante cuore dell’Amazzonia

La mostra ◆ Gli scatti di Salgado in un’esposizione curata dalla moglie Léila con le musiche di Jean Michel

Di solito si dice visitare una mostra, stavolta però bisognerebbe parlare di un’esperienza «full immersion», un vero e proprio viaggio in un territorio vasto come un Continente (6 milioni di kmq contro i 4 dell’Europa). Ci fanno da guida Sebastiāo Salgado e sua moglie Lélia Wanick e ci accompagnano le musiche che Jean Michel Jarre ha composto ispirandosi ai suoni della foresta, ai canti degli indigeni e ai ruggiti/grugniti degli animali: suoni propedeutici per completare l’esperienza della visione. È un’emozione entrare negli spazi della Fabbrica del Vapore a Milano, oscurati per l’occasione: Amazônia, questo il titolo dell’esposizione già apprezzata da quasi un milione di visitatori in un tour mondiale approdato a Milano, ma da poco visitabile anche alla Maag Halle di Zurigo fino al 24 settembre.

Il fotoreporter non mostra un paradiso in fiamme, ma la sua gente

È il frutto di anni di lavoro svolto tra mille difficoltà: autorizzazioni da richiedere alle varie amministrazioni locali e ai capi tribù; logistica da improvvisare giorno per giorno portandosi appresso pannelli solari per ottenere elettricità, nonché cibi cucine e cuochi per garantirsi la sopravvivenza; mezzi di trasporto talvolta pericolosamente al limite dell’affidabilità: piroghe, battellini e canoe fluttuanti tra una fauna non proprio domestica!

Dalle 250 immagini dell’expo, e dai filmati che l’affiancano, ri/emergono chiaramente due spunti di interesse che da decenni caratterizzano opera e ricerca di Salgado: la dignità dell’uomo (una fiammella sempre accesa, anche in ambienti precari e inospitali per non dire ostili) e la sua attenzione da un lato – appunto – antropologica, dall’altra per la potenza della natura in tutte le sue manifestazioni: antiche quelle geologiche, quotidiane quelle meteorologiche. Scopriamo così dapprima che l’Amazzonia non è affatto piatta come forse vor-

Jarre

rebbe l’immaginario collettivo, bensì ospita vere catene montuose tra le più alte del Brasile, con alcune vette che superano i 3 mila metri d’altitudine; poi dell’esistenza dei cosiddetti fiumi volanti, corsi d’acqua creati dall’estrema umidità di miliardi di alberi: ruscelli torrenti e veri fiumi che poi spariscono dopo qualche rara giornata di siccità in quella foresta pluviale comunemente definita «il polmone del mondo». Un polmone minacciato dall’ingordigia di chi la saccheggia da decenni alla ricerca non solo di legname perpetuando uno scempio purtroppo accelerato dall’ex presidente Bolsonaro, il quale voleva raderne al suolo qualche migliaio di kmq (!) per istallarvi nuove industrie brasileire. «Per fortuna avevo ultimato il mio lavoro quando questo personaggio è arrivato al potere!», ha esclamato Salgado nel corso della conferenza stampa di presentazione della mostra. Il fotografo aveva tuttavia già scelto di non mostrarci l’Amazzonia in fiamme, devastata e violata, puntando viceversa su quella sua biodiversità che «tutti noi dobbiamo ammirare e soprattutto proteggere». È indubbia – al di là del piacere estetico – l’importanza etico/sociopolitica della sua opera, che però il reporter Salgado (visitati 130 Paesi del mondo) minimizza con l’umiltà dei veri grandi: «Scatto quasi sempre con un centoventicinquesimo di secondo d’apertura dell’obiettivo. Dunque queste 250 immagini mi sono costate solo due secondi della mia vita»; dimenticando però che per ottenerle gli ci sono voluti quasi dieci anni! Il rispetto che Salgado dimostra sempre verso chi finisce davanti alla sua apparecchiatura è testimoniato anche stavolta, però con un’attenzione in più: per esaltare tatuaggi e particolarissimi ornamenti sfoggiati talvolta dagli indios, ha creato uno studiolo ambulante – 6x4 metri – montato per sistemare i suoi protagonisti davanti a un fondale nero e poi riposto per ripartire verso nuove avventure, talvolta accompagnato da mediatori e traduttori. Nei suoi 58 viaggi in

Le nuove povertà

Amazzonia («Una volta ho navigato per oltre un mese su una piroga senza mai toccare terra. Si sa quando si parte senza sapere quando si arriverà»), Salgado ha infatti scoperto che laggiù vivono quasi duecento comunità diverse e si parlano 186 (!) lingue differenti. «È stato impossibile raggiungerle tutte, ma ho visto popoli che vivono come diecimila anni fa, scoprendo altresì che ci somigliamo quasi in tutto». Anche le didascalie delle foto testimoniano il suo affetto verso le popolazioni indigene: ogni persona – anche nelle foto di gruppo – è identificata con nome, cognome (più sovente il suo soprannome), tribù d’appartenenza, luogo e data del ritratto. Ecco dunque Haitschù Kuikuro bardato da guerriero e con un copricapo di piume simile a quelli dei Pellerossa, la bellissima adolescente Rosana Kaitsalò mentre viene tatuata in vista della sua cerimonia di iniziazione nel Mato Grosso, dove un felicissimo Pirakuma Kamaiurà non sa più dove sistemare i pesci pronti per la festa e la griglia. Pesci che invece, ritto sulla canoa e imbracciando l’arco, Wewi-

to Piyako cerca ancora di trafiggere lungo il corso del Rio Amònea, Stato dell’Acre. O ancora lo sciamano Angelo Barcelos invocare gli spiriti per superare le asperità del Pico da Neblima (nebbiolina in portoghese), la più alta vetta del Brasile coi suoi 3114 metri d’altezza, ritenuta sacra e inviolabile dagli indigeni e perciò scalata solo nel 1965 da alcuni soldati dell’esercito brasiliano. Un esercito da sempre ben presente in Amazzonia soprattutto per controllare il traffico di droga e adesso – con l’arrivo di Lula da Silva al Palazzo presidenziale – impegnato anche per organizzare il più presto possibile gli interventi in caso d’incendio. A bordo di elicotteri e velivoli militari, Salgado ha potuto realizzare foto a 180 gradi, vedute che il suo proverbiale quanto incisivo bianco e nero rende davvero mozzafiato. Parte integrante dell’esposizione pure due sale di proiezione: la prima ci presenta il sontuoso paesaggio amazzonico con le note elegiache e poi aggressive del poema sinfonico Erosão (1950), opera del compositore brasiliano Heitor Villa-Lobos. Poi i ritratti di

uomini e donne che abitano la foresta con il sottofondo della musica new age di un altro e più giovane musicista carioca, Rodolfo Stroeter. Una colonna sonora voluta da Lélia Wanick, da sessant’anni compagna artistica e di vita del fotografo («Senza la mia Lélia non ci sarebbe stato Salgado»!) per il suo geniale quanto coinvolgentissimo allestimento.

«Ho voluto creare un ambiente in cui il visitatore si sentisse integrato nella vegetazione della foresta»

«Con Amazônia –spiega la Signora – ho voluto creare un ambiente in cui il visitatore si sentisse all’interno della foresta, integrato con la sua esuberante vegetazione e con la vita quotidiana delle popolazioni indigene. La mia idea era quella di presentare le immagini, accompagnate da testi pertinenti, in modo da sottolineare la bellezza di questa natura e dei suoi abitanti, nonché la sua dimensione ecologica e umana, tutti elementi che oggi sono così minacciati e che è dunque fondamentale proteggere e preservare». Preoccupati per il grave degrado ambientale del «polmone del mondo», i Salgado hanno creato nel 1998 «Instituto Terra», che ha sinora messo a dimora più di tre milioni di alberi partendo dai dintorni della fattoria gestita un tempo da papà Salgado e che, alla morte di quest’ultimo, la coppia ha ritrovato completamente deforestificati.

«Il mio desiderio, con tutto il cuore, con tutta la mia energia e con tutta la passione che possiedo – ha concluso Sebastiāo Salgado l’incontro con la stampa – è che tra cinquant’anni questa mostra non assomigli a una testimonianza di un mondo perduto». Parole su cui c’è molto da riflettere.

Dove e quando Amazônia, Sebastião Salgado, Fabbrica del Vapore a Milano fino al 19 nov.; Maag Halle a Zurigo fino al 24 sett.

Feuilleton ◆ Il romanzo a puntate di Lidia Ravera per «Azione». Sul nostro sito www.azione.ch sono disponibili quelle precedenti

Si inchiodavano, ridendo, ciascuno al suo destino.

Poi incominciavano a giocare a scacchi, o ad ascoltare musica, o a guardare un film, con l’obbiettivo di smettere di parlare.

Non quella sera.

Von Arnim era inquieto e Fanny decise di fare il primo passo.

«Allora? La bella Betta andrà alla festa o hai ritirato l’invito? Se sei arrivato fin qui deve essersi sciupato qualcosa nel tuo parco giochi».

«No, perchè?»

Appena ebbe pronunciato quelle due parolette bugiarde, se ne pentì.

Con un lungo a solo della sua tosse secca, Fanny gli diede il tempo di rimediare.

«La festa è fra 15 giorni. Ma non insisterò perchè partecipi. Sono molto opportunamente sparito e va bene così».

Fanny si agitò sulla poltrona, che la conteneva a stento.

La sua risata risuonò artificiosa.

E fu come un segnale.

Erano finiti i convenevoli, iniziava la partita delle piccole verità, un lavoro di scavo che Fanny aveva sempre fatto coincidere con l’amicizia.

«D’accordo, vorrei portarla alla festa, presentarle Martin, vorrei che Martin la facesse sentire al centro delle attenzioni di un regista famoso. Lui sa farlo, è abbastanza infelice per mantenere un paio di canali aperti alla comunicazione con il mondo reale».

«Altrettanto spero di te».

«Senti chi parla, la regina delle nevi».

«Il fatto che tu vada in giro innamorandoti di questa e di quella non fa di te uno che si muove nel mondo reale. È sempre a te stesso che fai la corte».

«Amen».

Von Arnim valutò l’ipotesi di ritirarsi, non aveva voglia di ingaggiare uno di quei duelli ormai esangui che in altri tempi erano riusciti a farlo sentire impegnato a vivere, come se vivere

fosse un’occupazione, la sua occupazione, che diventava un hobby quando ne parlava con Fanny.

Gli pareva, allora, di muovere le pedine su una scacchiera immaginaria e commentare con lei le ricadute dei suoi atti lo aiutava a prendersi sul serio.

Dava corpo ai suoi fantasmi e per questo l’aveva sposata e per questo, poi, l’aveva lasciata.

«Non battere in ritirata, pusillanime, non abbiamo ancora incominciato a confessare le tue colpe».

«Incominciamo dalle tue. È stata tua l’idea di darle quei maledetti 500 euro».

«E tu sei stato così stupido da dirglielo, che era stata un’idea mia. Non riesci a pensarmi morta neanche per gioco».

Won Arnim annuì.

Non aveva voglia di parlare.

La luce bassa, il bagliore del fuoco, il rantolo che graffiava il respiro corto della donna grassa seduta accanto a lui, davanti al camino.

Il sibilo del vento fuori dalla baita. Gli ululati lontani.

La tosse, che partiva in crescendo, diminuiva, poi come un tema musicale, ritornava.

Tutto gli pareva precario, temporaneo, vulnerabile.

Quando si erano conosciuti Fanny posava nuda, a Venezia, davanti agli studenti di una scuola d’arte per mille lire al giorno. Aveva sempre freddo, aveva sempre fame.

Ma non aveva nessuna intenzione di tornare a casa, la casa da cui era scappata di notte, dopo aver confessato a sua madre e a suo padre che non avrebbe sposato nessuno, né il ragazzo che piaceva a loro né il ragazzo che fingeva di preferire al ragazzo che piaceva a loro, perché a lei non piacevano gli uomini.

Lei amava le donne.

La frase, migliaia di volte ripetuta in quel delicato delirio di autoassoluzione che è il racconto del proprio passato, era: «Sono una troia lesbica,

mamma. Lesbica e troia». Aveva 19 anni.

Lasciava una famiglia benestante da generazioni, una dinastia di notai e avvocati, educatamente fascisti che l’avevano cancellata con l’estremismo ideologico che connotava l’epoca.

Era il 1960, Fanny non era ancora maggiorenne, ma nessuno, nella famiglia abbandonata, aveva mosso la legge per recuperare la pecora nera.

Von Arnim l’aveva salvata dall’arresto in un gelido martedì di febbraio, mentre usciva da un ristorante costoso senza aver pagato il conto.

Non era la prima volta.

L’aveva già fatto in altri ristoranti, la voce si era diffusa.

La mano guantata del maître le aveva afferrato la spalla, pochi metri dopo dall’uscita.

Von Arnim aveva seguito la scena dalla vetrata e si era precipitato fuori per dichiarare, con un certo divertito sussiego: «La signorina è con me».

(37 – Continua)

Settimanale di informazione e cultura Anno LXXXVI 19 giugno 2023 azione – Cooperativa Migros Ticino CULTURA 31
Indiana Yawanawá. Stato di Acre, Brasile, 2016. (© Sebastião Salgado/Contrasto)
Su tutte le salse Heinz Tomato Ketchup p. es. Tomato Ketchup Light, 220 ml 2.90 invece di 3.65 20% Su tutte le salse BBQ Heinz e Bull’s-Eye p. es. Heinz Hot Chili, 220 ml 2.50 invece di 3.15 20% Heinz Mayonnaise p. es. Mayonnaise, 220 ml 2.35 invece di 2.95 20% Mega accordo It has to be Heinz. Da tutte le offerte sono esclusi gli articoli già ridotti. Offerte valide dal 20.6 al 26.6.2023, fino a esaurimento dello stock. © 2023 The Coca-Cola Company. Coca-Cola, Coca-Cola ZERO, Coke and Fanta are trademarks of The Coca-Cola Company. Da questa offerta sono esclusi gli articoli già ridotti. Offerta valida solo dal 20.06 al 26.06.2023, fino a esaurimento dello stock. 30% Coca-Cola Original oppure Coca-Cola zero 6 × 1.5 l 9.65 invece di 13.80 30% Coca-Cola Original oppure Coca-Cola zero 4 × 900 ml, 6 × 500 ml, 6 × 330 ml 30% Fanta Exotic zero, Fanta Mango oppure Fanta Shokata 6 × 500 ml La stagione dei festival ci attende!

Questioni di vita e di morte proiettate su orizzonti lontani

In memoria ◆ L’eredità letteraria dello scrittore statunitense Cormac McCarthy, scomparso la scorsa settimana

L’ultimo romanzo di Cormac McCarthy, Il passeggero, si è rivelato veramente ultimo: non solo il più recente, ma anche l’estremo e il definitivo. Due aggettivi che certo non gli sarebbero dispiaciuti. La sua scomparsa all’età di 89 anni, la scorsa settimana, ha suscitato un’onda di commozione e gratitudine che non si vedeva da tempo nel mondo letterario, per di più in modo trasversale e condiviso: uno degli autori più partigiani e politicamente scorretti della nostra epoca era riuscito infatti a federare attorno a sé un consenso universale, nient’altro che lo specchio delle sue capacità stilistiche e della sua straordinaria bravura.

I lettori non anglofoni attendono ancora, in realtà, di conoscere l’ultimissimo pezzo della sua opera, quasi un’appendice al Passeggero che uscirà in autunno da Einaudi sotto il titolo di Stella Maris. Una scelta insolita, che contrasta con il cofanetto dell’edizione in lingua inglese nel quale le due ante del dittico sono raccolte assieme; sospetto un’operazione commerciale, anche se non bisogna dimenticare i tempi tecnici della traduzione e la grande «fame» che attanagliava i lettori sin dai tempi di The Road (2007).

Comunque stiano le cose, il solo Passeggero, apparso in italiano da poco, è una chiave d’accesso perfetta al suo mondo e alla sua scrittura. Basti dire che l’enigma con cui si apre il romanzo, la scomparsa di un passeggero – appunto – da un piccolo volo privato finito in fondo alla baia del Mississippi, si sfilaccia ben presto fino a scomparire del tutto dalla trama del libro, ammesso che di «trama» si possa effettivamente parlare. Per McCarthy vale quello che era solito ripetere il mio docente di filosofia delle superiori: ci sono libri (parlava di Dostoevskij) per i quali non importa come la storia si conclude, «se alla fine pirla di qua, o pirla di là», ma contano i contenuti che la lingua ha saputo far affiorare in superficie.

Noi lettori del terzo millennio, abituati e persino sfiniti dall’onnipresente retorica del poliziesco (del plot, del come-va-a-finire), non siamo più

The Cellist incanta Zurigo

Balletto ◆ Firma lo spettacolo Cathy Marston, la prossima nuova direttrice del Ballett Zürich

The Cellist della britannica Cathy Marston è il balletto che sta infervorando – e lo farà ancora per qualche giorno – il pubblico dell’Opernhaus di Zurigo. A partire dalla stagione prossima, l’apprezzata coreografa sarà la nuova direttrice del Ballett Zürich al posto di Christian Spuck, il quale assumerà invece la direzione dello Staatsballett di Berlino.

La coreografa si è ispirata alla biografia della violoncellista Jacqueline Du Pré (prima moglie di Daniel Barenboim) scomparsa a soli 42 anni

capaci di apprezzare una scrittura fondata sull’immediatezza dell’esistenza che si squaderna sulla pagina riga dopo riga: vogliamo correre avanti, vogliamo sapere. Ma sapere che cosa? Ci interessa veramente scoprire il nome dell’assassino? Notoriamente avverso alle scuole di scrittura e alle loro regole preconfezionate, che riteneva poco meno di una truffa, McCarthy ha sempre affermato di interessarsi soltanto alle «questioni di vita e di morte». Non per nulla ha guardato, come nessun altro della sua generazione, ai due generi letterari che più di tutti si prestavano a tale scopo: l’epica e la tragedia. L’epica con la quale ha saputo rivitalizzare un genere di serie B come il western (da Meridiano di sangue a Trilogia della frontiera), la tragedia a cui sembrano conformarsi invece gli ultimi romanzi: Non è un paese per vecchi, La strada e soprattutto questo doppio, meraviglioso finale.

Lungi dallo scomparire, il passeggero misterioso è in verità sotto gli occhi di tutti, trasformato in metafora della vita stessa dei protagonisti e dei loro tormenti esistenziali: il sommozzatore eremita Bobby Western e sua sorella Alicia, genio schizofrenico e precoce di cui il fratello è incestuosamente innamorato (una colpa atavica che fa il paio con il fatto che entrambi siano figli di uno degli inventori della bomba atomica). Ecco gli ingredienti principali, tragici e assoluti al tempo stesso, di questo nuovo romanzo, che si completa con una serie di figure memorabili e pittoresche, alcune delle quali vive soltanto nella mente malata della ragazza, eppure non meno vivide e credibili agli occhi dei lettori.

Con il passare degli anni la prosa di McCarthy si è come rarefatta: i dialoghi, genere nel quale è maestro, hanno preso sempre più spazio a scapito di azioni e descrizioni. Le «questioni di vita e di morte» hanno così potuto emergere in tutta la potenza delle loro provocazioni, morali e filosofiche, scientifiche e religiose (ho il sospetto che McCarthy non amasse il termine «spirituali»). Importa poco alla fine in quale luogo avvengano questi dialoghi, a quale punto della

storia si situino e persino di chi siano le voci che ingaggiano le contese verbali: tutto svanisce sullo sfondo e rimangono soltanto le parole divenute veicolo dei grandi interrogativi di sempre, declinati in uno stile asciutto e secco, quasi sapienziale. «Nasciamo tutti dotati della facoltà di vedere il miracoloso. Non vederlo è una scelta». Oppure: «Sapeva che alla fine era impossibile sapere. Impossibile afferrare il mondo. Che si tratti di un toro sulla parete di una grotta o di un’equazione differenziale non cambia niente». Sarà necessario tornare più volte su questo libro, anche per metterne a fuoco il vasto retroterra culturale, che recupera ad esempio una massima del mistico tedesco Daniel von Czepko (1605-60): «Vor mir war keine Zeit, nach mir wird keine Sein» (prima di me non esisteva il tempo, dopo di me non ci sarà nulla).

Già da questi pochi prelievi si intuisce la fatica immane di cui si è sobbarcata la ticinese Maurizia Balmelli, che di McCarthy aveva già reso in italiano Suttree, titolo non meno difficile del Passeggero. I ringraziamenti della traduttrice in fondo al volume, a vari esperti nei campi della fisica quantistica e dell’immersione subacquea, dei motori e delle estrazioni petrolifere, danno un’idea dello spettro dei temi e degli ostacoli. Qui e là l’atmosfera linguistica, il tono delle conversazioni, ha delle oscillazioni di registro che non trovo nell’originale, ma nel complesso si tratta di un lavoro maiuscolo, svolto per di più in tempi strettissimi. Scelgo un passo tra i più riusciti: la resa del gioco di parole intraducibile tra «Gladly The Cross I’d Bear » (Porterei volentieri la Croce) e «Gladly The Cross Eyed Bear » (Gladly, l’orso dagli occhi strabici). Ci voleva un’allusione ironica a un inno religioso di tradizione italiana, meglio se con un «orso»… Soccorre, per un’intuizione geniale, un verso del Salve Regina: «Orsù dunque, avvocata nostra». Un plauso a Maurizia Balmelli.

Bibliografia

Cormac McCarthy, Il passeggero traduzione di Maurizia Balmelli, Einaudi 2023.

La Marston si è formata a Cambridge e alla celeberrima Royal Ballet School di Londra, è stata artista associata della Royal Opera House di Londra, ha fatto parte del Ballett Zürich come ballerina durante l‘indimenticabile era Spoerli, mentre dal 2007 al 2013 è stata direttrice del corpo di ballo del Konzert Theater di Berna, compagnia per la quale ha creato numerosi significativi balletti miscelando sapientemente i parametri della grande tradizione con quelli, conosciuti o inediti, più sobri e minimalisti della scena contemporanea. Per The Cellist, la coreografa si è ispirata alla biografia della celebre violoncellista Jacqueline Du Pré (prima moglie di Daniel Barenboim), scomparsa tragicamente a soli 42 anni dopo una strenua lotta contro una forma grave di sclerosi multipla. La storia straordinaria di una donna e artista straordinaria, dunque, disegnata soprattutto con una serie di eloquenti pas-de-deux e di pas-de-trois dal potere magnetico sul pubblico. Tre protagonisti – la violoncellista, il violoncello (sì, pure interpretato da un ballerino), e il direttore d’orchestra - danno vita ad un continuo, accattivante caleidoscopio di figure coreografiche, sempre fonte di fortissime emozioni. Con una perfetta fluidità di movimento, ora lenta e malinconica, ora sensuale e misteriosa, ora concitata, i tre ballerini rivelano la cifra peculiare del balletto che, in uno spazio delimitato da luci, ombre e poco altro (scene di Hildegard Bechtler, luci di Jon Clark, costumi di Bregje van Balen), ricrea agevolmente le relazioni fra i personaggi e le varie situa-

zioni che ne scaturiscono. Dapprima con la bimba Jacqueline Du Pré che a quattro anni già si innamora del suono del violoncello e riceve la sua prima lezione dalla madre, poi i rapporti con i vari insegnanti e, in particolare, il magico incontro con il celebre direttore d’orchestra. Ma è soprattutto l’incessante, simbiotica relazione della Du Pré con l’amato violoncello a dare forma ed emozione alle geometrie delineate a terra, a quelle ricreate dai due corpi danzanti, insomma a magnifiche immagini che ricreano ogni sfumatura, sensazione, riflessione e tensione, ogni silenzio e conflitto relativo a questo profondissimo rapporto. Finché non si presentano, prima gradualmente, poi sempre più velocemente, i sintomi della malattia. La lotta è strenua, immane, tratteggiata con grande forza espressiva. Poi tutto, anche il matrimonio con il famoso maestro, rallenta, si sgretola: forza, abilità, destrezza, volontà vengono meno finché la morte non sopisce tutto, anche i sospiri del violoncello rimasto solo e abbandonato. Ma il ricordo della leggendaria artista rimane indelebile.

L’intensità di Giulia Tonelli

Pubblico immobile e commosso dall’inizio alla fine, prima di lasciarsi andare a grati applausi all’indirizzo di tutti; di Giulia Tonelli che nei panni della violoncellista trova l’occasione per esprimere tutta la propria intensità, passione e preparazione tecnica; di Wei Chen, stupendo per espressività e tecnica in quelli del violoncello, e di Esteban Berlanga, in grado di fondere tecnica e interpretazione nella parte del direttore d’orchestra. Applausi scroscianti anche per Cathy Marston e per tutto l’ensemble. Inoltre, per il Maestro Paul Connelly, per il violoncellista Lev Sivkov e per la Philarmonia Zürich che hanno eseguito la musica di Philip Feeney, una miscela di arrangiamenti di brani per violoncello di Elgar, Beethoven, Fauré, Mendelssohn, Piatti, Rachmaninoff e Schubert, soprattutto quelli del repertorio di Jacqueline Du Pré. The Cellist rimarrà In cartellone al teatro dell’Opera di Zurigo fino al 22 giugno.

Informazioni www.opernhaus.ch

Settimanale di informazione e cultura Anno LXXXVI 19 giugno 2023 azione – Cooperativa Migros Ticino CULTURA 33
Marinella Polli
Un momento dello spettacolo. (Foto Gregory Batardon)
Pietro Montorfani McCarthy è stato uno degli autori più partigiani e politicamente scorretti della nostra epoca, eppure è riuscito a federare attorno a sé un consenso universale. (Keystone)

Occhiali da sole e da lettura in promozione

30%

34.95 invece di 49.95

Occhiali da sole Central Square per es. Occhiali da donna Central Square

30%

34.95 invece di 49.95

Occhiali da sole

Central Square per es. Occhiali da uomo Central Square

30% 27.95 invece di 39.95

Occhiali da lettura

Central Square per es. Occhiali da lettura diottrie da +1.00 fino a +3.50

30%

13.95

invece di 19.95

Occhiali da lettura

Central Square per es. Occhiali da lettura diottrie da +1.00 fino a +3.50

Disponibile presso le grandi filiali Migros della cooperativa Migros Ticino. Da tutte le offerte sono esclusi gli articoli già ridotti. Offerte valide dal 20.6 al 10.7.2023, fino a esaurimento dello stock. Migros Ticino

«Essere considerati pezzi di storia mette a disagio»

Intervista ◆ Consequences Coming è il titolo del nuovo album da solista di Glen Matlock ex dei Sex Pistols

Quando era ragazzo Glen Matlock fu una delle menti creative della rivoluzione punk nei Sex Pistols che abbandonò venendo rimpiazzato da Sid Vicious. Nel corso degli anni è tornato insieme ai suoi ex compagni per alcuni tour, il più famoso dei quali fu il Filthy Lucre del 1996. Nel frattempo ha collaborato con innumerevoli musicisti e ha partecipato a moltissimi progetti musicali. Oggi ha un nuovo disco da solista pieno di energia e invettive politiche, è in tour con i Blondie. E non ha nessuna voglia di fermarsi.

Anni fa hai scritto una biografia intitolata «I was a teenage Sex Pistol» (riedita nel 2012). Quella storia è raccontata, da un altro punto di vista, in Pistol la recente serie dedicata ai Sex Pistols del regista premio Oscar Danny Boyle. Come l’hai accolta?

Ho avuto modo di vederla in anteprima con mio figlio. Avrebbe potuto essere più coraggiosa, ero inizialmente a favore perché poteva essere qualcosa di speciale. Ma purtroppo non è così. Io come il batterista Paul Cook veniamo rappresentati senza alcuno spessore. E soprattutto il racconto che io fui cacciato dalla band semplicemente non è vero, fui io a lasciare. Sono stato molto deluso da questo e infatti l’ho detto anche a Boyle. So che John (John Lydon Rotten, cantante dei Sex Pistols ora leader del Public Image Ltd. ndr) ha tentato di opporsi alla realizzazione, ma poi il tutto si è trasformato in una contesa legale su chi detiene il marchio dei Sex Pistols. D’altronde si basa sul libro di Steve Jones (il chitarrista dei Pistols, ndr) che in fondo fu quello che fondò il gruppo e che ha diritto a raccontare la storia dal suo punto di vista. Ma per me è stata una delusione.

Quel periodo della tua vita fa parte ormai della mitologia del rock…

È strano e in parte incredibile. Ormai non ci posso fare nulla. Sono stato nei Sex Pistols dal 1975 al 1977, ma

è quello di cui la gente vuole sempre parlare. Sarò un ex-Sex Pistol per tutta la mia vita. Per quanto riguarda la mia versione della storia, a volte non importa quello che racconti. La gente non ci crede e continua a chiederti come andarono davvero le cose.

In realtà con Sid Vicious, che ti rimpiazzò nei Pistols, hai avuto anche una band, i Vicious White Kids nel 1978…

Si trattò in realtà di un unico concerto. Eravamo rivali, ma fu una bella esperienza. Dopo appena un paio di prove organizzammo uno show a Londra che con il passaparola fu tutto esaurito. Un repertorio di sole nove canzoni di rock’n’roll. A grande richiesta continuammo a suonare e ripetemmo la scaletta tre volte. Fu in quell’occasione che conobbi per la prima volta Debbie Harry dei Blondie. C’erano anche Steve e Paul dei Pistols e i Thin Lizzy. Circola anche un bootleg della serata, che però raccoglie solo l’ultima parte dell’esibizione quando l’alcol si stava già facendo sentire un po’ troppo. Quello che si dimentica è che Sid alla fine

Ora in offerta

Glen Matlock, una delle menti creative della rivoluzione punk nei Sex Pistols, è uscito con un nuovo album e il 1 luglio suonerà a Londra con i Blondie. (© Danny Clifford)

era un interprete di talento, alla sua maniera era come un Elvis, sapeva dare una propria interpretazione a canzoni non sue.

L’avventura dei Pistols iniziò a Londra nel negozio, in cui lavoravi, della stilista Vivienne Westwood, scomparsa lo scorso dicembre. Che ricordo hai di lei?

Non siamo stati molto in contatto da quell’epoca, l’ultima volta che la incontrai di persona era al funerale di Malcolm McLaren. Poi ogni tanto ci siamo sentiti attraverso il figlio Ben che è mio amico. Me la ricordo come una donna complicata ma determinata, che non accettava mai un no come risposta, che sapeva essere oltraggiosa nel modo in cui vestiva. Le piaceva ridere anche se era a tratti molto seria. Dopo la sua morte ho partecipato a una commemorazione in suo onore. Erano presenti tutte le più grandi star della moda, del pop e del cinema.

Negli anni hai fondato i Rich Kids con Midge Ure, suonato con Iggy Pop ai tempi in cui lavorava con Bowie, nel 2010 hai fatto parte della

reunion dei Faces con Ron Wood… Oggi, a parte i lavori solisti, sei il bassista dei Blondie. A differenza degli altri Pistols non sei rimasto prigioniero del passato. Non seguo molto più quello che fa John Lydon, oggi mi sembra un po’ come quelle star dei musical che interpretano sempre lo stesso personaggio. Steve Jones va un po’ dove ci sono i soldi. Vive a Los Angeles e si gode quello stile di vita californiano e non vedo perché non dovrebbe farlo, Paul Cook ha partecipato a vari progetti. Io cerco sempre di farmi coinvolgere in quello che mi viene proposto. Ho appena finito un tour americano con i Blondie dove abbiamo suonato anche al Festival Coachella e adesso ho un mio nuovo album.

Consequences Coming è il tuo nuovo lavoro solista, un disco di rock passionale, molto politico. Le conseguenze che stanno arrivando a cui ti riferisci nel titolo sono quelle della Brexit e delle scelte fatte dai governi inglesi. Ho iniziato a comporre alcune delle canzoni appena prima della pande-

mia. La scelta della Brexit si è ritorta contro di noi. E sta arrivando la resa dei conti per gli esponenti politici che hanno ingannato la gente. Quando nel primo singolo del disco parlo di «Head on a stick» («testa su una picca») ovviamente è una metafora, ma il senso è quello. Boris Johnson si credeva il re del mondo e quanto è durato? Neppure tre anni. Forse sta accadendo anche in America. Qualche settimana fa ero a New York proprio per un concerto dei Blondie. Manhattan era bloccata dopo la notizia che Donald Trump era stato formalmente accusato in tribunale. Sì, forse le conseguenze stanno davvero arrivando.

Il disco è stato accolto molto bene dalla critica, esce per la prestigiosa etichetta londinese Cooking Vinyl, con te anche dei musicisti che conosci da tempo…

La Cooking Vinyl ristamperà in vinile anche gli ultimi miei due precedenti dischi. Per questo album ho lavorato con artisti molto bravi e con cui è molto divertente suonare, con alcuni di loro collaboro da anni: il chitarrista Earl Slick (già chitarrista di Bowie, ndr), Clem Burke con cui suono anche nei Blondie, Chris Musto che era nella band di Johnny Thunders e un chitarrista giapponese Tomoyasu Hotei, che è considerato il Jeff Beck nipponico.

Una nuova generazione di giovani sta riscoprendo i grandi nomi dell’era del punk che sono ancora in tour. Vogliono rivivere un pezzo di storia?

Forse è così, il prossimo 1° luglio a Londra suonerò con i Blondie in un festival che vede sul palco anche Iggy Pop, e Steve e Paul dei Sex Pistol con la loro nuova band, i Generation Sex in cui canta Billy Idol. Essere considerati pezzi di storia mette a disagio, ma io cerco di essere un artista contemporaneo, di parlare di quello che accade oggi. È quello che ho voluto fare con il mio nuovo disco e con le mie nuove canzoni.

Settimanale di informazione e cultura Anno LXXXVI 19 giugno 2023 azione – Cooperativa Migros Ticino CULTURA 35 Tutte le colorazioni Schwarzkopf per es. Set per colorazione della radice Castano scuro A4, 1 pezzo, 4.45 invece di 5.95 25% Tutte
1 pezzo, 5.40
di 7.20 25%
le colorazioni Syoss per es. Baseline 3-1 radice Castano scuro,
invece
Schwarzkopf e Syoss donano il 2% dei profitti contro il cyberbullismo a Pro Juventute Da tutte le offerte sono esclusi gli articoli già ridotti. Offerte valide solo dal 19.6 al 3.7.2023, fino a esaurimento dello stock Annuncio pubblicitario

Hit della settimana

Branches Frey Milk o Dark, 50 x 27 g, per es. Milk, 12.– invece di 24.75, offerta valida dal 22.6 al 25.6.2023 conf. da 50 50% 5.75 invece di 9.60 Rösti Original M-Classic 3 x 750 g, offerta valida dal 22.6 al 25.6.2023 conf. da 3 40% 4.60 invece di 7.70 Entrecôte di manzo, IP-SUISSE in conf. speciale, per 100 g, offerta valida dal 22.6 al 25.6.2023 40% imbattibili weekend del Prezzi Validi gio. – dom. Fino a esaurimento dello stock. Da tutte le offerte sono esclusi gli articoli M-Budget e quelli già ridotti. Tutto l'assortimento Evian per es. 6 x 1,5 l, 4.40 invece di 6.60 conf. da 6 33% Tutto l'assortimento Handymatic Supreme (sale rigeneratore escluso), per es. All in 1 in polvere, 1 kg, 5.– invece di 9.95 a partire da 2 pezzi 50% 14.–invece di 20.40 Salmone selvatico Sockeye, MSC pesca, Pacifico, in conf. speciale, 280 g 31% 3.20 invece di 4.70 Albicocche Migros Bio Spagna/Francia/Italia, vaschetta da 500 g 31% 20. 6 – 26. 6. 2023

Settimana Migros Approfittane e gusta

Il nostro consigliosettimana:della

45%

2.75 invece di 5.–

35%

Pesche noci gialle Spagna/Francia/ Italia, al kg

30%

6.95 invece di 9.95

Polli interi Optigal Svizzera, 2 pezzi, al kg, in self-service

5.80 invece di 8.95

Bratwurst di maiale Tradition Svizzera, in conf. speciale, 4 pezzi, 500 g

conf. da 4 50%

9.90

invece di 19.80

Ravioli Anna's Best mozzarella e pomodoro o ricotta e spinaci, per es. mozzarella e pomodoro, 4 x 250 g

33%

40%

Carta igienica asciutta o umida Tempo, FSC® in confezioni multiple o speciali, per es. Premium, 24 rotoli, 14.95 invece di 24.95

Da tutte le offerte sono esclusi gli articoli M-Budget e quelli già ridotti.

Offerte valide dal 20.6 al 26.6.2023, fino a esaurimento dello stock.

Migros Ticino
Tutte le capsule Café Royal per es. Lungo, 36 pezzi, 10.05 invece di 14.95 a partire da 3 pezzi

Questi colori, questi sapori: tutti un regalo del caro vecchio sole

CONSIGLIO FRESCHEZZA

Le patate novelle bio si piantano già a febbraio o marzo. In virtù della brevità del periodo di coltivazione (dalla semina al raccolto intercorrono circa tre mesi) sono notevolmente tenere e hanno una buccia sottile. Dato che in Svizzera prosperano, i tragitti per trasportarle sono corti e le patate arrivano nelle filiali particolarmente fresche e con un buon bilancio ecologico.

e verdura 2
Frutta
Migros Ticino
invece di 3.95 Patate
Svizzera,
1
invece di 4.50 Zucchine Svizzera, al kg
invece di 4.50 Cetrioli
Ticino,
2.95
novelle Migros Bio
sacchetto da
kg 25% 3.50
22% 3.60
nostrani
al kg 20%

31%

3.20 invece di 4.70

Albicocche Migros Bio Spagna/Francia/Italia, vaschetta da 500 g

si sprigiona al meglio a temperatura ambiente

Per te sullo scaffale, tra i prodotti di panetteria Con un aroma che

30%

3.50 invece di 5.–

Biscotti prussiani M-Classic in conf. speciale, 516 g

20%

3.95 invece di 4.95

Mirtilli provenienza vedi confezione, 250 g

20%

Donut alla vaniglia, al cacao e Pink White Choco

per es. alla vaniglia, 68 g, in vendita al pezzo, 1.– invece di 1.20

Hit

3.90 Lattuga XL 350 g

23%

4.95 invece di 6.50

20x CUMULUS

Fragole Ticino/Svizzera, 500 g

3.40

Panino di Sils aha! 2 pezzi, 160 g

3 Offerte valide dal 20.6 al 26.6.2023, fino a esaurimento dello stock. Migros Ticino
Pane e prodotti da forno
Novità
a partire da 2 pezzi

Sfizi gustosi

e salumi 4 Migros Ticino Se ne tagliano bistecche che alla griglia sono chicche 8.95 invece di 15.–Crispy di tacchino Don Pollo prodotto surgelato, in conf. speciale, 1 kg 40% 3.10 invece di 3.65 Mini filetti di pollo Optigal Svizzera, in conf. speciale, per 100 g 15% 1.40 invece di 2.40 Bistecca Rib Eye di maiale intera, IP-SUISSE per 100 g, in self-service 40% 9.90 invece di 16.–Alette di pollo Mix BBQ Grill mi Optigal Svizzera, al kg, in self-service 38% 15.–invece di 20.50 Carne macinata di manzo M-Classic Svizzera/Germania, 2 x 500 g conf. da 2 26% 4.75 invece di 5.95 Bistecca Tomahawk di manzo Irlanda, per 100 g, al banco a servizio 20% 6.60 invece di 8.30 Fesa di vitello fine, IP-SUISSE per 100 g, in self-service 20% 4.70 invece di 6.80 Prosciutto crudo rustico Svizzera, in conf. speciale da 120 g 30%
Carne
5 Offerte valide dal 20.6 al 26.6.2023, fino a esaurimento dello stock. Migros Ticino
Svizzera
la ricetta tradizionale 7.65 invece di 9.60 Landjäger Tradition Svizzera, in conf. speciale, 4 x 2 pezzi, 400 g 20% 2.85 invece di 3.80 Salame Classico Rapelli intero Svizzera, per 100 g, in self-service 25%
CON 5.60 invece di 6.60 XL-Toast American Favorites 2 x 730 g conf. da 2 15% 6.10 invece di 7.65 Uova svizzere da allevamento all'aperto, IP-SUISSE 15 x 53 g+ 20% 4.50 invece di 6.40 Pancetta a dadini, IP-SUISSE in conf. speciale, 240 g 29% 3.80 invece di 4.80 Salametti nostrani al Merlot Ticino, in conf. da 2 pezzi, per 100 g 20%
Bontà fatta in
secondo
IDEALE

Formaggi e latticini

Il fior fiore (di latte) tra

le offerte

Acquista ora online nell’app Migros

Senza conservanti e ricco di calcio

20%

6.85 invece di 8.60

15%

Mini Babybel retina da 18 x 22 g

15%

Tutti i tipi di cottage cheese per es. M-Classic Nature, 200 g, 1.50 invece di 1.80

Migros Ticino

15%

Tutti i Grana Padano Da Emilio per es. formaggio grattugiato, 120 g, 2.45 invece di 2.90

2.15 invece di 2.55

Caseificio Blenio per 100 g, confezionato

15%

Robiolini Nostrani al naturale, al naturale aha! o alle erbe per es. al naturale, 200 g, 4.10 invece di 4.85

1.70

invece di 2.15

20% mondocampioneFormaggiodel2022/2023

Le Gruyère piccante, AOP per 100 g, prodotto confezionato

20x CUMULUS Novità

3.10

Le Gruyère piccante Sélection, AOP per 100 g, prodotto confezionato, in vendita nelle maggiori filiali

6
La Compagnia
Pesce e frutti di mare Offerte valide dal 20.6 al 26.6.2023, fino a esaurimento dello stock. Migros Ticino Particolare cremosità In vendita anche al banco Filetti dorsali di merluzzo, MSC al bancone e in self-service, per es. M-Classic, pesca, Atlantico nordorientale, in self-service, per 100 g, 4.50 invece di 5.65 20% 3.50 invece di 4.40 Yogurt alla panna Yogos al naturale, ai fichi o al miele, per es. al naturale, 4 x 180 g conf. da 4 20% 4.30 invece di 5.40 Mezza panna UHT Valflora, IP-SUISSE 2 x 500 ml conf. da 2 20% 4.80 invece di 5.80 Dessert Tradition Crème vaniglia, caramello o cioccolato al latte, per es. alla vaniglia, 4 x 175 g conf. da 4 1.–di riduzione Tutti i bastoncini di pesce, i piatti a base di pesce e i filetti Gourmet Pelican prodotto surgelato, per es. bastoncini di merluzzo, MSC, 150 g, 1.95 invece di 2.80 30% Filetti di tonno M-Classic al bancone e in self-service, per es. M-Classic, pesca, Oceano Indiano occidentale, in self-service, per 100 g, 5.– invece di 6.25 20% 14.–invece di 20.40 Salmone selvatico Sockeye, MSC pesca, Pacifico, in conf. speciale, 280 g 31%
del Nasello

Grande scelta, piccoli prezzi

Energia per la scuola, le escursioni e la casa

20%

Tutto l'assortimento di barrette ai cereali Farmer (barrette singole Farmer Nuts escluse), per es. Soft Choc alla mela, 288 g, 3.65 invece di 4.60

LO SAPEVI?

Con l'app Migros puoi ora fare la spesa comodamente online.

Scegli tra 12'000 prodotti e fatteli consegnare a domicilio.

Prova subito

conf. da

3

a

partire da 2 pezzi

conf. da

23%

11.55 invece di 15.–

Scorta 8
Tortine al formaggio M-Classic prodotto surgelato, 2 x 12 pezzi, 1,68 kg 2
Pizze dal forno a legna Anna's Best mini prosciutto o prosciutto & mascarpone, in confezioni multiple, per es. mini prosciutto, 3 x 210 g, 8.50 invece di 11.85
28%
Tutte le noci e tutta la frutta secca Migros Bio per es. gherigli di noce, 100 g, 2.80 invece di 3.30
riduzione
–.50 di
Bevande 9 Offerte valide dal 20.6 al 26.6.2023, fino a esaurimento dello stock. Una deliziosa base per tanti tipi di pizza 1.10 Pizza Sauce con aglio e origano 200 g 20x CUMULUS Novità Coca-Cola e Fanta in confezioni multiple, 6 x 500 ml, 6 x 330 ml, 6 x 1,5 l o 4 x 900 ml, per es. Coca-Cola, 6 x 1,5 l, 9.65 invece di 13.80 conf. da 6 30% 1.25 Passata Peperoncino 360 g 20x CUMULUS Novità Tutto l'assortimento Evian per es. 6 x 1,5 l, 4.40 invece di 6.60 conf. da 6 33% Olio di girasole M-Classic 1 l, 4.25 invece di 5.40 a partire da 2 pezzi 22% Tutti i ketchup, le maionesi e le salse BBQ Heinz nonché le salse per grigliate Bull's Eye per es. salsa cocktail Heinz, 220 ml, 2.50 invece di 3.15 20% Latte di cocco Thai Kitchen in confezioni multiple, bio, light o normale, per es. bio, 3 x 250 ml, 6.95 invece di 8.70 conf. da 3 20% 5.30 invece di 8.85 Sugo di pomodoro al basilico Agnesi 3 x 400 g conf. da 3 40% Tutte le birre analcoliche per es. Non Lager, 330 ml, –.90 invece di 1.20 25% 3.95 invece di 5.95 Capri-Sun multivitaminico o Safari Fruits, 10 x 200 ml conf. da 10 33%

Un po’ di questo, un po’ di quello, così sgranocchiare è più bello

daConsiglio: gustare direttamente dal frigo

Fun alla vaniglia e alla fragola prodotto surgelato, in

Dolce e salato 10
Porzioni Blévita sesamo, timo e sale marino o Gruyère, AOP, per es. Gruyère, AOP, 3 x 228 g, 7.90 invece di 11.85 conf. da 3 33% 19.95 invece di 31.90 Palline
latte Lindt Lindor in conf. speciale, 800 g 37% Tortilla Chips BBQ e Hot & Spicy e Corn Strips M-Classic per es. Tortilla Chips BBQ, 300 g, 1.40 invece di 1.80 20% 5.90 invece di 8.85 Gomme
M-Classic disponibili in diverse varietà, per es. spearmint, 3 x 80 g conf. da 3 33% 25.–invece di 42.–Tavolette di cioccolato Frey assortite, 20 x 100 g conf. da 20 40%
invece
–.60 di riduzione Chips Zweifel 175 g o 280 g, per es. alla paprica, 280 g, 4.70 invece di 5.70 1.–di riduzione
invece
21.20
conf. speciale,
pezzi,
x 145 ml 50%
al
da masticare
Tutto l'assortimento di biscotti Créa d'Or per es. fiorentini, 100 g, 2.80
di 3.40
10.60
di
Cornetti
16
16

Voglia di una giornata SPA direttamente

a casa tua?

Prodotti per la doccia e lozioni per il corpo Kneipp (confezioni multiple e da viaggio escluse), per es. balsamo doccia cura-pelle ai fiori di mandorlo, 200 ml, 4.40 invece di 5.50

Il

Tutto l'assortimento di prodotti per la depilazione I am (confezioni multiple escluse), per es. crema depilatoria Express, 150 ml, 6.80 invece di 8.50

Tutto l'assortimento Zoé (solari e prodotti per la cura delle labbra esclusi), per es. crema da notte nutriente Gold, 50 ml, 16.– invece di 19.95

2 25%

Deodoranti Borotalco per es. roll-on Original, 2 x 50 ml

Rasoio da donna BiC in confezioni multiple o speciali, per es. rasoio usa e getta Twin Lady, 2 x 10 pezzi, 4.95 invece di 6.20

Bellezza e cura del corpo 11 Offerte valide dal 20.6 al 26.6.2023, fino a esaurimento dello stock.
Per ogni zona del corpo e tipo di pelle, il prodotto giusto
98% delle sostanze contenute è di origine naturale
a partire da 2 pezzi
6.95
Docciacrema ai fiori
Le Petit
2 x 250 ml conf. da 2
20%
invece di 9.40
d'arancio
Marseillais
26%
a partire da 2 pezzi
20%
conf.
2
invece
25%
da
20% Tutte le colorazioni Syoss e Schwarzkopf per es. Syoss 1_1 nero, il pezzo, 5.40
di 7.20
a partire da 2 pezzi 20%
8.90 invece di 11.90 conf. da

Un po’ di tutto dall’assortimento

Acquista ora online nell’app Migros

conf. da 3

33%

Pellicola salvafreschezza o carta da forno Tangan per es. carta da forno N° 33, FSC®, 3 x 15 m, 5.– invece di 7.50

a partire da 2 pezzi

30%

Tutti i coltelli da cucina e le forbici Cucina & Tavola e Victorinox per es. coltello da pane Victorinox, al pezzo, 17.50 invece di 24.95

33%

6.60

invece di 9.95

a partire da 2 pezzi 30%

Phalaenopsis, 2 steli disponibile in diversi colori, in vaso, Ø 12 cm, per es. fucsia, il vaso

Tutti i biberon, le tettarelle e i succhietti Milette per es. succhietto con anello 6-16 mesi, 2 pezzi, 4.35 invece di 6.20

33%

19.95

invece di 29.85

Con fondo impermeabile

Carta per copie A4 Papeteria, FSC® bianca, 80 g/m2, 3 x 500 fogli

a partire da 3 pezzi

30%

9.95 Rose Grande disponibili in diversi colori, mazzo da 10, lunghezza dello stelo 50 cm, per es. rosa, il mazzo

19.95 Coperta da picnic Lucy il pezzo

Tutto l'assortimento di alimenti per gatti Exelcat e di snack per gatti Dreamies per es. menu croccante al manzo, 950 g, 4.15 invece di 5.90

Varie 12
Hit
Hit

a partire da 2 pezzi

50%

Tutto l'assortimento Handymatic Supreme (sale rigeneratore escluso), per es. All in 1 in polvere, 1 kg, 5.– invece di 9.95

da 3 20%

7.40 invece di 9.30

Acchiappa il colore rilasciato dai tuoi capi

Manella Limited Edition, per es. Verveine Agrumes, 3 x 500 ml

a partire da 2 pezzi

20%

Tutte le spugne Miobrill per es. strong, 3 pezzi, 1.60 invece di 1.95

da 2 30%

10.60 invece di 15.20

Panni Color Protect Total 2 x 30 pezzi

a partire da 2 pezzi

20%

Tutti i detersivi per capi delicati Yvette (confezioni multiple e speciali escluse), per es. Care in conf. di ricarica, 2 l, 9.60 invece di 11.95

Ora al profumo di limone

18.75 Igiene+ Calgon in conf. speciale, 57 pastiglie

conf. da 2 20%

Calgon in confezioni multiple o speciali, per es. Power Gel, 2 x 750 ml, 15.90 invece di 19.90

20x CUMULUS Novità

14.50 Pastiglie per lavastoviglie All in 1 Classic Handymatic 50 pastiglie

13 Offerte valide dal 20.6 al 26.6.2023, fino a esaurimento dello stock.
conf.
Hit
conf.

Offerte così ti migliorano pure la vista

Tutto l'assortimento di occhiali da sole e da lettura per

Camicia da notte da donna disponibile in rosa o blu marino, tg. S–XXL, il pezzo

9.95 Antiscivolo da uomo disponibili in nero o grigio, n. 39–42 o 43–46

Antiscivolo da donna disponibili in nero o grigio, n. 35–38 o 39–42

24.95 Boxer da uomo tg.

Abbigliamento e accessori 14 Offerte valide dal 20.6 al 26.6.2023, fino a esaurimento dello stock. In azione anche gli occhiali da sole per bambini
S–XL conf. da 5 Hit
14.95
Hit
conf. da 3 Hit 12.95
conf. da 5 Hit
30%
es. occhiali unisex, al pezzo, 34.95 invece di 49.95

Prezzi imbattibili del weekend

Solo da questo giovedì a

5.75

15
invece
di 9.60 Rösti Original M-Classic 3 x 750 g, offerta valida dal 22.6 al 25.6.2023 conf. da 3 40%
invece
valida dal
25.6.2023
Branches Frey Milk o Dark, 50 x 27 g, per es. Milk, 12.– invece di 24.75, offerta valida dal 22.6 al 25.6.2023 conf. da 50 50% 4.60
di 7.70 Entrecôte di manzo, IP-SUISSE in conf. speciale, per 100 g, offerta
22.6 al
40%
domenica
Piaceri del palato per l’estate con gustose riduzioni Da tutte le offerte sono esclusi gli articoli M-Budget e quelli già ridotti. Offerte valide dal 20.6 al 26.6.2023, fino a esaurimento dello stock. Tutte le mozzarelle Alfredo Classico per es. mozzarelline, 160 g, 2.– invece di 2.50 a partire da 2 pezzi 20% Ricco di vitamine e povero di calorie 2.40 invece di 3.30 Meloni Charentais Spagna/Francia, il pezzo 27%

Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.