Azione 28 del 10 luglio 2023

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edizione 28

MONDO MIGROS

Pagine 4 – 5

SOCIETÀ

Che cosa sono i sogni lucidi?

Controllare i sogni può avere dei benefici? La psicologia indaga

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Lo status e il prestigio legati alla figura del «mago» sono più che mai attuali

TEMPO LIBERO Pagina 9

Il dibattito sulla crescita degli esemplari di lupo in Svizzera rimane aperto e molto animato

ATTUALITÀ Pagina 17

Jawlensky, l’influsso asconese

A mani nude nel parco

Carlo Silini

La pausa pranzo in un parco cittadino è un ’ esperienza antropologica forte Tra un boccone e l’altro del picnic in panchina, si scopre infondata l’idea che tutti i «bambini di oggi» siano malati di tecnologia, visto che molti sgambettano rimbalzando sopra i pannelli antitrauma del parco giochi e si arrampicano con gioia scimmiesca su scivoli e altalene Mentre le mamme e/o i papà (a volte pure i nonni) versano in condizioni ipnotiche, lo sguardo fisso verso il basso, il collo chino a 90 gradi sul telefonino, infrattati tra chat e social, fisicamente vicini ma mentalmente lontanissimi dai loro pargoli

Zero giudizi: chi pratica giorno e notte l’antica e sfiancante arte dell’accudire cuccioli merita temporanei rifugi dalle inesorabili richieste d’attenzione della prole Rifugi virtuali, in questo caso Ma stranisce vedere due o tre generazioni di umani raccolte nello stesso recinto eppure separate in mondi diversi da un’invisibile

cortina elettronica Girate in città, nei bar, nei parchi – appunto –, osservate le persone alle fermate del bus e contate quante di loro circolano a mani nude mantenendo un vigile contatto col mondo circostante e quante, invece, camminano dentro la propria bolla, il proprio sogno, il proprio universo parallelo e indipendente dalla realtà esterna Potrebbe passargli accanto una giraffa in monopattino o Messi che palleggia con Ronaldo e non li vedrebbero perché i loro bulbi oculari sono inchiodati sul post vacanziero del collega o sulla chat verbosa delle mamme Se proprio devono interagire con l’ambiente esterno, magari per saltare sul treno giusto, lo fanno con le cuffie alle orecchie Chi per ascoltare i Rammstein o Tiziano Ferro, chi per chiacchierare con l’amica, il socio o il dentista via cuffiette AirPods, generando scene da teatro dell’assurdo, con individui che camminano muti a testa in giù che incrociano altri individui

che sembrano parlare tra sé a testa alta e pochi altri, leggermente retrogradi, che si spostano senza connessioni tecnologiche, invisibili dai membri delle atre due tribù Se senti qualcuno che dice «ciao», non sta salutando te a due metri di distanza, ma un umano collegato in presa diretta da Paudo o da Novosibirsk E quando si sfilano le cuffiette o sollevano il collo in posizione eretta è per un attimo Basta un accenno di suoneria, un «beep», una notifica WahtsApp e riparte la sarabanda

Le nuove tecnologie sono utilissime, ci semplificano la vita, fosse anche solo per le App sulla meteo, il traffico e le news Ma sono come i grassi e gli zuccheri: ti coccolano, ma se non impari a gestirle ti distruggono Lasciamo perdere i risvolti medici di un loro uso sconsiderato, la sindrome del text neck (cervicale o scompensi della colonna vertebrale per la postura assunta nel guardare il display) e hikikomori (gli eremi-

CULTURA Pagina 26

Intervista al fumettista Zerocalcare tornato su Netflix con la sua serie Questo mondo non mi renderà cattivo

D a s O y t a b e O b e r s t d o r f, d e t t a g l o © H a m b u r g e r K u n s h a l e / F o t o : E k e W a l f o r d

ti tecnologici che si ritirano dalla vita sociale per seppellirsi nel web)

Mi chiedo in che misura la prodigiosa possibilità di interagire in qualsiasi momento con qualsiasi persona ci renda più felici E quale sia la connessione che ci rende meno soli: quella con «amici» lontani ma sempre raggiungibili online, o quella col pezzettino di mondo reale «qui e ora»?

È meglio dialogare con i pesci del proprio acquario virtuale ignorando o interrompendo di continuo il flusso della vita concreta, o è meglio uscire dall’acquario e guardarsi intorno ignorando o interrompendo il flusso implacabile delle notifiche? La fantastica tecnologia che ci mantiene connessi agli altri 24 ore su 24 è la stessa che contemporaneamente ci separa e isola dall’energia irripetibile del luogo in cui ci troviamo, delle persone che abbiamo accanto e dell’attimo che fugge e non torna più

Settimanale di informazione e cultura Anno LXXXVI 10 luglio 2023 Cooperativa Migros Ticino
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Alessia Brughera Pagina 25

Riscoprire i grandi maestri dello stucco

Con il progetto «Resta di stucco» la SUPSI propone un itinerario su tutto il territorio ticinese che coinvolge 23 chiese e si avvale di nuovi supporti digitali

Amore e disabilità

L’affettività e la sessualità delle persone disabili è un tema che ha avuto una lunga evoluzione,oggi gli operatori e le famiglie sono più formati

L’avventura dei sogni lucidi

Tra sonno e veglia ◆ Ci sono dei momenti mentre dormiamo in cui ci rendiamo conto di stare sognando e ci sembra di compiere imprese impossibili nella vita reale Secondo alcuni psicologi quest’esperienza può portare dei benefici, ma serve cautela

Stefania Prandi

Ci sono dei momenti, durante il sonno, in cui ci rendiamo conto di stare sognando Riusciamo, cioè, ad entrare in uno stato di coscienza alterata, nel quale ci sembra di compiere imprese impossibili nella vita reale, come per esempio volare Quest’esperienza è chiamata «sogno lucido», una definizione coniata dallo psichiatra olandese Frederik van Eeden nel 1913 Tuttavia, la capacità di controllare lo scenario onirico è molto più antica Risale, infatti, a pratiche e discipline come lo sciamanesimo, il buddismo e lo yoga

Negliultimianni,siècreatounvero e proprio filone di interesse sul tema dei sogni lucidi A contribuire alla popolarità dell’esperienza ci sono stati film, come il thriller fantascientifico del 2010 Inception, e diversi forum e blog dedicati all’argomento, con migliaia di partecipanti Inoltre, alcuni psicologi hanno cominciato a studiare i potenziali benefici dei sogni lucidi Hanno scoperto che aumentare la consapevolezza durante il sonno può portare alla «correzione» degli incubi, alla stimolazione del pensiero creativo e al miglioramento delle prestazioni atletiche Come spiega un articolo recente sul sito della BBC, un team

di ricercatori ha indagato le risposte del sistema cardiovascolare all’esercizio fisico sognato nella fase Rem, il momento di riposo profondo in cui l’attività cerebrale si risveglia, mentre gli occhi cominciano a muoversi rapidamente (da qui il nome Rapid eye movement) A un campione di persone è stato chiesto di immaginare di fare degli squat durante il sonno Il risultato è stato un aumento della frequenza cardiaca e, in parte, della respirazione, quasi come se il movimento del corpo fosse avvenuto per davvero

Il sogno lucido è stato anche individuato come un possibile modo per aiutare le persone che hanno incubi frequenti Secondo Denholm Aspy, psicologo e ricercatore all’Università di Adelaide, in Australia, se si riesce a diventare coscienti durante un incubo, si può cambiare la propria reazione agli eventi sognati, migliorando la situazione in cui ci si trova Uno studio del 2019, apparso sul giornale accademico «Frontiers in Psychology», ha confermato la teoria di Aspy, puntualizzando però che i dati in merito sono ancora troppo limitati per fare un bilancio dei risultati terapeutici nella pratica clinica Altri scienziati hanno suggerito che il sogno lu-

cido potrebbe essere usato per trattare problemi psicologici gravi come la depressione o il disturbo da stress post-traumatico (PTSD) E ancora: ci sarebbero vantaggi per la salute mentale, perché si riuscirebbe a ottenere un aumento della fiducia in se stessi, del coraggio e dello spirito di iniziativa Nirit Soffer-Dudek, direttrice del Laboratorio di coscienza e psicopatologia della Ben Gurion University, in Israele, spiega ad «Azione» che è necessario ricordare che la definizione di «sogno lucido» lascia spazio a diverse interpretazioni Secondo la studiosa, in generale si può dire che si tratta di sogni nei quali c’è una maggiore coscienza e la sensazione di riuscire ad agire sugli elementi del sogno Si tratterebbe di uno stato ibrido in cui la consapevolezza, che di solito è caratteristica della veglia, entra nella fase del sogno C’è chi riesce a controllare i propri sogni spontaneamente, ma si tratta di un ’eccezione rispetto alla maggioranza delle persone In generale ci sono delle tecniche (online sono molti i siti con le indicazioni precise) per provocare i sogni lucidi come, ad esempio, quella chiamata Wbtb, Wake back to bed Ci si deve risvegliare

dopo qualche ora di sonno, rimanere vigili per un certo lasso di tempo (una mezzoretta può essere sufficiente), e poi tornare a dormire Un’altra possibilità è posticipare la sveglia col pulsante snooze, in modo da riaddormentarsi al mattino, dopo un breve risveglio Un metodo meno efficace, ma comunque usato, è ripetere, prima di addormentarsi, «sarò consapevole di sognare» o frasi simili, fino a prendere sonno Appena ci si sveglia poi si devono annotare i propri sogni su un quaderno, in modo da allenarsi a ricordarli I sogni lucidi, comunque, se non avvengono spontaneamente, non sembrano essere adatti a tutti Anzi, ci possono essere delle conseguenze negative, come ha constatato Soffer-Dudek con una ricerca del 2018, realizzata su un campione di 187 studenti universitari di psicologia. Molte delle tecniche di induzione del sogno lucido, chiarisce Soffer-Dudek, alterano i normali confini tra sonno e veglia, cercando deliberatamente di indurre nei sogni un elemento di consapevolezza In altre parole, il tentativo di stimolare la lucidità genera stati misti di sonno e veglia Questo può diventare problematico per la cosiddetta «igiene del sonno» Ad esem-

pio, si raccomanda anche di non lavorare a letto, di non bere caffè prima di dormire e di non rimuginare mentre si è già sdraiati, ricorda la ricercatrice della Ben Gurion University «Inoltre, gli stati misti sonno-veglia sono stati correlati ad esperienze dissociative nei due o tre mesi successivi, come ha dimostrato l’esperimento che abbiamo realizzato nel mio laboratorio»

Karen Kolkony, ricercatrice di psicologia alla Northwestern University dell’Illinois, concorda sul fatto che le tecniche di induzione dei sogni lucidi non sono efficaci per chiunque perché possono portare a mettere in discussione il confine tra sogno e realtà, creando problemi a chi fa già fatica a riconoscere la differenza. Eppure, nonostante i potenziali rischi, il fascino verso questo tipo di esperienza è in crescita, probabilmente, sostiene Soffer-Dudek, anche a causa dei social media «Come altri fenomeni che prima erano marginali, ai quali non veniva data molta importanza dai media tradizionali, i sogni lucidi hanno guadagnato popolarità negli ultimi dieci anni circa perché gli appassionati possono condividere le loro esperienze sulle varie piattaforme e diventare un gruppo significativo»

SOCIETÀ ● ◆ 2 Settimanale d informazione e cultura Anno LXXXVI 10 luglio 2023 azione – Cooperativa MigrosTicino
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U n s p l a s h

Tassidermia e contaminazioni: il «prima» e il «poi»

Mondoanimale ◆ Rassicuranti gli studi sull’esposizione nociva all’arsenico usato negli animali imbalsamati prima degli anni Ottanta

Il Museo zoologico dell’Università di Zurigo sta affrontando un ’ enorme operazione di pulizia dei suoi circa 8mila uccelli e mammiferi imbalsamati per decontaminarli da arsenico e mercurio È la notizia – apparsa sulla piattaforma Simpap, dove sono pubblicati gli appalti pubblici, e ripresa da diversi media – dell’Ateneo che cerca un «fornitore di decontaminazione» per rimuovere la polvere contaminata che negli anni si è depositata sugli animali impagliati Un fatto che dà adito ad alcune riflessioni su questi esemplari della fauna imperanti nei musei e presenti anche nelle abitazioni private, soprattutto nei cantoni come il nostro a vocazione culturale per la conservazione di animali autoctoni provenienti dalla caccia, così come quelli trovati senza vita ai quali, soprattutto in passato, con l’imbalsamazione si soleva dare una nuova esistenza (vedi box)

Molteledomande:perchéinpassato si usavano questi veleni per la tassidermia? Che pericoli si correvano, e si corrono,perlasalutedell’essereumano chevieneacontattoconquestianimali cosiddettiimbalsamati?Lapolveredepositata sulla loro superficie è davvero contaminata?

L’Ufficio federale della salute pubblica (Ufsp) conferma che in passato le proprietà biocide dell’arsenico erano sfruttate anche per l’imbalsamazione di animali: «Fino agli anni Ottanta il diarsenicotriossidoealtribiocidivenivano utilizzati per garantirne la protezionedainsettinocivi:simescolavano, ad esempio, 40 gr di diarsenico triossido puro con 100 gr di acqua tiepida, soluzione applicata sul rovescio della pelliccia o della pelle d’uccello» Ad avvalorare quanto qui riassunto è ancheilchimicoindustrialePaoloMoro, dello Studio di Tassidermia Moro di ComofondatodalpadreEzionel1957, che vanta una lunga esperienza nella tassidermia: «Fino a quarant’anni fa, nella preparazione in pelle degli uccelli è stata usata una formulazione a base di sale di arsenico o arseniato di sodio: si mescolava in peso una parte di arseniato e tre parti di sapone di Marsiglia e si preparava una pomata con l’ausilio di alcol etilico: prodotto spalmato nei punti critici come base della coda, articolazioni, ali e zampe, per rendere l’animaleimbalsamatoinattaccabileda qualsiasi parassita»

In merito alla pericolosità, Moro osserva che, a suo parere e per la sua esperienza di chimico industriale, non sussistono elementi validi per ritenere un preparato inadeguato all’esposizione museale: «L’arseniato di sodio non è volatile; la percentuale presente nella pomata è esigua; il prodotto era pennellato all’interno della pelle, nelle parti più vulnerabili, quindi non esposto all’esterno Infine, una volta inseritinelletecheespositive,ipreparatinon vengono manipolati e tantomeno risulta possibile arrivare nel punto dove l’esemplare è stato trattato con questa pomata,senonadiscapitodellapreparazione stessa che si rovinerebbe»

Sugli eventuali effetti nocivi, egli conclude: «Non esistono dati o prove di avvelenamenti causati da esposizione a esemplari così trattati, e posso aggiungere che mio padre (tassidermista pensionato ormai da 30 anni) ha sempre usato questo prodotto come tutti i tassidermisti, ovviamente con l’ausilio

di guanti e protezioni» Egli conferma che dopo gli anni Ottanta la tassidermia moderna ha oramai sostituito l’arsenico con altre sostanze regolamentate dalle vigenti normative, mentre «l’arseniato di sodio è usato ancor oggi contro i parassiti in campo medico e negli allevamenti intensivi»

Troviamoriscontroall’Ufsp;lostudiosull’esposizioneall’arsenicodurante la manipolazione di animali imbalsamati indica la tossicità dei composti inorganici di questo elemento chimico: «Riguardo alla tossicità, un adulto di 60 Kg che ogni giorno ingerisce 18-480 microgrammi di arsenico corre un rischio accresciuto di contrarre un cancro dei polmoni, della pelle o della vescica Perciò diverse organizzazioni considerano l’arsenico e i suoi composti come sostanze cancerose per l’uomo»

L’Ufficio federale delle assicurazioni sociali (Ufas) ha pure calcolato con precise simulazioni che in un ’unica presentazione di animali imbalsamati posti su un tavolo una persona potrebbe assorbire al massimo 0 22 microgrammi di arsenico: «Un valore di 40 volte inferiore alla quantità giornaliera della stessa sostanza che un adulto assume in media nutrendosi» (vedi articolo spalla)

Arsenico: medicina e veleno al tempo stesso

«Nell’Antichità alcuni composti a base di arsenico erano usati come pittura, prodotti per depilazione o farmaci per curare malattie polmonari Acqua di lavanda e arsenito di potassio erano un rimedio per febbre, emicrania, malaria e asma, mentre poi il diarsenico triossido era usato per compiere avvelenamenti mortali Nel 1840 per oltre il 90 per cento degli omicidi per avvelenamento documentati veniva utilizzato l’arsenico di cui non era possibile riscontrare chimicamente la presenza»

Lecito interrogarsi sull’utilità di questeesposizionineimuseienellecase Riflessioni a cui dà adito il curatore di animali imbalsamati della Federazione cacciatori ticinesi Eros Quadrelli, responsabile della collezione di 455 animaliimbalsamatidelsodalizio,posti in cinque grandi vetrine alle Scuole medie di Pregassona e a disposizione dituttiascopodidattico:«Lacollezione è posta ermeticamente sotto vetro, anche per evitare che gli animali siano toccati e rovinati Parlerei di “animali rinaturalizzati” utili da avere a disposizione a scopo didattico perché parecchi bambini non li hanno mai visti dal vero, malgrado siano autoctoni del territorio»

La Federazione li espone anche in ambienti naturali per mostrare la nostra fauna, con una collezione itinerante di circa altri 70 animali imbalsamati: «Si tratta per lo più di donazioni private,incrementatadaaltriacquisti» Sulla pericolosità dei soggetti impagliati prima degli anni Ottanta, Quadrelli esprime qualche considerazione: «Ogni prodotto chimico, se inalato o ingerito, potrebbe provocare danni: dipende dalla frequenza e dalle dosi Pensiamo a tutti gli spray in commercio, volatili e dannosi per la salute, e alla pericolosità della naftalina che si

Non per vantarsi, ma per onorarli

«Gli animali che mio padre fece imbalsamare non erano prodotti di caccia come spesso capita ad esempio nelle Nazioni dove si cacciano rinoceronti, elefanti o altre specie che poi diventano trofei da esibire I nostri sono animali trovati già senza vita (ad esempio, abbiamo una volpe trovata in un campo di montagna, un gufo perito contro un cavo dell alta tensione, e altri recuperati man mano nel tempo)» La nostra interlocutrice (nome noto alla redazione) parla di animali imbalsamati che nella casa di famiglia, hanno ricevuto una sorta di «seconda vita»

Punto di vista suffragato dalla risposta

di un tassidermista pensionato a cui abbiamo chiesto perché si dedicasse all arte dell imbalsamazione: «Amo andare nel bosco a osservare gli animali vivi; molti di questi imbalsamati li avevo trovati esanimi e ho pensato di dare loro una seconda possibilità, plasmandoli nuovamente nelle pose naturali che avevano in vita» Un modo «per onorarli» che, prima di cominciare a imbalsamare esercitava con lo studio accurato del loro comportamento, del loro habitat e di come si muovevano: «Il loro sguardo, la posa, l’atteggiamento devono risultare come se li vedessimo muoversi da un momento all’altro»

metteva negli armadi contro le tarme, e al vapore aromatico della benzina quando si fa il pieno» Egli ricorda che gli animali in questionesonomaneggiatisaltuariamente solo dagli addetti ai lavori, con le dovute precauzioni, e visibili unicamente nelle vetrine Eppure, già nel 2017 la città di Winterthur ha deciso di togliere le esposizioni di animali imbalsamati nelle scuole: «Potrebbero contenere arsenico» Sebbene nel canton Zurigo la presentazione di animali impagliati nelle scuole sia autorizzata a precise condizioni (conservazione all’interno delle vetrine dalle quali possono essere estratte solo in presenza di insegnanti), la città di Winterthur le elimina (in modo soggettivo e senza dati a suffragio), ritenendo «insufficienti le misure che autorizzano a tenerle» Il tema dell’arsenico come sostanza usata dal tassidermista fino a quarant’anni or sono pare essere una «non notizia», dato che se ne parlava già da anni Lo conferma Nicola Zambelli del Museo di storia naturale di Lugano: «Dal 2019 esistono documenti e newsletter che già ne parlano senza allarmismi perché tutto dipende sempre dalle quantità, peraltro testate» (vedi dati e articolo a destra) In aggiunta, esprime l’importanza di avere questi animali al Museo: «Il nostro compito è testimoniare la presenza delle specie che ci sono da noi; ne abbiamo un numero maggiore di quelle esposte, che peraltro sono chiuse in vetrine che riproducono l’habitat degli animali e non possono essere toccati, se non dagli addetti ai lavori» Zambelli smorza dunque gli allarmismi: «L’attività di decontaminazione del museo di Zurigo era probabilmente già programmata da tempo a scopo precauzionale e di manutenzione, e oggi viene semplicemente attuata» Confermando l’assenza di allarmismo alle nostre latitudini, conclude: «Non possiamo negare la presenza di arsenicoinquestipreparatiantecedenti gli anni Ottanta, ma bisogna relativizzarla, compatibilmente alla sua reale portata»

L’Ufficio federale della sanità pubblica traccia così la storia di «medicina e veleno» dell’arsenico, e sostiene che oggi la popolazione è esposta all’arsenico soprattutto attraverso l’alimentazione: «Nel caso delle derrate alimentari di origine terrestre, sono soprattutto i composti inorganici a causare problemi, dato che l’arsenico entra nella catena alimentare mediante l’acqua e i terreni contaminati»

Nel 2017 l’Ufficio federale della sicurezza alimentare e veterinaria e l’Ue ne hanno fissato i tenori massimi per riso e altri prodotti a base di riso D’altra parte, fino agli anni Ottanta le proprietà biocide dell’arsenico erano note anche per l’imbalsamazione di animali: sostanze contenenti mercurio e triossido di arsenico garantivano la protezione da insetti nocivi «L’interesse per questo tema è oggi legato più che altro all’adattamento delle regolamentazioni in relazione alla sicurezza sul lavoro di chi manipola quotidianamente questi animali imbalsamati Bisogna però relativizzarne la pericolosità in relazione alle concentrazioni presenti», è la premessa della specialista in farmacologia clinica e tossicologia Francesca Bedussi, capoclinica all’Istituto di Scienze Farmacologiche dell’Ente ospedaliero cantonale

Per quanto attiene ai pericoli per la salute, «nelle scuole gli animali sono custoditi in apposite vetrine e i ragazzi non vengono a contatto; i pochi presenti nelle case, appesi e non facilmente raggiungibili, non dovrebbero rappresentare un problema, e non sono rimaneggiati quotidianamente» Rassicuranti le indicazioni sulla base delle misure effettuate: «I quantitativi di polvere liberata si situano 20-50 volte sotto il valore MAK (ndr: concentrazione ammissibile massima sul posto di lavoro di una sostanza – gas, vapore, materia in sospensione) da cui non ci si può aspettare alcun danno alla salute, anche se si è esposti per un massimo di 8 ore al giorno o 40 ore alla settimana), rispettivamente le quantità misurate di arsenico o mercurio nella polvere sono risultate inferiori al limite di rilevazione del metodo analitico»

● Sett manale di informazione e cultura Anno LXXXVI 10 luglio 2023 azione – Cooperativa MigrosTicino 3
Diorama Zona Alpina presso il Museo cantonale di storia naturale (Adriano Nicolosi)

La formaggella della Valle di Blenio

Attualità ◆ Un formaggio cremoso e delicato che da oltre dieci anni stuzzica il palato dei ticinesi

Azione

Ad Aquila, in Valle di Blenio, nel Caseificio del Sole di proprietà di Severino Rigozzi si produce un formaggio che, grazie alle sue inconfondibili caratteristiche, è diventato parte integrante dell’assortimento dei Nostrani delTicino:laformaggellaBlenio,lacui denominazioneindialettolocaleè«Ra

Crénga dra Vâll da Brégn» Malgrado l’introduzione negli anni di macchi-

nari e attrezzature moderne che assicurano un processo di lavorazione più efficiente e sicuro, la produzione avviene ancora seguendo una vecchia ricetta familiare e, naturalmente, utilizzandosololatteprodottoinaziendada un centinaio di mucche lattifere allevate nella stalla a stabulazione libera, dove gli animali possono muoversi liberamente e uscire all’aperto «Abbia-

mo iniziato a fornire la nostra formaggella a Migros Ticino nell’estate del 2012, e negli anni la domanda da parte dei consumatori ha subito una crescita costante», spiega Severino Rigozzi che oggi gestisce l’azienda insieme al figlio «Per produrre questo formaggio utilizziamo il nostro latte vaccino termizzato Grazieadunalavorazioneaccurata e rispettosa della tradizione du-

Tagli con l’osso per la griglia

rante tutte le fasi produttive, la nostra formaggella acquisisce le sue tipiche caratteristiche organolettiche Possiedeunapastamorbida,dicolorebianco, quasi fondente Il sapore è dolce e delicato, con note aromatiche che ricordano i pascoli montani di cui si cibano gli animali» La stagionatura è di una trentina di giorni in locali a temperatura e umidità controllate Severino

Rigozzi consiglia di gustare la sua formaggella dopo averla tolta dal frigorifero un ’oretta prima del consumo Lasciata nella speciale pellicola originale con cui è imballata, si conserva anche un mese in frigo, oppure fino a tre mesi in una buona cantina con una tempertura di massimo 10 gradi È un formaggio a crosta fiorita, pertanto può essere consumato interamente

Attualità ◆ Le macellerie Migros offrono un ampio ventaglio di tagli con l’osso ideali per la cottura sulla brace Tra questi il rack d’agnello è particolarmente apprezzato dai buongustai

Saporiti tagli con l’osso

La carne con l’osso in generale, sia essa di maiale, manzo, vitello o agnello, è apprezzata non solo per il suo invitante aspetto estetico, ma anche per la sua particolare tenerezza e succosità L’osso infatti gioca un ruolo importante durante la cottura: agisce da isolante e permette alla carne di mantenere la sua umidità La carne intorno all’osso cuoce più lentamente, ma rimane più succosa Anche il midollo osseo e lo strato di grasso presenti sull’osso, sciogliendosi durante la cottura, conferiscono alla carne sapidità

Delizia per la griglia: il rack d’agnello

L’agnello possiede una carne aromatica e tenera Le parti più apprezzate sono il gigot (cosciotto), il filetto, le lombatine, le costolette e il carré, quest’ultimo spesso conosciuto come rack Il rack è ottimo cotto sulla griglia Solitamente un carré o

rack d’agnello intero è composto da 7/8 costolettine ed è sufficiente per 2-3 persone La preparazione implica ca 15 minuti di cottura Condito solo con un po ’ d’olio, alcune erbette aromatiche fresche a piacere come rosmarino, timo e aglio, sale e pepe, risulta particolarmente gustoso La carne può essere servita leggermente rosata (55° C di temperatura al cuore) Togliere la carne dal frigorifero almeno mezz ’ ora prima della preparazione affinché raggiunga la temperatura ambiente Alla Migros il rack d’agnello è disponibile sia al bancone della carne sia a libero servizio

Facilmente digeribile

La carne di agnello, rispetto alle altre tipologie, risulta meglio digeribile e contiene preziose sostanze nutritive Inoltre, è povera di colesterolo e calorie Pertanto, rappresenta un ’ottima alternativa nel contesto di un ’alimentazione equilibrata

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La festa senza plastica

Attualità ◆ Migros offre diverse alternative d’origine vegetale per festeggiare in compagnia

La festa all’aperto sostenibile è garantita con i nostri prodotti monouso realizzati in materiali di origine vegetale Che si tratti di piatti di foglie di palma, di bicchieri di carta, di stuzzichini di bambù oppure di cannucce di carta, ognuno troverà il prodotto ideale per un party amico dell’ambiente Lo sapevate che dalla fine del 2022 Migros non vende più stoviglie monouso di plastica, puntando su articoli alternativi a base di carta, legno, foglie di palma e bioplastica? In questo modo Migros riesce a risparmiare 577 tonnellate di plastica all’anno I prodotti di plastica costituiscono un problema quando finiscono nella natura, poiché, degradandosi in piccoli pezzi, possono ritrovarsi in seguito nel suolo, nei fiumi e negli oceani

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Un itinerario tra i grandi maestri dello stucco

Territorio ◆ Con il progetto «Resta di stucco» alcuni ricercatori della SUPSI hanno creato dei supporti digitali per dare vita a una sorta di museo diffuso che tocca 23 chiese del Ticino

Scoprire e rintracciare i grandi maestri dello stucco in Ticino e le loro opere disseminate sul territorio è ora più semplice Come? Alcuni ricercatori della Scuola universitaria professionale della Svizzera italiana (SUPSI) hanno sfruttato l’universo digitale e creato un ’ampia serie di supporti che ha permesso di dare vita a un museo diffuso, supportato da un ’ app, una mappa cartacea e digitale, un sito web e persino cartoline a realtà aumentata Dove conduce l’itinerario? In 23 chiese, da Balerna a Bellinzona, nelle quali è stato installato un totem con un codice QR per cui il visitatore può avvicinare il proprio telefonino e attivare un ’audioguida in italiano o inglese È questo, in estrema sintesi, il sorprendente esito del progetto Resta di stucco

Giacinta Jean, professoressa dell’Istituto materiali e costruzioni della SUPSI, è la responsabile dell’iniziativa: «Resta di stucco è un bellissimo progetto finanziato dal Fondo nazionale svizzero, attraverso un bando chiamato Agorà che ha come obiettivo quello di portare ricerche già sviluppate e note in ambito accademico e scientifico verso un grande pubblico In un precedente progetto di ricerca ci siamo dedicati all’interno della SUPSI – settore conservazione e restauro – a comprendere come mai gli stuccatori ticinesi fossero così

richiesti in tutt’Europa Se osserviamo i grandi cantieri barocchi, attivi dalla fine del Cinquecento, per tutto il Seicento fino all’inizio del Settecento, troviamo una grande presenza di stuccatori ticinesi Come usavano lo stucco? Soprattutto, esiste un loro modus operandi tipico di queste botteghe che veniva replicato nei casi più diversi, dalla Lituania al Regno di Napoli, dall’Inghilterra all’Irlanda, oppure ogni stuccatore aveva una sua propria maniera di realizzare un ’ opera? Sono solo alcune delle domande della nostra ricerca che ha mostrato come gli stuccatori che lavoravano anche in Ticino – dopo le loro esperienze lontano dalle terre d’origine

mantenevano il legame con la loro patria, realizzando qui opere particolarmente belle per mostrare quanto fossero abili maestri, ma anche come segno di devozione e riconoscimento al loro territorio»

Il progetto si è focalizzato su 23 chiese, indagando il valore storico, artistico e religioso di questi luoghi impreziositi da stucchi, ha studiato gli artisti che li hanno realizzati, la loro vita itinerante e ripercorso il loro lavoro «Esatto Ma avremmo potuto prendere in considerazione molti altri siti, tanto è diffusa la presenza di decorazioni a stucco in Ticino», precisa Giacinta Jean Tra gli stuccatori di grande talento che il Ticino ha vi-

Ragusa

sto nascere spiccano i nomi delle famiglie Casella, Colomba, Fontana e Silva: «Questi erano i nomi più noti, ma ce n ’ erano altri Molte opere sono state realizzate da artisti sconosciuti»

Il risultato del progetto è stato definito un Museo diffuso «L’idea – spiega Giacinta Jean – è che queste opere d’arte sono all’interno di un grande museo, che in questo caso è il Canton Ticino Dalla città al piccolo villaggio ritroviamo opere a stucco molto particolari, che rimandano sia a un saper fare locale sia a una cultura ben più ampia Perché queste maestranze erano artisti itineranti: viaggiavano, vedevano, imparavano e si scambiavano idee» Tutto questo pa-

trimonio e sapere artistico è stato reso disponibile digitalmente sia a beneficio della popolazione locale sia dei turisti: «Abbiamo previsto due tipi di attività: sia in presenza, con incontri e workshop che proseguiranno fino a ottobre, sia online Quando abbiamo ideato questo progetto eravamo nel 2020, nel pieno della pandemia e allora sembrava strano pensare a eventi in presenza Il progetto, sin da subito, si è posto l’obiettivo di offrire al pubblico piena autonomia con la possibilità di usufruire in modo individuale del materiale visivo e didattico I supporti online consentono in concreto agli utenti, sia locali sia turisti, di crearsi itinerari di visita su mi-

sura, come pure di compiere approfondimenti sui diversi artisti e sulle loro opere Il progetto è stato realizzato grazie alla collaborazione di una decina di ricercatori, tra restauratori, storici dell’arte, esperti scientifici e comunicatori visivi, coloro cioè che hanno cercato di tradurre i contenuti disciplinari in digitale con la costruzione del sito Internet www restadistucco ch, l’app con una guida su Izi travel, la mappa cartacea e le cartoline a realtà aumentata Noi siamo partiti da 23 chiese, ma l’idea è quella di un lavoro in itinere: se qualche parrocchia si mostrerà interessata, potremo considerare di estendere il numero di siti Auspichiamo inoltre che l’iniziativa possa aumentare il proprio corpus con l’aggiunta di nuove informazioni che verranno dagli studi condotti nel corso dei cantieri del corso di laurea in conservazione e restauro della SUPSI Oltre ai ricercatori dobbiamo considerare che una delle peculiarità di Resta di stucco è che la nostra iniziativa ha visto il coinvolgimento di un gran numero di partner di progetto, quindi gli Enti del turismo (regionali e cantonale), le città, i Comuni, il Cantone Dal canto nostro abbiamo coinvolto i diversi Consigli parrocchiali, nonché i musei sparsi sul territorio Tutte entità di una rete capillare che ha accolto l’iniziativa con grande entusiasmo»

6 Settimanale d informazione e cultura Anno LXXXVI 10 luglio 2023 azione – Cooperat va MigrosTicino SOCIETÀ
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Il tempo per parlare di carezze

Trovare un fidanzato, rispettivamente una fidanzata, è uno dei desideri che più manifestano le persone con disabilità nell’ambito della loro sfera affettiva e sessuale L’autonomia e l’autodeterminazione, mete verso le quali negli ultimi decenni le persone stesse e le loro famiglie hanno mosso passi fondamentali, comprende anche questa intima componente della vita Da fonte di imbarazzato silenzio l’argomento è diventato dapprima oggetto di discussione e risposte puntuali, poi parte integrante del piano di sviluppo individuale allestito dagli operatori degli istituti di accoglienza Alle formazioni iniziali dedicate a utenti, famiglie e operatori promosse da Atgabbes (Associazione ticinese di genitori ed amici dei bambini bisognosi di educazione speciale) sono seguiti, grazie anche anuovelineeguidaalivellonazionalee cantonale, approcci globali e coordinati Lo conferma il corso «Come accogliereeaccompagnarelasessualitàdelle persone con disabilità» organizzato daAtgabbesunitamenteallefondazioni OTAF di Sorengo e San Gottardo di Lopagno Terminata un mese fa, la formazione è probabilmente la prima in Ticino di tale spessore, preludio a unpercorsodicontinuitàperglioperatori che l’hanno seguita e a servizi più strutturati nelle due fondazioni

Il punto di riferimento nel nostro cantone per le questioni legate all’affettività e alla sessualità delle persone con disabilità è il settore di Atgabbes che nel nome riprende i due concetti Promossoinmanierapiùorganizzatae capillaregrazieanchealriconoscimentofinanziariodell’Ufficiofederaledelle assicurazioni sociali nel 2012, il settore èstatopresentatonegliistituticheospitano persone con disabilità l’anno successivo Sono quindi trascorsi poco più di dieci anni da quando Atgabbes ha deciso di rispondere alle richieste delle famiglieconunserviziospecificodedicato a questo tema delicato «Il percorsodicrescitadibambineebambinicon disabilità racchiude numerose sfide per loro stessi e i genitori», spiega DonatellaOggier-Fusi,consulenteereferen-

te del Settore affettività e sessualità, da anni attiva professionalmente nell’associazione «Fino ad alcuni decenni fa, l’accento era posto su altre priorità, come l’integrazione scolastica e professionale o ancora la possibile autonomia abitativainetàadulta L’aspettoaffettivo e sessuale, più che essere considerato parte integrante dell’identità umana lungo l’intero arco della vita, tendeva a emergerequalequestioneproblematica legata a comportamenti non adeguati Atgabbes ha iniziato alla fine degli anni Novanta a proporre corsi sulle relazioni e l’innamoramento dapprima per i giovani adulti con disabilità intellettive, poi per le loro famiglie» Il tema si è quindi sviluppato progressivamente nell’ambito dell’organizzazione dei genitori e negli istituti, come conferma Luca Soldini, Capo settore risorse umane e formazione della Fondazione

OTAF Al riguardo precisa: «Nella vita quotidiana dei laboratori protetti e delle strutture residenziali la tematica è sempre stata presente, ma affrontata permoltotemposenzapotercontaresu linee guida (introdotte all’OTAF l’anno scorso) e su conoscenze specifiche da parte degli operatori»

Le relazioni e la qualità di vita

A distanza di trent’anni l’argomento viene affrontato come altri nella formazione professionale degli operatori e discusso comunemente nelle nuove generazioni di famiglie Per Donatella Oggier-Fusi questo cambiamento è significativo, perché le relazioni affettive e sessuali vanno considerate parte della qualità di vita di ogni essere umano, indipendentemente dalla sua disabilità Alivellointernazionalequesti principi sono racchiusi nella Convenzione ONU per le persone con disabilità Punto di riferimento sul piano nazionale è la guida realizzata dalla Fondazione Salute Sessuale Svizzera e INSOS (Associazione di categoria dei prestatori di servizi per le persone in situazione di handicap), disponibile in italiano dal 2018 La pubblicazio-

ne, intitolata Sessualità, intimità e vita di coppia Guida per l’accompagnamento dellepersonecondisabilitàinistituzione,è stata utilizzata quale punto di partenza nel corso formativo svoltosi sull’arco di quattro giornate e al quale hanno partecipato venti operatori «Conquestocorso–affermaDonatellaOggier-Fusi–sièvolutofornireai partecipantiglistrumentinecessariper poter progettare e realizzare negli istituti percorsi educativi idonei e coerenti Gli operatori formati rappresentano una risorsa interna per le fondazioni, come pure per l’intera rete di sostegno agli utenti Negli ultimi dieci anni l’approccio si è fatto più pragmatico conrisposteinsintoniaconquantoviene espresso dalle persone con disabilità nella vita di ogni giorno È importante disporre di spazi e tempi adeguati per poterparlaredicarezze,digesticheincarnano l’affetto, l’amore, la sensualità elasessualità L’ordinediquesteultime parole non è casuale; rispecchia infatti le priorità espresse dalla maggior parte delle persone coinvolte» Altra caratteristica della formazione, l’implicazione personale dei partecipanti chiamati a iniziare dalle proprie rappresentazioni per poi traslarle nell’ambito della disabilità Attraverso attività teoriche, praticheedesperienziali,sièaffrontatosia il trattamento di comportamenti pro-

blematici con i relativi interventi, sia il progettare percorsi educativi «I nostri operatori – aggiunge Luca Soldini –hanno apprezzato la possibilità di conosceremetodidilavoroediaccederea fonti bibliografiche, in modo da riuscireadagirealmeglionelrispettodell’utente e delle sue esigenze Un esempio in questo senso è offerto dal Sistema dellebandiere(FlagSystem),strumento per promuovere relazioni sane e positive, prevenendo le forme di violenza Già sperimentato in Belgio e nei Paesi Bassi, il sistema si basa su disegni che rappresentano situazioni di vita quotidiane e che possono fungere da spunto per sedersi insieme e avviare il discorso con bambini, giovani e adulti» Per i nostriinterlocutori,inoltre,unelemento essenziale del corso, che ha potuto contaresullapresenzadiespertiprovenienti da fuori cantone, è il confronto fra gli operatori e la necessità di lavorare in rete, scambiandosi idee e buone pratiche

Educazione, diritti e bisogni

Gli approcci teorici e metodologici ai quali si ispira l’esperienza ticinese sono due: quello italiano che fa capo allo psicologo Fabio Veglia e quello del resto della Svizzera Ognuno ha le sue

specificitàconilprimoaprivilegiarela via educativa, mentre il secondo tende a concentrarsi sui diritti delle persone con disabilità per quanto riguarda la sfera affettiva e sessuale «È soprattutto in questa seconda visione – aggiunge al proposito Donatella Oggier-Fusi –chesiinseriscelafiguradell’assistente sessuale, presente anche in Ticino, ma poco sollecitata Il suo intervento, legato alla ricerca di risposte a bisogni fisiologici,vieneingenereattivatodalla persona stessa o dalle figure di riferimento in modo mirato nel contesto di un percorso più ampio» A prevalere, come già rilevato, sono gli aspetti affettivi e relazionali

Offrire sempre maggiori competenze alle persone con disabilità affinché possano sentirsi a loro agio nella società coinvolge ogni sfera della vita, compresa quella affettiva e sessuale Regole sociali, occasioni, pericoli vanno affrontati in ogni contesto, senza dimenticare l’influenza dei social media che ha accelerato la necessitàdioccuparsiinmanierastrutturata di questa tematica Per far fronte alle crescenti richieste, il settore Affettività e Sessualità di Atgabbes può ora contare su una nuova risorsa nella persona di Melanie Gallino Con il corso appena concluso anche per gli istituti coinvolti si apre un nuovo capitolo Luca Soldini: «Desideriamo creare gruppi di lavoro interni per poi mettere in atto servizi e strategie che possano essere di sostegno ai bisogni specificideisingoliutenti Procederemoper gradi, identificando tempi e spazi da dedicare all’accompagnamento, sviluppando una cultura d’istituto anche in questo ambito» Il benessere della persona con disabilità rimane prioritario L’obiettivo della sua inclusione nella società è perseguito con risposte appropriate rispetto ai suoi bisogni in ogni componente della vita, quindi anche in quella affettiva e sessuale, per la quale necessita un ’educazione e un accompagnamento da assicurare in armonia nei diversi contesti, dalla famiglia agli istituti, alla rete professionale esterna

Viale dei ciliegi di Letizia Bolzani

Iain Lawrence

Fuoco sul monte senza testa

San Paolo (Da 13 anni)

Una storia di sopravvivenza into the wild, tre ragazzi isolati e in pericolo nella natura estrema, un ’avventura che ci riporta a TheSkeletonTree, il primo romanzo dello stesso autore pubblicato in Italia Anche qui l’avventura di sopravvivenza non è voluta, è accidentale, è dovuta al guasto al motore del vecchio furgone su cui i tre fratelli Pepperstannoattraversandolandedesolate, probabilmente in Canada, dove vive lo stesso autore

Joshua, il maggiore, Kaitlyn, la sorella di mezzo, e il dodicenne Virgil, su cuilaprospettivaeroicadelromanzosi focalizza,stannorecandosiadisperdere le ceneri della madre nel luogo che lei amava, un piccolo lago isolato tra le montagne: «I Pepper erano andati là ogni estate fin da quando Virgil ne aveva memoria Little Lost Lake era il posto che sua madre amava di più al mondo ed era lì che gli aveva insegnato a usare le stelle come bussola, a pagaiare su una canoa e ad accendere il

fuoco senza fiammiferi – tutte quelle cose meravigliose che annoiavano suo padre» La mamma era una scienziata, e aveva trasmesso la sua passione per le scienze al piccolo Virgil, mentre il padre, scrittore, aveva un modo più immaginifico di rappresentare il mondo Ma la mamma lo incantava con la scienza, altrettanto foriera di meraviglia, e altrettanto capace di metafore esistenziali, come quella che Virgil ha stampata nel cuore: «Per quanto for-

te sia il temporale, dopo torna sempre il sole» Tuttavia, per Virgil non è facile uscire dal temporale interiore, la mamma gli manca tanto e la tristezza non lo abbandona Sarà proprio la durissimaavventuradisopravvivenzache egli dovrà affrontare, dapprima con i fratelli–spersinelnulla,senzasegnale per il cellulare, senza più neanche cibo né acqua – e poi da solo, ad aiutarlo a elaborare il lutto Dopo che la sorella si è slogata una caviglia, e il fratello si è allontanato per cercare improbabilisoccorsi,Virgilcerca,tirandofuorilo scienziato che è in lui, di rimettere in moto il furgone Si ritroverà, per una serie di eventi da fiato sospeso, completamentesolo,minacciatodaanimali selvatici, da altri inquietanti pericoli e soprattutto dal fuoco, giacché un immensoincendiostadivorandolaforesta e lo sta accerchiando Dovrà far fronte a tutto questo, e lo farà sentendo dentro di sé la mamma, con i suoi incoraggiamenti e i suoi preziosi insegnamenti scientifici e esistenziali, come fosse uno spirito guida E più interiorizzerà questo spirito guida, più riuscirà a lasciare andare il dolore

Katie Daynes illustrazioni di Amy Willcox

Perché (a volte) mi sento triste?

Edizioni Usborne (Da 3 anni)

Certo, è molto più bello sentirsi felici, ma ci sono anche dei momenti di tristezza, a tutte le età, e va bene così Non bisogna ignorarli o scacciarli con forza, ma accoglierli, comprenderli, e provare a superarli Sapendo che sentirsi tristi fa parte della vita, e capita proprio a tutti Con un linguaggio leggero, delicato, e con esempi molto appropriati alle esperienze dei più pic-

coli, questo bel libro (realizzato con la consulenza di una psicologa infantile) parla a loro direttamente, provandoarisponderealledomandecheogni bambino si pone: perché mi sento triste? Cosa mi rende triste? Perché si piange? Tutti si sentono tristi? Devo per forza sentirmi triste? Come posso tirarmi su? Le risposte sono tante, articolate in immagini con alette da sollevare, per scoprire, sotto, ulteriori sfaccettature delle emozioni legate alla tristezza Ci sono tristezze per cose piccole o per cose più grandi, tristezze che durano solo un attimo e altre più lente a passare, ci sono tanti modi di manifestare la tristezza e tanti modi per superarla Uno di questi è sicuramenteleggerequestolibroconunproprio caro Il gioco di sollevare le alette conferisce anche un ritmo alla lettura, dando pause per riflettere, pensare, e magaricondividereconl’adultochesta accanto Inoltre le alette rendono ludicalalettura,leconferisconounpizzico di umorismo, la rendono leggera Anche se la pesantezza è qualcosa che le edizioni Usborne evitano sempre con grande maestria

Sett mana e di informazione e cultura Anno LXXXVI 10 luglio 2023 azione – Cooperativa MigrosTicino 7 SOCIETÀ
Amore e disabilità ◆ L’affettività e la sessualità delle persone con disabilità sono oggi affrontate con un approccio globale e più strutturato come dimostra un corso appena concluso
P i x a b a y

L’altropologo

La Natura siamo noi

sfera, laddove l’uso (o meno) di forchetta e coltello è proprio di noialtri in quanto esseri culturali Vi è però un ’eccezione, unica e determinante

dell’Uno, o la marca – dello Zucchero C’è, e basta Nel dibattito

Lévi-Strauss sosteneva che la coppia Natura-Cultura costituisse l’orizzonte di senso entro il quale si articola «l’essere nel mondo» dell’umanità Lungo l’asse marcato dai due poli si concretizzano, nel corso della Storia, i percorsi specifici che ciascuna formazione sociale pratica per produrre e riprodurre le condizioni della propria esistenza Nello specifico, tutto ciò che è universale è «naturale», mentre ciò che è particolare e contingente è «culturale»: per cui, per intenderci, alimentarsi è un fatto naturale, che riguarda l’intera bio-

La nutrizionista

La proibizione dell’incesto è un fatto universale (dunque naturale) regolato però da una varietà impressionante di regolamenti circa i gradi di parentela ammessi e proibiti allo scambio matrimoniale – fino alla definizione dei casi obbligatori per i quali si impone la violazione del tabù (per esempio il matrimonio fra fratelli di certe dinastie faraoniche)

Insomma: la proibizione dell’incesto è tanto naturale/universale quanto culturale/specifica Perché questo doppio gioco? Perché – risponde il Nostro – l’obbligo di rinunciare ad un partner matrimoniale scelto all’interno della famiglia nucleare obbliga a cercarlo al di fuori

La proibizione dell’incesto è dunque condizione necessaria e sufficiente per la costituzione di una

di Cesare Poppi

Buongiorno signora Botticelli, ho letto un suo articolo molto interessante in risposta a una signora con una patologia diversa dalla mia, alla quale consigliava una dieta antinfiammatoria Provo a sottoporle il mio caso per verificare se varrebbe la pena o meno agire con una dieta che possa aiutarmi a tenere a bada il mio sistema immunitario.

Da poche settimane ho saputo di essere affetta da una grave e rara malattia autoimmune che distrugge le cartilagini del corpo e si chiama policondrite recidivante o ricorrente Mi hanno proposto una terapia farmacologica ma la miadomandaè:esenelfrattempopotessi anche aiutare il mio sistema immunitario a non attivarsi così frequentemente contro le mie stesse cartilagini? Pensa possa giocare un ruolo di aiuto una dieta specifica? O degli integratori (Omega 3, vitamine, altro)? / M.S.

Buongiorno M S , la ringrazio per

la sua email Sinceramente non conoscevo questa malattia: mi sono documentata in merito e, prima di risponderle, mi permetto di riassumere quanto ho appreso per farlo capire anche agli altri lettori

La policondrite recidivante (RP) è caratterizzata da gonfiore ricorrente e infiammazione della cartilagine e di altri tessuti in tutto il corpo con conseguente progressiva deformazione anatomica e compromissione funzionale delle strutture coinvolte Altre parti del corpo che possono essere coinvolte sono le vie aeree (trachea), la cartilagine costale (costola), gli occhi, il cuore, il sistema vascolare (vene), la pelle, i reni e il sistema nervoso I segni e i sintomi variano da persona a persona a seconda di quali parti del corpo sono interessate

Non si conosce l’esatta causa sottostante di RP, si pensa che ci siano fat-

Una delizia per tutta la famiglia

Da tutte le offerte sono esclusi gli articoli già

tori genetici e altri fattori sconosciuti coinvolti Alcuni ricercatori ritengono che la RP sia una malattia autoimmune che si verifica quando gli anticorpi attaccano il tessuto cartilagineo Altri ricercatori ritengono che la RP sia causata da una sensibilità al collagene di tipo II, una sostanza presente nella pelle e nei tessuti connettivi È una malattia cronica ma può avere dei momenti di remissione spontanea o dovuta al trattamento dei farmaci Essendo così rara, gli studi per determinare il singolo miglior trattamento sono difficili da fare Di conseguenza, non esiste una chiara terapia ideale per questa malattia Il trattamento dipende da quali parti del corpo sono colpite e quanto gravemente Le prospettive per le persone con policondrite sono molto variabili, tuttavia, la malattia più lieve o la malattia che risponde rapidamente al trattamento

Società, la socialità essendo caratteristica universale della nostra specie «Noi sposiamo i nostri nemici», mi spiegava candido un anziano nel Nord del Ghana «così non ci ammazziamo»

La dieta mediterranea contro le malattie autoimmuni

Questo il quadro analitico che aiuta a comprendere tanto la distinzione Natura/Cultura quanto i suoi confini, col fine di non assolutizzarla Quanto poi succede all’interno di quei confini per stabilire i territori rispettivi di quanto non è negoziabile poiché inevitabile, primario (Natura) e quanto invece è obbligatorio e sancito proprio perché potenzialmente mutevole (Cultura) è materia specifica della diversità culturale: se l’animale X possa essere messo allo spiedo (così come quel nostro vicino che ha veramente rotto) o se anche gli uomini debbano patire le doglie del parto (vedi l’ormai dimenticata ma molto educativa pratica della couvade, a proposito di gender e tec-

nologie riproduttive) dipende da fattori, analogie simboliche e necessità pratiche contingenti Terreno scivoloso e mutevole – e presidiato poiché più le condizioni di esistenza si fanno precarie (allora morbi e carestie, oggi l’Apocalisse del binomio EcoNucleare) più si tende ad irrigidire la griglia di senso Natura/Cultura di cui sopra così come, un tempo, si ricorreva ai sacrifici umani per placare gli Dei inferociti Si assiste oggi a un irrigidimento, che equivale a una sclerosi, del concetto stesso di Natura Da malintese e paternalistiche esotizzazioni di Pachamama, alle improbabili bizzarrie del New Age, agli appelli animalizzanti «Deh, lasciate che la natura faccia il suo corso e (ri)trovi i suoi eterni equilibri!» si leva un coro che vuole ricacciare la Natura «là fuori» Sola, sdegnosa, indipendente e sovrana Così non è La Natura siamo noi: onori ed ahimè oneri

può avere una prognosi eccellente Purtroppo non ho trovato nessun riferimento a diete specifiche o a integratori alimentari consigliabili

Le consiglierei comunque di seguire una dieta mediterranea, che significa un consumo frequente di olio d’oliva, cereali integrali (miglio, orzo, farro, grano saraceno eccetera), legumi, frutta e verdura disponibili stagionalmente, una quantità moderata di pesce, latticini, carne, erbe e spezie, il tutto accompagnato da acqua e infusi

È dimostrato, seguendola, che si ottengono bassi livelli dei marcatori infiammatori proteina C-reattiva e interleuchina-6 nel sangue; inoltre l’alto consumo di fibra che ne deriva non è una fonte di energia per l’uomo ma viene fermentata dai batteri per produrre acidi grassi a catena corta (SCFA) che sono in grado di fornire un substrato energetico ai colonciti,

proteggendo la barriera intestinale e, se quest’ultima è integra, aiuta a difendere il nostro corpo dall’infiammazione locale e sistemica Sono invece da limitare alimenti ultra-elaborati come caramelle, fast food, snack, piatti pronti; carni rosse e carni lavorate (salumi, insaccati, hot dog); zuccheri aggiunti (bevande dolci gassate, torte e biscotti già pronti) e i cereali raffinati Spero di esserle stata di aiuto e, le ricordo (ma in verità è un augurio) quello che dice il titolo di una ricerca che ho letto sul come affrontare la relazione tra malattie autoimmuni e dieta: chi ben inizia è a metà dell’opera

Informazioni Avete domande su alimentazione e nutrizione?

Laura Botticelli dietista ASDD vi risponderà Scrivete a lanutrizionista@azione ch

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Nella generale complessità – per non dire confusione – del dibattito che informa e forma l’opinione pubblica contemporanea, pochi concetti possono competere in termini di complessità e confusione con quello di Natura Il tema è particolarmente ghiotto da un punto di vista altropologico perché è uno dei pochi contributi dell’antropologia moderna ad essere filtrato a livello della cultura di massa fino a diventare, ahinoi, luogo comune «Natura» e «Cultura» costituiscono i poli dello strutturalismo antropologico di Claude Lévi-Strauss Nato a Bruxelles nel 1908 e deceduto a Parigi nel 2009, uno dei pilastri dell’antropologia moderna è come lo zucchero: talmente indispensabile e pervasivo nei flussi più remoti della cultura contemporanea che nemmeno più ci premuriamo di citarne il nome
su ecologia, cambiamento climatico, energia, sviluppo circolare, gender e tecnologie riproduttive, conservazione, specismo, animalismo – lupi e orsi sì o no – il concetto di Natura fa la funzione del pallone in una partita di calcio destinata a finire zero a zero: tutti lo cercano, tutti lo calciano, il pubblico si innervosisce e nessuno fa gol: cos’è allora Natura?

TEMPO LIBERO

Prezioso è il latte di Filena Degno ingrediente per i maestri cioccolatieri,alla Frey si trasforma in deliziose tavolette

Pagina 10-11

In famiglia sul Generoso In collaborazione con «Azione», un concorso per due biglietti Family-Day offerti in omaggio

Pagina 13

Fagioli bianchi e salsiccia

Con peperoncino,aglio,pomodori e salvia,si ottiene un piatto gustoso e un’idea per variare la grigliata

Pagina 13

Tears of the Kingdom

Il nuovo episodio di The Legend of Zelda è all’altezza del primo che risale ormai al lontano 2017

Pagina 15

Quando, nel 1926, Harry Houdini –forse il più grande mago illusionista di tutti i tempi – morì prematuramente per una fatalità dai toni tuttora sospetti,perilpubblicointernazionaledi allora si trattò di uno sconvolgimento pari a quello causato dalla morte di una grande figura pubblica: qualcuno del calibro di un autentico trascinatore di folle, in grado di esercitare un’influenza e potere che andavano ben oltre la semplice capacità di estrarre un coniglio dal cappello a cilindro

La magia intesa come forma di spettacolo resta una delle arti più antiche che l’umanità conosca: i primi esempi documentati risalgono alla Persia antica

Oggi, a quasi un secolo da allora, si può dire che lo status e il prestigio legati alla figura solo apparentemente demodé del «mago» siano più che mai attuali, e ben lungi dall’essere considerati in alcun modo obsoleti o agonizzanti; grazie anche al suo forte influsso sulla cultura popolare, quello del grande, carismatico illusionista è divenuto a tutti gli effetti un trope culturale a sé stante, al punto che oggigiorno, in tutto il mondo, moderne generazioni di maghi crescono sperimentando nuovi modi di lasciare il pubblico a bocca aperta – travalicando qualsiasi barriera culturale grazie al linguaggio e codice universale dell’illusionismo (termine utilizzato per distinguere tale forma d’arte dalle conoscenze esoteriche e occulte della tradizionale magia bianca e nera)

Così, le centinaia di «magic clubs» sparsi per tutto il mondo non svolgono il ruolo di semplici associazioni, ma costituiscono piuttosto vere e proprie confraternite, animate da precetti etici antichi quanto imprescindibili; un esempio su tutti, la prestigiosa International Brotherhood of Magicians, la quale, come una sorta di società segreta, segue un codice secolare riservato a quei privilegiati che, tramite anni di studi e allenamento, sono stati iniziati agli insondabili misteri della cosiddetta sleight of hand – ovvero, l’estrema destrezza di mano che è alla base di ogni gioco di prestigio

Sì, perché la tecnica dell’illusionismo affonda le proprie radici non soltanto nella maestria e nelle capacità del mago ma, secondo alcuni, nel vero e proprio inganno sensoriale da questi operato – anche se forse sarebbe più corretto affermare che l’unico, vero trucco su cui la tecnica magica poggia sia l’illusione dello sguardo: la capacità di indurre lo spettatore a distrarsi dalle apparenti incongruenze davanti ai suoi occhi quel tanto che basta da convincerlo che quanto sta vedendo sia reale

La fiducia in questa sorta di manipolazione delle umane percezioni si riflette pienamente nella filosofia da cui la «casta» dei maghi è tuttora animata: non è infatti un caso che le tecniche utilizzate da secoli dai prestigiatori vengano impiegate anche nell’ambito degli esperimenti di psicologia sociale, quando tale manipolazione può essere sfruttata per indurresubdolamentelepersoneacompiere

l’una o l’altra scelta Del resto, come ebbe a dire lo studioso Petter Johansson (professore di scienze cognitive), non appena un illusionista chiede a uno spettatore di scegliere una carta nel più semplice dei giochi di prestigio, questi sa già che la sua scelta non potrà in alcun caso definirsi libera, poiché «pilotata» dalla volontà (e dai segnali subliminali) del mago; il quale, a seconda dei casi, può specializzarsi in discipline quali il mentalismo (lettura del pensiero e divinazione) o il pickpocketing(sottrazione o sparizio-

ne di oggetti) – prodezze spesso collocabili al confine con la parapsicologia, al punto che perfino Arthur Conan Doyle, creatore dell’immortale detective Sherlock Holmes, era convinto che un vero, grande mago dovesse necessariamente essere dotato di facoltà paranormali Quindi, la domanda che a questo punto sorge spontanea è: come mai, in un mondo fortemente ipertecnologizzato quale il nostro, siamo ancora così attratti e incuriositi dalla presenza di un illusionista che esegua un gioco di prestigio? Forse questo può, almeno in parte, spiegarsi con il fatto che la magia intesa come forma di spettacolo resta una delle arti più antiche che l’umanità conosca, considerando come i primi esempi documentati possano riscontrarsi addirittura nelle imprese dei magoi della Persia antica; di fatto, la figura del grande ammaliatore, in grado di mesmerizzare intere folle semplicemente con un gesto del-

la mano o una frase a effetto, sembra aver conservato intatto tutto il suo fascino, come dimostrato dall’invasione di film hollywoodiani sul tema che l’inizio del XXI secolo ha visto succedersi, da The Illusionist a The Prestige e Death Defying Acts E sebbene una delle regole d’oro della professione rimanga quella che obbliga all’assoluta segretezza dopotutto, «un vero mago non svela mai i propri trucchi» ciò non ha impedito la creazione e diffusione di una cultura «alta» da sempre riservata agli iniziati del genere A partire dal Settecento in poi, migliaia di libri hanno infatti analizzato ogni dettaglio della tecnica illusionistica: dai prontuari che illustrano nei particolari ogni tipo di trucco (e, in alcuni casi, perfino il modo di utilizzarlo non soltanto per i giochi da palcoscenico, ma anche per neutralizzare gli avversari!), fino a volumi accademici che smascherano il modus operandidi grandi maghi del passato

Eppure, nonostante quest’incredibile e millenario bagaglio socioculturale, forse la vera «magia» risiede infine nell’istintiva, insopprimibile meraviglia che, come ragazzini mai cresciuti, noi spettatori medi ancora avvertiamo davanti a un gioco di prestigio magistralmente condotto Portandoci a pensare che in fondo ci sia del vero in ciò che il personaggio di Houdini afferma nel finale del film Favole (1997) in cui il grande mago, interpretato con maestria da Harvey Keitel, si sente chiedere da una giovane spettatrice il segreto dietro un incredibile gioco appena eseguito, soltanto per risponderle con fare ammiccante: «Vuoi davvero saperlo?»

Un’osservazione davanti alla quale la maggior parte di noi non può che condividere l’opinione della bambina, la quale, dopo un attimo di riflessione, si lascia andare a una confessione semplice quando sincera: «No, in realtà no»

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Il trucco dell’incantatore: «Vuoi davvero saperlo?»
Magic club ◆ Come e perché, a tutt’oggi, la figura del mago illusionista conserva intatto tutto il suo carismatico fascino
P e x e l s c o m
Benedicta Froelich

Per fare il cioccolato ci vuole il latte,

Reportage ◆ Terza puntata del nostro viaggio nella lunga filiera che dalla coltivazione del cacao ci porterà alla produzione di una delle specialità

Siamo partiti dalla Costa d’Avorio per esplorare quei luoghi dove il cacao nasce e viene coltivato (v. «Azione» del 3 aprile 2023), passando poi dalla raccolta al trasporto per finire in uno zuccherificio elvetico (v. «Azione» del 15 maggio 2023). Oggi ripartiamo invece dall’azienda agricola dei fratelli Knechtle a Wäldi, nel Canton Turgovia dove troviamo il terzo ingrediente fondamentale per creare il cioccolato, ovvero il latte.

La polverizzatrice elvetica

Non siamo qui per spiegare come viene prodotto il latte, che si sa: dobbiamo dire grazie alle mucche che, come Filena (vedi box), hanno fatto anche oggi la loro parte: 12mila litri di latte davanti e 12mila dietro. Tanti ce ne stanno nell’autocisterna e nel suo rimorchio, che adesso sono alla Hochdorf Swiss Nutrition (nel Canton Lucerna) e stanno venendo svuotati. In ognuna delle fattorie – dove questa mattina presto l’autista si è fermato per caricare il latte – sono stati messi in provetta anche dei piccoli campioni. Ora l’autista li prende dal retro del suo veicolo e li porta al punto di accettazione, dove registra il nome dell’allevatore al quale appartiene ciascuno di essi. Non solo per calcolare le quantità esatte di latte, ma anche per verificare la composizione dello stesso e gli eventuali residui di antibiotici.

La caramellizzazione conferisce al latte in polvere un gusto dolciastro, e al cioccolato ottima scioglievolezza

Di fatto, il latte contiene anche molta acqua, ciò che non è ideale per fare il cioccolato. La soluzione: solo latte, ma in polvere. L’azienda Hochdorf è specializzata proprio nella lavorazione di questo ingrediente fondamentale per produrre cioccolato svizzero.

Estrazione e concentrazione

La realizzazione del latte in polvere è molto simile a quella dello zucchero cristallizzato (che abbiamo visto nella precedente puntata dedicata al tema): estrazione del succo, concentrazione ed essiccazione. Solo che, contrariamente alle barbabietole da zucchero, il latte è già in forma liquida.

Per prima cosa, il latte viene standardizzato immediatamente dopo l’estrazione dalle autobotti: a seconda della stagione, del tempo e di ciò che le mucche mangiano, il loro latte ha infatti un differente tenore lipidico e proteico. La qualità della polvere finita deve però essere sempre la stessa; per questo i grassi e le proteine che sono stati rimossi tramite centrifugazione vengono poi aggiunti di nuovo fino a raggiungere le quantità azione

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latte, per fare il latte ci vuole Filena

specialità svizzere, e che più precisamente oggi arriva nel Canton Lucerna tra

pascoli ed essiccatoi

uno c’è un leggero ronzio, nel successivo un sonoro borbottio e in quello dove il latte viene concentrato rimbomba un rumore tremendo. Vera Hug, mentre noi tendiamo l’orecchio avvicinandoci alla sua bocca, ci spiega urlando che «adesso il latte viene sottoposto a vapore sotto vuoto». Alla fine, il contenuto di acqua è ancora del 50%, sebbene il lavorato risulti ben più denso rispetto allo stato iniziale: il latte della mucca contiene infatti l’87% di acqua.

Esiccazione: l’eroe nascosto

La mucca da 50mila litri

standardizzate. «Nella fase successiva il latte viene pastorizzato, cioè riscaldato velocemente per uccidere i batteri, e quindi filtrato», spiega Vera Hug, tecnica alimentarista alla Hochdorf. Niente di tutto questo è visibile, l’intero processo avviene in spessi tubi e in enormi contenitori d’acciaio che

in un istante possono diventare roventi o gelidi. Il latte si fa vedere solo ogni tanto, in appositi vasetti tondi da ispezione. L’impianto è comunque un sistema chiuso e vi si può accedere solo indossando abbigliamento protettivo. Ogni singola fase del processo si svolge in un capannone dedicato. In

A questo punto, il concentrato può subire due processi: o viene spruzzato con aria molto calda essiccandosi in piccoli fiocchi (operazione chiamata polvere spray); oppure viene steso uniformemente su un rullo riscaldato a vapore dove essicca nel giro di 3,5 secondi, assumendo la forma di una pellicola (ci ricorda la carta da parati giallina) che viene poi raschiata e triturata. La leggera colorazione dipende dal fatto che il latte viene caramellizzato dal calore. Ciò conferisce al latte in polvere un gusto dolciastro, e al cioccolato una scioglievolezza nettamente maggiore. Non stupisce infatti che i produttori svizzeri di cioccolato puntino sulla polvere ottenuta attraverso il secondo processo, con i rulli, nonostante la produzione sia più onerosa.

«Nel cioccolato il latte in polvere è invisibile», dice Vera Hug, che nel locale con i rulli rotanti può di nuovo parlare normalmente. «Ma per il gusto è fondamentale. Per me è un piccolo, grande eroe nascosto.» E sorride amorevolmente.

Filena, cinque anni, ottocento chili di peso, razza bruna svizzera, dà 44 litri di latte al giorno. Ogni mattina, alle cinque e un quarto spaccate, l’allevatore Josef Knechtle entra nella stalla per la mungitura. Alla mungitrice si possono attaccare otto mucche alla volta. Nell’azienda agricola dei fratelli Knechtle vivono cinquantanove mucche e un toro da monta. Filena è una delle prime a essere munte. Ha infatti partorito da poco per la terza volta e presenta una compressione a una mammella. Per la salute delle sue mammelle è quindi importante che possa farne defluire il latte. Di recente uno specialista in animali da allevamento ha valutato le mammelle di Filena con un punteggio di 85 su 87, un valo -

re di eccellenza. Le sue mammelle sono sane e possono contenere molto latte.

La mungitura

Josef Knechtle pulisce le mammelle, controlla che non ci siano irritazioni e le prepara alla mungitura. Dopo trenta secondi, il latte comincia a stillare. Attacca i capezzoli alla mungitrice, per tre o quattro minuti. Poi Filena può andare a muoversi liberamente nell’apposito recinto. Può entrare e uscire quando vuole. E mangiare, bere, dormire, ruminare. La sua libertà dura fino alle cinque e un quarto del pomeriggio, quando c’è la seconda mungitura; l’intervallo tra le due è di dodici ore esatte. Per la seconda volta nel corso della giornata, 22 litri di latte delle mammelle di Filena confluiscono nel grande serbatoio.

Dalla fattoria a Hochdorf

In questo serbatoio, il latte viene raffreddato a 4,5 gradi e rimestato di tanto in tanto. Ogni due giorni alla fattoria arriva un camion che aspira il latte e lo porta nel Lucernese, a Hochdorf, dove viene trasformato in latte in polvere. Ogni anno l’azienda dei fratelli Knechtle manda a Hochdorf poco meno di 450mila litri di latte. Circa 10mila di essi, li ha prodotti Filena. Josef Knechtle prevede per lei una vita lunga e in salute, durante la quale partorirà fino a dieci vitelli e produrrà almeno 50mila litri di latte.

Maîtres chocolatiers: il sogno di tutti i bambini

«Côte d’Ivoire» ◆ Come si inventa una nuova tavoletta deliziosa? E come la si produce poi in grandi quantità?

Le risposte ci vengono date durante una visita alla Delica, il posto più profumato di tutta la Svizzera e casa del cioccolato Frey

Tutto ha inizio nel laboratorio di sperimentazione della Delica, a Buchs, vicino Aarau nel canton Argovia. Solo ciò che riesce convincente qui ha una possibilità di essere prodotto in grandi quantità per la Migros. Poco più di un anno fa, la Migros aveva commissionato un nuovo prodotto di cioccolato: la linea di tavolette Frey «Côte d’Ivoire», per la quale si sarebbe usato esclusivamente il cacao della cooperativa Necaayo. «Tutto chiaro», risposero allora Rahel Merkofer e Markus Müller (sviluppatori di prodotti alla Delica), prima di rinchiudersi nel laboratorio di sperimentazione. Che è come una fabbrica di cioccolato dentro la fabbrica di cioccolato. Qui, con pentoloni, cucchiaioni, e chili su chili di cacao, zucchero e latte in polvere, i due hanno potuto fare ciò che sogna ogni bambino: inventare un cioccolato. E mangiarselo. Per settimane.

Che la nuova collezione dovesse comprendere un cioccolato al latte, era chiaro. E anche il fatto che dovesse prevederne uno fondente. Per il resto i due maîtres chocolatiers avevano carta bianca. Grazie a questo presupposto hanno dunque aggiunto del caramello. E del sale. E noci. E limone. E more di gelso. E più latte. E meno zucchero.

Alla fine, dopo più di cento ore di deliziosi esperimenti, hanno creato sette differenti varietà. Di queste, la Migros ne ha scelte quattro. Quella con more di gelso è rimasta fuori. A Markus Müller è dispiaciuto? «Certo! Ma il lavoro funziona così, bisogna accettarlo», dice ridendo il cinquantatreenne. «E le quattro varietà scelte sono tutte superbe». D’altronde sta già lavorando su qualcosa di nuovo: «Ma non posso parlarne, è un progetto segreto!». Markus incrocia le robuste braccia sul petto come a dire che ogni ulteriore domanda sarebbe inutile.

Dopo che la Migros ha dato l’ok, la «Côte d’Ivoire» è entrata in produzione. Che comincia proprio dai semi di cacao consegnati da Amsterdam (vedi articolo su «Azione» del 15 maggio) che poi vengono liberati scrosciando fragorosamente dai loro sacchi da una tonnellata alti come un uomo. I semi vengono quindi sterilizzati mediante calore e sgusciati a macchina, fase che porta alla luce i cosiddetti nibs, il puro cacao. Il cacao ha un gusto amaro, ma piacevole e di una certa eleganza, che ricorda solo da lontano il cioccolato. Dopo la tostatura è invece l’inverso: l’amarezza va in secondo piano mentre la

«cioccolosità» domina la scena. Infine, i nibs vengono triturati finemente.

A questa tritura vi si incorporano lo zucchero, il burro di cacao e il latte in polvere, nelle dosi precise stabilite da Merkofer e Müller. Si ottiene così il cosiddetto materiale da laminare, che si lascia per qualche ora in una conca. Nell’accezione cioccolatiera, il termine conca viene dallo spagnolo concha col significato di «conchiglia» perché le vasche che si usavano un tempo per laminare la massa ricordavano delle conchiglie. Il concaggio serve a dare al cioccolato la sua consistenza morbida e cremosa e per far fuoriuscire le sostanze amare.

In un tripudio di aromi inebrianti, il cioccolato concato viene infine versato negli stampi delle tavolette, che vengono poi scossi per distribuire uniformemente la massa. Dopo quaranta minuti nella torre di raffreddamento si dà un altro colpetto e le tavolette da 100 grammi cadono belle e pronte dai loro stampi. L’operatore di linea di produzione, Thomas Exner, è al nastro trasportatore e sta togliendo le tavolette con delle imperfezioni. Ma in base a quale criterio? Le tavolette non sembrano tutte uguali? «Decisamente no», sogghigna e ne toglie un’altra dal

nastro, «qui c’è un punto un po’ scuro. Capita perché prima abbiamo fatto cioccolato fondente». Un occhio inesperto non l’avrebbe mai notato. Ciò che invece non soddisfa quello di Exner, viene riposto in una sacca sterile, rifuso e poi riutilizzato. Al piano superiore, dove un ascensore a paternoster trasporta le tavolette per l’imballaggio, opera un gruppo di donne non meno meticolose: ciò che la macchina non ha piegato o incollato con precisione millimetrica, loro lo riaprono e lo rimettono a posto. Alla

fine, il macchinario mette venti tavolette in una scatola, o meglio, le avvolge in un cartone bianco e ci pone sopra un’etichetta con la data di produzione. Poi le scatole tornano con un altro piccolo ascensore al piano terra e vengono disposte su una paletta. La paletta viene poi caricata su un vagone ferroviario che viene trainato da una locomotiva di manovra fino al vicino villaggio di Suhr, al centro di distribuzione Migros. Da qui, la «Côte d’Ivoire» arriva nelle settecento filiali del Paese.

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Da tutte le offerte sono esclusi gli articoli M-Budget e quelli già ridotti Offerte valide dall’11 7 al 17 7 2023, fino a esaurimento dello stock 100% rinfrescanti, zero alcol Novità effervescenti 2.40 Square Root Passionfruit Mojito bevanda analcolica, 200 ml 2.20 Lohilo Sun Kissed 330 ml 1.50 Non Tropical bevanda analcolica, 330 ml

Il giorno della famiglia

Monte Generoso ◆ Tutti insieme in vetta per godersi la propria libertà

Dove e quando

Viaggio di andata e ritorno con il trenino a cremagliera secondo gli orari di linea

Offerta speciale Treno Famiglia:

1 adulto + 1 ragazzo (6-15 anni):

CHF 68 00

2 adulti + 1-3 ragazzi (6-15 anni):

CHF 136 00 (bambini 0-5 anni gratis)

Offerta non cumulabile

Per il pranzo al ristorante è richiesta la prenotazione Per gli eventi di Yoga e Via Ferrata è richiesta la prenotazione

Dettagli:

Ritagliarsi una giornata, celebrare lo stare insieme, seppur facendo ognuno ciò che le/gli piace, godersi un paesaggio incantevole è in questa veste che si propone il Family Day previsto per il 23 luglio 2023 in Vetta al Monte Generoso L’invito è dunque rivolto a mamme e/o papà, alle loro figlie e ai loro figli

La partenza è, come sempre, da Capolago tutti insieme, ma una volta scesi dal trenino, potrete dedicarvi ad attività diverse Le bambine e i bambini saranno accolti dall’ormai noto e amato Circo Tonino, con i suoi divertenti giochi e numeri, all’insegna della spensieratezza, dell’allegria e della fantasia Nel frattempo, le mamme e/o i papà, potranno scegliere tra

un ’attività rilassante e rigenerante come la speciale sessione di Yoga per il corpo e per il viso, e un ’attività energizzante e all’aria aperta, come l’ascesa guidata della via ferrata del Monte Generoso

CONCORSO «Azione» mette in palio due pacchetti famiglia (2x2 adulti e max 3 bambini) Per partecipare al concorso mandare una mail con i dati dei membri della vostra famiglia a giochi@azione ch

(oggetto: Family Day) entro domenica 16 luglio 2023

Curiose criptomerie

Mondoverde ◆ Cresce lento il cedro del Giappone

Il loro buffo nome ricorda la kryptonite di Superman, hanno foglie simili a quelle del ginepro e una crescita lentissima

Chiamata anche Sugi o cedro del Giappone, la Cryptomeria japonica è una conifera sempreverde originaria di Cina e Giappone, con chioma piramidale, rami leggermente penduli e foglie aghiformi, verde prato, che in autunno e inverno diventano bronzee

Impiega dai venti ai quarant’anni per raggiungere i venti metri d’altezza, producendo ogni anno delle piccole pigne Molto versatile è una conifera che vive bene in pieno sole, ma riesce a sopportare anche la mezz ’ombra, con terreni fertili e acidi

Circo Tonino

Orari spettacoli con il mago

11 30 / 13 30 / 14 30 / 15 00

Yoga

Lezione dalle 10 15 alle 11 15 sulla terrazza panoramica Portare il proprio tappetino

Via Ferrata

Materiale obbligatorio: Casco – Dissipatore per vie ferrate – Imbragatura – Moschettone con sicurezza (minimo uno) Gli escursionisti che non sono già in possesso di questo materiale possono noleggiarlo direttamente sul posto da 3Rsport Prezzo su richiesta

Info: montegeneroso ch/it/eventi

Tra tutte le varietà in commercio, la più conosciuta è la C j «Elegans», che presenta un fogliame fitto, dall’aspetto soffice e non pungente; verde bluastro, in inverno vira sul rosso, regalando sfumature di colore inattese al giardino Anch’essa cresce con lentezza, impiegando molti anni per raggiungere i dieci metri e la si può coltivare come esemplare unico in giardino, oppure abbinata all’altra varietà «Elegans Viridis» che mantiene gli aghi verdi per tutto l’anno, accentuandone il contrasto

Le criptomerie non producono fiori, ma macrosporofilli in inverno, tra gennaio e febbraio, che successivamente si trasformano in frutti squamosi e persistenti contenenti piccoli semi Se desiderate coltivarne un esem-

Ricetta della settimana - Fagioli piccanti con salsiccia

Ingredienti

Piatto principale

Ingredienti per 4 persone

250 g di pomodori cherry

2 scatole di fagioli di Soissons,

250 g sgocciolati

2 peperoncini

4 c d’olio d’oliva

4 spicchi d’aglio

2 rametti di salvia

4 salsicce ticinesi

Preparazione

1. Dimezzate i pomodori. Sciacquate i fagioli con acqua fredda e lasciateli sgocciolare. Dividete il peperoncino in due, privatelo dei semi a piacimento poi tritatelo.

2. Rosolate i fagioli nell’olio a fuoco alto. Aggiungete l’aglio spremuto e il peperoncino, quindi fate rosolare brevemente i due ingredienti

3 Unite i pomodori e condite con sale. Aggiungete le foglie di salvia. Coprite i fagioli e lasciateli stufare per 10 minuti. Se i fagioli sono troppo asciutti, aggiungete un po’ d’acqua.

4. Arrotolate le salsicce a spirale e infilzatele con degli spiedini di legno.

5. Grigliate le salsicce a fuoco medio per circa 10 minuti o fatele rosolare in padella.

6. Servite con i fagioli.

Consiglio utile

Se desiderate utilizzare i fagioli di Soissons secchi, pesatene circa 300 g da mettere a bagno la sera prima, per circa 12 ore, in abbondante acqua fredda. Il giorno seguente, copriteli d’acqua fresca e lasciateli coperti per circa 40 minuti, finché si ammorbidiscono.

I fagioli cotti si conservano in frigo per parecchi giorni. Sono ideali anche per guarnire un’insalata.

Preparazione: circa 25 minuti

Per persona: circa 48 g di proteine, 46 g di grassi, 28 g di carboidrati, 740 kcal

Iscriviti ora!

plare in vaso, vi consiglio di cercare la varietà «Globosa», anch’essa caratterizzata da una crescita super lenta, che arriva fino a un metro e cinquanta centimetri, vantando una chioma a sfera con soffici rami e foglie color ruggine in inverno Ideale per decorare fioriere o abbellire aiuole di giardini rocciosi, è resistente alle basse temperature e solitamente anche agli attacchi di parassiti e malattie, sebbene sia buona pratica controllare sempre attacchi di processionaria o di afidi

I membri del club Migusto ricevono gratuitamente la nuova rivista di cucina della Migros pubblicata dieci volte l’anno. migusto.migros.ch

Sett manale di informazione e cultura Anno LXXXVI 10 luglio 2023 azione – Cooperat va MigrosTicino TEMPO LIBERO 13
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Una nuova avventura a colpi di ingegno

Videogiochi ◆ A sei anni di distanza The Legend of Zelda: Tears of the Kingdom si conferma all’altezza di Breath of the Wild

Fin dal lancio di Nintendo Switch, la serie di Zelda ha svolto un ruolo chiave nel successo della console Il primo titolo della serie Zelda su Switch, BreathoftheWild, uscito nel 2017, non solo ha stimolato le vendite della console ibrida, ma ha anche ridefinito la serie storica, ottenuto un enorme successo e dimostrato le capacità della console stessa Ora, in un momento in cui Nintendo Switch si avvicina inesorabilmente alla fine del suo ciclo commerciale, arriva il seguito del gioco tanto amato: Tears of the Kingdom Grande varietà di ambientazioni e una straordinaria cura dei dettagli nel disegno del mondo

L’avventura inizia in compagnia di Link e Zelda, poco dopo gli eventi del gioco del 2017: un inspiegabile miasma avvolge il castello del regno di Hyrule e, mentre esplorano le segrete, scoprono antichi geroglifici che rappresentano la fondazione del regno Zelda, intrigata da questa scoperta, si addentra nelle profondità dei sotterranei, dove incontra una mummia avvolta dalle tenebre, sigillata da un potere oscuro Inavvertitamente la donna rompe il sigillo e viene attaccata dal miasma oscuro, ma Link la protegge Tuttavia, perde tutti i cuori e le sue abilità, inclusa la potente Ma-

ster Sword che si frantuma insieme al suo braccio destro Nel frattempo, Zelda scompare in una luce impalpabile, e Link viene salvato da una mano sconosciuta, perdendo un braccio ma ricevendone uno magico Il giocatore viene trasportato all’Isola Celeste delle origini, risvegliata da un non ben identificato Re dei demoni, e dove un altrettanto misterioso spirito di nome Raul, il primo Re di Hyrule, si identifica come il legittimo proprietario del nuovo braccio destro di Link

Senza la Master Sword e le sue abilità, Link deve affrontare le avversità dell’isola popolata da Golem creati dalla razza perduta degli Zonau

Come in Breath of the Wild, l’isola è simile all’Altopiano delle origini, con quattro santuari che sbloccano nuove abilità per Link In Tears of the Kingdom, le abilità precedentemente attivate con la Tavoletta Sheikah ora sono catalizzate nel braccio destro di Link L’obiettivo di Link è trovare la principessa Zelda, che sembra prigioniera nel Tempio del Tempo, una struttura imponente a nord della mappa Durante il percorso, Link affronta quattro fenomeni enigmatici nelle diverse regioni e scopre strane figure e geoglifi che celano le lacrime del drago, contenenti le memorie di un passato remoto

La trama e l’ordine degli eventi sono completamente a scelta del giocatore La crescita di Link e la sfida rimangono bilanciate indipenden-

Giochi e passatempi

Cruciverba

Il palazzo indiano Hawa Mahal, chiamato anche «Palazzo dei venti» ha una caratteristica: sulla sua facciata ha ben Completa la frase leggendo, a cruciverba ultimato, le lettere nelle caselle evidenziate (Frase: 21, 8)

ORIZZONTALI

1 Racconto

7 Aspro in latino

8 Preposizione francese

9 Tasso di Rendimento Sistemico

10 Unitamente

11 LAngela presentatore (Iniz )

12 Primo elemento di parole composte che vuol dire cane

13 Tempo inglese

14 Che cosa in latino

18 Vano, inutile

20 Ottomana

21 Una consonante

temente dal percorso scelto La narrazione è più densa rispetto al primo capitolo, con un gran numero di personaggi non giocanti da incontrare, missioni secondarie e tanti segreti da scoprire Ci sono anche nuovi personaggi, come Re Raul, Regina Soniah e Ganondorf, Re dei Gerudo

I problemi legati al risveglio del Re dei demoni vengono affrontati nelle diverse regioni e popoli, e vengono approfonditi durante la missione principale, suddivisa in altre missioni Le missioni secondarie offrono una varietà di attività che richiedono esplorazione e astuzia per essere completate, mantenendo un buon equilibrio di sfida senza essere frustranti o banali Nonostante la mappa di Hyrule rimanga geograficamente invariata,

ci sono molti cambiamenti dovuti agli eventi successivi alla calamità Ganon ealrisvegliodelRedeidemoni Cisono reinterpretazioni delle località, come nuovi villaggi e cambiamenti nelle regioni La mappa offre anche esplorazione verticale, consentendo di visitare isole celesti e il sottosuolo

Il gioco è fondamentalmente un seguito diretto di Breath of the Wild per il suo offrire diversi poteri speciali al giocatore Ma non si tratta di una vera e propria trasposizione nel 2023

Il gioco introduce diverse abilità di base per Link, che consentono l’utilizzo ingegnoso degli oggetti e favoriscono l’esplorazione Ci sono quattro abilità che però potranno essere combinate con fantasia dai giocatori per creare macchine e costruzioni anche

piuttosto impressionanti A disposizione avremo poteri come l’Ultramano che permette di afferrare e muovere oggetti a distanza, consentendo la creazione di nuovi strumenti e veicoli Citiamo anche il potere Compositor, il quale consente di combinare uno scudo o un ’ arma con un oggetto per crearne di nuovi Le abilità, insieme agli speciali congegni in cui ci imbatteremo e ai nuovi bonus, offrono una varietà di soluzioni per gli enigmi e rendono il gameplay divertente e stimolante Complessivamente, il gioco presenta una grande varietà di ambientazioni e una straordinaria cura dei dettaglineldisegnodelmondo Idungeon principali offrono sfide più complesse e seguono una formula simile ai templi dei giochi precedenti

Grafica e colonna sonora confermano l’alta qualità del gioco, pur considerando la potenza di Nintendo Switch Il gioco è stato sviluppato tenendo conto delle capacità tecniche della console e mostra una bellezza artistica che invita all’esplorazione The Legend of Zelda: Tears of the Kingdom si conferma all’altezza di Breath of the Wild Sebbene manchi l’effetto sorpresa del primo capitolo, grazie alla sua natura open world e alle innovazioni nel gameplay, il sequel migliora ulteriormente la qualità complessiva

Le critiche sono minime e il gioco si avvicina alla perfezione, soddisfacendo le aspettative

Vinci una delle 2 carte regalo da 50 franchi con il cruciverba e una carta regalo da 50 franchi con il sudoku

22 Un valore geometrico

23 Infossatura del polmone

24 Grillo in Francia

26 Famoso quello di Suez

27 Desinenza verbale

VERTICALI

1 Feste a dicembre

2 Un colore

3 È alta negli stati infiammatori (Sigla)

4 Le iniziali del cantante Ruggeri

5 Sesto presidente della Repubblica italiana

6 Ricomincia dopo San Silvestro

10 «Tempestose» quelle di Emily Bront

12 Ha ospitato le olimpiadi del 2008

13 Palazzo di Atene

14 Aggettivo dimostrativo

15 Dividono l’Europa dall’Asia

16 Se ci capovolgete

17 Fu amata da Apollo

19 Preposizione articolata

20 Piccolo gruppo

22 Il braccio degli inglesi

24 Le iniziali del politico Tremonti

25 Le iniziali del compositore Respighi

Soluzione della settimana precedente

CULTURA POPOLARE

Cristoforo Colombo non raggiunse l’America con tre caravelle perchè in realtà

Resto della frase: LA SANTA MARIA ERA UNA CARACCA

Regolamento per i concorsi a premi pubblicati su «Azione» e sul sito web www azione ch I premi, tre carte regalo Migros del valore di 50 franchi, saranno sorteggiati tra i partecipanti che avranno fatto pervenire la soluzione corretta entro il venerdì seguente la pubblicazione del gioco Partecipazione online: inserire la soluzione del cruciverba o del sudoku nell’apposito formulario pubblicato sulla pagina del sito Partecipazione postale: la lettera o la cartolina postale che riporti la soluzione, corredata da nome, cognome, indirizzo del partecipante deve essere spedita a «Redazione Azione, Concorsi, C P 1055, 6901 Lugano» Non si intratterrà corrispondenza sui concorsi Le vie legali sono escluse Non è possibile un pagamento in contanti dei premi I vincitori saranno avvertiti per iscritto Partecipazione riservata esclusivamente a lettori che risiedono in Svizzera

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L A S E R A N I T A A M E N A R A R A T R E I A V E R E L V N A L A N I M E A I U T A R E N E T B A C A R I A C O V I M A R C I T O A R I A I A 8 4 7 6 3 5 9 2 1 1 2 5 8 7 9 3 4 6 6 3 9 4 2 1 8 7 5 3 9 1 7 8 2 6 5 4 7 6 8 5 9 4 1 3 2 4 5 2 3 1 6 7 8 9 2 8 4 1 6 7 5 9 3 5 7 6 9 4 3 2 1 8 9 1 3 2 5 8 4 6 7
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ATTUALITÀ

A sostegno delle lavoratrici

Come si può favorire la parità tra donne e uomini in ambito professionale

Pagina 18

La Francia in rivolta La rabbia dei più giovani investe il Paese mentre il presidente Macron cerca di reagire

Pagina 19

Ucraina, una fase decisiva

Entro la fine dell’anno avremo il cessate-il-fuoco oppure l’allargamento del conflitto

Pagina 21

Oggi più che mai: attenti al lupo!

Una nuova idea di pace Intervista a Sarah Parenzo che ha tradotto Il terzo tempio dell’israeliano Abraham Yehoshua

Pagina 23

Svizzera ◆ Il primo luglio sono entrate in vigore nuove misure per facilitare l’abbattimento degli esemplari più aggressivi Ma il dibattito politico rimane aperto e di certo ancora molto animato

Lupo, estate 2023: che sia l’inizio di un nuovo capitolo, da quando questo predatore è riapparso nel nostro Paese? Sembrerebbe essere il caso se si guarda a quanto deciso dal Consiglio federale, che lo scorso 2 giugno ha definito la presenza sempre più diffusa del lupo «un serio problema soprattutto per le regioni di montagna» Quel giorno il nostro Governo aveva presentato un pacchetto di nuove misure decise per facilitare l’abbattimento dei lupi più aggressivi, ed entrate in vigore il primo luglio Nel concreto è stata ridotta la cosiddetta «soglia del danno», il limite di animali predati che fa scattare la possibilità di dare la caccia a questo mammifero Per i lupi che si muovono solitari sul territorio, per esempio, questa soglia è stata portata da dieci a sei predazioni L’abbattimento dovrà comunque ancora essere approvato dall’Ufficio federale dell’ambiente, su richiesta dei Cantoni Cosa che prolunga i tempi di intervento, con il rischio di non trovare più il lupo in questione o di abbattere quello sbagliato Si tratta di una soluzione-ponte, il Governo è intervenuto in attesa che entri in vigore la revisione della legge federale sulla caccia, approvata dal Parlamento lo scorso mese di dicembre Una riforma che introduce maggiori possibilità per la regolazione dei lupi, che potranno essere abbattuti anche in modo preventivo, se rappresentano un pericolo per gli esseri umani o per l’allevamento e se le misure di protezione – recinti o cani da gregge – dovessero rivelarsi inadatte Senza però mettere a rischio la presenza del lupo nel nostro Paese, come aveva sottolineato in aula l’allora consigliera federale Simonetta Sommaruga

Contro questa modifica di legge era stato lanciato un referendum che però non è riuscito a raccogliere le 50mila firme necessarie, questo perché le principali organizzazioni ambientaliste, e pro-lupo, non lo hanno sostenuto, considerando quanto elaborato dal Parlamento un «giusto compromesso» Il lupo rimane una specie «assolutamente protetta», anche se si apre ora la possibilità di una maggiore regolazione della sua presenza Fin qui quanto deciso da Governo e Parlamento A fine giugno, e qui cambiamo fronte, il cosiddetto Gruppo Lupo, la voce dei grandi predatori nel nostro Paese, ha pubblicato alcune cifre relative ai primi sei mesi di questo 2023 Dati che dimostrano come il numero di predazioni sia in diminuzione, e questo in Vallese e nei Grigioni, gli unici due Cantoni presi in considerazione, con il Ticino quelli in cui vive il maggior numero di lupi In Vallese e nei Grigioni gli attacchi agli animali di allevamento sono

diminuiti del 55% e rispettivamente dell’80% rispetto all’anno scorso Un calo netto che è dovuto alla presenza sempre più numerosa di cani da gregge, questo almeno ritiene il Gruppo Lupo Ed è un po ’ quanto dicono anche altre associazioni ambientaliste che pur approvando il nuovo corso di Governo e Parlamento sottolineano l’importanza delle misure di protezione

In Vallese si è dato il via negli scorsi mesi ad un programma supplementare di formazione per cani da protezione

Anche il WWF per esempio ritiene che «per garantire una convivenza pacifica tra l’uomo e i grandi predatori è necessario, in particolare, proteggere le pecore e le capre durante l’alpeggio estivo» E così ci ritroviamo con il Consiglio federale e con il Parlamento che varano norme per favorire l’abbattimento dei lupi mentre, sul fronte opposto, emerge una vigorosa sollecitazione a mettere in campo tutte le forze necessarie per la protezione degli animali di allevamento, così da evitare di dare la caccia al predatore

Una contraddizione, a prima vista, o forse semplicemente la prova che l’economia alpestre si trova in una fase di transizione epocale, in cui non si è ancora trovato il giusto equilibrio, e nemmeno i mezzi più efficaci, per gestire la presenza del lupo, con gli allevatori che continuano a essere molto preoccupati per il futuro delle loro attività E qui val la pena ricordare quanto capitato nel corso degli ultimi 150 anni

Il lupo è riapparso nelle nostre montagne verso alla metà degli anni Novanta del Novecento Un secolo prima era stato completamente eliminato Oggi in Svizzera ci sono 26 branchi e circa 250 lupi, secondo l’Ufficio federale dell’ambiente Un numero in crescita esponenziale, basti dire che nel 2018 i branchi erano soltanto quattro In appena cinque anni il loro numero è dunque aumentato di ben sei volte In questi decenni la Svizzera non ha adottato nessuna misura attiva per favorire l’insediamento dei lupi sul proprio territorio, l’aumento del loro numero è dovuto unicamente alla riproduzione e all’immigrazione E alla loro ampia protezione Questo per sommi capi il quadro generale della situazione su questo fronte, con un dato di fatto

ormai certo: il lupo è tornato nel nostro Paese per rimanerci Chi vive di economia alpestre è dunque chiamato a immaginare misure sempre più efficaci per proteggere al meglio i propri animali, con l’aiuto di consulenti in materia e il supporto anche economico dell’autorità pubblica Una sfida di certo gravosa, anche perché in questa trasformazione strutturale c’è una lacuna da colmare: la scarsità di manodopera, sia umana – il numero di pastori non è sufficiente – sia animale, visto che mancano anche i cani da gregge Non per nulla in Vallese si è dato il via negli scorsi mesi ad un programma supplementare di formazione per cani da protezione Un progetto che ha portato ben 43 cani ad ottenere la «patente» per poter lavorare sui pascoli d’alta quota Forze nuove che andranno ad aggiungersi ai 57 cani già attivi sugli alpeggi di quel Cantone Quest’anno in Vallese la stagione estiva è iniziata dunque con un rinforzo più che opportuno ma che non sarà ancora sufficiente a soddisfare le richieste Basti dire che gli alpeggi in Vallese sono quasi 160 e che, solo per quanto riguarda le pecore, ci sono circa cinquantamila capi da proteggere La nuova «patente» deve inoltre

ottenere il via libera da parte dell’Ufficio federale dell’agricoltura, solo così l’impiego di questi cani potrà essere sovvenzionato da parte della mano pubblica, visto che tutto questo per gli allevatori significa anche dover far fronte a costi supplementari Un riconoscimento che dovrebbe giungere a breve, così almeno assicurano le autorità vallesane Va anche detto che questo secondo corso per cani da protezione prevede anche una formazione per noi esseri umani, per imparare a comportarci con questi cani che hanno il compito di difendere le greggi Un elemento anche questo essenziale per chi vuole continuare a frequentare le montagne in sicurezza L’arrivo del lupo, la trasformazione strutturale dell’economia alpestre e la presenza dei cani da gregge hanno infatti delle conseguenze dirette anche sul turismo di montagna e sull’escursionismo Meglio dunque essere preparati, i nostri monti si sono fatti più selvaggi Sul tema «lupo» è comunque in corso una raccolta di firme per un’iniziativa popolare che chiede di fare di questo predatore «una specie cacciabile tutto l’anno», eccezion fatta per il Parco Nazionale In altri termini, il dibattito politico rimane aperto e di certo ancora molto animato

● ◆ Sett manale di informazione e cultura Anno LXXXVI 10 luglio 2023 azione – Cooperativa MigrosTicino 17
K e y s t o n e
Roberto Porta

Come favorire la parità nel mondo del lavoro

Occupazione ◆ L’innovazione tecnologica rischia di amplificare il gender gap La responsabilità di attenuare queste iniquità va condivisa in modo organico tra lo Stato e i datori di lavoro, vediamo insieme alcune delle strade percorribili

Nell’articolo Il telelavoro non favorisce le donne (leggi «Azione» del 29 maggio 2023), prendendo spunto da studi condotti sullo smart working durante la pandemia, si metteva in luce che l’innovazione tecnologica non solo non attenua, ma rischia di amplificare il gender gap (ovvero il divario tra i generi, la sperequazione sociale e professionale esistente tra uomini e donne ) Lavorando da casa, infatti, la libertà di scelta delle madri lavoratrici tende a contrarsi ulteriormente e la maggiore fatica a cui la flessibilità spazio/tempo ci espone, soprattutto per le donne rischia di tradursi in un inasprimento di già gravi iniquità professionali La responsabilità di attenuare queste iniquità va condivisa in modo organico tra lo Stato e i datori di lavoro, con politiche familiari e aziendali mirate

Il problema? Lavorando da casa la libertà di scelta delle madri lavoratrici tende a contrarsi ulteriormente

Per la politica svizzera si tratta di prendere coscienza che l’obbligo costituzionale della parità di fatto è oggi amplificato dall’accumularsi di ragioni economiche, demografiche, di sviluppo sostenibile, di risposta alle aspettative delle nuove generazioni Gli esempi di altri Paesi mostrano l’efficacia degli interventi volti ad equilibrare la distribuzione del carico di cura tra genitori e a rafforzare le strutture di accoglienza dell’infanzia

Azioni che, oltre a rispondere a bisogni contingenti, incidono sulla cultura dei ruoli e sull’autodeterminazione degli individui, a prescindere dal genere Sono, entrambi, ambiti di particolare vulnerabilità per la Svizzera

Prendiamo i congedi per i genitori: siamo tra gli ultimi Paesi dell’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OCSE) a non aver introdotto quello parentale, né ci fanno onore le 14 e 2 settimane di congedo maternità e paternità

Prendiamo i congedi per i genitori: siamo tra gli ultimi Paesi dell’OCSE a non aver introdotto quello parentale

Recentemente, su invito della Federazione Associazioni Femminili Ticino Plus (FAFT Plus), è stato presentato a Bellinzona il modello della Commissione Federale per le Questioni Familiari (COFF): 38 settimane (inclusi i congedi esistenti), di cui 15 ad uso esclusivo del padre e non trasferibili (il vincolo use it or lose it – lo usi oppure lo perdi – è funzionale al coinvolgimento dei padri)

e 23 a disposizione della madre, che può trasferirne 7 al padre A parte le settimane di divieto del lavoro per le neo mamme, con retribuzione al 100 per cento, tutte le altre sono remunerate all’80 per cento e fruibili fino ai 18 mesi del figlio È una formula moderata, lontana dalla flessibilità raccomandata dall’Unione Europea (4 mesi di congedo ciascuno fino all’ottavo anno del figlio) e dalla media OCSE (54 settimane); eppure non trova consenso in politica, dove più profonda sembra la frattura generazionale nella concezione di politica familiare e dei ruoli genitoriali, anche perché l’opposizione sui costi appare inconsistente Rispetto ai congedi attuali, i contributi IPG (indennità di perdita di guadagno) passerebbero dallo 0,5 per cento allo 0,9 per cento massimo In mancanza di una norma federale,

il rischio è la proliferazione di regolamenti e concorrenza tra Cantoni Le statistiche dicono che non è il desiderio di avere figli ad essere cambiato nel tempo, quanto la possibilità di distribuire il carico domestico nella coppia, la disponibilità di strutture di custodia formale per i piccoli e lo stipendio della madre I famosi «cervelli in fuga», maschi e femmine, potrebbero optare per Cantoni più generosi anche rispetto al mettere su famiglia Nel 60 per cento dei casi sono le donne a ridurre il tempo di lavoro per occuparsi dei figli ma, al contrario di quanto accade in Europa, non è condizione temporanea: la stragrande maggioranza continua a lavorare part-time tutta la vita Un paradosso, se pensiamo che il 53 per cento dei laureati sono donne (contro il 17 di una generazione fa), dalle gravi ri-

percussioni economiche: il contributo medio delle madri lavoratrici al bilancio familiare non va oltre il 30 per cento e, nell’arco della vita, si cumulano differenze di genere che superano il 40 per cento del reddito e il 30 per cento della previdenza, molto più della media europea Un recente rapporto, frutto di un postulato che chiedeva di elaborare una strategia globale e un piano di misure per il reinserimento nel mondo del lavoro delle donne con figli, ha raccomandato di migliorare l’accessibilità economica delle strutture di accoglienza dell’infanzia, attualmente poche e costosissime L’equazione è semplice: più asili nido a costi ragionevoli, meno sottoccupate, più partecipazione femminile al mondo del lavoro Un segnale in questa direzione: mercoledì scorso il comitato dell’Iniziativa popolare sugli asili nido, guidato dal Partito Socialista, ha depositato in Cancelleria federale più delle 100 mila firme richieste Lo scopo dell’iniziativa è quella di garantire a ogni bambino un posto in un asilo nido di qualità, a costi accessibili: «La partecipazione dei genitori non può eccedere il 10 per cento del loro reddito» Ricordiamo inoltre che anche le strategie federali «Parità 2030» e «Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile 2030» pongono molta enfasi su pari opportunità ed equilibrio vita-lavoro

E che dire della disparità salariale, punta dell’iceberg di un sistema che disincentiva strutturalmente il lavoro femminile? Non voler intervenire sulla differenza salariale spiegata (di cui fa parte il malus della maternità, inclusa l’opzione obbligata del part-ti-

me) e non prevedere sanzioni per la parte non spiegata (la pura discriminazione) danno prova di scarsa determinazione politica nell’affrontare le sfide sistemiche delle diseguaglianze di genere, al di là delle dichiarazioni di intenti

La cultura tradizionale dei ruoli incide molto sulle prassi del mercato del lavoro Si pensi alla fatica degli uomini ad ottenere il tempo parziale e quanto stigma porti con sé; né stupisce che le dirigenti siano ancora meno del 36 per cento, visto che un recente sondaggio su scala globale rileva che, in Svizzera, il 29 per cento ritiene gli uomini più adatti a questo ruolo (2023 Gender Social Norms Index, United Nation Development Programme, 12 giugno 2023)

Più asili nido a costi ragionevoli, meno sottoccupate, più partecipazione femminile al mondo del lavoro

Tuttavia, le aziende sembrano più decise a rivoluzionare gli stereotipi e non è difficile comprenderne i motivi: la scarsità di manodopera qualificata, l’uscita dei baby boomer, la determinazione con cui le generazioni Z e Y perseguono un buon equilibrio privato-professionale, sono già sfide quotidiane e non temi astratti di consenso elettorale Saper rispondere adeguatamente è già un vantaggio competitivo e i benefici si estendono oltre la capacità di attrarre e fidelizzare il personale; infatti, agli studi che da oltre 40 anni mostrano migliori risultati dei team misti, si sono aggiunte di recente le evidenze virtuose delle strategie di sviluppo sostenibile inclusivo e della preferenza che i consumatori esprimono verso i brand profilati in tale direzione

L’adozione di misure di conciliabilità, in particolare, è parte centrale di ogni piano d’azione volto a garantire diversità, equità e inclusione e un numero crescente di aziende si sta orientando a rispondere ai bisogni del personale in modo non più standardizzato I dubbi sul telelavoro, per esempio, potrebbero essere superati da un trend particolarmente promettente: il processo partecipativo nell’allestimento dei regolamenti aziendali, un investimento efficace per far emergere e rispondere a specifiche necessità (nella fattispecie di spazio, tempo, struttura), assicurando nel contempo la messa in circolo di informazioni propedeutiche al buon funzionamento dei flussi di lavoro La buona notizia é che la curiosità che anima la riflessione e lo scambio di buone pratiche a livello globale non esclude affatto le aziende svizzere L’auspicio è che anche la politica superi presto la sua proverbiale timidezza

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L i n k e d n S a l e s S o u t o n s / U n s p l a s h K e y s t o n e

L’estrema destra avanza

Germania ◆ Ecco le ragioni del successo di Alternative für Deutschland

Francia, e adesso?

Violenze ◆ Macron e la rivolta dei più giovani

Domenica 25 giugno, elezioni regionali a Sonnenberg, al sud della Turingia Siamo all’est della Germania, in uno dei più piccoli distretti del Paese, ma che da quella domenica ha stravolto gli equilibri dell’intera politica tedesca Quando infatti in tv, sotto al nome di Robert Sesselmann, il candidato di Alternative für Deutschland (AfD), la colonnina del punteggio è salita al 52,8 per cento dei voti, si è capito che qualcosa sta cambiando nell’elettorato tedesco Lo sfidante della CDU a Sonnenberg, Jürgen Köpper, ha raggiunto il 47,2 per cento Era sostenuto dalla coalizione dei partiti democratici, dai Grünen e dalla SPD che, con i liberali della FDP, formano il «Governo semaforo» a Berlino, e dalla sinistra estrema di Die Linke Nulla però ha fermato l’irresistibile avanzata di Robert Sesselmann: l’avvocato 50enne, volto pulito e sorridente con quegli occhialetti ovali, che ha ribattezzato il suo trionfo a Sonnenberg «ein blaue Wunder»

Il «miracolo blu» è che con lui e per la prima volta la AfD, il partito d’estrema destra fondato 10 anni orsono, ha per l’appunto conquistato un Landrat, e Sesselmann ora governerà un distretto

Lo slogan nazista

Con la sua solita foga è stato Björn Höcke, presidente della AfD in Turingia, a sintetizzare significato e obiettivi del partito dopo il voto del 25 giugno «È stato un fulmine – ha commentato – e ci darà ora lo slancio per le prossime elezioni regionali qui all’est, dove AfD provocherà un vero terremoto politico» Höcke, nota bene, si è laureato in storia, ed è la testa più radicale dell’intera AfD Tanto è vero che la sua AfD in Turingia è da tempo sotto stretta osservazione dell’Ufficio federale per la protezione della Costituzione Höcke è stato di recente incriminato per aver esultato a un convegno con uno slogan di matrice nazista – «Alles für Deutschland!» – ma le sue previsioni sul futuro di AfD non sono campate in aria Già oggi in Turingia la AfD raccoglie il 28 per cento delle simpatie, superando sia il 22 per cento della Linke che il 21 per cento della CDU

D’altronde non è solo in Turingia che AfD rischia di trasformarsi nel primo partito in Germania-est agli appuntamenti regionali del 2024 Anche nel Brandeburgo e in Sassonia si teme, alle prossime elezioni, la sua eclatante avanzata

Il ruolo della guerra

Alice Weidel, co-presidente di AfD insieme a Tino Chrupalla, ha già annunciato che alle prossime elezioni nazionali – autunno 2025 – il partito presenterà un candidato alla cancelleria «Con questi risultati regionali possiamo davvero immaginarci di tutto», dice lei orgogliosa E dire che sinoaunannofaAlternativefürDeutschland stagnava sull’11 per cento È con l’infuriare della guerra in Ucraina, spiega il politologo Kai Arzheimer, «che AfD ha conquistato punti, e non solo all’est» In effetti, nel più recente rilevamento di ARD, il primo canale pubblico, AfD è schizzata in Germania al 18 per cento dei consensi In altri sondaggi anche oltre al 20 per cento, più in alto quindi della SPD del cancelliere Olaf Scholz

Secondo uno studio dell’Università di Lipsia, oggi in Germania-est il 33 per cento degli interpellati nutre gravi pregiudizi contro gli stranieri Dei 3500 intervistati, il 70 per cento pensa che «gli stranieri vengono in Germania per sfruttare il nostro Stato sociale» Il risultato dello studio è allarmante: in Sassonia, Sassonia-Anhalt e in Turingia «il potenziale per i partiti di estrema destra è alto, e compatto il profilo di chi vota AfD» A più di 30 anni dal crollo del Muro e dall’unificazione tedesca, all’est del Paese il 50 per cento si dichiara insoddisfatto delle regole democratiche, e l’80 per cento non si sente rappresentato «dai partiti al governo di Berlino» Ma non è solo il risentimento contro gli stranieri o la percezione di sentirsi dei «perdenti» l’unico tema su cui AfD batte la sua grancassa populista Torniamo un momento al «terremoto» di Sonnenberg Ebbene, quel trionfo della AfD non si deve a una crisi del lavoro A Sonneberg infatti le aziende locali di giocattoli e del vetro cercano dipendenti, e la disoccupazione è sul 5 per cento Gli slo-

Tino Chrupalla (a sinistra) e Alice Weidel (a destra) hanno annunciato che AfD presenterà un candidato alla cancelleria Lo slogan nella foto: «Il nostro Paese prima di tutto!» (Keystone)

gan diffusi dalla AfD puntavano tutti però sulla fobia dell’invasione straniera «Proteggiamo i confini!», si leggeva su un cartello «Le nostre donne non sono prede!», su un altro Oltre a fomentare paure e xenofobia, AfD è oggi l’unico partito in Germania a richiedere trattative di pace con la Russia di Putin E l’unico a schierarsi per una fine delle sanzioni «Anche il tema della politica energetica del governo di Berlino – aggiunge il politologo Wolfgang Schröder – ha fatto da trampolino per l’avanzata di AfD» In campagna elettorale in Turingia infatti l’altro martellante slogan di AfD era: «Il diesel è super!» E i litigi a Berlino tra Verdi, SPD e liberali sugli interventi per il clima non hanno certo dato un’immagine di coesione al Governo Ma alimentato il tam-tam della AfD contro un presunto «clima da Ökodiktatur» instaurata dai Verdi, con i loro divieti e leggi contro le abitudini dei cittadini

La campagna anti-ecologica

Di fatto, la furiosa campagna anti-ecologica della AfD sta già ora «contaminando» la CDU di Friedrich Merz Per il presidente dei cristiano-democratici tutti i successi della AfD in Turingia e all’est si devono all’ambientalismo dei Verdi, e al loro «moralismo anche in politica estera» «Sono i Verdi il nostro principale nemico al governo», così Merz Riuscirà la CDU che fu di Merkel con l’attacco ai Grünen a recuperare il terreno perduto e a convincere gli elettori di AfD a rivotare il partito di Merz?

«La manovra di Merz di attaccare i Verdi per indebolire la AfD non riuscirà», risponde il politologo Timo Lochocki «Anzi riuscirà piuttosto, se possibile, a radicalizzare ancora di più la AfD» È proprio in Turingia, dove la AfD si presenta con i temi più sovranisti, che il «partito blu» miete forti consensi E fa «miracoli» come a Sonnenberg Alternative für Deutschland non è più un «partitello di protesta», ma quello «con la più alta quota di elettori convinti delle proprie posizioni», conclude il politologo Marcel Lewandowski Ecco perché l’avanzata dell’estrema destra in Germania è così pericolosa

Dopo le innumerevoli manifestazioni diprotestacontrolariformadellepensioni,laFranciadeveorafarfrontealla rivolta dei più giovani (rivolta che ha avuto eco anche nella Svizzera francese) Il punto di partenza dell’insurrezione è stata, a Nanterre, l’uccisione di undiciassettennedapartedellapolizia duranteuncontrollostradale Ildramma ha messo in agitazione i quartieri più poveri alla periferia di Parigi, ma poi ha toccato tutto il territorio nazionale, assumendo forme di violenza inaudite Sono stati attaccati un po ’ ovunque un centinaio di municipi, più di mille edifici amministrativi, scuole, bibliotecheepostidipolizia Numerose vetrine sono state saccheggiate e gli incendidicase,bus,trameautohanno raggiunto cifre impressionanti Uno dei momenti più tragici della rivolta è stato l’attacco sferrato con un ’automobile contro il domicilio del sindaco di Haÿ-les-Roses,unsobborgoalleporte diParigi Lamogliedelsindacoeidue

figli piccoli sono riusciti a fuggire, ma sono rimasti feriti Un altro episodio inquietante è stato il ritrovamento di unapallottolanelgiletantiproiettiledi un poliziotto a Nîmes Una prova che alcuni insorti erano pronti a ricorrere all’uso delle armi Di fronte all’ondata di violenza le autorità hanno reagito impiegando ben 45 mila poliziotti e gendarmi, e i membri di unità speciali In pochi giorni sono stati arrestati circa 3500 giovani e alcuni di loro sono stati subitocondannatiapenedetentive Grazie al massiccio intervento della polizia, a una certa fatica subentrata tra gli insorti e agli innumerevoli appelli a rinunciare alla violenza lanciati dai politici e da responsabili della società civile, l’intensità della rivolta si è progressivamente indebolita Gli attacchi sono diminuiti e il numero degli arresti è sceso drasticamente Ora molti speranochetuttosiafinito;altritemono che i disordini possano riprendere forza, anche a seguito della morte a Marsigliadiunuomouccisoprobabilmente da un proiettile di gomma della polizia Timida la reazione della classe politica agli atti di violenza Destra ed estrema destra si sono schierate con la polizia; sinistra ed estrema sinistra non hanno lanciato appelli alla calma e hanno chiesto la riforma delle forze dell’ordine Più reattivi i sindaci, spesso vittime di aggressioni verbali e fisiche Lunedì 3 luglio, a mezzogiorno, le sirene dei 36 mila comuni francesi hanno suonato e la popolazione, su invito dei sindaci, si è raccolta davanti ai municipi per esprimere sostegno e vicinanza ai loro eletti Il giorno dopo, il 4 luglio, 240 sindaci si sono riuniti all’Eliseo e hanno avuto la possibilità

di parlare con il presidente, di esporgli la loro difficile situazione e di chiedergli misure di sostegno Emmanuel Macron ha promesso loro aiuti per riparare i danni causati degli insorti Come spesso avviene in Francia in caso di crisi, molti si attendono un intervento risolutivo del presidente Macron ha dato ordini per favorire un rapido ritorno alla normalità Ha rinunciato a un viaggio in Germania, dove avrebbe dovuto incontrare il cancelliere tedesco Olaf Scholz Ora, per superare la crisi, gli tocca dare una risposta politica Una risposta, però, che non è facile per due ragioni In primo luogo perché le cause della rivolta non sono chiare Non c’è nessuna rivendicazione politica La giovane età e la violenza espressa dagli insorti pongono interrogativi che non hanno risposte certe Trattasi di una minoranza attiva o di un fenomeno dalle dimensioni più ampie? Che cosa sta a monte? La difficile situazione economica e sociale che caratterizza alcuni quartieri periferici? Il loro tasso di disoccupazione, intorno al 18%, ben più alto della media nazionale? La mancata integrazione degli stranieri, provenienti soprattutto dagli stati del Nordafrica? Il non rispetto di qualsiasi forma di autorità? Il sentimento diffuso tra molti giovani di non essere ben accolti, di avere un futuro senza prospettive e di non fare veramente partedellasocietà?Lasecondaragione alla base del difficile momento risiedeneitempi Leconseguenzeconcrete di una risposta politica non appaiono quasi mai immediatamente Hanno bisogno di tempo per emergere e, solitamente, diventano attive soltanto a medio e lungo termine Il tempo necessario non aiuta dunque a soddisfarel’esigenzadipoterdisporresubitodi risultati concreti

Dopo la crisi dei gilet gialli, dopo la pandemia e dopo le giornate di mobilitazione contro la riforma delle pensioni, Macron deve affrontare una quarta crisi È in carica da 6 anni e la nuova crisi riduce il suo spazio d’azione sia sul piano interno, per poter affrontare le riforme di cui il Paese ha bisogno, sia sul piano esterno, per poter essere al fianco dei Paesi alleati nell’affrontare le sfide geopolitiche cui deve far fronte l’Europa È una prova che conferma anche quanta violenza caratterizza la società francese, quanta rabbia c’è nei confronti dei rappresentantidell’autorità,sianoessipolitici eletti, funzionari che svolgono un ’attività di difesa della società (come poliziotti o gendarmi) oppure civili attivi nei settori dell’educazione e dell’integrazione Èunaviolenzacheèaumentata negli ultimi anni e di fronte alla quale è difficile trovare soluzioni

Sett manale di informazione e cultura Anno LXXXVI 10 luglio 2023 azione – Cooperativa MigrosTicino ATTUALITÀ 19
Manifestanti bloccano una strada di Colombes Île-de-France con dei bidoni della spazzatura (Keystone)

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Guerra in Ucraina: siamo a un punto di svolta

L’analisi ◆ Entro la fine dell’anno avremo il cessate-il-fuoco oppure l’allargamento del conflitto, vediamo insieme il perché

La guerra in Ucraina è entrata nella fase decisiva Entro fine anno avremo il cessate-il-fuoco oppure l’allargamento del conflitto Non c’è più spazio per il relativo stallo degli ultimi mesi Vediamo perché In primo luogo gli americani hanno comunicato agli ucraini che, comunque vada la controffensiva, bisognerà arrivare alla tregua fra fine anno e inizio 2024 Non ci sarà una seconda possibilità militare In secondo luogo Kiev ha sempre meno uomini da mandare al fronte e dipende totalmente sotto il profilo finanziario, militare, diplomatico-propagandistico e di intelligence da USA e alleati Non proprio consonanti su tutto In terzo luogo la scorribanda di Prigozhin (il capo dell’organizzazione Wagner) ha prodotto un infarto nel sistema di potere russo, che incrina l’autorità di Putin senza determinare se favorirà i fautori della «guerra vera», anche atomica, per farla finita con gli ucraini, oppure spingerà a un negoziato che lasci impregiudicato il diritto al possesso dei territori contesi ma sospenda il conflitto

Quanto al semi-ultimatum di Washington a Kiev deriva a sua volta da tre considerazioni Tecnica: le industrie dell’apparato militare americano non sono in grado di tenere il ritmo di produzione di armamenti – soprattutto munizioni – utile a tenere in piedi le Forze armate ucraine Politica: si avvicina l’anno elettorale, sfida

per la presidenza che Biden vorrebbe affrontare avendo sedato la guerra ucraina per non andare contropelo al sentimento dell’opinione pubblica, in crescente parte stanca di finanziare la resistenza di Kiev Geopolitica: gli Stati Uniti non vogliono che tutto finisca con la totale distruzione dell’Ucraina ma nemmeno con la disintegrazione della Russia Obiettivo abbastanza esplicito dei più scatenati fra i consiglieri di Zelensky oltre che di polacchi, baltici, romeni e scandinavi Gestire una guerra civile diffusa nei 17 milioni di chilometri quadrati dello spazio russo, dove sono custodite 6 mila testate atomiche, non è prospettiva tranquillizzante

La rivolta di Prigozhin, provvisoriamente sedata, ha messo in rilievo l’informalità dei poteri russi e la debolezza del centro moscovita

Riguardo alla crisi nelle Forze armate ucraine, deriva anche dal carattere più politico che strategico della controffensiva Pensata come strumento di mobilitazione del consenso interno

tutti attorno alla bandiera – compito nel quale Zelensky si è mostrato eccellente Però questo ha comportato la violazione delle più elementari tecnichemilitari Imanualiinsegnano

cheunattaccosuvastascalaimplicadi lanciare una forza almeno tripla contro i difensori; di affermare la propria superiorità aerea e missilistica; soprattutto di cogliere il nemico di sorpresa Tutti precetti violati dallo Stato maggiore di Kiev, non per ignoranza ma perché doveva dare la precedenza agli aspetti morali, propagandistici, politici della controffensiva Nel frattempo i russi hanno minato il campo di battaglia, eretto quattro linee di fortificazioni, rafforzato le riserve Sanno che l’obiettivo ucraino è tagliare i collegamenti fra Crimea e corpo della Federazione Russa Ciò equivarrebbe a sconfitta insopportabile – e forse all’impiego dell’arma atomica russa per sovvertire il verdetto del campo Infine, le conseguenze della galoppata delle valchirie di Prigozhin da Rostov fin quasi a Mosca Rivolta provvisoriamente sedata, ma che ha messo in rilievo l’informalità dei poteri russi e la debolezza del centro moscovita In particolare, il fatto che alcuni generali e diversi politici abbiano preferito il silenzio durante il 24 giugno di passione, nel quale Prigozhin è passato dallo status di traditore a quello di perdonato con riserva, conferma che Putin non può tutto A forza di disperdere le leve di comando fra strutture concorrenti, a cominciare dalle agenzie dei servizi segreti, si sono formate entità semi-indipendenti, dalle funzioni spesso sovrapposte e

dalla fedeltà non canina L’anno prossimo si vota per la presidenza Non è detto che Putin ne esca trionfalmente, a meno che la guerra non sia vinta o almeno messa in pausa Soprattutto non se nel frattempo si affermerà una credibile alternativa al trono L’unica certezza è che l’estrapolazione lineare del conflitto a tempo indeterminato è impossibile Nei prossimi mesi tutti gli attori dovranno prendere delle decisioni strategi-

che Per ucraini e russi, esistenziali Nessuno dei due può permettersi la sconfitta, perché oltre alla guerra perderebbe la patria Quando si è alle strette, ci si sente in pericolo di vita, non è facile articolare ragionamenti e tattiche informate al doppio principio di realtà-utilità cui dovrebbero conformarsi Aspettiamoci qualche mossa del cavallo, soprattutto da parte ucraina, quella che oggi appare davvero a rischio esistenziale

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Kiev ha sempre meno uomini da mandare al fronte e dipende totalmente da USA e alleati Nella foto: Zelensky (Keystone)

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Per una nuova idea di pace

La novella teatrale ◆ A poco più di un anno dalla scomparsa dell’israeliano

Ha il sapore di un ultimo regalo questo Terzo tempio, nonostante le dimensioni ridotte (soprattutto se paragonato ai lunghi romanzi che il narratore israeliano ha proposto al pubblico nel corso dei decenni), e promuove un ’originale visione pacifica per il futuro di Gerusalemme, città santa e perennemente contesa Questa novella in forma di dialogo di Abraham B Yehoshua (nella foto), uscita in italiano per Einaudi, è la continuazione ideale della novella La figlia unica (sempre Einaudi) e di nuovo, anche se forse più trasversalmente, vi ritroviamo prepotente il leitmotiv dell’identità

Nissim Shoshani, cinquantenne giudice di tribunale rabbinico, riceve nel suo ufficio di Tel Aviv la misteriosa Esther Azoulay, che in un perfetto ebraico dall’accento francese con caparbia e insistenza vuole deporre una testimonianza, anche in assenza di un fascicolo L’inconsueto incontro a porte chiuse tra una donna e un rabbino ortodosso offre a Yehoshua l’opportunità di imbastire intorno al lettore la sua consueta tela seduttiva fatta di parole scelte con cura, di profondo affetto per i personaggi e, non da ultimo, dell’escamotage di chi riesce a dare vita alla tensione narrativa ovunque se ne presenti l’opportunità Esther Azoulay, donna colta e fuori da ogni schema (e di schemi, come tutte le ortodossie, anche quella ebraica ne ha numerosissimi) brama di riferire a Shoshani le malefatte di un altro rabbino, Modiano, che le ha impedito di convolare a nozze con l’amato David Mashiah, ebreo parigino di origini iraniane Il romanzo è stato tradotto da Sarah Parenzo, già autrice di un dottorato di ricerca sui risvolti etici e psicoanalitici della fortunata ricezione italiana dello scrittore (e collaboratrice di Azione)

SarahParenzo,comedobbiamo interpretarequestapiècediYehoshua:èuntestamentoounauspiciodipace?

Nell’immaginario collettivo è impossibile separare lo scrittore Yehoshua, uno dei più grandi rappresentanti della narrativa del Novecento, dall’intellettuale attento alla situazione politica e sociale di quello straordinario laboratorio che è lo Stato di

Israele In quest’anno abbiamo assistito a un precipitare della situazione politica che si è tradotta in un ’ escalation di violenza senza precedenti anche in seno alla società civile In un momento in cui la cessazione dell’occupazione a carico del popolo palestinese sembra essere depennata dall’ordine del giorno, il Terzo tempio è un ’ opera profetica che ci consegna un importante messaggio di umanità e di pace le cui radici affondano proprio nella tradizione biblica ebraica Èstatoconsolatoriotradurreillibro inquestoannodilutto?

Mi è stato di grande compagnia e consolazione Del resto quando muore un personaggio come lo era Yehoshua, l’eredità intellettuale e politica è talmente importante da farne percepire ancora la presenza Nella solitudine politica degli ultimi mesi mi sono interrogata spesso su come avrebbe reagito lui al cospetto delle due grandi fazioni che si fronteggiano da quando l’ultima vittoria di Netanyahu ha originato un movimento di protesta di proporzioni incredibili Nello spazio pubblico si registrano un’inquietudine e un disagio che non ricordo di avere mai percepito in vent’anni di vita qui Yehoshua si era già espresso negativamente sulle manifestazioni durante il Covid, non perché a favore del Governo Netanyahu naturalmente, ma perché non scorgeva in questa modalità una reale soluzione al problema Personalmente trovo imbarazzante questo nazionalismo esacerbato, così come le enormi bandiere sventolate in piazza (contro la riforma giudiziaria, ndr) Attualmente lo spazio dei manifestanti non è inclusivo per molte categorie, penso ai sefarditi, ai mizrachìm, a quegli ebrei che non si identificano più nei simboli militari e, naturalmente, ai palestinesi Anche i religiosi, in particolare gli ultraortodossi accusati di non rispondere alla chiamata di leva, vengono demonizzati e ultimamente aggrediti verbalmente Alla luce di tutto ciò stiamo andando nuovamente verso la divisione Al contrario, questo libro può essere letto come un auspicio di integrazione dei diversi ebraismi all’interno dello Stato di Israele, ossia la necessità di convivenza tra ebrei diversi e, ovvia-

mente, tra ebrei e non ebrei Credo che il messaggio del Terzo tempio sia proprio questo: al di là delle responsabilità, ci sono delle complessità che ci impongono di vivere insieme e dobbiamo trovare una via comune Nellapiècetroviamounrabbino cheinfondoincarnamoltimodidi essererabbino,lasceltadiYehoshuaècadutasuunafiguraumilee moltoumana Shoshani appartiene al partito dello Shas fondato nel 1984 dal grande rabbino Ovadia Yosef, colui che è riuscito a elevare i sefarditi ultraortodossi dalla posizione di inferiorità rispetto agli ashkenaziti Questa scelta rispecchia, secondo me, una nuova disposizione d’animo dell’ultimo Yehoshua, alla stregua del suo recente sostegno dello Stato unico: facendo pace con diverse parti della società, pur restando laico, si è rappacificato anche con le proprie origini, non dimentichiamo infatti che suo nonno paterno era a sua volta un importante rabbino,

giudice del tribunale della comunità sefardita

NellibroEstherimmaginalacostruzionediunTerzoTempio,lievementedislocatorispettoaitradizionaliluoghisacriestoricamente contesidellacittàvecchia Unluogoliberoeapertoancheadaltre religioni…

Già, la distruzione del Secondo Tempio viene attribuita alla divisione, al famoso odio gratuito Dovremmo smetterla con queste spaccature, che porteranno solo a un indebolimento generale del Paese, esponendolo a rischi di vario genere Yehoshua ci chiama a un’integrazione delle varie parti, sia del singolo sia del collettivo Credo che questo sia l’ennesimo monito dello scrittore a fare dei cambiamenti che risiedano nella tradizione senza tuttavia permettere al passato di paralizzarci

Ancheinquestolibro,nelmomentodellascelta,Yehoshuasalva

semprelacollettività,sacrificando l’individuo

Questo aspetto attraversa un po ’ tutte le sue opere come un fil rouge Una volta, nel corso delle conversazioni che abbiamo registrato sui primi trent’anni della sua vita, Yehoshua ammise di non aver mai provato interesse per la nevrosi del singolo Ha dunque sempre prediletto la fantasia e il bene della società, concentrandosi sull’etica più che sulla psicologia, ed è anche per questo che nella sua scrittura troviamo spesso metafore delle problematiche interne israeliane Questo approccio che prevede un ’attenzione all’etica è ben espresso anche nel suo saggio Il potere terribile di una piccola colpa (Einaudi) Èinteressante,perquantoinsolito, cheateneretestaalrabbinoShoshanisiaEsther,unadonnadioriginistraniere È vero, è quasi paradossale, Yehoshua infatti, pur sacrificandola, o meglio, apparentemente condannandola alla solitudine, le conferisce un ruolo estremamente importante Esther è straniera, per giunta convertita, ma dimostra delle doti sia oratorie sia di conoscenza del diritto ebraico non comuni, e questo la rende eclettica e originale Il motivo di una donna convertita che propone quella che potrebbe essere la soluzione a tutti i mali di Gerusalemme, richiama il Libro (biblico) di Rut, figura dalla quale discenderà il Re Davide e, a sua volta, il Messia Forse, chissà, quello di Yehoshua è anche un invito alle donne ad assumere un ruolo più attivo Non dimentichiamo infatti che la condizione femminile in Israele è una delle peggiori tra i Paesi sviluppati Il fatto che qui le donne abbiano imbracciato il fucile non si è ancora tradotto nella loro reale emancipazione all’interno della società Infine, le origini straniere di Esther potrebbero alludere al fatto che la soluzione potrebbe giungere anche da fuori Del resto Yehoshua parlava spesso di «identità mediterranea», invitando il cristianesimo e l’Europa a darsi più da fare per il conflitto Penso che questi inviti rimangano aperti e varrebbero una riflessione, magari partendo proprio dalla messa in scena di questa opera letteraria

«Democrazia e occupazione? Inconciliabili»

L’intervista ◆ Lo storico Francesco Mazzucotelli ci aiuta a interpretare i segnali inquietanti che giungono da Tel Aviv e dintorni

Il progetto di riforma della giustizia in Israele – che mira tra le altre cose a ridurre i poteri della Corte suprema, e ha scatenato vigorose proteste – e le violenze in Cisgiordania (alle quali è seguito l’attentato palestinese di Tel Aviv) sono, dal punto di vista teorico, due fatti distinti A dirlo è Francesco Mazzucotelli, che insegna Storia del Vicino Oriente all’Università di Pavia: «Il primo ha a che fare con l’equilibrio dei poteri all’interno del sistema costituzionale israeliano e ha l’obiettivo di rafforzare il potere esecutivo (interessante notare come sia una tendenza diffusa anche in altri Paesi quali Turchia, Ungheria, Polonia) Mentre gli avvenimenti di Jenin

che hanno causato la morte di una decina di palestinesi – si inseriscono nel qua-

dro della repressione militare in Cisgiordania e in particolare dei campi profughi quali punti nevralgici della mobilitazione radicale Eppure, come hanno spiegato sia alcuni studi accademici (ad esempio quelli di Marco Allegra e di Eyal Weizman) sia molte attiviste e attivisti, non è possibile disgiungere la condizione della democrazia israeliana dalle caratteristiche e conseguenze dell’occupazione»

A questo proposito il nostro interlocutore consiglia di leggere Apeirogon di Colum McCann, scrittore irlandese naturalizzato statunitense, che racconta la storia dell’inaspettata amicizia fra due padri – un palestinese e un israeliano

che hanno perso le loro figlie in due distinti episodi di violenza armata e che trasformano il loro do-

lore in attivismo per la pace «Il libro – spiega Mazzucotelli – parla di rabbia e riconciliazione, ma soprattutto evidenzia quanto sia illusoria l’idea di una democrazia perfettamente sana e funzionante da una parte del confine del 1967 e poi, “al di là del muro ” , il caos e la violenza dei territori rivendicati dai palestinesi» L’occupazione, insomma, produce effetti negativi anche sulla società israeliana e sulla sua democrazia Quali prospettive restano, dunque, a questa regione del mondo dilaniata e contesa da tempo immemorabile? Purtroppo – afferma l’intervistato – il peso dei partiti ultranazionalisti dei coloni israeliani e un’Autorità Nazionale Palestinese (ANP) perlopiù inetta non lasciano presagire nul-

la di buono «Il meccanismo è sempre lo stesso: picchi di violenza seguiti da misure di “distensione e contenimento”, con grande dispiego di retorica internazionale, senza mai intaccare la radice del nodo strutturale dell’occupazione Vista però l’estensione degli insediamenti dei coloni israeliani in Cisgiordania, temo sempre più che il problema rimarrà senza soluzione, a meno che miracolosamente non emergano figure politiche da una parte e dall’altra con un carisma e una visione strategica capace di immaginare soluzioni radicalmente diverse dalla gestione dell’emergenza quotidiana Difficile anche fare affidamento sulla mediazione di Governi terzi, con gli Stati Uniti d’America totalmente schiacciati sulle posizioni israeliane»

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Abraham B Yehoshua, Einaudi pubblica Il terzo tempio
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Bandiere israeliane sventolano nella città vecchia di Gerusalemme (Cole Keister su Unsplash)
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Zerocalcare su Netflix

Intervista al fumettista Michele Rech che piace anche in versione animata con la sua nuova serie Questo mondo non mi renderà cattivo

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Premio Strega

Giovedì 6 luglio al Museo Etrusco di Villa Giulia è stata annunciata la vincitrice: Ada D’Adamo con il memoir Come d’aria

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L’Azione Cattolica e il Duce

Una riflessione sul compromesso cui giunsero la Chiesa e il fascismo in tema di organizzazioni giovanili,un argomento tabù per molto tempo

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Forme che emergono da un’estasi interiore

Mostra ◆ Al LAC fino al 1 agosto ci sono i colori accesi e la forza espressiva di Alexej von Jawlensky

Alessia Brughera

«I tre anni ad Ascona furono i più interessanti della mia vita, poiché la natura lì è così rigogliosa e misteriosa da costringerti a vivere con essa, offrendoti una meravigliosa armonia di giorno e qualcosa di molto inquietante di notte», così Alexej von Jawlensky, nelle sue memorie dettate nel 1937 alla pittrice Lisa Kümmel, parla del periodo trascorso nel piccolo borgo sulle rive del Lago Maggiore

Sebbene sia durato solo un triennio, dal 1918 al 1921, per l’artista di origine russa, uno dei maggiori interpreti delle avanguardie del Novecento, il soggiorno ticinese rappresenta una fase fondamentale del suo percorso creativo, una parentesi particolarmente feconda che ha visto maturare sotto molti punti di vista la sua ricerca espressiva

A condurre Jawlensky in Svizzera

è lo scoppio del primo conflitto mondiale: nel 1914 il pittore è costretto ad abbandonare in fretta e furia la Germania, lasciando la propria casa e la maggior parte dei propri averi a Monaco di Baviera Per lui, come per numerosi altri artisti e intellettuali europei nella medesima situazione, il nostro Paese si prospetta come un rifugio sicuro in un momento estremamente difficile

Con l’arrivo in terra elvetica, lo spirito dell’artista muta:

«Qualcosa dentro di me mi impediva di dipingere quadri colorati e sensuali», racconterà Jawlensky nelle sue memorie

Prima di approdare ad Ascona, Jawlensky si stabilisce inizialmente a Saint-Prex, nel Canton Vaud, dove ritrova alcuni dei suoi più cari amici come Ferdinand Hodler e Cuno Amiet, e di seguito, nel 1917, nella più movimentata Zurigo, dove già da un anno i dadaisti stanno stravolgendo il mondo dell’arte Quando poi i medici gli consigliano di curare una brutta influenza con il clima più mite e gradevole del sud, il pittore si trasferisce nel nostro cantone nell’aprile del 1918, agli albori di una nuova primavera che schiude ai suoi occhi la bellezza della lussureggiante natura ticinese

In tutte queste tappe elvetiche Jawlensky si muove in compagnia di Marianne Werefkin, pittrice russa con cui l’artista ha intrattenuto una relazione profonda e complessa durata quasi un trentennio Al loro seguito ci sono anche Helena Nesnakomova, la cameriera-amante dell’artista, e Andreas, il figlio illegittimo avuto da lei

Sono anni molto complicati, questi, che vedono Jawlensky, abituato insieme alla Werefkin a una vita agiata fatta di viaggi (con lei si era trasfe-

rito nel 1896 a Monaco di Baviera dove era entrato a far parte della Neue Künstlervereinigung München, associazione da cui avrebbe preso le mosse il movimento Der Blaue Reiter), confrontarsi adesso con un ’esistenza caratterizzata da ristrettezze economiche oltreché da una grande apprensione per la situazione storica Nonostante ciò Jawlensky lavora alacremente, adattandosi alle circostanze poco favorevoli con passione e con grande energia

Una piccola ma esauriente rassegna ospitata al Museo d’arte della Svizzera italiana, nella sede espositiva del LAC, si concentra proprio sul breve ma intenso periodo trascorso dall’artista russo sulle rive del Verbano, evidenziando come in tale cornice si sia consolidato il suo linguaggio pittorico La mostra, che raduna una ventina di dipinti provenienti da collezioni pubbliche e private, è stata allestita all’interno della presentazione delle collezioni del MASI, così da risultare come un approfondimento della recente storia delle arti visive in Ticino

Dal nucleo di opere selezionate si evince come durante gli anni svizzeri l’arte di Jawlensky assuma delle caratteristiche nuove nella cifra stilistica, nei soggetti nonché nel modo di lavorare del pittore; elementi, questi, che influenzeranno la sua produzione anche successivamente

Ci si accorge prima di tutto di quanto le cromie accese e i profili marcati delle tele espressioniste della fase monacense vengano rimpiazzati da tinte più tenui e dal dissolvimento dei contorni Poi di quanto le forme si facciano sempre più semplificate, giungendo a una sintesi geometrica e a una stilizzazione che, pur non emancipandola mai completamente dalla realtà, proiettano la pittura di Jawlensky verso l’astrazione

O, ancora, di quanto le scelte tematiche vedano il lento sostituirsi dell’interesse per la natura e per il paesaggio con quello per la rappresentazione del volto umano E, infine, di quanto il modus operandi dell’artista venga improntato al procedere per «serie aperte», ovvero a un approccio alla creazione che prevede un lavoro parallelo su più cicli, meno vincolato al singolo dipinto e orientato invece verso la ricerca del senso compiuto dell’opera nella sua percezione sequenziale Basti pensare che ad Ascona Jawlensky porta avanti in simultanea ben quattro serie, muovendosi con estrema libertà da un tema all’altro

Per poter meglio cogliere gli esiti raggiunti dal linguaggio artistico di Jawlensky in Ticino, nella mostra sono esposti alcuni lavori realizzati prima e dopo il soggiorno asconese, dando così la possibilità al visitatore di fare i dovuti confronti e di com-

prendere l’evoluzione stilistica che nel giro di pochi anni porta a maturazione l’arte del pittore russo È in quest’ottica che, all’inizio della rassegna di Lugano, è stata allestita una sezione con opere realizzate tra il 1908 e il 1913 Qui troviamo dipinti come Natura morta con caffettiera gialla e teiera bianca e Testa di donna del 1913 (nell’immagine) che testimoniano la forza espressiva e i colori accesi con cui Jawlensky, prima del suo trasferimento in Svizzera, dava vita a «forme che emergevano possenti da un ’estasi interiore» Con l’arrivo in terra elvetica, lo spirito dell’artista muta («Qualcosa dentro di me mi impediva di dipingere quadri colorati e sensuali», racconterà Jawlensky nelle sue memorie) e con esso cambiano anche le condizioni di lavoro Le opere eseguite a Saint-Prex ci raccontano i problemi economici del pittore, che decide di utilizzare la carta al posto della tela, in quanto meno costosa, e che opta per formati più piccoli poiché non ha un atelier ed è costretto a dipingere su

un piccolo tavolo collocato di fronte alla finestra di casa Proprio da questa finestra Jawlensky osserva gli scorci da cui prende spunto la serie Variazioni su un tema paesaggistico, un ciclo dai colori diluiti in cui l’artista esprime ciò che la natura gli sussurra La figura umana ricompare quando Jawlensky si trasferisce nel 1917 a Zurigo Vengono avviate in questo periodo le Teste Mistiche, ritratti femminili dai visi stilizzati in cui la ricerca dell’essenzialità aspira a generare una forma universale, e i Volti del Salvatore, frutto del bisogno del pittore di inserire nella propria arte una componente spirituale È però proprio nelle opere asconesi che la sintesi del volto raggiunge il suo apice Nelle Teste Astratte, di cui in mostra è presentata anche la Uhrform, la forma primordiale del 1918, Jawlensky perviene a una maggiore semplificazione e a un ’armonia cromatica giocata su trasparenze e sfumature Questa serie, la più longeva della carriera dell’artista, documenta bene quanto le modalità della re-

sa fisiognomica adottate da Jawlensky siano ormai molto lontane da quelle dei lavori eseguiti prima della Grande Guerra Il capitolo conclusivo del percorso di mostra è dedicato al ritorno in Germania: nel 1921 Jawlensky dice addio al borgo ticinese (e alla Werefkin) per stabilirsi a Wiesbaden, dove con Kandinskij, Klee e Feininger entra a far parte del gruppo Die Blaue Vier e dove per alcuni anni prosegue nel dipingere le sue TesteAstratte, continuando così la ricerca iniziata ad Ascona volta a dar vita a composizioni di pura forma e colore, capaci di esprimere «un contenuto spirituale perfetto»

Dove e quando Alexej von Jawlensky ad Ascona Museo d’arte della Svizzera italiana – LAC, Lugano

Fino al 1 agosto 2023

Orari: ma-me-ve 11 00-18 00; gio 11 00-20 00; sa-do e festivi 10 00-18 00 www masilugano ch

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CULTURA
P r i v a t s a m m l u n g

Il mondo di Zerocalcare torna su Netflix

L’intervista ◆ Il fumettista Michele Rech, in arte Zerocalcare, ci racconta la sua seconda serie

Il ragazzo con le sopracciglia a «spazzolone», nere come il peso dei tanti dubbi e sensi di colpa che si tira dietro per le strade del suo quartiere, Rebibbia alla periferia nord di Roma, è tornato Con lui c’è il Secco, c’è Sarah, c’è il suo alter ego l’Armadillo (che ha la voce di Valerio Mastandrea), e tutto quel suo mondo variegato di borgata romana raccontato in Strappare lungo i bordi, con cui Michele Rech, in arte Zerocalcare, fumettista e autore, ha debuttato nei cartoon e su Netflix

Una serie che oggi appare come un prologo, una presentazione di temi e personaggi dell’universo di «Zè», caratterizzato da quel linguaggio romanesco che non è un vero dialetto, ma una «parlata» per immagini, onomatopeica, ironica con quell’understatement tipicamente romano capace di suscitare la risata e di tramutare la realtà in cartoon, anche quando è scivolosa e complicata come nella nuova storia: Questo mondo non mi renderà cattivo. La vicenda è ambientata a «Tor Sta Ceppa» (termine slang che ricorda il nome delle vere borgate romane), dove l’arrivo di trentacinque persone, profughi dalla Libia destinati ad un centro d’accoglienza, mette gli abitanti gli uni contro gli altri C’è chi grida all’invasione e si organizza per scacciarli; chi invece li difende a spada tratta e chi cerca di rimanere se stesso in mezzo a tante contraddizioni Questa nuova serie, sei episodi di circa mezz ’ ora ciascuno, visibile su Netflix, prodotta da Movimenti Production, del gruppo Banijay, con Bao Publishing (l’editore dei fumetti), è stata presentata a Roma dove, a margine della conferenza stampa abbiamo incontrato Michele Rech, ossia Zerocalcare in carne ed ossa e maglietta nera, senza le «sopracciglione», ma in tutto e per tutto simile a come appare nel fumetto e nel cartoon

Una sua nuova avventura, un monito morale, o una storia creata per raccontare i tempi difficili in cui viviamo?

Sono capace di raccontare solo quello che provo io e di tradurre in immagini ciò che ho vicino, che sento addosso, la realtà che mi sta intorno Pensare di raccontare l’interiorità di qualcun altro che non conosco mi sembrerebbe un ’operazione arbitraria Mi sento quasi in colpa anche verso i personaggi di finzione, perché sento che posso parlare solo di me stesso Questa storia in realtà è stata scritta quattro anni fa, prima di Strappare lungo i bordi, in un momento in cui stavo iniziando le prime prove di animazione da solo e non ero pronto a misurarmi con un formato più lungo com’è questo Quanto al titolo nasce da una canzone di Pat, cantautore di Anguillara, e non vuole essere un monito, piuttosto un auspicio e raccontare la forza d’animo dei tanti personaggi della mia storia messi alla prova da esperienze difficili e che, tuttavia, trovano il modo di uscire dalle crisi senza sgomitare, senza passare sopra

Le nuove povertà

agli altri urlando «si salvi chi può» Ed io racconto gli uni e gli altri Èunastoriadoves’intreccianotemipolitici,socialiepsicologici,doveèdifficilericonosceregliamici. Maperchéperdescriverei«cattivi» evochipersinoIndianaJones?

Come sempre questa storia parte da fatti veri con evidenti risvolti politici che la rendono più «divisiva» e complessa dell’altra, ma facendo apparire Indiana Jones volevo rendere l’idea, senza rinunciare ad una certa leggerezza E preferisco parlare di “nazisti” invece che di “fascisti” per alcuni di quelli che si scagliano contro i profughi, perché nell’immaginario collettivo i primi sono connotati in modo chiaro, non ci sono dubbi possibili, come mostra anche Indiana Jones In compenso credo davvero che nei quartieri di periferia, non tutti quelli che sono contro l’accoglienza siano «nazisti» Anzi cerco di fare una grossa distinzione tra le persone che

ci vivono e soffrono sulla loro pelle tutti i disagi e la mancanza di servizi che affligge da sempre quelle borgate, il che li porta a considerare i rifugiati un peso in più; e invece chi sobilla e strumentalizza questo disagio solo per fini politici

ECesare,ilpersonaggionuovodi questastoria,chelainducearifletteresull’amicizia,esistedavvero?

Nella mia vita ce ne sono stati tanti di amici come Cesare, e lui di fatto li rappresenta tutti È un amico che è sparito dal quartiere e che di colpo dopo una ventina d’anni torna, ma non ci si ritrova più, non ha più punti di riferimento perché nel frattempo molti di quelli che sono rimasti, sono allo sbando quanto e più di lui E così, alla fine, in cerca di qualcuno che lo aiuti a ricrearsi una realtà dentro la quale rifarsi una vita, trova gente che non è propriamente quella di cui aveva bisogno Con questo, il mio giudizio su di lui non cam-

bia Ma forse cambia quello su me stesso: avrei potuto fare qualcosa in più per lui?

Lesembradiesserediventatocattivo?

Sarebbe arrogante da parte mia dire se sono diventato, o meno, cattivo Se mi guardo indietro mi sento peggiore di com ’ ero anni fa, d’altronde non potrebbe essere diversamente, anche ciò che mi circonda sembra essere invecchiato piuttosto male Gli ultimi dieci, sono stati per me anni di scelte, di compromessi e pure di «scivoloni», penso anche di aver ferito delle persone Quello che suggerisco nella serie, e che penso, è che nella vita nessuno dovrebbe essere lasciato indietro e che le risposte ai problemi debbano essere collettive perché servono anche a chi in quel momento sta bene Un mondo che sta male, prima o poi, viene a bussare anche alla tua porta

Con«Strapparelungoibordi»lei haavutounsuccessointernazionalestraordinario,lacosalastupisce?

Mi ha colto di sorpresa l’affetto degli ispanici, perché sia in Spagna che in Sud America, si sono mostrati molto ricettivi su cose che pensavo molto italiane anche sotto l’aspetto polemico Credo che sia evidente per tutti che dico le cose così come le penso, senza cercare di suscitare polemiche per avere più visibilità, o di auto censurarmi per evitare dei problemi

Ancheisuoifumettigiranoilmondo Inquestofilmleicitailsuo pericolosoviaggiosulconfinetra TurchiaeSiria,doveènatoKobane Calling, «nonreportage»sulfrontecurdo che haavutoeditoriquasi ovunque,seloaspettava?

Ho notato come tutti abbiano scavato nella propria lingua e nella propria cultura cercando di rendere lo spirito del mio lavoro Per ricreare l’effetto che le vignette e le battute avevano in italiano, alle volte hanno adottato soluzioni non solo intelligenti, ma addirittura brillanti Devo ammettere che ne sono stato molto gratificato

Feuilleton ◆ Il romanzo a puntate di Lidia Ravera per «Azione» Sul nostro sito www azione ch sono disponibili quelle precedenti

L’aveva seguito docilmente fino al Grand Hotel Danieli, non era sembrata per nulla colpita dal lusso della suite, si era tolta le scarpe col tacco e le aveva scalciate lontano Si era lasciata baciare, senza chiudersi ma senza darsi la pena di partecipare

Poi era salita in piedi sul letto e, spogliandosi, l’aveva avvisato, con un tono vagamente burocratico, delle sue preferenze in fatto di sesso

A lei piacevano le donne, aveva detto, nuda, guardandosi nello specchio dell’armadio

Aveva un corpo pieno e materno, stranamente maturo per la sua età, gonfio di vita e bianco e tondeggiante, una bellezza cinquecentesca, scesa da un soffitto affrescato o da una tela del sedicesimo secolo

Raffaello Sanzio, Cupido e le tre grazie, o Il trionfo di Galatea

Tre mesi dopo si sposavano, con la benedizione della famiglia di lei, che

non aveva mai osato sperare in una conclusione così prestigiosa alle intemperanze della pecora nera e all’insaputa della famiglia di lui che, essendo maggiorenne, non aveva ritenuto necessario avvisarli

«Anche il nostro inossidabile legame è nato grazie alla mia povertà e ai tuoi soldi», disse Fanny, allungandosi per prendere la mano di Von Arnim, che era secca, con le vene in rilievo e piccole macchie color ruggine

«Leggi nel pensiero, adesso?»

«Non era difficile», disse Fanny, e avrebbe voluto aggiungere che sapeva ancora decifrare il tipico sguardo vitreo di chi sta ricordando la sua gioventù, ma la tosse le impedì di continuare

Con delicatezza Von Arnim le sfilò il sigaro dalle dita grassocce

Lo spense

Il respiro, dopo la tosse, si era fatto difficile e breve

«Prendi fiato, disgraziata Parlo io Non mi sono arrampicato fin quassù per discutere della piccola Betta Mi sono innamorato come cento altre volte Ma la vecchiaia mi mette al riparo da qualsiasi passaggio all’atto O anche soltanto al pensiero Posso rifugiarmi nella generosità come l’orco si mescola alle statuine del presepe Senza che nessuno lo trovi disdicevole E lo farò Oppure non lo farò Non ha nessuna importanza » «E allora perchè » sussurrò Fanny, lottando per dare un minimo di sonorità alle parole

Si sentiva soffocare

Flo, la donna che si occupava della casa, arrivava la mattina molto presto Dalle due in avanti, orgogliosa com ’ era, Fanny fingeva di essere ancora autonoma, indipendente

Non le piaceva l’idea di essere vista mentre moriva

Da nessuno, neppure da Von Arnim Chiuse gli occhi Lo sentì stringerle la mano, che era fredda e sudata

Riprese a parlare dominando un principio di spavento

«Ti sei arrampicato fin qua perché moriremo, tutti e due Prima io, probabilmente Poi morirai anche tu È questo, quello che abbiamo davanti »

Von Arnim cercò un tono gioviale, nel magazzino delle sue finzioni, in genere ben fornito «Avevo voglia di vederti, ecco perchè mi sono arrampicato fin qui, sei pur sempre la mia moribonda preferita Da quando hai scelto questa sorta di crioterapia montana ci siamo condannati a frequentarci meno di quanto vorrei ma » Fanny non lo ascoltava

Tuttavia era felice di sentire la sua voce, di sentirlo vicino a lei

«Ho capito», mormorò, appena udibile e proprio per questo riuscendo a interrompere Von Arnim per farsi ascoltare, «non vuoi mandare sprecata la mia agonia, dovessi dire qualcosa di interessante uno dei tuoi calcoli da accumulatore di capitale»

Von Arnim rise, mentre un ’ondata di gratitudine lo investiva, facendogli lacrimare gli occhi, già provati dal fuoco del camino Stava piangendo?

No, non erano esattamente lacrime, si trattava di un fenomeno fisico, naturale, come sarebbe successo a giorni attorno a quella odiosa baita: si trattava del disgelo

La crosta di ghiaccio che l’aveva conservato inappuntabile fino a quel momento, si stava, inequivocabilmente, sciogliendo (39 – Continua)

Settimanale di informazione e cultura Anno LXXXVI 10 luglio 2023 azione – Cooperativa MigrosTicino CULTURA 26
N e t fl i x / C o u r t e s y E v e r e t t C o l e c t i o n

Ada D’Adamo vince il Premio Strega

Letteratura ◆ L’autrice abruzzese da poco scomparsa supera tutti con 185 preferenze Seconda Rosella Postorino

Laura Marzi

Si è tenuta giovedì scorso al Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia la finale del più importante premio letterario italiano: lo Strega, giunto quest’anno alla 77esima edizione, vinta da Ada D’Adamo, la scrittrice scomparsa lo scorso primo di aprile Hanno ritirato il premio in sua vece il marito Alfredo Favi e la giornalista Elena Stancanelli che ne aveva proposto la candidatura

Non si è trattato della prima vittoria postuma, nel passato era già successo nel 1959 con Il gattopardo di Giuseppe Tomasi di Lampedusa e nel 1995 con Passaggio in ombra di Maria Teresa Di

Fatto sta che la vittoria di Come d’aria con 185 voti è anche il riconoscimento del coraggio di una piccola casa editrice come la Elliot che ha creduto nel libro della D’Adamo sulla verità di una madre la cui figlia è gravemente disabile Daria è nata affetta da una patologia cerebrale, l’oloprosencefalia, non diagnosticata nelle prime fasi della gravidanza, quando si può ancora ricorrere all’aborto terapeutico Ciò comporta che non vede, non parla, non cammina e non lo farà mai Nel libro troviamo pagine sulla condizione esistenziale dei genitori di bambini e bambine che non vedono e non possono muoversi: «Avere un figlio disabile significa essere soli Irrimediabilmente, definitivamente soli» D’Adamo ne scrive a partire dalla

sua condizione di donna malata e divenuta a sua volta disabile per il cancro che ne ha causato la recente scomparsa Loretta Santini, editor della casa editrice Elliot, durante la serata di premiazione ha detto: «Mi auguro che leggerlo possa aiutare le persone a sentirsi meno sole, specie chi si trova nella sfortunata condizione di Ada»

Le storie sulle madri e più in generale sulle famiglie sono un leitmotiv della narrativa italiana e i cinque libri finalistibenrappresentanoquestatendenza Il romanzo di Andrea Canobbio La traversata notturna (La nave di Teseo, pp 521) che si è aggiudicato il terzo posto è un lungo e accurato lavoro di scavo che l’autore effettua sulla storia della sua famiglia Il testo è suddiviso in ottantuno capitoli a cui corrispondono altrettanti luoghi della città di Torino, che diventa per Canobbio una mappa per organizzare i ricordi della sua famiglia: la storia della depressione di suo padre, raccontata con ironia e rabbia, dello stoicismo di sua madre, il fascismo del nonno

Il romanzo è quindi una ricerca delle origini, un mezzo per ritracciare la memoria familiare, ricostituendo un vero e proprio archivio sentimentale

Maria Grazia Calandrone, già candidata nel 2021 con il romanzo

Splendi come vita (Ponte alle grazie, pp 224) è approdata quest’anno alla cinquina dei finalisti con un nuovo testo sulla madre Mentre nel pre-

cedente aveva raccontato della donna che l’aveva adottata in Dovenonmihai portata (Einaudi, pp 256) la scrittrice, già poeta, cerca di ricostruire la storia di Lucia, sua madre biologica, che poco dopo averla messa al mondo la lasciò su un prato a Villa Borghese e si uccise gettandosi nel Tevere insieme al compagno I due erano costretti dalla società del tempo a vivere una relazione clandestina perché lui aveva già una moglie e dei figli e lei era stata indotta a sposare «il matto del paese»

Attraverso una ricostruzione meticolosa di quegli anni e una ricerca minuziosa sulla vita di Lucia prima della sua morte, il romanzo racconta la storia di un ’ assenza e del desiderio sconfinato di colmarla

A ben guardare anche Rubare la notte di Romana Petri è un romanzo sulmaterno L’autricecheabbiamointervistato il mese scorso (Morire non è nulla, solo musica tra le stelle uscito sul numero 18 di «Azione» del 2 maggio) racconta la storia di Antoine de Saint-

Exupéry, indimenticato autore de Il piccolo principe Lo fa a partire proprio dal rapporto che lo scrittore francese ebbe con sua madre Il romanzo, infatti, ruota intorno al carteggio fra i due e a come, nella ricerca instancabile dell’avventura alla guida di un aeroplano, Saint-Exupéry tornasse costantemente a ricercare l’approvazione e l’affetto materno

Infine, il romanzo di Rosella Postorino Mi limitavo ad amare te (Feltrinelli, pp 352), secondo classificato, racconta la guerra in Bosnia a partire dalle vicende di un gruppo di bambini che riescono ad attraversare il confine e a raggiungere un orfanotrofio in Italia Il dolore della distruzione e della perdita, l’assurdità e la violenza del conflitto vengono qui raccontati a partire da un punto di vista originale: quello di chi ne è vittima, pur essendo riuscito a sfuggirne Mi limitavo ad amare te, però, è soprattutto un romanzo sul materno: sulle madri che abbandonano, quelle inconsapevoli, quelle perfette, le madri adottive, insomma su ciò che Postorino descrive come la potenza sovrannaturale di mettere al mondo un figlio: «La possibilità di usare il proprio corpo come valico tra il visibile e l’invisibile, tra la mente di Dio e la vita in carne e ossa»

In Italia del resto si sa, non ci sono molte certezze, ma lo Strega è sempre lo Strega e la mamma è sempre la mamma

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Uno per tutti i casi

Quando i cattolici incensavano il Duce

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Chiesa italiana, e le sue organizzazioni giovanili, nei confronti del fascismo, è un argomento-tabù

Ma, se si gratta sotto la mano di vernice coprente, emerge che il cattolicesimo italiano, pur inizialmente sospettoso nei confronti del fascismo, non solo approvò la guerra d’Etiopia e non si oppose come avrebbe potuto alle leggi razziali, ma partecipò al culto della personalità del Duce

La storiografia alimenta una versione di comodo, che descrive l’Azione Cattolica come un serbatoio di incubazione della nuova generazione di antifascisti, dopo la «tregua» che si instaurò, tra la Chiesa e il regime, a seguito dei fatti del 1931 Alla fine di maggio di quell’anno, infatti, il governo, dopo averlasciatomanoliberaaglisquadristi per violente incursioni contro i circoli diAzioneCattolica,emanòdisposizioniperloscioglimentodell’associazione

Papa Pio XI promulgò l’enciclica «Non abbiamo bisogno» che provocò, a sua volta, per ritorsione, la revocadellacompatibilitàtralatesseradi

Azione Cattolica e l’iscrizione al Partito fascista

Il Pontefice protestò contro lo scioglimento dell’associazione e respinse l’accusa, sollevata dal regime del littorio, che questa esorbitasse dalla sfera dell’azionereligiosa,ribadendol’impegno – già sottoscritto con la firma del Concordato – a una rigorosa apoliticità e apartiticità

Il papa accusò Mussolini di voler «monopolizzare interamente la gioventù, dalla primissima fanciullezza fino all’età adulta, a tutto ed esclusivo vantaggio di un partito, di un regime, sulla base di una ideologia che dichiaratamente si risolve in una vera e propria statolatria pagana non meno in pieno contrasto coi diritti naturali della famiglia che coi diritti soprannaturali della Chiesa»

Ne sortì un compromesso, in base al quale l’Azione Cattolica venne tollerata

In cambio di che cosa?

Ciò che è rimasto in ombra è il successivo e generale appiattimento dell’associazionismo cattolico sulle posizioni della dittatura

Con il risultato che vi furono due versioni di fascismo: quello, per così dire, «di partito», e quello cattolico, che si accontentava di dare un ’anima religiosa alle sue battaglie

Se si leggono le annate del «Vittorioso», il settimanale illustrato dei ragazzi d’oratorio, si osserva una totale identità di vedute, e di scopi, con il regime

Il «Vittorioso», nato nel 1936, ossia nell’anno della conquista dell’Impero africano, fin dal titolo, magnificava la «vittoria» dell’impresa coloniale

Lo slittamento verso le posizioni filo-fasciste fu tale, che il fortunato giornalino dei giovanissimi, andrebbe ribattezzato «Littorioso»

Il regime finì per considerare i cat-

tolici preziosi alleati, nel porre un argine contro la cinematografia d’importazione, ritenuta immorale, contro i fumetti americani, insomma contro tutto ciò che appariva corruttore della «razza» italiana

Sui primi 9 numeri del «Vittorioso» del 1937, viene pubblicato un cineromanzo a puntate, intitolato Il raggio verde

Protagonista del fumetto, è Gigi, un Balilla di 15 anni, figlio di italiani emigrati negli Stati Uniti Ecco la trama: l’intrepido Gigi riesce a scovare e a sconfiggere il folle dottor Brown, barbetta nera e naso

adunco (plateale allusione alla minaccia ebraica), il quale, con il suo «raggio verde», antesignano delle armi di distruzione di massa, semina il terrore a New York, polverizzando la statua della libertà e il ponte di Brooklyn (non vi ricorda per caso l’11 settembre?)

Il prode quindicenne, prima di stanare il pazzo, dice alla madre: «Sì mamma è proprio così: là nella nostra patria, in Italia, col nostro amato Duce, queste cose non succederebbero!»

IlBalillascopredunque,percaso,il covo del dottor Brown, ma, nella colluttazione col mostro, cade fulminato

dall’alta tensione che provoca l’incendio del laboratorio Un finale eroico Sul «Vittorioso» del 6 novembre 1937, così viene presentata la Mostra della Rivoluzione, nel quindicesimo anniversario della Marcia su Roma: «Pacificate le coscienze con la Conciliazione, tranquilli gli spiriti che vivono nella fiducia, tesi verso l’avvenire, i lettori del “ sempre + bello” – tutti Balilla ed Avanguardisti e, forse, qualche Figlio della Lupa, o qualche Giovane Fascista! – sentono tutta la gioia di vivere nel clima di una Patria rinnovata, stimata e rispettata che ci offre garanzia di nuove vittorie nel campo dello spirito e di gloriose vittorie nel campo della storia “Marceremo con passo sicuro e romano ” »

Anche «L’azione Giovanile», settimanaledellaFederazionediocesanadi Milano dei ragazzi di Azione Cattolica, eleva peana al Duce Sul numero dell’8 novembre 1936, il periodico riferisce della visita di Mussolini nella metropoli lombarda, e titola: «Milano accoglie trionfalmente il fondatore dell’Impero» In un articolo, in neretto, si legge: «Coi Gruppi rionali, colle maestranze degli stabilimenti, inquadrati nei Fasci Giovanili, nelle legioni avanguardiste, o nelle schiere dei «Balilla», col Guf o colle masse dopolavoristiche la Gioventù di Azione Cattolica ha riaffermato al Condottiero invitto la sua indefettibile volontà di seguirlo sulla strada della vera grandezza della Nazione» Amen

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Storia ◆ La storia poco conosciuta del «Littorioso» e il rapporto tra l’Azione Cattolica e Benito Mussolini Roberto Festorazzi
La prima pagine de «LAzione Giovanile» di Milano del 17 Maggio 1936

Ma quanto sono buone le verdure bio alla griglia?

Le verdure si sono ormai fatte spazio anche al barbecue. Se vuoi apprezzarne appieno il sapore più vero devi sceglierle bio. Per la stagione delle grigliate, Migros propone pomodori e zucchine bio con il marchio della Gemma Bio Suisse

Alleanza vincente:

Migros e Bio Suisse

Dal 2022, quando ha avuto inizio la collaborazione con Bio Suisse, il marchio della Gemma compare su sempre più prodotti della gamma Migros Bio. Nell’ambito della graduale conversione alla Gemma Bio Suisse, un numero sempre maggiore di articoli Migros Bio, lavorati e non, viene coltivato e prodotto secondo le linee guida di quella che è ormai l’organizzazione bio svizzera per antonomasia

Gli standard Bio Suisse vengono man mano applicati, inoltre, anche alla coltivazione e alla lavorazione dei prodotti bio provenienti dall’estero

Guadagniamo terreno

Sul suolo si regge la nostra vita – in tutti i sensi Nel terreno e dal terreno crescono i preziosi doni della natura che ci danno sostentamento e fanno felice il nostro palato – dalle patate alle carote, dai pomodori alle zucchine, tanto per citarne alcuni È per questo che gli agricoltori aderenti al marchio della Gemma si prendono cura del terreno, lo rispettano e lo tutelano. Ciò presuppone anche la messa al bando della chimica e l’impiego esclusi-

vo di concimi e antiparassitari naturali Il risultato? I frutti del loro lavoro hanno il sapore che dovrebbero avere: non adulterato, autentico e buono di natura

L’imperdibile piacere

delle verdure alla griglia

Oltre a peperoni, cipolle e melanzane, anche pomodori e zucchine si prestano ottimamente alla cottura sulla graticola Ortaggi estivi per eccellenza, sono fatti apposta per regalare più gusto alla stagione calda E sulla griglia si trasformano in un ’esplosione di sapore, soprattutto se spennellati in precedenza con un po ’ di olio d’oliva

Per preservarne il più possibile il contenuto di vitamina C, le verdure andrebbero tagliate e preparate solo al momento di andare sulla griglia Dato che sottrae acqua, il sale va aggiunto all’ultimo momento. Così le verdure rimangono il più possibile sode e compatte

Quanto ai modi di insaporirle e gustarle, c’è solo l’imbarazzo della scelta Con le zucchine si possono fare gustosi spiedini, per esempio, ma anche tagliate a cubetti e accompagnate da

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salsa ajoli o quark alle erbe sono una vera delizia Senza contare che già al naturale una zucchina bio ha sapore da vendere Lo stesso vale per i pomodori, che in più si possono anche farcire con quark, formaggio cremoso o feta Per non parlare dei pomodori marinati, della bruschetta ecc ecc ecc Alla fantasia non c’è limite, e una cosa è certa: le verdure Migros Bio con la Gemma non deludono mai Bye bye vitamine?

Le verdure devono essere prima scottate a fiamma alta e quindi portate a fine cottura a bassa temperatura (180 - 220 °C) In questo modo conservano al meglio il loro valore nutritivo. Meno acqua le verdure rilasciano sulla griglia, infatti, meno vitamine e altri nutrienti idrosolubili vanno persi La grigliatura distrugge le vitamine termosensibili (come la B1 e la B12), mentre le vitamine liposolubili (ad esempio A, D ed E) si rendono disponibili all’organismo proprio grazie al calore La cottura alla griglia è, come tale, un buon modo di cuocere le verdure preservandone le salutari proprietà Ergo: fai spazio sulla griglia alle verdure bio!

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In fin della fiera

Anche i piccioni possono avere delle buone idee

Una curiosità: li danno ancora a scuola i «temi di fantasia»? Eccone uno, ritrovato su un mio quaderno, svolto durante la terza media, anno 1951

Tema: Un piccione si posa sul davanzale di camera tua: se avesse il dono della parola cosa direbbe?

Svolgimento: Per me è impossibile immaginare un piccione che parla È molto più logico pensare che un piccione, se ha qualche velleità di umanizzarsi, tenga un diario Perciò penso che non andrò fuori tema se, anziché riferire un improbabile monologo del piccione, ricopierò alcune pagine scelte del suo diario

Eccole: Oggi avevo il compito di andarmi a posare sul davanzale della camera di quel povero ragazzo per permettergli di fare un tema decente

Le direttive erano precise: posarsi sul davanzale della sua camera e osservare Ho volato attorno a casa sua, un condominio popolare, decine di vol-

Voti d’aria

te prima di rendermi conto che il ragazzo non ha una camera tutta per sé ma dorme in cucina su una brandina aperta solo la sera quando tutti gli altri componenti della famiglia vanno a dormire Da quel che ho capito una stanza è occupata da una vecchia nonna e non possono mandarla via perché una parte dei soldi per comprare l’alloggio sono i suoi risparmi

Solo quando la vecchia andrà all’altro mondo il nostro amico avrà una stanza tutta per sé e io potrò posarmi sul relativo davanzale Pare che la vecchia goda di una salute invidiabile sicché il nostro amico farà prima a diventare grande e a sposarsi che ad avere una stanza in quella casa Tutto questo per dire che il tema, oltre che un tantino strambo, è anche classista perché favorisce quegli studenti che una camera ce l’hanno Sistemata la questione sociale, andiamo avanti

Occhi fragorosi di vita

«Ci sono siciliani taciturni e ci sono siciliani fragorosi di vita Io appartengo ai secondi» Chi parla è Ferdinando Scianna, detto «Papa Fotografia», che ha appena compiuto ottant’anni Scianna è nato a Bagheria, abbastanza lontano da Palermo (tredici chilometri) da non sentirsi cittadino della «capitale», ed essere invece un uomo di campagna, da buon figlio di benestanti coltivatori di limoni (il padre) e di falegnami (da parte di madre) Scianna è stato amico di Leonardo Sciascia, che lo considerava il figlio maschio che non aveva avuto Un altro suo amico è stato Henry Cartier-Bresson, che lo ha presentato all’agenzia delle agenzie, la Magnum propiziandone l’assunzione a New York (Scianna fu il primo italiano della Magnum) In un’intervista bellissima fatta da Marco Belpoliti (5½) e pubblicata su «Doppiozero», Scian-

na (6+) dice tra l’altro che ha avuto un formidabile maestro: lo storico dell’arte Cesare Brandi, che a Palermo teneva dei corsi universitari sulla Cappella Brancacci Ferdinando si era iscritto a Lettere anche se suo padre (quello naturale) avrebbe preferito che studiasse giurisprudenza o ingegneria: aveva imparato molto anche dal poeta dialettale (di Bagheria) Ignazio Buttitta e dall’etnomusicologo Roberto Leydi che, capitato in Sicilia per fare le sue ricerche, gli disse che per diventare fotografo avrebbe dovuto trasferirsi a Milano Scianna nel 1967 si trasferisce a Milano e lì comincia la sua carriera di autodidatta al settimanale «L’Europeo», dove lavora per diciassette anni facendo anche il corrispondente da Parigi Il suo motto è quello di un maestro del reportage on the road, il fotografo e regista svizzero-americano Peter Franck, cioè stare attento,

A video spento

Peppo,

«Le ore destinate alla lettura sono sempre troppo poche per questa voracità smisurata che io ho per la lettura

Durante il giorno leggo molto, sempre meno di quello che vorrei Ho un rimpianto per tutti i libri che non ho letto e non potrò leggere, faccio delle incursioni dentro i libri per avere come la percezionediunpaesaggio» Sonotrascorsi venti anni dalla morte di Giuseppe Pontiggia, (Como, 25 settembre 1934-Milano, 27 giugno 2003) e il valore della sua opera letteraria, del suo esempio di scrittore, si stagliano con ancora maggiore forza davanti ai nostri occhi Ora riposa a Erba, nel cimitero di Arcellasco, la sua tomba è stata progettata dal cugino Ezio Frigerio, conunariproduzionediunanticomosaico romano

Come ha scritto Daniela Marcheschi, la preziosa curatrice delle sue opere, Pontiggia è uno degli autori più originali del secondo Novecento italiano:

Il mio giovane amico perciò vive, mangia, dorme, gioca, studia, fa i compiti in cucina e già solo per questo fatto meriterebbe un voto in più per ogni materia

Dal davanzale della finestra della cucina constato che in quella stanza accadono molte cose Per quanto ricco e completo sia il resoconto, esso sarà sempre ordinato in fila, mentre tutti i fatti accadono contemporaneamente

La prima cosa che salta all’occhio in quella cucina è un grande televisore sempre acceso, anche quando in casa non c’è nessuno Il padre del mio giovane amico sostiene che tenerlo acceso serve a tener lontano i ladri indotti a credere che in casa ci sia qualcuno Io, semplice piccione, penso che se qualche milione di famiglie italiane usa il televisore per tenere lontano i ladri, sai che uso possono fare dei dati dell’Auditel? Inoltre, secondo quella logica, quando c’è qualcu-

no in casa il televisore dovrebbe essere spento Invece no, perché se c’è qualcuno in casa vuole dare di tanto in tanto un ’occhiata allo schermo

Per non sentirsi tagliato fuori, dice La cucina è il regno della nonna che fa da mangiare per tutta la famiglia in quanto la mamma e il papà del mio giovane amico lavorano, sono entrambi impiegati La mamma come operatrice scolastica, cioè bidella e il papà come decoratore d’interni, cioè imbianchino La nonna ama i sapori forti Il resto della famiglia no Così la mamma, prima di andare al lavoro, nasconde pepe, noce moscata, senape, curry, peperoncino intero e in polvere e la nonna, per trovarlo, è capace che tira giù l’intera cucina È molto significativo il momento in cui tutta la famiglia si siede a tavola Le facce che fanno dopo che hanno ingoiato la prima cucchiaiata di minestra! Le gote si

gonfiano e arrossano, gli occhi si dilatano e iniziano a lacrimare, le mani annaspano per afferrare la bottiglia dell’acqua e versarla direttamente in gola Solo la nonna resta impassibile «Proprio buona questa minestra», dice, «solo un po ’ insipida Passami il sale per favore »

Le discussioni che nascono per questa storia del cibo piccante! «Questi bambini avranno lo stomaco rovinato», dice la madre La nonna replica: «È tutta la vita che mangio cibi piccanti e non ho mai avuto problemi!»

Il babbo: «La nonna ha lo stomaco foderato di amianto»

E su queste note di saggezza popolare, chiudo il mio diario: contrariamente a quello che pensano molti appartenenti al corpo docente, un piccione ha molte cose da fare per procurarsi il cibo, non può permettesi il lusso di tenere un diario!

andando in giro, se Dio fa capolino da qualche angolo Cogliere l’istante che abbia un senso Scianna lo coglie spesso: nel 1965 aveva pubblicato un libro fotografico sulle feste religiose in Sicilia con prefazione di Sciascia, e da allora i libri sarebbero diventati la sua vera passione di fotografo ma anche di scrittore, meglio di «fotografo che scrive», come si definisce Da cronista di nera a fotografo è il passaggio vissuto da Carlo Dondero (1928-2015), la cui retrospettiva a Palazzo Reale di Milano è da non perdere (6-): il titolo, «La libertà e l’impegno», dice quasi tutto della sua attività di fotoreporter senza scopo estetico, attratto solo dalla verità e dalla vita, nostalgico della «vita agra» vissuta ai tempi di Luciano Bianciardi e di Ugo Mulas dalle parti di Brera e del caffè Giamaica negli anni Cinquanta Parigino anche lui per lunghi anni, Dondero, come Ro-

bert Capa, era un genio non dell’arte della fotografica tout court, ma dell’arte di testimoniare con l’obiettivo il mondo che soffre, che cerca, che muore, che inventa, che si muove, che arranca, che combatte, che rinasce: la Milano della ricostruzione, la Francia del Nouveau Roman, di Sartre, di Theodorakis, la Praga della Primavera, la Lisbona di Salazar, Panagulis e i colonnelli, Berlino nei giorni della caduta del Muro, l’Afghanistan soccorso da Emergency E i grandi personaggi del Novecento: Pasolini con sua madre Susanna, Fidel Castro, Moravia, Elsa Morante, Beckett, Ionesco, Glenda Jackson, Bacon Angelo Ferracuti, più giovane amico e allievo-scrittore oltre che suo concittadino di Fermo (nelle Marche), ha raccontato la vita di Dondero in un formidabile romanzo-verità (Non ci resta che l’amore, Il Saggiatore), da cui affiora-

no fragore di vita, felicità di sguardo, il Dio che fa capolino Dondero redivivo sarebbe corso a fotografare il sangue di Kiev e poi avrebbe attraversato l’Europa per riprendere gli scontri delle banlieues parigine Mai fermarsi a Fermo era il suo fermo proposito Un tratto in comune tra Dondero e Scianna è la statura: due uomini piccoli, poco più di uno e sessanta, che fotografano il mondo e gli esseri umani dal basso, ad altezza cuore «Se le tue foto non sono abbastanza belle è perché non sei abbastanza vicino», diceva Capa Vicino al cuore del mondo, intendeva Per Capa, per Dondero e per Scianna vale la frase di Mark Twain: «Non potete fare affidamento sui vostri occhi se la vostra immaginazione è fuori fuoco» Buona estate, con l’augurio di fare pochi selfie e di mettere a fuoco l’immaginazione

«Maestro di stile e di misura, cultore di letterature classiche, appassionato bibliofilo, il Meridiano, uscito a un anno di distanza dalla sua prematura scomparsa, presenta tutti i suoi libri in ordine cronologico e senza distinguere tra narrativa e saggistica, che nelle sue opere sono continuamente intrecciate, e permette di cogliere il suo personalissimo progetto a tutto campo sulla letteratura, la ricchezza e la varietà di generi letterari e di toni della sua opera, la raffinatezza essenziale del suo stile, l’intelligenza (talmente ironica e acuta da diventare tagliente) delle sue osservazionisullarealtà,lepersone,gli avvenimenti,ilsuoconcettodiestetica chemaiprescindedaunvigileesevero sentimento etico»

Quanto ad anniversari, questo è un anno sovraffollato per lasciare spazio adeguato a uno scrittore che avrebbe meritato più attenzione e più lettori, collocato com’è in quella linea media-

na, lontana tanto dallo sperimentalismo quanto dall’ossessione lessicale, spesso rimpianta come poco praticata dalla nostra letteratura Eppure, mi pare di sentire ancora la voce di Pontiggia «Buonasera SonoGiuseppePontiggia e mi accingo a iniziare con voi un ’ avventura che durerà cinque settimane; il tema delle nostre conversazioni sarà lo scrivere, i problemi dello scrivere, le modalità e i percorsi dello scrivere

Normalmente un autore viene presentato – a meno che non sia un esordiente – con una frase abbastanza tipica, ossia che non ha bisogno di presentazioni; in realtà ne avrebbe molto bisogno, ma anche questo è uno dei modi in cui si risolve il problema del lavoro, cioè sottraendosi al compito Nel mio caso io devo invece autopresentarmi»

A rileggere questo incipit mi è venuto un brivido lungo la schiena Nel ricordo del Peppo, come lo chiamava-

no in famiglia, ma anche nel ricordo di un ’avventura professionale del tutto speciale A quel tempo dirigevo Radio Rai L’esperienza, all’epoca della «Rai dei professori», è durata poco più di sei mesi, a partire dal novembre 1993 Di due programmi sono orgogliosamente fiero Su Radiotre, la lettura integrale della Bibbia, affidata alla cura preziosa di Gianfranco Ravasi (ora cardinaleePresidentedelPontificioConsiglio della Cultura), e, su Radiodue, Dentro la sera, una serie di colloqui quasi notturni assegnati a firme prestigiose La più prestigiosa di tutte era quella di Pontiggia «Buonasera Sono Giuseppe Pontiggia » Mi pare di risentire la sua voce: calda, pastosa, fieramente lombarda Ricordo l’andamento cadenzato, le improvvise accensioni, le pause Sì, le pause, le coraggiose e radiofoniche pause del Peppo In radio, di solito la pausaèvissutaconspavento,comeuna

sorta di mancamento; quelle di Pontiggia erano speciali, un respiro profondo fra un suggerimento sullo scrivere e una riflessione sulla letteratura Pontiggia era un ossimoro vivente Nella conversazione numero 20 scrive: «L’ossimoro si può definire un po ’ scherzosamente come la “coabitazione coatta” di due contrari: “mite perfidia”, “corrotta innocenza” Due separati in casa,unacoppiachenondovrebbetrovare un punto di conciliazione, ma che – grazie all’inventiva di chi la intuisce, la propone – trova un suo misterioso ma anche solido accordo» A ripensare a quelle lezioni di Pontiggia, viene fuori tutta la sua complessa natura ossimorica Avevaunsorrisobonario,disarmante,capaceperòdicelareungiudiziotaglienteedefinitivo Cometutti quelli che non fanno sconti a sé stessi, usava l’ironia per incunearsi fra i resti di inscalfibili certezze, corrodendole dall’interno

Sett manale di informazione e cultura Anno LXXXVI 10 luglio 2023 azione – Cooperativa MigrosTicino 31 CULTURA / RUBRICHE ◆ ●
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di Paolo Di Stefano
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Migros Ticino Offerte valide dall’11 7 al 17 7 2023, fino a esaurimento dello stock Da tutte le offerte sono esclusi gli articoli M-Budget e quelli già ridotti Ilnostro consigliodella settimana: 12.85 invece di 24 –Coca-Cola Classic o Zero, 24 x 330 ml, per es Classic conf. da 24 46% 5.–invece di 8.70 Grana Padano grattugiato Da Emilio 3 x 120 g conf da 3 42% 15.50 invece di 25 85 Carta per uso domestico Plenty, FSC® in conf speciali, per es Original 1/2 strappo, 16 rotoli 40% 1.35 invece di 2.10 Carne di manzo macinata M-Classic Svizzera, per 100 g, in self-service 35% Patate fritte e wedges M-Classic e Denny's prodotto surgelato, per es patate fritte al forno M-Classic, 1,5 kg, 4.15 invece di 6 95 40% TuttiipomodoriBioeDemeter per es. pomodoriagrappoloMigrosBio, Svizzera,alkg,6.25invecedi8.95 30% 11.7 17.7.2023.7–1 .7.
Migros Approfittane egusta
Settimana

Le vitamine nella loro forma più gustosa

Frutta e verdura 2 Migros Ticino ECON 2.40 invece di 3.–Pancetta da arrostire affettata, IP-SUISSE in conf speciale, per 100 g 20% 6.95 Mezzelune Anna's Best ricotta & spinaci o alla carne di manzo, in conf speciale, 800 g Hit 2.70 invece di 3 80 Zucchine Migros Bio Svizzera, 500 g, prodotto confezionato 28%

CONSIGLIOFRESCHEZZA

È di nuovo la stagione delle deliziose bacche, che con le loro 34 kcal per 100 g sono super ipocaloriche ma in compenso ricche di vitamine e sali minerali. La conservazione di maggior durata in frigorifero si ottiene mettendole in un contenitore traspirante e foderato all'interno con della carta per uso domestico (ad esempio un cestino).

23%

3 Offerte valide dall’11 7 al 17 7 2023, fino a esaurimento dello stock Migros Ticino
invece di 5.90 Lamponi Svizzera, vaschetta da 250 g
4.50
5.90 invece di 750 Albicocche Svizzera, al kg
Pesche extra e pesche noci extra per es pesche a polpa bianca, Spagna/Francia, al kg, 4.45 invece di 5 60 20% 3.75 invece di 4.70 Melanzane Ticino, al kg
1.55 invece di 1.95 Insalata Trio Svizzera, al pezzo 20% 7.30 invece di 9 90 Extra ciliegie Svizzera, 500 g 26%
21%
20%
«on fire»! Carne e salumi 4 Migros Ticino La ricettaper lapreparazione allagriglia la trovisu migusto.ch Tagli con osso perdelizie allafiamma Carne con osso al bancone per es carré di maiale, IP-SUISSE, per 100 g, 2.45 invece di 3 10 20% 6.95 invece di 9 95 Polli interi Optigal Svizzera, 2 pezzi, al kg, in self-service 30% Hamburger e hamburger di pollo M-Classic prodotto surgelato, 8 x 90 g, per es hamburger, 6 25 invece di 12 50 50% 3.05 invece di 3 60 Mini filetti di pollo Optigal Svizzera, in conf speciale, per 100 g 15% 4.80 invece di 6 –Filetti di agnello Australia/Nuova Zelanda, per 100 g, in self-service 20% 4.20 invece di 5 30 Bistecche di manzo, IP-SUISSE per 100 g, in self-service 20% 6.05 invece di 8 10 Entrecôte di manzo, IP-SUISSE per 100 g, al banco a servizio 25%
I nostri prezzi sono davvero
Pesce e frutti di mare 5 Offerte valide dall’11 7 al 17 7 2023, fino a esaurimento dello stock Migros Ticino 2.40 invece di 3 70 Piatto ticinese affettato M-Classic pancetta, prosciutto crudo, salame Milano, Svizzera, per 100 g, in self-service 35% 2.95 invece di 3.70 Spiedini di manzo degli ussari Grill mi Svizzera, 2 pezzi, per 100 g, in self-service 20% 8.75 invece di 10 95 Carne secca dei Grigioni affettata Migros Bio, IGP Svizzera, per 100 g, in self-service 20% 8.95 invece di 11.90 Salsicce di maiale arrotolate Grill mi Svizzera, 2 x 2 pezzi, 440 g conf da 2 24% Con iprofumidi una marinataalpomodoro o albasilico 13.95 invece di 19 95 Salmone affumicato dell'Atlantico, ASC d'allevamento, Norvegia, in conf speciale, 300 g 30% Tentacoli di polpo e gambas al ajillo Grill mi in vaschetta per grigliare, per es tentacoli di polpo, Atlantico centro-orientale, 2 pezzi, per 100 g, 5.10 invece di 6 40, in self-service 20% Filetti di salmone Pelican, ASC, o filetti dorsali di merluzzo dell'Atlantico Pelican, MSC prodotto surgelato, 2 x 250 g, 9 95 invece di 17 –conf da 2 41% 2.65 invece di 3 80 Prosciutto cotto Puccini prodotto in Ticino, per 100 g, in self-service 30% 4.75 invece di 6 45 Coppa stagionata prodotta in Ticino, per 100 g, in self-service 25%

Bontà sulla bocca di tutti

Formaggi e latticini 6 Migros Ticino Un pratico ingrediente per panini caldi o freddi Sipossono congelare 7.–invece di 9.40 Mozzarella Galbani 4 x 150 g conf. da 4 25% 6.55 invece di 8 20 Le Gruyère piccante a fette Migros Bio, AOP 250 g 20% 1.55 invece di 1 95 Appenzeller surchoix per 100 g, prodotto confezionato 20% 2.30 invece di 2 90 Le Gruyère surchoix Migros Bio, AOP circa 200 g, per 100 g, prodotto confezionato 20% 2.–invece di 2 55 Formaggella Blenio «Ra Crénga dra Vâll da Brégn» per 100 g 20% 1.80 invece di 2 15 Formaggini freschi, aha! per 100 g 16% 2.05 invece di 2.45 Grana Padano, DOP 700/800 g, per 100 g, confezionato 16%

LOSAPEVI?

Anche il nuovo membro della famiglia You è nato per il tuo benessere. Questa bowl è infatti senza lattosio e ha un contenuto di bacche pari al 40%. Al suo müesli sono aggiunti vari pregiati semi, addolciti da un tocco di miele e di sciroppo d'agave. Per il resto, la bowl è completamente priva di zuccheri. E allora, buon appetito in tutta leggerezza!

7 Offerte valide dall’11 7 al 17 7 2023, fino a esaurimento dello stock Migros Ticino Burro speciale Migros Bio o burro da cucina Migros Bio per es burro da cucina, 2 x 220 g, 8 70 invece di 9 30 conf. da 2 –.60 di riduzione
2.25 Fruity Bowl You frutti di bosco, 175 g 20x CUMULUS Novità Tutti i tipi di crème fraîche (prodotti V-Love esclusi), per es Valflora al naturale, 200 g, 2 35 invece di 2 80 15% 4.60 invece di 5 80 Crème Dessert Tradition vaniglia, caramello o cioccolato al latte, per es vaniglia, 4 x 175 g conf. da 4 20% 16.30 invece di 19.20 Latte M-Drink UHT Valflora, IP-SUISSE 12 x 1 l conf. da 12 15% 4.40 invece di 5.50 Philadelphia Original, Balance o alle erbe aromatiche, per es Original, 2 x 200 g conf da 2 20%

fino

Offerte dalla colazione
alla cena Scorta 8 Unabontà cheè pure praticafuori casa prati afuori 8.–invece di 12.–Olive Anna's Best con formaggio o all'aglio, per es con formaggio, 400 g 33% Spicchi di mango o noci miste Sun Queen per es spicchi di mango, 3 x 200 g, 8 80 invece di 13 20 conf. da 3 33% Tutti i caffè istantanei (prodotti Nescafé e Starbucks esclusi), per es Cafino Voncoré, 200 g, 5 60 invece di 6 95 a partire da 2 pezzi 20% Snack o menu Anna's Best Vegetable Spring Rolls, Dim Sum Sea Treasure o Chicken Satay, per es Spring Rolls, 2 x 260 g, 7.90 invece di 9 90 conf. da 2 20% Pizze Buitoni surgelate, caprese, al prosciutto o alla diavola, per es caprese, 3 x 350 g, 13.20 invece di 16 50 conf. da 3 20% Chicco d'Oro in chicchi 1 kg, 10 05 invece di 16 95 a partire da 2 pezzi 41%

Dallaprimacolazione conpanefrescoefrutta all'aperitivoconbirraevino: suMigrosOnlinepuoiscegliere traoltre12000prodotti. Ordinaintuttasemplicità sumigros.chefatticonsegnarelaspesa.All’insegna dellacomodità,nonpensi?

9 Offerte valide dall’11 7 al 17 7 2023, fino a esaurimento dello stock Riso allattehigh proteinda mescolare con acqua calda Da produzione equosolidale 4.95 Purea di patate Mifloc in conf speciale, 4 buste + 1 gratis, 5 x 95 g Hit Tutti i tipi di pasta M-Classic per es fusilloni 5 uova, 500 g, 2.65 invece di 2 95 a partire da 2 pezzi –.30 di riduzione Tutti i tipi di olio e aceto Migros Bio per es olio d'oliva greco, 500 ml, 6 80 invece di 8 50 20% 5.30 invece di 7.50 Passata di pomodoro Longobardi 3 x 700 g conf. da 3 29% Tutti i tipi di quinoa, lenticchie, ceci o couscous Migros Bio (prodotti Alnatura esclusi), per es quinoa bianca bio aha!, Fairtrade, 400 g, 3.95 invece di 4 95 20% 1.90 Riso al latte Cup Lovers High Protein Homemade 55 g 20x CUMULUS Novità
LOSAPEVI?
la gioia
e piccini Dolce e salato 10 Energia per illido 6.50 invece di 9 30 Biscotti rotondi Chocky al cioccolato o al latte, 3 x 250 g conf da 3 30% Tutti i Ragusa disponibili in diverse varietà, per es Classique, 5 pezzi, 125 g, 3 95 invece di 4 95 20% 5.–invece di 5 70 Yogurette 4 x 8 barrette, 400 g conf da 4 12% 12.–invece di 16 05 Leckerli finissimi in conf speciale, 1,5 kg 25% 4.50 Joy Kinder in conf speciale, 3 x 20 g Hit 14.35 invece di 28 75 Cioccolatini Selection Frey assortiti, in conf speciale, 1 kg 50% 8.–invece di 10 –Toffifee 4 + 1 gratis, 5 x 125 g conf da 5 20% Tutti i biscotti Tradition per es Petits Cœurs al limone, 200 g, 3 – invece di 3 60 a partire da 2 pezzi –.60 di riduzione
Per
di grandi
Bevande Fresche e dissetanti 11 Offerte valide dall’11 7 al 17 7 2023, fino a esaurimento dello stock Disponibileanchesenzasale: l'idealeperibambinipiccoli Bontà come fatta in casa! Drinkbenessere con acido ialuronico vegano e caffeina Tutte le Farm Chips per es al rosmarino, 150 g, 2.55 invece di 3 20 20% 2.95 Beauty Full 250 ml 20x CUMULUS Novità 4.20 invece di 5.30 Mais Puffs Migros Bio salati o senza sale, 2 x 85 g conf da 2 20% Acqua minerale e Sanbittèr San Pellegrino per es acqua minerale, 6 x 1,25 l, 4 40 invece di 6 60 conf. da 6 33% 9.95 invece di 14 95 Rivella rossa, blu o refresh, 6 x 1,5 l conf da 6 33% Tutti gli smoothie true fruits per es yellow, 250 ml, 2.80 invece di 3 50 20% Tutti i dessert in coppetta refrigerati (Daily esclusi), per es coppetta svedese, 100 g, 2 35 invece di 2 95 20%

Pelle protetta, igiene perfetta

25%

Tutto l'assortimento di prodotti per la cura del viso L'Oréal Paris (confezioni multiple escluse), per es crema da giorno antirughe Revitalift, 50 ml, 12.75 invece di 16 95

Perdentisensibili

25%

Tutto l'assortimento Sensodyne e Parodontax (confezioni multiple e speciali escluse), per es dentifricio Repair & Protect, 75 ml, 5.55 invece di 7 40

Bellezza e cura
12
del corpo
per es protezione
–conf. da
Collutori Listerine
per denti e gengive Total Care, 2 x 500 ml, 9.75 invece di 13
2 25%
Tutto l'assortimento Nivea Sun (confezioni multiple escluse), per es Kids Protect & Care IP 50+, 200 ml, 11.60 invece di 15 50 25%
a partire da 2 pezzi
Fiorenti prospettive Fiori e giardino 13 Offerte valide dall’11 7 al 17 7 2023, fino a esaurimento dello stock Diproduzione svizzera Tagliareigambi primadimettere fi iinunvaso 9.95 Rose a fiori grandi, Fairtrade disponibili in diversi colori, mazzo da 5, lunghezza dello stelo 40 cm, per es rosa antico, il mazzo Hit 4.60 invece di 6 90 Shampoo I am per es Intense Moisture, 3 x 250 ml conf da 3 33% 6.60 invece di 8 80 Tutti gli shampoo e i balsami Elseve per es shampoo Color-Vive, 2 x 250 ml conf. da 2 25% ifi 14.95 Bouquet di girasoli Splendide M-Classic il bouquet Hit 8.60 invece di 12.90 Shampoo Belherbal per es per capelli grassi, 3 x 250 ml conf da 3 33% 15.95 invece di 19 95 Bromelie in vaso di ceramica disponibili in diversi colori, in vaso, Ø 16 cm, il vaso 20%
Prezzi
ribassati Varie 14
una Svizzerapiùsostenibile 19.–invece di 23 90 Detersivo per capi delicati Yvette in conf di ricarica, per es Wool & Silk, 2 x 2 l conf. da 2 20% Tutti i detergenti e i detersivi Migros Plus per es detersivo per stoviglie al profumo di limone, 750 ml, 3.– invece di 3 70 a partire da 2 pezzi 20% Tessili da cucina Kitchen & Co. per es asciugapiatti, 50 x 70 cm, 2 pezzi, 10 50 invece di 14 95 a partire da 2 pezzi 30% Padelle Pro Kitchen & Co. disponibili in blu chiaro e blu scuro nonché in diverse misure (senza set da 2), per es a bordo basso, Ø 28 cm, il pezzo, 47 95 invece di 59 95 20% 9.95 Contenitore portaoggetti Smartstore Classic con 4 scomparti, 40 x 15 x 12 cm, il set Hit Detersivi per piatti Handy Original, Lemon od Orange, per es Original, 3 x 750 ml, 4.95 invece di 5 85 conf. da 3 15% 39.95 invece di 59 90 Contenitori per riordinare Rotho disponibili in rosa o blu, il set set da 2 33% Nuovonome, stessaqualità: TitandiventaPro
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15 Offerte valide dall’11 7 al 17 7 2023, fino a esaurimento dello stock Sviluppato appositamente peribebè 79.95 invece di 99 95 Frigorifero portatile Mio Star Frescolino Ice Tea il pezzo 20% 7.30 invece di 14.60 Gelato da passeggio alla panna, vaniglia e cioccolato o vaniglia e fragola prodotto surgelato, 2 x 12 pezzi, 1368 ml, offerta valida dal 13 7 al 16 7 2023 conf. da 2 50% Tutti i dessert Nestlé Yogolino per es al naturale bio, 90 g, 3 40 invece di 4 25 a partire da 2 pezzi 20% 1.75 invece di 2.50 Costate di maiale Grill mi, IP-SUISSE in conf speciale, per 100 g, offerta valida dal 13 7 al 16 7 2023 30% 3.95 invece di 5.65 Meloni Charentais Migros Bio Spagna/Italia/Francia, al pezzo, offerta valida dal 13 7 al 16 7 2023 30% Prezzi imbattibili del weekend Solo da questo giovedì a domenica

Se vuoi sempre sapere che pesci pigliare

Daallevamento sostenibile

LOSAPEVI?

Questooliod’olivabioè perfettoperpreparareilpesce allagriglia.Conferisceal pesceunaromatuttomediterraneoeinpiù,graziealla suaeccellentequalità,lepregiatesostanzechecontiene nonsidisperdononeanche cuocendoadaltetemperature. Bastamarinareilpescecon questoolioederbearomatiche emetterlosullagriglia.

ce suaeccellentequalità,lepre

Da tutte le offerte sono esclusi gli articoli M-Budget e quelli già ridotti Offerte valide dall’11 7 al 17 7 2023, fino a esaurimento dello stock
Pesce fresco Migros Bio salmone, orata e branzino, al bancone e in self-service, per es filetto di salmone con pelle, d'allevamento, Norvegia/Irlanda, in self-service, per 100 g, 5 20 invece di 6 50 20%
6.80 invece di 8.50 olio d'oliva greco Migros Bio 500 ml 20% 3.95 invece di 6.30 Patate novelle Svizzera, busta da 2,5 kg 37%

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