Azione 44 del 30 ottobre 2023

Page 1

Listino prezzi e ulteriori informazioni a pagina 12

NOLEGGIO SCI E SNOWBOARD


2

1

7

3

5

6

8

4

HIGHLIGHT INVERNALI DONNA 1

Occhiali da sci Giro Balance II Vivid W Black & White Lux, 169.– 4948.633

4948.642

3

2

Casco da sci Head Rita, tg. 52-55/56-59, 199.–

Scarpone da sci da donna Rossignol Pure Pro 80, tg. 23.5-26.5, 389.– 4954.808

Anthem 95 Boa GW, tg. 23.5-26.5, 499.– 4954.856 669.– 4643.233

6

5

4

Scarpone da sci da donna K2

Sci On Piste da donna K2 Disruption SC incl. ER3 10 GW, 146-160 cm,

Sci On Piste da donna Völkl Flair SC Carbon incl. VMotion 11 GW, 153-165 cm, 949.– 4643.247

sci Scott Ultimate Dryo, tg. S-XL, 369.– 4625.852

8

7

Giacca da

Pantaloni da sci Scott Ultimate Dryo 10, tg. S-XL, 229.– 4625.617


Anno LXXXVI 30 ottobre 2023

Cooperativa Migros Ticino

G.A.A. 6592 Sant’Antonino

Settimanale di informazione e cultura

edizione

44

MONDO MIGROS

Pagine 4 / 6 – 7 ●

SOCIETÀ

TEMPO LIBERO

ATTUALITÀ

CULTURA

I nonni oggi hanno ruoli e responsabilità nuovi all’interno delle famiglie e della società

Inaugura la serie dedicata alle biografie a fumetti l’eccellente Houdini: The Handcuff King

Contraddizioni e passi falsi di vincitori e vinti delle ultime votazioni federali

Intervista al primo violino dell’OSI, il polacco Robert Kovalsky che il 9 novembre suonerà al LAC

Pagina 5

Pagina 15

Pagina 23

Pagina 39

Non litighiamo La forza espressiva dei colori e godiamoci il volo nei maestri Nolde e Beck Suona bizzarra la storia del trentatreenne ticinese che fa il necroforo, raccontata da Matilde Casasopra a pag. 9. «Non dimenticherò mai – ha spiegato ad Azione – il giorno in cui mi sono trovato in prima fila per la cerimonia di commiato di un uomo che avrebbe salutato per l’ultima volta la sua compagna della vita. Lo ricordo ancora quel signore, pieno di dignità e dolore. So che alla fine mi si è avvicinato e guardandomi dritto negli occhi mi ha preso la mano, l’ha stretta, mi ha abbracciato e, tra le lacrime, mi ha detto: “Grazie!”. Era di quell’umanità, di quella vicinanza fatta di rispetto ed empatia che avevo bisogno per dare un senso alla mia vita». Mentre in questi giorni i ragazzi si travestono da zio Fester o da Dark Lady per i festini di «paura per finta» di Halloween c’è chi, pur in giovane età, la morte la sente come qualcosa di più reale e significativo della risibile scelta fra dolcetto e scherzetto. Qualcosa che, paradossalmente, dà senso alla vita. Coi tempi che corrono, non è l’unico a pensarlo. Sarà che gli eventi degli ultimi anni ci hanno tolto l’illusione di vivere in un paradiso lontanissimo dalla possibilità di morire davvero a uno schiocco di dita: così, adesso, stasera o domani, come avviene in troppe altre aree del mondo. Dopo la pandemia, coi cortei di carri funebri di Bergamo e le case per anziani ticinesi dove i nostri cari se ne andavano senza che potessimo salutarli, e coi venti di guerra che soffiano dalle steppe dell’Est ai deserti del Medio Oriente, risvegliando lo spettro del terrorismo internazionale, ci sentiamo un po’ meno al riparo da quella cosa naturale e naturalmente antipatica che è la morte. Tocca farci i conti, insomma, perfino nella società che sogna scientificamente l’eternità e studia a tavolino la creazione di ibridi fra uomini e macchine che dovrebbero prolungare la nostra presenza sul pianeta a tempo indeterminato (sono le prospettive aperte dal cosiddetto «postumanesimo»). Fra paure e scongiuri, vale la pena di perdersi fra le tombe del cimitero monumentale di Milano, come il nostro collaboratore Luigi Baldelli (vedi il servizio a pag. 17), anche se personalmente preferisco il cimitero di Staglieno a Genova, dove gli scultori hanno reso plastica l’idea indici-

Natascha Fioretti – Pagina 33

bile della nostra fine, con tutte quelle mani ossute che, per orribile contrasto, affondano le falangi nelle carni tenere e sensuali di donne e putti di marmo, fiori di carne ghermiti dalla signora incappucciata, la falce in una mano e l’esistenza terrena delle prede nell’altra. Girovagare tra i sepolcri è un piacere crepuscolare e a suo modo romantico. Ci regala scorci neogotici di teso silenzio, spettacoli di polvere depositata a strati seppiati sui panneggi o sui corpi nudi di angeli ed eroi, ricordandoci che, in fin dei conti, siamo tutti granelli di materia miracolosamente viva sparsi in un universo di materia morta. Per questo – a beneficio dei non credenti, dei credenti e dei dubbiosi – vale la pena di ricordare una frase del fisico britannico (agnostico) Fred Hoyle: «Le probabilità che un processo spontaneo metta insieme un essere vivente sono analoghe a quelle che una tromba d’aria, spazzando un deposito di robivecchi, produca un Boeing 747 perfettamente funzionante». Ecco cosa siamo, in questo mondo che tende all’entropia: dei Boeing creati dal caso, dall’evoluzione o da un Essere supremo – vai a sapere – che camminano, pensano e si travestono da mostriciattoli per partecipare ai party con le zucche illuminate. Io che scrivo e tu che leggi, siamo entrambi dei miracolati e fingiamo di dimenticare che prima o poi il nostro aereo atterrerà e finirà a dormire dentro un hangar arrugginito. Nel frattempo, dovremmo preoccuparci di farci un bel volo, di gustare le giravolte della vita ad ali spiegate, planare e risalire. Non è stata una gran trovata, quella della modernità, di espellere come un tabù l’idea della morte. Potrà immalinconirci, ma sapere che c’è una fine rende la nostra vita più piena e divertente. Un conoscente che mi aveva preso in simpatia da ragazzo, malato terminale e consapevole della fine imminente, anni fa mi sussurrò all’orecchio un distillato di saggezza dell’ultima ora: «Non perder tempo a litigare con gli altri o a piangere su te stesso. La vita può essere lunga o breve, ancora non lo sai. Perciò sorridi e goditela». A distanza di anni, ogni tanto torno a salutarlo nel suo hangar, grato per il regalo di quella frase.

Foto Christoph Munstermann © Nolde Stiftung Seebüll

Carlo Silini


4

Settimanale di informazione e cultura

Anno LXXXVI 30 ottobre 2023

azione – Cooperativa Migros Ticino

MONDO MIGROS

Per qualsiasi esigenza fai da te

Info Migros ◆ Mancano solo pochi giorni all’apertura a Balerna del nuovo Do it + Garden di Migros Ticino

Questo giovedì, all’interno del Centro commerciale Breggia, in via S. Gottardo 56/A a Balerna, sarà inaugurato il nuovo Do it + Garden di Migros Ticino. Per l’occasione, e fino a sabato 4 novembre, in programma vi sono colorati omaggi oltre a uno sconto del 10% su tutto l’assortimento presente in negozio. Lo strategico punto vendita, fortemente voluto dall’azienda, si situa nello storico centro commerciale momò e può essere ben raggiunto con i principali mezzi pubblici o, disponendo di comodi parcheggi gratuiti, in automobile. Esso va a completare la rete dei negozi specializzati di Migros Ticino nella regione del Mendrisiotto, con un’ottica di servizio e prossimità alla clientela.

Dagli accessori per le automobili all’angolo creativo, passando per il giardinaggio: il centro è rivolto a un largo pubblico L’investimento ha complessivamente toccato i 300mila franchi; grazie a esso l’esercizio dispone ora di un impianto d’illuminazione a LED, che garantisce piena efficienza e un basso impatto ambientale. È inoltre dotato di una cassa tradizionale e, per chi invece va un po’ più di fretta, di due comode e veloci casse subito per il self checkout. Anche

ta di prodotti sostenibili e rispettosi dell’ambiente. Sarà così rappresentata la chiave del successo di questo nuovo commercio.

Le iniziative per l’apertura del nuovo Do it + Garden Migros Breggia Per sottolineare questo nuovo significativo intervento nella propria rete di vendita, Migros Ticino ha previsto varie iniziative: durante la tre giorni di apertura sarà concesso uno sconto generale del 10% sull’intero assortimento presente in negozio, mentre presentando in cassa il coupon largamente distribuito, si potranno ricevere i fantastici occhiali da sole Do it + Garden Migros. per questa realizzazione, Migros Ticino ha favorito imprese e artigiani locali e svizzeri, ai quali è stata affidata la totalità delle commesse. Il nuovo centro Do it + Garden Migros – che affiancherà quelli di Agno, Losone e Taverne, nonché la filiale OBI di S. Antonino – avrà una superficie di 450 m 2. Anche a Balerna, Migros Ticino, grazie a un collaudato e apprezzato formato di vendita, andrà a soddisfare le esigenze di artigiani, artisti e creativi, famiglie e appassionati giardinieri dilettanti, ma anche quelle di persone che non

hanno alcuna esperienza in materia di «fai da te».

L’assortimento del nuovo Do it + Garden Migros Breggia Il primo «mini Do it + Garden Migros» della Svizzera proporrà alla clientela i più recenti e moderni concetti espositivi, elaborati appositamente per questo particolare tipo di punto vendita, inserito nel mondo dei mercati specializzati di Migros. Esso si presenterà con assortimenti ca-

librati, strutturati e preselezionati, divisi in vari ambienti quali, ad esempio, quelli preposti agli articoli per la cura del giardino, comprendenti invasatura e impianto, o agli accessori per l’automobile, per il bagno; vi saranno inoltre batterie, materiali per la creatività, ferramenta, lampadine, piante d’appartamento e pittura. In questo modo ogni esigenza degli avventori potrà essere soddisfatta. La consulenza sarà professionale sotto tutti i punti di vista, con idee e ispirazioni soprattutto nei settori Homing, Living e Gardening, unita a un’accurata scel-

Orari e contatti del nuovo Do it + Garden Migros Breggia L’esperto responsabile di filiale Fabrizio Maddalon e i suoi sei collaboratori, cordiali e ben preparati, sono pronti a soddisfare i bisogni della clientela con cura e attenzione, in un clima accogliente e famigliare. Orari di apertura Lunedì-venerdì: 8.30-19.00 Giovedì: 8.30-20.00 Sabato: 8.30-18.30 Tel. 091 821 73 00.

Monte Generoso, il viaggio continua Escursioni ◆ La Ferrovia Monte Generoso ha presentato una serie di novità significative

Il 26 ottobre 2023, nella suggestiva cornice della Vetta del Monte Generoso, la Ferrovia Monte Generoso SA ha tenuto una conferenza stampa per annunciare una serie di novità. Durante l’evento è stato offerto un quadro della nuova corporate identity dell’azienda e, dopo quattro anni di stop, è stata annunciata anche la riapertura dei servizi per la stagione invernale 2023-24. Sono stati presentati anche il nuovo logo, che rappresenta l’intera offerta della destinazione «Monte Generoso», oltre al nuovo sito, su cui dal 2024 si potranno riservare eventi, camping, ristorante e biglietti del treno; il tutto, come ha spiegato Monica Besomi, Vice Director e Head of Marketing & Communication, nell’ambito di un progetto di digitalizzazione dell’azienda. Il logo di Ferrovia Monte Generoso, completamente ridisegnato, inte-

gra ora i suoi quattro principali prodotti: la Ferrovia, il Camping, il Buffet Bellavista e il Fiore di pietra. Come ha spiegato Alice Giambonini, Visual & Graphic Designer, si è lavorato molto al rebranding dell’azienda, con l’intento di modificarne il posizionamento sul mercato: «L’intera identità aziendale è stata ripensata e ridisegnata mescolando creatività, strategia, obiettivi ed emozioni. Tutto ciò si riflette inevitabilmente sulla comunicazione visiva, che ha il compito di arrivare dritto alla mente e al cuore dei nostri clienti». Il logo declina ora anche i gadget, le uniformi degli staff e i vari prodotti dell’azienda. Giulio Rezzonico, Media & PR Manager, ha evidenziato: «Il nuovo modo di comunicare della Ferrovia Monte Generoso ambisce a instaurare un autentico dialogo con i visitatori». A rimanere invariate saranno la sostenibilità e la responsabilità sociale dell’azienda. L’azienda, infatti, è da anni impegnata a operare in modo ecologicamente responsabile, promuovendo iniziative per la conservazione ambientale e il turismo sostenibile. Ha affermato Chiara Brischetto, Marketing Project Manager che si occupa

Una magnifica veduta della Vetta del Monte Generoso; a sinistra, il nuovo logo.

della sostenibilità in azienda: «La sostenibilità per noi è un valore fondamentale che orienta ogni aspetto delle nostre azioni, dalla scelta dei fornitori alla gestione dei rifiuti, passando per la sensibilizzazione dei nostri visitatori».

I prossimi appuntamenti Dopo un periodo di chiusura di quattro anni, necessario per la ristruttura-

zione della sovrastruttura ferroviaria, l’azienda ha presentato i dettagli della riapertura per la stagione invernale 2023-2024. A partire dal 2 dicembre fino a fine marzo i treni circoleranno tre volte al giorno durante tutti i weekend e i giorni festivi. Il ristorante self-service del Fiore di pietra e il Buffet Bellavista saranno anch’essi operativi durante l’intera stagione invernale, accogliendo gli ospiti nella stessa

finestra temporale summenzionata. Il grotto dell’omonima stazione intermedia, ristrutturato di recente, sarà aperto anche per il pranzo di Natale e la cena di Capodanno; lo si potrà inoltre prenotare anche in settimana per cene ed eventi aziendali. In questo modo, come spiegato durante la conferenza stampa, la società ha voluto modernizzarsi per rispondere meglio alle esigenze dei propri clienti, abbracciando un approccio più digitale e attuale, pur mantenendo la forte connessione con la tradizione e il territorio che da sempre contraddistingue l’azienda. «Il Monte Generoso è e continuerà a essere una destinazione dove la storia, la magia e la bellezza naturale convergono per creare un’esperienza indimenticabile ai nostri visitatori». Informazioni Il programma completo si trova sul sito web www.montegeneroso.ch tel. 091 630 51 11

azione

Settimanale edito da Migros Ticino Fondato nel 1938 Abbonamenti e cambio indirizzi tel +41 91 850 82 31 lu–ve 9.00–11.00 / 14.00–16.00 registro.soci@migrosticino.ch

Redazione Carlo Silini (redattore responsabile) Simona Sala Barbara Manzoni Manuela Mazzi Romina Borla Natascha Fioretti Ivan Leoni

Sede Via Pretorio 11 CH-6900 Lugano (TI) Telefono tel + 41 91 922 77 40 fax + 41 91 923 18 89 Indirizzo postale Redazione Azione CP 1055 CH-6901 Lugano

Posta elettronica info@azione.ch societa@azione.ch tempolibero@azione.ch attualita@azione.ch cultura@azione.ch Pubblicità Migros Ticino Reparto pubblicità CH-6592 S. Antonino tel +41 91 850 82 91 fax +41 91 850 84 00 pubblicita@migrosticino.ch

Editore e amministrazione Cooperativa Migros Ticino CP, 6592 S. Antonino tel +41 91 850 81 11 Stampa Centro Stampa Ticino SA Via Industria – 6933 Muzzano Tiratura 101’177 copie


Settimanale di informazione e cultura

Anno LXXXVI 30 ottobre 2023

SOCIETÀ

azione – Cooperativa Migros Ticino 5

Accompagnare gli addii Incontro con Matteo Morniroli, 33enne visual designer che ha scelto la professione del necroforo

Mamme e imprenditrici È nata da poco l’associazione Mompreneurs Ticino per sostenere le madri lavoratrici autonome

Pagina 9

Pagina 10

Azzardo responsabile La prevenzione della dipendenza dal gioco d’azzardo si svolge anche nei casinò, l’esperienza di Lugano

Questione di cervello Tra i corvidi e i pappagalli ci sono delle specie fra le più intelligenti che condividono il nostro pianeta

Pagina 11

Pagina 12

I nuovi nonni si raccontano

Famiglia ◆ Intervista al professore Mauro Doglio, autore del libro Si fa presto a dire nonni, che sarà uno degli ospiti dell’incontro dedicato alla «nonnitudine» organizzato il 6 novembre da Pro Senectute Ticino e Moesano Guido Grilli

Hanno assunto un nuovo spazio e un nuovo ruolo nella famiglia e nella società: parliamo dei nonni e delle nonne. Anzi, di «nonnitudine», un sintagma moderno che come tale necessita di essere chiarito e forse anche esplicitato nei suoi diversi aspetti. Pro Senectute Ticino e Moesano a questo sostantivo dedica un interessante incontro pubblico in agenda lunedì 6 novembre alle 14 alla Portineria di quartiere ManoVella in via Vella 6 a Lugano-Cassarate, un’opportunità e insieme un’occasione di dialogo intergenerazionale: tra i partecipanti gli organizzatori hanno coinvolto anche i bambini delle scuole Elementari invitandoli a esprimere pensieri dedicati. Alla giornata, organizzata in collaborazione con Movimento AvaEva e Nonninsieme, interverrà fra gli ospiti, Mauro Doglio, presidente dell’Istituto Change di Torino, docente di processi comunicativi e relazionali alla SUPSI, counselor e autore del libro, Si fa presto a dire nonni (Uppa Edizioni, 2021) con il quale approfondiamo i termini di una tematica di sempre maggiore attualità. Professor Doglio, che cos’è la nonnitudine? Nonnitudine è un nome nuovo che indica una condizione moderna. I nonni ovviamente ci sono sempre stati, e in qualche modo sono sempre stati impegnati nella gestione dei nipoti e nell’insieme della vita famigliare. Ma quello di cui parliamo è un fenomeno cui noi abbiamo assistito soltanto negli ultimi decenni. Nonnitudine significa la condizione di nonni e nonne che oggi si trovano ad avere delle responsabilità, dei ruoli, degli impegni e anche un’importanza nella vita delle loro famiglie che prima non c’era. Vi è poi un altro aspetto da considerare: in passato molte meno persone arrivavano alle età alle quali giungono oggi i nonni. A ottant’anni non dico che siano atletici, ma spesso sono in relativa salute sia sul piano fisico sia mentale e dunque sono in grado di compiere una moltitudine di cose: viaggiano, vanno a ballare e possono gestire bambini piccoli. Ecco, io credo che questi aspetti, da non sottovalutare, abbiano cambiato in modo determinante la figura dei nonni nella nostra società. Alla conferenza di lunedì prossimo quali saranno i principali argomenti del suo intervento? Sarà il mio più che altro un tentativo di riflettere con i nonni e le nonne, ma anche con tutti gli altri componenti della famiglia, con figli e figlie, generi e nuore, sulla posizione dei

ni che, non riuscendo a dire mai di no, si trovano poi in situazioni difficili da gestire. Ricordo addirittura un nonno, che una volta a uno dei nostri incontri ha detto che esistono i «nonni frigorifero», intendeva dire che sono costantemente a disposizione e quando qualcuno ha bisogno apre, prende quello che gli serve e poi richiude. Mi pare una bella immagine che sintetizza bene una delle realtà in cui genitori e progenitori si possono riconoscere.

Spesso le nonne e i nonni sono rappresentati in modo piuttosto zuccheroso, in una cornice «da pubblicità natalizia», ma a volte la vita è più complicata e faticosa. (Pexels.com)

nonni all’interno della nuova situazione della società e della famiglia, e dunque anche delle difficoltà che possono incontrare. Spesso nonni e nonne vengono rappresentati in un modo piuttosto zuccheroso, in una cornice «da pubblicità natalizia», dove sono ritratti felici con i loro nipotini. Certamente la loro vita è anche questo, fortunatamente, e c’è tantissima gioia nella relazione coi nipoti e con le famiglie dei figli e delle figlie. Ma alle volte la vita è anche complicata e difficile e possono sorgere diversi problemi. A Torino l’Associazione Nonninsieme – i cui fondatori Filippo Furioso e Maria Re saranno pure tra i relatori dell’incontro il 6 novembre – promuove iniziative straordinarie: da tanti anni riunisce nonni e nonne favorendo il dialogo, il raccontarsi tanto nei momenti sereni quanto in quelli difficili. È stato grazie a Nonninsieme che ho comin-

ciato a frequentare questo mondo e mi sono reso conto che non sono tutte rose e fiori. I nostri anziani fanno anche fatica. Cercherò di suscitare una riflessione sulle problematiche che possono incontrare, sulla complessità dei sistemi famigliari di cui fanno parte. I nonni sono molto coinvolti nella cura dei nipoti, per loro rappresenta sempre più un grande investimento. Non si corre il rischio che talora si sostituiscano ai genitori? Sì, la situazione può essere complessa. Ci possono essere famiglie in cui i genitori sono così impegnati e gravati dal lavoro che i nonni si trovano a svolgere le loro veci, trovandosi tanto assorbiti da questo impegno da non avere più tempo per loro. Questo rappresenta sicuramente un aspetto di cui tenere conto. Ci possono es-

sere invece situazioni in cui nascono manifestazioni di gelosia visto che spesso i nipotini stravedono per i nonni. Come si vede, parliamo di situazioni molto varie e qualche volta anche molto complesse da gestire. Sempre con l’associazione Nonninsieme, l’istituto Change, di cui sono presidente, ha organizzato un corso di comunicazione per nonni e nonne proprio per rispondere al loro bisogno di avere spazi di riflessione e strumenti comunicativi per gestire le situazioni difficili. Non ritiene che fra le due generazioni genitoriali occorra più franchezza? Certo, serve il coraggio di dirsi le cose. Per esempio, uno dei problemi che a volte nonni e nonne incontrano risiede nel dire di no a fronte di richieste, magari anche comprensibili, da parte delle famiglie. Ci sono non-

Eppure, se non ci fossero i nonni… I nonni sono una parte enorme del Welfare. Forse, tornando al concetto di nonnitudine, possiamo dire che questa straordinaria importanza che oggi rivestono i nonni, sia dal punto di vista della gestione sia da quello affettivo, porta con sé quasi inevitabilmente una maggiore complessità nelle relazioni. Sono pertanto utili riflessioni e ragionamenti, affinché la nonnitudine possa realizzarsi nel modo migliore in questo moderno modo di vivere la terza età. La nonnitudine rappresenta una nuova condizione di vita. In passato non esistevano i nonni come li conosciamo oggi. Si è creata una nuova figura. Nonnitudine vuole dire nonni felici di accompagnare i nipoti in un viaggio, di tenerli in vacanza un mese al mare, di raccontare le fiabe per mezzo di zoom o di skype. Ma vuole dire anche nonni impensieriti o in difficoltà, perché si sentono criticati dai figli, dalle nuore, oppure perché apertamente hanno momenti di scontro. Ecco, la nonnitudine ha questa doppia valenza. Sull’argomento lei nel 2021 ha pubblicato il libro Si fa presto a dire nonni, come è nata l’idea? Il libro, che ho scritto con la mia collega Silvana Quadrino, raccoglie molte storie di nonni e nonne che abbiamo ascoltato e con i quali abbiamo lavorato. Il volume si offre come un tentativo di proporre riflessioni sulle problematiche comunicative, con spunti, idee, consigli sulle difficoltà relazionali, esperienze su come sia possibile confrontarsi. A nostro avviso il libro colma un vuoto e si presenta come un manuale di comunicazione per nonni e nonne. Permette a persone che altrimenti si sentirebbero magari sole di affrontare queste difficoltà in realtà molto comuni. Non abbiamo fatto altro che raccogliere tante storie e commentarle ponendo in rilievo gli aspetti della comunicazione. I nonni non vanno dimenticati, bisogna dedicare loro un pensiero particolare, perché ricoprono una posizione speciale all’interno di nuove costellazioni famigliari.


6

Settimanale di informazione e cultura

Anno LXXXVI 30 ottobre 2023

azione – Cooperativa Migros Ticino

MONDO MIGROS

La carbonara come a Roma

Attualità ◆ La pasta alla carbonara è una delle specialità della cucina romana tra le più apprezzate. Alla Migros sono disponibili gli ingredienti originali per preparare questo piatto secondo la migliore tradizione

Le specialità della cucina italiana sono naturalmente famose ovunque nel mondo. Uno dei piatti di pasta più classici e amati è sicuramente rappresentato dagli spaghetti alla carbonara, pietanza di origini laziali preparata con pochi ma stuzzicanti ingredienti quali guanciale, pecorino romano, uova, pasta e pepe nero. Ci sono svariate storie sulle origini di questo gustoso piatto. Una di queste narra che una specie di carbonara sia nata durante la Seconda guerra mondiale, grazie ai soldati americani che usavano condire la pasta con la loro razione K (pasto militare composto da uova in polvere, pancetta e panna) per renderla più gustosa. Altri sostengono invece che la specialità fu inventata dai carbonai dell’Appennino (carbonari in romanesco) utilizzando ingredienti che all’epoca erano facili da reperire e conservare.

Gli ingredienti base Gli ingredienti essenziali per una buona carbonara sono ovviamente costituiti da pecorino romano e guanciale di suino. Il pecorino è un formaggio a pasta extra dura a base di latte di pecora. È un formaggio DOP prodotto esclusivamente nelle regioni di Lazio, Sardegna e nella provincia di Grosseto. Le origini del pecorino romano vanno fatte risalire all’Antica Roma. L’aroma tipicamente salato e intenso viene accentuato dal grado di maturazione. La stagionatura minima è di 5 mesi. Il guanciale è un salume diffuso in varie regioni italiane. È ottenuto dai migliori tagli del suino provenienti da guancia, gola e collo, e tagliato a goccia come vuole la tradizione. Aromatizzato con sale, spezie e pepe, ha una stagionatura minima di tre mesi. Molto sapido e profumato, è più compatto rispetto alla pancetta. 25% Guanciale Beretta a cubetti 100 g Fr. 4.10* invece di 5.50

La ricetta Spaghetti alla carbonara

16% Pecorino Romano Da Emilio ca. 250 g, per 100 g Fr. 2.35* invece di 2.80

Uova nostrane da allevamento all’aperto 6 pezzi, 63g+ Fr. 4.15

Ingredienti per 4 persone • 150 g di pecorino romano in un pezzo • 4 tuorli • 400 g di spaghetti • 150 g di guanciale • pepe dal macinapepe

*Azione valida dal 31.10 al 6.11.2023

Preparazione

Grattugiate il pecorino. Tagliate il guanciale a dadini. Soffriggete il guanciale per ca. 2-3 minuti in una padella senza aggiungere niente (attenzione a non farlo bruciare). Conservate il grasso rilasciato durante la cottura del guanciale. Mescolate i tuorli con tre quarti del formaggio pecorino grattugiato e il grasso del guanciale fino a ottenere un compo-

sto cremoso (aggiungete qualche cucchiaio di acqua di cottura della pasta se il composto è troppo denso). Lessate gli spaghetti al dente in abbondante acqua salata. Scolateli e lasciateli sgocciolare. Togliete la padella dal fuoco. Mescolate gli spaghetti con il guanciale e la miscela di formaggio e uova e miscelate bene il tutto. Regolate la pasta di pepe a piacere e servite subito. Servite il pecorino rimasto a parte.

Lenticchie e cotechino pronti

Novità ◆ Un gustoso piatto tradizionale pronto solo da scaldare preparato dalla Salumi del Pin di Mendrisio

Azione 20% Lenticchie e cotechino per 100 g Fr. 2.– invece di 2.50 Lenticchie con cotechino è un piatto apprezzato non solo in occasione del Capodanno come simbolo di buon auspicio, ma è molto gettonato anche durante il resto della stagione più fredda dell’anno. I reparti gastronomia dei maggiori supermercati Migros propongono come novità una porzione di lenticchie e cotechino già cotti, da consumare dopo essere stata semplicemente riscaldata per qualche minuto nel forno tradizionale o nel microonde. Come diversi altri articoli già pronti del banco gastronomia, anche questo piatto è stato preparato accuratamente dalla Salumi del Pin di Mendrisio. Il cotechino è prodotto dall’azienda stessa seguendo un’antica ricetta tradizionale della casa con l’utilizzo di carne svizzera selezionata, lardo, spezie e buon vino rosso ticinese.

dal 31.10 al 6.11.2023


Settimanale di informazione e cultura

Anno LXXXVI 30 ottobre 2023

7

azione – Cooperativa Migros Ticino

MONDO MIGROS

Preparare l’auto per l’inverno

Attualità ◆ Nei Do it + Garden Migros trovate tutto l’occorrente per viaggiare sicuri sulle strade anche in inverno

Spray disgelante Miocar 400 ml Fr. 5.25 Spray disgelante per sciogliere ghiaccio e neve da parabrezza, fari, ecc. Sgela serrature, maniglie e libera i tergicristalli bloccati dal ghiaccio

Set invernale Riwax 5 pezzi Fr. 12.50 Set composto da borsa richiudibile con ice ex, multi glide, spatola, panno antiappannante e tessuti lava-vetri

Con l’arrivo della stagione fredda, è di fondamentale importanza per la sicurezza stradale e per la funzionalità della propria auto essere ben equipaggiati. Per una guida sicura su strade innevate, ghiacciate o bagnate, i negozi specializzati Do it + Garden Migros offrono un vasto assortimento di articoli che vi aiuteranno a prendervi cura al meglio della vostra automobile: dalle catene da neve ai raschietti e scopini per neve, dai disgelanti ai detergenti per vetri, fino al sale antigelo e ai copriparabrezza non manca proprio niente per una manutenzione senza compromessi.

Detergente vetri per auto Miocar 2l Fr. 3.95* invece di 5.95 *fino al 6.11 Miscela pronta per tergicristalli, efficace fino a -20°C. Non intacca né vernice, né gomma, né plastica

Scopino di paglia Miocar Fr. 5.50 Scopino con manico maneggevole, leggero e funzionale, ideale per rimuovere delicatamente la neve dall’auto

Copriparabrezza multifunzionale Miocar Fr. 18.95 Termo isolante, in alluminio verniciato, questo copriparabrezza protegge dal ghiaccio in inverno e dal caldo in estate

Catene da neve Miocar Automatic da Fr. 99.95 Catena a maglie fini per auto, montaggio facile e rapidissimo con tensionamento automatico, disponibile per diverse dimensioni di pneumatici

Sale antigeloTaufix 12.5 kg Fr. 13.90 Sale antigelo svizzero di puro cloruro di sodio, a grana fine, per sciogliere neve e ghiaccio su marciapiedi, piazzali, cortili, parcheggi, ecc.

Scopri di più

Annuncio pubblicitario

Metti al riparo il tuo fisico. Ora

100.di sconto!


PAID CONTENT

30 % L’equilibrio intestinale. a partire da 3 pezzi

È vitale.

Migliora i li ll’equilibrio ilib i d dell microbioma intestinale grazie alla cicoria, un prebiotico È scientificamente provato che aiuta a rinforzare le difese naturali del vostro gatto grazie ai Lactobacillus

NUOVO

RICETTA SENZA CEREALI Offerte valide solo dal 31.10 al 6.11.2023, fino a esaurimento dello stock


Settimanale di informazione e cultura

Anno LXXXVI 30 ottobre 2023

9

azione – Cooperativa Migros Ticino

SOCIETÀ

«Un grazie che mi ha cambiato la vita» Incontri 12 ◆ Frequenta, da 18 anni, il dolore di chi deve accomiatarsi da una persona cara Visual designer di formazione, il 33enne Matteo Morniroli ha scelto la professione del necroforo Matilde Casasopra

«(…) Ormai la morte non era più un evento solenne che ispirava commozione nelle persone, ma era percepita piuttosto come una liberazione che suscitava l’invidia dei vivi (…)». Così la morte in Siria, dopo anni di guerra. A raccontarcela in Morire è un mestiere difficile è lo scrittore siriano Khaled Khalifa. La morte, però, è sempre un mestiere difficile: sia per chi deve lasciare andare qualcuno che non rivedrà più, sia per chi deve aiutare coloro che restano a farlo nel modo migliore. È proprio per questo che il giovane che ho incontrato poco più di un anno fa (e del quale state per leggere la storia) non definisce il suo un lavoro, un mestiere, ma una professione. Lui compirà 34 anni il prossimo 12 dicembre, lo scorso 16 agosto è diventato papà di Ludovica e la sua professione è quella di necroforo. Matteo Morniroli – questo il nome del giovane – è il responsabile di Arte Funeraria Locarno della famiglia Delmenico che, nella sede di Lugano, frequenta ormai da 18 anni. Matteo, 18 anni! Com’è possibile? Semplice. A 15 anni avevo chiesto ai miei genitori di aiutarmi a trovare un lavoro nel periodo delle vacanze perché volevo comprarmi il motorino. Fu mio padre a trovarmi un’occupazione estiva e io, per due mesi, mi dedicai alla pulizia dei carri funebri, delle camere ardenti e, in genere, degli spazi comuni del Centro Funerario. Fu, quello, il mio primo incontro con l’altra faccia della vita e ho avuto la fortuna di viverlo accanto a persone che nel momento del distacco, della morte, s’impegnavano per celebrare la vita, per me è stato importante. Penso sia stato proprio durante quell’estate che ho capito che vita e morte sono due facce della stessa medaglia e che dovevo assolutamente approfondire. Così, anno dopo anno, fino a quando sono andato alla Statale di Milano (mi ero iscritto, a 20 anni, a Lettere), appena avevo vacanze scolastiche mi presentavo per dare una mano (sommando i vari periodi arrivo a circa un anno e mezzo), ma, soprattutto, per imparare una professione. E, badi bene, allora né sapevo, né pensavo che avrebbe potuto diventare le mia. Non stento a crederci, ma che cosa l’ha portata a decidere? Una serie di circostanze. Vedo di andare con ordine. Devo innanzi tutto precisare che, finite le medie avevo scelto la via dell’apprendistato piuttosto che il liceo e, sempre per i casi della vita, mi sono trovato a svolgere il primo anno in qualità di apprendista di commercio proprio al Centro Funerario. Sono stato il loro primo apprendista, ma per me, quello, è stato un anno orribile. Nessun contatto con le persone. Solo ed esclusivamente contabilità e conti. No, non faceva per me e così, sono tornato sui miei passi e sono andato al liceo. Poi, siccome scrivevo bene, la docente di lettere ha consigliato ai miei genitori di farmi proseguire gli studi. Ecco quindi che vado a Milano che, lo ammetto, è stato un altro grande errore. L’idea che mi aveva mosso era quella di recuperare il contatto con le persone diventando docente, ma mese dopo mese cresceva in me un senso di apatia e malessere che dopo un anno e mezzo è sfociato in un abbandono. Io volevo capire, conoscere, interagire. Amavo

pare al funerale e noi, come tutti, non potevamo nemmeno stringere la mano alle persone che si rivolgevano a noi per avere non solo un servizio, ma anche un sostegno. È a quel punto che mi è nata l’idea: perché non usare le competenze acquisite al CISA per garantire almeno una parvenza di ultimo saluto condiviso? Ho così proposto di installare delle telecamere nello spazio cerimonie e di organizzarci per dei collegamenti streaming. Certo, non era la medesima cosa che essere lì, con parenti e amici, ma… pur non essendo in presenza fisica il poter partecipare era già una piccola stampella per reggere un dolore forzatamente dilatato. Glielo dico con quasi certezza perché in quei giorni mi sono trovato a organizzare anche il funerale di mia nonna, una delle persone che ho maggiormente amato. I nostri parenti di Milano hanno potuto seguire la cerimonia in diretta live su YouTube. Non è stato come essere lì tutti insieme, ma… già solo vedere (oltre che sapere) che c’eravamo è stato d’aiuto.

Matteo Morniroli si è diplomato al Conservatorio Internazionale di Scienze Audiovisive ma ha scelto di lavorare per le onoranze funebri dove ha vissuto anche il difficile periodo della pandemia.

la fotografia e il cinema e così… ho scelto di iscrivermi al CISA (Conservatorio Internazionale di Scienze Audiovisive). È il 2017, l’anno in cui la scuola trasloca da Lugano a Locarno e io con lei. Sono contento. Sto facendo qualcosa che mi piace e m’interessa. Certo, c’è meno libertà creativa di quanto pensassi, ma… sono contento. Le mie collaborazioni extra-scolastiche però continuano e mi rendo conto che è lì che la vita mi sembra più vera. Mi faccia capire: la vita vera dove la protagonista principale è la morte? Non sono un filosofo, quindi non sono in grado di darle una spiegazione di quella che è stata una mia sensazione. Mi limito perciò a riportare il pensiero di riferimento del nostro gruppo che è di Agostino d’Ippona: «Coloro che amiamo e che abbiamo perduto non sono più dove erano, ma sono ovunque noi siamo». Quando qualcuno si rivolge a me, a noi, entra da solo, ma con lui c’è un mondo che, poche ore prima, ha subìto uno stravolgimento. Vede, in quegli anni dal mio mondo pieno di colori vivaci e di immagini incantevoli, passavo

nel mondo fatto di colori pastello e di ricordi che – non mi chieda come e perché – vedevo passare negli occhi delle persone che si rivolgevano a noi per l’ultimo saluto. La vita era anche quel contrasto di luci e ombre. Anno dopo anno, guardando e ascoltando i miei datori di lavoro, avevo imparato diverse cose e mi ero guadagnato la loro fiducia. Non dimenticherò mai il giorno in cui mi sono trovato in prima fila per la cerimonia di commiato di un uomo che avrebbe salutato per l’ultima volta la sua compagna della vita. Lo ricordo ancora quel signore, pieno di dignità e dolore. So che alla fine mi si è avvicinato e guardandomi dritto negli occhi mi ha preso la mano, l’ha stretta, mi ha abbracciato e, tra le lacrime, mi ha detto: «Grazie!». Era di quell’umanità, di quella vicinanza fatta di rispetto ed empatia che avevo bisogno per dare un senso alla mia vita. Capisco, ma lei sta studiando a Locarno per poi occuparsi di cinema… È vero… come è vero che a inizio 2020 ottengo il diploma del CISA.

Tre momenti chiave di una vita Matteo ha a disposizione 666 battute per illustrare tre momenti topici della sua vita: 1) La nascita di mia figlia Ludovica. Inizialmente non volevo assistere al parto, ma sono contento di averlo fatto alla fine, perché è stata la più grande emozione della mia vita.

2) Al termine di una Cerimonia, un abbraccio di ringraziamento sincero da parte di un signore in lacrime per la perdita di sua moglie. 3) L’emozione della mia famiglia il giorno del mio matrimonio, la gioia di mia madre e di mio padre.

Comincio così a mettere a frutto quel che ho imparato. Poi un giorno ricevo la telefonata che mi cambierà definitivamente la vita. «Sono Emiliano. Uno dei nostri impiegati ha avuto un infortunio. Sarà assente per almeno sei mesi. Potresti darci una mano?». La mia risposta è affermativa. Raggiungo quello che è il mio luogo di lavoro estivo sebbene sia inverno. Poche settimane dopo – il 10 marzo – c’è in Ticino il primo decesso causa Covid19. Il 12 marzo scatta il lockdown e, giorno dopo giorno, giornali, radio e TG aprono con il numero dei morti. Parafrasando Guccini «la vita e la morte diventano uguali», ma paradossalmente la nostra professione si trova ad affrontare una crisi senza precedenti. Il funerale, come momento di saluto e d’intimità, cessa di esistere. Molti familiari non possono più rivedere i loro cari dopo il ricovero in ospedale e noi… noi invece li vediamo per trasferirli da un letto a un sacco, da un sacco alla bara e da lì direttamente al crematorio. Sono scioccato pensando alle persone che ho conosciuto negli anni, ai loro racconti, ai loro addii e mi trovo a pensare a quelli che, causa pandemia, non avranno neppure il conforto dell’ultimo saluto o il calore di un abbraccio. Soluzioni? Onestamente, sulle prime, oltre a un super-lavoro solo un grande smarrimento. Lei si ricorderà che per tutte le cerimonie il numero massimo di persone era di cinque. Valeva per tutti, non solo per chi, causa Covid19, aveva perso una persona cara. Ho visto famigliari depennati dalle liste di chi avrebbe potuto parteci-

Matteo, lei ha senza dubbio la forza dell’empatia, ma la sua professione resta pur sempre quella del necroforo… È vero e, sinceramente, sulle prime mi sentivo piuttosto imbarazzato. Poi mi sono detto che io stavo-sto svolgendo la professione che volevo esercitare e che ho scelto, una professione che mi permette di dare un po’ di serenità alle persone in un momento in cui, a riempire le loro vite, sono il dolore, la tristezza, la malinconia. Certo che vedere me che mi guardo dal bus che mi sta davanti come volto delle onoranze funebri, continua a farmi una certa impressione. Le posso però assicurare che fintanto che la sera, prima di addormentarmi, potrò dire di aver aiutato qualcuno ad apprezzare la vita anche davanti alla morte, andrò avanti. È la mia vita, ma, soprattutto, è la professione che ho scelto e che amo.

Scheda Età: 33 Abito a: Massagno Lavoro: Onoranze funebri Hobby: giochi di carte, scacchi, ecc Rimpianto: essermi fatto influenzare e aver intrapreso alcuni percorsi «voluti» da altri. Sogno nel cassetto: più che un sogno un’ambizione: riuscire in futuro ad essere di esempio da un punto di vista umano e lavorativo a qualcuno che verrà dopo di me. Amo: tutto ciò che mi fa stare bene e mi rende felice. Non sopporto: l’indifferenza, la supponenza, l’arroganza e la mancanza di rispetto. La mia foto preferita: non sono un amante delle foto, le trovo troppo statiche, nascondono il prima e il dopo… essendo un appassionato di cinema a livello di fotografia penso a una particolare composizione dell’immagine rispetto a luci e ombre. Contrariamente a un unico scatto trovo più interessante la somma di tanti che portano a un’emozione unica.


Anno LXXXVI 30 ottobre 2023

Settimanale di informazione e cultura

azione – Cooperativa Migros Ticino

SOCIETÀ

Le mamme imprenditrici si alleano e creano una rete

Associazioni ◆ Per le madri lavoratrici con attività indipendente è nata Mompreneurs Ticino. Abbiamo incontrato la presidente Alessia Alberti Alessandra Ostini Sutto

Essere madre significa dover quotidianamente trovare un equilibrio tra le responsabilità verso i figli e quelle verso sé stesse. Conciliare le proprie aspirazioni personali con quelle professionali e famigliari non è sempre facile e, a volte, occorre fare scelte coraggiose, che, per alcune possono coincidere con la decisione di avviare un’attività indipendente, con l’obiettivo, appunto, di realizzarsi in ambito lavorativo, gestendo al contempo in autonomia il proprio ruolo di madre e diventando di fatto una «mompreneur». Nel 2021 – come indica lo Switzerland National Report del Global Entrepreneurship Monitor – solo il 7,2% delle donne era pronto a impegnarsi in attività imprenditoriali precoci (ovvero che non si concretizzeranno necessariamente in un’impresa), contro il 12,3% degli uomini. Tuttavia, le donne, pur essendo tuttora sottorappresentate nella categoria dei lavoratori autonomi, guadagnano terreno: se nel 1991 il 28,2% degli imprenditori era donna, nel 2020 tale percentuale è salita al 36,7% (Ufficio federale di statistica).

o «Ador a... m m a m mia n posso ma no tarla aiu e» r p m e s

Quando la situazione si complica, può contare su di noi!

Le donne in Svizzera sono ancora sottorappresentate tra i lavoratori autonomi, ma la loro percentuale è in costante crescita

La vostra offerta ci aiuta a sostenere chi è in difficoltà.

Conto corrente postale 69-93-6 IBAN CH42 0900 0000 6900 0093 6

Annuncio pubblicitario

10

«Il fatto che il desiderio di essere professionalmente indipendenti risulti più marcato negli uomini, trova spiegazioni nella società in cui viviamo, anche se per fortuna nella nostra realtà, sia a livello cantonale che nazionale, comincia a sentirsi la volontà di incentivare l’imprenditorialità femminile», commenta Alessia Alberti, titolare di un’agenzia di consulenza ed eventi, nonché presidente delle neonata associazione Mompreneurs Ticino (www.mompreneursticino.ch), presentatasi ufficialmente lo scorso 12 settembre, alla presenza di una trentina di mamme imprenditrici: «Anche in quest’occasione è emersa la comune percezione che nella vita famigliare non vi sia ancora un vero equilibrio tra uomo e donna», afferma Alessia Alberti, madre di un bambino di 9 anni e di una bambina di 5. Fatto che rende più difficile per una donna intraprendere un percorso professionale per sua natura non privo di insidie. Alcuni dati suggeriscono, infatti, che gli imprenditori sono maggiormente a rischio di esaurimento rispetto ai salariati soprattutto perché confrontati con un più alto livello di incertezza. Inoltre, gli imprenditori possono avere maggiori difficoltà a separarsi dal proprio lavoro, il pericolo è che eventuali fallimenti minino la propria autostima. Se a ciò si aggiunge, per le mamme imprenditrici, il fatto di dover quotidianamente pensare non solo per sé ma anche per gli altri membri della famiglia, nell’ottica di dover pianificare e gestire una vasta gamma di compiti e attività, si capisce come il carico mentale risulti particolarmente importante. «Ci sono studi che dimostrano come tale carico possa portare a stress cronico e problemi di salute mentale tra le mamme, nei confronti delle quali le aspettative della società sono mol-

Il comitato di MompreneursTicino, da sinistra: Rina Gandolfi, Duska Giorgietti, Alessia Alberti e Coralie Petersen.

to alte», continua l’imprenditrice. Il rischio di burnout genitoriale e professionale è un aspetto che potrebbe giocare a sfavore dell’essere una mompreneur, tema sul quale tiene a sensibilizzare anche Mampreneures Suisse, il principale gruppo in Svizzera rivolto alle mamme imprenditrici. D’altra parte, dal fatto che sempre più donne optino per un’indipendenza professionale, si desume che tale condizione comporti dei lati positivi di un certo rilievo. «Il vantaggio più evidente è una maggiore flessibilità nella gestione degli impegni, con conseguente aumento della conciliabilità tra famiglia e lavoro. Flessibilità che, per determinate professioni, consente persino l’intermittent working, ossia l’alternanza di picchi di lavoro a periodi di stacco totale, che si tenderà a far coincidere con le vacanze dei bambini. Altro lato positivo, che si ripercuote poi sull’intera famiglia, è la soddisfazione derivante dal fatto di dedicarsi a un lavoro che appassiona e appaga», commenta la presidente dell’Associazione delle Mompreneurs in Ticino. «Sin da quando frequentavo l’università ho sempre pensato che prima o poi avrei avviato un’attività mia», racconta Alessia Alberti che, dopo gli studi, ha lavorato per oltre 10 anni per Ticino Turismo. «Dopo la nascita del primo figlio, sono rientrata a tempo parziale e l’idea era di fare lo stesso con la secondogenita, ma il destino ha voluto diversamente e ho deciso di lasciare la comfort zone e lanciarmi in un’avventura sognata da sempre, ed è così che è nata la mia attività di consulenza». La fase dell’avviamento è quella in cui Alessia avrebbe maggiormente sentito il bisogno di un supporto come quello fornito da Mompreneurs Ticino, per mezzo di un primo orientamento sui passi da compiere e una comunità cui rivolgersi per dubbi, un confronto o un incoraggiamento. «Da salariata spesso non hai idea di cosa voglia dire mettersi in proprio e, da mamma lavoratrice, magari non hai nemmeno l’energia e il tempo per raccogliere le informazioni necessarie», commenta la presidente di un’associazione che si rivolge a donne in diverse situazioni, da chi è già mamma a chi lo sta per diventare ed è già imprenditrice, passando per chi è sia mompreneur sia lavoratrice dipendente.

«Anche tra i membri del comitato ci troviamo in fasi diverse di sviluppo imprenditoriale. E queste differenze fanno sì che ognuna possa portare la propria expertise nelle discussioni in generale o negli eventi che proponiamo, come per esempio Mastermind, un momento di brainstorming in cui una mompreneur presenta il suo progetto, riguardo al quale le altre possono esprimere le proprie idee», continua Alessia Alberti. Oltre a ciò, l’associazione ticinese delle madri imprenditrici organizza dei Mom Coffee (momenti di incontro e conoscenza tra donne che vivono le stesse sfide) e dei Mom-Lab (momenti formativi su aspetti legati al ruolo di imprenditrice, mamma e donna). «Dopo l’esperienza di questi primi mesi di attività, da gennaio proporremo un calendario di eventi che rispecchi gli effettivi interessi dei nostri membri», commenta Alessia Alberti, che – assieme a Coralie Petersen, Duska Giorgetti e Rina Gandolfi – forma il comitato della neonata associazione. Lo scopo dichiarato è quello di sostenere e valorizzare le donne che hanno scelto la via imprenditoriale grazie alla creazione di una comunità all’interno della quale esse possano scambiare idee, conoscenze ed esperienze, sulla base della convinzione che la condivisione e il confronto siano d’aiuto per una crescita sia personale sia professionale. «Da mamma a mamma. Costruiamo il nostro percorso imprenditoriale. Insieme» è il motto che bene sintetizza questa missione. Mompreneurs Ticino vuole essere dunque un luogo in cui le mamme imprenditrici possono creare una rete, all’interno della quale trovare comprensione e supporto. Ma pure sviluppare sinergie e collaborazioni grazie alla presenza di professioniste in diversi settori, far conoscere la propria attività alle altre associate e aumentare la propria visibilità sul mercato del lavoro. «Insieme, attraverso lo spirito collaborativo che abbiamo percepito fin da subito, miriamo a superare le barriere e a costruire un futuro in cui le imprenditrici possano realizzare le proprie ambizioni professionali senza compromettere il loro ruolo di madri. È questa la nostra missione, riassunta nel nostro motto, ed è questo lo spirito con cui lavoriamo», conclude Alessia Alberti.


Settimanale di informazione e cultura

Anno LXXXVI 30 ottobre 2023

11

azione – Cooperativa Migros Ticino

SOCIETÀ

L’azzardo di un equilibrio precario

Dipendenze ◆ Per la prima volta in Ticino, al Casinò di Lugano si sono svolte due serate di prevenzione del gioco d’azzardo eccessivo Simona Sala

«Il gentleman, per esempio, può puntare cinque o dieci luigi d’oro, qualche volta anche di più, (...) ma unicamente per il gioco in se stesso, per il divertimento, (...) per togliersi il gusto di osservare il processo di vincere o perdere; ma non deve assolutamente interessarsi alla propria vincita. (…). In una parola, egli è tenuto a considerare tutte queste tavole da gioco, di roulette o di trente et quarante, unicamente come un oggetto di divertimento che gli sia stato messo a disposizione per suo piacere». In queste righe tratte da Il giocatore di Fëdor Dostoevskij sono contenute gioie e delizie intrinseche al gioco d’azzardo. Dunque il gioco, o gambling, che è divertimento o momento di leggerezza quando controllato e non guidato dal desiderio di guadagno, ma che si trasforma in condanna e prigionia se sfugge al controllo di chi lo pratica, e si fa dipendenza. Come ha dimostrato recentemente il caso del calciatore italiano Nicolò Fagioli, dipendente per sua ammissione dalle scommesse legate allo sport. Consapevoli dei rischi legati al gioco d’azzardo, i casinò svizzeri hanno implementato la «concezione sociale», una serie di misure a medio e lungo termine da prendersi nei casi in cui si nota una deriva delle modalità di gioco. Abbiamo incontrato Giovanna Bernaschina, responsabile della concezione sociale al Casinò di

Contatti utili Casinò di Lugano concezionesociale@casinolugano.ch telefono: 079 964 31 23 Gruppo Azzardo Ticino (Gat-P) www.giocoresponsabile.com tel. gratuito: 0800 040 080; attivo 7/24 Safezone Portale di consulenza online, anonimo e gratuito; www.safezone.ch Caritas Ticino Risanamento dei debiti lu-ve orari di ufficio. www.caritas-ticino.ch; tel. gratuito: 0800 20 30 30 Azzardo nuove dipendenze (AND) Varese – telefono/Whatsapp: +39 339 367 4668

Lugano, dove pochi giorni fa si sono svolte le prime serate di porte aperte dedicate alla prevenzione. Giovanna Bernaschina, cosa è la concezione sociale? Noi siamo il primo appoggio in caso di comportamenti a rischio, e siamo contattabili in qualsiasi momento: il nostro ufficio delle misure sociali è aperto tutto l’anno, e non si rivolge solamente a giocatori e giocatrici, ma anche ai loro famigliari o agli amici. Da parte nostra, quando secondo dei chiari criteri riconosciamo un potenziale problema legato al gioco, abbiamo il dovere di discutere con la persona coinvolta. Il primo intervento sarà blando, non intendiamo infatti spaventare nessuno, bensì creare consapevolezza. Se crediamo che una persona sia in difficoltà, a volte optiamo per un’esclusione dal gioco provvisoria, ma valida per tutta la Svizzera ed estesa al gioco online. Si tratta di uno strumento inserito nel quadro giuridico della legge federale sui giochi in denaro. Come vengono accolti questi interventi da parte dei giocatori? Fortunatamente l’accoglienza è migliorata rispetto al passato, e dopo vent’anni di esperienza sono cresciute anche le nostre competenze. Un tempo vi era incomprensione da parte di chi giocava, e questa porta a delle resistenze. I clienti ci «accusavano» di impossessarci di una parte della loro vita e, soprattutto, si chiedevano cosa avessero fatto di male. Gradualmente però siamo riusciti a fare passare il messaggio che stiamo lavorando per gli interessi non solo della giocatrice o del giocatore, ma di tutto il suo entourage. Quando il gioco diventa un problema, infatti, le conseguenze ricadono su molte persone: figli, genitori, amici e conoscenti. È importante che la gente capisca che noi siamo al fianco del giocatore, non divulghiamo alcun tipo di informazione personale e siamo disposti a iniziare un percorso insieme: vergogna e paura sono del tutto fuori luogo. Per fortuna ci sono anche persone che accolgono bene il nostro intervento, e apprezzano il fatto di poter parlare, o anche solo chiacchierare in modo informale e confidenziale, il tutto nel rispetto della legge sulla privacy. So-

Alcuni gadget offerti in occasione delle giornate della prevenzione.

litamente però queste ultime hanno meno problemi con il gioco, magari hanno «solo» lanciato un segnale di rischio o sono interessate ad approfondire l’aspetto preventivo. Perché nella prevenzione ci si concentra soprattutto sui giovani attraverso progetti mirati? Nella fascia dai 18 anni ai 25 si nota un rischio maggiore di cadere in una dipendenza da gioco d’azzardo, come dimostrano molti studi scientifici. È una fase in cui l’autocontrollo non è ancora ben sviluppato e dove si cercano sensazioni forti che proprio il gioco d’azzardo può offrire. Ciò non significa che tutti i giovani siano vittime del gioco d’azzardo eccessivo, ma se si inizia a giocare in quella fascia di età o, ancora peggio, prima e in modo illegale, i rischi di investirvi più tempo e soldi di quanti se ne abbiano realmente, aumentano. Inoltre, a quell’età, non si ha ancora un posto di lavoro sicuro, o non si è ancora del tutto indipendenti, magari si vive ancora con i genitori perché si studia… è insomma il momento in cui si comincia a costruire il proprio futuro. Quali sono le misure adottate per contrastare il fenomeno dell’aumento del gioco d’azzardo nei giovani? Lugano ha anzitutto sviluppato un opuscolo per i giovani che è frutto di un lavoro di squadra avvenuto durante le formazioni di aggiornamento.

Abbiamo chiesto ai collaboratori del Casinò di pensare a uno slogan rivolto ai giovani tra 18 e 25 anni di età che prediligono la roulette automatica. La giuria, di cui facevano parte due specialisti, ha premiato lo slogan: «Nella vita ci sono più colori che il rosso il nero», che è poi stato inserito nel suddetto opuscolo informativo. A completamento di questo lavoro, e ispirandoci all’esperienza di prevenzione del Casinò di Montreux, il 20 e 21 ottobre 2023, dalle 22.00 alle 2.00 del mattino, abbiamo organizzato due serate all’interno del Casinò luganese. Come si sono svolte? Abbiamo cominciato con un progetto di dimensioni ridotte, grazie al quale, nel corso delle due serate, i giovani clienti del Casinò di Lugano, hanno avuto la possibilità di confrontarsi con degli specialisti esterni, tra cui la Divisione socialità della città di Lugano, – nella figura del Servizio di prossimità con The Van e gli operatori di prossimità –, Caritas Ticino con il responsabile e gli assistenti esperti nella gestione di budget e risanamento dei debiti, anche da gioco, il gruppo Azzardo Ticino Prevenzione che si occupa di prevenzione e consulenza sul territorio Ticinese (offre consulenze anonime e gratuite ai giocatori in difficoltà e alle loro famiglie) e noi dell’ufficio di misure sociali del Casinò di Lugano con alcuni operatori di sala che sono a contatto ogni

giorno con i clienti. Ai giovani veniva proposto un questionario da riempire in tre momenti – all’ingresso, dopo il percorso con gli specialisti e al momento dell’uscita – per sondare le loro conoscenze sui rischi e sulla rete di supporto. L’impatto di queste serate di prevenzione sarà valutato dall’Istituto di Ricerca sul Gioco d’azzardo (IRGA) che collabora con noi nei campi di formazione, supervisione e qualità. Grazie alle ricerche dell’IRGA e alle discussioni con il gruppo di qualità dei tre Casinò ticinesi, siamo in grado di valutare l’impatto dei nostri progetti. Durante le serate la prevenzione si è svolta in maniera soft, poiché lo scopo era creare un punto di contatto, e quindi di partenza. In fondo, per quanto paradossale possa sembrare, nell’ambito del gioco d’azzardo, il casinò rappresenta ancora il luogo più sicuro, poiché vi sono controllo e informazione. Diamo sempre per scontato che la gente sia ben informata, ma è necessario divulgare l’informazione sui rischi del gioco d’azzardo, affinché rimanga un divertimento e un momento di socializzazione. Conoscendo i rischi legati al gioco, anche online, perché da un lato lo si propone e dall’altro si fa prevenzione? Il gioco online è stato votato dalla popolazione svizzera. Alla luce del fatto che la gente giocava su siti esteri senza alcun controllo, ben venga l’offerta svizzera che, sottostando alla legge federale sui giochi in denaro, è ben regolamentata. Come detto, i criteri di riconoscimento delle criticità legate al gioco sono molto severi e vi è un controllo serio ed efficace anche nei casinò online che sottostanno alla stessa legislazione Svizzera. Il Casinò di Campione però non sottostà ad alcun regolamento… Purtroppo l’Italia non conosce questo tipo di lavoro preventivo e ciò rappresenta un problema: basta spostarsi di pochi chilometri per continuare a giocare anche in presenza di una patologia, sfuggendo così a ogni tipo di controllo e di protezione. Ciò ci preoccupa e sarebbe auspicabile creare una collaborazione per gli esclusi in modo da tutelare chi si trova in difficoltà.

Viale dei ciliegi Malcolm Bird Il manuale delle streghe Cliquot (Da 8 anni)

«Autore ed editore avvertono che le informazioni pratiche contenute in questo manuale devono essere usate solo da streghe patentate…», quindi se sei una strega (patentata) hai il permesso di andare oltre il frontespizio e sfogliare questo caustico e divertente libro. Puoi anche aprire le pagine a caso, e leggere consigli qua e là: ad esempio, se sei alla ricerca di una casa, vedrai che gli edifici in stile obelisco sono perfetti per le streghe pigre che non gradiscono togliersi il cappello, mentre da evitare sono le villette a schiera, perché i vicini tendono a essere un po’ ficcanaso. Una volta trovata la casa, bisognerà pensare all’arredamento, e soprattutto non dimenticare oggetti fondamentali come il posatoio per pipistrelli, o il lan-

di Letizia Bolzani

ciascopa ausiliario, particolarmente adatto a streghe non più giovani. In giardino, meglio evitare ogni tipo di fiore gradevole e far prosperare erbe e funghi velenosi; quanto agli animali da compagnia, ragni, gatti e rospi andranno per la maggiore. Una gran parte del manuale è dedicata poi ovviamente a incantesimi, ricette e arti magiche, nonché alle maggiori festività stregonesche. Halloween in primis, ma anche il Natale, perché no: «Il Natale non è una festività che le streghe celebrano in prima persona, ma si divertono moltissimo a rovinarlo agli altri…». Uscito per la prima volta in italiano nel 1985, da Rizzoli, torna ora in libreria, dall’editore Cliquot – che non a caso ha come mission il «recupero dei classici mancati, delle belle opere dimenticate» – questo The Witch’s Handbook del celebre illustratore inglese Malcolm Bird. Ironia mordace, in perfetto stile Halloween.

Ma le giovani streghe (patentate) lo sfoglieranno con gusto tutto l’anno. Tom Watson Stick Dog. Dolcetto o scherzetto? Interlinea (Da 7 anni)

Se volete storie da «ribaltare dal ridere», come ha commentato un giovane lettore, la serie di Stick Dog non delude. Vivaci, leggeri sin dalla grafica, con le pagine che simulano un quaderno a righe e i testi intervallati da illustrazioni schizzate come fossero fatte da un bambino, gli episodi raccontano con umorismo le vicende di un gruppo di cani, rigorosamente randagi, capitanati da colui che dà il titolo alla serie. Capitanati non è forse il termine giusto, perché il cane Stick Dog vive per i fatti suoi in un grosso tubo vuoto sotto il cavalcavia dell’autostrada, e sono i suoi quattro amici, Babà, Meticcio, Striscia e Karen, che spesso passano a trovarlo,

ad attribuirgli questo ruolo. Insieme, con sguardo furfante, ma anche tenero e ingenuo, i cani vivono le loro avventure on the road. L’autore, Tom Watson, con questo episodio ambientato a Halloween, è giunto al quinto episodio della serie, tradotta in milioni di copie in molte lingue. I romanzi sono scritti in terza persona ma la prospettiva è sempre quella dei cani, e ciò aggiunge humour alle vicende: «Sono un cane. Devo sempre andare in bagno. Non posso farci niente, con tutti questi tronchi d’albero che ci sono e tutto il resto». Dal punto di vista dei cani, soprattutto di chi non ha comode ciotole regolarmente riempite a disposizione, la cosa più importante del mondo è il cibo, ed è sempre la ricerca di cibo il motore delle peripezie dei nostri randagi. Anche stavolta i cinque vagano per il parco, sperando di poter sgraffignare qualche salsiccia agli umani che fan-

no i barbecue, ma stavolta è autunno, e purtroppo di gente che mangia nel parco non ce n’è. Trotterellando sconsolati (e sempre più affamati) per il quartiere, vedono una cosa strana: «Una dozzina di piccoli umani che camminavano sui marciapiedi e sui vialetti o che erano in piedi sui portici. Nessuno di loro indossava abiti normali». Sarà Stick Dog a fare l’ipotesi giusta: «Penso che si stia svolgendo una specie di bizzarro rituale umano […] i piccoli umani si avvicinano alla porta d’ingresso e gridano “dolcetto o scherzetto”. Poi la porta si apre e i grandi umani all’interno lasciano cadere roba nelle loro borse…». È molto invitante questa «roba», e i nostri randagi dovranno inventarsi un piano per poterne gustare un po’. Ognuno di loro proporrà la propria strampalata idea, e tutte faranno ridere i piccoli lettori, che non vedranno l’ora di scoprire come andrà a finire!


12

Anno LXXXVI 30 ottobre 2023

Settimanale di informazione e cultura

azione – Cooperativa Migros Ticino

SOCIETÀ

Intelligenti, canterini e golosi

Mondoanimale ◆ Gli uccelli più ingegnosi intonano canzoni più sofisticate e adorano il latte Maria Grazia Buletti

«Gli uccelli più intelligenti cantano canzoni più sofisticate». Lo afferma un autorevole studio di «Science» secondo il quale risulta che gli uccelli canori che possono imitare scorrevolmente i suoni ascoltati hanno cervelli più grandi e maggiore capacità di risoluzione dei problemi rispetto ad altre specie definite «meno sintonizzate». Sarà vero? Sta di fatto che la capacità di ascoltare (e in seguito imitare i suoni articolati) è definita apprendimento vocale complesso ed è un punto saliente dell’acquisizione del linguaggio parlato umano; tale capacità è stata osservata solo in pochissime altre specie. Lo studio è partito dall’ipotesi che questa abilità debba sicuramente essere associata a una cognizione più complessa e avanzata, per verificare la quale gli studiosi hanno eseguito un ventaglio di test comportamentali su oltre duecento uccelli di ventitré specie differenti. In una di queste prove votate a raccogliere elementi a suffragio dell’ipotesi iniziale, ad esempio, i volatili in questione sono stati valutati osservando se riuscivano a distinguere tra coperchi di diversi colori di alcuni contenitori che contenevano qualcosa di appetibile. Un altro test riguardava la loro capacità di rimuovere il coperchio da un contenitore di plastica che conteneva una gustosa ricompensa. «A proposito di contenitori, è divertente ed emblematico l’esempio della Cinciarella e degli abitan-

Due cinciarelle, un esemplare adulto e uno piccolo. (Giles Laurent)

ti di Swaythling, in Inghilterra, che nel 1021 si ritrovarono al centro di un fitto mistero: le bottiglie di latte che ogni mattina i “Milkmen” (ndr: venditori di latte detti “omini del latte”) lasciavano sull’uscio delle case erano sempre inspiegabilmente aperte». A raccontare l’aneddoto è Chiara Scandolara di Ficedula, la quale riflette sul fatto che per gli «omini del latte», ingiustamente accusati di essere i colpevoli, non dev’essere stato un bel periodo. Fino a quando si sono scoperti i veri responsabili: «I piccoli uccel-

li insettivori avevano capito che bucando e sollevando la sottile lamina metallica che faceva da tappo, potevano gustarsi la nutriente crema che si formava sulla parte alta della bottiglia, dato che all’epoca il latte non era omogeneizzato». Cince più intelligenti di altri volatili o meno, sta di fatto che «si è osservata una rapida espansione del fenomeno che da Swaythling prese piede in tutta l’Inghilterra e nel resto dell’Europa». Intuizione o enorme coincidenza, questa è la dimo-

strazione di come alcuni uccelli sappiano assumere l’abitudine collettiva di nutrirsi dalle bottiglie di latte. E gli scienziati che hanno studiato il fenomeno sono giunti alle seguenti considerazioni. La risposta è meno intuitiva del previsto: «Istintivamente è naturale pensare all’imitazione come forma di apprendimento che noi riteniamo molto primitiva, ma che in realtà per animali che non siano umani o primati, non è affatto scontata. Si tratta perciò di un apprendimento non per osservazione, bensì una forma di facilitazione sociale in cui la visione di cinciarelle che si nutrono di latte stimola le altre a provarci, focalizzando la loro attenzione sul tappo della bottiglia». Per tornare alle dimensioni del cervello come sinonimo di maggiore intelligenza nei volatili, l’esperimento abbondantemente superato dalle cince non ha avuto lo stesso esito, ad esempio, nella colomba in lutto (così si chiama la sfortunata) che non è stata in grado di eseguire l’operazione di apertura del coperchio nemmeno dopo più di cinquanta tentativi, riportano gli scienziati: «Non sorprende che anche la colomba in lutto sia risultata ultima nella competizione per le dimensioni del cervello. Cosa resa meno imbarazzante dal fatto che il cervello della ghiandaia azzurra, che è il più grande di tutti, pesa ancora meno di una moneta da un centesimo».

Ma la relazione fra dimensioni del cervello e capacità cognitive non si ferma al canto soave: un’altra ricerca di «Science, Ecology and Evolution» pubblicata su «Nature» mette in relazione la capacità di innovazione di alcune specie di uccello con le dimensioni assolute e relative dei loro cervelli. Ne risulta che: «Tra i corvidi e i pappagalli ci sono alcune delle specie fra le più intelligenti che abitano il nostro pianeta». Chiara Scandolara è concorde: «Più volte, in Ticino, io stessa ho visto cornacchie, ma anche cinciallegre, buttare noci sulla strada e aspettare il passaggio di un’automobile le cui ruote le schiacciano, per poi recuperare il gheriglio di cui nutrirsi. Lo stesso fanno anche le poiane appollaiate vicino alle autostrade, mentre attendono qualche preda uccisa dal traffico per poi approfittarne». La nostra interlocutrice sottolinea però un’importante considerazione derivata dalle sue conoscenze degli uccelli migratori: «So, ad esempio, che essi hanno il cervello più piccolo così come hanno molte parti del loro corpo più minute (come zampe più corte e via dicendo), in modo da essere più performanti durante la migrazione. Ciò non significa però che siano meno intelligenti!». Il che ci riporta a un’antica perla di saggezza sul fatto che generalizzare non sempre porta alla verità. Annuncio pubblicitario

NOLEGGIO SCI E SNOWBOARD 10% DI RIDUZIONE sul noleggio stagionale per tutti i membri Famigros. Per tutto l’inverno! 1 giorno 2 giorni 3 giorni 7 giorni stagione

Sci

1 giorno 2 giorni 3 giorni 7 giorni stagione

Snowboard

Kids Comfort

10.–

(70–110 cm)

15.–

20.–

35.–

Kids Junior Comfort

14.–

(117–150 cm)

24.–

31.–

54.–

Junior Adulti Comfort

25.–

39.–

49.–

79.–

79.–

Junior

105.–

Adulti Comfort

75.–

Adulti

245.–

Adulti Freestyle

25.–

39.–

49.–

79.–

245.–

Adulti Performance

33.–

56.–

76.–

132.–

299.–

5.–

5.–

5.–

5.–

10.–

8.–

12.–

16.–

25.–

45.–

Junior Comfort

10.–

15.–

20.–

35.–

75.–

Adulti Comfort

15.–

26.–

35.–

59.–

129.–

Adulti Performance

20.–

34.–

46.–

75.–

149.–

Scarponi da sci Kids Comfort (n. 25–36) (n. 37–43)

20.–

30.–

40.–

70.–

149.– 119.–

25.–

45.–

55.–

95.–

229.– 149.–

Scarponi da snowboard Kids / Junior Comfort (n. 33–38)

12.–

19.–

24.–

36.–

69.–

Adulti Comfort

15.–

26.–

33.–

52.–

89.–

Tutti i prezzi sono in franchi, IVA inclusa, con riserva di modifica dei prezzi. Offerte valide fino a esaurimento dello stock.

Bastoni da sci Kids / Junior / Adulti

(109–140 cm)

49.–

149.–

Adulti

Junior Comfort

Listino prezzi completo, prenotazione online e ulteriori informazioni su: sportx.ch/rental


Settimanale di informazione e cultura

Anno LXXXVI 30 ottobre 2023

13

azione – Cooperativa Migros Ticino

SOCIETÀ / RUBRICHE ●

L’altropologo

di Cesare Poppi

Che fine ha fatto Halloween? ◆

Occorre sappiano i fedeli lettori dell’Altropologo che questi di quando in quando abbandona l’eremitaggio montano dove vive per scendere in città e toccare con mano le novità che, altrimenti, viste, lette e dimenticate nel fin troppo comodo web, finiscono per diventare più noiose di quanto già di per sé siano. L’altro giorno in città c’era un’aria strana. Come se in qualche modo i conti non tornassero: per le strade, nelle vetrine, nei bar era come se mancasse qualcosa. Di cosa si trattasse divenne chiaro all’improvviso, all’interno di un Omniamarket cinese dove l’Altropologo si rifornisce di mollette per il bucato. Lì, su uno scaffale peraltro dei più piccoli, in basso e pertanto in subordine commerciale alle mollette da bucato, era offerta una collezione di gadget relativi ad Halloween a poco prezzo e ancor minore qualità. La zucca si accese all’istante: nel paesaggio urbano mancava qualsiasi riferimento alla festa che aveva spopolato

almeno dagli ultimi due-tre decenni da questo versante delle Alpi come nel resto dell’Europa continentale a partire dalle isole britanniche. Era stata allora un’esplosione di zucche e teschi, ossa e cappelli da strega, ragni, ragnatele, vampiri, pipistrelli e scorpioni, un’invasione di dolcetti di ogni sorta. Zucche in offerta dai verdurai – magari già col lumino incorporato se non psichedelici ministroboscopi da discoteca (visti a Napoli), il Grande Cocomero riproposto come tormentone coi cartoons dei Peanuts – anche se con la Zucca il Grande Cocomero non c’entra niente poiché è il risultato di una originale cattiva traduzione di Great Pumpkin (la Grande Zucca) laddove cocomero è invece Watermelon… ma queste sono sottigliezze linguistico/tassonomiche che poco importano a credenti e praticanti il culto della maxicucurbitacea. A meno che – a meno che – non si voglia malignare che la traduzione difettosa non sia stata una mossa editoriale/

commerciale per introdurre il Grande Cocomero come una novità da importare dall’egemonizzante cultura pop anglosassone, per oscurare il fatto che la Grande Zucca in chiave allouinista in Italia era (stata?) già ben rappresentata nelle pratiche folcloriche. «La Morte Secca», così dal Veneto alla Toscana, dunque nelle aree della penisola di cultura «celtica» (qualunque cosa poi voglia dire tale etnica complessa e problematica) era portata di casa in casa dai bambini nella forma di una zucca issata in cima a una pertica e scolpita a forma di teschio con all’interno un lumino. Nell’area bolognese l’usanza consisteva nella recita di una cantilena che invitava i donatori a onzar al sprocc – laddove lo sprocc che veniva «unto» era un virgulto di salice appuntito sul quale venivano infilate le salsicce raccolte in questua. Com’è noto ormai a tutti, Halloween, il Samhain celtico che significa «fine dell’estate», segnava l’inizio del Nuovo Anno. Con la cristianizzazione e il sopravvento

dell’inglese come cultura dominante, Samhain divenne All Hallows’ Eve, dove Hallow è la parola arcaica inglese che significa Santo: e dunque la vigilia (Eve) di Ognissanti. I Celti condividevano con le culture europee che allo scadere dell’Anno i defunti ritornassero sulla terra a festeggiare coi vivi la morte dell’Anno Vecchio e l’inizio di un nuovo ciclo primaverile. A rappresentare gli Antenati che tornavano sulla terra erano i bambini che in qualche modo «reincarnavano» i morti e raccoglievano offerte dai vivi in quanto spiriti protettori della propria discendenza. Fu l’abate di Cluny Odilone a cristianizzare Samhain come commemorazione dei defunti quando nel 998 diede disposizione ai monasteri dipendenti da Cluny di commemorare i Defunti ai Vespri della vigilia del Primo Novembre, festa di Ognissanti. Si riteneva ancora, allora, che chiunque morisse nella fede cristiana fosse automaticamente ammesso nel coro dei Santi. Certezza che venne man mano a sva-

nire fino a quanto, nel XIII secolo, si consolidò la dottrina del Purgatorio, diventata dogma affermato poi con la Borsa dei suffragi tanto invisi ai Lutero e Calvino della Riforma. Con quella la Commemorazione dei Defunti si spostò al 2 Novembre, il resto è storia. Sospetta l’Altropologo che le ragioni per la rinascita/successo/morte (anche se per certificare quest’ultima occorreranno autopsie da tenersi fra qualche anno) di Halloween dalle nostre parti sia il cortocircuito venutosi a creare da quando i Krampus hanno abbandonato la ditta Santa Klaus/Angelo/Diavolo per mettersi in proprio ed entrare a gamba tesa attorno al 6 Dicembre invadendo le analoghe pertinenze macabre di un Halloween ormai alla deriva dai suoi significati originari. Confusione, equivoci: tradizioni tradite, traduzioni arbitrarie, qui pro quo e corti circuiti culturali nell’epoca dove «l’autenticità» è sospettata essa stessa di frode commerciale. Ci rivedremo allora il 6 Dicembre a Filippi.

La stanza del dialogo

di Silvia Vegetti Finzi

Il necessario «cambio di pelle» dell’adolescenza ◆

Gentile dottoressa, l’immagine della sdraio di famiglia da lei evocata nella sua risposta a Lia mi ha riportata fulmineamente a molti anni fa, quando anch’io – ormai diciannovenne – andavo ancora al mare con i miei ed ero una eterna brava bambina, esattamente come Lia (vedi «Azione» del 4.9.2023, ndr.). A 20 anni tutto questo è sfociato in una grave anoressia: cinque anni di digiuno (materiale e sociale) e solitudine durante i quali nonostante l’estrema magrezza mi sono laureata e ho iniziato a lavorare. Erano i primi anni 80, l’anoressia era praticamente sconosciuta, mi sono scontrata con un muro di incomprensione. È stata molto dura! Poi ho ricominciato (piano piano) a mangiare, ne sono uscita da sola, senza alcun aiuto, ma con tanta fatica. Per molto tempo non ho capito la causa della mia malattia. Sapevo che in realtà digiuna-

vo per diventare eterea, per scomparire, ma perché? Poi (non molti anni fa, e ora ne ho 63!) ho capito: avevo intrapreso (inconsapevolmente) quel percorso così impervio per liberare la brava ragazza, quella che voleva sempre compiacere i genitori, forse per farsi volere bene. Da profana, auguro a Lia di riuscire anzitutto ad affrancarsi da questo ruolo (spero seguendo una strada più semplice della mia): dopo sarà tutto più facile! Cordiali saluti / Laura Cara Laura, hai ragione, molti anni sono passati dalla tua anoressia e molti progressi sono stati fatti. Ma resta sempre una sindrome grave e insidiosa. Considero importanti le tue considerazioni perché mi confermano che, oltre a supporti medici e farmacologici, necessari per evitare il peggio, resta es-

senziale la scoperta delle cause psicologiche che, come nel tuo caso, si possono raggiungere con un percorso interiore di autoanalisi ma che è sempre preferibile condurre con l’assistenza di una valida psicoterapia. Sei rinata quando hai compreso che quella che voleva morire, o meglio scomparire, era l’immagine di «brava bambina» che i tuoi genitori ti avevano attribuito e che, a lungo, non riuscivi a scrollarti di dosso. Questo «cambio di pelle» è un compito dell’adolescenza e, quando non avviene, l’involucro s’indurisce sino a soffocare le energie vitali. Per fortuna ti sei laureata e hai incominciato a lavorare. Frequentando altri ambiti, hai potuto essere guardata con occhi nuovi e ricevere valutazioni che premiavano non la dipendenza ma l’autonomia. Pian piano la tua

identità è cambiata sino a riuscire a sottrarti, senza paura di non farcela, alla protezione di mamma e papà che sicuramente hanno agito per amore ma anche l’amore può essere troppo. Spesso si tratta di un amore adesivo che non sopporta la presa di distanza dei figli, che non concede, nella convinzione che sia per il loro bene, che divengano diversi da come li avevano sognati e cresciuti. Per evitarti di soffrire e per renderti felice, i tuoi genitori ti hanno chiusa in una gabbia dorata, ma pur sempre una gabbia. Probabilmente, evitandoti di rischiare, di sbagliare, di cadere e di rialzarti per faticosamente ricominciare, ti hanno risparmiato lividi e fratture dell’anima. Ma senza scegliere e senza assumersi le conseguenze delle proprie scelte non si cresce, non si diventa adulti.

Anche l’amore, di cui tu non parli, è un intreccio di gioia e di dolore in quanto chi ama ha sempre paura di essere deluso, sostituito, abbandonato. Ci vuole forza d’animo per superare gli ostacoli che la vita ci pone davanti e tu ne hai avuta tanta, anche se un po’ tardivamente. Spero che il tuo esempio possa servire perché i nuovi genitori riconoscano l’importanza di sciogliere l’abbraccio iniziale e aiutino i figli a volare con le proprie ali. Informazioni Inviate le vostre domande o riflessioni a Silvia Vegetti Finzi, scrivendo a: La Stanza del dialogo, Azione, Via Pretorio 11, 6901 Lugano; oppure a lastanzadeldialogo@azione.ch

La nutrizionista

di Laura Botticelli

Come si mette massa muscolare? ◆

Buongiorno Laura, le scrivo perché è da più di un anno che sono iscritto in palestra, faccio CrossFit, vado quattro volte alla settimana e mi muovo sempre a piedi o in bici ma non riesco a prendere massa muscolare, anzi ho perso qualche kg. Ho 47 anni, sono 178 cm e peso 70 kg, sono sano, in forma, ma magro. Mangio equilibrato, non sono un mangione, a pranzo preferisco tofu, soia e legumi come proteina, mentre alla sera, poca carne o pesce o formaggi. Non faccio spuntini, non mangio dolci o snack. Pochi alcolici, solo per feste o cene con amici. Dove sbaglio? Mi potrebbe dare qualche consiglio in merito? Vorrei migliorare la mia performance. / Alessandro La ringrazio per l’email, Alessandro. Le faccio anzitutto sinceri complimenti per l’attività fisica e per la qualità dell’alimentazione, entrambe le permettono di rimanere sano e in forma. Per aumentare la massa muscola-

re però ci si deve armare di pazienza, richiede tempo, allenamento con i pesi e anche una corretta alimentazione. Non c’entra solo la qualità del cibo ma anche la quantità. Se ha perso peso probabilmente è perché non sta mangiando abbastanza. Le spiego meglio il motivo: anatomicamente, i muscoli scheletrici sono una serie di fibre cilindriche parallele che si contraggono per produrre forza. Questa contrazione muscolare consente tutti i movimenti umani esterni. Il corpo è in un costante processo di rinnovamento e riciclaggio degli aminoacidi, o blocchi proteici, nei muscoli. Se il corpo rimuove più proteine di quelle che aggiunge, si perde massa muscolare. Se lei consuma troppe poche proteine e calorie, il corpo, dopo l’allenamento, al posto di occuparsi della riparazione e costruzione dei muscoli dà la priorità ai normali processi biologici. È stato dimostrato, infatti, che

diete troppo povere di carboidrati e grassi sono associate a livelli più bassi dell’ormone della costruzione muscolare che è il testosterone. Inoltre, l’unico ormone anticatabolico e anabolico che possiamo «gestire» attivamente è l’insulina, che viene prodotta a seguito dell’assunzione di nutrienti energetici. Anche per questo se si assumono troppo poche calorie è solo possibile «mantenere» la muscolatura, ma non aumentarla. La chiave per costruire muscoli è aumentare il tasso di deposizione proteica riducendo al minimo il tasso di degradazione proteica. Detto ciò, e per rispondere alla sua domanda, gli alimenti ad alto contenuto proteico sono molto importanti per aumentare la massa muscolare, ma anche i carboidrati e i grassi sono fonti di energia necessarie. Come mettere tutto in pratica? Nel suo caso mi sembra che dovrebbe au-

mentare le porzioni che mangia e iniziare a consumare tre spuntini al giorno, uno al mattino, uno spuntino o un mini pasto da 1 a 3 ore prima dell’allenamento – potrebbe avere problemi alla pancia se mangia subito prima perché durante l’allenamento arriva più sangue ai muscoli, lasciandone meno per la digestione – infine, il terzo dopo l’esercizio, perché il corpo è pronto per rifornirsi e ricostruire il tessuto muscolare. Mangiare o bere, però, entro un’ora dal termine. Esempi di spuntini prima dell’allenamento sono toast con burro di arachidi e un frutto, oppure yogurt greco con un frutto, uno Smoothie, una porzione di birchermüesli, mix di frutta secca e frutta oleaginosa, una banana e un panino. Mentre dopo potrebbe essere uno yogurt drink iperproteico, oppure pane integrale con uova strapazzate, yogurt greco con un frutto, un bicchiere di latte drink con cacao.

Non si deve dimenticare anche di rimanere idratati. Se l’allenamento dura per un’ora o meno, l’acqua è tutto ciò di cui si ha bisogno. Ma se dura più a lungo, è necessario sostituire gli elettroliti perché li perdiamo quando sudiamo, può quindi cercare una bevanda che contenga elettroliti, come una bevanda sportiva o l’acqua di cocco. Per concludere desidero dirle che l’aumento muscolare varia da individuo a individuo, anche quando si segue lo stesso programma. La variazione dei tratti muscolari scheletrici tra gli individui può essere infatti attribuita a fattori genetici, fattori ambientali o qualche interazione di entrambi. Informazioni Avete domande su alimentazione e nutrizione? Laura Botticelli, dietista ASDD, vi risponderà. Scrivete a lanutrizionista@azione.ch


Riccio è bello.

I nuovi prodotti Belherbal per capelli ricci con olio di semi di lino ed estratto di ibisco.

20x CUMULUS

Novità Trattamento per capelli ricci e mossi Belherbal Shampoo, balsamo e crema senza risciacquo, per es. shampoo, 250 ml, 4.30

Se nza solf at i né silic oni

Ef fet t o o ant i-c r e sp

Da tutte le offerte sono esclusi gli articoli già ridotti. Offerte valide dal 31.10 al 13.11.2023, fino a esaurimento dello stock.


Settimanale di informazione e cultura

Anno LXXXVI 30 ottobre 2023

TEMPO LIBERO

azione – Cooperativa Migros Ticino 15

Ultima dimora di nomi illustri Con i suoi 260mila metri quadri, nel cuore di Milano si trova il Cimitero Monumentale

Funghi in conserva Marinati nell’aceto con aglio, origano e pepe rosa, i porcini sono perfetti con lattuga e mozzarella

Baldur’s Gate 3 È riuscita bene la trasposizione in digitale di D&D una delle serie di giochi di ruolo di maggior successo

Pagina 17

Pagina 19

Pagina 21 ◆

Houdini: il re delle manette

Graphic novel biografiche ◆ L’uomo che si dibatteva disperatamente per spezzare i legacci (della vita) che lo imprigionavano Benedicta Froelich

È passato poco dai tempi in cui i fumetti venivano considerati una forma d’intrattenimento popolare di bassa lega. Ci è voluto l’apporto di un genio come l’artista americano Will Eisner (1917-2005) per dare dignità al genere, esplorando la cosiddetta «arte sequenziale» da lui stesso concepita come mezzo narrativo, e di fatto brevettando il termine graphic novel («romanzo a fumetti») – oggi entrato nel linguaggio comune per definire un’opera di narrativa disegnata concepita come un volume a sé stante, e non parte di una regolare serie da edicola. Opera che, proprio per questo, ben si presta all’ambito biografico, ovvero alla narrazione delle vite di personaggi più o meno importanti tramite una fusione perfetta tra parola e immagine. Branca, quella della biografia a fumetti, ancora giovane, ma già meritevole di approfondimento – il che costituisce anche l’obiettivo di questa serie, volta a esaminare contributi validi del genere, e oggi inaugurata dall’eccellente graphic novel Houdini: The Handcuff King (in onore del più grande mago illusionista di tutti i tempi), firmata da Jason Lutes (testi) e Nick Bertozzi (disegni). Due dei più noti nomi del moderno fumetto americano. Non a caso quest’opera è stata pubblicata (nel 2007, e poi ristampata nel 2019) con la collaborazione del Center for Cartoon Studies statunitense, una delle maggiori organizzazioni dedite a valorizzare la graphic novel. A una prima lettura, la struttura di The Handcuff King appare semplice, quasi elementare, presentandosi come il racconto piuttosto diretto di quello che potrebbe essere «un giorno nella vita del grande Harry Houdini». Tuttavia, dietro l’apparente semplicità dello sguardo narrativo si nascondono una particolare cura e attenzione al personaggio, tratteggiato e dipinto con poche, sapienti pennellate, proprio come dovrebbe essere in ogni racconto di qualità; così, per mostrare la forza del legame tra il mago e sua moglie Bess, bastano due semplici inquadrature (una singola coppia di vignette affiancate a offrire, come si dice in gergo, un «campo e controcampo»), e l’espressione struggente sul viso di Houdini mentre guarda colei che è impegnata a sistemargli il nodo della cravatta. In questo gioca un ruolo fondamentale lo stile grafico di Bertozzi, sintetico e pressoché stilizzato, eppure capace di grande espressività e potere evocativo – quasi a voler dimostrare l’infondatezza dell’odierna preferenza per le graphic novel mal disegnate, vittime dell’equivoco secondo il quale il testo è più importante dell’immagine (in un evidente tradimento del caposaldo stesso su cui si basa la tecnica fumettistica). Qui, invece, le linee pulite ed eloquenti di Bertozzi riescono a catturare perfettamente anche un aspetto

chiave della storia quale la prevaricante fisicità del protagonista, le cui imprese ai limiti del possibile costituiscono, com’è naturale, il fulcro della vicenda; grazie a foto e filmati d’epoca, viene infatti ricostruita la tournée del 1908, caratterizzata da una delle imprese più celebri di Houdini, che vedeva l’illusionista gettarsi (incatenato e ammanettato) dall’alto del ponte di turno, fin nelle acque gelide del fiume sottostante, per poi liberarsi dai lucchetti a tempo record – scampando così per un soffio all’annegamento. È quindi la suggestiva rappresentazione della tappa all’Harvard Bridge, a Boston, a fare da sfondo alla vicenda narrata da Lutes e Bertozzi; tuttavia, quello che dovrebbe essere il nocciolo della storia – ovvero, il grande segreto di cui Houdini deve mettere a parte l’assistente appena assunto riguardo al «trucco» dietro questo terrificante numero – diviene, in realtà, soltanto un pretesto per illuminare qualcosa di ben più importante. Infatti, sebbene il lettore venga presto messo in condizione di svelare l’arcano (in base a una teoria da molti anni popolare tra gli appassionati di Houdini), ad attirare davvero la sua attenzione è l’anima del grande mago — i suoi sentimenti, idiosincrasie e contraddizioni. Così, la devozione di Bess, che gioca un ruolo fondamentale in ogni esibizione, ruba rapidamente la scena al fascino dell’illusionismo, quasi a ricordare come, in fondo, l’amore resti il mistero più insondabile di tutti; mentre la fedeltà impulsiva e istintiva del nuovo assistente – il quale si rende subito conto di trovarsi davanti un uomo singolare, da proteggere con la medesima cura che si avrebbe verso una pianta rara – diviene simbolo di una preziosa e antica forma di lealtà, da sempre uno dei sentimenti più nobili di cui l’essere umano sia capace. È proprio questo, in fondo, a interessare maggiormente Lutes e Bertozzi: l’affresco emotivo di un uomo misterioso quanto affascinante e delle molteplici, contrastanti e umorali reazioni e sensazioni che la sua presenza suscita – dalla stuporosa, paziente attesa degli spettatori accorsi al ponte, al puro terrore provato dall’inesperto assistente, fino alla meraviglia dei bambini davanti al loro eroe. In tutto ciò, la paura del fallimento, e della morte che ne risulterebbe, è sempre dietro l’angolo, una presenza ostile ma in fondo ben accetta, in quanto necessaria a enfatizzare la grandezza di Houdini – il solo, autentico mago di cui nessuno dovrà mai dimenticarsi. Così, al di là dell’ottimo lavoro di documentazione svolto dagli autori, gli elementi che brillano in The Handcuff King sono ben più sottili. Su tutti, l’ossessione del mago per la fuga – la necessità costante di liberarsi da qualsiasi forma di costrizione, a partire da manette e catene fino ad arrivare a bauli

chiusi a chiave, bidoni del latte e perfino bare sigillate – diviene metafora del desiderio di liberazione dalla realtà che accomuna ogni essere umano: nella caparbia volontà a sottoporsi a prove sempre più rischiose e sfiancanti, Houdini non tenta semplicemente di divenire il più grande «escapista» di sempre, ma anche di sfuggire ai fardelli della sua vita precedente di ebreo un-

gherese emigrato negli States: la fame e povertà patite in giovinezza, l’antisemitismo, il dolore per la morte dell’amatissima madre, il timore dell’ignoto e dell’aldilà. Forse è proprio questo a fare di Houdini, a distanza di quasi un secolo dalla sua prematura morte, un personaggio ancora così attuale e moderno, e a permetterci di avvertirlo come tan-

to vicino a noi – un uomo che si dibatte nel millenario dramma della sua condizione terrena, e cerca disperatamente di spezzare i legacci che lo imprigionano, così da gridare più forte che mai il proprio orgoglio e la volontà di vivere secondo regole imposte da sé stesso, e da nessun altro; qualcosa che questa piccola gemma a fumetti riesce a catturare alla perfezione.


Knorr. Scatena la tua passione per le verdure.

Conf. da 3

25% Su alcune zuppe di Knorr ad es. Knorr minestra di letterine, 3 x 71 g 5.60 invece di 7.50

Da tutte le offerte sono esclusi gli articoli già ridotti. Offerte valide solo dal 31.10 al 6.11.2023, fino a esaurimento dello stock

Ora in azione PIÙ EFFICACE DEL FILO

INTERDENTALE

*

nella riduzione della placca dentale

conf. da 2

25% Su prodotti Listerine selezionati * La rimozione dei batteri garantisce un’efficace funzione antitartaro sopra la linea gengivale dopo una pulizia dentale professionale. Utilizzare in aggiunta allo spazzolino e alla cura interdentale.

Da tutte le offerte sono esclusi gli articoli già ridotti. Offerte valide solo dal 30.10 al 6.11.2023, fino a esaurimento dello stock

p.es. Listerine Total Care Protezione di gengive, 2 x 500ml, 9.75 invence di 13.00


Settimanale di informazione e cultura

Anno LXXXVI 30 ottobre 2023

17

azione – Cooperativa Migros Ticino

TEMPO LIBERO

Sculture, sepolcri maestosi, edicole e mausolei Itinerario ◆ Lungo i viali alberati del Cimitero Monumentale di Milano si resta incantati dalla forza espressiva di tanta arte messa al servizio dell’oltrevita Luigi Baldelli, testo e foto

Andare a far visita a un cimitero può sembrare un suggerimento forse macabro. Ma non è così quando si tratta del Cimitero Monumentale di Milano, un museo a cielo aperto. Toglietevi quindi dalla testa l’immagine di una classica uscita malinconica da trascorrere fra tristi viali e preparatevi, invece, a immergervi in una passeggiata tra sculture, sepolcri maestosi e statue realizzate da importanti artisti per celebrare la dipartita di gente comune così come quella di grandi nomi della storia d’Italia.

Alla destra del Famedio, ultima dimora d’illustri personalità, si trova il cimitero degli Israeliti, mentre alla sinistra, il cimitero degli Acattolici Con i suoi 260mila metri quadri situati nel centro di Milano, il Cimitero Monumentale è circondato dai grattacieli di vetro e cemento che hanno trasformato la skyline della capitale economica d’Italia. Disegnato dall’architetto Carlo Maciachini, fu aperto nel 1866, cinque anni dopo l’Unità d’Italia. Ad accogliervi, dopo la grande cancellata, si trova subito il Famedio, il Tempio della fama, edificio che ospita, come dice il nome stesso, le persone famose. Ma attenzione, non è necessario essere sepolti nel Famedio per avere il proprio nome sulle pareti. Questo edificio raccoglie tutti quei nomi di personaggi italiani che hanno fatto la storia del Paese, dalla letteratura alla scienza, dalla cultura all’arte in tutte le sue forme, dall’economia all’editoria e alla musica. Così, mentre al centro, realizzata da Giannino Castiglioni, si erge solitaria e maestosa la tomba di Don Lisander, cioè quella del grande romanziere e poeta Alessandro Manzoni, qui realmente sepolto, lì accanto troviamo il busto di Giuseppe Verdi, le cui spoglie sono nella Casa di Riposo dei Musicisti sempre a Milano. Allo stesso modo, in alto, sopra le vetrate a mosaico, si trova il busto di Garibaldi, la cui tomba invece è all’isola di Caprera. E si legge anche il nome di Giorgio Gaber o di Sandra Mondaini e Raimondo Vianello, passando da Leonardo da Vinci a Enzo Biagi, da De Chirico a Ludovico il Moro. Insomma, qui sono ospitati defunti eccellenti, milanesi per nascita o adozione. Il Cimitero Monumentale è costruito in modo razionale, per cui dal Famedio si prende il viale principale da dove partono tutte le vie secondarie. Camminando su queste strade coperte di ghiaia, si possono ammirare le varie tombe con architetture classiche e contemporanee, obelischi o templi, tutte adornate con le loro statue e sculture in ferro battuto o marmo che rappresentano pietà, preghiera, amore, pace eterna, dolore. E molte create da grandi artisti, come Fontana, Wildt, Pomodoro o Butti. Addirittura ci sono, per il visitatore, i percorsi a tema: come quello degli Amori Eterni che la morte non potrà mai far finire, o quello dedicato alle Grandi Donne o ai Grandi Editori. Alle tombe sfarzose dei nomi importanti per la storia d’Italia o delle famiglie della borghesia milanese si alternano quelle della gente comune, ma anche queste comunque adorna-

te con richiami alla vita del defunto o con croci e statue che rimandano alla fede. Uscendo dal viale principale, il Monumentale è un dedalo di stradine e sentieri ed è abbastanza facile vedere mazzi di fiori sulle tombe oppure tra le braccia di una Madonna in preghiera o ai piedi di un angelo con le ali spiegate. Non bisogna, infatti, dimenticare che ancora oggi il Monumentale è meta anche di chi vie-

ne a fare visita alla tomba di un proprio caro. A metà del viale si trovano l’ossario e la necropoli, mentre alla fine, quello che è stato il primo forno crematorio in Italia e uno dei primi in Europa. Costruito nel 1875 dall’industriale Keller – che fu anche il primo a farsi cremare – oggi è chiamato Tempio Crematorio, e chiaramente non è più in uso. Le porte di quelli

che una volta erano i forni, sono di un colore rosso bordeaux; sopra di esse si legge ancora la scritta «Pulvis es, et in pulverem reverteris» («polvere sei e polvere ritornerai»). Tante altre piccole curiosità si trovano nascoste in questo luogo sacro, e sin da subito anche luogo di eterno riposo per defunti appartenenti a confessioni religiose diverse. Alla destra del Famedio si trova, ad esempio, il cimitero degli Israeliti, mentre alla sinistra, il cimitero degli Acattolici. Interessante è anche conoscere la storia del Civico Mausoleo Palanti. Tomba progettata dall’architetto Palanti per la sua famiglia, durante il bombardamento di Milano nella Seconda guerra mondiale è stato rifugio per le opere della Pinacoteca di Brera. Donato poi al comune meneghino, oggi è la succursale del Famedio, e anche qui riposano illustri cittadini. Andrebbe poi scoperta l’edicola Besenzanica, realizzata dallo scultore Butti, dove si può ammirare una rappresentazione della vita agricola, con un contadino e i suoi buoi. La leggenda dice che toccare il naso del bue porti fortuna. Ma le edicole da

ammirare sono tantissime, soprattutto nella zona denominata Necropoli, il luogo dove le famiglie importanti di Milano ambivano a erigere le loro tombe. Ci sono quella di Isabella Casati, anch’essa realizzata dallo scultore Enrico Butti, il quale l’ha rappresentata in una scultura che la ritrae adagiata sul letto negli ultimi istanti di vita. O quella di Antonio Bernocchi dello scultore Castiglioni che ricorda la Colonna Traiana. E ancora l’edicola Körner, quella del grande Maestro Toscanini, oppure quella dei Rizzoli, grande famiglia di editori, quella dell’industriale tessile Bruni o della famiglia Sonzogno. E sono ancora solo alcuni dei grandi monumenti funebri: l’importante è lasciarsi trasportare dal silenzio del luogo e osservare con attenzione per scoprire come un posto che solitamente richiama alla memoria colori cupi, dolore e oscurità, sia stato trasformato in un luogo dove l’arte si rincorre in tutte le sue forme, dal gotico al bizantino, dal liberty al moderno. Informazioni Su www.azione.ch, si trova una più ampia galleria fotografica.


Regala 24 giorni di gioia

Magiche idee per il calendario dell’Avvento

7.95

8.95

Timbri con motivi 11 pezzi, il set

8.50

Fino a esaurimento dello stock.

Set per calendario dell'Avvento con 24 sacchettini e adesivi, disponibili in due motivi, il set

Set di washi tape 19 pezzi, il set


Settimanale di informazione e cultura

Anno LXXXVI 30 ottobre 2023

19

azione – Cooperativa Migros Ticino

TEMPO LIBERO

Porcini sott’aceto con insalata e mozzarella ●

Ingredienti

Preparazione

Iscriviti ora!

Conserve Ingredienti per 4 persone (o 3 vasetti da 2 dl)

1. Mondate i funghi e dimezzateli o tagliateli a fette a seconda delle dimensioni. Affettate l’aglio.

I membri del club Migusto ricevono gratuitamente la nuova rivista di cucina della Migros pubblicata dieci volte l’anno. migusto.migros.ch

450 g di porcini 2 spicchi d’aglio sale 3,5 dl d’aceto alle erbe 1,5 dl d’acqua 1 c di pepe rosa 1 cc di sale 4 rametti d’origano Accompagnamento 300 g d’insalata a foglia 500 g di mozzarella o burrata 4 c d’olio d’oliva fleur de sel

2. Portate a ebollizione abbondante acqua salata. Unite i funghi e sbollentateli per circa 2 minuti. Scolate e lasciate sgocciolare bene. 3. Portate a ebollizione l’aceto con l’acqua, il pepe, il sale, l’origano e l’aglio. Unite i funghi e fateli sobbollire per circa 5 minuti. 4. Trasferite funghi e liquido in vasetti sciacquati con acqua bollente. Riempite fino all’orlo, sigillate e lasciate raffreddare. 5. Conservateli come riserva o serviteli subito con l’insalata. 6. Al momento di servire, accomodate l’insalata nei piatti con la mozzarella. Unite qualche porcino sott’aceto. Irrorate l’insalata con un po’ di sughetto dei porcini e olio. Condite con fleur de sel e servite. Consigli utili In un luogo fresco e buio i porcini si conservano per circa due mesi. Preparazione: circa 30 minuti Per persona: circa 31 g di proteine, 34 g di grassi, 4 g di carboidrati, 480 kcal

Annuncio pubblicitario

Ora in azione

sc i o u g n u a d R a c c h i u s o t o , u n r i pi e n o di c iocc ola sc iog lie v ole zza. bile di i r r e s i s t i

LINDOR. Regala un piccolo momento di piacere.

10% 17.95

invece di 19.95

Da tutte le offerte sono esclusi gli articoli già ridotti. Offerte valide solo dal 31.10. al 6.11.2023, fino a esaurimento dello stock

Lindt LINDOR Praline al latte, assortite o al cioccolato fondente 500 g nel design natalizio


Le salse THOMY che riscaldano il cuore!

Le salse calde di THOMY sono le più vendute in Svizzera! Fonte: Nielsen KW33-36/2023 MAT

THOMY è in vendita alla tua Migros

La nostra formula per il benessere invernale

¯ Manuka Health è in vendita alla tua Migros


Settimanale di informazione e cultura

Anno LXXXVI 30 ottobre 2023

21

azione – Cooperativa Migros Ticino

TEMPO LIBERO

Dungeon & Dragons in formato virtuale

Videogiochi ◆ Si intitola Baldur’s Gate 3 e offre una profonda esperienza di gioco di ruolo e storie appassionanti Davide Canavese

La trasposizione in digitale di una delle serie di giochi di ruolo di maggior successo pluridecennale non è un compito semplice. Tuttavia, Larian Studios sembra proprio avercela fatta. Baldur’s Gate 3 – disponibile su PC e PlayStation 5 – è stato infatti realizzato ispirandosi al gioco di ruolo cartaceo Dungeons & Dragons (D&D). D&D è solitamente un’esperienza che viene condivisa con un certo numero di giocatori e un Master di Gioco, il quale, dotato di libri, appunti e qualche dado, crea un’avventura per tutti. Si tratta di un gioco complesso, con molte regole e tantissimo materiale da cui trarre ispirazione. Al contempo è un gioco in cui la libertà è quasi assoluta. Ogni regola può essere piegata, ogni situazione può essere risolta in modi imprevedibili. Purché ci sia l’accordo tra giocatori e Master di Gioco, tutto è possibile. Trasporre tutte le regole, le mosse, i poteri e le magie su schermo è fattibile; suscitare lo stesso senso di libertà nei giocatori invece è nettamente più complicato. Per questo motivo, qualche scetticismo era più che inevitabile. La trama si svolge nei Forgotten Realms, un noto universo di D&D, e inizia con il rapimento del protagonista per mano dei Mind Flayer, creature tentacolari provenienti dal sottosuolo, che introducono parassiti nei cervelli delle vittime. Il protagonista-giocatore riuscirà a sfuggire dal-

le loro grinfie ritrovandosi però ad affrontare il problema del parassita che, lentamente, cercherà di trasformarlo a sua volta in un Mind Flayer. La campagna di gioco si concentra sulla ricerca di una cura per rimuovere il parassita senza uccidere il portatore, e si suddivide in tre atti: le scelte fatte influenzano le conseguenze nel corso del gioco. Il giocatore non sarà però da solo. Ben presto troverà nuovi compagni, di diverse razze e abilità, che entreranno a far parte della sua squadra. Non si tratta di semplici burattini: Baldur’s Gate 3 offre storie variegate, dettagliate e intriganti per ciascuno dei personaggi che recluteremo. Un Vampiro con una tragica storia alle spalle o un Mago colpito da una strana maledizione sono solo due dei filoni narrativi che potremo esplorare. Il giocatore si crea il proprio avatar digitale, con fattezze e abilità che più l’attirano, grazie a editor precisi, partendo da zero o prendendo ispirazione da quelli predefiniti dal sistema di gioco. Vasta è la gamma di opzioni, con dodici diverse classi tra cui scegliere (guerriero, stregone, chierico, paladino, ladro, mago, barbaro, druido, warlock, bardo, ranger e monaco), e almeno undici razze e sottorazze dalle quali trarre ispirazione, seppur con alcune limitazioni. Sfortunatamente questo titolo non spiega molto la complessità del sistema di gioco di Dungeon & Dragons.

Ogni razza, ogni sottorazza, ogni classe ha i suoi punti di forza e i suoi punti deboli, che influenzano le capacità di base del personaggio in modo anche molto significativo: un personaggio che ha scelto la magia come sua carriera avrà interesse a sviluppare la propria intelligenza; per un barbaro, invece, l’intelligenza è meno importante rispetto ad attributi come forza e costituzione. Per chiunque sia avvezzo alle dinamiche di D&D si tratta di ovvietà ma non lo saranno per i neofiti i quali dovrebbero seriamente considerare di scoprire qualcosa di più su classi e personaggi prima di approcciarsi a Baldur’s Gate 3. Il gioco è un misto di esplorazione, combattimenti e dialoghi. Presenta

Giochi e passatempi Cruciverba

Trova il proverbio nascosto nel cruciverba rispondendo alle definizioni e leggendo nelle caselle evidenziate. (Frase: 2, 5, 2, 5, 3, 6, 6) ORIZZONTALI 1. Segni grafici 7. Fase di un procedimento 10. Decorato 11. Un mezzo di questo… 12. Un Bravo fiume… 13. Un Bruce attore 14. Le iniziali della cantante Nannini 15. Può esserlo il tono 17. Il noto Federico regista 18. Le iniziali dell’attrice Argento 19. Preposizione articolata 20. Bocca in latino 21. Le iniziali del giornalista Mentana 22. Contiene dati identificativi 23. Le iniziali del musicista Mascagni 24. Attendere fiduciosi 25. Un poker mancato 27. Le iniziali della cantante Oxa 28. Prende per la gola 29. Nome femminile

1

2

3

4

5

7

8

9

13

16

14

17

18

19

21

28

8

3

4

31

6

6

2

5 9

26

3 2

1

5

1

29

30

VERTICALI 1. Mammifero americano 2. La conduttrice Daniele (Iniz.) 3. Un dolce 4. Piccolo gruppo 5. Prefisso che vuol dire vino 6. Cambiano pala in parola 7. Peduncoli 8. Poco tollerante 9. Pane in latino 11. Parte della bicicletta

2

7

25

30. Nacque adulta 31. Sede della NATO 33. Una consonante 34. Conservati nel silo

9

7

23

24

33

3

20

22

27

Sudoku Scoprite i 3 numeri corretti da inserire nelle caselle colorate.

11 12

15

Vinci una delle 2 carte regalo da 50 franchi con il cruciverba e una carta regalo da 50 franchi con il sudoku

6

10

una visione dall’alto, la quale permette di vedere una buona area attorno al nostro party di avventurieri. L’esplorazione è sempre divertente e offre al giocatore una miriade di luoghi interessanti da visitare, tesori da scoprire, scorciatoie e segreti. I dialoghi sono fondamentali per far proseguire la storia e il giocatore potrà avvalersi di risposte multiple le quali saranno anche potenzialmente influenzate da diversi poteri e abilità. Un altro elemento cruciale è il tiro dei dadi. Esattamente come nella sua controparte cartacea, Baldur’s Gate 3 si basa molto sulla casualità. Il giocatore dovrà tirare un dado a venti facce, digitale ovviamente, per risolvere diversi tipi di test. Test legati non solo

alla fortuna ma anche alla classe e alle abilità specifiche di ogni personaggio. Il risultato dei dadi influisce significativamente sulle decisioni, tracciando la linea a volte tra vittoria e disfatta: un risultato sfortunato può infatti portare a conseguenze gravi, ma anche a risultati inaspettatamente positivi. Fortunatamente, la possibilità di salvare il gioco in qualsiasi momento può mitigare le conseguenze di certi esiti catastrofici. Il combattimento si svolge esclusivamente a turni, con una scaletta per eroi e nemici da rispettare. In base alle situazioni, alla morfologia del terreno, dei nostri personaggi e dei vari poteri in gioco, i combattimenti possono variare tra abbordabili e davvero impegnativi. Non c’è mai nulla di banale da affrontare, che si tratti di una piccola ranocchia o un Signore degli Inferi, Baldur’s Gate 3 è un gioco strategico dalle sue fondamenta. Baldur’s Gate 3 richiede tempo per essere appreso, ma offre una profonda esperienza di gioco di ruolo e storie appassionanti. La versione migliore è indubbiamente quella su PC per via dei comandi complessi da adattare al controller di PlayStation 5 (e, in futuro, di Xbox Series). Consigliato solo a un pubblico adulto per via della violenza e delle tematiche, è uno dei giochi più interessanti usciti nel 2023. A patto che il combattimento strategico sia nelle vostre corde.

4

8

32

34

5 4

13. Regola il comportamento 14. Personaggi fiabeschi 16. Baleno 17. Si associa alla forza e alla robustezza 19. Una moglie del re Salomone 21. Scoglio sul quale… spesso casca l’asino 22. Elemento di sostegno edilizio 23. Capitale europea 25. Tessuti senza rovescio 26. Aggettivo possessivo 29. Fiume della Catalogna 30. Il… trilussiano 31. Sono divise da C e D 32. Articolo

7

9

Soluzione della settimana precedente L’albero nella foto si chiama: MANCINELLA – Si trova: ISOLE CARAIBICHE – Mangiare i suoi frutti provoca: LA MORTE

M A N C O L L A R E C I S B U N I O H I O B E T A

I N T U R E T I S O L A R A D I C U N E O B A O Z I E L T A M R O E R I E R C O N E L E N A

3

7

2

5

8

4

1

9

6

6

4

1

3

9

2

8

5

7

8

5

9

1

6

7

2

3

4

7

6

8

2

4

5

9

1

3

1

2

5

6

3

9

7

4

8

9

3

4

7

1

8

6

2

5

2

9

7

4

5

6

3

8

1

5

1

6

8

2

3

4

7

9

4

8

3

9

7

1

5

6

2

Regolamento per i concorsi a premi pubblicati su «Azione» e sul sito web www.azione.ch I premi, tre carte regalo Migros del valore di 50 franchi, saranno sorteggiati tra i partecipanti che avranno fatto pervenire la soluzione corretta entro il venerdì seguente la pubblicazione del gioco. Partecipazione online: inserire la soluzione del cruciverba o del sudoku nell’apposito formulario pubblicato sulla pagina del sito. Partecipazione postale: la lettera o la cartolina postale che riporti la soluzione, corredata da nome, cognome, indirizzo del partecipante deve essere spedita a «Redazione Azione, Concorsi, C.P. 1055, 6901 Lugano». Non si intratterrà corrispondenza sui concorsi. Le vie legali sono escluse. Non è possibile un pagamento in contanti dei premi. I vincitori saranno avvertiti per iscritto. Partecipazione riservata esclusivamente a lettori che risiedono in Svizzera.


L’attesa può essere così dolce Prova le nostre novità

4.40

Folletto Mika Frey 75 g

a partire da 3 pezzi

30% Tutti i tè e le tisane (prodotti Alnatura esclusi), per es. Yogi Tea Classic, bio, 17 bustine, 3.40 invece di 4.80

4.40

Folletto Ida Frey 75 g

20% Tutte le palline Freylini Frey in sacchetto per es. Classics, 480 g, 8.40 invece di 10.50

Da tutte le offerte sono esclusi gli articoli M-Budget e quelli già ridotti. Offerte valide dal 31.10 al 6.11.2023, fino a esaurimento dello stock.


Settimanale di informazione e cultura

Anno LXXXVI 30 ottobre 2023

ATTUALITÀ

azione – Cooperativa Migros Ticino 23

La forza del franco svizzero I periodi di crisi fanno della nostra moneta un «bene rifugio» ma c’è anche il rovescio della medaglia

Contro l’isolamento di Israele Le difficoltà della diplomazia Usa in Medio Oriente e l’incubo del possibile allargamento del conflitto

Pagina 25

Pagina 27

Se la speranza non muore La lingua, la cultura possono favorire la riconciliazione tra ebrei e palestinesi?

Le stragi dei civili e la Jihad Quella di Hamas è una guerra per la supremazia islamica e gli innocenti continuano a soffrire

Pagina 29

Pagina 31

Contraddizioni e passi falsi di vincitori e vinti

Svizzera ◆ Riflessioni dopo le ultime votazioni federali: dalla sempre verde lotta dell’UCD contro l’immigrazione al fallimento delle politiche famigliari, passando dalle questioni sollevate dalla libera circolazione delle persone e dalle congiunzioni di lista

Potremmo chiamarla la vittoria dell’usato sicuro. L’UDC ha scaldato a fuoco intenso la sua classica pozione magica, un misto di immigrazione e di asilo, ed è riuscita a portare in tavola un robusto successo elettorale che la rafforza nel ruolo di primo partito svizzero. Nella fase di avvicinamento alle elezioni il partito di Marco Chiesa (nella foto) aveva provato ad animare la sua campagna anche con altri temi: la neutralità, l’opzione del nucleare nella transizione energetica, il potere d’acquisto e persino il contrasto alle cosiddette teorie gender, con l’appendice dell’agenda scolastica in Ticino. Ma poi gli strateghi democentristi hanno preferito ripiegare con decisione sul loro classico cavallo di battaglia: la pressione migratoria. Per l’UDC lottare contro l’immigrazione significa sostanzialmente denunciare l’accordo sulla libera circolazione delle persone, visto che per immigrazione intendiamo, nello specifico, la forza lavoro in arrivo dall’Unione europea. Per buona parte dell’economia questo afflusso non sembra però essere un guaio, visto che è costantemente alla ricerca di nuovi dipendenti. E che l’arrivo di manodopera è uno dei fattori che hanno permesso all’economia elvetica di continuare a crescere. Ma c’è l’altro lato della medaglia, di certo l’immigrazione rappresenta un problema di natura infrastrutturale: più case, più traffico e meno verde in agglomerati sempre più intasati. E genera anche un problema di concorrenza, quando chi arriva da fuori viene assunto al posto di un residente, accettando magari anche uno stipendio inferiore.

Ci sono volute ben cinque votazioni popolari per garantire alle donne un sostegno finanziario alla nascita di un figlio A ben guardare però l’immigrazione è anche la conseguenza di una serie di questioni irrisolte che accompagnano la politica elvetica da decenni e che possiamo ricondurre al grande capitolo della demografia. Tra queste c’è di certo la politica della famiglia. Dal «Dizionario storico della Svizzera» prendiamo in prestito questa frase: «La politica della famiglia svizzera è molto meno sviluppata rispetto a quella della maggioranza dei Paesi europei. Le spese sociali per la maternità e per le questioni famigliari sono nettamente inferiori alla media europea e per molte famiglie i figli costituiscono un accresciuto rischio di povertà». In altri termini, se le politiche famigliari fossero più robuste, le famiglie avrebbero qualche mezzo in

Keystone

Roberto Porta

più, e con ogni probabilità la natalità aumenterebbe. Mentre per le donne sarebbe più facile conciliare gli impegni famigliari con quelli lavorativi. Tutto questo comporterebbe un incremento di manodopera residente e un effetto diretto sull’immigrazione, che con ogni probabilità diminuirebbe. Nel corso degli ultimi decenni però in questo ambito si è fatto ben poco. Bastino due esempi. Nel nostro Paese la storia dell’assicurazione maternità assomiglia ad una corsa ad ostacoli, dagli anni 70 in poi ci sono volute ben cinque votazioni popolari per garantire alle donne un sostegno finanziario alla nascita di un figlio. In vigore dal 2005, l’attuale assicurazione maternità non può tuttavia essere considerata generosa, se paragonata a quella della maggior parte dei Paesi occidentali. Il diritto a un’indennità è garantito per sole 14 settimane e riguarda unicamente le donne che lavorano, a cui è garantito l’80% dello stipendio. In questo lungo percorso chi si è sempre opposto a questo sostegno alla maternità? Proprio l’UDC, e con essa una parte del mondo economico. Altro esempio, più recente. Nel marzo scorso il Consiglio nazionale ha varato un pacchetto da oltre 700 milioni di franchi per facilitare l’ac-

cesso agli asili-nido, rendendoli meno cari. Una misura voluta per migliorare la conciliabilità casa-lavoro e per permettere alle donne neo-mamme di accedere più facilmente ad un impiego, si tratta di persone residenti nel nostro Paese e non di manodopera in arrivo dall’estero. Ebbene al Consiglio nazionale chi ha bocciato questa proposta? L’UDC e con essa anche il PLR. Se per l’UDC la crescita dei figli è una questione da gestire soprattutto in famiglia, per i liberali radicali quello degli asili nido è un tema di competenza dei Cantoni, la Confederazione non ci deve mettere le mani, da qui la loro opposizione che non è però stata sufficiente per far naufragare il progetto. Tocca ora al Consiglio degli Stati discuterne. Certo, questa misura non può risolvere il problema dell’immigrazione, ma fa parte di un’impalcatura normativa che potrebbe servire a ridurne l’impatto e affrontare anche uno dei grandi assenti tra i temi di questa campagna elettorale: l’inverno demografico e il calo costante di nascite nel nostro Paese. Le contraddizioni e i passi falsi non mancano però neppure sull’altro fronte. Basti dire che i partiti borghesi moderati – PLR e Centro – e quelli di sinistra non sono mai riusciti in questi

decenni a strappare il tema dell’immigrazione dalle mani dell’UDC, anche se a volte su questo argomento hanno vinto delle votazioni popolari. Vittorie di tappa, che però sono rimaste tali e che non hanno mai portato ad una gestione meno conflittuale del fenomeno migratorio. Ma soprattutto questo fronte politico ha negli anni accettato il principio della libera circolazione delle persone, targato Unione europea, senza porre grandi condizioni, al di là delle misure di accompagnamento per contrastare il rischio di dumping salariale. Eppure qualche argomento per strappare a Bruxelles qualche concessione di sarebbe.

Le sfide nei prossimi anni sono tante, tra queste i costi della sanità, la transizione energetica, il clima e le pensioni Uno studio dell’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico, pubblicato di recente, indica che la Svizzera è oggi il Paese più toccato dalla libera circolazione delle persone, più di qualsiasi altro Paese membro dell’Ue, ad eccezione del Lussemburgo. Insomma siamo un

Paese non membro ma in questo ambito siamo più europei di tanti altri. Di certo questo argomento rimarrà al centro del dibattito politico anche nel corso della legislatura che sta per iniziare, insieme a tanti altri: i costi della sanità, la transizione energetica, il clima e le pensioni, solo per fare alcuni esempi. Tra i parlamentari c’è da sperare che nei prossimi quattro anni qualcuno vorrà far proprio perlomeno altri due temi. Il primo: tenere sotto controllo l’Ufficio federale di statistica affinché non ripeta «l’increscioso errore» nel conteggio dei risultati elettorali, emerso la settimana scorsa. Il secondo: battersi per l’abolizione delle congiunzioni di lista, e delle sotto congiunzioni. Accordi a volte programmatici, ma spesso soltanto di convenienza, che rendono opaco il nostro sistema democratico. Capita così, e succede anche in Ticino, di vedere candidati non eletti che hanno ottenuto diverse migliaia di voti in più di chi invece è riuscito a strappare il biglietto per Berna, perché favorito dalla congiunzione. La democrazia merita di meglio, questi giochi a tavolino dettati dagli strateghi di partito dovrebbero essere depennati. Finalmente.


20% di riduzione* su tutti i calendari dell‘Avvento CEWE con il codice 529756

Scopri come è facile creare calendari dell‘Avvento con foto personali

Pubbliredazionale

Suggerimento 1: foto personale

Suggerimento 2: design abbinati

Suggerimento 3: contenuto individuale

Con la tua foto su un calendario dell‘Avvento, farai illuminare gli occhi ancora prima di aprirlo. Scegli la versione con la stampa all’interno delle finestrelle per avere ancora più foto o messaggi personali.

Sono disponibili numerosi design professionali da personalizzare. Basta aggiungere la tua foto e il tuo calendario dell‘Avvento personale con un look natalizio è subito pronto.

Praline Ferrero, cioccolato kinder® o cioccolato Tony‘s Chocolonely con ingredienti del commercio equo e solidale: trova il contenuto che più si adatta al destinatario del regalo o scegli una variante senza cioccolato, ad esempio con un poster estraibile.

Scansiona ora e inizia subito:

Spedizione in filiale gratuita

Accumula punti CUMULUS

Comoda spedizione a casa

*Offerta valida fino al 13.11.2023 su tutti i calendari dell‘Avvento CEWE. Utilizzabile una sola volta per indirizzo e-mail. Non cumulabile.


Settimanale di informazione e cultura

Anno LXXXVI 30 ottobre 2023

25

azione – Cooperativa Migros Ticino

ATTUALITÀ

La forza e la stabilità del franco svizzero

Economia ◆ I periodi di crisi fanno della nostra moneta un «bene rifugio» ma c’è anche da considerare il rovescio della medaglia Ignazio Bonoli

Lo scorso 18 ottobre il franco svizzero toccava un nuovo primato nei confronti dell’euro. O, se volete, l’euro era sceso al livello più basso da sempre nei confronti del franco svizzero: valeva infatti solo 0,9449 franchi. Il primato precedente risale agli ultimi giorni del mese di settembre del 2022, quando l’euro era sceso a 0,9497.

Da tempo si vede comunque un generale indebolimento delle varie valute nei confronti del franco. Vi sono però momenti in cui il ribasso si accentua a causa di vari fattori. In primo luogo va considerata la storica forza del franco, dovuta alle prerogative svizzere: economia e politica stabili ed efficienti, enti pubblici ben organizzati, burocrazia contenuta nei confronti della maggior parte degli altri Paesi, soprattutto europei, e anche una politica monetaria credibile. Si aggiunga anche – per citare un caso recente – il modo con cui il Consiglio federale ha risolto il caso Credit Suisse. Ha infatti evitato l’allargarsi di una crisi finanziaria a livello mondiale e per questo è stato apprezzato a livello internazionale, forse più che in patria. Vi sono però momenti in cui la domanda di franchi svizzeri sui mercati internazionali aumenta. In tempi recentissimi possiamo considerare tali la guerra in Ucraina e più ancora lo scoppio del conflitto in Medio Oriente, entrambi accompagnati anche da un aumento dei tassi di interesse pagati sul franco svizzero. Talvolta anche qualche grossa crisi valutaria contingente a un singolo Paese o a un’area monetaria. Sono momenti in cui il franco diventa il classico «bene rifugio», a cui si ricorre per cercare di salvare il valore dei propri investimenti. Ma recentemente il franco svizzero ha avuto al-

Keystone

Il franco svizzero nella funzione di «bene rifugio» ha precisi limiti dovuti alle dimensioni della Svizzera anche in campo monetario

tri due sostegni importanti e cioè una migliore rimunerazione anche sui titoli obbligazionari e la dichiarazione del presidente della Banca nazionale che confermava l’intenzione dell’istituto di ridurre le enormi riserve in valuta estera, cedendole sui mercati contro franchi svizzeri. Da tempo sappiamo anche che il franco è ormai diventato il mezzo migliore per non importare inflazione e lo dimostra il fatto che, in Svizzera, il tasso di inflazione è inferiore al 2% (obiettivo di tutte le banche centrali) mentre in Europa è ancora superiore al 4%. Come sempre vi è però anche il rovescio della medaglia: nel caso specifico un aumento dei prezzi delle esportazioni svizzere, oltretutto in un periodo in cui le economie di quasi tutti i Paesi stanno rallentando. Talvolta, comunque, con il correttivo di una diminuzione dei prezzi delle materie prime e dei prodotti semi-lavorati da importare. Effettivamente

il fattore determinante per le imprese esportatrici è piuttosto la congiuntura e la domanda dei Paesi importatori. Oltre al dollaro – che in certe circostanze, e tenuto conto della con-

giuntura americana, è a sua volta un «bene rifugio» – in momenti politicamente difficili, come quello che stiamo vivendo, anche l’oro vede fortemente aumentare la domanda. Dopo

Svalutazione di alcune monete rispetto al franco svizzero in 20 anni Yen giapponese

60,8% Dollaro americano

42,6%

Corona norvegese

57,0%

40,2%

Sterlina inglese

56,8% Euro

39,8%

Corona svedese

55,7% Dollaro canadese

39,0%

Corona danese

aver superato in primavera il limite dei 2000 dollari l’oncia, il dollaro ha perso progressivamente terreno fino a scendere poco sopra i 1800 dollari l’oncia. Al momento dello scoppio del conflitto in Medio Oriente l’oro è subito salito sopra i 1950 dollari e continuerà probabilmente ad aumentare il suo valore, in parallelo con le tensioni geopolitiche del momento. D’altro canto il franco svizzero nella funzione di «bene rifugio» ha precisi limiti dovuti alle dimensioni della Svizzera anche in campo monetario. Non va infatti dimenticato che il 70% della capitalizzazione globale dei mercati borsistici è espressa in dollari e che i prezzi di alcuni prodotti (primo fra tutti il petrolio) sono fissati in dollari americani. Se però anche il dollaro, per motivi economici o anche politici, è soggetto a pressioni, la domanda di franchi aumenta e spinge verso l’alto le quotazioni del franco rispetto alle altre valute. Determinante, anche a lunga scadenza, è spesso il differenziale dei tassi di inflazione tra la Svizzera e gli altri Paesi. Sotto questo aspetto anche il franco svizzero, dopo una fase di forte apprezzamento tra il 2007 e il 2021, è rimasto molto stabile. Così anche la decisione improvvisa della Banca nazionale svizzera, nel 2015, di abbandonare la difesa contro una troppo forte rivalutazione del franco sull’euro ha avuto effetti limitati. Dopo qualche giorno di forti oscillazioni le quotazioni del franco hanno ritrovato una buona stabilità. Uno sguardo sull’andamento delle varie valute negli ultimi vent’anni (dati del 15 ottobre 2023), rispetto al franco svizzero, mostra tassi di svalutazione che vanno da un minimo del 34,2% per il dollaro della Nuova Zelanda a un massimo del 60,8% per lo yen giapponese, passando per il dollaro americano con il 42,6% e l’euro con il 39,8% (vedi tabella). Anche questa una conferma della forza intrinseca del franco, ma anche della sua stabilità nel tempo, che ne fanno i motivi principali della sua ricercatezza. Annuncio pubblicitario

Valida venerdì 3 e sabato 4 novembre 2023

20% su tutti gli champagne e gli spumanti

Sono esclusi online specials e singole bottiglie con adesivo giallo di sconto. Non cumulabile con altri buoni.


Vitamine a solo 1 franco 1.– Patate resistenti alla cottura Svizzera, sacchetto da 1 kg

1.– Mele Gala Svizzera, vaschetta, 500 g

1.– Mandarini Spagna, rete da 1 kg

Da tutte le offerte sono esclusi gli articoli M-Budget e quelli già ridotti. Offerte valide dal 31.10 al 6.11.2023, fino a esaurimento dello stock.


Settimanale di informazione e cultura

Anno LXXXVI 30 ottobre 2023

27

azione – Cooperativa Migros Ticino

ATTUALITÀ

Contro l’isolamento di Israele

Medio Oriente ◆ Gli sforzi della diplomazia americana per impedire l’allargamento del conflitto e un ulteriore rafforzamento dell’influenza iraniana nell’area. Mentre vari esperti Usa s’interrogano sulla capacità di Tel Aviv di gestire le incognite del futuro Federico Rampini

L’America di Joe Biden è costretta a occuparsi della «seconda guerra» – in Medio Oriente dopo l’Ucraina – con almeno tre priorità: aiutare Israele a difendersi; evitare l’allargamento del conflitto; impedire un ulteriore rafforzamento dell’influenza iraniana nell’area. È una strada tutta in salita, il mondo arabo dal 7 ottobre è diventato un interlocutore più difficile per la diplomazia americana. È un’operazione tanto più complessa in quanto molti altri attori sembrano avere l’obiettivo contrario: espandere l’area dei combattimenti, possibilmente trascinandovi gli stessi Stati Uniti. In questo senso si possono interpretare diversi recenti eventi tra cui un vertice Iran-Hamas, i ripetuti lanci di missili da parte degli Hezbollah dalle basi libanesi e siriane, il coinvolgimento delle milizie Huti yemenite. Ripetuti lanci di missili e attacchi di droni hanno preso di mira le stesse forze americane nell’area, quasi a volerne provocare la risposta. Sul fronte diplomatico, la tournée che ha impegnato il segretario di Stato americano, Antony Blinken, ha avuto tra le sue finalità il tentativo di salvare la coalizione araba moderata che è stata uno dei bersagli collaterali dell’offensiva di Hamas contro Israele. Egitto e Giordania anzitutto, cioè i due Stati confinanti con Israele che furono i primi a normalizzare le loro relazioni con Tel Aviv. Poi i firmatari degli accordi di Abramo del 2020, cioè Emirati, Bahrein, Marocco e Sudan. Infine Arabia saudita e Qatar. Questi erano stati i protagonisti di un disgelo con Israele che sembrava avere enormi potenzialità di distensione e pacificazione dell’area, ma era inviso all’Iran che ne sarebbe risultato isolato. La sindrome dell’accerchiamento degli ayatollah, che vedevano con orrore la possibile saldatura tra un cordone sunnita moderato e Israele, è stata una delle motivazioni dietro le stragi del 7 ottobre tra i civili israeliani. Lo shock ha avuto l’effetto desiderato da Teheran: di fronte alla risposta militare di Tel Aviv è subito scattato nel mondo arabo – in particolare nelle piazze – un riflesso automatico di solidarietà con i palestinesi e di odio verso Israele. Le classi dirigenti arabe moderate hanno dovuto ripiegare sulle posizioni tradizionali. Il processo di pace rischia di fare un balzo all’indietro di decenni. Di qui lo sforzo di Blinken di «ricucire» un ampio fronte di partner che va ben oltre Benjamin Netanyahu, ed evitare così un isolamento di Israele. Quanto sia reale il rischio d’isolamento lo si è visto anche dalla scesa in campo del leader turco Erdogan in favore di Hamas, e dalle parole del segretario generale Onu. Quando Antonio Guterres ha detto che l’offensiva di Hamas «non è avvenuta nel vuoto» bensì nel contesto di «56 anni di occupazione», è caduto in una grave forzatura e inesattezza storica, ma al tempo stesso ha rispecchiato i rapporti di forze a Palazzo di vetro. Le Nazioni unite, dove il Grande sud globale è predominante, esprimono una maggioranza filo-palestinese. Guterres, da esperto navigatore della politica internazionale, ha anche registrato una certa distanza tra Biden e Netanyahu. L’invio in Israele da parte del Pentagono del generale Glynn, i tanti altri suggerimenti e avvertimenti che la Casa Bianca e il National Security Council fanno trapelare a mezzo stampa, non sono episodi di ordina-

Il segretario di Stato americano, Antony Blinken, a destra, e il ministro della Difesa israelianoYoav Gallant. (Keystone)

ria amministrazione. Segnano una delle anomalie di questa guerra, che fin dall’inizio con l’attacco a sorpresa di Hamas ha logorato il prestigio dell’intelligence e delle forze armate israeliane. L’alleanza fra Washington e Tel Aviv è una costante geopolitica dal 1947 (fondazione dello Stato d’Israele) e soprattutto dal 1967 (Guerra dei sei giorni) in poi. Fra alleati è normale scambiarsi informazioni e consigli; a maggior ragione se uno dei due è in stato di assedio permanente e l’altro esercita storicamente un’influenza strategica in Medio Oriente.

Israele sconta una caduta di credibilità legata anzitutto a Netanyahu. Sono troppi gli errori che gli vengono addebitati In tempi normali, però, gli aiuti e le consultazioni reciproche avvengono sotto traccia, con discrezione. Oggi invece assistiamo a un’Amministrazione Biden che esibisce sui media di mezzo mondo il suo ruolo di supplenza, con indiscrezioni quasi umilianti per l’alleato. Invia un generale il cui compito esplicito è quello di «spiegare» ai suoi colleghi israeliani tutte le incognite di una guerra urbana a Gaza, distillando le lezioni che gli americani appresero in Iraq. Sui media americani abbondano le fughe di notizie, ispirate dalla Casa Bianca o dal Pentagono, sul pericolo che la risposta militare di Israele sia «emotiva, vendicativa, priva di una strategia di lungo termine». Vari esperti Usa che hanno legami con l’attuale Amministrazione si chiedono ad alta voce se il Governo e le forze armate di Tel Aviv abbiano un piano che contempli il secondo, terzo, quarto capitolo di questa vicenda dopo l’iniziale offensiva contro Hamas. S’interrogano se siano calcolate tutte le implicazioni strategiche di un eventuale allargamento del fronte a Hezbollah in Libano, o all’Iran. Si preoccupano che Israele non stia incorporando nella sua strategia la necessità di ricucire un fronte di Paesi arabi quasi-amici, che va dall’Arabia saudita agli Emirati al Qatar, includendo naturalmente Egitto e Giordania. Tutto questo avviene non in un dibattito a porte chiuse fra Joe Biden, Anthony Blinken e il gabinetto di guerra presieduto da Benjamin Netanyahu, bensì in una sorta di

processo pubblico a priori su quel che Israele farà. Israele sconta una caduta di credibilità legata anzitutto a Netanyahu. Sono troppi gli errori che gli vengono addebitati, e lui non ha mai fatto nulla per rispondere alle critiche che gli venivano dai democratici Usa: anzi, fin

dai tempi di Barack Obama si è mosso come se negli Stati Uniti esistesse solo il partito repubblicano. Il suo asse preferenziale con Donald Trump è una macchia che si aggiunge a tante altre. In quanto alla Cia e al Pentagono, si chiedono se la proverbiale efficienza dei servizi segreti e dei milita-

ri israeliani non siano stati intaccati in modo grave proprio dalla lacerazione della società civile provocata da Netanyahu. Infine la Casa Bianca è preoccupata anche dalla sorte degli ostaggi americani e vorrebbe tenere attiva qualche linea di comunicazione con Hamas (soprattutto attraverso il Qatar) per la loro liberazione. Più di ogni altra cosa, nella «disistima» che trapela dalle tante fughe di notizie pilotate da Washington, traspare l’acuta consapevolezza della posta in gioco globale. La squadra di Biden prende sul serio il rischio che un asse anti-occidentale composto da Cina, Russia, Iran e Corea del Nord, possa avere in serbo altri conflitti. La Casa Bianca pensa che il disgelo Israele-Arabia saudita – e con esso l’immenso potenziale di pacificazione del Medio Oriente – possa ancora essere salvato, se la controffensiva a Gaza viene mantenuta entro dei limiti accettabili per le leadership arabe moderate. L’Amministrazione Biden teme la solitudine. Osserva quanto la causa palestinese stia avvicinando ancor più di prima il Grande sud globale alla sfera d’influenza di Cina, Russia, Iran. Constata che nel caso dell’Ucraina riuscì a organizzare una risposta abbastanza coesa e coerente degli europei, mentre in Medio Oriente l’Europa è irrilevante. Annuncio pubblicitario

INNOVAZIONE ANTI-AGE BAKUCHIOL L’alterna tiv & delica a ef fi cace ta al ret in Bakuchio olo: l

20x CUMULUS

Nuovo

20x CUMULUS

27.95

Siero Cellular Expert Lift a 3 zone

Nuovo

30 ml

2.90

Maschera in tessuto Hydration Boost 1 pz.

Da tutte le offerte sono esclusi gli articoli già ridotti. Offerte valide solo dal 31.10 al 13.11.2023, fino a esaurimento dello stock


Volersi bene e risparmiare con Axe e Rexona conf. da 2

conf. da 2

25% 7.40

invece di 9.90

25% Axe deodoranti aerosol 2 x 150 ml, Africa

4.40

invece di 5.90

Rexona Men deodoranti aerosol 2 x 150 ml, Cobalt Dry

conf. da 3

conf. da 2

33% 25% 6.95

invece di 10.50

25% Axe Shower Gel 3 x 250 ml, Epic Fresh

3.50

invece di 4.70

Rexona Men deodoranti Roll-On 2 x 50 ml, Cobalt Dry

Da tutte le offerte sono esclusi gli articoli già ridotti. Offerte valide solo dal 31.10 al 13.11.2023, fino a esaurimento dello stock

20%

Raccogli i punti ora

su sci, snowboard e protezioni, incl. bambini*

*incl. sci di fondo, caschi/occhiali per gli sport invernali, scarponi da sci e snowboard, escl. abbigliamento. Offerta valida dal 31.10 al 13.11.2023, fino a esaurimento dello stock.

W I N T E R


Settimanale di informazione e cultura

Anno LXXXVI 30 ottobre 2023

29

azione – Cooperativa Migros Ticino

ATTUALITÀ

La cultura può avvicinare ebrei e palestinesi

Dibattiti ◆ In un momento in cui la guerra sembra azzerare le speranze, qualche idea per porre le basi di un futuro comune Sarah Parenzo

Insieme agli slogan antisemiti volgarmente sbandierati nelle piazze di tutto il mondo, uno dei risvolti più dolorosi e preoccupanti del conflitto in corso tra israeliani e palestinesi è quello della repressione del dissenso operata dal Governo e dalle istituzioni israeliane con mezzi estremamente duri. A farne le spese nelle ultime settimane sono i palestinesi di cittadinanza israeliana, ai quali si sta progressivamente togliendo non solo la parola, ma anche il diritto allo studio e al lavoro, mentre gli arresti sono sempre più frequenti insieme alla minaccia di revoca della cittadinanza. Nel frattempo, mentre la polizia promette di deportare a Gaza chi osi manifestare anche solo empatia verso i civili della controparte, le università affiancano tristemente gli estremisti religiosi nella caccia alle streghe per depurare i ranghi da eventuali intellettuali ingrati e traditori della patria.

Ma l’ebreo può davvero ignorare l’altro, il palestinese? Istantanea da Gaza. (Keystone)

Ai palestinesi di cittadinanza israeliana si sta togliendo non solo la parola, ma anche il diritto allo studio e al lavoro Penalizzate dal maccartismo sono ovviamente anche le poche iniziative di partnership arabo-israeliane che rifiutano di arrendersi all’orrore e insistono nel perseguire una soluzione politica di pacifica convivenza. Giovedì sera, ad esempio, avrebbe dovuto tenersi un incontro a Haifa con la partecipazione di Avraham Burg, ma è stato annullato poche ore prima su esplicita richiesta della polizia. C’è chi sostiene che l’identità ebraica israeliana si basi su meccanismi di repressione e negazione, come, per esempio, la negazione della tragedia della Nakba o del ruolo svolto da quest’ultima nella formazione della memoria collettiva israeliana. Ma l’ebreo può davvero ignorare l’altro, il palestinese? Analizzando la possibilità concreta di coesistenza tra ebrei e arabi in termini di uguaglianza e interdipendenza, ma anche di riconoscimento delle reciproche differenze e specificità, la studiosa Judith Butler ritiene che la comunicazione sia la condizione necessaria della coesistenza e, affinché sia possibile comunicare, è necessario un atto di traduzione nel rispetto dei principi dell’etica. In attesa di tempi migliori per mettere in pratica i suggerimenti di Butler, possiamo tuttavia tenerci in esercizio ricorrendo al terzo spazio interculturale per eccellenza, ovvero quello letterario. Nel suo roman-

zo La sposa liberata (Einaudi 2002) lo scrittore israeliano Avraham B. Yehoshua cerca di recuperare le comuni radici mediterranee di ebrei e palestinesi proponendo un’attività culturale congiunta che vede come protagoniste proprio le due lingue semitiche e la traduzione dall’una all’altra. Nel corso della trama Yehoshua accompagna il lettore tra festival letterari, concerti, rappresentazioni teatrali, congressi universitari, conferenze e simposi, facendo dell’arena culturale lo strumento privilegiato per favorire la conoscenza reciproca tra israeliani e palestinesi nel rispetto delle diversità.

Bisogna lasciare andare il passato per porre le basi di un futuro comune, anche se un simile futuro sembra essere più lontano che mai

donna. Il testo viene tradotto in arabo contemporaneo, mettendo così l’ebraico e l’arabo sullo stesso piano in rapporto allo yiddish, lingua morta rappresentante della passata diaspora.

più lontano che mai, abbiamo il dovere di continuare a sognarlo anche a costo di sembrare ridicolmente idealisti, pena la perdita della speranza e dell’umanità. Annuncio pubblicitario

ANTI-AGE POWER

Quello che è forse il momento più significativo del romanzo si svolge presso un centro di Ramallah dove i protagonisti assistono ad una rappresentazione della commedia The Dybbuk di S. Ansy, celebre autore del teatro yiddish degli inizi del Novecento. La scena è piena di inversioni di significato: si tratta infatti di una commedia ebraica messa in scena da arabi che invertono anche i ruoli di uomo e

riduce le macc pigmenta hie te & le rughe profonde

20x

Attacco via terra di Israele Nella mattinata di giovedì scorso forze di fanteria e mezzi blindati israeliani hanno eseguito un’incursione terrestre nel settore nord di Gaza (il giornale va in stampa venerdì). «L’operazione rientra nei nostri preparativi per la prossima fase della guerra», ha dichiarato ai media il portavoce militare dello Stato ebraico Daniel Hagari. Nel corso dell’operazione, durata alcune ore, i soldati «hanno ucciso terroristi e distrutto infrastrutture terroristiche di Hamas. Hanno disinnescato ordigni e neutralizzato imboscate. Il tutto per preparare il terreno alle prossime fasi della guerra». Al

Tale escamotage allude chiaramente alla necessità di lasciare andare il passato per porre le basi di un futuro comune e proprio in giorni come questi, in cui un simile futuro sembra essere

CUMULUS

termine dell’attacco le forze israeliane hanno lasciato l’area, ha precisato Hagari, «senza aver subito perdite di vite umane». Secondo il portavoce militare, Hamas starebbe impedendo alla popolazione di dirigersi al sud della Striscia. Hagari ha diffuso il contenuto di una telefonata, registrata, tra un ufficiale dell’intelligence dell’esercito di Israele e un residente della Striscia di Gaza nella quale questi conferma i posti di blocco messi in atto da Hamas per impedire i movimenti dei civili, nonostante gli inviti dell’esercito stesso ad evacuare l’area. / Red.

Nuovo FPS

Nivea Men Anti-Age 29.95 Power Luminous Crema Idratante 50 ml

Da tutte le offerte sono esclusi gli articoli già ridotti. Offerte valide solo dal 31.10 al 13.11.2023, fino a esaurimento dello stock


Semplicemente buono

25% 9.75

invece di 13.–

Pasta fresca Garofalo in maxi confezione p. es. Garofalo ravioli ricotta e spinaci, 500 g

Da tutte le offerte sono esclusi gli articoli già ridotti. Offerte valide dal 31.10 al 6.11.2023, fino a esaurimento dello stock.

Prezzi imbattibili del weekend

Solo da questo giovedì a domenica

30% 13.65

invece di 19.50

30% 10.45

invece di 14.95

30% 7.55

invece di 10.80

Monini GranFruttato 500ml Olio d’Oliva Extra Vergine 100% italiano

Fino a esaurimento dello stock. Da tutte le offerte sono esclusi gli articoli già ridotti.

Monini Classico 1l Olio d’Oliva Extra Vergine 100% italiano

30% 10.45

invece di 14.95

Monini Delicato 1l Olio d’Oliva Extra Vergine 100% italiano

Monini Bios 750 ml Olio d’Oliva Extra Vergine 100% italiano Bio


Settimanale di informazione e cultura

Anno LXXXVI 30 ottobre 2023

31

azione – Cooperativa Migros Ticino

ATTUALITÀ

La strage degli innocenti e la Jihad

Prospettive ◆ Quella di Hamas è una guerra per la supremazia islamica e i civili continuano a soffrire

di Paolo A. Dossena

Francesca Marino

Lo scorso 7 ottobre in una bella mattina di sole Hamas, che non è un «gruppo combattente» o «di resistenza» ma un’organizzazione terroristica, ha invaso la zona sud di Israele, via terra e via cielo con un contingente di miliziani in deltaplano. Ammazzando più di 1400 persone. Quasi tutti civili, quasi tutti disarmati. Ragazzi che ballavano a un rave, per la maggior parte volontari addetti agli aiuti umanitari nella vicina Gaza. Famiglie intere, anziani, bambini. Massacrati, decapitati, torturati, bruciati vivi nelle loro case mentre i miliziani di Hamas filmavano per inviare i video alle loro madri e ai loro padri che dovevano essere fieri di loro. Cartoline dall’inferno, si chiamano. Duecentoventi persone sono poi state prese e trascinate come trofeo a Gaza. Alcuni ostaggi sono ultranovantenni, sopravvissuti ai campi di concentramento nazisti. Alcuni hanno solo pochi mesi e chissà se sono ancora vivi. La storia prosegue con l’attacco di Israele alla striscia di Gaza, attacco che mira a sradicare una volta per tutte Hamas, che è al Governo di Gaza dal 2006, dopo il ritiro di Israele dalla Striscia. Hamas che non è un partito politico, è bene ribadirlo ancora, ma un’organizzazione terroristica che ha come scopo nel suo statuto la distruzione dello Stato di Israele, la creazione di un califfato islamico e l’implementazione della Sharia (la legge islamica) nell’area geografica e nel resto del mondo. Uno statuto simile a quello di altre organizzazioni jihadiste, dall’Isis ad Al Qaeda alla Lashkar-e-Toiba. Hamas governa Gaza dal 2006, dunque. E su Gaza piovono ogni anno aiuti umanitari per miliardi di dollari da tutto il mondo. Però Gaza non ha acquedotti né centrali elettriche, né scuole né ospedali né tantomeno posti di lavoro. Luce e acqua vengono fornite da Israele, così come la maggior parte dei posti di lavoro. Le scuole e gli ospedali sono a carico delle organizzazioni internazionali: perché Hamas usa il denaro dell’Occidente per costruire razzi, per rifornirsi di armi e per fare abitare al Four Season di Doha i suoi ideologhi. Sotto Gaza c’è una città sotterranea da cui, come ratti, i terroristi escono per massacrare civili. Israeliani o palestinesi, non fa differenza. Israele bombarda Gaza, mentre Netanyahu avverte «ci stiamo preparando per l’attacco di terra»

Fra i Libri

Un militante di Hamas a Gaza, dove manca ormai tutto tranne razzi e munizioni. (Keystone)

(quando andava in stampa il giornale non era ancora partito), avvertendo i civili di evacuare alcune zone: Hamas impedisce ai suoi di andarsene, perché ogni bambino morto, ogni civile ucciso dai bombardamenti diventa moneta di scambio per i terroristi. Chi scrive ha visto la stessa strategia messa in atto in giro per il mondo da ogni gruppo terrorista di matrice islamica.

L’onore di diventare martire Nulla di nuovo, nulla di diverso dalla Siria, dall’Afghanistan, dall’Iran. Per i loschi figuri della Jihad internazionale, donne comprese, diventare un martire è un onore e un vanto. L’Iran ha finanziato e finanzia Hamas e i degni compari libanesi Hezbollah. L’Iran, che sta reclutando in Afghanistan e in Pakistan jihadisti da mandare a combattere a Gaza: e poco importa che tra sunniti e sciiti ci sia poca empatia. L’odio per gli ebrei accumuna entrambi, ed è più forte al momento delle differenze settarie. Ebrei, volutamente, e non israeliani. Perché chiunque pensi che questa guerra non sia una guerra di religione si sbaglia di grosso. Chiunque pensi che l’internazionale della jihad e della supremazia islamica non abbia nulla a che vedere con il massacro perpetrato da Hamas,

si sbaglia di grosso. Quella di Hamas non è una guerra di libertà, non è una guerra di liberazione. È una guerra per la «soluzione finale» e per la supremazia islamica. Di cui noi siamo in un certo senso complici. Tra quelli che sfilano in Europa, in Canada e negli Stati Uniti, molti non domandano la liberazione dei palestinesi e la fine del massacro di civili. Altrimenti marcerebbero chiedendo il rilascio degli ostaggi e la consegna dei capi di Hamas. Tra i manifestanti di Londra tanti inneggiavano alla Jihad e allo sterminio degli infedeli sventolando bandiere dell’Isis e dell’Hizbul-Tahrir (altro gruppo terrorista). E non capire l’arabo o l’urdu non è una scusante per quelli che, come il leader dell’opposizione Jeremy Corbyn, marciavano alla testa del corteo. A Bologna una ragazza avvolta in quel sudario nero chiamato hijab, sventolava un cartello che diceva testuale: «Incontrerete di nuovo Hitler all’inferno». A Berlino alcuni pacifici rappresentanti della «religione di pace» hanno scatenato risse in vari punti della città. In Francia alcune persone sono state accoltellate. Una donna rabbino è stata uccisa in America. Eppure nessuno ha detto nulla. Anzi. Le più prestigiose università del mondo emettono comunicati in favore di Hamas, così come divi di Hollywood

e intellettuali. A New York sfilano i «queer for Palestine» che equiparano la lotta di Hamas alla lotta dei neri per i diritti civili: qualcuno dovrebbe informarli che in Palestina gli omosessuali li buttano giù dai palazzi, ma va bene così. Perché tanto non avrebbe effetto. E mentre in tutto l’Occidente spira un forte vento di antisemitismo, quell’antisemitismo che credevamo scomparso, mentre perfino Fausto Bertinotti viene riesumato in Italia per dire che la sinistra non è mai stata antisemita; anche i portavoce della Casa Bianca si preoccupano di sottolineare che «l’islamofobia non è tollerata a Washington». Sfiliamo per Hamas, chiedendo a gran voce che a Gaza vengano inviati non soltanto cibo e medicine ma anche carburante per ragioni umanitarie. Perché a Gaza manca ormai tutto, vero. Tutto, tranne i razzi, tranne le munizioni. Perché Hamas ha fatto scorta di armi, ma non di acqua e cibo per i civili. Manca il carburante per far funzionare i generatori degli ospedali, ma non quello per continuare a lanciare razzi dai cortili degli ospedali suddetti e delle moschee. E a noi mancano ormai il senso critico e la forza per indignarsi ancora: per i civili massacrati, per i bambini morti, per i bambini di Gaza e per quelli israeliani. E per ricordarci di cosa significa davvero la parola libertà.

Dalle riviste «Domino» e «Limes» ai saggi sul web La crisi dello Stato israeliano, politica e sociale, è stata analizzata da due riviste specializzate di altissimo livello già nell’aprile scorso: «Domino» (di Dario Fabbri) e «Limes» (diretto da Lucio Caracciolo, collaboratore di «Azione»). La prima aveva proposto un’analisi profetica dal titolo Se brucia Israele; la seconda: Israele contro Israele. Le due riviste si trovano d’accordo nel ritenere che Israele sia attraversato da una vasta crisi politico-istituzionale che, come dimostrato dalla nuova guerra cominciata il 7 ottobre, sembra essersi estesa agli apparati militari e di intelligence. Le pubblicazioni citate si concentrano sulle vistose spaccature che dividono la società israeliana. Il problema principale è ritenuto essere l’atteggiamento del premier Netanyahu, con il suo tentativo di alterare i rapporti di forza tra i poteri dello Stato a favore di sé stesso (e della sua risicatissima maggioranza di Governo, ritenuta di estrema destra) e a sfavore degli organi giudiziari. Leggendo queste riviste è forse possibile trarre delle conclusioni, che sono suggerite anche da un nuovo tipo di editoria indipendente. La premessa è che sono finiti i bei tempi nei quali una pubblicazione era ritenuta senza qualsiasi valore se priva del codice ISBN (International Standard Book Number) che identifica in modo univoco un libro e il suo editore. Oggi chiunque può produrre una pubblicazione elettronica in formato pdf o in formato kindle e venderla su Amazon, Ebay e simili. Sul web si trova una quantità impressionante di titoli in tutte le lingue sull’attuale conflitto Hamas-Israele, usciti fin dal primo giorno delle ostilità (costano da 0 a 7 euro). Nel calderone si trovano diversi scritti di pura propaganda o sensazionalismo e pubblicazioni senza valore. I saggi di un qualche valore (anch’essi editi in proprio da numerosi sconosciuti) sembrano concordi nell’identificare tra le cause del conflitto la crisi interna israeliana (della quale i nemici dello Stato hanno approfittato) e le condizioni di vita nella Striscia di Gaza. Gli abitanti di questo corridoio lungo 20 chilometri e sovraffollato vivono circondate e senza possibilità di movimento in condizioni economiche, sanitarie e igieniche disperate. Il suggerimento? Rendere dignitose le condizioni di vita a Gaza e si taglierebbe la testa al serpente del terrorismo. Annuncio pubblicitario

Nuovi da Garnier

20x

20x


Per i tuoi attimi di felicità Scopri ora le novità

PET COM EN

Novità

IN CURE

DA L

TURALI NA

ZA

Su prodotti Kneipp® scelti

18 9 1

(confezioni multiple, confezioni da viaggio e set natalizi esclusi) per es. Olio-latte da bagno bifase Argan & latte d’avena, 250 ml, 8.95

Da tutte le offerte sono esclusi gli articoli già ridotti. Offerte valide solo dal 31.10 al 13.11.2023, fino a esaurimento dello stock

Ora in azione The Taste of Fun!

conf. da 10

43% Su selezionati prodotti Capri-Sun per es. Capri-Sun Multivitamin, 10 x 200 ml, 3.35 invece di 5.95

Da tutte le offerte sono esclusi gli articoli già ridotti. Offerte valide solo dal 31.10. al 6.11.2023, fino a esaurimento dello stock

e s so Con c omplt e - olio at l e l a t e g e v


Settimanale di informazione e cultura

Anno LXXXVI 30 ottobre 2023

CULTURA

azione – Cooperativa Migros Ticino 33

Bellezze al Louvre Tra i tesori conservati nel museo di Parigi c’è la Pisside di al-Mughira, capolavoro intagliato in avorio dell’Islam classico risalente al X secolo

Revival dei film muti e in bianco e nero Intervista a Jay Weissberg, direttore artistico delle Giornate del cinema muto di Pordenone che fa il punto sull’attualità del cinema d’antan

Robert Kovalsky e il suo violino In attesa del concerto dell’OSI al LAC il 9 novembre abbiamo intervistato il primo violino Robert Kovalsky che sarà solista in Anahit

Pagina 35

Pagina 37

Pagina 39 ◆

Emil e Herbert, una storia di colori e amicizie

Mostra ◆ La Fondazione Braglia espone uno accanto all’altro Nolde e Beck, i due maestri dell’espressionismo tedesco Natascha Fioretti

«Nolde usava una carta giapponese molto sottile, mio padre usava una carta molto forte, densa che gli permetteva di dipingere più in grande e in modo più espressivo» Da Berlino a Lugano, qualche anno dopo, ritroviamo Emil Nolde alla Fondazione Braglia, questa volta però in compagnia di un altro maestro tedesco espressionista che in Nolde trovò grande ispirazione: Herbert Beck, definito l’esperto dell’acquerello della sua generazione. Non a caso la mostra è dedicata alla forza del colore che i due erano in grado di imprimere alle loro tele. Si incontrarono una volta sola, nel 1952 alla Galerie Commeter di Amburgo e per pochi minuti ma per Beck, allora trentaduenne, l’incontro con il maestro nato nel 1867, quindi di tutt’altra generazione, fu una folgorazione. Lui stesso nel 2010 in un’intervista alla Deutsche Welle disse: «I suoi potenti colori ad acquerello sono per me ancora oggi un modello». A suo figlio Michael Beck, classe 1963, gallerista, presente all’inaugurazione della mostra qui a Lugano qualche settimana fa, chiedo se suo padre – che nel 1935 fu espulso dalla Hitlerjugend – sarebbe contento oggi di vedere le sue opere esposte accanto a quelle di Nolde. «Assolutamente. La mostra berlinese ci ha aperto gli occhi, ha fatto luce sulla leggenda dell’artista degenerato che si diffuse dopo la guerra. Ma mio padre questo momento non l’ha vissuto, non c’era quando, documenti alla mano, è stato provato che Nolde era un grande simpatizzante nazista e antisemita. La sua ammirazione per Nolde era puramente artistica, voleva carpire il suo segreto, comprendere le

© Foto B&E; Collezione privata

Ricordo come fosse ieri la mostra allestita all’Hamburger Bahnhof di Berlino, museo di arte contemporanea, dedicata a Emil Nolde. Era il 2019, la mostra si intitolava Emil Nolde – Eine deutsche Legende. Der Künstler im Nationalsozialismus. Un tripudio di colori. Che fascino emanavano quei paesaggi nordici e quei fiori (penso ai suoi girasoli, alle distese di cielo infuocate, quasi violente, con i mulini a vento sullo sfondo). Poi, guardando meglio, era la prima volta che un’esposizione indagava le simpatie del maestro espressionista tedesco per il nazionalsocialismo. Volendo, un paradosso, visto che Emil Nolde è probabilmente l’artista «degenerato» più famoso, a nessun altro i nazisti confiscarono così tante opere. Partendo da qui la mostra berlinese si proponeva dunque di indagare come la sua arte e il suo lavoro artistico fossero stati influenzati dal nazionalsocialismo.

sue grandiose capacità espressive nel dipingere a colori». Le opere esposte alla Fondazione Braglia sono raggruppate e accostate per capitoli tematici: i paesaggi al primo piano (nell’immagine l’opera Espressive Landschaft del 2008, acquerello su carta fatta a mano), poi salendo le infiorescenze, i volti espressivi, le coppie (era caro a Nolde il tema del dualismo uomo e donna, piacere e sofferenza, divinità e demoni). Quindi gli schizzi e le miniature che Beck realizzò nel suo atelier a Tegernsee e poi le sue opere più apocalittiche. Queste, in particolare, raccontano come al di là dell’affinità pittorica e cromatica, la posizione di Beck nei confronti della guerra e delle esperienze vissute fosse profondamente diversa da quella di Nolde. «Mio padre si è continuamente confrontato con questi temi, la crudeltà dell’uomo e della guerra, le domande esistenziali, cosi come ha fatto nella serie Faces of the World». Ritratti di volti a cui Beck lavorò per sei anni, uno studio delle espressioni umane che come lui stesso disse in occasione della sua mostra alla Art Mia Foundation a Pechino «è ciò che abbiamo di più importante, lo sguardo allo specchio, il nostro volto». Chiedo a Michael se è vero che suo padre spesso era deluso dal fatto che le persone amassero di più i suoi paesaggi e i suoi fiori e prestassero meno attenzione ai quadri più cupi – penso a Apokalypse II (1988), Apokalyptische Landschaft (2000), Mensch und Baum (1975) in mostra alla Fonda-

zione Braglia. «Questo sguardo è tipico del consumatore, del compratore e del collezionista d’arte che in generale era ed è sempre molto affascinato dalla forza e dal virtuosismo dei colori, così come dalla tecnica di mio padre nel realizzare paesaggi e acquerelli floreali. Diventa tutta un’altra storia quando ci si accosta ad argomenti più difficili, dove anche i colori sono completamenti diversi. Pensiamo soltanto all’immagine del bombardamento di Dresda dove un animale esce dal basso della cornice e al centro c’è una figura umana con le braccia alzate in evidente sofferenza. I colori in questo caso sono molto freddi, c’è il giallo, il viola, ci sono i toni del nero. Per mio padre era importante dipingere queste tele e soffriva del fatto che le persone non le apprezzassero molto. Ma è comprensibile. Sono opere destinate ad un museo, pochi collezionisti le appendono nella loro casa». Fin’ora abbiamo parlato dell’artista. Nato a Lipsia nel 1920 e scomparso a Tegernsee nel 2010, di formazione orafo sulle orme del padre Hermann, clarinettista, dal 1941al 1945 inviato al fronte nella campagna contro l’URSS: che persona era Herbert Beck? «Prima di tutto, mio padre era incredibilmente amorevole, profondamente interessato alle cose ed estremamente sensibile. È stato fortemente influenzato dalle sue esperienze nella Seconda guerra mondiale, dalle atrocità alle quali ha assistito che poi sono diventate il tema centrale in molte sue opere. Ma era anche un uomo allegro con il quale capitava

spesso di trascorrere serate molto divertenti. Ad esempio faceva parte del gruppo degli Schlaraffen (una società maschile fondata a Praga nel 1859 nata sulla promessa di promuovere l’amicizia, l’arte e l’umorismo). Si dilettava a parlare di ogni sorta di cose e lo faceva in versi, in una forma vicina alla musica e alla poesia. In verità mio padre veniva dalla poesia, in essa affrontava le domande sull’essere e sulla vita, i suoi sono testi importanti, in parte brevi, in parte divertenti e ancora inediti». Vuol dire che ha in progetto di pubblicarli? «Sì, ci stiamo lavorando. Da qui si può vedere quanto fosse versatile mio padre e come in lui vivessero questi due lati: quello umoristico e divertente, e poi quello più profondo. Un aspetto che si riflette anche nella sua musica e quando dipingeva gli piaceva ascoltare Johann Sebastian Bach». Tornando alla pittura e agli acquerelli di Herbert Beck, quando arrivò per lui il punto di svolta? «La fiamma si accese nel 1952 in quell’incontro con Emil Nolde. Da qui in avanti mio padre iniziò la sua indagine sul segreto del colore di Nolde. In una collezione privata c’è un acquerello che fece all’epoca, una copia di un acquerello floreale di Nolde, uno dei suoi primi tentativi. Come si vede in questa mostra, alla fine trovò la chiave. Il segreto della luce nei quadri». Va detto però che Beck andò oltre, affinò la tecnica di Nolde per potenziare ulteriormente l’espressività e il virtuosismo cromatico: «Nolde usava una carta giapponese molto sotti-

le, mio padre usava una carta molto forte, densa che gli permetteva di dipingere più in grande e in modo più espressivo». Si parla molto dei colori, ma come accennavamo prima, il vero segreto nei quadri di Nolde e di Beck è la luce, la luce che non arriva dall’alto ma sembra arrivare da dietro. «Gli acquerelli di mio padre risplendono. Prendeva questa carta spessa e la inumidiva di uno strato d’acqua allungato con il colore che sovente era un giallo brillante o un arancio e poi ci dipingeva sopra». Per completare il racconto della mostra, ci resta un ultimo, importante tassello da scoprire: come sono finiti i quadri di Herbert Beck nella collezione dei coniugi Braglia e come è nata l’amicizia tra le due famiglie? Qui la parola passa a Gabriele Braglia che ricorda quel lontano giorno nel 2004 quando con sua moglie era a Montecarlo per una grande fiera dell’arte. Tra le collezioni di una decina di galleristi di tutta Europa, i due vengono attratti da un gruppo di miniature. Dice alla moglie: «Anna scusa, cosa ci fanno tutti quei Nolde messi lì?». Ad un tratto si avvicina un signore, si presenta e dice: «Guardi che non sono dei Nolde, queste opere le ha fatte il mio papà…». Era il giovane Michael Beck che ora incalza Gabriele Braglia chiedendogli di raccontare la fine della storia. «Comprammo un Nolde!» e più precisamente quello che abbiamo scelto per la nostra copertina di «Azione» di questa settimana dal titolo Paar und Diseuse (1910-1911), un acquerello su carta giapponese. «Grazie all’amicizia con Michael Beck – aggiunge il fondatore della Fondazione – negli anni abbiamo ampliato la nostra collezione di quadri espressionisti che all’epoca contava soprattutto diversi Klee». Michael Beck sottolinea invece la sua felicità e definisce questa mostra «un grande momento per la famiglia Beck. La verità è che io sono cresciuto con tutti questi quadri che mio padre realizzava nel suo atelier di Tegernsee dove io e le mie sorelle giocavamo da bambini. È sempre stato uno spettacolo stare lì ad osservarlo». Emerge ancora un particolare che differenzia il lavoro artistico dei due: «Nolde ha sempre dipinto davanti alla natura, mio padre mai. Tutto ciò che dipingeva lo realizzava nel suo studio, portava con sé l’idea di un paesaggio o di ciò che voleva dipingere». Dove e quando Emil Nolde – Herbert Beck. La forza del colore, Fondazione Gabriele e Anna Braglia, Lugano, fino al 16 dicembre. Gio-ve-sa 10.00-12.45 e 14.00-18.30. www.fondazionebraglia.ch


Gustose chips a un prezzo promozionale

i t n a c c o r c E xt ra

conf. da 2

20% 5.75

invece di 7.20

Da tutte le offerte sono esclusi gli articoli già ridotti. Le offerte sono valide solo da 31.10 fino al 6.11.2023, fino a esaurimento dello stock

Zweifel KEZZ Chips Salt o Sweet BBQ 2 x 110 g


Settimanale di informazione e cultura

Anno LXXXVI 30 ottobre 2023

35

azione – Cooperativa Migros Ticino

CULTURA

La Pisside di al-Mughira, gioiello del X secolo

Il tesoro nascosto – 2 ◆ Tra le bellezze conservate al Louvre c’è anche questo capolavoro intagliato in avorio dell’Islam classico

Il Musée du Louvre a Parigi è diviso in sette Dipartimenti: quello delle Antichità orientali e arti islamiche, delle Antichità egizie, delle Antichità greche, etrusche e romane, degli Oggetti d’arte, delle Sculture, delle Pitture e delle Arti grafiche. L’Oriente è rimasto per molti secoli vasto e misterioso. Conosciuto quasi unicamente per mezzo dei racconti della Bibbia. La curiosità porta alle prime ricerche archeologiche. Iniziano nel 1842 quando Paul-Emile Botta si dedica agli scavi per riscoprire Ninive. L’anno successivo viene ritrovato a Khorsabad il palazzo e le sculture di Sargon II d’Assiria. Trent’anni dopo Ernest de Sarzec ritrova nella località di Tello testimonianze dei Sumeri. Questa scoperta porta alla creazione al Louvre del Dipartimento delle arti orientali nel 1881. Dopo il 1918 la Francia riceve dalla Società delle nazioni il mandato internazionale per gli Stati del Levante, Siria e Libano e inizia le ricerche delle antichità che vengono, dopo il ritrovamento, divise fra il Louvre e i musei locali. Il Dipartimento è suddiviso in Oriente classico (Mesopotamia, Anatolia, Iran, Levante, Arabia) e Islam. Da ricordare il Codice di Hammurabi, un basalto della prima metà del XVIII secolo avanti Cristo. Hammurabi è il sesto re della dinastia di Babilonia e fa incidere questa stele con una raccolta di sentenze regali esemplari.

In alto il faccia a faccia del re con il dio Sole Shamash. Poi la Porta sorvegliata da tori alati assiri del palazzo di re Sargon del 721-705 avanti Cristo. Le porte sono difese da coppie di tori androcefali. Infine Gli arcieri di Dario, un bassorilievo in mattoni smaltati del 500 avanti Cristo alto due metri. L’esercito persiano indossa il vestito pieghettato da parata. Diverso il percorso del mondo musulmano. Già dai tempi delle crociate approdano in Occidente oggetti importanti. Poi una serie di legati arrivano dalla baronessa Rotschild nel 1922, dalla signora Stern o da Raymond Koechlin. Le opere del Dipartimento provengono dall’Islam classico: dalla Spagna al Nord dell’India. Quelle del Maghreb sono al Museo delle arti africane. Diversi sono gli oggetti interessanti: dal siriano Vaso Barberini della metà del Duecento al Bacile detto Fonte battesimale di San Luigi dell’inizio del XIV secolo fino alla Pisside di al-Mughira. Il contesto storico di questa Pisside parte dalla dinastia Omayyade che, nata in Oriente, è la prima titolare dell’eredità del Califfato che incarna l’unità politica e religiosa dell’Impero islamico. Nel 750 la famiglia viene massacrata da alcuni rivali. Uno solo si salva e scappa verso la Spagna dove approda nel 775 stabilendosi a Cordova: Abd al-Rahman I. Nel 929, sotto Abd al-Rahman III gli Omayyadi riprendono il titolo perduto

di califfi. Durante il loro califfato l’Andalusia si riempie di opere d’arte splendide come per esempio la spettacolare Grande moschea di Cordova che rivaleggia con quella di Damasco. Abd al-Rahman III, già avanti con gli anni, prepara la sua successione designando il primogenito al-Hakam II ma, considerato il suo poco interesse per le donne, preferisce come suo successore il principe al-Mughira. Quando muore nel 961, al-Mughira ha solo 15 anni ed è quindi troppo giovane. Il primo figlio di Abd al-Rahman III, Al-Hakam II accede quindi al trono a 46 anni. Alla sua morte nel 976 il secondo figlio Hisam II, nato dall’unione con una schiava, è anche lui troppo giovane per succedergli. Invece al-Mughira, che ha circa 17-18 anni, si rivela il candidato perfetto. Al-Mugihira però viene assassinato subito dopo la morte di al-Hakam II e i congiurati designano proprio Hisam II che diventa una marionetta nelle loro mani. La Pisside di al-Mughira (nella foto) è un piccolo gioiello del X secolo; un capolavoro universale formicolante di immagini. Intagliato in avorio tratto dalle zanne di un vecchio elefante. Alta 16 centimetri per 11,8 di diametro. Vi sono scolpite 48 figure di uomini e animali. 69 in tutto con il coperchio. Il che smentisce ancora una volta la tesi dell’assenza di figurazione nel mondo islamico. Le figure si staccano dal fondo vegetale animato da perforazio-

Wikipedia

Gianluigi Bellei

ni. Un’opera di un virtuosismo ineguagliabile. Viene acquistata dal Louvre nel 1898 per 55’000 franchi d’oro (una somma allora considerevole) dall’antiquario Stanislas Baron. Le scene sono sia grandi che piccole. Vi sono 4 medaglioni grandi concatenati assieme. Nel primo troviamo 3 figure simmetriche con al centro un suonatore di liuto e ai lati due personaggi seduti su di una piattaforma sorretta da due leoni. La figura di sinistra tiene in mano un flacone e un lumino e quella di destra un ventaglio. Nel medaglione seguente vediamo due personaggi che si danno le spalle e tendono le braccia per prendere le uova dal nido di due falconi mentre due cani addentano le loro

caviglie. Il terzo medaglione contiene due uomini a cavallo che con le mani colgono i frutti di una palma al centro. Sulla groppa dei cavalli due ghepardi mordono la coda dei falconi appollaiati sulla testa dei cavalieri. L’ultimo medaglione ha una doppia immagine: due leoni che attaccano la schiena di due tori. Gli interstizi sono decorati con leoni, uccelli, roditori, cervi capre, falchi pellegrini, cani e animali fantastici. Sul bordo del coperchio troviamo la scritta in carattere cufico: «Benedizione di Dio, favore, gioia e beatitudine per al-Mug.hīra, figlio dell’emiro dei credenti. Che Dio sia misericordioso di quello che è stato fatto nell’anno 357 (il 968 della nostra era)». Fino a pochi anni fa l’interpretazione principale di tutte queste figure era che illustrassero i piaceri di corte. Sophie Makarion, nel suo volume edito dal Louvre, sostiene che siano simbolo del potere legittimo degli Omayyadi; un loro programma politico e precisamente quello di al – Mughira il quale appare fiero dei suoi 18 anni, con un destino glorioso simboleggiato dal pavone impettito. I falchi sono una metafora della dinastia degli Omayyadi, mentre i leoni rappresentano un’iconografia regale. Dove e quando Pixide d’al-Mughira Dipartimento di Arte islamica Museo del Louvre – Parigi www.louvre.fr Annuncio pubblicitario

Una storia sensuale e violenta in cui magia bianca e magia nera si intrecciano a vicende popolari e alle radici del Ticino, ispirata all’antica leggenda di un negromante e della sua giovane e bellissima nemesi, ambientata a metà Seicento tra il Ducato di Milano e i baliaggi svizzeri a sud delle Alpi.

Prima assoluta

La nuova opera lirica di

Thomas Trachsel per orchestra di fiati, solisti e coro

Lugano, Palazzo dei Congressi 3–5 novembre 2023

ENTRATA CHF 90.— CHF 70.— riduzione under 25 CHF 35.— INFO opera-maddalena.ch

Carlo Balmelli Civica Filarmonica di Mendrisio

SABATO 4.11.23 ore 20.00 DOMENICA 5.11.23 ore 16.00

Direzione

Con il supporto di Azione e del Percento culturale di Migros Ticino

VENERDÌ 3.11.23 ore 20.00

Coro Lirico di Lugano

BIGLIETTI biglietteria.ch



Settimanale di informazione e cultura

Anno LXXXVI 30 ottobre 2023

37

azione – Cooperativa Migros Ticino

CULTURA

La nuova vita dei film muti e in bianco e nero

Cinema ◆ Intervista a Jay Weissberg, direttore artistico delle Giornate del cinema muto di Pordenone che si sono appena concluse Nicola Falcinella

Chiusa festosamente la 42esima edizione, hanno già dato appuntamento alla prossima, sempre a Pordenone dal 5 al 12 ottobre 2024. Le Giornate del cinema muto sono un momento irrinunciabile per chi ama il cinema delle origini, ma anche per chi si vuole avvicinare e scoprire drammi, comiche e brevi documentari di oltre un secolo fa, su schermo grande, in copie restaurate e con travolgenti accompagnamenti musicali dal vivo. Una rassegna che propone opere sconosciute, magari ritrovate per caso in una soffitta, opere celebri proposte in versioni che le fanno sembrare nuove. Ne abbiamo parlato con il direttore, il critico e studioso americano Jay Weissberg. Pordenone sembra uscita dalla vostra bella retrospettiva Ruritania, dedicata ai film sui regni immaginari, una città dove il cinema del passato è attuale. L’ex direttore David Robinson apriva il festival dicendo a tutti «Welcome Home». Per noi sono rimaste parole dal forte significato, però i nostri amici e parenti credono che il muto sia arcaico: per la figlia di mia sorella i film muti danno il mal di testa. Mi piace l’immagine del paese mitico, condividiamo l’amore per il cinema. È come un paradiso. Oltre a Pordenone e Bologna crescono altri festival dedicati e i festival grandi, come Venezia o Locarno, proiettano film muti. È un buon momento? Credo di sì. Mi preoccupa solo che si pensi a proporre partiture moderne, con dj o musica tecno, per coinvolgere i giovani. Facendo così la musica è nuova e il film sembra vecchio, diventa carta da tappezzeria. Qui abbiamo musicisti sensibili al passato e attenti all’oggi, rinnovano i film e aiutano soprattutto quelli minori. Per me è importante non programmare solo i capolavori riconosciuti, perché la storia è fatta da tutti i film. I musicisti sono le nostre star e per

Nella foto il direttore artistico del Festival Jay Weissberg, sullo sfondo la locandina della 42esima edizione. (© Valerio Greco)

ironia stanno nel buco per l’orchestra e nessuno li vede. In 42 anni com’è cambiato il festival? All’inizio era rivolto ai collezionisti più che agli archivisti. Poi è cambiato perché di solito le copie degli archivi sono migliori e i collezionisti si sentono esclusi. Il festival è diventato più internazionale e aperto a varie voci. Da direttore ho ritenuto importante avere più voci femministe e queer. Amo che, al di là dei discorsi e dei saggi accademici, quando si proiettano Fairbanks, Keaton o le slapstick tutta la sala ride. Oppure piange com’è successo in queste sere per Hell’s Heroes di William Wyler con un coro in platea. L’emozione e la risata funzionano, non conta se sei uno studente di 18 anni o un professore di 80.

Nella serata conclusiva avete abbinato film di Charlie Chaplin e Buster Keaton, i cui volti aprono e chiudono la sigla delle Giornate. Il musicista olandese Daan Van den Hurk stava componendo una partitura per Sherlock Jr. di Keaton e gli dissi subito sì. In più il film non era mai stato proiettato qui. Però era troppo corto per la serata finale. Sapendo del restauro di The Pilgrim, è nata la combinazione eccezionale. Ci sono un divo o una diva o un aspetto del passato che vorrebbe riproporre? Mi sento un bambino in un negozio di giocattoli. Ho tantissime idee, ricevo molte proposte da studiosi e archivisti. Ci sono nazioni poco studiate. Quest’anno abbiamo rivalutato il regista e attore tedesco Harry Piel: era un re del box office,

ma per vari motivi la sua reputazione crollò. Fu il Tom Cruise dell’epoca con scene di stunt inserite nella trama e attento alla tecnologia: in Rivalen del 1923 c’è una scena pazzesca con un robot. Abbiamo bisogno di film d’arte ma anche popolari. Fernand Léger dipinse i clown Fratellini, molto amati dagli intellettuali. Ora c’è snobismo, le cose che gli intellettuali amano non sono amate dal pubblico e viceversa. Barbie è un’eccezione. Come si è innamorato del cinema muto? Ho visto il mio primo muto a 10 anni sulla televisione pubblica. Subito ho comprato il libro The pictorial history of silent cinema, è diventato il mio libro sul comodino. A New York era più facile vedere film muti al cinema. Il mio interesse proviene dalla

passione, credo sia lo stesso per tante persone qui. Come guarda il cinema odierno chi lavora sul cinema del passato? Il cinema di oggi è totalmente diverso, però studiando il muto capisci il montaggio. Un film mediocre del passato è più perdonabile rispetto a uno mediocre oggi. Non voglio che il cinema di oggi sia come quello di ieri, le cose cambiano. The Artist è molto ben fatto, ma è un unicum. La classifica di Sight&Sound dei migliori film della storia comprende pochissimi muti. Quel sondaggio è ostaggio delle mode del momento. L’idea che Jeanne Dielman di Chantal Akermann sia il più importante di sempre è ridicola, anche se è un film molto importante. Con i colleghi critici litigo perché per loro è strano che mi occupi di muto, per loro è passato, è nicchia, una parola che odio. Detesto anche heritage cinema, ma non troviamo la parola adatta. Per i giovani il cinema è nato con Tarantino. Ora i bambini trovano in tv i canali solo con i cartoni. È un’infezione, anche i critici hanno una visione ristretta, limitata ai grandi nomi. Mi sottraggo al sondaggio di Sight&Sound, è impossibile scegliere i 10 più importanti della storia. E negli elenchi non figura Napoleon di Abel Gance perché è molto lungo ed è raro vederlo al cinema con l’orchestra. Oggi per i cinefili non è un problema vedere un film di Lav Diaz di otto ore, ma un muto sì. Magari amano Stravinskij, Picasso o Duchamp ma ritengono strano un film dello stesso periodo. È un problema di educazione e possibilità di venirne a contatto. Il passato non è così lontano, siamo cresciuti con i nonni e le loro foto. Invece torna di moda il bianco e nero. Non so cosa ci sia nello Zeitgeist. Però è vero e non solo nei festival, basti vedere Oppenheimer. Annuncio pubblicitario


Plenty – Uno per tutti i casi e La decorazion

L ̕economia Il versatile

40% 15.50 invece di 25.85

Da tutte le offerte sono esclusi gli articoli già ridotti. Offerte valide solo dal 31.10 al 13.11.2023, fino a esaurimento dello stock

Plenty diverse varietà 12 x 45 fazzoletti, 16 x 45 fazzoletti, 16 x 74 fazzoletti


Settimanale di informazione e cultura

Anno LXXXVI 30 ottobre 2023

39

azione – Cooperativa Migros Ticino

CULTURA

Robert Kovalski solista al LAC con il suo violino Concerti ◆ In questa intervista il primo violino dell’OSI si racconta in attesa del concerto del 9 novembre a Lugano

Quello del musicista può diventare un mestiere, ma è innanzitutto e nasce sempre come vocazione. «Lo confermo, per me è stato così. Avevo sette anni. Mia madre cantava il pop, mio padre seguiva la musica, ma di classica, in casa, non aleggiava neanche una nota. Però in soggiorno c’era un violino arrivato pressappoco con me: l’avevano acquistato – non si ricordano neppure perché – poco prima che nascessi. A sette anni, appunto, lo presi in mano per caso, non percepii nessuna voce interiore, ma mi sentii calamitato: una sensazione ineffabile e profonda. Non mi sono mai detto che avrei fatto il musicista perché è una strada che si è venuta a delineare come la più ovvia, direi anzi l’unica». Robert Kowalski ricorda così il suo incontro con la musica; giovedì 9 no-

Con «Azione» al LAC «Azione» mette in palio alcuni biglietti per il concerto dell’OSI diretto da Markus Poschner giovedì 9 novembre alle 20.30 Sala Teatro del LAC. Per partecipare al concorso inviate una mail a giochi@azione.ch, oggetto «Kovalski» con i vostri dati (nome, cognome, indirizzo, no. di telefono) entro domenica 5 novembre alle 24.00)

vembre sarà solista in Anahit per violino e diciotto strumenti di Giacinto Scelsi (cui Markus Poscher fa seguire la Fantasia scozzese di Bruch, solista la viola di Nils Mönkemeyer, e la seconda sinfonia di Bruckner), e se c’è un aspetto su cui non dovrà lavorare a lungo sarà l’intesa con gli altri strumentisti richiesti nel brano del compositore spezzino morto nel 1988 a Roma, ottantatreenne. Perché dal 2011 Kowalski è il primo violino Konzertmeister, o spalla, dell’Orchestra della Svizzera Italiana. E anche questa tappa del suo percorso musicale assomiglia non poco a una vocazione, anche se più geografica che artistica. «In Polonia, retaggio dell’impostazione educativa dell’Unione Sovietica, c’erano scuole musicali ottime che coprivano non solo le scuole dell’obbligo, ma anche il liceo; la preparazione di base fu buona, però poi quasi tutti i musicisti, se vogliono diventare concertisti o comunque professionisti, devono perfezionarsi. Io lo feci inizialmente a Mannheim, però il primo incontro col professore che mi invitò poi in Germania avvenne ad Ascona; avevo sedici anni e per la prima volta in vita mia uscivo dalla Polonia; rimasi stordito dalla bellezza di una natura così diversa da quella dei miei luoghi natali e pensai che se avessi potuto sognare il posto dove vivere da grande avrei scelto proprio quel lembo di Europa».

Un’attrazione irresistibile che diventa chiamata fatale: «Il mio professore mi comunicò che si trasferiva e mi domandò se fossi disposto a seguirlo; quando gli chiesi dove e mi disse Lugano, mi sembrò un regalo del destino. Accettai entusiasta, e nel 2011 vinsi il concorso per il posto di primo violino Konzertmeister. Conoscevo bene l’Orchestra della Svizzera Italiana, da studente avevo seguito quasi tutti i suoi concerti e nelle ultime stagioni avevo iniziato a suonarvi come aggiunto (orchestrali non fissi, che partecipano a concerti i cui brani in programma esigono organici più ampi di quello “base” della OSI, ndr.); mi aveva sempre impressionato il livello dell’ensemble, e suonandoci dentro, anche se può sembrare un giudizio scontato o addirittura obbligato, devo dire che la qualità dei miei colleghi è davvero alta». E ancor più lo deve essere quella del violino di spalla: «Un ruolo ampio e sfaccettato, il cui compito principale è l’esser tramite tra il direttore e l’orchestra, tradurre in gesti tecnici l’idea del maestro. Spesso le intenzioni di chi sta sul podio sono chiarissime, ma alcune volte non è così immediata l’intesa e quindi sta alla “spalla” interpretarne la volontà e raccordare le varie sezioni dell’orchestra. Certo, tecnicamente è un ruolo sfidante perché non sono rari gli assolo che il primo violino deve affrontare; penso a

© OSI, K.Kikka

Enrico Parola

quelli, splendidi e difficili, della Missa solemnis di Beethoven che abbiamo eseguito un paio di anni fa». Stavolta però non starà a fianco dei colleghi, al primo leggio alla sinistra del podio; in Anahit sarà un vero e proprio solista, e non dovrà suonare le parti dell’orchestra: «Se mi sembrerà strano stare davanti agli altri musicisti e non nelle file con loro? È già capitato, ma certamente farlo sul palco del LAC darà emozioni diverse, più potenti. Luogo a parte, sarà un piacere immenso, perché conosco la bravura dei membri dell’OSI e perché siamo legati non solo professionalmente: tra noi ci sono rapporti umani, amicizie belle». Kowalski non può comunque esimersi da alcune riflessioni «da solista»: «Ciò che colpisce dello stile di Scelsi, e lo

si ritrova anche in questo brano, è la ricerca, la cura del suono. Più ancora che all’invenzione di melodie o alle costruzioni armoniche e formali, affida il suo messaggio al suono come tale; e attraverso questa materia sonora credo voglia mostrarci la capacità sublime della musica di creare ponti tra cielo e terra, di rendere percepibile qui tra noi ampiezze e purità celestiali». Anahit è pagina fascinosa, ma rara («non è comunque il Novecento aspro che incute timore negli ascoltatori» rimarca sorridente); potesse o dovesse essere solista in qualcuno dei grandi concerti per violino, non avrebbe dubbi: «Brahms, ascoltato la scorsa stagione dalla prodigiosa Julia Fischer, e Sibelius, perché è il primo che feci suonando nell’OSI». Annuncio pubblicitario

Offerte ed esperienze invitanti Tutte le offerte sono disponibili su cumulus.migros.ch In caso di domande puoi contattare l’Infoline Cumulus: 0848 85 0848

3x

1000

Punti Cumulus 3x sugli integratori alimentari

Con Migrol approfitti più volte

Sani e in forma durante la stagione fredda: scopri la vasta scelta di integratori alimentari e assicurati punti Cumulus 3x! Durata dell’azione: dall’1.11 al 12.11.2023

Offerta 1: sconto sull’autolavaggio Fino all’11 novembre 2023 usufruisci del 20% sul lavaggio premium o standard, incl. programma aggiuntivo. Utilizzabile presso gli autolavaggi Migrol e i tunnel di lavaggio serviti su presentazione della carta Cumulus. Non cumulabile con altri buoni o riduzioni. Utilizzabile solo una volta per numero Cumulus. Migrol.ch/stazioni-car-wash Offerta 2: olio combustibile Fino al 12 novembre 2023, per ogni nuova ordinazione* fino a 9000 litri, i clienti privati ricevono 1000 punti bonus extra (oltre ai consueti 100 punti Cumulus per 1000 litri). Offerta 3: revisione della cisterna Per ogni nuova ordinazione* entro il 12 novembre 2023, i clienti privati ricevono CHF 100.– di riduzione (non cumulabile) e un accredito di 1000 punti bonus (oltre ai consueti punti Cumulus). Basta immettere il codice del buono «UCUTR11» al momento dell’ordinazione. *Ordina ora con il tuo numero Cumulus su migrol.ch oppure chiamando lo 0800 222 555 (numero gratuito).

Ulteriori informazioni: zurrose-shop.ch/integratori-alimentari

Ulteriori informazioni: migrol.ch


Adesso in Azione

g ne si , A o r o d o m o p l Sug hi a oni! ancora più bu

33% conf. da 3

Sugo al basilico Agnesi 3 x 400g 5.90 invece di 8.85 Da tutte le offerte sono esclusi gli articoli già ridotti. Offerte valide dal 31.10 al 6.11.2023, fino a esaurimento dello stock.

Azione

conf. da 2

conf. da 3

33% Nivea Men Shampoo z.B. Shampoo Strong Power pH-Optimal Trio, 3 x 250 ml, 7.20 invece di 10.80 Da tutte le offerte sono esclusi gli articoli già ridotti. Offerte valide solo dal 31.10 al 13.11.2023, fino a esaurimento dello stock

25% Tutti i Nivea Deo Roll-on per es. Nivea Men Dry Impact Roll-on, 2 x 50 ml, 4.80 invece di 6.40

conf. da 3

33% Tutti i Nivea Doccia di cura per es. Nivea Doccia curativa Energy, 3 x 250 ml, 5.90 invece di 8.85


Settimanale di informazione e cultura

Anno LXXXVI 30 ottobre 2023

azione – Cooperativa Migros Ticino

41

CULTURA / RUBRICHE ●

In fin della fiera

di Bruno Gambarotta

Il Conte di Cavour e Piazza Carlina ◆

Torino: piazza Carlo Emanuele II è conosciuta da tutti come piazza Carlina. Di fronte al portone del civico 15 ci sono tre panchine verdi. Quella di destra è occupata da Deborah, una quindicenne, braccia tatuate e ombelico scoperto. Impugna il telefono e prova a chiamare Rosario, il suo ragazzo, trovando la linea sempre occupata. Visto da qui il conte di Cavour, in piedi sul piedistallo in mezzo alla piazza, sembra appena uscito dalla sauna. Deborah sa benissimo chi era Cavour. A scuola le hanno spiegato che l’Unità d’Italia l’hanno fatta i quattro supereroi, Cavour, Garibaldi, Mazzini e un re che adesso le sfugge il nome anche se ce l’ha sulla punta della lingua. Ma – riflette Deborah – se quello sulla colonna è Cavour, come mai hanno intitolato la piazza a questa Carlina? Sarà stata il suo grande amore. Deborah si immagina la scena: Cavour

steso sul letto di morte che mormora: «Ho un ultimo desiderio da esprimere» – e tutti i presenti si chinano per sentire meglio. «Pazienza il monumento, ma la piazza non la voglio». «Cos’ha detto?» chiedono quelli che si trovano più lontani dal letto. «Ha detto che non vuole più la piazza» «Poverino», commentano, «se batte i coperchi non bisogna starlo a sentire. Le targhe agli angoli della piazza sono già state installate». «Non sono fuori di melone!» si arrabbia il conte, «Voglio che la piazza dove avete voluto mettere il mio monumento sia dedicata alla Carlina, il mio unico grande amore» e finalmente muore. Deborah pensa che bello sarebbe se un giorno il suo Rosario diventasse famoso e in punto di morte chiedesse di intitolare una piazza a lei! «Piazza Deborah» suona persino meglio di «Piazza Carlina».

Fra un tentativo e l’altro di trovare il telefono libero, vede uscire dal portone del numero 15 un giovane piccolo e magro con il collo avvolto in una lunga sciarpa. Ha una gran massa di capelli neri e gli occhi sono così vivi e spiritati che uno quasi non s’accorge che è un po’ rachitico. È un sardo di trent’anni, studente fuori corso; da quando vive in una soffitta di quel palazzo, e sono quasi due anni, esce tutti i giorni a quell’ora e attraversa la piazza; va a rincuorare i compagni che montano di guardia alla redazione del giornale da lui fondato; già due volte le squadracce fasciste hanno tentato di assalirlo e incendiarlo. Passando accanto al basamento del monumento a Cavour, colui che i rapporti di polizia definiscono un pericoloso agitatore pensa: chissà quanti torinesi sanno che al tempo dell’occupazione francese, al centro di questa che era stata ribattezzata Place de la Liberté sorgeva

la ghigliottina. Dal 1800 al 1814 ebbero qui la testa tagliata 423 cittadini. Sarà vero, riflette il giovane, che ogni rivoluzione, per affermarsi, deve passare attraverso la fase del Terrore, deve tagliare teste a ripetizione? Finora è sempre andata così ma lui è certo che nella Russia dei Soviet il compagno Lenin non avrà bisogno di ricorrere alla ghigliottina per instaurare l’Ordine Nuovo. Intanto sulla piazza irrompono i cavalieri della Guardia del Duca, si dividono in quattro manipoli e vanno ciascuno verso le tettoie che ospitano i tre mercati del fieno, della legna, del carbone e il peso pubblico e ordinano a tutti di sospendere ogni commercio, di riporre bilance, stadere e banchi. Tutti i presenti si affrettano a caricare i loro carretti, quando la moglie di uno dei mercanti arriva trafelata a portare la notizia. È accaduto che il Duca Carlo Emanuele II, mentre vi-

sitava i lavori esterni alle mura dalla parte del Po, si è spaventato a morte per aver visto cadere da cavallo il suo unico amatissimo figlio Vittorio Amedeo di nove anni che non si è fatto niente. Il Duca fra otto giorni avrebbe compiuto quarant’anni. Perché se l’è presa tanto a cuore? Ha seminato in giro per il ducato 32 figli bastardi ma Vittorio è l’unico legittimato a succedergli. Lui a sua volta è stato un duca di seconda scelta, sua madre Cristina di Francia non lo stimava in grado di reggere la corona, per disprezzo lo chiamava Carlino. E Carlina chiameranno i torinesi la piazza a lui dedicata. Deborah ha finalmente trovato la linea libera per parlare con Rosario. Litigano, forse lui le sta dicendo che resteranno sempre buoni amici. Lei piange senza ritegno e gli grida: «Se è così non voglio più la tua piazza! Non so che farmene di piazza Deborah!»

Voti d’aria

di Paolo Di Stefano

Sua Rapidità il Polpastrello ◆

Si torna a discutere sulla necessità (urgenza) di non abbandonare la scrittura a mano. Una mostra al Romantik Museum di Francoforte (5+), chiusa il mese scorso, ne ha percorso lo sviluppo soprattutto ottocentesco: per noi è interessante sapere che mentre le scuole di scrittura un tempo avevano per oggetto la calligrafia, oggi le scuole di scrittura che nascono ovunque come funghi (ma non sempre sono porcini, dunque 4-) prescindono da ogni aspetto materiale e si concentrano sulla improbabile promessa di creatività (1 – di scoraggiamento alla creatività). Come se manualità e creazione artistica fossero due cose separate. Intanto, i siti didattici e psicologici non esitano a illustrare i vantaggi neurologici della manualità scrittoria. Ma minimizzano o fingono di minimizzare quello che la nostra società considera come il comandamento irrinunciabile di ogni attività umana:

la velocità. Primo: sii veloce, secondo: sii veloce, terzo: sii veloce, quarto: sii, eventualmente, se proprio vuoi, esatto e profondo. Abbiamo affidato il nostro destino all’agilità fulminea del polpastrello che, pronto a rispondere agli impulsi esterni, non ci pensa due volte a lambire il display. Nessuno dice che dall’epoca secolare della mano che scrive siamo passati al tempo della scrittura a (mena)dito (digitale, appunto), dalla fatica della penna alla mobilità non dell’intero dito ma del suo terminale, Sua Rapidità il Polpastrello. Una mostra pavese, dopo quella di Francoforte, ha celebrato di recente l’archeologia della scrittura a mano, quella che precede la «caduta della cortina di carta» (così chiamata dal paleografo Armando Petrucci), cioè il passaggio dalla fisicità alla immaterialità dei testi. Rimane un catalogo pubblicato da Interlinea e intitolato,

A video spento

come la mostra, con un incrocio lessicale, Scartafacce. Sottotitolo: le mani, i volti, le voci della letteratura italiana del ’900 nel Centro Manoscritti dell’Università di Pavia. È il famoso centro fondato da Maria Corti (6 con molti + alla memoria). Partiamo dalle facce, quelle riprese dalla fotografa Carla Cerati, artista dell’obiettivo e della penna. Ecco i poeti e i narratori negli anni remoti della lentezza: Giovanni Giudici con una sigaretta tra le dita, Alberto Arbasino con uno sguardo bambino in una libreria Feltrinelli, Franco Fortini in ascolto dentro una libreria di Milano, un gruppo di neoavanguardisti euforici (Luigi Malerba, Alfredo Giuliani e Arbasino baffuto), un profilo di Calvino un po’ triste e un po’ sorridente, un profilo di Giovanni Comisso ingrugnito, Buzzati con impermeabile alla tenente Sheridan, Natalia Ginzburg arcigna, Moravia e Parise elegantemente incravattati, Ot-

tiero Ottieri con occhiali neri da agente segreto, Maria Luisa Spaziani imponente signora con grossi orecchini e piccola borsetta, Pasolini molto serio e molto concentrato su un foglio. Ed ecco i fogli, i brogliacci, gli scarabocchi su quaderni, diari, taccuini, tovaglioli, le minute, gli scartafacci che piacevano al filologo Gianfranco Contini (6 con qualche + alla memoria), il primo che lesse l’opera letteraria non come un oggetto definitivo e immutabile, ma come il risultato di un processo creativo per lo più tormentato. Gadda fu l’esempio massimo del lavoro inesausto e però mai finito, del pentimento, dell’ossessione che traccia sulla carta ripetizioni, note meticolose, cancellature, sostituzioni e spostamenti. Nulla a che vedere con il foglio a quadretti vergato in un corsivo minuscolo e ordinatissimo, tipo scolaro d’altri tempi, dal poeta Camillo Sbarbaro che il critico Enrico Falqui affidò

alla Corti avvertendola che quel quaderno, una «rarità assoluta», sembrava «giunto a noi da chissà quale evo». Da chissà quale evo arriva pure l’autografo del romanzo Corporale di Paolo Volponi, che uscì nel 1974 dopo un decennio di lavoro. E l’uso di inchiostri diversi per rendere più visibili le aggiunte nelle pagine di Riccardo Bacchelli. E le copie di (suoi) romanzi fittamente postillate da Arbasino, in vista di nuove edizioni, con correzioni e varianti a penna rossa e blu, e a matita gialla. E i foglietti volanti con disegni a biro che Montale lasciava in casa alla Gina, la sua governante, con varie istruzioni domestiche e affettuosità paterne. E gli appunti poetici che l’ipocondriaco Andrea Zanzotto segnava su certe scatolette di medicinali, quasi con l’urgenza di registrare immediatamente un’idea o un’intuizione. La rapidità era una necessità dell’animo, non una coazione per polpastrelli.

di Aldo Grasso

Fascino e mistero del doppio ◆

Il tema del doppio ha da sempre affascinato la letteratura, il teatro, il cinema, persino la filosofia. Il topos del raddoppiarsi, che porta a varie tipologie e declinazioni, è stato da sempre presente nelle scienze umane. L’invenzione del doppio rimanda generalmente all’inquieta consapevolezza di non essere solo quello che crediamo di essere, ma anche altro, o, in altri termini, alla sensazione di non riuscire a comprendere chi siamo veramente. «O Pamela, questo è il bene dell’essere dimezzato: il capire d’ogni persona e cosa al mondo la pena che ognuno e ognuna ha per la propria incompletezza. Io ero intero e non capivo, e mi muovevo sordo e incomunicabile tra i dolori e le ferite seminati dovunque, là dove meno da intero uno osa credere. Non io solo, Pamela, sono un essere spaccato e divelto, ma tu pure e tutti. Ecco ora io ho una fraternità che prima, da intero, non conoscevo: quella

con tutte le mutilazioni e le mancanze del mondo. Se verrai con me, Pamela, imparerai a soffrire dei mali di ciascuno e a curare i tuoi curando i loro» (Italo Calvino, Il visconte dimezzato, cap. VII). Anche Calvino (il 15 ottobre 2023 si è celebrato il centenario della nascita) ci presenta, con il suo visconte diviso a metà da una palla di cannone, il tema del doppio: il protagonista, infatti, scopre sé stesso attraverso una separazione fisica e simbolica del nostro io. Il visconte di Medardo è dimezzato in seguito a un colpo di cannone. Si salva la parte cattiva, che curata da un dottore torna a Terralba. Qui compie diverse azioni malvagie, quando viene raggiunto dalla parte buona. Si sfideranno a duello per amore di Pamela. Grazie alle conseguenti ferite si ricongiungeranno. Dalla mitologia in poi il tema del doppio è sempre stato caro alla nar-

razione: Giano Bifronte e la doppia personalità, il protagonista e l’antagonista, il vincitore e lo sconfitto. A riguardo, il romanzo più citato è senz’altro The Strange Case of Dr. Jekyll and Mr. Hyde del 1886 di Robert Louis Stevenson. Le vicende del Dr. Jekyll, un eminente dottore, generoso ed istruito, oppresso dalla figura sinistra del perfido e deforme Mr. Hyde, ben spiegano il tema della doppia personalità. Il romanzo fu composto in un periodo (1886) dominato dalla tesi di Darwin sull’evoluzione umana e dalla sua opera L’origine della specie. La pubblicazione di quest’opera, in cui il naturalista affermava che l’uomo discendeva dalla scimmia, provocò molto scalpore e grandi rivoluzioni nel pensiero sociale e religioso dell’epoca. L’inconscio, dall’altra parte, faceva il suo ingresso nella vita quotidiana, preparando così la strada alle teorie psicoanalitiche di Freud. Perfino Sha-

kespeare aveva imperniato un’intera tragedia sul tema dell’identificazione con l’altro in Lady Macbeth, mentre Mary Shelley aveva esplorato le frontiere del confronto con l’altro da sé in Frankenstein. Nella letteratura romantica tedesca il doppio si manifesta sotto il nome di Doppelgänger, termine preso a prestito dall’esoterismo. Si pensava che per ognuno esistesse da qualche altra parte nel mondo un essere umano uguale a noi: non un semplice sosia ma un duplicato, un gemello cattivo con le nostre stesse caratteristiche fisiche ma di segno opposto per quanto riguarda la mente e lo spirito. Che cosa succede nella mente di una persona che all’improvviso cambia radicalmente e si mette a fare cose opposte a quelle che, per nascita e educazione, ci si aspetterebbe da lui? Il tema del doppio compare in due opere di Luigi Pirandello: Il fu Mattia

Pascal (1904) e in Uno, nessuno e centomila (1926). Nel primo si racconta di un uomo dato per morto, equivoco che porta il protagonista a perdere la propria identità. In Uno, nessuno e centomila invece il protagonista Vitangelo capisce che non è Uno, perché non visto da tutti alla stessa maniera. Sa di essere Nessuno, perché può essere uno dei Centomila che gli altri vedono in lui. Si è sempre discusso di quanto la dimensione del doppio sia fondamentale nei film di Alfred Hitchcock. Vertigo, 1958, fra i tanti pregi, si offre anche come un piccolo saggio sul tema del doppio. Si potrebbe continuare a oltranza, persino con le serie televisive, ma la considerazione è sempre unica: il doppio è un terreno di confronto, fra l’essere e l’apparire, fra il bene e il male, fra la luce e l’ombra. Una medaglia è completa solo ci sono il verso e il retro.


Hit della settimana 31. 10 – 6. 11. 2023

conf. da 2

30% 2.50

Cachi Persimon Spagna/Portogallo, al kg

30% 2.10 invece di 3.–

invece di 3.60

Prosciutto di coscia arrotolato mini M-Classic

Svizzera, 2 x 130 g

Validi gio. –dom. Prezzi

imbattibili del

Tutto l'assortimento di calzetteria da donna e da uomo

weekend

(prodotti Hit esclusi), per es. Vision color porcellana, tg. M, al pezzo, 5.85 invece di 9.80

invece di 19.40

invece di 12.85

Prosciutto crudo dei Grigioni, affettato finemente

Svizzera, per 100 g, in self-service

40%

50% 9.70

40% 7.70

40% Chicken Crispy Don Pollo prodotto surgelato, in conf. speciale, 1,4 kg, Offerta valida dal 2.11 al 5.11.2023

11.95

invece di 19.95

Salmone affumicato dell'Atlantico, ASC d'allevamento, Norvegia, in conf. speciale, 300 g, offerta valida dal 2.11 al 5.11.2023

30% Tutto l'assortimento di olio d'oliva Monini

Fino a esaurimento dello stock. Da tutte le offerte sono esclusi gli articoli M-Budget e quelli già ridotti.

per es. Classico, 1 litro, 10.45 invece di 14.95, offerta valida dal 2.11 al 5.11.2023


2 4 5

1

3

10

6 9 8

13

12 7

11

HIGHLIGHT INVERNALI BAMBINI 1

Sci per bambini K2 Missy incl. FDT 4.5 GW, 109-129 cm, 249.– 4936.172

176, 139.– 4693.126

3

2

Giacca da snowboard da bambina Trevolution, tg. 122-

Pantaloni da snowboard da bambina Trevolution, tg. 122-176, 109.– 4693.130

Atomic Count JR, tg. 48-52/51-55, 109.– 4618.383

5

4

Casco da sci per bambini

Occhiali da sci per bambini Atomic Count JR, 69.90 4948.563

da sci per bambini Head Raptor 70, tg. 24.5-27.5, 229.– 4953.146

7

6

Scarpone

Scarpone da sci per bambini Fischer One, tg. 15.5-17.5, 99.90

4953.144

8

Sci per bambini Head Supershape Team Easy JRS incl. JRS 4.5 & 7.5 GW, 107/117 cm, 199.–, 127/137/147 cm, 239.–

4936.176

9

Occhiali da sci per bambini Uvex Scribble FM, 79.90 4948.623

51-55, 99.90 4948.637

11

10

Casco da sci per bambini Uvex Viti, tg. 46-50/

Scarpone da sci per bambini Nordica Speedmachine J3, tg. 23.5-26.5, 129.– 4953.142

da bambino Trevolution, tg. 122-176, 139.– 4693.095

13

12

Giacca da sci

Pantaloni da sci da bambino Trevolution, tg. 122-176, 89.90 4693.098


TROVA ORA LO SCARPONE DA SCI PERFETTO CON L’ANALISI 3D DEL PIEDE.

Scansiona il codice QR e fissa un appuntamento:


Settimana Migros 31. 10 – 6. 11. 2023

conf. da 2

34% di pollo 15.45 Sminuzzato Optigal invece di 23.45

Svizzera, 2 x 350 g

31% 3.45 invece di 5.05

Lombatina d'agnello M-Classic per 100 g, in self-service

1.– Mele Gala Svizzera, vaschetta, 500 g

a partire da 3 pezzi

30% Tutti i tè e le tisane (prodotti Alnatura esclusi), per es. tisana bio ai semi di finocchio Klostergarten, 20 bustine, 1.15 invece di 1.60

Nuovo nome, st essa qualità: Gast ro e Del uxe div entano Classic

1.– Mandarini Spagna, rete da 1 kg

a partire da 2 pezzi

30%

40%

Tutti i müesli Farmer

Batteria di pentole Classic Kitchen & Co.

per es. Croc alle bacche di bosco, 500 g, 2.80 invece di 3.95

per es. pentola per la pasta con coperchio scolapasta, Ø 22 cm, il pezzo, 29.95 invece di 49.95

Da tutte le offerte sono esclusi gli articoli M-Budget e quelli già ridotti. Offerte valide dal 31.10 al 6.11.2023, fino a esaurimento dello stock.

1.– Patate resistenti alla cottura Svizzera, sacchetto da 1 kg

Migros Ticino


Frutta e verdura

Un mix di super offerte

37% 2.95 invece di 4.70

Formentino Migros Bio Ticino, 125 g, confezionato

28% 1.80 invece di 2.50

CONSIGLIO DEGLI ESPERTI Pulisci i cavoletti di Bruxelles e falli bollire per poco meno di 10 minuti, in modo che restino croccanti. Per attenuare il sapore di cavolo, aggiungi un po' di zucchero o di latte all'acqua di cottura. L'aggiunta di cumino o semi di finocchio rende i cavoletti più digeribili.

a partire da 2 pezzi

25% Tutta la frutta bio surgelata per es. castagne arrostite Migros Bio, 450 g, 6.– invece di 7.95

invece di 3.75

2

Spagna/Italia, vaschetta da 300 g

Vit amine dal cong e latore

26% 2.75 Migros Ticino

Pomodori datterini Migros Bio

Cavoletti di Bruxelles Svizzera/Paesi Bassi, sacchetto da 500 g


Pesce e frutti di mare

Quando la pesca è buona

36% 1.20

Cipollotti Italia, al mazzo

invece di 1.90

31% dorsale di merluzzo 13.95 Filetto M-Classic, MSC invece di 20.30

33% 3.95 invece di 5.95

Arance bionde Migros Bio Spagna, rete da 1.5 kg

20x

20x

Novità

Novità

CUMULUS

3.50 Migros Ticino

pesca selvatica, Atlantico nordorientale, in conf. speciale, 360 g

CUMULUS

Mele di stagione agrodolci Svizzera, al kg

16.95

44% Futomaki Tuna Truffle Shrimp Masago e Snow Crab Salmon Miso Yuzu, per es. Tuna, 8 pezzi, 235 g

di pangasio 10.95 Filetti Pelican, ASC invece di 19.80

prodotto surgelato, in conf. speciale, 1,5 kg

Offerte valide dal 31.10 al 6.11.2023, fino a esaurimento dello stock. 3


Carne e salumi

L’inverno sta arrivando anche in macelleria Con marinatura già be lla che finita

20%

15% 3.45

Tutti i piatti in padella in vendita al banco per es. sminuzzato di manzo alla Stroganoff, Svizzera, per 100 g, 2.90 invece di 3.65

20% 4.40 invece di 5.50

Sminuzzato di manzo, IP-SUISSE per 100 g, in self-service

invece di 4.10

conf. da 2

Fettine di manzo à la minute, IP-SUISSE in conf. speciale, per 100 g

26% 15.– invece di 20.50

Carne macinata di manzo Svizzera/Germania, 2 x 500 g

25% 6.05 invece di 8.10

Entrecôte di manzo IP-SUISSE per 100 g, al banco a servizio

A pprofitt ane ora e durant e le fe st e

conf. da 2

30%

20%

30%

Tutta la carne per fondue chinoise Finest

Polli interi Optigal, IP-SUISSE

prodotto surgelato, per es. manzo, IP-SUISSE, 450 g, 20.95 invece di 29.95

al naturale e speziati, per es. al naturale, al kg, 9.20 invece di 11.50, in self-service

di tacchino 22.60 Fettine «La belle escalope»

Migros Ticino 4

invece di 32.40

Francia, 2 x 360 g


20x

20% 3.60 invece di 4.50

CUMULUS

conf. da 2

Spezzatino di vitello IP-SUISSE per 100 g, in self-service e al banco a servizio

25% 5.90 invece di 7.90

Novità Bratwurst dell'Olma di San Gallo, IGP Svizzera, 2 x 2 pezzi, 640 g

6.60

Salametti Rapelli bio Svizzera, per 100 g, in self-service

naturale pe r à it id p sa i d re to E salt a di piatt i un'ampia v arie tà

26% 4.75 invece di 6.45

30% 1.95 invece di 2.80

30% 1.60 invece di 2.30

Migros Ticino

conf. da 2

Coppa stagionata prodotta in Ticino, per 100 g, in self-service

Prosciuttino di coscia arrotolato affumicato M-Classic Svizzera, per 100 g, in self-service

Spalletta affumicata M-Classic Svizzera, per 100 g, in self-service

40% 7.70 invece di 12.85

30% 2.10 invece di 3.–

30% 1.95 invece di 2.80

Prosciutto crudo dei Grigioni, affettato finemente Svizzera, 2 x 130 g

20% 2.40 invece di 3.–

Pancetta da arrostire, IP-SUISSE in conf. speciale, per 100 g

LO SAPEVI? Prosciutto di coscia arrotolato mini M-Classic Svizzera, per 100 g, in self-service

Noce di prosciutto affumicato M-Classic Svizzera, per 100 g, in self-service

La spalletta si ottiene dalla spalla del maiale, un taglio che si sviluppa a forma di pala attorno alla scapola. La carne del prosciutto arrotolato e del prosciuttino della noce si ricava invece dalla coscia. Gustosi abbinamenti a queste carni sono l'insalata di patate e una salsa di senape al miele.

Offerte valide dal 31.10 al 6.11.2023, fino a esaurimento dello stock. 5


Pane e prodotti da forno

Dolci tentazioni dalla nostra pasticceria Desse rt aut unnale ai cachi

conf. da 2

Hit 5.55

Cookies 4 pezzi, 300 g, prodotto confezionato

IDEALE CON

conf. da 2

15% 5.95 invece di 7.–

6

Panna intera UHT Valflora, IP-SUISSE 2 x 500 ml

30% 2.50 invece di 3.60

20% 4.95 invece di 6.20

Rotolini al limone o al lampone 2 x150 g

c a nt e , Cot t ura c roce nt e le g g e rm a c arame llat

Cachi Persimon Spagna/Portogallo, al kg

Hit 5.60

Cornetti alla crema in conf. speciale, 4 pezzi, 280 g


Prodotti freschi e pronti

Prodotti vegetariani e vegani

Varietà vegetale tutta da gustare Pr o d o t t a i c o n i ng r e d n S v i z z e r a i e nt i b i o l o g ic i

conf. da 3

33%

20x

Lasagne Anna's Best

CUMULUS

alla bolognese o alla fiorentina, in confezioni multiple, per es. alla bolognese, 3 x 400 g, 7.90 invece di 11.85

Novità

20x CUMULUS

4.95

Novità

6.95

Minestra di verdure Migros Bio 500 ml

La Raclette Vegan Chili & Garlic New Roots, bio a fette, 200 g, in vendita nelle maggiori filiali

25% 9.75

20x CUMULUS

Novità Prodot to te stato da organi indipendenti

4.40

invece di 13.–

Minestrone Migros Bio

Pasta fresca Garofalo tortellini al prosciutto crudo o ravioli ricotta e spinaci, in confezioni speciali, 500 g

300 ml, in vendita nelle maggiori filiali

20x CUMULUS

a partire da 2 pezzi

20%

Novità

4.95

Sminuzzato plant-based Migros Bio 200 g

11.95

Bowl di spaghettini soba planted., prodotto refrigerato 345 g

Succhi freschi Anna's Best 750 ml, bacche rosse, mandarini, pompelmo rosa e arancia sanguigna, per es. bacche rosse, 2.65 invece di 3.30

Offerte valide dal 31.10 al 6.11.2023, fino a esaurimento dello stock. 7


Formaggi e latticini

Tanto gusto spendendo poco

conf. da 2

20%

20%

Tutte le fondue Caquelon Noir

Raclette a fette Migros Bio, al naturale o assortita

per es. Moitié-Moitié, Le Gruyère & Vacherin Fribourgeois, AOP, 400 g, 7.60 invece di 9.55

–.10

di riduzione

Tutti gli iogurt Nostrani per es. alla castagna, 180 g, 1.– invece di 1.10

per es. assortita, 2 x 450 g, 19.80 invece di 24.75

15% 1.95

Formaggella cremosa per 100 g, confezionata

invece di 2.35

conf. da 12

20%

20%

Snack al latte refrigerati Kinder

15.35

(articoli singoli esclusi), disponibili in diverse varietà, per es. fetta al latte, 5 pezzi, 140 g, 1.25 invece di 1.60

Migros Ticino 8

invece di 19.20

Latte intero UHT Valflora, IP-SUISSE 12 x 1 l


31% 1.50 invece di 2.20

Le Gruyère piccante, AOP

CONSIGLIO FRESCHEZZA

per 100 g, prodotto confezionato

E s pe r i e n z a g un t occ o austat iv a c on ut unnale

20x CUMULUS

Novità

3.30

Formaggio al tartufo Sélection per 100 g, prodotto confezionato, in vendita nelle maggiori filiali

20% 2.35 invece di 2.95

Canaria Caseificio per 100 g, confezionato

Il Grana Padano è perfetto per condire ed esaltare una gran varietà di piatti come pizza, quiche e gratinati, e dona una nota di gusto particolare anche a salse e insalate. Dopo l'apertura conservare il Grana Padano in frigorifero in un contenitore ermetico.

15% Tutti i formaggi Da Emilio per es. Grana Padano grattugiato, 120 g, 2.45 invece di 2.90

Migros Ticino

Offerte valide dal 31.10 al 6.11.2023, fino a esaurimento dello stock. 9


Dolci e cioccolato

Il nostro lato dolce conf. da 2

Fini ssimo cioccolato sv izze ro con vari ripieni

20% 16.80 Truffes assortiti Frey invece di 21.–

2 x 256 g

conf. da 6

31% 8.– invece di 11.70

20% Tutte le palline Freylini Frey in sacchetto per es. Classics, 480 g, 8.40 invece di 10.50

di finissimi Composizione i natalizi c iocc olatin

17.95

invece di 19.95

20x

20x

Novità

Novità

Novità

3.80

CUMULUS

Cuori e stelle di marzapane di Lubecca Erasmi 250 g

10

9.50

al latte con nocciole, al latte finissimo o Giandor, 6 x 100 g, per es. al latte con nocciole

10%

20x CUMULUS

Tavolette di cioccolato Frey

Palline Lindt Lindor in design natalizio al latte, assortite o noir, per es. al latte, 500 g

CUMULUS

Merry Christmas Bag Lindt 141 g

7.95

Mini Pralinés Lindt Natale 100 g


Bevande

Con uov a d alle v ame nto all a 'ape rt o sv izze ro

conf. da 6

50% Acqua minerale Aproz disponibile in diverse varietà, 6 x 1,5 l e 6 x 1 l, per es. Classic, 6 x 1,5 l, 3.10 invece di 6.20

i

Conse rv abilit à d più me si a partire da 2 pezzi

–.60 di riduzione

Tutti i biscotti Tradition per es. Petits Cœurs al limone, 200 g, 3.– invece di 3.60

conf. da 10

43% 3.35 invece di 5.95

Capri Sun multivitaminico o Safari Fruits, 10 x 200 ml

conf. da 3

33% 6.80

20x

invece di 10.20

CUMULUS

Novità

5.95

Little Moons Mochi Golden Blond prodotto surgelato, 192 g

Choc Midor Rocher o Rondo, per es. Rocher, 3 x 100 g

conf. da 6

40% 7.50 invece di 12.50

Pepsi Max, Regular o senza caffeina, 6 x 1,5 l, per es. Max

Offerte valide dal 31.10 al 6.11.2023, fino a esaurimento dello stock. 11


Snack e aperitivi

Ottimi per chi ama gli snack e lo sport

conf. da 2

20% 5.75 invece di 7.20

a partire da 2 pezzi

–.30 di riduzione

Kezz Zweifel

Tutti i salatini da aperitivo Party

Salt o BBQ, 2 x 110 g, per es. Salt

per es. cracker alla pizza, 150 g, 2.65 invece di 2.95

20x

20x

Novità

Novità

CUMULUS

CUMULUS

7.95

Mini panini vegetariani Happy Hour M-Classic prodotto surgelato, 8 pezzi

6.95

20x

20x

Novità

Novità

CUMULUS

Barretta proteica Double Choc, proteine in polvere Whey Protein Chocolate o Whey Protein Vanilla, Chiefs per es. Whey Protein Chocolate, 450 g, 29.50

12

Mini Crowns Sélection prodotto surgelato, 140 g

rote ine 2 0 g rammi di p a pe r barre tt

CUMULUS

Barrette Strawberry Yoghurt o Peach Yoghurt, Powerbar, e Crunchy peanut caramel Sponser per es. Strawberry Yoghurt Powerbar, 35 g, 2.30


Scorta

Per chi ama l’improvvisazione

a partire da 3 pezzi

a partire da 2 pezzi

30%

–.50 di riduzione

Chicco d'Oro, in chicchi o macinato (articoli Cremino esclusi), 500 g, 7.65 invece di 10.90

conf. da 3

33% 5.90 invece di 8.85

(prodotti Alnatura e Demeter esclusi), per es. gherigli di noci, 100 g, 2.60 invece di 3.10

conf. da 3

Sugo di pomodoro al basilico Agnesi 3 x 400 g

conf. da 2

25% 5.60 invece di 7.50

20% Minestre in bustina Knorr

Tutto l'assortimento Chop Stick per es. olio di sesamo, 190 ml, 4.60 invece di 5.80

disponibili in diverse varietà, per es. vermicelli con polpettine di carne, 3 x 78 g

conf. da 6

24%

21%

10.50 Pizze Bella Napoli Buitoni invece di 13.90

Tutta la frutta secca e tutte le noci Migros Bio

surgelate, margherita o prosciutto e funghi, per es. margherita, 2 x 425 g

Conserve di frutta Sun Queen disponibili in diverse varietà e in confezioni multiple, per es. fette di ananas, Fairtrade, 6 x 140 g, 6.– invece di 7.60

Offerte valide dal 31.10 al 6.11.2023, fino a esaurimento dello stock. 13


Bellezza e cura del corpo

Bellissime novità a volontà Per tant a sc hiuma che dura a lung o

20x

20x

20x

Novità

Novità

Novità

CUMULUS

CUMULUS

Trattamento per capelli ricci e mossi Belherbal Shampoo, balsamo e crema senza risciacquo, per es. shampoo, 250 ml, 4.30

4.95

CUMULUS

Prodotto trattante per il bagno Nivea

Prodotti per il bagno Kneipp per es. cristalli da bagno muscoli attivi, 600 g, 9.50

Care & Rose o Creme soft, 750 ml

20x

20x

20x

Novità

Novità

Novità

CUMULUS

CUMULUS

6.95

Lozione per il corpo ai fiori di ciliegio e al latte di mandorla I am Natural Cosmetics, bio

CUMULUS

per il corpo 10.95 Lozioni Winterpflege e

Body & Mind Balance, Kneipp

Prodotto per la doccia 3 in 1 Freschezza e Sensibilità Kneipp Men 200 ml, 5.50

per es. Winterpflege, 175 ml

200 ml

20x

20x

20x

Novità

Novità

Novità

CUMULUS

8.95

CUMULUS

Crema mani anti-macchie Luminous IP15 Nivea 50 ml

14

Crema per le mani ad azione rapida e unguento intensivo anti-callosità, Kneipp per es. crema per le mani ad azione rapida, 75 ml, 5.90

CUMULUS

4.50

Crema mani Garnier Superfood con avocado o con cacao, 75 ml


20x

20x

20x

Novità

Novità

Novità

idratante 29.95 Crema Anti-Age Power 2 in 1

2.90

CUMULUS

CUMULUS

Anti Dark Spots IP 30 Nivea Men

CUMULUS

Maschera in tessuto Hydration Boost Nivea il pezzo

Oli detergenti Peptide Booster, Niacinamide Booster e AHA Booster, Daytox per es. Peptide Booster, 20 ml, 17.95

50 ml

20x

20x

20x

Novità

Novità

Novità

Nivea 27.95 Siero Cellular Expert Lift

5.90

CUMULUS

8.95

CUMULUS

Gel detergente Sensitive Hej Organic prodotto vegano, 125 ml

CUMULUS

30 ml

Spazzola per la pulizia del viso 2 in 1 I am Professional al pezzo

Per occhi pieni di espressività

20x

20x

20x

Novità

Novità

Novità

CUMULUS

Portaspazzolino e portasaponetta per es. portaspazzolino, al pezzo, 2.90

CUMULUS

7.90

CUMULUS

Carbo Activ o Fat Blocker, Figure Control per es. Carbo Activ, 30 compresse

3.90

Set per lo styling delle sopracciglia I am Professional con trimmer e spazzola, il set

Offerte valide dal 31.10 al 6.11.2023, fino a esaurimento dello stock. 15


Bellezza e cura del corpo

Una pagina dai mille profumi

conf. da 3

a partire da 2 pezzi

33%

25%

Prodotti per la doccia Nivea Men

Tutto l'assortimento Secure

per es. gel doccia Sport, 3 x 250 ml, 5.90 invece di 8.85

(confezioni multiple e sacchetti igienici esclusi), per es. Ultra Normal, FSC®, 20 pezzi, 4.50 invece di 6.–

Riduce al minimo il rischio di cont ag io ne lle ondate di influenza

a partire da 2 pezzi

25%

50%

Tutto l'assortimento Sanactiv per es. spray nasale all'acqua di mare con mentolo, 20 ml, 3.75 invece di 4.95

Tutte le mascherine igieniche e FFP2 per es. mascherine per il viso mediche, 50 pezzi, 3.40 invece di 6.80

conf. da 2

25% 7.40 invece di 9.90

16

conf. da 2

25%

20%

Deodoranti Axe

Deodoranti Rexona

Tutto l'assortimento Good Mood

per es. spray Africa, 2 x 150 ml

per es. roll-on Cobalt Dry 48h, 2 x 50 ml, 3.50 invece di 4.70

(confezioni multiple escluse), per es. sapone per le mani alla vaniglia e lavanda, 250 ml, 3.75 invece di 4.70


Abbigliamento e accessori

Offerte per stare bene

40% Tutto l'assortimento di calzetteria da donna e da uomo (prodotti Hit esclusi), per es. Vision color porcellana, tg. M, al pezzo, 5.85 invece di 9.80

conf. da 3

Hit 9.95

Calze di Natale da donna o da uomo disponibili nelle misure 35/38, 39/42 e 43/46

conf. da 2

Hit 19.95

Hit Guanti touch screen da donna Essentials taglia unica

Hit 29.95

Pullover natalizio da donna Essentials disponibile in rosso, tg. S–XXL, al pezzo, in vendita nelle maggiori filiali

conf. da 3

Hit tg. S–XXL, in vendita nelle maggiori filiali

19.95

con scaldacollo in pile e guanti touch screen, disponibile in nero, tg. S/M o L/XL, il set

Hit Set invernale da donna Essentials con fascia frontale in pile e guanti touch screen, disponibile in blu, tg. S/M o L/XL, il set

Hit

Slip natalizi midi 12.95 da donna

Set invernale da uomo Essentials

conf. da 2

Hit 19.95

19.95

19.95

Guanti touch screen da uomo Essentials taglia unica

Hit Coperta in pile disponibile in grigio con motivo a stelle, 130 x 170 cm, al pezzo

invernali 39.95 Stivali per bambini

disponibili in rosa o blu, n. 28-35, il paio

Offerte valide dal 31.10 al 6.11.2023, fino a esaurimento dello stock. 17


Varie

Atmosfera e praticità Per av volg ere in be llezza ciò che si fa con le proprie mani

10% 8.95 invece di 9.95

conf. da 2

21% 11.95

invece di 15.20

Total Spray & Wash Flacone con confezione di ricarica, 2 x 750 ml

conf. da 3

20% 4.65 invece di 5.85

invece di 7.50

Sacchetti da regalo Ambiance 12 x 22,5 cm, 30 pezzi

Spugne detergenti sintetiche Strong Miobrill

per uso 15.50 Carta domestico Plenty, FSC® invece di 25.85

3 x 3 pezzi

30% Tutto l'assortimento di alimenti per gatti Vital Balance per es. Senior, al pollo, 4 x 85 g, 3.25 invece di 4.60

Hit 4.95

disponibili in diversi colori, mazzo da 20, lunghezza dello stelo 40 cm, per es. rosso, arancione, giallo, il mazzo

Ghirlanda luminosa per interni 50 LED, disponibile in diversi colori, al pezzo

set da 3

40%

a partire da 3 pezzi

18

26% 5.50

Trio di minirose M-Classic, Fairtrade

Original, 1/2 strappo o Fun Design, in confezioni speciali, per es. Original, 16 rotoli

conf. da 5

Hit 14.95 Cleverbag Herkules 35 l, 5 x 20 pezzi

Hit 7.95

Hit 9.95

Set di carta da regalo disponibile in diversi colori e motivi

Stoffa decorativa per la tavola Kitchen & Co. disponibile in diversi colori, 140 x 300 cm, al pezzo


Prezzi imbattibili del weekend Hit 1.95

Solo da questo giovedì a domenica

Candele profumate in vasetto piccole, disponibili nelle profumazioni Vanille, Spiced Berry od Orange, al pezzo

40%

conf. da 2

Hit 7.95

Accendigas Flexy

11.95

invece di 19.95

Salmone affumicato dell'Atlantico, ASC d'allevamento, Norvegia, in conf. speciale, 300 g, offerta valida dal 2.11 al 5.11.2023

15.–

di riduzione

di luci a batteria 24.90 Set per bici Crosswave invece di 39.90

il set

30% Hit 7.95

Panni in microfibra 38 x 48 cm, 5 pezzi

50% 9.70 invece di 19.40

Offerte valide dal 31.10 al 6.11.2023, fino a esaurimento dello stock.

Tutto l'assortimento di olio d'oliva Monini

Chicken Crispy Don Pollo

per es. Classico, 1 litro, 10.45 invece di 14.95, offerta valida dal 2.11 al 5.11.2023

prodotto surgelato, in conf. speciale, 1,4 kg, Offerta valida dal 2.11 al 5.11.2023 19


20%

su tutto l’assortimento V-Love

In vendita nelle maggiori filiali Migros. Da questa offerta sono esclusi gli articoli già ridotti. Offerta valida dal 31.10 al 13.11.2023, fino a esaurimento dello stock.


Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.