

C’era una volta sul fondo dell’oceano un castello grandissimo in cui viveva la Regina del Mare.
Laggiù era buio e la Regina, invece, amava la luce.
Un bel giorno fece un annuncio straordinario:
<<Sudditi, voglio un gioello che sembri una goccia di luce. Il premio per chi lo troverà sarà cibo gratis per lui e per i suoi figli per tutta la vita!! Pronti... via!>>
Così tutti partirono, pesci, squali, granchi e stelle marine... tutti, tranne una conchiglietta che rimase attaccata al suo scoglio.
Poverina, quanto piangeva! Un suo lacrimone sollevò una piccola tempesta di sabbia e un granello dispettoso le finì proprio in bocca.
Giannetta, così si chiamava la conchiglia, non poteva grattarsi e chiamò in aiuto Aristide, un vecchio pesce sarto.
<<Ci penso io!>>
Detto fatto: Aristide avvolse con cura il granello di sabbia con un bel filo di seta. In questo modo il gomitolo risplendeva come un piccolo sole, tanto che la Regina, uscita dal castello per aspettare i corridori, lo vide.
<<Evviva, ecco la mia goccia di luce! Sei tu, Giannetta, la vincitrice!>>
Era nata così la prima perla. Da allora tutte le conchiglie devono solo aprire la bocca e aspettare il cibo, come la Regina del Mare aveva promesso.
Al giorno d’oggi esistono due tipi di mucche: le BrunoAlpine, marroncine, e le Olandesi bianche e nere.
Eppure non è stato sempre così perché una volta, tantissimo tempo fa, le mucche erano solo marroni.
Questa storia comincia in montagna, dove vivevano
Clarissa e Annabella, due giovani mucche molto diverse tra loro. Clarissa era grassottella e tranquilla mentre Annabella era magrolina, graziosa e molto vanitosa.
Clarissa si fidanzò ben presto con un bel torello con cui si sposò ed ebbe tanti vitellini color caffè.
Annabella, invece, andò a vivere in Olanda da un signore che era malato e che per guarire doveva bere solo latte. Era trattata benissimo ma a poco a poco si mise a fare i capricci.
<<Voglio mangiare solo carote! Voglio dormire nel trifoglio! Voglio tingermi il pelo di bianco!>>
Quando il signore guarì, però, Annabella fu rispedita nel recinto pieno di fango e il suo bel vestitino bianco si riempì di macchie nere. Ecco che apparì la prima mucca olandese bianca e nera.
Preoccuparsi tanto del suo aspetto non le era servito proprio a niente!
Alice era una bimba che viveva in città, al quarto piano di un condominio.
Un giorno, a scuola, la maestra di italiano lesse un racconto che diceva più o meno così: “Nella campagna, sotto il sole di mezzogiorno, tutto era fermo e c’era solo un gran Silenzio...”
Alice ci pensò un po’ su e chiese a tutti dove poteva trovare il Silenzio. Chiese alla mamma, al panettiere, al vigile, ma la risposta era sempre la stessa: non lo so.
Quella notte la bambina sentì bussare alla finestra. “Strano! Chi può essere?” pensò, curiosa, prima di andare ad aprire.
<<Ciao Alice, sono il Silenzio! Ti ringrazio di avermi cercato! Qui in città non posso più stare... Purtroppo sono solo, ma il rumore ha una famiglia grandissima: auto, sirene, televisioni, aerei... Per questo motivo ho deciso di scappare e mi sono rifugiato in mezzo al mare e sulla cima delle montagne.>>
Fu così che Alice e il Silenzio diventarono amici e iniziarono a parlare e a ridere fino al mattino.
Alla prima sirena della fabbrica, però, il Silenzio abbracciò stretta la bambina e scappò.
La mamma, che entrava in quel momento, vide Alice seduta sul letto che salutava con la mano e diceva: <<Ciao! Ti verrò a trovare!>>
“Povera me, questa bambina diventa sempre più matta!” pensò la mamma.
Noi, però, sappiamo la verità.