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«Nessuno vuole il grano ucraino»

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La notizia: “Odessa, partono le navi col grano ma nessuno le vuole” è il titolo di un articolo apparso su nicolaporro.it, il «sito ufficiale di Nicola Porro», vicedirettore de “Il Giornale” e conduttore di Quarta Repubblica su Rete 4. Lo scritto prende a pretesto il rifiuto da parte dell’acquirente del primo carico di grano partito dalle coste ucraine per sostenere che tutte le operazioni logistiche per l’export dei cereali siano un completo fallimento. Il 10 agosto, mentre la nave era in attesa di un nuovo acquirente al largo della costa turca, è comparso l’articolo che descrive così la situazione: «ma quella nave, oggi, è ancora in mare, mai arrivata a destinazione».

Perché è falsa:

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• In Libano il primo acquirente del carico ha rifiutato la consegna per dubbi sulla qualità della merce trasportata, secondo quanto ha affermato l’agente marittimo della nave a Tripoli. Secondo Associated Press, invece, il rifiuto sarebbe dovuto al troppo ritardo nella consegna.

• Dal primo al 15 agosto sono state autorizzate 36 navi a lasciare il porto di Odessa o attraccarvi per caricare cereali, come ha reso noto la delegazione dell’Onu al centro di Istanbul che coordina le operazioni, dove sono presenti rappresentanti di Ankara, Kiev, Mosca e Nazioni Unite. Di queste navi, ventuno sono già partite e tre sono arrivate in Italia.L’articolo non cita come fonte diretta la National Nuclear Security Administration (Nnsa), responsabile del progetto, né riporta le esatte caratteristiche della B61-12 . È falsa l’informazione per cui le bombe «verranno schierate in Europa a distanze tali da poter colpire la Russia»: non saranno schierate su un territorio ma solo raccolte nelle basi Nato, poiché per essere utilizzate dovranno comunque essere lanciate da un aeromobile e non telecomandate a distanza.

• Mentre gli analisti di tutto il mondo cercano di capire cosa accadrà al grano ucraino, sul sito si dà per certa la dispersione delle risorse sulla Razoni, con una «tutta probabilità» della quale si omette di offrire qualsiasi prova o giustificazione.

• Oggi il coordinamento dell’Onu sulle operazioni lavora al ripristino delle rotte commerciali garantendo il transito in territori interessati dalla guerra. Gli accordi sui singoli carichi sono spesso tra soggetti privati e sottostanno alle regole commerciali più che alle trattative diplomatiche. Tutto lo scritto risponde più alla necessità di infondere confusione e incertezza che a informare in maniera puntuale. Non viene tenuto conto del contesto e un singolo accadimento viene preso a pretesto per una generalizzazione ingannevole. ■

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