QUESTO POSTO SI CHIAMA “LA COLLINA DELLE RONDINI”. OGNI ANNO, IL VENTIQUATTRO APRILE, MIGLIAIA DI PERSONE VENGONO QUI CON UN FIORE IN MANO...
... UN FIORE DA DEPORRE DAVANTI ALLA FIAMMA ETERNA.
OGGI ANCH’IO SONO QUI E ANCH’IO HO UN FIORE CON ME.
QUESTO MONUMENTO E’ STATO ERETTO PER RICORDARE UN PASSATO DI VIOLENZA, DI CRUDELTA’, DI INCUBI.
E’ UN PASSATO CHE NASCONDE IL PRIMO GENOCIDIO DEL ‘900: QUELLO ARMENO.
ENVER PASCIA’, DJEMAL PASCIA’ E TALAAT PASCIA’. DA LORO VENIVA IDEATA E PERPETRATA QUESTA FOLLIA RIMASTA INVISIBILE AD UN MONDO CHE, IN QUEGLI ANNI, AFFOGAVA NEGLI ORRORI DELLA PRIMA GUERRA MONDIALE.
NESSUNO SI ACCORSE CHE UN MILIONE E MEZZO DI ARMENI, DEPORTATO CON LA FORZA, SCOMPARVE NEL DESERTO, MORENDO DI “TUTTE LE MORTI DEL MONDO”
NESSUNO VIDE LE LACRIME DELLE MADRI. NESSUNO SENTI’ IL PIANTO DEI BAMBINI.
IO NON SONO ARMENA, MA OGGI ANCH’IO SONO QUI CON IL MIO FIORE IN MANO... PERCHE’ UN GENOCIDIO... ... NON COLPISCE SOLO UN POPOLO, MA TUTTA L’UMANITA’ E NON DIMENTICARE E’ UN DOVERE DI NOI ESSERI UMANI.