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Zoom Rapa Nui
Attualità India, donne in marcia
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www.bandapm.it
na r o i s s i lo m o c c i p il
Contiene I.P.
mar 2013 - n. 3
Bambini
d'azzardo P
rima i dati. E i dati parlano troppo chiaro. Secondo l’ultima indagine di Telefono Azzurro ed Eurispes condotta su bambini ed adolescenti italiani, cresce tra i minori la passione per il gioco. Da un campione di 1100 e 1523 interviste, rispettivamente a bambini tra i 7 e gli 11 anni e a ragazzi tra i 12 e i 18, il 33,7% dei minori contattati gioca spesso al Gratta & Vinci. Più preoccupanti i numeri dei piccoli frequentatori delle sale gioco: il 7,8% gioca al videopoker e il 6,9% alle slot-machine, mentre l’11,1% si appassiona con le sale bingo. E se l’83% degli intervistati dichiara di non aver mai giocato soldi su Internet – “ci mancherebbe!”, commentano papà e mamme – i piccoli italiani attratti dal gioco d’azzardo arriverebbero a quota 25%. Ma, allora, dov’è il problema? Perché scandalizzarsi tanto per dei bambini che giocano o smanettano con macchinette mangiasoldi per “puro divertimento”, “per passatempo” o perché “lo
Kataboom
Contro le A.D.M. (Armi di Distrazione di Massa)
hanno visto fare da parenti e amici”? Anzi, in tempi di crisi economica, vincere un po’ di soldi e raggranellare qualche spicciolo può sempre servire. Giriamo la domanda: perché mamme, papà, nonni, parenti e amici, invece di perdere tempo e soldi al gioco, non aiutano i loro ragazzi a crescere accompagnandoli in passatempi, giochi, sport e relazioni sane e coinvolgenti? La noia, la solitudine e le frustrazioni delle famiglie italiane non si risolvono davanti ad una macchinetta o con biglietti da grattare, nella speranza, sempre delusa, di vincite milionarie che mai non arrivano. Se il bimbo è “d’azzardo” è perché dietro ha una famiglia “gratta e perdi”, tutta impostata sui soldi e sul modo più rapido per farli. Quindi, cari adulti, tocca a voi: sostituite le slot e i Gratta & Vinci che avete in testa con buone dosi di responsabilità e dialogo con i vostri ragazzi! Sarà solo questa la vostra giocata vincente.
Mar 2013
nto x ...... tatanto per cominciare cominciare
a cura di p. Elio Boscaini
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osì, chiacchierando con un’amica. Tra le altre cose, afferma che: «è bello essere trattata da uguale agli uomini. Sono felice di essere riuscita a portare avanti la mia attività professionale mettendola d’accordo con l’educazione dei figli. Che poi a marzo ci sia una giornata della donna e che ci vengano offerti dei fiori, quando poi contro le donne si scatena la violenza più atroce, mi sembra un’ipocrisia, quasi un tornare indietro...». Obietto che a me, e non solo, non spiace l’idea che ci sia una giornata internazionale, l’8 marzo, che le Nazioni Unite dal 1977 hanno voluto dedicare alla donna. È un’occasione in più per impegnarsi e far capire a tutti che nel mondo ci sono ancora tante ingiustizie contro le donne: estrema povertà, fardello del lavoro domestico e agricolo non remunerato, matrimoni forzati, diritti umani elementari non rispettati... «Noi donne siamo contagiose» – conclude la mia amica. Delle parole d’amore di Renzo Arbore per Mariangela Melato (i più piccoli si facciano spiegare da mamma chi era, ndr) quelle che mi hanno commosso di più sono: «Era più intelligente di me, approfondiva mentre io sono superficiale». Il Gesù dalla parte delle donne, di Maria Maddalena, di Marta e Maria, della samaritana al pozzo, della vedova che dona i soli due spiccioli che ha, della vedova che accompagna il figlio unico alla sepoltura, sceglie proprio una donna (Maria Maddalena) come apostola degli apostoli il mattino di Pasqua. Un messaggio evidente su ciò che la donna avrebbe dovuto essere nella Chiesa che stava per nascere?
Noidonne siamo
Buona Pasqua!
contagiose Mar 2013
Attualità
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a cura di Chiara Milano
e donne dell’India sono in marcia, lo sono da molti anni. Camminano non solo fisicamente, mettendo un piede davanti all’altro, ma anche per guadagnarsi ogni giorno un pezzetto di dignità e rispetto, in un paese che con loro non è molto amichevole. Ci vuole ben altro che una mimosa per riconoscere il loro valore, una festa come quella dell’8 marzo serve a chi vive da questa parte del mondo, per capire la fortuna che abbiamo e sentire il bisogno di non chiudere gli occhi davanti a episodi di violenza come quelli che continuano ad accadere in India. Le donne hanno trovato finalmente il coraggio di scendere per le strade e protestare, perché certi fatti non devono mai più accadere.
NON SI RIPAGA CON LA STESSA MONETA! Per quanto gravi siano le responsabilità di uomini colpevoli di violenza sulle donne, la pena di morte non è la soluzione! Il lavoro che va fatto è molto lungo, è fondamentale arrivare a cambiare il modo di pensare comune, si deve arrivare a considerare la donna alla pari dell’uomo, si deve accettare con gioia la nascita di nuovi bimbi, maschi o femmine che siano, perché sono sempre doni. La morte non permette il perdono e la consapevolezza di aver sbagliato, con il risultato che un’altra vita viene distrutta. Se Qualcuno ci ha insegnato ad “amare il prossimo”, a
India, don Per un futuro che sia anche femminile
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“fare agli altri ciò che vorresti fosse fatto a te”, per quanto sia difficile non è impossibile, ci è riuscito perfino Lui con mani e piedi inchiodati su una croce!
LE DONNE PER GARANTIRE UN FUTURO
CODICE DI MANU: Raccolta di leggi della tradizione orale indù che sanciva l’inferiorità femminile. Secondo questo codice la donna dalla nascita alla morte doveva restare sotto tutela del padre, del marito o dei figli maschi, che potevano disporne a piacimento, con il solo obbligo del mantenimento. DONNE MANCANTI: Amartya Sen, premio Nobel per l’economia, stima il numero delle “donne mancanti” nel mondo in 100 milioni, soprattutto per il contributo negativo di Cina e India (37%).
Gandhi sosteneva che le donne fossero “le naturali messaggere della nonviolenza”, instancabili esempi di coraggio, verità e amore senza fine, nonostante la sofferenza. Di questo devono essere consapevoli, per cercare di cambiare una realtà che le vede da sempre sottomesse all’uomo, come riporta anche il tradizionale codice di Manu, utili solo per generare figli, possibilmente tutti maschi. Per questo, non solo riguardo l’India ma anche per Cina, Vietnam, Corea e Taiwan si parla di donne mancanti, accennando a
New Delhi, dicembre 2012, veglia a lume di candela per fermare la violenza sulle donne
ne in marcia Mar 2013
POVERTÁ CAUSA DI TUTTO quelle che non sono nemmeno uscite dal grembo materno, o a quelle che non sono riuscite a sopravvivere oltre i 13 anni per mancanza di cure sanitarie, cattiva alimentazione e violenza. Forse in India è sfuggito un particolare: perché il mondo continui a girare, perché ci sia un futuro, c’è bisogno di bambini e bambine, con condizioni di vita tali da portarli ad essere uomini e donne del domani. Le nuove generazioni hanno bisogno di mamme, oltre che di papà, a meno che gli uomini indiani non abbiano scoperto il segreto per generare nuove vite! È allora necessario liberarsi di credenze e proverbi che recitano “Crescere una femmina equivale ad annaffiare il giardino del vicino”. Per quanto possa essere vero che con la mancanza di eredi
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Asia è un continente che ha compiuto grandi passi per la tecnologia, ma non è stata fatta una equa distribuzione della ricchezza. Per questo è cresciuta anche la povertà e la discriminazione contro le donne. Alcuni studiosi hanno rilevato che in Asia ci sono oggi 900 milioni di persone che vivono con meno di un dollaro al giorno e in alcuni paesi, come il Bangladesh, tante donne lavorano 10 ore al giorno per 18 euro al mese, spendendone 15 per pagarsi una stanza dove dormire.
maschi si estingue una famiglia, la mancanza di femmine non garantisce la nascita di nessun’altra famiglia! Ma qualcosa sta cambiando, perché nel 2007 è stata eletta per la prima volta una donna come Presidente dell’India e oggi sono moltissime le manager, le leader politiche e le personalità femminili di spicco nel panorama indiano.
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Pratibha Devisingh Patil, la prima donna che ha ricoperto la carica di Presidente dell’India dal 2007 al 2012.
Speciale
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è trambusto nella redazione del PM. Si discute sull’opportunità o meno di presentare ai nostri lettori un gioco-test semiserio sull’argomento più serio che ci sia: la Pasqua del Signore. Alla fine, con voto unanime e con un pizzico di gioiosa pazzia, decidiamo di farti giocare con il Vangelo che racconta la risurrezione di Gesù. Non prenderci per matti! Anche se qualche adulto storcerà la bocca o arriccerà il naso perché un po’ arrabbiato per questa nostra trovata, tu lascia fare. Pensa invece alla Pasqua come un momento di gioia, come un fatto che ha cambiato il destino della storia degli uomini. Gesù ha vinto la morte ed è vivo più che mai in mezzo a noi; proprio per questo ci sentiamo allegri e felici, “felici come una Pasqua” appunto, perché abbiamo ritrovato un Amico che, siamo sicuri, non ci abbandonerà mai. E allora comincia a giocare con il Vangelo alla mano. Delle tre risposte che accompagnano ogni episodio, scegline una; somma i numeri delle risposte che, secondo te, sono esatte e confronta il risultato con le soluzioni che troverai alla fine del test.
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elici
Gesù è arrestato. Vistosi accerchiato dalla folla che brandisce spade e bastoni il Signore comanda ai suoi discepoli di usare le armi per difendersi. ➊ Vero. Infatti l’incontro “discepoli contro resto del mondo” finisce per sette ricoveri a due a vantaggio dei primi. ➋ Falso. Gesù invita i suoi a non usare le armi. ➌ Falso. Il Sinedrio, ossia il Parlamento degli ebrei di allora, invia a Gesù un avviso di garanzia, ma non lo arresta. Pietro nega di conoscere Gesù perché nel trambusto dell’arresto riceve una botta in testa che gli fa perdere la memoria. ➊ Falso. Pietro nega di conoscere Gesù perché in cambio di questo “favore” il Sinedrio devolve 33.000 euro alla Cefa club, l’associazione sportiva di cui è presidente. ➋ Vero. Infatti Pietro viene trasportato d’urgenza al Policlinico e ricoverato in neurochirurgia con sospetto trauma cranico. ➌ Falso. Pietro, in un attimo di debolezza del quale poi si pentirà, finge di non conoscere Gesù perché ha paura che arrestino anche lui. Gesù è innocente. La folla però chiede che venga crocifisso. Pilato potrebbe impedire che ciò avvenga, ma preferisce “lavarsene le mani” per non avere problemi.
a cura di Pablo Sartori
come una Pasqua ➊ Falso. È vero che la folla chiede la liberazione
➊ Vero. I due si sono appena messi in società
di Barabba, ma lo fa perché il bandito si pente ed entra in convento. ➋ Vero. Pilato “se ne lava le mani” ignorando un biglietto della moglie che lo invita a non spargere il sangue innocente di Gesù. ➌ Falso. Pilato si lava le mani subito dopo aver ricevuto un biglietto dalla moglie che dice: «Tesoro, lasci le impronte dappertutto!».
e sono alla ricerca di un evento clamoroso per piazzarsi sul mercato. ➋ Falso. Nicodemo e Giuseppe di Arimatèa vogliono bene a Gesù perché sono rimasti affascinati dalle sue parole. Dopo la morte, prendono il suo corpo, lo profumano, lo avvolgono nelle
Gesù muore in croce. Si fa buio nella regione; la terra trema e il velo del tempio di Gerusalemme si squarcia. I soldati romani che sono di guardia ai piedi della croce riconoscono che Gesù «è davvero il figlio di Dio». ➊ Vero. Anche uno dei ladroni crocifisso assieme a Gesù si pente e riconosce la sua divinità. ➋ Falso. Il sismografo di Betlemme, il più preciso della Palestina, assicura che in quel famoso pomeriggio non ci sono stati terremoti. ➌ Falso. I soldati di guardia non appartengono all’esercito romano, ma a un contingente di caschi blu dell’ONU stanziato nella zona per garantire la pace tra palestinesi ed ebrei. Nicodemo e Giuseppe di Arimatèa, proprietari di una famosa ditta di pompe funebri, colgono al volo l’occasione per fare pubblicità alla loro impresa e seppelliscono Gesù gratuitamente in una tomba di “seconda mano”. Mar 2013
➊ Falso. La “diretta” della risurrezione di Gesù non è filmata dai discepoli, ma da una troupe della CNN che si trova lì per caso. ➋ Vero. La telecamera è una marca Sogny a raggi infrarossi. ➌ Falso. La prima a scoprire il sepolcro vuoto è Maria di Màgdala la quale, fuori di testa dalla gioia, corre a dare la felice notizia ai discepoli.
bende e lo seppelliscono in una tomba nuova, dove nessuno è mai stato sepolto. ➌ Falso. Nicodemo e Giuseppe di Arimatèa sono due turisti americani, lontani parenti del sommo sacerdote Caifa. Cosa ci facessero lì quel giorno è ancora un mistero. Gesù risorge il terzo giorno. I primi a fare questa scoperta sono i discepoli che, muniti di telecamera, sono rimasti giorno e notte davanti alla pietra che chiude il sepolcro allo scopo di fare una “ripresa diretta” del lieto evento.
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I capi dei sacerdoti, saputo che il sepolcro è vuoto, offrono soldi alle guardie perché testimonino il falso nel dire che il corpo di Gesù è stato rubato dai discepoli. ➊ Falso. Le guardie accettano la losca offerta, ma quando scoprono che i capi dei sacerdoti vogliono pagare con un assegno non ci stanno più, perché hanno paura di essere fregati. ➋ Vero. Ma lo fanno perché costretti. ➌ Falso. I capi dei sacerdoti sono persone oneste. Non avrebbero mai “tentato” le guardie in un simile modo, oltretutto per non correre il rischio di essere accusati di corruzione. Tommaso, uno dei discepoli, è noto per la sua indecisione. Trascorre pomeriggi interi sfogliando margherite: «Ci credo, non ci credo, ci credo, non ci credo, ci credo...». Alla risurrezione di Gesù però ci crede subito. ➊ Falso. Tommaso non sfoglia margherite. È iscritto a Legambiente Galilea e non avrebbe mai il coraggio di strappare un fiore di campo.
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Falso. Tommaso non sfoglia margherite e, quando sente che Gesù risorto è apparso ai discepoli, si mostra incredulo. ➌ Vero. Infatti il detto “sei come San Tommaso che non ci crede se non ci mette il naso” deriva proprio da questo avvenimento. Due discepoli sono sulla strada di Emmaus e non si accorgono che l’uomo che cammina con loro è Gesù. Lo scoprono solo quando, a tavola in una locanda, il Signore “prende il pane e lo spezza per distribuirlo”; allora il loro cuore si riempie di gioia e ritornano subito a Gerusalemme per raccontare l’accaduto agli altri discepoli. ➊ Falso. In realtà i due discepoli escono di corsa dalla trattoria per far pagare il conto a Gesù. ➋ Vero. Riconoscono nei gesti e nelle parole dello sconosciuto ciò che Gesù aveva detto e fatto nell’ultima cena. ➌ Falso. Il cuore dei discepoli si riempie di gioia perché, oltre al pane, Gesù offre loro dell’ottimo prosciutto. Gesù ascende al cielo. In realtà si tratta di un trucco cinematografico. Il Signore, approfittando di un banco di nebbia, sale su un piccolo colle. In questo modo i discepoli filmano il famoso “effetto ascensione” di cui parlano gli evangelisti.
➊Vero. Però si trattava di effetti speciali “a nebbia artificiale”.
➋ Falso. Non c’è nebbia. Gesù sale verso il cielo grazie a uno speciale propulsore realizzato dalla NASA. ➌ Falso. Dopo essere apparso per l’ultima volta ai discepoli, Gesù è “innalzato fino al cielo” presso Dio. Allora i discepoli partono per portare dappertutto il messaggio del Vangelo. Prima di disperdersi per il mondo, i discepoli frequentano un corso intensivo di lingue straniere presso l’università di Gerusalemme. Il giorno degli esami, il famoso “Pentecost’s day”, vengono tutti promossi e, per festeggiare, organizzano un party megagalattico. ➊ Vero. Le loro pagelle sono tuttora custodite in Vaticano. ➋ Falso. I discepoli vengono tutti bocciati, però per consolarsi il party lo fanno lo stesso. Durante la festa qualcuno alza un po’ il gomito e inizia a urlare in “lingue”. ➌ Falso. Cinquanta giorni dopo Pasqua i discepoli ricevono lo Spirito Santo. Così si realizzano le promesse del Signore: i discepoli parlano prodigiosamente lingue straniere, segno che è giunto il tempo di comunicare al mondo intero i prodigi compiuti da Dio.
E allora, buona festa del “passaggio” alla vita, a te e a tutta la tua famiglia! Il messaggio della Pasqua (questa parola significa “passaggio”), infatti, sta tutto qui: credere – anche quando non c’è più nessuna speranza – che la vita vince sempre e che dopo ogni inverno sboccia la primavera. Che i musi lunghi e sfiduciati non combinano niente. Che l’incontro con Gesù risorto, come in quel chiaro mattino di Pasqua quando ha lasciato la sua tomba per stare con noi, è sempre una festa. Se hai fatto 25 punti esatti… Complimenti! Ti auguriamo che le cose che hai dimostrato di sapere sulla risurrezione di Gesù tu le possa anche vivere. Se hai fatto più o meno di 25 punti… Sei un tipo spiritoso/a e simpatico/a ma anche con un po’ di confusione nella zucca! Niente paura: riprendi in mano il Vangelo e cerca di capire che cosa sia veramente successo nei giorni della Pasqua di Gesù. Mar 2013
Zoom
S
a cura di Pablo Sartori Foto di Maria Luisa Bogoni e Piero Pigozzi
ono qui da 3 milioni e 600mila anni. Sono lo spirito del vulcano Rano Raraku, il ventre da dove nascono i moai. Sono su questo fazzoletto triangolare di terra, sperduto nell’immensità del più grande degli oceani, formato da tre vulcani che emergono dal fondo del mare. Su l’unica spiaggia di quest’isola chiamata Rapa Nui, ho visto arrivare dalle isole Marchesi, dopo una traversata di mesi a bordo di veloci catamarani, il re Hotu Matua, il signore degli Hanao Momoko,“la gente magra come lucertole”. Era l’anno 450 dopo Cristo. Il re portò con sé figli, piante e animali, assieme alla cultura e alle tradizioni della Polinesia. Rapa Nui, “l’isola grande” divenne allora l’ ”ombelico del mondo” o Mata Ki Te Rangi, dove ci sono gli “occhi che guardano al cielo”. Con i Polinesiani arrivò anche il culto dei moai, le gigantesche statue poste sugli altari di roccia vulcanica dove riposano gli antenati. Il loro potere soprannaturale (mana), sprigionato dagli
occhi, ha protetto per secoli il popolo di artigiani, guerrieri, pescatori e contadini che ha fatto grande Rapa Nui. Purtroppo, le lotte e le divisioni tra clan, ma soprattutto la quasi totale distruzione delle terre coltivabili e delle risorse, portarono l’isola al collasso. Il popolo si ribellò contro i capi, distrusse i moai e cercò di ritrovare la speranza nel futuro nel culto dell’”uomo uccello”, in onore di Makemake, la suprema divinità creatrice. Poi un giorno gli dei antichi abbandonarono l’isola e la consegnarono al capitano olandese Roggeveen. Era il 5 aprile del 1722, domenica di Pasqua. Da allora l’isola si chiama anche così. Con gli europei e gli americani arrivarono sull’isola di Pasqua avventurieri, latifondisti, commercianti, schiavisti, esploratori, missionari e studiosi. E negli ultimi anni, tanti turisti. Tutti decisi a trovare la chiave dello scrigno dei tanti misteri di Rapa Nui, l’isola specchio, antico e moderno, dell’universo.
Rapa Nui La minuscola isola del Pacifico, ombelico del mondo
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Spiaggia di Anakena (“spiaggia dalla sabbia brillante”) dove sarebbero approdati i primi esploratori provenienti dalle isole Marchesi in Polinesia
I 7 moai dell'ahu (piattaforma cerimoniale) di Akivi
Superficie: 166 km2 Capitale: Hanga Roa Popolazione: 5mila abitanti, più di 125mila turisti all’anno Mar 2013
Cratere del vulcano Rano Kau
“Fabbrica di moai” sul vulcano Rano Raraku
Su 1045 moai presenti a Rapa Nui, 400 sono quelli nei pressi della cava; 288 sono associati agli altari cerimoniali e gli altri sparsi un po’ ovunque sull’isola
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Piattaforma in pietra lavica
I moai hanno un’altezza media di 4, 5 metri e un peso di 20-30 tonnellate
Il pukao, copricapo di 58 moai. È un cilindro di scoria vulcanica che rappresenta i capelli raccolti dell’antenato. Può avere un diametro di 2-3 metri, e un peso compreso tra le 9 e le 20 tonnellate Mar 2013
Pietre magnetiche cariche di energia e di mana (potere soprannaturale)
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Una delle poche oasi di vegetazione tropicale conservate sull’isola
Fondamenta di una hare vaka, casa-barca realizzata come una tenda ricoperta di rami e paglia
Occhi di corallo e pupille di ossidiana. Lo sguardo del moai protegge l’isola e i suoi abitanti. Gli occhi aperti simboleggiano lo spirito che non muore
Gli isolotti dove si svolgeva il rito dell’”uomo uccello”, di fronte al villaggio cerimoniale di Orongo
LA PIù SPERDUTA
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apa Nui si trova sul vertice est del grande triangolo della Polinesia nell’oceano Pacifico, formato da isole Hawaii, Nuova Zelanda e Rapa Nui, appunto. Dista 4050 km da Tahiti e 3680 km dalle coste del Cile, nazione a cui appartiene politicamente.
Secoli di sfruttamento delle risorse forestali e di allevamento , intensivo di pecore bovini e cavalli pa hanno portato Ra Nui sull’orlo di un disastro ecologico irreversibile
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Chasqui
La famiglia di Rita Q
uando penso alla mia vita dell’infanzia e gioventù, riconosco di essere stata molto fortunata. Come dico spesso ai miei amici e parenti, a me nella vita è riuscito tutto facile. Le difficoltà me le sono scrollate di dosso, come acqua sulle ali di un’anatra. A mio padre Adamo, ingegnere e matematico, devo la tenacia nell’impegno per raggiungere gli obiettivi che mi ero prefissata, accompagnata da una certa facilità nell’affrontare con coraggio le inevitabili difficoltà che avrei incontrato nella realizzazione dei miei progetti. Questi aspetti importanti del mio carattere li tirai fuori anche in occasione dello scontro che ebbi proprio con mio padre riguardo la mia carriera professionale. Egli aveva pensato per me un futuro come moglie e madre, tutta casa e famiglia. Io invece sognavo di frequentare l’università, diventare medico e così dedicarmi ad alleviare le sofferenze delle persone. Era un impegno che avevo preso con me stessa, dopo che avevo visto morire di cancro la mia amata governante Giovanna. E proprio questa capacità di condividere la vita degli altri e di guardare la realtà con grande ottimismo, sono stati i bellissimi regali che mi ha lasciato mia madre Adele, pittrice dall’animo sensibile e positivo. Una vita spensierata e serena nonostante la rigidità nell’educazione, tutta all’insegna dell’arte, con mio fratello Gino scultore e architetto e mia so-
c on t o I l r a c v it a del l a
rella gemella Paola, anche lei pittrice come mamma. L’unico “difetto” – se così si può chiamare… – era di appartenere ad una famiglia ebrea; una caratteristica, questa, che negli anni precedenti alla Seconda guerra mondiale poteva procurare grossi problemi. E i “problemi” ben presto arrivarono. Si chiamavano “leggi razziali” fasciste contro gli ebrei; nazismo con Hitler al potere in Germania e in tutta Europa; fughe per sfuggire alle deportazioni che finivano quasi sempre nei campi di sterminio dove trovarono la morte milioni di persone.
no gazzi e a m l I ide d e l le
ne e deve essere L’umanità è fatta di uomini e don i. rappresentata da entrambi i sess no due cromosomi X rappresentava nto Nell’Ottocento e nel Novece re i izza real e ri erio entrare alle scuole sup una barriera insormontabile per propri talenti. dal cervello comportamento è ancora guidata Purtroppo buona parte del nostro razzismo – sono dovute , la Shoah, le guerre, il nazismo, il arcaico. Tutte le grandi tragedie cervello arcaico è così emotiva su quella cognitiva. E il alla prevalenza della componente pensiero, quando non questo sia controllato dal nostro abile da indurci a pensare che tutto sapiens all’estinzione. mo l’ho lopiteco ma porterà stra l’au ato salv ha ico arca o vell è così. Il cer . omo potenti armi di distruzione La scienza ha messo in mano all’u dere gli occhi davanti rattutto la totale dedizione e il chiu Nella ricerca scientifica conta sop alle difficoltà. ità, bensì uscire da quella egnarsi, arrendersi alla mediocr Nella vita non bisogna mai rass coltivare il coraggio di gna egnazione passiva. Biso rass e e udin abit è tutto cui in “zona grigia” ribellarsi. ntifico, è di affrontare la he più importante di quello scie anc o cred e o, invi che gio sag Il mes a attenzione verso il mondo propria persona, e con la massim alla esse nter disi le tota con vita to che quello dei viventi. che ci circonda, sia quello inanima sate al futuro che vi voi stessi, pensate agli altri. Pen Dico ai giovani: non pensate a temete le difficoltà: te fare, e non temete niente. Non aspetta, pensate a quello che pote indifferenza alla aversate senza paura, con totale io ne ho passate molte, e le ho attr mia persona. questo sono stati fortunati a nascere in Bisogna dire ai giovani quanto splendido Paese che è l’Italia. che giorni alla vita. Meglio aggiungere vita ai giorni
Parlane con ...
PA DOVA fr. Alberto : alber titomccj@ gmail.co m sr. Lorena : ortiza.l o2 012@ gmail.co m VE NEGONO SU PE RIOR E (VA) p. Massimo: max6 8rob @yahoo.it NA POLI sr. Betty: elisabe ttapompei@ hotm ail.com p. Domenico: dome nico@ gmail.com PE SA RO p. Renzo: p.ren zo pi @yahoo.fr ROMA sr Tarcisia: tarcy sud@yahoo.it PA LE RMO sr. Rosmary: rosm arypaza_ herrera @yahoo.fr Danila: laici- comb oniani.pa@ liber o.it BR ESCI A p. Enea : cantomi ssio@ gmail.com
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Il 30 dicembre 2012, all’età di 103 anni, ci ha lasciato Rita Levi Montalcini. Una donna a dir poco straordinaria, capace di concentrare in sé il meglio di quanto una persona umana dovrebbe essere e potrebbe dare. Di lei è stato detto che come poche altre persone “ha raccolto in sé intelligenza e coraggio, dolcezza e fermezza, bellezza e scienza”. Una “piccola signora dalla volontà indomita e dal piglio di principessa” che ha scelto di rinunciare a formare una famiglia tutta sua per dedicarsi interamente alle sue grandi passioni: la scienza e la medicina. Con risultati straordinari, che le hanno valso il premio Nobel per la medicina nel 1986, dopo decenni di studio e ricerca nel campo della neurobiologia. Grande nella scienza ma anche nell’impegno sociale verso il quale ha destinato soldi, tempo e fatica. Con la sua Fondazione ha sostenuto progetti a favore di poveri, donne e giovani che, come lei, sognano una società diversa, più giusta e tollerante, in cui siano rispettati i diritti di tutti, soprattutto dei più deboli. “Malgrado l’età – ha detto di sé stessa – io non vivo nel passato, ma nel futuro!”. Un futuro in cui ogni donna potrà scegliere in piena libertà e senza condizionamenti il percorso della propria vita e i modi concreti per realizzarla.
Wow!
Il nuovo
a cura di Antonio Romero
Mondiario
... tutto da mangiare!
A
nche quest’anno, puntuale come sempre, ecco arriva il nuovo Mondiario PM. Un’agenda per l’anno scolastico 2013-2014, che per gli argomenti che tratta potremmo definire “tutta da mangiare”! Sì, perché quest’anno parliamo di alimenti, di cibo dell’”altro mondo”, di prodotti che consumiamo sulle nostre tavole ma che, spesso, non conosciamo a sufficienza. Il titolo del Mondiario, quindi, sarà Cibi del mondo, grazie ai quali avremo uno stimolo in più per capire noi stessi (“dimmi cosa mangi…”), gli altri e la realtà che ci circonda. La formula del Mondiario è quella di sempre: schede tematiche, ricette, notizie, barzellette, giochi, concorsi a premi e tanta amicizia. Per un menù bello da vedere e buono da gustare, da condividere in un progetto di solidarietà in favore delle centinaia di bambine e bambini di una scuola elementare de El Salvador, che da anni sognano una mensa dove poter mangiare qualcosa di nutriente.
Il Mondiario è servito,
buon appetito! Mar 2013
Spazzascienza
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urante il periodo pasquale le uova sono al centro di molte tradizioni popolari. Le uova sode vengono dipinte di rosso (che ricorda la passione di Cristo) o a colori sgargianti. Le uova di cioccolato vengono regalate in segno di amicizia, oppure si nascondono in giardino e i bambini devono trovarle. Anche Spazzascienza, tradizionalmente, nel periodo pasquale propone esperimenti con le uova. Parigi, 1890. Il settimanale L’Illustration propone la rubrica “la scienza divertente”. L’autore è Tom Tit (pseudonimo dell’ingegnere Arthur Good), e viene illustrata con le incisioni di Louis Poyet. Ogni settimana Tom Tit propone esperimenti o giochi di prestigio con oggetti di uso quotidiano, in modo che tutti possano eseguire gli esperimenti. Si usano fiammiferi, tappi di sughero, bicchieri, forchette... e anche uova. La rubrica è un grande successo e i volumi che raccolgono le varie puntate superano le quaranta edizioni.
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All'opera!
Se sono sode, si i servono: uova. lio e poi si posconservano meg frePasqua. Se sono sono mangiare a . rle pe m ro a non sche, attenzione eri, , zucchero, bicchi le sa a, qu E poi ac cicu e altre cose di caraffe, rubinetti i ch di utorizzazione na (compresa l’a na...) comanda in cuci
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Esperi m enti con le uova
Le uova di Archimede
fonda sodo che sia, af n uovo, fresco o salato ol m Se l’acqua è nell’acqua pura. inta sp La . ia ), l’uovo gallegg agm ta (o zuccherata ue nq du è eve l’uovo ric e ch lto l’a o o rs ve second il a salata. Infatti, giore nell’acqu inta è pari imede, questa sp principio di Arch cqua salata o spostato – e l’a al peso del fluid acqua dolpiù pesante dell’ (o zuccherata) è e. inta è maggior ce, così la sua sp ssibile far ente il sale, è po am nt te at o nd sa Do rmedia. in posizione inte o ov l’u e er an rim
a cura di Beniamino Danese
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L’uovo di Venturi Un uovo si trova sul fondo di un bicchiere stretto. Se apriamo il rubinetto dell’acqua e dirigiamo il getto sopra l’uovo, esso inaspettatamente sale verso l’alto! È un’illustrazione dell’effetto Venturi, così chiamato in onore del suo scopritore, il settecentesco scienziato e sacerdote Giambattista Venturi. Questo effetto, “il paradosso idrodinamico” avviene perché la pressione di una corrente fluida diminuisce all’aumentare della velocità. Paradossalmente quindi, la pressione è minore sotto il getto d’acqua, per questo l’uovo sale! È il motivo per cui le porte o le finestre lasciate aperte si chiudono sbattendo quando entra dell’aria. L’applicazione di questo effetto, infine, è usata nella misurazione della portata di fiumi, tubi e acquedotti.
Mar 2013