PM di gennaio 2011

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ANNO 85 • n° 982 • € 3,00 • Poste Italiane s.p.a. • sped. in a.p. • D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art.1, comma 1, DCB VERONA CONTIENE I.P.

gennaio 2011 - n.

na r o i s s i lo m o c c i p il

POSTER:

Per una sana e robusta Costituzione io

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Diceildire ovita

Belle n lé, si riparte per la bella avventura di un nuovo anno “insieme”! Era questo il titolo dell’editoriale di gennaio 2010; stesso concetto ripetuto all’inizio del 2011. Sottointesi gli auguri e le speranze per i prossimi 12 mesi all’insegna di pace, benessere e serenità per tutti. Puntuale all’appuntamento con le novità anche il PM del 2011. Cominciamo con l’inossidabile Kataboom, opinionista alieno che si arma di scudo e affina la sua lotta scendendo in campo contro le famigerate “armi di distrazione di massa” (AdM). Sono le news che incretiniscono, armi sottili impugnate da coloro che ci vorrebbero sempre distratti e inebetiti nell’affrontare i problemi della vita di ogni giorno. In soccorso a Kataboom, scende in campo miss Italia: no, non la “miss Italia” solita, quelle delle sfilate televisive che tanto piacciono agli italiani. Qui parliamo di una miss un po’ avanti con gli anni ma pur sempre giovane ed attraente, la Costituzione del nostro Paese. Il PM tratterà questo tema nel dossier centrale della rivista,

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nella speranza che ognuno di noi possa attingere a questo ricco patrimonio di storia, giustizia e legalità, per fare dell’Italia – parola che per noi va ancora di moda… – una nazione moderna e rispettosa dei diritti di tutti. Sempre alla costituzione italiana è dedicato il primo poster-regalo del 2011. La terza novità di quest’anno è una logica “conseguenza” della rubrica Tipi Giusti degli anni precedenti. Dai profeti al Profeta, Gesù, il Maestro di Nazaret, visto nei suoi incontri con la gente di allora narrati nel Vangelo. Una rubrica su “Gesù e amici” che sicuramente offrirà spunti per profonde riflessioni e scambi di opinione. Anche quest’anno il PM e la Fondazione Nigrizia di cui la rivista fa parte, ti rivolgono l’invito di camminare assieme a loro nell’impegno – non è una passeggiata… – di provare a mettere in cantiere un mondo migliore di quello che oggi abbiamo. Se ci dai una mano anche tu, di sicuro ce la faremo. Buon 2011!

Gen 2011


Attualità

Una sola

a cura di p. Elio Boscaini

famiglia Il 16 gennaio si celebra la Giornata mondiale del migrante e del rifugiato. Un’occasione per riflettere sulla presenza in Italia di quasi 5 milioni di immigrati ottobre scorso ha visto la pubblicazione del Dossier statistico immigrazione 2010 della Caritas/ Migrantes. Gli immigrati in Italia sono cresciuti dal mezzo milione del 1990 agli attuali 5 milioni. Il che vuol dire 1 immigrato per 12 residenti. Si tratta di un fenomeno consistente ed essenziale allo sviluppo del nostro Paese. Alcune statistiche ci possono aiutare a capire meglio quanto sta accadendo: 250mila sono i matrimoni misti; più di mezzo milione di persone ha acquisito la cittadinanza italiana, cioè un ritmo di 50mila l’anno; sono oltre 570mila gli stranieri nati in Italia; quasi 100mila sono i figli di madre straniera ogni anno; più di 100mila gli ingressi annuali per ricongiungimento familiare.

L’

CARITAS/MIGRANTES: La Caritas Italiana è l’organismo della CEI (Conferenza Episcopale Italiana) che promuove in Italia la carità, la giustizia e la pace. La Fondazione Migrantes si occupa, in nome della CEI, dell’assistenza e accoglienza dei migranti, sia italiani che stranieri.

ARCHIVIO NIGRIZIA

I lavori stagionali nell’agricoltura sono svolti quasi esclusivamente dagli immigrati

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M. MERLETTO

INPS: L’Istituto Nazionale di Previdenza Sociale assicura pensione e assistenza alla stragrande maggioranza dei lavoratori italiani.

GRAZIE A LORO La dimensione multiculturale dell’Italia è ormai un dato di fatto. In una nazione in cui gli ultra sessantacinquenni superano i minori di 15 anni, l’apporto degli immigrati diventa un sostegno allo sviluppo demografico ed economico. Il loro contributo al Pil (Prodotto interno lordo) è dell’ordine dell’11,1%. A livello occupazionale, gli immigrati continuano a risolvere il problema della carenza di manodopera, specialmente in settori come l’assistenza

NUMERI PER CAPIRE precisione) uasi 5 milioni (4.919.000, per la iungiamo agg Se i. sono gli immigrati regolar 9% circa il tare sen pre rap gli irregolari, arrivano a (53,6%) à met a dell Più . ana della popolazione itali ’Africa, il 16,2% vengono dall’Europa, il 22% dall e 0,1% dall’Ocedall’Asia, l’8,1% dall’America 61,6% di loro, al ania. Nell’Italia del nord vive il . centro il 25,3% e il 13,1% al sud o circa 2 milioni Gli immigrati che lavorano son a forza-lavoro dell 10% il e rappresentano circa ione più riibuz retr una o con del Paese. Percepis ente 971 euro dotta rispetto agli italiani (mediam i hanno creato al mese, -23%). Negli ultimi ann 150mila mutui to 230mila nuove imprese e contrat per l’acquisto di nuove case. 25/30 anni. Solo L’età media degli immigrati è di su 4 tra gli ita(1 ato sion pen 1 immigrato su 30 è pensionato 1 sarà che e ved pre liani). Nel 2025 si 1 su 3). Nel 2009 immigrato ogni 12 (tra gli italiani e tramite rimeshanno riversato sui paesi d’origin o. se 6 miliardi e 753 milioni di eur (932.675), 572.720 I minori sono quasi un milione gli studenti figli mila 673 quelli nati in Italia. Erano ico 2009-2010. last sco nno all’a di immigrati iscritti

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alle famiglie e alle persone (colf e badanti), l’agricoltura, l’edilizia, i servizi e l’infermieristica. Ogni anno, gli immigrati, solitamente giovani, versano circa 7 miliardi e

Di fronte al problema dell’immigrazione men o “diffidenza” e più “accog lienza” mezzo di euro in contributi previdenziali. Solo così il bilancio dell’Inps può chiudere in attivo. E sarà così ancora per molti anni. Gli immigrati si distinguono anche per essere sempre più attivi nel lavoro autonomo e imprenditoriale. Sono circa 400mila gli stranieri titolari d’impresa, amministratori o soci di aziende, senza contare i loro dipendenti. Le loro imprese sono in crescita anche in questo periodo di crisi.

BENI PER TUTTI E l’atteggiamento degli italiani di fronte al fenomeno immigratorio? Cresce la diffidenza e un certo senso di “invasione”, data la crescita del fenomeno in tempi brevi, con il risultato che gli immigrati sono sempre più considerati non un’opportunità, ma un problema, complice da ultimo la crisi economica ed occupazionale. Gen 2011


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Grazie ai figli degli imm igrati, la popolazione italiana riceve una bella “iniezione di gi oventù”

M. MERLETTO

M. MERLETTO

In occasione di questa Giornata mondiale, il Papa ha inviato un messaggio in cui ricorda che migranti e popolazioni che li accolgono fanno parte di “una sola famiglia” e hanno lo stesso diritto a usufruire dei beni della terra, “la cui destinazione è universale”. È proprio “la mancanza di fraternità fra gli uomini e tra i popoli” – continua Benedetto XVI – la causa del sottosviluppo che “incide fortemente sul fenomeno migratorio”. Per il Papa va sempre e comunque garantito ad ogni persona “il diritto a emigrare”, soprattutto quando la decisione è motivata dalla necessità di fuggire da violenze e persecuzioni, diritto riconosciuto nella Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo. Chiaro che da parte loro, gli immigrati hanno “il dovere di integrarsi nel paese di accoglienza, rispettandone le leggi e l’identità nazionale”. Gli immigrati sono un effetto della disuguale distribuzione delle risorse del pianeta. Sono utili per il Paese che li accoglie e contrastano la povertà. Saremo capaci di vedere nell’immigrazione e nella convivenza cui ci obbliga, non una minaccia, ma una chance per tutti noi? Fondamentale resta il dovere dell’accoglienza. “Non molesterai il forestiero né lo opprimerai, perché voi siete stati forestieri in terra d’Egitto”, ordina il Signore agli ebrei (Esodo 22,20). E Gesù ci dice: “Ero forestiero e mi avete ospitato”.

IMMIGRATI/EMIGRATI Gli immigrati sono persone provenienti da una nazione straniera. Gli emigrati sono persone che espatrian o all’estero per ragioni economiche, politiche e sociali.


Speciale

a cura di Paola Gumina

iviamo in un mondo in cui ancora oggi milioni di bambine e bambini sono resi schiavi e sfruttati; muoiono di fame o di malattie che potrebbero essere prevenute e vivono in condizioni di estrema povertà. Diversi sono i modi in cui si cerca di intervenire per risolvere i problemi dell’infanzia, tra cui l’adozione vera e propria, l’affido familiare o l’adozione a distanza, più opportunamente detta sostegno a distanza (SaD), per evitare confusione nei termini.

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L’adozione vera e propria è un impegno legale per il quale si accoglie nella propria famiglia un minore senza famiglia. Può essere nazionale o internazionale, a seconda del paese da cui i bambini provengono. A differenza dell’adozione nazionale rivolta ai bambini italiani, l’adozione internazionale volge la sua attenzione ai minori del Sud del mondo, che non hanno più una loro famiglia di riferimento. Molte sono le associazioni che se ne interessano, con competenze specifiche, ognuna per determinate nazioni. Nel sito www.commissioneadozioni.it della Commissione per le Adozioni Internazionali (CAI) si possono trovare l’Albo degli Enti Autorizzati e tutte le informazioni utili: paesi, costi, modalità. L’affido familiare è un provvedimento temporaneo per cui bambini e ragazzi fino ai diciotto anni di nazionalità italiana o straniera, che si trovano in situazioni di instabilità familiare, vengono accolti presso una famiglia disponibile a praticare questo gesto generoso.

i n o i z o d a o l o s n No E perché no il SaD, per rendere felice

un bambino?

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M. MERLETTO

MEGLIO CHIARIRE


R. GRISOLIA

D. CEREZO

Piccoli alunni di una scuola materna di Shuozhou, Cina. Il sostegno a distanza è una delle forme migliori di aiuto in campo scolastico

Tra queste forme di aiuto ai bambini in difficoltà, però, la più semplice nella sua attuazione e nello stesso tempo utile ed efficace nei risultati, è il Sostegno a distanza. Questo tipo di intervento che si differenzia dagli altri per il suo carattere solidale e culturale di legame tra i popoli, presenta molti vantaggi perché: • incoraggia chi viene sostenuto a raggiungere la sua autonomia economica e sociale; • educa alla consapevolezza e all’impegno concreto, modifica la nostra mentalità e i nostri stili di vita; • stimola a riflettere, affrontandoli nel quotidiano, sui grandi temi che coinvolgono l’umanità: i diritti umani, l’economia solidale, l’ambiente, il lavoro, i conflitti, l’informazione, la religione, la famiglia; • favorisce il rispetto delle diversità culturali, sociali, religiose, mettendo a confronto persone, culture e mondi diversi; • consente a chi sosteniamo di rimanere nel proprio ambiente familiare e culturale, evitando così pericolose migrazioni;

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M. MERLETTO

IL SAD

• interviene non solo sugli effetti ma anche sulle cause dei problemi. Assicura l’istruzione e la formazione, il cibo, i vestiti e i medicinali. Il SaD comporta un impegno per un piccolo contributo economico – di solito, meno di 1 euro al giorno – continuativo nel tempo, rivolto a singoli bambini o giovani, a scuole, a famiglie e intere comunità. Considerato che il sostegno a distanza è un impegno che deve durare nel tempo, è assolutamente necessario che si crei un rapporto di fiducia reciproca tra il sostenitore e l’associazione. Il suggerimento a chi voglia iniziare un sostegno a distanza è di scegliere un’associazione, dopo un’attenta lettura delle informazioni presenti nel sito e/o nel materiale


LA GABBIANELLA Coordinamento per il Sostegno a distanza onlus La prima rete di associazioni del settore, si è costituita nel 1997. Raccoglie attualmente, dislocate in tutta Italia, 43 associazioni medio-piccole, che intervengono in numerosi paesi dell’Africa, dell’Asia, dell’America Latina e dell’Europa dell’Est. Le notizie che le riguardano si possono trovare nel sito www.lagabbianella.it. gabbianella.it La Gabbianella promuove la conoscenza del sostegno a distanza, con interventi mirati nelle scuole e collabora con le istituzioni locali e nazionali. La Gabbianella mette a disposizione un kit didattico sul sostegno a distanza gratuitamente, salvo le spese di spedizione.

informativo cartaceo. Non farsi abbagliare dalla fama dell’associazione ma farsi convincere dalla qualità del progetto. In Italia ci sono moltissime associazioni che si occupano di Sostegno a distanza, alcune di antica data, altre più recenti, grandi e piccole. Le grandi hanno più mezzi per pubblicizzare la loro attività e per questo sono più famose, ma non per questo le migliori. Le piccole, di solito, si fondano sul lavoro di poche persone che prestano la loro opera a tutto campo come volontari. Queste associazioni hanno pochi mezzi e trattengono una bassa percentuale per le spese di gestione. Con loro è semplice stabilire un rapporto diretto anche collaborativo.

UNICEF/RAMONEDA

Milioni di bambini, nel mondo, attendono dagli adulti rispetto, solidarietà e giustizia

Si può richiedere a La Gabbianella, tel.06.483381 segreteria@ lagabbianella.it.

Una scuola di Karachi (Pakistan) diventata rifugio io di bambini sfollati dopo le alluvioni ni

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Gesù e amici

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ntrò in una casa e si radunò di nuovo attorno a lui molta folla, al punto che non potevano neppure prendere cibo. I suoi familiari, sentito questo, uscirono per andare a catturarlo perché dicevano: “È fuori di testa”. Ma gli scribi, che erano discesi da Gerusalemme, dicevano: “Costui è posseduto da Beelzebul e scaccia p i demoni per mezzo del principe dei demoni”. d (Mc 3,20-22)

a cura di p. Giancarlo Ramanzini on esiste al mondo un dolore così profondo per una mamma come quello di sentir parlar male del proprio figlio. Rimasi di ghiaccio all’udire con che violenza attaccavano il mio Yeshu. Sì, è vero! Yeshu, già all’età di 12 anni, ci aveva dato un grosso dispiacere, quando era rimasto nel tempio, a nostra insaputa, a discutere con un gruppo di maestri e preti. Una volta trovatolo, dopo averlo

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cercato per ore con angoscia e preoccupazione, ci lasciò impietriti con questa frase: «Perché mi cercavate? Devo preoccuparmi degli affari del padre mio». Adesso, però, mi spaventa il chiacchiericcio della gente: «Yeshu è pazzo!». Questo sì che mi fa male: mio figlio pazzo!?! Oggi è venuta tutta la mia famiglia. Sono decisi a portarselo via, anche con la forza. «Guarda che questo tuo figlio

Il regno

no importanti il econdo Gesù non era Dio non ne aveci. tempio, il culto, i sacrifi o di cui annunDi di gno va alcun bisogno. Il Re eva l’instaurazione, consist ciava e promuoveva nza ive nv lla terra di una co nella realizzazione su to en int ro ve telli. Ecco il di uguali, di amici, di fra ”. ed è morto per cui Gesù è vissuto i Ortensio da Spinetol

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sta dando fastidio ai caporioni di tutta la regione. Fa’ e dice cose strane. È sempre in mezzo alla gente, e che gente! C’è già chi dice che è un mago, che guarisce i malati, scaccia i demoni, si ferma a mangiare e bere con i suoi nuovi amici. Tutta gente di malaffare, gente eretica e senza religione, donne di strada, gli odiati esattori delle tasse. Il tuo Yeshu, oltre ad essere fuori di testa, le spara troppo grosse». Penso che prima o poi me lo ammazzeranno. Meglio quindi fare un blitz, portarlo a casa e cercare di “recuperarlo”. La folla ci impedisce di avvicinarci a Yeshu. Attorno a noi si crea il passa parola e così giunge agli orecchi di Yeshu che io e i miei familiari siamo vicini a lui. Il momento è delicato: tutti si aspettano che mio figlio venga da noi. Ma Yeshu non fa una piega e non si degna nemmeno di guardarci. «Ma che razza di figlio è!?» si chiedono in molti. Egli continua a parlare alla gen-


te a voce alta: «Mia madre, e chi è? I miei fratelli, le mie sorelle, chi sono, secondo voi?». Cala un silenzio intenso tutto intorno. Yeshu alza gli occhi al cielo e preso da una profonda commozione esclama: «Voi siete mia madre, i miei fratelli, le mie sorelle, la mia famiglia! Perché voi mi ascoltate e vivete con

me la parola che vi annuncio». Tutti i miei parenti odono bene quelle parole. «Non c’è niente da fare con lui. È ingestibile!». E se ne vanno scandalizzati. Solo io rimango lì in piedi, pensosa, silenziosa. Adesso ho capito bene il mio Yeshu. Questo mio figlio così imprevedibile e sincero, è lì in seno alla sua

nuova famiglia. Ma no, adesso non sono io “fuori di mente”. Mi muovo verso di lui. Mi siedo ad ascoltarlo, in qualità di madre e di discepola. E rimango lì, lasciando che le sue parole penetrino in me fino a scaldarmi il cuore. Mariam Gen 2011


Miss Italia per una sana e robusta costituzione A cu cura a di d Marco a co Braggion agg o e Claudio C aud o Bighignoli g g o

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mmaginate cosa potrebbe succedere se in una partita di calcio non ci fossero delle regole. Improvvisamente il portiere comincia a correre con la palla in mano fino alla porta avversaria depositandola in rete ed esultando come un matto per il goal realizzato. Subito dopo un giocatore si alza dalla panchina con un altro pallone e corre verso porta avversaria segnando la rete. Nello stesso momento, un avversario lanla p cia un terzo pallone in porta con un tiro e anche lui esulta. Dopo qualche minuto la confusione e i litigi sarebbero cosĂŹ tanti che non si capirebbe di certo chi ffosse il vincitore. Alla lunga simili situazioni, di sicuro, farebbero del calcio uno sport talmente noioso da non essere piĂš considerato nĂŠ praticato.

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Le regole degli spor t sono fondamentali per giocare e divertirsi evitando di litigare. In questa nuova rubrica parleremo della Regola, molto più importante di quelle degli spor t, che permette a tut ti noi di vive re ne lla CHE NE DITE, pace, nella libertà e nella NON È CARINA? giustizia; questa regola si chiama Costituzione della Repubblica Italiana. È nata il 22 dicembre del 1947 e funziona, in Italia, dal primo gennaio del 1948, quindi ha più o meno l’età di una nonna giovane. È stata scritta da persone c h e h a n n o v i s s u to t a n te s o f f e r e n z e e difficoltà: hanno visto uccidere i loro amici solo pe rché avevano idee diverse da chi aveva il potere, hanno sper i m e n t a to l a v i o l e n z a MI HANNO SVEZZATA della guerra, le ingiustiCON BUONE PAPPE... zie verso i più deboli e tante altre cose tristi. Nonostante tutto hanno reagito e lottato duramente per donare ai loro figli, nipoti e a tutti noi la pace, la giustizia, il sostegno per i più deboli e la libertà dagli oppressori: in una parola, la democrazia. Dopo aver lottato con coraggio contro queste violenze, sono riusciti a vincere e così, il 2 giugno 1946, per la prima volta, le donne e gli uomini italiani hanno votato


MEGLIO METTERE LA CORONA SULLA TESTA DELLA GENTE ANZICHÉ SU QUELLA DI UNA PERSONA SOLA.

GARANZIA DEI DIRITTI, OSSERVANZA DEI DOVERI...

... CON INGREDIENTI COSÌ SANI MI ASPETTEREI UNA BUONA TORTA...

e scelto che da quel giorno l’Italia dovesse essere una repubblica dove tutti i cittadini potessero decidere chi li dovesse governare. In quello stesso giorno gli italiani, con il loro voto, diedero l’incarico a degli uomini e delle donne che avevano sconfitto il fascismo, di scrivere la Costituzione italiana cioè la regola più importante del “gioco” della vita democratica del nostro Paese. I rappresentanti eletti, che furono 556, formarono un organo chiamato “Assemblea Costituente”. L’Assemblea Costituente affidò a 75 suoi membri (La “Commissione dei 75”) il compito di pensare il progetto generale della Costituzione. La Commissione si divise al suo interno in 3 gruppi: il primo si sarebbe dovuto occupare dei principi fondamentali (artt.1-12), il secondo gruppo dei diritti e doveri dei cittadini (artt. 13 – 54), il terzo gruppo dell’organizzazione dello Stato (artt.55 -139).


I “costituenti” avevano ideali molto diversi tra loro. Tuttavia consapevoli del grande compito che il popolo italiano aveva affidato loro, si accordarono sui punti in comune e che potevano dare all’Italia un futuro sereno. Dopo 62 anni la nostra Costituzione è considerata una tra le più belle di tutti i paesi democratici del mondo, anche se, purtroppo, ancora oggi alcuni principi non sono rispettati. Per questo nel corso dei prossimi numeri vedremo esempi di Robusta Costituzione quando i principi sono pienamente rispettati, ed esempi di Debole Costituzione quando invece non lo sono.

SONO FIGLIA DI TANTE IDEE DIVERSE...

... CHE HANNO SAPUTO INCONTRARSI PER IL BENE DI NOI TUTTI...

E le altre “miss”? i al tre co stituzi on Ec co le “età” di vi ge nti ne l m on do Fr an ci a: 42 an ni an ni St at i U ni ti: 223 B ra si le: 22 an ni ni M ar oc co: 14 an ni an 32 Sp ag na : ni G er m an ia : 61 an A rg en tin a: 147

e

enti d oc u m t e? i e r e n g stitue oi leg S e v u e m b l ea c o to ss si d e l l’A o n s u l t a i l a m e r a . i t c ente u r e .c gi s l a t l ea Cos t i tu e l / / : p ht t semb su As a c c i cl


Chasqui

a c i r f a ’ l n o c i n n a 4330 N

on sono giovane. Non sono uno studente universitario né tantomeno un medico. Sono un prete padovano di 83 anni che nel lontano 1955 fu chiamato a dirigere un collegio “particolare”, fondato 5 anni prima nel dicembre 1950. Quel collegio, allora, si chiamava Collegio Universitario Aspiranti Medici Missionari (CUAMM) ed aveva come obiettivo “accogliere e preparare studenti di medicina italiani e stranieri” a svolgere la propria attività professionale negli ospedali delle missioni sparse nel mondo, soprattutto nelle zone più povere della Terra. Il sogno che avevamo in quegli anni è rimasto lo stesso di quello che cerchiamo di realizzare oggi. La scommessa, alquanto ambiziosa, era e resta quella di dare ai popoli del sud del mondo le stesse opportunità di salute e cura godute dagli abitanti del nord del pianeta. Ciò fu possibile con l’invio di personale specializzato in campo medico (medici, paramedici, tecnici) da impegnare in progetti di salute in 40 nazioni del mondo povero, in Asia, America Latina, Medio Oriente e soprattutto Africa. In 60 anni di storia il CUAMM ha preparato e inviato 1292 operatori sanitari: calcolando un impegno di 3 anni e 4 mesi a persona, possiamo affermare di aver dato 4330 anni di servizio a poveri, emarginati e malati, seguiti e curati da noi in centinaia di ospedali, ambulatori e strutture sanitarie. Ci siamo inoltre resi conto che non era sufficiente “curare” o cercare di guarire NOI le persone. Ma che aiutare i poveri voleva dire metterli in condizione di prepararsi a svolgere l’attività medica attraverso scuole, università e centri di studio presso i quali formarsi, sia in


Italia come all’estero. Da lì il cambio della nostra mentalità di lavoro e di aiuto agli altri, concretizzato nell’assunzione del nome ufficiale della nostra organizzazione: da Medici “per” l’Africa CUAMM a Medici “con” l’Africa CUAMM, dove il “con” traduce lavoro fianco a fianco alle popolazioni locali, fiducia nelle loro capacità e speranza che malattia e sofferenza possano un giorno essere sconfitte anche nei Paesi poveri del sud.

Da sempre ci occupiamo di salute, curando i più poveri tra i poveri. La salute è un diritto. Battersi per il suo rispetto è un dovere. L’unica cosa che non serve all’Africa è la nostra indifferenza. Qui non si tratta di eroi. Si tratta, invece, di persone determinate, preparate, competenti. Ma soprattutto persone convinte che un mondo diverso è possibile. “Il CUAMM si impegna nella formazione in Italia e in Africa delle risorse umane, nella ricerca e divulgazione scientifica in ambito tecnico di cooperazione sanitaria, nell’affermazione del diritto umano fondamentale alla salute per tutti, anche dei gruppi più marginali, diffondendo nelle istituzioni e nell’opinione pubblica i valori della solidarietà e della cooperazione tra i popoli, della giustizia e della pace”. Amiamo dire “poveri ma liberi”. Qui abbiamo imparato a convivere, a superare le differenze, a dialogare senza pregiudizi. L’avanzamento economico, sociale e civile dell’Africa e dei Paesi più poveri rappresenta anche un interesse fondamentale di lungo periodo dell’Europa e dei Paesi che si sono finora considerati i più sviluppati. Quindi bisogna fare una politica in grado di raggiungere degli obiettivi e dei risultati per l’Africa: bisogna crederci, e bisogna lottare perché questa politica prenda corpo, perché decolli. (presidente Giorgio Napolitano, in occasione della cerimonia per i 60 anni del CUAMM a Padova)


Da oltre 50 anni don Luigi Mazzucato ha intrecciato la sua vita con quella di Medici con l’Africa CUAMM, la prima ONG in campo sanitario riconosciuta in Italia e la più importante organizPA DOVA p. Daniele: gimp adova@ giovanie zazione italiana impegnata nella promozione missione.it sr. Lorena : orarirl o@yahoo.com della salute in Africa. VE NEGONO SU PE Ma non c’è tanto tempo per celebrare i 60 RIOR E (VA) p. Livio: livio.tag liaferri@ libero.i anni di vita dell’organizzazione. Don Luigi t e tutti i volontari del CUAMM si preparano, NA POLI sr. Betty - sr. Eleon ora: combotorre oggi, ad affrontare la sfida più impegnati@yahoo.it p. Domenico: dome nicog @ prodig y.n va e drammatica che si prospetta in futuro: et.mx sconfiggere la mortalità infantile e prenataPE SA RO p. Ottavio: gimpes aro@ giovaniemi le e salvare dalla morte migliaia di mamme ssione.it con problemi di salute legati a gravidanza e ROMA p. Jesùs : gimrom parto. I dati di questo sterminio inaccettabia@yahoo.it sr. Eugenia : sister eugenia @yahoo.c le sono pesantissimi: ogni anno muoiono, in om PA LE RMO Africa, 4,5 milioni di bambini sotto i 5 anni sr. Tiziana - sr. Ro sa : combopalerm per malattie facilmente curabili, e 265mila o@ libero.it Danila: laici- comb oniani@ libero.it mamme durante il parto. Oggi giorno una donna africana presenta un rischio 300 volte superiore di morire nel dare alla luce un bimbo di una donna che vive nel nord del mondo. Da qui la campagna per il 2011: garantire parto e assistenza gratuita a donne e bambini in tutti i centri dove opera il CUAMM. In questo obiettivo di profonda umanità, fatto di lavoro continuo e silenzioso, di fatica e grande professionalità, la lezione che i medici del CUAMM danno a chi ha a cuore le sofferenze delle persone è molto attuale ed efficace: per aiutare meglio gli altri occorre prepararsi al meglio, senza risparmiare energie, studio e sacrificio.

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Una valigia che “naviga” in pieno Oceano Pacifico

GPOGWC PRESS

Wow!

Allarme plastica, da gennaio 2011 vietata la vendita di shopper non biodegradabili

un mare di ndispensabile eppure messa al bando. Ecco il ruolo che si è guadagnata la plastica come responsabile di un inquinamento devastante per il pianeta. Forse non ci rendiamo conto della gravità del problema e, nonostante tutto, continuiamo a farne uso nella maniera più tranquilla, senza pensare agli effetti che un comportamento così “spensierato” possa avere in futuro. La plastica che si riesce a riutilizzare anche attraverso il riciclaggio è ancora troppo poca per le richieste da soddisfare; per questo

ARCHIVIO NIGRIZIA

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motivo ne viene prodotta sempre di nuova, così aumentano i danni all’ambiente e, di conseguenza, a tutti noi.

ADDIO SHOPPER! Dal 1° gennaio 2011 entra in vigore il provvedimento del Governo italiano che “vieta la commercializzazione dei sacchetti di plastica non biodegradabili”. Questo significa che, d’ora in avanti, non troveremo più i classici sacchetti alle

UN MONDO DI PLASTICA nnualmente, nel mondo, vengono consumati tra i 500 miliardi e 1.000 miliardi di sacchetti di plastica monouso. In Europa il consumo in un anno è di 100 miliardi di sacchetti, che equivalgono a circa 12 milioni di barili di petrolio. Ogni italiano consuma, all’anno, 250 sacchetti di plastica. (fonte Legambiente)

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a cura di Chiara Milano

casse dei supermercati o nei negozi di abbigliamento. Ci verranno invece proposti shopper di altro genere, in tessuto, in carta o biodegradabili (come quelli utilizzati nella raccolta differenziata dei rifiuti umidi). Queste alternative vengono tuttavia già presentate in alcuni supermercati, i primi responsabili dell’eccessiva diffusione delle buste. In realtà, la messa al bando dei sacchetti di plastica sarebbe dovuta entrare in vigore il 1° gennaio 2010, ma è stata rinviata all’anno successivo; speriamo che ciò non accada di nuovo, anche se le proteste che arrivano dai produttori italiani di manufatti in plastica sono numerose e insistenti.

L’area del Pacifico dove galleggia la più grande discarica di plastica del pianeta

UNA DISCARICA PLANETARIA: IL PACIFIC TRASH VORTEX

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ota anche come Grande chiazza di immondizia del Pacifico, è un’ampi a area piena di rifiuti galleggianti, sop rattutto di plastica, che ruota lentamente su sé stessa avvolgendosi in una spirale. L’ac cumulo si è formato a partire dagli anni Cin quanta, a causa della corrente oceanica chia mata Vortice subtropicale del Nord Pacifi co, che ha appunto un movimento a spirale, permettendo ai rifiuti di aggregarsi tra loro . Pare che le sue dimensioni siano pari al doppio della superficie dello stato del Tex as e si stima che per ogni chilo di plankton ci siano sei chili di plastica.

LEGAMBIENTE

Operazione “Puliamo il mondo” 2010

Gen 2011


LEGAMBIENTE

PULIAMO IL MONDO

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al 1993 l’associazione Legambiente organizza annualmente l’edizione italiana di Clean Up the world, il più grande appuntamento di volontariato ambientale del mondo. Puliamo il mondo è un’iniziativa per rendere le nostre città più pulite e vivibili, con persone di tutte le età che si impegnano a ripulire dai rifiuti aree comunali. Interessante la Sfida all’ultima sporta, competizione sbarcata in Italia direttamente dal Colorado che prevede una gara tra varie città per aggiudicarsi il premio quale comunità che consuma “meno sacchetti”.

Locandina della recente “Sfida all’ultima sporta” e il manifesto della campagna “Puliamo il Mondo”

È ORA DI CAMBIARE C’è uno slogan che dice così: Porta la Sporta: perché usare per pochi minuti un oggetto che può durare e inquinare per cento anni? In questo slogan è racchiuso tutto il problema dell’inquinamento causato dalla plastica, un inquinamento che ha una lunga durata nel tempo. Ecco perché l’Associazione Comuni Virtuosi ha promosso una campagna per il riutilizzo delle buste e, più in generale, per dimostrare come si possa modificare il nostro stile di vita, partendo dai piccoli gesti quotidiani, anche se il nostro contributo ci appare insignificante, come la classica “goccia nel mare”. Tante gocce, prima o poi, formano sempre un oceano, sperando solo che la sua acqua sia pulita!

BIOPLASTICA

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i chiama così un tipo di plastica biodegradabil e formata da sostanze che possono essere deco mposte in tempi relativamente brevi rispetto alle pla stiche comuni. Viene realizzata a partire da materie pr im e vegetali come farina, amido di mais, grano e cerea li.


SOMALIA

Lilliput

Salviamo i baby pirati!

Riabilitiamo i bambini-pirata. È l’appello lanciato dal rappresentante ONU Radhika Coomaraswamy, al ritorno dal suo viaggio in Somalia. Ha chiesto che nessun minore accusato di atti di pirateria sia giudicato da tribunali internazionali assieme agli adulti, che venga riabilitato e aiutato a reintegrarsi nella società attraverso l’assistenza e lo studio. I piccoli pirati somali compiono azioni di pirateria sulla terraferma, tanto in Somalia come in Kenya.

MESSICO

Mamme coraggio

Cosa ci dà questo coraggio? Chi accetta l’incarico di commissario o capo della polizia locale in certe zone dello stato del Chihuahua, quando nel mirino di narcos e criminalità organizzata ci sono soprattutto i poliziotti? Nessuno, è ovvio, tranne Veronica Rios Ontiveros e Olga Herrera Castillo, due casalinghe diventate rispettivamente, per volontà popolare, le neocommissarie dei paesini di El Vergel e Villa Luz. Semplice e generosa la motivazione di Olga, madre di 5 figli, per una simile scelta: “Voglio aiutare la gente!”. E se molte persone, anche in Italia, seguissero il suo esempio?

Mi sa che dovresti metterti a dieta...

... argomento “spinoso”...

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... la voglia di aiutare gli altri !

USA

Cactus miracoloso Investigatori dell’Università di Tampa, in Florida, hanno studiato le proprietà del cactus nopal come eccellente purificatore di tossine e batteri presenti nell’acqua. Ciò avviene attraverso la mucillagine della pianta, la grossa gomma che il cactus utilizza come deposito e filtro purificatore dei liquidi. Altra proprietà della pianta, detta appunto “cactus taglia fame”, è quella di ridurre l’esigenza calorica del 30 al 40% nelle persone che vogliono perdere peso. E poi c’è chi dice che questa pianta “non vale un cactus!”


GRAN BRETAGNA

Auto stercoraria

Ecco un buon motivo in più per combattere la stitichezza

Si chiama “Bio-Bug” ed è il singolare Maggiolino Volkswagen alimentato a gas metano prodotto da escrementi umani. Già battezzata “auto a cacca”, questa vettura utilizza un motore 4 cilindri, a doppia alimentazione, che consuma un metro cubo di gas per 8,5 chilometri, per una velocità massima di 183 km/h. Creata dall’azienda GENeco, la Bio-Bug è in grado di percorrere 16mila km utilizzando il solo “combustibile” di scarto prodotto da 70 famiglie. Comunque sempre meglio chiamarla “auto stercoraria” che “auto di m…”!

vivere solo del necessario...

... questa è la vera ricchezza!

CANADA

Proprio una “bella” coppia! Violet Large, 75 anni, malata di cancro da tempo, d’accordo con il marito Allen, ha deciso di donare il 98% della somma vinta alla Lotteria Nazionale alle persone ed istituzioni che in questi anni l’hanno curata ed assistita. Così, i coniugi Large hanno tenuto per sé il 2% dei soldi incassati – “meglio essere previdenti in tempi di crisi” – e regalato il resto a ospedali, Croce Rossa, pompieri, cimitero e chiese della zona. I Large hanno motivato così la loro scelta: “Non sapevamo cosa farcene. Siamo gente semplice, non abbiamo bisogno di più di quello che abbiamo”. Piccolo dettaglio: la vincita ammontava a 11,2 milioni di dollari!

Gen 2011


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