PM di giugno 2010

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a u q c L’a e d n e v i Kataboom

cose dell’altro mondo

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acqua deve restare pubblica. È un diritto umano universale non privatizzabile né commercializzabile, né in Italia né in altre parti del mondo”. Sono parole di Luis Infanti De la Mora, vescovo di Aysén, nella Patagonia cilena, contenute in un messaggio di solidarietà indirizzato al Forum italiano dei Movimenti per l’acqua. Il vescovo, assieme alle comunità locali, sta portando avanti una strenua battaglia contro la costruzione di due grandi dighe sul fiume Baker, un’opera che porterà a considerare l’acqua come una merce, a servizio degli enormi interessi economici delle multinazionali. Anche per voi italiani questo è l’anno dell’acqua. Un anno importante in cui dovrete decidere se l’acqua deve essere trattata come una merce o un prodotto qualsiasi, o se, al contrario – come già succede in molte nazioni europee –, questo bene prezioso per la vita dell’umanità deve restare un diritto accessibile a tutti. Per raggiungere questo giusto obiettivo dovrete firmare un referendum per abolire un decreto legge, attualmente in vigore, che “privatizza i rubinetti italiani”. Si tratta di una legge ingiusta che consegna la gestione dell’acqua pubblica a società private, le quali si ritroveranno nelle mani il prezioso “oro blu” da utilizzare come fonte di guadagno e profitti, e non come bene a servizio della gente. Le conseguenze di questa situazione vergognosa già si possono vedere in molti comuni italiani dove i cittadini hanno dovuto subire aumenti astronomici delle bollette, scarsità d’acqua e peggioramento del servizio di distribuzione. È quindi importante bloccare questa legge: basta una semplice firma per difendere l’acqua come bene pubblico. Appoggia la campagna referendaria “L’acqua non si vende” e informati su www.acquabenecomune.org. www.acquabenecomune.org Sull’acqua, almeno questa volta, decidi tu!

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Giugno 2010


Attualità

acciamo un gioco nel gioco. Non accontentiamoci del pallone davanti alla tivù. Non andiamo a richiuderci nel perimetro degli stadi che ospitano i Mondiali di calcio 2010. Non limitiamoci a cercare informazioni sulle squadre, sui calciatori, sui risultati. Durante la manifestazione sportiva (11 giugno – 11 luglio) prendiamoci un impegno non meno divertente: focalizziamo la nostra attenzione sulle sei nazioni africane che si sono qualificate e cerchiamo di saperne di più. E cominciamo a farlo fin da queste righe. Il Sudafrica è il paese che ospita i Mondiali ed è la patria di Nelson Mandela e di Jacob Zuma. Voglia-

a cura di Raffaello Zordan

M. TROVATO

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La vera Afr ica rappresent ata dalle nazio nali che par tec ipano ai Mondiali 2010 Capo Verde: il volo del pallone

Isole Bijagos, Guinea Bissau: dove il calcio è “di rigore”

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M. TROVATO

MONDIALI 2010: In Sudafrica si giocherà la 19a edizione – è la prima ospitata in terra africana – della Coppa del Mondo FIFA. 32 squadre, divise in 8 gironi, si disputeranno il trofeo, giocando ancora una volta, dopo 32 anni, nell’emisfero australe del pianeta e quindi in inverno


B. BANNON

mo provare a capire chi sono questi uomini, che cosa hanno fatto per il loro paese, che cos’era il Sudafrica fino ad una ventina di anni fa? Provare a rispondere a queste domande vi farà guardare con occhi diversi la nazionale dei “bafana bafana” (“i nostri ragazzi”, in lingua zulu). Se poi veniamo alla Nigeria, le Super Aquile (così è chiamata la nazionale) sono l’espressione calcistica di un paese che è la federazione di 36 stati, che è il più popoloso d’Africa (150 milioni di abitanti), che dispone di notevoli risorse economiche (gran produttore di petrolio) e che tuttavia non riesce a soddisfare i bisogni della sua gente. Non sarebbe male capire perché…

Namibia: gomitoli da calciare

R. VENTURI

Johannesburg, Sudafrica: palleggiando si può guardare il cielo

Le foto apparteng ono alla mostra “L’Africa nel pa llone” dei Padri Bianchi, ospitata al Museo Africano di Vero na dal 2 luglio al 19 settembre 2010.

AFRICA: Il nome significa “terra dei capi”. Il continente africano, terzo al mondo per estensione, ha una superficie di 30.227.467 km2. La sua popolazione è di 1 miliardo e 34 milioni di abitanti, sparsi in 54 nazioni. L’Africa è la “culla dell’umanità” e la regione più povera della Terra BAMBINI: Il 40% della popolazione africana ha meno di 15 anni. Nell’Africa Subsahariana sono 50 milioni i bambini lavoratori, e 120mila i minori di 18 anni destinati a diventare “bambini soldato”. Solo il 57% delle bambine e dei bambini africani è iscritto alla scuola elementare

Troppo facile guardare Gli Elefanti, cioè i giocatori della nazionale della Costa d’Avorio, e specchiarsi nel centravanti Didier Drogba, in forza al Chelsea e Pallone d’oro africano 2009. La domanda è: a quale etnia (gruppo sociale con propria cultura e lingua) appartiene Drogba? E poi: perché le etnie sono imprescindibili per chiunque voglia confrontarsi con i problemi di questo paese dell’Africa occidentale? Sappiamo ormai tutto di Samuel Eto’o, attaccante della nazionale del Camerun (Leoni Indomabili) e dell’Inter, ma non sappiamo che il 28% dei bambini/ragazzi camerunesi tra i 5 e i 17 anni – stiamo parlando di 1,6 milioni di Giugno 2010


A. FRAZZETTA

Mozambico: il derby delle magliette al san Siro africano

person persone pers one e – fanno fa dei dei lavori (nei settori dell’agricoltura, della pesca, della caccia e della silvicoltura) che sarebbero vietati a quell’età. A dirlo è un’inchiesta dell’Istituto di Statistica camerunese che sottolinea anche l’impatto negativo di questa situazione sulla scolarizzazione. Vi pare un cosetta da poco? La nazionale del Ghana (Stelle Nere) va invece a giocarsi le sue carte in Sudafrica senza eccessive preoccupazioni per ciò che avviene in patria: il paese è un esempio di democrazia che funziona, le elezioni hanno uno svolgimento regolare, l’economia è in crescita. Come mai allora tanti giovani ghaneani sono costretti ad emigrare e alcuni di loro (oltre 42mila) vivono e lavorano in Italia? Ecco, quello dei migranti è un altro tema che merita qualche domanda. E siamo alla nazionale algerina, i cui

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giocatori conosciamo poco perché é iill lo loro ro p pae paese aese se d di rif riferiiferi rii mento t calcistico l i ti è lla F Francia. i A di dire il vero conosciamo i poco anche la nazione Algeria. D’accordo che negli anni ’90 è stata attraversata da aspre e sanguinose contrapposizioni, non ancora del tutto superate, e tuttavia quel suo affacciarsi sul Mediterraneo ce la dovrebbe far percepire vicina. Dunque, nessuno di voi è a digiuno di Internet. Infilatevi in qualche motore di ricerca e navigate, magari in gruppo e senza disdegnare qualche consiglio dei genitori. Colonna sonora di riferimento: Waka Waka (“Questa è l’Africa”), canzone ufficiale della Coppa del mondo, della cantante colombiana Shakira. E già che ci siamo, facciamo anche una scommessa: con noi stessi. Una volta conclusi i Mondiali, una volta che l’ultimo pallone è stato calciato e i riflettori si sono spenti, non diamo un calcio all’Africa!


Speciale

a cura di Paulo Lima

CINA: tieniamente

Per non dimenticare mai i diritti umani

i chiama Zakumi ed è la mascotte dei mondiali di calcio 2010, ma questo simpatico leopardo (sì, giurano che si tratta di un leopardo) ha scatenato roventi polemiche internazionali e ha portato ancora una volta la Cina sotto i riflettori dei media e al centro delle proteste delle associazioni che difendono i diritti dei bambini.

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MADE IN CHINA

Il fumetto ufficiale dei Campionati Mondiali di Calcio 2010

Ma cosa c’entra la simpatica mascotte sudafricana con il colosso mondiale del commercio e dell’industria? Beh, innanzitutto, Zakumi non è sudafricano: é stato prodotto in Cina, dove la manodopera costa molto meno. “La Coppa del Mondo dovrebbe essere l’occasione per creare posti di lavoro, lasciando così un legato sociale al paese”, ha protestato il Cosatu, principale sindacato di lavoratori sudafricani, in un paese con il tasso di disoccupaGiugno 2010


Prodotti della potente industria cinese

zione ufficiale al 25%. Poi il fatto che la fabbrica Shangai Fashion Plastic Products, dove il pupazzo veniva prodotto, impiegava adolescenti tra i 13 e i 17 anni che lavoravano con turni anche di tredici ore al giorno, per la misera paga di due euro a giornata. La fabbrica è la stessa che ha prodotto le mascotte delle Olimpiadi di Pechino. Purtroppo è questa la legge del mercato cinese! Dai un’occhiata agli oggetti che hai in casa o a ciò che indossi: può essere che sia stato fabbricato in Cina da persone sottoposte a pessime condizioni di lavoro.

LA PORTA DELLA PACE CELESTE

WORDPRESS.COM

Quello di Zakumi è solo uno tra i più recenti casi di violazione dei diritti umani made in Cina. Uno dei capitoli più tristi della storia cinese recente, ma anche una ferita aperta, compie 21 anni proprio in questo mese di giugno. Parliamo del massacro della Piazza di Tiananmen (“Porta della Pace celeste” in cinese), a Pechino, avvenuto tra la notte del 3 e il 4 giugno del 1989. Ancora oggi le stime dei morti variano. Il governo cinese parlò inizialmente di 200 civili e 100 soldati morti, ma poi abbassò il numero di militari uccisi ad “alcune dozzine”. Le stime più alte invece parlano di migliaia di vittime, con numeri compresi tra i 7mila e i 12

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mila morti. Organizzazioni non governative come Amnesty International hanno denunciato che, ai morti causati dall’intervento militare, si devono aggiungere i giustiziati con l’accusa di “ribellione”, “incendio di veicoli militari”, ferimento o uccisione di soldati e reati simili. Amnesty International ha stimato che il numero delle persone giustiziate è superiore a 1000. Non hai mai visto sui libri di scuola o stampato su una maglietta o manifesto quella immagine di un uomo in totale solitudine e completamente disarmato che affronta una colonna di carri armati? Ecco, è proprio di questa protesta che stiamo parlando, di una serie di dimostrazioni, avvenute tra il 15 aprile e il 4 giugno 1989, che hanno avuto come protagonisti studenti, intellettuali e operai cinesi. Ma che cosa reclamavano quelle persone? Le loro richieste di ieri continuano ad essere le stesse di oggi: il rispetto dei diritti umani; la difesa della democrazia, dove il popolo è sovrano e sceglie il governo che lo deve guidare; la libertà di parola, di stampa, di professare una religione, di raduno, di associazione, di movimento, come pure la libertà di sciopero, di protestare e partecipare a dimostrazioni.

Manifestazione a favore del dissidente cinese Liu Xiaobo, condannato dal governo a 11 anni di carcere


D. CEREZO

CANTARE LA LIBERTÀ

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prat p att pratica il rispetto dei diritti umani fondamentali. Il Piano o vvarato dal governo è, da questo punto di vista, una dich di ch dichiarazione di intenzioni tanto nobile quanto vaga. Fino Fi no a quando le voci di tutti coloro che gridano in favore vo re della libertà e del rispetto dei diritti (oppositori e loro lo ro familiari, f sindacalisti, avvocati, giornalisti, monaci tibe ti beta be ta minoranze etniche, “internauti” ecc.) saranno tibetani, soff so ffoc ff oc soffocate dai poteri dello stato, la Cina sarà ben lontana dall da lllla a meta che si era proposta di raggiungere tra qualdalla ch he a che anno: diventare una nazione che si regge sulla democra mocrazia e l’uguaglianza fra tutti i suoi cittadini.

DIRITTI DI CARTA ? Nel 1998, il governo cinese ha firmato due importanti convenzioni internazionali sui diritti umani. Sempre sullo stesso tema, nel 2004, ha emendato la Costituzione per includere la frase “il rispetto e la salvaguardia dei diritti umani”. E dal 2008 ha promesso di promuovere un “Piano d’azione nazionale per i diritti umani”. Fatti recenti, purtroppo, dicono che le autorità cinesi sono ancora lontane dall’assumere una decisa volontà di mettere in

D. CEREZO

Venditore ambulante di dolci

umerose canzoni italiane sono ispirate ai fatti di Tiananmen, tra cui Uno come noi dei Nomadi, Città proibita dei Pooh. Il testo di Tieniamente di Claudio Baglioni è composto dalle parole Tienanmen e Tieni a mente.

La povertà è uno degli ostacoli maggiori sulla strada della vera democrazia

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Zoom l 2 giugno celebriamo la Festa della Repubblica italiana. Quel giorno del 1946, infatti, tramite referendum, noi italiani avevamo scelto la repubblica al posto della monarchia. È la festa principale del nostro Paese e celebra la nascita della nazione italiana in maniera simile al 14 luglio francese (anniversario della Presa della Bastiglia) e al 4 luglio statunitense (giorno in cui nel 1776 venne firmata la dichiarazione d’indipendenza). Questo giorno ci dà l’occasione di riscoprire la bellezza di appartenere allo stesso paese, una nazione che gode di una natura così bella e varia, pieno di poesia e di arte. È questa l’Italia dove parliamo la stessa lingua, anche se con sfumature e accenti diversi e ci riconosciamo tutti parte di un popolo che chiamiamo “italiano”.

ANGELO RA

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a cura di Elio Boscaini

Questo nostro paese ha, come tutti i paesi del mondo, una sua bandiera nazionale che l’anziano Presidente della Repubblica Sandro Pertini non disdegnava di baciare, e un inno nazionale. Certo, cantare “Fratelli d’Italia” non è sufficiente per essere italiani. S’impara ad amare l’Italia quando ci si accorge che nell’animo di gran parte degli abitanti di questo paese vivono sentimenti più sensibili agli interessi comuni che a quelli privati. E si è italiani nella misura in cui ci si sente parte di una comunità che condivide i valori della solidarietà e dell’accoglienza.


M. MERLETTO

Ci stiamo abituando a considerare italiani anche persone di origine, cultura e religione diverse, di colore diverso. Abitano qui da noi e, come noi, hanno diritto a considerarsi italiani. Perché essere italiano non significa semplicemente essere nato in Italia da genitori italiani, ma voler condividere con altri una storia e un destino comuni, senza escludere nessuno. E come non ringraziare il Dio del creato nel vedere milioni di stranieri scegliere l’Italia come meta delle loro vacanze e tanti altri decidere di rimanervi per viverci e lavorarci, sognando un futuro migliore per loro e i loro bambini? Siamo evidentemente contenti di essere italiani e, anche se qualche volta possiamo vergognarcene perché le cose non vanno sempre così bene come vorremmo, non saremmo capaci di non sentirci italiani. Durante le partite di calcio che la Nazionale azzurra giocherà in Sudafrica, ci capiterà certamente di gridare anche noi: “Italia! Italia!”. Non amiamo però soltanto l’Italia, amiamo il mondo intero, a cominciare dagli altri paesi eu-

I “nuovi” italiani

ropei con cui il nostro sta a costruendo un futuro co-mune. A chiarirci le idee sull’a-more di “patria” che cii deve animare, ci ha pen-e sato quel prete, grande maestro di scuola, che è stato don Lorenzo Milani.. Rispondendo ai cappella-a ni militari in congedo della Toscana che non condi-videvano l’”obiezione dii coscienza”, il parroco dii e Barbiana, scriveva: “Se voi avete il diritto di divi-dere il mondo in italiani e stranieri allora vi dirò che,, o nel vostro senso, io non ho o Patria e reclamo il diritto di dividere il mondo in di-n seredati e oppressi da un lato, privilegiati e oppres-o sori dall’altro. Gli uni sono la mia Patria, gli altri i mieii stranieri”. Felice Festa della Repub-blica e buone vacanze! Giugno 2010


Chasqui

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o dico con grande e orgoglio: sono sempre mpr pre e stato un uomo libero! Mi considero una persona che ha sempre saputo lottare e affrontare grandi sacrifici per raggiungere l’altissimo valore e principio della libertà. Così, mi sentivo libero anche quando lavoravo in miniera per pagarmi gli studi all’università. Libero quando, a soli 22 anni, mi opposi ad un matrimonio combinato con una ragazza che io non avevo scelto ma che mi era stata imposta dal capo supremo del popolo thembu. Il mio rifiuto, considerato da amici e parenti una grave mancanza di rispetto, mi obbligò a scappare di casa e cercar fortuna a Johannesburg. E fu proprio in questa grande città dove toccai con mano l’ingiustizia che si stava consumando nel mio Paese, il Sudafrica, dove la minoranza bianca al potere negava ogni diritto democratico alla maggioranza nera della popolazione. Furono gli anni – dal 1942 al 1962 – del mio impegno politico nell’ANC (African National Congress); dell’opposizione ai partiti che sostenevano il regime dell’apartheid e della segregazione razziale. Anni di proteste, di scioperi e azioni di resistenza che avevano come obiettivo far prendere coscienza alla gente delle pesanti ingiustizie che si stavano commettendo in Sudafrica. Anni drammatici, in particolare il 1960 che segnerà per sempre la mia vita di uomo politico. Il 21 marzo di quell’anno, nella località di Shaperville, la polizia sparò senza pietà su centinaia di persone che stavano manifestando pacificamente. L’operazione causò la morte di 69 militanti dell’ANC e il ferimento di altri 180.

Nelson libero Fortunatamente io riuscii a sfuggire al massacro e a riorganizzare i dirigenti dell’ANC superstiti. La nostra organizzazione fu messa al bando e dichiarata fuorilegge dal governo: questa decisione spinse buona parte della popolazione sudafricana ad abbandonare la strada della nonviolenza e a scendere in piazza per rovesciare il regime razzista e difendere i propri diritti con le armi. Il mio sogno di vedere il Sudafrica finalmente libero si infranse l’11 luglio del 1963 con il mio arresto e, dopo un processo durato nove mesi, con la condanna definitiva all’ergastolo. Ma questa, per fortuna, non è la parte finale della mia storia.


Non c’è ness una strada fa cile per la lib Nessuno è na ertà. to schiavo, né si miseria, ma tu gnore, né per tti siamo nati vivere in per essere fr Ho lottato co atelli. ntro il domin io bianco e co Ho coltivato l’i ntro il domin deale di una io nero. società libera le tutti possa e democratic no vivere un it a nella quai in ar monia sto è un idea , con uguali p le per il quale ossibilità. Que spero di vive Per gli uomin re. i, la libertà ne lla propria te razioni. Nient rr e può distoglie a è l’apice del le proprie as rli da questa Io credo che pimeta. i bambini ne l mondo deb diventare ad ulti, in salute, bano essere liberi di cres pace e dignità Non c’è nien cere e . te di più inco ra che la sua vita ggiante per un detenuto non è andata politico del sa sprecata. L’educazione pere è il grande motore dello all’educazione sviluppo per che la figlia d sonale. È gra i un contadin di un minator zie o può diventa e il capo min re medico, il iera o un bam il presidente figlio bino nato in un di una grand a famiglia pov e nazione. Non capacità di va era ciò che ci vien lorizzare al m e dato, ma la eglio ciò che gue una perso abbiamo è ci na dall’altra. ò che distinL’educazione può cambiare è l’arma più p il mondo. otente che


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PA DOVA p. Daniele: gimp adova@ giovanie missione.it sr. Lorena : orarirl o@yahoo.com VE NEGONO SU PE RIOR E (VA) p. Enea : gimveneg ono@ giovaniemi ssione.it NA POLI sr. Betty - sr. Eleon ora: combotorre @yahoo.it p. Domenico: dome nicog @ prodig y.n et.mx PE SA RO p. Ottavio: gimpes aro@ giovaniemi ssione.it ROMA p. Jesùs : gimrom a@yahoo.it sr. Eugenia : sister eugenia @yahoo.c om PA LE RMO sr. Tiziana - sr. Ro sa : combopalerm o@ libero.it Danila: laici- comb oniani@ libero.it

L’11 febbraio del 1990, il prigioniero Nelson Mandela, classe 1918 e numero di matricola 46664, viene liberato dopo 27 anni di carcere. Nel 1993 è insignito del premio Nobel per la pace mentre l’anno dopo, nel corso delle prime elezioni libere del Sudafrica aperte al voto dei neri, viene eletto Presidente della repubblica e capo del governo. Si ritirerà dalla vita politica nel giugno 2004, all’età di 85 anni. Negli ultimi 20 anni, dal 1990 al 2010, il Sudafrica non ha goduto di profondi cambiamenti in senso positivo: i problemi di allora – povertà, disuguaglianza, disoccupazione ecc. – sono rimasti più o meno gli stessi. Tuttavia è cambiata la mentalità della gente che ha portato ad una lenta trasformazione democratica del Paese. E questo lo si deve soprattutto ad un uomo che è diventato il grido di libertà di tutte le lotte contro l’oppressione del mondo: “Nelson Mandela Libero”. Un grido che dovrebbe uscire con forza dalla bocca di ciascuno di noi.


Il furto

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Disegni di P. Camoriano - Testi di L. Ravecca


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Lilliput STOP ALLA VIOLENZA

MESSICO

A colpi di rap e hip hop “Che triste l’infanzia di Juanito, vittima di una sparatoria nel suo quartiere, morto in giovane età”. Sono alcuni ver...è ora di cambiar musica! si della canzone “Carlitos” interpretata dal gruppo hip hop MC Crimen, formato nella città di Ciudad Juarez. In questa città di frontiera con gli Stati Uniti si moltiplicano i gruppi musicali che a base di rap e hip hop denunciano il clima di violenza scatenato dallo scontro tra le forze di polizia e le bande di narcotrafficanti. È la risposta coraggiosa della gioventù “sana” di Ciudad Juarez, la città che vanta il triste primato di “luogo più violento” dell’intero pianeta.

Agente santisuk. al vostro servizio!

THAILANDIA

Macaco di pace Si chiama Santisuk (“pace” in lingua thailandese) ed è la prima scimmia-poliziotto in forza presso il reparto di polizia del distretto di Saiburi. Questo macaco di cinque anni di età, era stato curato e adottato da un agente che per mesi lo aveva portato con sé in pattuglia. Le autorità locali hanno deciso di “assumere” Santisuk come poliziotto “speciale” in quanto la sua presenza sembra migliorare le relazioni tra la popolazione e le forze dell’ordine, spesso oggetto di attentati da parte dei separatisti musulmani che operano nella zona.

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Guerra, fame, sottosviluppo... tecnologia a parte, mi sembra non sia cambiato nulla...

COLOMBIA

Finalmente libero Dopo 12 anni di dura prigionia nella foresta, il sergente dell’esercito colombiano Pablo Emilio Moncayo è stato liberato dai guerriglieri delle Farc (Forze Armate Rivoluzionarie Colombiane) che lo tenevano in ostaggio. Pablo, che fu catturato quando aveva appena 19 anni, ha ringraziato Dio e suo padre in quanto artefici della sua liberazione. Nel discendere dall’elicottero che lo aveva portato in salvo, l’ex prigioniero si è detto sorpreso “dai passi avanti fatti dalla tecnologia in questi anni“ passati in prigionia.

EGITTO

Stargate nell’aldilà Nei pressi del tempio di Karnak a Luxor, gli archeologi egiziani hanno rinvenuto una spettacolare porta in granito rosso risalente a circa 3500 anni fa. La porta, che appartiene alla tomba di User, un consigliere della regina Hachepsut, è alta 175 centimetri e spessa 50 centimetri, e reca nella parte alta numerose iscrizioni di testi religiosi. Ciò fa supporre che per gli antichi egizi la porta servisse da passaggio nell’oltretomba.

la porta per l’aldilà!!! Non è il caso di aprirla, che ne dici?

IRAQ

Radio amica Qual è lo scopo della nostra radio? arrivare ai sordi!

Si chiama La nuova era (in arabo Al Ahad al Jadid) ed è la nuova emittente cristiana che trasmette in FM dalla città di Bassora, nel sud del Paese. In questa regione a prevalenza sciita, la radio manda in onda – per ora dalle 8 del mattino alle 2 del pomeriggio – programmi sulla vita di Gesù, la Bibbia, la storia del cristianesimo e il canto gregoriano. Ma soprattutto comunica valori importanti per la società irachena quali pace, fratellanza e amicizia.

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