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D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art.1, comma 1, DCB VERONA NA A
ottobre 2010 - n.
na r o i s s i lo m o c c i p il io 10
Kataboom ccose ose ddell’altro ell’altro mon mondo ndo
i n o u b e m Ma ch i iliardari! P er carità, il bene fa sempre bene! Sopratt tutto quando di bene se ne fa tanto perché si hanno tanti soldi. È questo il trend “generoso” che va di “moda” presso gli zii Paperone americani e che presto, ne sono certo, contagerà altri ricconi, soprattutto in Europa. Il primo ad imbarcarsi sulla nave della beneficenza è stato il multimiliardario Bill Gates, fondatore della Microsoft, subito imitato da Warren Buffet, altro manager del capitalismo statunitense. Questi straricchi americani, assieme ad altri 34 loro colleghi nababbi, avrebbero firmato un appello chiamato “Impegno a dare” in cui dichiarano di voler devolvere in beneficenza, nei prossimi anni, almeno la metà del loro patrimonio personale. Gates e amici sperano, così, di convincere gli altri 400 miliardari statunitensi a fare altrettanto, in modo da arrivare a donare a fin di bene somme da capogiro, stimate in centinaia di miliardi di dollari.
f h di fronte f t ad d una simile i il esplol Vi confesso che sione di bontà, io rimango alquanto perplesso. E ne ho ben ragione quando scopro i vantaggi che gli stramiliardari traggono da queste “operazioni dono”. Innanzitutto si fanno della buona pubblicità positiva, che serve sempre a migliorare la propria immagine e quindi a fare altri buoni affari. Secondo, le donazioni godono di forti sgravi fiscali e quindi meno tasse da pagare allo stato. E terzo, mettono in pace la coscienza di chi si è “arricchito grazie alla società e adesso restituisce, in parte, ciò che dalla società ha avuto”. Personalmente alla parola “beneficenza” preferisco il termine “giustizia” e l’impegno di coloro che si danno da fare per realizzarla nel mondo. Così come scelgo senza dubbio i due spiccioli della povera vedova del Vangelo (Luca 21, 1-4) invece delle miliardarie donazioni di Bill Gates & friends: quelli nascono dal cuore, le altre dal business.
Ott 2010
La casa
Diceildire
di tutti
ccoci ancora una volta olta olt ta all’apall’ ll’a ’apppuntamento con ottobre, brr e , il il mese missionario. Quest’anst’anno la Giornata missionaria mondiandiale, la 84a della storia, si celebra ad doomenica 24 ottobre. Per l’occasione one il Papa ci invia un messaggio per per er ullu ricordarci che nella società multietnica in cui viviamo, i cristiani ni devono offrire segni di speranza, a, ro impegnandosi a rendere il nostro pianeta casa di tutti i popoli. teE noi che possiamo fare? Basterebbe fare nostra questa preghiera iera ra che è tutto un programma di vita: a:
E
Signore, ono donami un cuore bu rsi e di sorridere. capace di emoziona iere, i: sappiano accogllie Benedici le mie man o. ol lc i, dare senzzaa ca stringere altre man edi: Rendi forti i miei pi ieri della vita. e sui senttie sappiano camminar cogliente,, Dammi un volto ac one. sereno e simpatico. ca sempre parole bu di io e ch a: cc bo ia Tocca la m le appparenze. chi per veeddeerree oltre oc i ie m i a ar hi sc Ri I miei orecchi con atteennzziioonnee sappiano ascoltare i e il mondo. la tua voce, gli amic fraternità, Aiutami a seminare a far nascere gioia. Tieni la mia mano, rada della vita. o la sttra accompagnami lung Amen
p. Elio Boscaini scainii Ott 2010
a l o d quan
Attualità
Aboliamo per sempre l orrenda pratica prrattica della pena capitale l’orrenda
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TROPPO PRESTO PRE PER MORIRE Maung ha 16 anni. È un ragazzino che frequenta a il Lice Liceo statale n°2 della township di Sud D M Dagon Myothit, nella parte sud-orienYangon, in Myanmar (ex Birmania). tale d di Yango Non è facile la vita per i giovani birmani, spesso a svolgere i mestieri più spes sso costretti cost disparati faticosi. Eppure per Maung si disp parati e fa pro prospetta spetta un futuro diverso. Un giorno incontra militari alla Stazione Ferroinco ontra dei m viaria viar ria Centrale Central C al di Yangon, conoscenza totalmente la sua vita. che cambierà ca t
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are che al mondo esistano uomini con gli stessi poteri che ha Dio. Sono persone che credono di avere il diritto di sapere quale debba essere l’ultimo giorno di vita di altri uomini, donne o bambini, soprattutto se questi si sono macchiati di gravi reati. Ovunque nel mondo vi sono persone che ritengono “giusto e doveroso” punire con la morte alcuni carcerati perché “se lo meritano”. Costoro invocano una a pena p capip “defi tale ossia ssia “defin definitiva”, ”, quasi sempre se applicata plicata usando usand metodi barbari (selapidazione, iniezione ledia elettrica, lapidazione impiccagione, fucilazione...) che tale, imp hanno come obiettivo l’eliminazione fisica della persona. In questo modo, mettendo fine alla vita di un condannato, senza permettergli di scontare la pena in carcere e di capire ciò che ha commesso, gli si nega il diritto vitale di ravvedersi e di vivere in maniera dignitosa il resto dell’esistenza. Come testimoniano i tre drammatici casi descritti qui sotto.
La pena capitale non risparmia neanche i minori
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PENA DI MORTE o CAPITALE: principio etico-giuridico in base al quale lo Stato può decidere legittimamente di togliere la vita ad una persona
a cura di Chiara Milano
DIGITALJOURNAL.COM
Sono tanti i ragazzini rag g azzini reclutati dal governo militare del Paese per diventare bambinisoldato, in quello che a prima vista sembrerebbe un privilegio: non capita tutti i giorni, infatti, di poter avere tra le mani un’arma vera e una divisa da sfoggiare! Maung entra così a far parte del 322° Reggimento di Fanteria Leggera. Ma accade qualcosa. Durante una rissa con altri militari un altro bambino-soldato, membro di una famiglia di sostenitori della Giunta militare birmana, rimane ucciso. Maung e un suo giovane commilitone sono giudicati colpevoli, processati e condannati a morte. La orrenda e brutale pratica della pena di morte ha interrotto una giovane vita che aveva davanti a sé un futuro tutto da scoprire.
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LAPI DAZIONE
DONNE, MAMME E FIGLIE IN IRAN In Iran due ragazzi rischiano di diventare orfani di madre. Sakineh è il nome della mamma, una donna di 43 anni accusata di aver tradito il marito e di averlo ucciso. Per questa ragione si trova reclusa da 5 anni nel carcere di Tabriz, in Iran. È stata punita con 99 frustate davanti ai suoi figli e oggi rischia la lapidazione. “Non lasciate che il nostro incubo diventi realtà. Lottate contro la lapidazione di nostra madre”, gridano i ragazzi angosciati, che si rendono conto della gravità della situazione, dato che in Iran la pena di morte viene purtroppo applicata con molta facilità. Nella nazione iraniana sono molte le donne a cui viene negato “il riconoscimento dei diritti più elementari” riconosciuti in altri paesi. Ad oggi, è sempre molto alto il numero delle giustiziate con l’accusa di adulterio; donne senza nome, uccise nel quasi assoluto silenzio dei mezzi di comunicazione nazionali ed internazionali, che scelgono di trattare argomenti più “leggeri” e meno drammatici.
“Lottiamo contro la lapidazione di Sakineh” Ott 2010
AMNESTY INTERNATIONAL
vitgeanera m
(rapporto 2009) La macabra classifica mondiale dei Paesi che nel 2009, nonostante il calo del numero delle esecuzioni, hanno applicato la pena di morte, vede ai primi posti: - Cina: circa 5mila (88% del totale mondiale) - Iran: circa 402 - Iraq: almeno 77 - Arabia Saudita: almeno 69
GRAZIA E GRAZIE Tra i numerosissimi condannati a morte in tutto il mondo, ce ne sono alcuni che, fortunatamente, ottengono la grazia; questo significa che restano in carcere ma viene loro risparmiata la vita. Sono casi rarissimi, episodi che si verificano grazie alla raccolta di firme di persone che rifiutano l’ennesimo omicidio, o all’impegno di organizzazioni di difesa dei diritti umani. Come il caso, ad esempio, dello statunitense Kenneth Foster, ritenuto colpevole di aver partecipato ad un omicidio, pur non essendone l’esecutore materiale. Dichiarato colpevole e condannato a morte dalla cosiddetta legge “Law of Parties” che punisce anche i complici,
solo 6 ore prima dell’esecuzione il destino di Kenneth fu radicalmente cambiato nel momento in cui la sentenza di morte contro di lui si tramutò in ergastolo. Un vero miracolo, ottenuto grazie anche all’aiuto di tutti quelle persone che, in varie parti del mondo, si erano mobilitate per salvargli la vita.
INNOCENZA
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proposta di sospendeMORATORIA UNIVERSALE: morte in tutti i paesi di re l’applicazione della pena o sarebbe l’obiettivo per appartenenti allONU. Quest poi raggiungere l’abolizione it): ty..it essty ne mn .am w.a ww ww (w AMNESTY INTERNATIONAL internazionale che si ne zio zza la più famosa organi lge attività di ricerca e occupa dei diritti umani. Svo siano calpestati tti diri tali azione per evitare che
AMNESTY INTERNATIONAL
I PAESI-BOIA NEL MONDO
R.VENTURI
Speciale
a cura di P. Daniele Moschetti
L’energia dei tifosi di Soweto, Sudafrica Sud
Alla gente la Coppa del mondo di M Ma stata sicuramente un’esperienza straordinaria quella che abbiamo vissuto per un mese insieme come villaggio di Mapuordit qui in Sud Sudan. Un evento mondiale come quello della Coppa del mondo di calcio per la prima volta in Africa, ma che è diventato “glocale”, cioè di Mapuordit, proprio grazie alla partecipazione di tanta gente. Abbiamo potuto seguire tutte le partite fino alla finale tra Spagna e Olanda. Tanta gente e tanto entusiasmo per sostenere le proprie squadre africane prima, specialmente il Ghana, e poi via via le altre che restavano in gara. Dentro la nostra chiesa non ancora finita (ci sono solo il tetto e i pilastri di ferro…) abbiamo accolto gente di età diverse: dai bambini ai giovani, agli uomini, ai cattle keepers (i pastori delle mandrie), dalle donne alle ragazze. Questo è stato possi-
È
puord or it
bile per la collaborazione della nostra diocesi di Rumbek con l’UNICEF che ha sponsorizzato l’abbonamento DSTV satellitare, l’acquisto del decoder e della parabola per poter ricevere il segnale. Ma ciò che mi piace più sottolineare in questa attività è che non c’è stato solo calcio. La gente veniva mezz’ora prima delle partite per vedersi i programmi del National Geographic Channel, sulla vita di animali, pesci e fauna. Un bellissimo canale educativo davanti al quale il pubblico rimaneva meravigliato e in silenzio nell’ammirare animali mai visti di persona pur vivendo in Africa: iene, leoni, elefanti, serpenti, scimmie ma anche delfini e balene. Insomma è stata un’immersione nel mondo, nei colori, nelle culture delle razze umane ed animali. Sport, educazione e interculturalità allo stesso tempo. Ott 2010
C. MAZZOLARI
Mondialità anche nel-n la scuola superiore e in squella primaria della missione, dove gli alunni si te sono divisi in altrettante asquadre e hanno studiani to a fondo le 32 nazioni apartecipanti al “mondiaa”. le della conoscenza”. eÈ stato stupendo vedevare come ragazzi e giovati a ni alla fine siano arrivati elconoscere tantissimo delitila storia, geografia, politini e ca, economia, tradizioni cultura dei paesi che partecipavano alla coppa del mondo in Sudafrica. dale Anche nel nostro ospedale di 100 posti letto, sulla scia del nostro “mondiale”, ”, è ppa stata organizzata la “coppa del mondo della pulizia”. zia”. Durante tutte le 4 settimamane previste le infermiere e gli
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C. MAZ ZOL ARI
Alunni delle scuole di Mapourdit. Nelle loro classi si è svolto il “mondiale della conoscenza”
Balli, canti ed entusiasmo tra i giovani del “villaggio glocale” di Mapourdit
to all’insegna del el mondo e dell’Afriica. Una “vittoria” a” celebrata con tanta ta nvitalità, forza, talenre, to, gioia di vivere, ormusica, danza, sorza. risi e accoglienza. ato E che ci ha portato ica a guardare all’Africa pecon la dovuta speranza e la fiducia che le cose possono mia un gliorare. Insomma po’ secondo lo sloatore gan del mio fondatore boni: san Daniele Comboni: Salvare l’Africa con ’egli l’Africa!, anch’egli convinto, come lo sono oggi io, che se si lavora insieme per un unico obiettivo anche in Africa vedremo grandi gra grand ndii cambiamenti. cambia bi ment ntii.
B. ZANZOTTERA
addetti ai lavori di ogni reparto hanno lavorato sodo e con attenzione per pulire e spazzare. Alla fine ha vinto il reparto Maternità, con grande gioia delle poche donne infermiere presenti nell’ospedale. Sempre nelle mattinate di questo intenso mese, abbiamo organizzato in tutte le scuole una trentina di incontri su temi quali giustizia, pace, riconciliazione, ambiente e Aids. Sono stati momenti interessanti di condivisione e di riflessione su ciò che i giovani stessi possono fare per promuovere questi valori. Perché come semp sempre ho detto, sono ei sono stati loro i veri organizzatori orga protagonisti di tutprotago to questo ques entusiasmo nel n “nostro villaggio villagg glocale”. Sempre Semp loro i vincitori del d mondiale di Mapourdit M rdit in qu questo o mese se fantastico fantasstico vissuv is issu-
C. MAZZOLARI
Missione e’... mettersi al servizio dei piccoli!
Partitella tra amici ad Algeri Ott 2010
Stranieri come noi
. Sono ono morta a tregi, morta og ma non fa dici anni, sse cosĂŹ; ensavo fo p n Mi o N . male , prima. ai morta m da e ro n e ie v non , e mi ra o , ra e g ene le sento leg sĂš vedo b s a u q a D lle pasridere. so, e que s e d a i d tutte cose do come e v le , te sa insieme.
S
e siamo noi... Vedo c V ch he e c ca am mmiino a piie di nudi sulle pietre. Vedo Omar che mi viene incontro in m ezzo alla polvere, e ve do che dimen tico i tagli, le spine, le sche gge di vetro sulla strada p verosa. Viene olOmar il timid o, che si ritir tocco degli al a al tri. Eccolo ch e si avvicina la mano verso . Alza di me. Dai pol pastrelli gli sc la via una care ivozza persa, ind ecisa, che vo e non voleva leva partire, e sub ito i miei occh chiudono per i si meglio sentir la sul viso.
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a casa
a cura di Antonio Ferrara
in rasssa. Grassa sa. È gra as p e he ch c re d lie cavig gonVedo mia mad e paffute alle nc ua g o per lo le al d , là, ansimand e ua ogni dettaglio q ia g eg voglia. mmina ond qualcuno mi e, fie. Quando ca mi a qualcuno. Vuole che ne o alla fi vien sposar turo. Qualcun fu i d sforzo. Vuole sa es m anza, una pro Cerca un’alle sorride. a i sposa. hii.. Mio padre ch cc oc li g mi vuole e m e sone con un no lla u per a casa. Due enta, le bri ov nt nu co a è un re n in ad Mia m ue. Che entro t ità di sang un’altra, ora. intim a, un’in a, lia ig m am fa Vedo che sono a un , une, un paese c rridoio. o nel co storia in com passano e ch ne on d ve di api. ve Ci sono alcune ate come larv ic el d e e lid al no dapno an nzza on Sono lente, p a fare. Ro d si ar d a o n nare. ciin Vedo g Poi comincian a lavare e a cu iovani c no na g se dinanzi in i e re he s’inc ar ra lo p es pertutto. M A a . i re ta li hinano or bri, ne p ma non a sop b aciano n e Mi insegnano s a n le p n M o i vedo c he vado decifrare una s agine gli abissi. L’angoo. ui in b l ola le p ne a o ie cer ng di Vedo che pia vedo ch dentro una b care Omar. Po ttera. come una za an st la i u e e scia riempie o se nite com chiudo gli occ ca, solo la tes mi vedo , e mi chied ta fuori. hi e pen b sa en in d a ia z b b io . ne sotto qu ni della so al de ssato. stino, all Mi e v ponte o un fo l’amore è un e infiLe pietr sto cappuccio, ita. E penso ch ti-il ar m O te e la vita en e non d dove c’è è Mi viene in m e m v p c o ito uore su iù oscu scaccio sub rità che ome bito. Ma no essere trop mido, ma ne s lu p e i n o ce. n ne e ti abbas ppure tr g vagio, e tanza d oppo p randi, altrimen lo spirito mal A a d o st ic lo ti u re cole, alt n certo r ne rimenti si punto d e. Dura poco. pensieri non M e e . n n v lia on o male. ’essere che una spog Per den a schi, o unciarti rrivata una pie quattro servo tra gr femmin do ci sia e. Ci ha no due testimo ande. mo bac n ni man o iati. Om v Mi sen ar avev isti in due, qu to legg ana e le ra, ora, Perché e mi vie guance rosse sono m . ne da r orta. idere.
e s ie te v o i
...
Chasqui
TokaY O
ggi, per me, è un grande giorno. Padre Riccardo me lo aveva promesso da tanto tempo: «Ryan, vedrai che presto andremo dal tuo riciclatore e salderai il debito che hai con lui». Sono stato schiavo di quel farabutto per ben 4 anni. Da quando il mio patrigno mi ha cacciato di casa all’età di 8 anni – adesso ne ho 12 – ho raccolto carta, plastica, ferrovecchio e rifiuti nelle strade della periferia di Dacca. Tutta roba che finisce nei magazzini dei “riciclatori”, i commercianti specializzati nella separazione e riciclaggio dei rifiuti, che fanno i soldi sfruttando il nostro lavoro. Nella zona che il padrone mi aveva assegnato frugavo per ore nei cumuli di immondizia, camminavo scalzo e mettevo le mani dappertutto. Per un chilo di plastica prendevo 16 centesimi di euro; lo stesso per le scarpe vecchie che però dovevo fare a pezzetti se no non me le accettavano. I rifiuti che valevano di più erano i chiodi, le penne di plastica, gli stracci e le lampadine bruciate. Fatica, fame, sete e umiliazioni non mi importavano: mi interessava solo lavorare per sopravvivere. Guadagnavo tra i 2 e i 3 euro al giorno: 1 euro mi costava spostarmi con i sacchi sul tetto del bus – se entravo dentro, pagavo 2,50 euro… – e 1 euro al giorno lo davo al riciclatore per avere in cambio qualcosa da mangiare. Ma un brutto giorno mi ammalai di dissenteria e dovetti stare fermo quasi un mese intero senza poter lavorare. Chiesi un prestito al padrone per un po’ di cibo: «mi pagherai non appena starai meglio» mi disse. E fu così che il mio debito arrivò a 10mila taka (100 euro), una montagna di soldi che non sarei mai stato in
uno schiavo, enni anch’io iv D li. g ir itu bine che vigrado di rest ambini e bam b i d ia lia ig come le m ladesh. rade del Bang atore che vono nelle st rdo e il ricicl ca ic R re ad p o il padroOsservo amente. Sent at im an no to discu io, loro moe non ci fossi «S e: ic d e ch ne è vero! «Tu fame!». Non i d o er b b re ri azzatura re bambini-sp li fai diventa e poi li re Riccardo – – esclama pad nga una sionario allu sfrutti». Il mis e finalo. Capisco ch busta all’uom tene spezzate le ca mente si sono o a m ia nd hiavitù. «A icdella mia sc R re ad p mi dice m casa, Ryan» co mi abbraccia cardo mentre o con io lo string mosso. Anch’ lmente mie mani fina forza, con le gi per pulito. Sì, og profumate di e giorno. me è un grand
ittà del ri della c a poe v o p i ll Tra il 52% de tà assh, dove er e v d o la p g i n d a B ùa uno stato in e ppo più iv r v te si ono il g u s a polazione d a ggiormen a tr s m i e d v i o in d b è am ita soluta, i b izioni di v lo sfruttamento. me loro cond e e ll tà e r lesi. Il no e N v . o io risch ia, la p da benga z a ti ifica tr s s n i iu ig d g s i in e no l’ mbin ora” ch k i a k to manifesta sono chiamati i ba “ se sì a bengale i. Tokai, co e in lingu n ttami”. io ro s a sé stess s i a re d p ll’es atura e ndosi solo tz a z io d a p ffi ig s a b deriva da a o tà ll ose da a socie endend c ll v e , re a d e i in li s in g o o curare lem marg “racc possa pro dendo l’e vivono ai e ie v h h ra c c p , à o it ra s i iv tu att Ess spazza iasi altra riciclando re o quals ie r r o Lavorano c e ndo auto teria, lava giare. do nei i o sotto o dormen sa da man s o o lc ip a r u i q ndi incroc d i ra p g loro i m e te d i ia av otti o tto i cavalc ssano le n i treni, so I tokai pa e d i 14 anni, i n io z e tra i 6 e lle sta in e b d i. i m c g a g ffi b u ra e pa sono cozi e bini e di nego da piccoli sono bam i a in k F . to ti i a e n le pensilin solitudine r parte d abbando più totale a ll La maggio ani ma quasi tutti e n a orf vane vit raramente stire la propria gio e g kai è stretti a piccoli to i . a n o ic c g lo ro vo ibipsico ale del la na vita il più poss emotiva e o princip u iv l ro tt e d lo ie i b in in ’o L mb ire” i tutti i ba “ricostru d i a d ll o e ll u e q u q le”, come le “norma mondo.
Parlane con ...
PA DOVA iemissione.it dova @ giovan pa m gi e: el o.com p. Dani ho ya arirlo@ sr. Lorena : or A) SU PE RIORE (V VE N EGONO issione.it m ie an ov gi negono @ p. Enea : gimve NA POLI e@yahoo.it ra : combotorr no eo El . sr ig y.net.m x sr. Betty od pr domenicog @ p. Domenico: PE SA RO missione.it ro @ giovanie sa pe m gi p. Ottavio: ROM A o.it mroma@yaho gi s: sù Je p. hoo.com ya a@ stereugeni sr. Eugenia: si PA LE RMO o@ libero.it : combopalerm o.it sa Ro . er lib sr. Tiziana - sr omboniani@ Danila : laici-c
Dal 1995 nella periferia nord del- Gli scopi di questo proget to di riabilila città di Dacca funziona la Tokai tazione e liberazione, fortem ente voluto House, un rifugio per circa 120 bambi- dal saveriano padre Riccardo Tobanelli, ni e bambine, gestito dai missionari save- sono molteplici. Oltre a dare risposte imriani e dalla chiesa cattolica locale. Molti mediate a bisogn i concreti dei ragazzi di bambini di strada della zona considerano strada, si lavora affi nché la casa diventi uno la Tokai House la loro “casa”, un ambien- “spazio di relazio ni libere e non oppressite tranquillo e sereno dove poter studiare, ve”, di fiducia recipro ca e solidarietà, per alimentarsi, curarsi, trovare aiuto legale e prepararsi ad affronta re le sfide della vita un rifugio sicuro dove porre fine alla fuga da adulti con respon sabilità e impegno. che hanno intrapreso per scappare da ogni Quegli stessi adulti che, una volta tanto, genere di violenza e abuso. E soprattutto lì cercano di sanare le ferite che la violenza trovano la libertà, come accade quando la e l’abbandono hanno lasciato in questi piccomunità “paga” i debiti dei tokai e com- coli, “per farli sentire di nuovo voluti, amati pra il loro riscatto. ed accolti”.
Testi, Disegni e colori TAN ER
VIVO NELLA REGIONE DI SAN MARTIN, NELLA ZONA NORD DEL PERÙ
CAPITAI QUI 31 ANNI FA, PER LAVORARE COME MISSIONARIO
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E QUESTI SONO I MIEI “PARROCCHIANI”
SONO I POPOLI INDIGENI CHE VIVONO AI PIEDI DELLE ANDE, ALL’INIZIO DELLA FORESTA AMAZZONICA. QUELLI CHE QUI TUTTI CHIAMANO CON DISPREZZO “PERROS”, CANI
CANI? MA CHI SONO, IN REALTà, LE VERE BESTIE?
... E QUESTA, ADESSO, È LA MIA GENTE
SCUSATEMI, DIMENTICAVO. MI CHIAMO MARIO BARTOLINI, SONO UN SACERDOTE PASSIONISTA ITALIANO, DI ASCOLI PICENO
Ott 2010
ALL’INIZIO FU DIFFICILE, POI MI AIUTARONO I BAMBINI
SIGNORE, MI HANNO PRESO PER UNO SCIAMANO GUARITORE. AIUTAMI A NON DELUDERLI
TU LOCONO! LUI GUARITO...
BEN PRESTO CAPII CHE AVEVANO MOLTA STIMA NEI MIEI CONFRONTI. MI ASCOLTAVANO E MI CONSIDERAVANO UN AMICO
TANTO CHE ALCUNE VOLTE RIUSCIVO A SMORZARE I CONTRASTI CHE SCOPPIAVANO TRA DI LORO PER QUESTIONI LEGATE ALLA CACCIA
BASTA!
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NON SIETE “PERROS” MA UOMINI, PERSONE... E COME TALI DOVETE AGIRE
Sì, MA ANCHE TU SEI UN UOMO DIVERSO DA NOI. VATTENE!
IO RESTAI E NON MI PERSI D’ANIMO. ANCHE SE LE INCOMPRENSIONI E I PREGIUDIZI SONO DURI DA SCONFIGGERE. IN TRENT’ANNI DI VITA PASSATI CON LORO HO CERCATO DI FARE IN MODO CHE GLI INDIGENI E I CONTADINI DELLA ZONA PRENDESSERO COSCIENZA DELLA PROPRIA DIGNITà
VOI DOVETE DIFENDERE LA VOSTRA TERRA!
GLI INTERESSI ECONOMICI DEI LATIFONDISTI E DELLE MULTINAZIONALI, IN CERCA DI PETROLIO, MINERALI, LEGNAME E TERRA PER I PASCOLI, HANNO PORTATO MORTE E DISTRUZIONE IN AMAZZONIA
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LA MIA GENTE ASSISTEVA AMMUTOLITA E IMPOTENTE ALLA DEVASTAZIONE DEL PROPRIO MONDO
GLI INDIOS, ABITUATI DA SECOLI A VIVERE IN QUESTO PARADISO VERDE, PRESI DAL TERRORE, SI PREPARAVANO A REAGIRE
NO, FERMATEVI! NON USATE LA VIOLENZA!
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SE FATE COSì, VI DISTRUGGERANNO!
MI ASCOLTARONO. CON MOLTI DI LORO DECISI DI TRASFERIRMI NEL PAESINO DI BARRANQUITA. FU QUI CHE PER LA PRIMA VOLTA RIUSCII A METTERE INSIEME INDIOS E CONTADINI
CHE DIO CI AIUTI NELLA NOSTRA LOTTA CONTRO IL POTENTE GRUPPO ROMERO, IL GIGANTE DELL’AGROBUSINESS
A MOLTI CHILOMETRI DI DISTANZA, INTANTO, IL POTERE CERCAVA DI OSTACOLARE L’AZIONE DEL MISSIONARIO
VI ASSICURO CHE LA SFIDA SARÀ DURA...
CAPITO! AGLI ORDINI, SIGNORE!
PERCHÉ DOVRETE DIMOSTRARE DI ESSERE NEL GIUSTO
ScriVETE... “VATTENE!”
DUE BALORDI VENNERO PAGATI PER SCRIVERE FRASI OFFENSIVE CONTRO PADRE MARIO SUI MURI DELLE BARACCHE E DELLA CHIESETTA DI BARRANQUITA
“MORTE AL PRETE!” “FUORI!”
attenti a non farvi vedere o sarÀ peggio per voi
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MA I POVERI DI BARRAN QUITA REAGIRO NO CON VIOLENZ A A QUELLE MENZOG NE E UNA FITTA SASSAIO LA FECE SCAPPAR E I NEMICI DEL MISSION ARIO
GUIDACI TU, PADRE MARIO. NON ABBANDONARCI!
MA LA TENSIONE SOCIALE AUMENTAVA DI GIORNO IN GIORNO
IO DENUNCIO UN PIANO PER ISOLARE LA NOSTRA COMUNITÀ E COSì IMPEDIRCI DI MANTENERE I CONTATTI CON L’ESTERNO
ECCO ALTRE MINACCE DI MORTE MA NON MI FERMERANNO
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DOBBIAMO STARE UNITI TRA DI NOI E ANDARE AVANTI CON CORAGGIO
IL MONDO DEVE SAPERE CHE QUI IL PETROLIO HA INQUINATO OGNI COSA. CHE LE FORESTE E GLI ANIMALI MUOIONO; CHE I VOSTRI BAMBINI HANNO IL PIOMBO NEL SANGUE E CHE A VOI È NEGATO IL DIRITTO DI UN FAZZOLETTO DI TERRA DA COLTIVARE
LA SETE DI DENARO HA CREATO IL DESERTO DOVE UNA VOLTA C’ERA SOLO FORESTA
SIAMO ALLA PAZZIA! STAMPA E TELEVISIONE MI CONSIDERANO UN CRIMINALE E UN TERRORISTA
CERTO, BEL LAVORO. OTTIMO!
QUI È IL CAPO DELLA POLIZIA. HA VISTO CHE LA NOSTRA STRATEGIA CONTRO IL PRETE STA FUNZIONANDO?
MANDATE ALTRE SQUADRE SPECIALI. BISOGNA ESSERE DURI CON QUEI BASTARDI
ECCO, SONO ARRIVATI ALTRI POLIZIOTTI. È IL MOMENTO DI STARE CALMI
ALLO STESSO TEMPO CHE LA POLIZIA ANTISOM MOSSA ENTRAVA IN AZIONE, AL GRUPPO ROMERO VENIVANO ASSEGNATI ALTRI 30MILA ETTARI DI FORESTA VERGINE DA SFRUTTA RE
BASTA UN NIENTE PER MANDARE A ROTOLI TUTTO CIÒ PER CUI ABBIAMO LOTTATO FINORA. DOBBIAMO MANIFESTARE PACIFICAMENTE, SENZA NESSUN TIPO DI VIOLENZA
AVETE CAPITO?
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MA MEN TRE IL MISS IONA RIO INVITAVA LA GENT E ALLA CALM A, LA POLI ZIA PRES E POSI ZION E E SI SCHI ERÒ IN FORM AZIO NE DI BATTAGLI A
NO, FERMI NON SPARATE!
MA FU INUTILE...
MORTI AMMAZZATI, COME CANI. “PERROS” DA VIVI E DA MORTI
ALLA FINE I MORTI FURONO 40. P. MARIO È STATO ACCUSATO DI TERRORI SMO E ISTIGAZI ONE ALLA VIOLENZA . MA LA LOTTA DEL POPOLO DI BARRANQ UITA HA OTTENUTO CHE IL GOVERNO PERUVIAN O FERMI, PER ADESSO, LO SFRUTTA MENTO DI UN’AREA DI 45 MILIONI DI ETTARI DI FORESTA PER CERCARE GAS E PETROLIO. IL MISSIONA RIO E LA SUA GENTE HANNO VINTO GRAZIE AL LORO CORAGGI O...
... E ALL’AIUTO DI DIO
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