Pm 2015 01anteprima

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CONTIENE I.P.

ANNO 89 - n° 1024 - € 3,00 Poste Italiane S.p.a. spedizione in abbonamento postale D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, DCB VERONA

GEN 2015 n. 1

Facciamo pace?


...tanto per cominciare

di A

PACE

lla fine di un anno si fanno i bilanci e ci si chiede come è andata. All’inizio di un anno nuovo, si fanno anche i programmi, si incrociano le dita e si spera che vada bene. Anche noi del PM, per quest’anno 2015, facciamo lo stesso. Cominciamo dalle novità, che troverai già da questo numero di gennaio. Sono ben cinque. La prima riguarda un fumetto

su Nelson Mandela, realizzato dalla bravissima illustratrice spagnola Angelines San José. La vita di Madiba ci accompagnerà per tutto il 2015. Altre due rubriche completamente “nuove” che prendono il via questo mese sono Good news & Fine People e Uozapp. Riguardano rispettivamente le buone notizie e i personaggi “positivi” che il mondo dei mass media – ma non il PM –

spesso trascura; e una pazza caricatura della famosa applicazione WhatsApp, in sostituzione del simpatico Sfilmquiz. Le altre due novità sono rappresentate dalla rubrica A tu per tu, tutta dedicata alle parabole che Gesù raccontava per spiegare a tutti la bellezza del suo Vangelo. E dalla serie Profeti d’Africa, grazie alla quale conosceremo le donne e gli uomini che hanno fatto dono, al continente africano e all’intera umanità, della propria vita, idee e valori. E a proposito di valori, nel 2015 parleremo ancora una volta di pace, soprattutto in occasione dei 100 anni dall’inizio, per la nostra Italia, della Prima guerra mondiale. Più che della Grande Guerra, noi però ci occuperemo della Grande Pace, nella speranza che possa “scoppiare” al più presto in ogni angolo del mondo. Che sia un felice e sereno 2015 per tutti.

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Speciale

Prove di pace in zona di guerra

a cura di Diego Bortolotto

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urante il mio ultimo viaggio dello scorso novembre in Israele e Palestina, ho avuto l’occasione di ritornare a Betlemme. La città, che

conta quasi 100mila abitanti, dal punto vista economico è altamente dipendente dai pellegrini e dal turismo, specie da quando la politica israeliana degli insediamenti e della costruzione del muro ha trasformato Betlemme in una città isolata da Gerusalemme e dal resto della Cisgiordania. Ai Palestinesi, di fatto, è vietato spostarsi tra le due città (i permessi per attraversare il muro sono poche migliaia), e ciò causa grandi difficoltà agli abitanti della zona.

Dopo aver visitato la basilica della Natività ed il Campo dei pastori, insieme ad alcuni amici ho avuto l’opportunità di fermarmi qualche ora in una località chiamata la “Tenda delle Nazioni”. Qui abbiamo conosciuto la famiglia Nassar, proprietaria di cento acri di terra, situati a sud-est di Betlemme. Questi terreni sono stati regolarmente acquistati dalla famiglia Nassar nel 1916. Da allora i Nassar, legittimi proprietari, l’hanno sempre coltivata, in una alternanza

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Attualità a cura di p. Elio Boscaini

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n o s p e t t ro s i a g g i ra per il mondo: il virus ebola. Prima “relegato” nell’Africa centrale, da mesi il virus colpisce l’Africa occidentale, in particolare tre paesi della regione: Guinea, Liberia e Sierra Leone. Ormai è un’epidemia senza precedenti, anche per estensione geografica; dalle zone rurali ha raggiunto zone densamente popolate, come le capitali, rendendo più difficile il contenimento e più elevati i rischi di contagio.

I primi casi del virus si sono verificati in Guinea, nella prefettura di Gouéckédou, un’area molto povera, sulla frontiera con Liberia e Sierra leone. All’origine della catena di contagio vi sono pipistrelli, scimpanzé, roditori e bacche da essi toccate, mentre la trasmissione tra gli esseri umani avviene per contatto con il sangue e i fluidi corporei dei soggetti infetti. Contagiarsi sembrerebbe dunque non facile, eppure il virus si è talmente diffuso da diventare un’emergenza.

Dall'AFRICA con TERRORE Verità e bugie sul virus dell’EBOLA, l’epidemia che spaventa il mondo 4

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Dolo (Liberia). L'unico metodo per contenere la diffusione del virus è la messa in quarantena delle aree più affollate e degradate.

Bisogna ricordare che Guinea, ea a, Liberia e Sierra Leone sono tra trra i paesi con l’Indice di sviluppo po umano più basso, secondo lle e Nazioni Unite. I sistemi sanitaari nazionali, già prima debolisisssimi, ora sono al collasso, con on un tributo di vittime umane ne molto alto da parte degli gll i operatori sanitari, in paesi in n cui il personale medico era gi già ià in numero limitato. In Liberia, ia a, prima dello scoppio dell’epipiidemia, c’era un medico ogni ni 100mila abitanti circa (in Italia liia ce ne sono 3800); i medici libeeriani sono stati più che dimezezz-

zati dall’infezione. Modeste sono anche le condizioni della popolazione: più del 70% dei cittadini vive sotto la soglia di povertà (meno di 2 dollari al giorno) e il tasso di analfabetismo è elevato. Complicano la situazione le pratiche tradizionali relative al consumo di carni di animali selvatici o alla preparazione dei corpi – possono passare anche 20-30 giorni prima che un morto venga sepolto – delle vittime di ebola per i funerali, che aumentano i rischi di contagio.

EBOLA: Il virus prende il nome da un fiume del nord della Repubblica democratica del Congo, nella cui valle, nel 1976, scoppiò l’epidemia che portò al suo isolamento CONTAGIO: Ebola ha un tasso di mortalità del 90%. Dopo un periodo d’incubazione che va dai due ai 21 giorni, il virus causa febbre violenta, mal di testa, dolori muscolari, congiuntivite e stanchezza generale. In un secondo momento il paziente registra vomito, diarrea e talvolta rash cutaneo. Il virus si diffonde nel sangue e paralizza il sistema immunitario PM GENNAIO 2015

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L

a storia di Nelson Mandela (1918-2013), conosciuto nel mondo con il soprannome onorifico di Madiba, ha ancora molto da dire all’umanità di oggi. Egli è ricordato per la sua grandezza umana e spirituale di profeta della libertà, la pace, la non violenza e il coraggio nell’impegno per la difesa dei diritti umani dei popoli e dei poveri. Una così importante eredità non può essere dimenticata, ma al contrario va ricordata e messa in pratica nella nostra vita di ogni giorno. A tale scopo, risulta utilissimo il fumetto su Mandela che il PM pubblicherà in 12 puntate, a partire da questo primo numero del 2015. Un grazie agli amici della rivista comboniana spagnola Aguiluchos che hanno realizzato questo lavoro e hanno voluto condividerlo con noi. E a tutti voi, lettori e lettrici del PM, l’invito a lasciarvi “prendere” dalla vita straordinaria di questo uomo eccezionale, che ha donato sé stesso per il bene del suo paese, dell’Africa e del mondo intero. Come testimoniano le quattro sue frasi qui sotto...

“Le persone cora iose non ha o paura di perdonare per il bene della pace” “Non c’è ne una strada facile per la libertà”

“Una buona testa e un buon cuore sono sempre una formidabile combinazione”

“Una cosa ti sembra sempre impo ibile, fino a quando non l’hai fa a” 8

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Nelson Mandela è nato il 18 luglio del 1918 a Qunu, piccolo villaggio tradizionale di Transkei (Sudafrica). Unico figlio maschio della famiglia, rende immensamente felice suo padre

NELSON

1° EPISODIO

La felicità è arrivata alla capanna della famiglia Mandela

Dormi, mio bambino, fai la nanna

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Mite•Tra•Veller

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a cura di Annalisa Mirabella

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la Vigilia di Natale. La mezzanotte, il momento in cui Samir potrà scartare il suo regalo, è ancora lontana. Chissà cosa ci sarà là dentro, si domanda.

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Nell’attesa telefona alla sua amica Ailis per farle gli auguri e raccontarle del misterioso pacchetto. Adesso anche lei non sta più nella pelle. La serata trascorre allegramente, e poi, finalmente, giunge l’ora x. Samir afferra la scatola, la porta all’orecchio, la scuote delicatamente e infine strappa la carta. Gli occhi del ragazzo brillano: un tablet, esclama felice. Era giusto il regalo che voleva, ma ancora non sapeva di avere tra le mani un tablet tanto particolare. In camera Samir accende la “tavoletta” e naviga tra le applicazioni. La curiosità di “esplorarlo” è tanta, ma stanchissimo si addormenta. Nel cuore della notte accade qualcosa di magico. Lo schermo del tablet inizia a lampeggiare: manda dei segnali al suo proprietario, Samir però non si

accorge di nulla. Il tablet quindi emette un bip intermittente che non può non svegliarlo. Qui sta accadendo qualcosa di strano, pensa svegliandosi di soprassalto. Il ragazzo si fa coraggio e allunga il braccio per accendere la luce. Dov’è il tablet? Samir perlustra la stanza con gli occhi. Lo scorge sul tappeto. Mette i piedi atterra e pian piano ci si avvicina. Come avrà fatto a finire là?, si domanda. Non l’ha ancora afferrato che sente una vocina: “Sono qui!”. Incredulo Samir cerca di capire da dove provenga quella voce. Un altro passo e poi un altro ancora, ed ecco nuovamente la voce: “Qui, nel tablet!”.

Mite Tra Veller Dallo schermo fa capolino un buffo faccino celeste con grandi occhi neri e un nasino rosa. Indossa un cappello tricorno bordeaux e una camicia


bianca ornata da merletti. Dal taschino del panciotto dorato sbuca un piccolo orologio. Gli occhi dei due si incontrano; l’essere inclina la testa con aria beffarda e si presenta: “Mite Tra Veller, viaggiator del tempo al vostro servizio”. Samir è sbalordito e, dopo essersi presentato a sua volta, chiede da dove venga e come faccia a trovarsi lì. «Il tempo è un concetto complicato, lo sai. Ti basti sapere che ho più di mille anni e che, attraverso queste vostre nuove diavolerie tecnologiche ho trovato un varco spaziotemporale... Mi ci sono buttato dentro ed eccomi qui! Pronto a partire per nuove avventure in giro per la storia! Vorresti venire con me? Se è così, accendi il

tablet, scuotilo un po’ e Mite, grazie a questo magico orologio, ti porta dove vuoi». Samir crede di sognare, ma lo strano personaggio è ancora lì che gli sorride picchiettando di tanto in tanto il dito sull’orologio da tasca. Ailis non mi crederà mai, pensa tra sé e sé. Si congeda dal folletto e chiama la sua amica. «Ma lo sai che ore sono, Samir?»,

risponde infastidita la ragazza. Samir inspira e poi, tutto di un fiato, le racconta l’accaduto. Ailis è incredula tanto quanto lui, ma non vede l’ora di conoscere Mite Tra Veller. E voi siete pronti per partire?

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Good News & Fine People

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lla classica domanda: «Come va?» si possono dare svariate risposte. Che quasi sempre dipendono dalla qualità del rapporto esistente tra chi ha fatto la domanda e chi dà la risposta, e dal grado di sincerità che i due hanno tra loro. Al nostro “come va?”, quindi, possiamo sentirci dire, in ordine decrescente dal bene al male: «Ottimo! Tutto ok!»; «Beh, dai, non c’è male. Non mi lamento»; «Potrebbe andar meglio»; «Eh, così così…»; «Lascia perdere…»; «Qua non è mai finita! Me ne capita sempre una di nuova…»; «Peggio di così si muore!». Qualunque sia la risposta alla domanda, seguirà il racconto dei perché una persona risponde in un modo o nell’altro. E allora, alla tua domanda del perché abbiamo intitolato questa nuova rubrica del primo mese del 2015, con delle parole inglesi “in positivo” (“buone” notizie & “bella” gente), rispondiamo semplicemente così. Il bello e il buono delle persone e delle cose, purtroppo, non fanno notizia; per noi, invece, è il contrario, e per questo vogliamo parlarne. Perché, se vogliamo migliorare il mondo in cui viviamo, abbiamo bisogno di esempi positivi, da tutti coloro che con tanto coraggio hanno già incominciato a camminare per raggiungere quella meta. Sono persone straordinariamente semplici che lavorano, in silenzio, per il bene degli altri e del mondo. Le loro storie per noi sono importanti perché ci ricordano che anche noi possiamo gustare “il bello e il buono della vita”. Come ci racconta la prima puntata della nuova rubrica.

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