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ANNO 89 - n° 1030 - € 3,00 Poste Italiane S.p.a. spedizione in abbonamento postale D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, DCB VERONA

Lug/Ago 2015 n. 7/8


XBML!ZPVS!UBML TRASFORMA I TUOI IDEALI IN AZIONI - proverbio dei Nativi Americani -


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Speciale EXPO 3

Energia verde Frutta e verdura a volontà. Per un corpo e un pianeta in piena forma e salute

a cura di Paolo Pigozzi e Pablo Sartori

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a frutta e la verdura sono cibi importanti per mantenere il nostro corpo in salute. Chi consuma ogni giorno questi straordinari alimenti – soprattutto crudi – a colazione, a merenda, a pranzo e a cena, diventa più forte, resiste più facilmente alle infezioni, sorride più spesso, e ha risultati migliori a scuola.

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Tuttavia, molti ragazzi e anche diversi adulti pretendono di avere nel piatto sempre gli stessi prodotti (pomodori, peperoni o, magari, fragole), indifferenti al fatto di trovarsi in primavera, in estate oppure in inverno. Insomma, per molti (almeno a tavola) è come se le stagioni non esistessero. Dimenticando che ogni tipo di frutta e di verdura matura naturalmente in una stagione precisa (vedi box giallo).

Mangiare abitualmente vegetali di stagione p ro d u c e importanti vantaggi, per noi e per l’ambiente. La frutta e le verdure tipiche della stagione sono più saporite, hanno generalmente un prezzo più basso e contengono una quantità maggiore di sostanze nutritive (vitamine, minerali, carboidrati). Consumare frutta e verdure nella loro stagione tipica è una scelta saggia anche per


DI STAGIONE E IN REGIONE • Scrivi su un foglio quali frutti e quali ortaggi maturano in ogni mese dell’anno e appendilo in cucina. Potrai consultarlo facilmente prima di fare acquisti. • Quando vai a fare la spesa, scegli possibilmente frutta e verdura coltivate e raccolte nella tua regione, secondo il luogo di origine segnato sui cartellini. • Consuma di preferenza frutta e verdura di stagione. • Non pretendere di mangiare sempre le stesse cose. Cerca piuttosto di ampliare la scelta degli alimenti che metti nel tuo piatto: una dieta variata è più salutare di una monotona.

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i autodefinisce così: “il social network dedicato a chi ama il cibo buono e sano, a chi ha l’orto o a chi semplicemente vuole imparare, in modo semplice e divertente, come coltivare un po’ di quel che mangia”. È una guida per coltivare, a seconda dell’ambiente e delle zone climatiche in cui ti trovi. È una guida per cucinare, con ricette e consigli per trasformare in piatti sani e gustosi ciò che tu stesso hai raccolto. È una guida per conoscere ciò che consumiamo ogni giorno e per scoprire le virtù e le proprietà benefiche delle piante e dei loro frutti. “Il benessere parte da ciò che mangiamo” dicevano gli antichi: da lì l’importanza di “sapere cosa mangiamo quando mangiamo”.

www.growtheplanet.com

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Attualità

testi e disegni di Gabriele Scotolati

CARTOLINE A COLORI

dalla Corea del sud

Italiani e coreani siamo quasi uguali, ma loro lavorano e sorridono di più

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Il fiume Han che congiunge le due Coree


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enti nel mondo l’immportanza di questi nomi: Samsung, Hyunndai, ginseng… Erano poveeri, i più poveri del mondo, o, neanche una macchina fino a sessant’anni fa. Ora fila tutto o al ritmo della gran velocità. à. Colpisce la grandezza e domiina il lavoro, l’estetica, l’effiicienza. Ma anche l’alcolismo e il fatale rovescio del successo, o, la tendenza al suicidio. È così dappertutto oramai?! ?! Le storie variano, i caratteri ri resistono o vacillano. I trattti somatici sudcoreani ccii presentano persone gentili, i, educate e cortesi, sulle quali, i, però, incombe il rischio dello o strapotere dell’economia e di esseri travolti o esclusi dal al “benessere” accerchiante.

La N Seoul Tower

Divisi sione e diversità La Corea del Sud si è adeguaata al ritmo forzato delle nazioo-ni emergenti e potenti. Ma ha a alle spalle una storia sofferta ta di guerre e di invasioni subite, di fame arretrata e di chiusure al mondo. Ora aspira a meritarsi un nome, un riconoscimento. La voglia di dimostrare

che non è soltanto all’altezza delle altre nazioni ma ha anche più capacità, si evidenzia nel tentativo di voler sanare le ferite (esasperate nella

tragedia dell’ultima guerra con la Corea del Nord…) della storia attraverso monumentali grattacieli, viali trionfali e ricerca di successo nella dinamicissima era del tecnologico globale.

GUERRA INUTILE La Guerra di Corea (25 giugno 1950 – 27 luglio 1953) fu provocata dall’invasione dell’esercito nordcoreano in Corea del Sud. Il conflitto causò più di 2 milioni di morti, confermando la stessa situazione di divisione del territorio coreano in due nazioni antagoniste PM LUGLIO/AGOSTO 2015

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Good news ews & Fine People

La primavera a cura di Antonio o Romero

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ra il mercoledì 24 luglio 1985, vigilia della “giornata del contadino brasiliano”. Accompagnato dall’amico Adilio, presidente del Sindacato dei Lavoratori Rurali di Cacoal, una cittadina brasiliana tra i confini dello stato amazzonico di Rondônia e quello del Mato Grosso, il missionario comboniano padre Ezechiele Ramin – Lele per gli amici – se ne stava tornando alla casa parrocchiale particolarmente soddisfatto. Aveva appena incontrato un gruppo di “sem terra” (contadini “senza terra”) che avevano occupato alcuni appezzamenti di terreno incolto appartenenti a una famiglia di fazendeiros (latifondisti). Era riuscito a convincere quei poveri braccianti a non usare la forza per difendere i propri diritti: dovevano lasciare pacificamente l’area occupata per non dare motivo ai pistoleros assoldati dal proprietario di entrare in azione. Durante il viaggio Lele pensava alle parole che poco prima aveva rivolto alla sua gente: «Abbiate pazienza ancora qualche giorno e dopo vi arriverà l’assegnazione della terra da parte del governo. Il diritto si conquista con la pace, non

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A trent’anni dal martirio del missionario dei “sem terra”

con le armi. Se, al contrario, impugnate le armi, avrete la peggio». Ma le uniche armi che spararono furono quelle dei sicari pagati per ucciderlo. Dalle piante e dai cespugli attorno al ponte di legno che stava per attraversare, pistole e fucili cominciarono a sparare all’impazzata sulla jeep del missionario. Adilio, ferito, fece in tempo a nascondersi tra l’erba, mentre su Lele si abbatté una tormenta di fuoco. Il suo sangue bagnò la terra rossa che si preparava ad accogliere con dolcezza il missionario nel suo grembo.

Con i poveri di Cacoal Fin dal primo istante in cui aveva messo piede in Amazzonia padre Lele aveva scelto di vivere in mezzo ai poveri. Lo aveva ricordato alla gente durante la sua prima messa nella parrocchia di Cacoal: «Sono venuto tra voi in semplicità e amicizia, scegliendo di stare dalla parte dei poveri e degli indios, le due categorie

più sfruttate di questa terra». Lo aveva ribadito nell’omelia tenuta il 17 febbraio 1985: «Amo molto tutti voi e amo la giustizia. La Chiesa che vuole restare e resterà sempre a fianco dei poveri, appoggia il Movimento dei “senza terra” che reclama maggior giustizia, la cui finalità è quella di occupare le “terre di nessuno” che nello stato di Rondônia raggiungono il 30 per cento. Queste aree libere appartengono ora ai nostri fratelli senza terra. Perché questa è la giustizia». Una giustizia per la quale è valsa veramente la pena di donare il meglio di sé. Riunito attorno alla salma di padre Lele Ramin, il popolo di Cacoal cantava così: «Cacoal, croce di padre Ezechiele, la gente del campo col sudore e col sangue feconda la terra. Il profeta Ezechiele ha fatto


di

Lele

della nostra terra una terra di speranza, un popolo unito, una Chiesa di poveri verso la libertà». A trent’anni di distanza dal sacrificio di padre Ramin, morto a soli 32 anni, la sua testimonianza ti ricorda il modo in cui anche tu devi immergerti nella vita: con profonda coerenza e grande coraggio. Coerenza nel portare avanti e mettere in pratica le tue idee e convinzioni; coraggio nell’affrontare le difficoltà e l’opposizione di chi non ha voglia di impegnarsi ed è disposto a cambiare il mondo solo a parole e non con i fatti.

«Dio guarisce… Dio toglie il male, Dio non dà nulla alle persone che si sono autoconvinte che non si può fare nulla. Fratello, nella difficoltà, credi che dopo l’inverno a iva la primavera». Da un commento al Vangelo di p. Lele Ramin PM LUGLIO/AGOSTO 2015

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che bell'anellino che hai! è nuovo?

Bello il tuo smartphone…

begli occhiali, cosa dici?

positivo delle cose che succedono. Quello che vi auguriamo è proprio di abituarvi a vedere sempre il bello in ogni cosa, in ogni persona! Bene, per spiegare di cosa parleremo in questa rubrica, partiamo da un esempio molto

semplice. Pensate alle cose più preziose che avete, quelle cui tenete di più, quelle che non vorreste regalare a nessuno, un giocattolo, il vostro diario personale, lo smartphone preferito, ecc. Avete pensato? Bene, proseguiamo. Ora di

che bel cagnolino!

queste cose importanti sceglietene una che vi piace mostrare, far vedere o condividere con i vostri amici. Chiaramente voi siete disposti a tutto per fare in modo che quell’oggetto venga mantenuto integro e non vada distrutto, perché altrimenti


bella la tua nuova auto…

che bel panorama!

Hai una casa bellissima!

Che bell'idea!

Come vedete, il concetto di "bellezza" è molto, molto, molto relativo…

non avreste più questo “qualcosa” così importante per voi. Una volta usato lo deponete in un contenitore che magari solo voi sapete dove si trova o comunque fate in modo di proteggerlo, anche solo attraverso un piccolo scrigno.

La custode dei tesori Abbiamo detto che gireremo il mondo in cerca di bellezza o meglio di bellezze. Viaggeremo alla ricerca di oggetti, cultu-

re ma soprattutto di luoghi talmente belli da essere considerati patrimonio dell’umanità, cioè cose da proteggere per fare in modo che tutti gli uomini e le donne che abitano la terra le possano vedere e ne possano apprezzare la bellezza.


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