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ANNO 91 - n° 1052 - € 3,00 Poste Italiane S.p.a. spedizione in abbonamento postale D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, DCB VERONA

lug/ago 2017 n. 7/8

nel CUORE della VITA


Kataboom

Contro le armi di distrAzione di massa

C

orreva l’anno 1993 e a pagina 1 del PM di gennaio dello stesso anno cominciava la mia collaborazione con questa piccola ma coraggiosa rivista. La Banda PM era riuscita, con non poche difficoltà, a mettersi in contatto con me sul pianeta Piroteknia. Già da allora fu chiesto a me, alieno Kataboom dal cuore buono e dalla mente universale, di vedere le cose e i fatti da una prospettiva diversa da quella di voi terrestri. In ques t a m i a “m is s io ne speciale” ero stato preceduto da un collega altrettanto ficcanaso che aveva fatto la sua prima apparizione sul PM nel mese di maggio del 1990. Si chiamava Roger, ed era un periscopio-laser; “proprio un bel tipo che cammina sempre

COSE DI QUESTO O R T L A ’ L L E D E MONDO

con gli occhi aperti e non rinuncia mai a dire la sua”. A Roger stavano antipatiche le persone-spugna che “bevono tutto quello che gli altri dicono”. Al contrario, i suoi migliori amici – proprio come me – erano quelli che sanno ragionare e fanno funzionare il cervello. Il mio obiettivo, quindi, rimane quello di pormi e porre delle domande per cercare di capire come funzionano le cose sul vostro pianeta,

quali sono i suoi problemi più importanti e quali le possibili soluzioni per risolverli. Dopo quasi 25 anni di esercizio della professione di simpatico “rompiscatole”, penso che mi sarà difficile rinunciare alla promessa che allora feci alle lettrici e lettori del PM: aiutare le persone a pensare affinché non cadano nella superficialità che sta guadagnando terreno in molte parti del vostro pianeta. L’impegno continua: avanti insieme!

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...tanto per cominciare

a cura di p. Elio Boscaini

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ontinuano le vacanze, giusto divertirci: sole, mare d’un azzurro cielo, castelli di sabbia… divertentissimo. Ma anche montagne e colline. E il Grest, l’oratorio, la parrocchia… Le vacanze quindi per fare qualcosa di diverso, ma bello e utile. Il mio augurio, messi da parte libri e quaderni di scuola, è che tu possa scoprire le tante cose belle che hai così vicino che quasi quasi non le vedi più. Allora riscopri piazze e angoli della tua città; il bello dei campi tra i quali fai la tua biciclettata, terre che ci dona-

no tutti quei buoni frutti di cui viviamo; lo splendore delle tue montagne, del tuo lago, delle tue colline… Di sicuro la scuola non avrà “caricato” di troppi compiti la tua vita “estiva”. E allora, perché non ritrovarti con un… libro tra le mani? Lo puoi fare anche per confermare ciò che tutte le statistiche dicono: l’editoria per ragazzi va a gonfie vele e i piccoli leggono tanto! Anche perché telefonino, WhatsApp, smartphone ok, ma vuoi mettere un libro di carta, un oggetto tangibile che puoi sentire tuo, da usare

più volte, da segnare e sottolineare, da conservare e dentro il quale inserire biglietti e ricordi? E ancora: mentre ti godi il tuo momento magico, non dimenticare quei minori, bambini e bambine, che arrivano in Italia da lontano, perché spinti a fuggire dalla fame, dalla miseria, dalle paure. Tanti di loro viaggiano soli, perché i genitori non sono in grado di accompagnarli, ma li spingono comunque a partire per provare a metterli in salvo. Se ne incontri qualcuno, fattelo amico. Vedrai che bello. Ancora buone vacanze, e arrivederci a settembre!

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Testo, disegni, colori Danilo Grossi

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Attualità a cura di p. Elio Boscaini

I

l mattino del 6 agosto 1945 alle ore 8.15 il bombardiere Enola Gay dell’aeronautica militare degli Stati Uniti d’America sgancia Little boy sulla città giapponese di Hiroshima. Gran parte della città fu immediatamente

distrutta. Entro la fine dell’anno erano morte 140mila persone. Tre giorni dopo è la volta di Nagasaki a essere colpita da Fat man. Un orrore. E anche là, decine di migliaia di vittime, quasi esclusivamente civili. Era la prima volta che nella storia dell’umanità si faceva

ricorso alla bomba atomica. La gravità dei danni provocati e il fatto che l’arma fosse di distruzione di massa han fatto sì che quello rimanesse il primo e unico (fino a oggi) utilizzo in guerra di tali armi. M a u n “a n t i p a s t o” d e l bombardamento dei civili è

, E C A LA Pre per tutti

un cantie

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rappresentato dall’incursione aerea operata dalla Legione Condor tedesca, con il supporto dell’Aviazione legionaria italiana, durante la guerra civile spagnola, che il 26 aprile 1937 aveva raso al suolo la città basca di Guernica, provocando morti, feriti e distruzione. Alla storia dell’arte è passata l’opera consacrata a quella

tragedia, Guernica appunto di Pablo Picasso, forse l’opera più impegnata “civilmente” di tutti i tempi. Se dal 1945 l’arma atomica non è più stata utilizzata, si è però continuato a fabbricare armi che evidentemente non mirano a esprimere… carezze ai bambini.

La città di Guernica distrutta dal bombardamento tedesco il 26 aprile del ’37. In basso a destra: “Guernica”, la celebre opera di Pablo Picasso

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E tu, lo sai...

e c s i n i f ...dove M ? il mare

a cura di Antonio Ferrara

ica finisce, il mare. Il mare va da una terra all’altra, è la maggior parte della superficie del nostro pianeta. I grandi esploratori si sono messi in mare per andare a cercare nuove terre. I viaggiatori si mettono

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in mare per vivere nuove esperienze. I profughi si mettono in mare per provare a vivere rischiando di morire. Intorno al mare ci sono terre dove si vive bene, ben vestiti e pieni di cose belle, e terre dove si vive male, in mezzo alla guerra e alla fame, e allora qualcuno cerca di cambia-

re terra, è logico, è normale, è giusto. Qualcuno si trascina nel deserto, spende tutti i soldi messi da parte per salire su un barcone malandato e prova ad andare dall’altra parte, dove sicuramente si starà meglio. Dove almeno non ti sganciano le bombe in testa. Dove non ti violentano. Non ti torturano. Qualcuno dice che però la gente che si sposta è troppa, che dovrebbe restare a casa sua, che tutti quanti non ci stanno dall’altra parte. Che dovrebbero anche un po’ abituarsi a dormire sotto le bombe, quelli lì, a lasciarsi violentare, a lasciarsi torturare. E che sarà anche vero che dall’altra parte del mare la gente è più ricca e meglio nutrita di loro, ma così va la vita, no, cosa vuoi farci?

Qualcun altro dice che quelli che scappano dalla loro terra sono così poveri perché quelli ricchi vanno a rubargli le risorse. Qualcuno dice che il Mediterraneo è un gigantesco cimitero. Qualcuno dice che bisogna fermarli, quelli che arrivano, che sono pericolosi, che possono sparare o farsi saltare in aria in una stazione, in un aeroporto o in un supermercato. Qualcuno dice che è la loro religione, che è così, che vuole i morti. Qualcun altro dice che Dio non può volere i morti. Qualcuno dice che, anche volendo, non si può fermare un’onda, che le onde da sempre vanno dove hanno voglia di andare. È così, il mare. Mica finisce. Il mare va da una terra all’altra, come gli uomini. Niente da fare. PM LUGLIO/AGOSTO 2017

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Speciale a cura di Pablo Sartori e Survival International

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li “indios” della Sierra di Santa Marta, sulle Ande nel nord della Colombia, considerano le loro terre il “cuore del mondo”. Queste 30mila persone, divise in quattro popoli diversi (Arhuaco, Wiwa, Kogi e Kankuamo), si autodefiniscono i “fratelli maggiori” dell’umanità in quanto si ritengono responsabili di mantenere l’equilibrio e l’armonia naturale dell’universo. Hanno un occhio di riguardo nei confronti dell’acqua; si oppongono con forza alla costruzione di dighe idroelettriche nella loro regione in quanto minacciano il ciclo naturale delle risorse idriche mettendo in pericolo le coltivazioni e l’allevamento del bestiame. Da quando ai Kogi delle montagne colombiane è stata data la gestione di una piccola porzione del loro territorio tradizionale, la vegetazione è tornata a crescere e le acque contaminate sono diventate “splendide lagune di acqua dolce”.

Baka

ulteriori danni all’ambiente, già provato da spreco e distruzione delle risorse naturali. A continuazione alcuni esempi di come gli indigeni – e non di certo il grande inquinatore Donald Trump – siano i migliori “conservazionisti” dell’ambiente sulla faccia della terra: • I “Pigmei” Baka dell’Africa Centrale utilizzano più di 15 parole per definire gli elefanti, a seconda del sesso, dell’età e del temperamento. «Sappiamo quando e dove i bracconieri sono nella foresta, ma nessuno ci ascolta», hanno dichiarato all’organizzazione Survival.

Loro i migliori La realtà sopra descritta è solo una delle tantissime prove di rispetto e conservazione dell’ambiente che i popoli indigeni offrono all’umanità intera. Con le loro tradizioni e profonde conoscenze dei territori in cui abitano da sempre, sanno come equilibrare i vari aspetti della loro vita quali agricoltura, caccia, pesca e allevamento senza fare

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I cust


La Giornata internazionale dei Popoli Indigeni del 9 agosto ci ricorda l’importanza delle comunità indigene nella conservazione degli ambienti naturali del pianeta

a r r e t a l l e d i t od PM LUGLIO/AGOSTO 2017

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