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Ott 2017 n. 10

Undicesimo: ACCOGLIERE


Kataboom

Contro le armi di distrAzione di massa

C’

è una data che mi piace più di tutte in questo mese di ottobre, non so se in questi anni ve l’ho già detto ma, nel caso, scuserete la ripetizione e (sono sicuro) sarete d’accordo con me. È il 2 ottobre, la festa delle nonne e dei nonni o meglio la festa degli angeli custodi… Da me, nel mio piccolo e lontanissimo pianeta, i nonni non esistono e, devo dire la verità, dopo averli scoperti da voi, un po’ ve le invidio queste figure così attente alla vostra crescita.

Gli adulti che ho incontrato in giro per il mondo ricordano cose meravigliose dei propri nonni: estati favolose passate insieme a loro, tavole imbandite a Natale e nei giorni di festa, fiabe e cerotti miracolosi per far passare tristi momenti e improbabili cadute. Siete proprio fortunati voi umani, ad avere questa figura di angeli custodi in “carne ed ossa”! L’unico dubbio che ho nel guardarvi è se siate davvero coscienti di questo grande dono. Spesso capita che le persone che più abbiamo

vicine siano anche quelle che diamo più per scontate: mamma e papà, fratelli e sorelle (nonostante il tempo passato ad accapigliarci), gli amici e le amiche con cui trascorriamo le giornate e… i nonni! Quando eravate più piccoli, alla scuola materna, vi insegnavano sempre una poesia per la festa dei nonni; oggi che siete diventati più grandi non dimenticate un piccolo gesto nei loro confronti. Non ve ne pentirete! Parola di alieno!

La festa dei “nostri” ANGELI CUSTODI

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...tanto per cominciare a cura di p. Elio Boscaini

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lla Giornata missionaria mondiale il nostro PM deve la sua nascita. Fu infatti dopo il lancio della prima Giornata (1926), che i giovani comboniani a Verona coglievano l’opportunità di un giornalino per ragazzi.

Domenica 22 ottobre celebriamo la 91ma Giornata missionaria. Per l’occasione papa Francesco ci invia un messaggio in cui evidenzia che «se non fosse missionaria, la Chiesa sarebbe un’associazione tra molte altre», niente più. E fa riferimento a due esempi africani: il gesto di uno studen-

te denka del Sud Sudan che protegge un suo compagno dell’etnia nemica, quella dei nuer, destinato a essere ucciso; e a «quella celebrazione eucaristica a Kitgum, nel Nord Uganda, allora insanguinato dalla ferocia di un gruppo di ribelli, quando un missionario fece ripetere alla gente le parole di Gesù sulla croce: “Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?”, come

La MISSION E espressione del grido disperato dei fratelli e delle sorelle del Signore crocifisso». Una celebrazione che diede grande consolazione e tanto coraggio alla gente. Francesco richiama “le innumerevoli testimonianze di come il vangelo aiuta a superare le chiusure, i conflitti, il razzismo, il tribalismo, promuovendo dovunque la riconciliazione, la fraternità e la condivisione”. I giovani, sottolinea Franc e s c o, s o n o l a s p e r a n z a della missione. “Essi cercano percorsi in cui realizzare il coraggio e gli slanci del cuore a servizio dell’umanità”, facendosi “viandanti della fede, felici di portare Gesù in ogni strada, in ogni piazza, in ogni angolo della terra”. Buon ottobre missionario. PM OTTOBRE 2017

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Speciale a cura di p. Elio Boscaini

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uesto mese, ottobre, è anche il mese dedicato alla missione e ha il suo punto di convergenza nella Giornata missionaria mondiale che quest’anno celebriamo il 22 ottobre. Il nostro giornalino porta un nome significativo, Piccolo missionario, e sappiamo che è nato in seguito alla prima Giornata missionaria mondiale, celebrata nell’ottobre 1926. Papa Francesco ci ricorda che «l’azione missionaria è il paradigma di ogni opera della Chiesa». Perché in tutti i battezzati, piccoli e grandi, «opera la forza dello Spirito che spinge a evangelizzare».

Il VANGELO della GIOIA 14

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Vangelo secondo don Lorenzo Milani

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uel bravo prete che è stato un grande pedagogo, che anche noi del Piemme conosciamo (vedi PM, giugno 2017) e che, convertendosi, come ha testimoniato don Raffaele Bensi, suo direttore spirituale, «si ingozzò letteralmente di vangelo e di Cristo», regalò un vangelo a un suo allievo di nome Giovanni. Questa la dedica: «A Giovanni, il 13 novembre 1951. Perché lo legga, lo studi, lo preghi, lo creda, lo viva, lo insegni agli altri e possa un giorno goderlo in paradiso».

Preghiera Signore, insegnami a essere generoso, a servirti nella gioia, a donare senza calcolare, a battermi nelle prove senza sfuggirle, a lavorare senza fare il pigrone, a impegnarmi senza aspettarmi nulla in ritorno, a pensare sempre agli altri, perché voglio fare la tua volontà. Amen

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Luisa e

Good News & Fine People

a cura di Jessica Cugini

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rano grandi amiche Luisa e Giusy, nate nello stesso giorno, il 28 aprile, a distanza di dieci anni una dall’altra, erano diventate in poco tempo inseparabili. L’allegria e la spontaneità di Luisa, la pizza e la torta cremonese di Giusy erano indimenticabili per chi aveva la fortuna di incontrarle. Per il resto, non potevano essere più diverse. Una mozambicana, l’altra italiana. Luisa, nata a Mepera, in Mozambico, aveva frequentato la scuola industriale di “costrução civil e mestre de obras” a Beira, mentre Giusy (Giuseppina in realtà, ma solo all’anagrafe) era nata a Foggia, ma le scuole superiori le aveva fatte a Campobasso, al liceo scientifico Romita. E, sempre a Campobasso, si era laureata in Scienze e tecnologie alimentari.

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e t i n u e l l e Le sor


e Giusy

o i c c a r b b a in un

A legare Luisa Manuel e Giuseppina (Giusy) Lupo non era solo la data del loro compleanno, ma anche la decisione che avevano preso, senza ancora conoscersi. Una decisione insolita per questi tempi, quella che le aveva destinate a essere unite per sempre come sorelle, o meglio dovremmo dire come “consorelle”: entrambe infatti erano arrivate alla medesima scelta di vita: diventare suore missionarie comboniane, seguire il sogno di san Daniele Comboni. Quel figlio di contadini di Limone sul Garda che scelse sin da giovane il continente africano come meta della sua missione, coltivando un’idea insolita per quel tempo: “Salvare l’Africa con l’Africa”. PM OTTOBRE 2017

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testi e disegni di Claudio Bighignoli


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Io pedal

a cura di Paolo Pigozzi

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ualche settimana fa è cambiato l’arcivescovo della diocesi di Milano. Monsignor Mario Delpini è il successore del cardinale Angelo Scola, andato in pensione dopo aver compiuto 75 anni. Beh, dirà qualche lettore, che c’entra? Queste due paginette sono dedicate al mondo della bici e che cosa ci fa qui questa notizia? È presto detto: monsignor Mario è noto anche come “il prete ciclista”. Da molti anni Mario Delpini lavora con vari incarichi presso la curia (una specie di “direzione generale”)

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della diocesi di Milano. Eppure, questi compiti di grande responsabilità non gli hanno mai impedito di utilizzare ogni giorno la bicicletta per i suoi spostamenti in città. Per don Mario, come lo chiamano semplicemente i fedeli milanesi e molti suoi colleghi preti, le due ruote sono un’abitudine quotidiana, che probabilmente non cambierà. Almeno fino a quando potrà farlo, visto che gli impegni come responsabile della

più grande diocesi del mondo (1100 parrocchie, sei milioni di abitanti) sono davvero tanti e faticosi. Tuttavia, con il suo casco e la pettorina rifrangente, i milanesi potranno quasi certamente vedere ancora don Mario pedalare con gusto per la città. «Conosco bene le strade di Milano. Non ho paura a pedalare, basta stare un po’ attenti», dice il nuovo vescovo. Accogliamo il suo messaggio

di fiducia e il suo invito a non abbandonare l’uso della bicicletta, anche in una città difficile per i ciclisti come Milano. Nella speranza che un vescovo che pedala dia maggior forza alle richieste di chi chiede maggior sicurezza per i ciclisti e i pedoni nelle strade cittadine. Forza, don Mario!

I C I B N I O ANI CON LE MIE M ario

iali per don M

Biscotti spec

integrale di farro 150 g di farina to mature 2 banane mol lato fondente co oc ci 100 g di rle ere) 100 g di mando nnella (o altro aroma a piac ca di no ai 1 cucchi le un pizzico di sa carbonato bi di hi ic due pizz vergine d’oliva e di olio extra er hi cc bi zo ez m esti strepitosi dedichiamo qu gete il ciocio ar M n do o l simpatic ne, aggiun cciate le bana dorle biscotti. Schia solane, le man os gr lie ag sc cara bi o il at e gi rina, il sale colato grattu gli aromi, la fa te l’olio. Dovreste , te ta tri te en leggerm giunge ate il tutto e ag ppo duro, bonato. Impast sto morbido. Se invece è tro Coprite . pa rle im do un an re ottene ia o di m po’ di latte di so con l’aiuto di un cucun te ge un gi e, ag carta da forno ietti. Cuouna teglia con vi sopra l’impasto a mucch te ui chiaio, distrib 20-25 minuti. 170° per circa cete in forno a

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