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ANNO 91 - n° 1056 - € 3,00 Poste Italiane S.p.a. spedizione in abbonamento postale D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, DCB VERONA

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Un altro Natale


Kataboom

Contro le armi di distrAzione di massa

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arissime e carissimi, questo momento prima o poi doveva arrivare ed... è arrivato! È dal 1993 che vi osservo e vi accompagno con le mie considerazioni da Piroteknia. Siete stati una bella scoperta per me! Non sempre ho apprezzato tutti i vostri modi di fare, a dire il vero, ma credo che con il tempo abbiamo imparato ad apprezzar-

ci e volerci bene. Siamo stati, io dall’alto e voi nel vostro pianeta Terra, buoni compagni di questo viaggio insieme che avete scelto di chiamare Kataboom. Ma anche un alieno come me ogni tanto, come accade a tutte e tutti voi, e a chi vive nel mondo missionario in particolare, ha voglia di partire per altri posti. Nel mio caso altri pianeti.

! S Ó I AD

Chissà che non accada che trovi qualcosa di nuovo da commentare come ho fatto fino a oggi con voi, abitanti del mondo terrestre. Nel caso dovessi trovare degli umani simili ve lo faccio sapere… So che da tempo vi interrogate se siete o meno soli nell’universo. Nel mio giretto per i pianeti butterò un occhio qua e là, sbirciando ogni tanto anche dalla vostra parte. Perché sono proprio curioso di vedere come sarà, l’anno prossimo e quelli futuri, questo giornalino che mi ha ospitato per così tanti anni. Buon cammino lettrici e lettori del PM. Adiós (che, da quanto ho capito, significa “arrivederci”…). PM DICEMBRE 2017

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...tanto per cominciare a cura di p. Elio Boscaini

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aro amico, cara amica, sono il figlio di Maria e di Giuseppe di Nazaret, il falegname. So che stai preparando la festa del mio compleanno e che tutto intorno a te dice che è vicina. Da sempre desideravo incontrare te e tutti per dirvi che io e mio Padre vi vogliamo bene. Ecco perché sono nato duemila anni fa. E ogni anno torno per ridire a tutte e tutti, anche a te, che vi voglio bene. A te voglio regalare la mia

amicizia. L’accetti? Vuoi essere mio amico, mia amica? È vero, a volte mi sembra di essere esigente, di chiedere troppo: andare controcorrente, scelte impegnative, dedicarmi del tempo. Voglio per te il bene. Per me, tu sei importante, direi unico, e ho fiducia in te. Anche se poi, a volte, non mantieni le promesse. Ma io ti voglio bene lo stesso, ti accolgo come sei. Ho un unico desiderio: che tu sia felice. Ricordo che allora non venni accettato. Sai, è brutto non essere accolti. E capita spes-

so anche oggi. E tu, sai accogliere? Ti vedo impegnato a preparare il mio compleanno: il presepio, l’albero, i regali da comperare… Preparane uno anche per me. Te lo suggerisco: la tua amicizia. Ci tengo a che tu ti ricordi di me, almeno la sera. Voglio essere importante per te, come il tuo più grande amico. Non voglio altro che aiutarti a diventare grande, a essere felice. E credo di poterti aiutare a trovare la gioia vera. Gli amici servono anche a questo, altrimenti che ci stanno a fare? Fidati e sii felice. Ciao e… buona festa a te e alla tua famiglia, il tuo amico Gesù

Che bello essere ACCOLTI!

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E tu, lo sai... a cura di Antonio Ferrara

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utta strana, perché non lo sai dove comincia. Sai degli episodi, ma non conosci proprio tutta la storia. Per esempio quella volta che mio fratello Aldino ha rovesciato il bicchiere di vino del papà e, anche se la mamma ha tirato subito su la tovaglia e ha asciugato con lo scottex, la macchia non è più venuta via dal legno.

Niente da fare. Nemmeno con il glassex. La macchia è ancora là. Oppure quella volta che a zia Carmela è caduto il ferro da stiro di mano e sul legno ci ha fatto una specie di buco, che adesso si vede pure con la tovaglia messa sopra. O quella volta che, mentre affettava il salame, il papà si è affettato anche un poco il dito indice, e il sangue è entrato

nelle venature del legno e ci ha disegnato una specie di albero di Natale. Ha detto un sacco di parolacce, il papà, quella volta là. Veramente le conoscevo già tutte, tranne una che invece non avevo mai sentito. E poi tutti i graffi che sulla gamba del tavolo ci fa ogni

a i r o t s a l è ’ m o c . ..

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tanto Goffredo, il nostro gatto rosso, che sul legno ci si fa le unghie quasi tutti i giorni. E in un angolo del tavolo, poi, c’è pure il nome di mio padre, PIETRO, scritto in stampatello maiuscolo, inciso col temperino dal mio papà che allora aveva dodici anni. Il papà mi

ha detto che suo padre, che era poi mio nonno, quella volta gliele suonò alla grande. E poi la sera ci mettiamo tutti quanti a tavola e mangiamo insieme sullo stesso tavolo dove mangiavano il nonno, la nonna, mio padre e sua sorella, e allora, mentre mangio la

minestra, penso che tutta la storia del tavolo sta nascosta sotto la tovaglia, e non si vede. Ma dopo penso che mentre mangiamo lo sappiamo tutti quanti, anche Goffredo, che sotto i piatti, la bottiglia, i bicchieri e le posate, c’è tutta la storia della mia famiglia.

? o l o v a t n u di

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Good News & Fine People

L’incantesimo di un’inedita pifferaia magica

Le parole E H C I G A M di Houda 24

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a cura di Jessica Cugini

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a voce e le sonorità di Houda che legge in arabo incantano le bambine e i bambini che sono arrivati in un pomeriggio di ottobre in Biblioteca Civica Ragazzi a Verona per ascoltare insieme le favole africane che il PM ha pensato di raccontare loro per festeggiare i suoi 90 anni. E forse, chissà, si aspettavano la solita lettura di una storia che arriva da lontano, e invece… E invece trovano ad aspettarli Houda Elinass, che li sa amma-


liare. Non appena la voce narrante italiana conclude la sua pagina di storia, la voce gutturale ma dolce di questa giovane donna ritma parole strane, incomprensibili. Parole che solleticano il sorriso, a ogni suo cambio di intonazione e alzata di sopracciglio. Mentre legge la storia della Zuppiera di Marzuk, povero calzolaio che non ha soldi a sufficienza per portare dei dolcetti ai suoi quattro bambini che lo aspettano a casa per festeggiare insieme Aid al-fitr (la festa dell’interruzione del digiuno del ramadān), Houda li guarda e li trascina con sé. È come se riuscisse a essere una sorta di pifferaia magica che suona qualcosa capace di rapire e portare lontano, chissà dove… La magia delle storie e dei libri capaci di trasportarti in posti fino a quel momento sconosciuti, si aggiunge a quella di una lingua lontana che lascia ammutoliti, perché nulla di quel che dice si capisce, ma non si può comunque fare a meno di ascoltare. E chissà se Houda in un’altra vita era una maga, una maga che arriva dal Marocco… perché anche quando

finisce di raccontare la storia di Marzuk che parte e fa fortuna, grazie al suo saper donare scarpe agli abitanti dell’isola che lo accoglie (perché il bene, si sa, ritorna sempre…), l’incanto nella sala della biblioteca continua.

Scrivere e cantare Dopo aver seguito le illustrazioni della storia partendo dalla destra del libro aperto a fisarmonica davanti agli occhi

La pace sia con voi

incuriositi delle bambine e bambini, Houda spiega come si scrive in arabo. Non si parte da sinistra come facciamo noi, ma da destra. E le loro “lettere” sono disegni strani, arzigogolati, che rubano l’attenzione di chi è presente in sala e chiede come si scrivano alcune parole per provare a farlo. Pennarelli alla mano, la magia si espande sul foglio. Tra quei segni strani che ciascuno ricopia per tradurre in arabo la parola che ha pensato e scritto in italiano, succede all’insaputa di tutti un incontro. Un incontro di parole e pennarelli, di italiano e arabo, di manualità che si scambiano. Prima di andar via Houda ci insegna una canzone breve, che si canta prima di entrare in classe la mattina. Una specie di cantilena cadenzata in cui si ricorda una cosa semplice: “la mia bella scuola, la mia bella scuola, lei è per me come la mia mamma adorata”. A lei, alla scuola, dice la canzone tra le righe, devo uguale rispetto che riconosco a mia madre…. Quante cose abbiamo da imparare dall’incontro! PM DICEMBRE 2017

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TRA ELFI E JINGLE BELLS:

Natale con le app Arriva il Natale. Quali app troveremo quest’anno sotto l’albero?

a cura di Annalisa Mirabella

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ento già da lontano il profumo di cioccolata calda e cannella, nonché odo campane suonare a festa. Anche quest’anno il Natale finalmente è arrivato! La slitta di Babbo Natale è già carica di divertenti applicazioni a tema natalizio. Oh!Oh!Oh! Andiamo a incominciare.

Elf Yourself Questo Natale basta con le solite foto con tutto il parentado. Calatevi nei panni di un elfo per girare dei brevi e divertenti video degni del miglior Natale. Sullo sfondo un paesaggio innevato, l’accogliente casetta degli elfi e una pioggia di candy cane per deliziare i golosi. È possibile cari-

care fino a cinque foto di amici e familiari, selezionare una melodia e attendere che l’app “Elf Yourself” crei un video. Invialo come cartolina d’auguri condividendolo via mail o Facebook. PM DICEMBRE 2017

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Hidden Object Santa’s Workshop Piove o nevica e avete un po’ di tempo da far passare in totale ozio? Allora potete giocare al ritrovamento di oggetti a tema natalizio nella bottega di Babbo Natale. Trasformati in un aiutante di Santa e aiutalo a preparare i regali cercando gli oggetti nascosti nel suo laboratorio. Puoi anche rinnovare l’ambiente “di lavoro” (nuove lampade, tappeti, quadri, ecc...) guadagnando monete con l’avanzare del gioco. Sebbene i livelli siano “infiniti”, fai una pausa e guarda fuori dalla finestra. Qualche fiocco potrebbe cadere!

Radio Natale Per rendere l’atmosfera ancora più gioiosa quello che ci vuole è un po’ di buona musica. Grazie a “Radio Natale” le nostre feste saranno allietate dai più famosi brani natalizi. Una lista di stazioni radio dedicate trasmettono ogni giorno, ventiquattro ore su ventiquattro, musica per i nostri giorni di festa. Dai classici al country, dalla musica per bimbi al jazz... ce n’è per tutti i gusti, anzi, le orecchie! L’app è gratuita e come sempre scaricabile dal Google Play per Android e sull’App Store per iPhone.

Retrogaming Christmas

(Home Alone) è amma ho perso l’aereo natalizi. Il sucfilm i de ormai un classico che nel 19 91 uscì un cesso del film fu tale platform (a piattafortto video gioco, cosidde erativi. Nei panni del me) per vari sistemi op ivo era posizionare iett protagonista, Kevin, l’ob in casa per non far delle ingegnose trappole cioni. stic pa i entrare i due lestofant

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Scrivi ad Annalisa: annalisa_pm@yahoo.it


Clap clap cinema

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oco e el Día de los muertos. In Messico è tradizione celebrare il cosiddetto Día de los muertos, il giorno dei morti. A dispetto del nome “funebre” è un giorno di festeggiamenti, maschere, musica e colori, talmente particolare da essere stato dichiarato un patrimonio culturale dell’umanità dall’Unesco. Non sembrerà troppo strano, allora, se per una volta ospitiamo questa festa tra le nostre vacanze natalizie. A Natale, infatti, troveremo al cinema il nuovo film Disney/Pixar “Coco”, atteso lungometraggio d’animazione che prende a pretesto proprio il Día de los muertos per raccontare la storia del giovane chitarrista messicano Miguel Rivera alla ricerca delle tradizioni della sua famiglia.

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Miguel è un ammiratore del leggendario musicista Ernesto de la Cruz ma si ritrova in una famiglia che, per motivi ancora misteriosi, ha bandito la pratica della musica in ogni sua forma da generazioni. Diviso fra l’amore per la famiglia e quello per la musica, Miguel finirà a curiosare nella Terra dell’Aldilà, dove potrebbe ritrovare il suo idolo. Accompagnato dal cane Dante e dal truffaldino ma simpatico Hector, questo straordinario viaggio porterà Miguel a scoprire la storia mai raccontata della sua famiglia e a svelarne i segreti più misteriosi. Una storia di fantasia ambientata in un mondo variopin-

to e a tratti spaventoso, ma come le migliori favole cela un racconto più profondo, come ha voluto evidenziare il regista Lee Unkrich (“Toy Story 3 La grande fuga”): «Con “Coco” abbiamo cercato di raccontare un tema universale in cui noi tutti possiamo immedesimar-


n e z Fro ci: il legame con la famiglia. Volevamo fortemente esplorare i legami familiari che ci legano alle generazioni venute prima di noi. Questa storia è incentrata sulla celebrazione del nostro passato anche mentre stiamo guardando al futuro».

Il film è scritto e co-diretto anche da Adrian Molina, artista di origini messicane lui stesso, che ha già collaborato a altri film Pixar come “Ratatouille”, “Monsters University” o il più recente “Il viaggio di Arlo”.

A dare la voce a Miguel è il giovanissimo attore di nove anni Anthony Gonzalez, che oltre a recitare suona il violino, la viola e il pianoforte! I suoi più scafati compagni di doppiaggio sono stati: il nominato all’Oscar Edward James Olmos (“Blade Runner”), Gael García Bernal e, fra gli altri, Benjamin Bratt. Insieme a “Coco” al cinema troveremo un nuovo cortometraggio (di ben 21 minuti!) tratto dal film Disney del 2013 “Frozen”: “Frozen - Le avventure di Olaf ”, dove il buffo pupazzo di neve protagonista cercherà per le sue amiche Elsa e Anna, rimaste orfane, una tradizione da celebrare per l’imminente Natale; proprio come il viaggio di Miguel in “Coco” è un’avventura alla ricerca del proprio passato per guardare al futuro. “Coco” e “Frozen - Le avventure di Olaf” sono al cinema dal 25 dicembre 2017!

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