ANNO 92 - N. 1059 - € 3,00 POSTE ITALIANE S.P.A. SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE DECRETO LEGGE 353/2003, (CONVERTITO IN LEGGE IL 27/02/2004 N. 46) ARTICOLO 1, COMMA 1, DCB VERONA
numero 3 marzo 2018
Bella gente MI CHIAMO RITA
Alfabeto rovesciat o P come Pinocchio
Vicini di casa
CREDITO PIXABAY
parola di direttore
! a t s u i g Che
scritto da padre ELIO BOSCAINI
I
l 6 marzo celebriamo la Giornata europea delle persone Giuste. Ricordalo in classe, perché è solo dal 2012 che viene celebrata, su proposta di Gariwo-la foresta dei Giusti. Per commemorare chi? Quanti si sono opposti ai crimini contro l’umanità e ai totalitarismi. Il concetto di “giusto” è stato pensato nel luogo della memoria della Shoah (l’olocausto o genocidio perpetrato dalla Germania nazista e dai suoi alleati nei confronti degli ebrei d’Europa), Yad Vashem, a Gerusalemme, per commemorare le persone che, in nazioni diverse, hanno salvato la vita agli ebrei. A oggi, sono circa 20mila. Chi sono queste persone? Di cosa è fatta la stoffa di questi eroi? Sono quegli uomini e donne che, rischiando grosso
e resistendo alle pulsioni disumanizzanti che ci abitano, hanno messo in moto la pulsione di sollecitudine, salvando un fratello o una sorella in pericolo, senza pretendere né rimunerazione né gratitudine, nulla. Solo perché è giusto fare così. Un consiglio perché anche tu possa prepararti a divenire una persona “giusta”: liberati per qualche tempo del fascino dello schermo e leggi, se non l’hai già fatto, il Diario di Anna Frank, una ragazza ebrea nata a Francoforte e rifugiatasi con la famiglia ad Amsterdam, costretta nel 1942 a entrare nella clandestinità insieme alla famiglia per sfuggire alle persecuzioni e ai campi di sterminio nazisti, morta di tifo nel lager di Bergen-Belsen, nel febbraio-marzo 1945. Condividendone le emozioni e le paure, così come le speranze, forse qualche lacrima spunterà anche sul tuo volto. MARZO 2018
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scritto dalla REDAZIONE
IL FATTO È...
MARCO FRA NCESCATO
...CHE I COMPLEANNI SI FESTEGGIANO...
E
per noi del PM a marzo c’è un compleanno speciale, quello del fondatore della congregazione dei missionari e delle missionarie comboniane: Daniele Comboni. Daniele nasce alle ore 20 di un lontano 15 marzo (era il 1831), in un piccolo paese che si trova sulla sponda bresciana del lago di Garda e che si chiama Limone sul Garda. È il quarto di otto figli. A Limone frequenta solo la prima e seconda elementare, il resto degli studi li compie a Verona, dove, al collegio San Carlo, incontrerà un maestro eccezionale: don Nicola Mazza. Ragazzo sensibile e solidale con chi soffre, Comboni rimane molto colpito dall’esperienza di aiuto ai malati di cole-
ra nell’estate del 1855, così come dal suo primo viaggio in Africa con la spedizione missionaria mazziana. Dell’Africa Daniele si innamora, tanto da sognare per quel continente un futuro diverso, che arriva a mettere per iscritto nel suo Piano per la rigenerazione dell’Africa. Un Piano che si può riassumere in una frase semplice: Salvare l’Africa con l’Africa. L’Africa, pensa Daniele, è così ricca di umanità e risorse che si può salvare da sé, se messa nelle condizioni di poterlo fare. E a questo dedicherà la vita, fino al 10 ottobre 1881, quando morirà a Khartoum, in Sudan. Ma il sogno di Comboni, se vi guardate attorno, ha bisogno ancora di essere sognato per realizzarsi.
Nel numero di febbraio non abbiamo citato l’illustratore. Scusaci Marco!
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scritto, disegnato e colorato da TAKOUA BEN MOHAMED
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ALFABETO
TO ROVESCIA
A
di don Marco
Campedelli
Pinocchio un discolo, uno scavezzacollo, un monello. Siamo sicuri che sia proprio così? Cosa si direbbe oggi di lui se fosse con noi a scuola? Certo era irriverente, ma era proprio fuori dalla norma? Vi racconto di un Pinocchio che forse si ricorda meno. Di un Pinocchio di legno che però ha un sentimento grande come il mare. Di un Pinocchio che salva il padre e lo porta fuori dalla pancia della balena. Tutti ricordano Enea, che si mise sulle spalle il vecchio padre Anchise e lo portò fuori dalla città in fiamme. Enea è un eroe. Raffaello lo dipinse, Bernini lo immortalò nel marmo…
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E il nostro Pinocchio? Fu solo uno scavezzacollo? Un inguaribile monello? O fu un eroe? Geppetto lo cercava senza sosta finché giunse al mare e s’imbarcò su una fragile barchetta. Fu lì che il mostruoso Pescecane lo inghiottì in un sol boccone. E quando Pinocchio, dopo mille avventure, si ritrovò nella pancia dello squalo insieme al suo amico tonno, ecco allora capitò qualcosa che forse non ci saremmo aspettati. Cominciò a brancolare, avviandosi un passo dietro l’altro verso quel piccolo chiarore che vedeva baluginare lontano… e quando fu arrivato cosa trovò? Una piccola tavola apparecchiata con sopra una candela accesa e, seduto a un tavolo, un vecchietto tutto bianco, come se fosse di neve o di panna montata. A quella vista Pinocchio ebbe un’allegrezza… voleva ridere, voleva piangere. Oh babbino mio, finalmente vi ho ritrovato! E ora non vi lascerò mai più, mai più.
e m o c o i h c c o n Pi
Illusione. Ti par possibile che un burattino possa aver tanta forza da portarmi a nuoto? Ragazzo mio quante volte ti abbiamo detto che dovevi diventare come tutti quanti gli altri. Ma solo perché sei così, tu oggi mi puoi salvare.Chi avrebbe avuto il coraggio di portare un vecchio sulle spalle se non un meraviglioso monello come te? Ho sbagliato a desiderare che tu diventassi quello che non sei. Come è bello Pinocchio che tu sia te stesso! Coraggio babbino mettetevi sopra le mie spalle. Se sarà scritto in cielo che dobbiamo morire, avremo la gran consolazione di morire abbracciati insieme. Venite, non abbiate paura, abbracciatemi forte. Pinocchio, sicurissimo del fatto suo, si gettò nell’acqua e cominciò a nuotare. Il mare era tranquillo come l’olio: la luna splendeva in tutto il suo chiarore e il Pescecane seguitava a dormire di un sonno così profondo che non l’avrebbe svegliato nemmeno una cannonata.
CREDITO CINEBLOG
Non credo ai miei occhi ma tu sei proprio il mio Pinocchio. Sì, sono io, sono io. Sapeste quante disgrazie mi sono piovute addosso… Mangiafuoco, le cinque monete d’oro e il Gatto e la Volpe e il Campo dei miracoli… Io per cercarti presi una barchetta e mi misi in mare. Il mare era grosso e un orribile pescecane appena m’ebbe visto corse subito verso di me e mi inghiottì come un tortellino di Bologna. Ecco mi è rimasta questa candela e tra poco si spegnerà e rimarremo tutti e due al buio. Allora babbino non c’è tempo da perdere bisogna fuggire! Fuggire e come? Scappando dalla bocca del pescecane, a nuoto nel mare. Tu parli bene, caro Pinocchio, ma io non so nuotare! E che importa? Mi monterete a cavalluccio sulle spalle e io vi porterò sano e salvo.
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Leggi razziali: leggi con cui il fascismo vietava agli ebrei di frequentare le scuole e le università, insegnare, lavorare, essere proprietari di aziende o terre… di vivere insomma. Oltre 7mila persone furono deportate.
SALTALAMACCHIA N.
Mi chiamo Rita Levi Montalcini, sono nata a Torino nel 1909, insieme a mia sorella Paola. Siamo gemelle e ci somigliamo davvero tanto fisicamente. Ho amato molto i miei genitori ma non ho mai sopportato l’idea di papà, che credeva che solo Gino, mio fratello, poteva frequentare l’università. Noi tre (avevo anche una sorella maggiore, Anna) in quanto donne, avremmo dovuto sposarci ed essere delle buone mogli.
Così almeno credeva lui, che pensava che le donne fossero il “sesso debole”, e per questo motivo era abituato a farsi servire dalla mamma in tutto e per tutto. Ecco perché, sin da piccola, avevo deciso che no, non mi sarei sposata! Il mio destino, la scelta di quel che avrei fatto da grande, lo devo a una donna che ho amato molto, la mia tata Giovanna. Vederla andarsene per una brutta malattia mi ha fatto capire che dovevo impegnarmi per aiutare il prossimo. Dovevo studiare medicina. Anche se papà non era d’accordo. Quando mi iscrissi all’università noi ragazze eravamo poche: solo 7 su 300. Ero felicissima, ma… ma nel 1938 vennero le leggi razziali e io ero ebrea. Così fui costretta a fuggire, come tante e tanti come me. Chi non fece in tempo, venne catturato e finì nei campi di concentramento. Io andai a Bruxelles, all’università, ma tornai presto in Italia. Curavo la gente di nascosto e, grazie a un microscopio, iniziai a fare piccoli esperimenti da sola, in camera da letto. Nel frattempo però era iniziata la guerra e spesso mi toccava correre nel rifugio. Tutto era d i v e n t a t o t ro p p o pericoloso e così con la mia famiglia decidemmo di lasciare Torino per Firenze. Fu lì che iniziò la mia attività clandestina. Eh sì, anch’io ho fatto la mia parte nella Resistenza. Ho fabbricato (non ci crederete, lo so) documenti falsi! E, finita la guerra, mi sono presa cura dei profughi, di chi era
stato costretto a lasciare la propria casa in seguito ai bombardamenti e non aveva più nulla. Ma non ero destinata a diventare medico: la mia passione erano gli esperimenti.
Nobel per la Medicina Grazie ai miei studi iniziati sulle cellule delle uova, venni chiamata negli Stati Uniti, alla Washington University. E da lì andai a Rio de Janeiro per perfezionare i miei studi. Ero così emozionata! Chi l’avrebbe mai detto! Ma la svolta arrivò con l’incontro con Stanley Cohen, un giovane biochimico. È grazie allo scambio delle nostre scoperte che siamo arrivati al Nobel.
NGF Nerve Growth Factor L’NGF il fattore di crescita nervoso è una proteina capace di influenzare la crescita e l’attività dei neuroni (che sono, per l’appunto, cellule nervose). Questa scoperta è diventata importante per la cura di tumori, di malattie del sistema nervoso, del Parkinson e dell’Alzheimer.
Avevamo scoperto una cosa fondamentale per il nostro cervello, quella che chiamammo NGF una sigla che vuol dire Nerve Growth Factor, cioè “fattore di crescita nervoso”. Ed eccomi, in abito da sera, a ritirare il premio più prestigioso per chi dedica la propria vita alla scienza. Studiare è sempre stato fondamentale per la mia vita, ho dovuto impormi per
Museo no africa
scritto dallo STAFF DEL MUSEO
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mmaginatevi tante famiglie riunite insieme in un teatro. Le luci in sala sono spente, dalle sedie non spuntano molte teste, perché la maggior parte è occupata da bambine e bambini di varie età. Alcuni sono in braccio ai loro genitori, perché sono troppo piccoli per avere un posto a sedere. Ma sono tutte e tutti attenti, concentrati. Sul palco non stanno proiettando un cartone animato, non c’è uno spettacolo
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di magia… ma ci sono dei musicisti che stanno suonando nientepopodimeno che… musica jazz! Musica difficile, apparentemente adatta solo a un pubblico adulto, eppure il suono è interrotto solo da applausi ed esclamazioni di stupore. E, in alcuni momenti, accade che tutta la sala si trasformi in una grande orchestra e partecipi al concerto, battendo i piedi per terra e le mani sugli schienali delle sedie davanti, creando i ritmi suggeriti dalla direttrice d’orchestra, Elisabetta Garilli. Una donna straordinaria!
. . . u m e h c Ma . . . u m
e h c Ma
a c i s u m e h c Ma aestra! m
Questo succede realmente quando sul palco ci sono persone speciali, come quelle che vi vogliamo presentare questo mese, che fanno parte dell’Atelier Elisabetta Garilli e dell’Associazione laFogliaeilVento. Si tratta di un gruppo di artiste e artisti di vario genere che, con tanta passione e competenza, si occupano di creare spettacoli e laboratori per scuole e famiglie. Sono amici che abbiamo la fortuna di conoscere bene, perché in più occasioni hanno organizzato alcune delle loro atti-
vità anche qui al Museo africano di Verona. Per farveli conoscere meglio abbiamo deciso di fare una domanda a colei che dirige questa strepitosa orchestra. Elisabetta, svelaci il vostro segreto: come fate durante gli spettacoli a coinvolgere e meravigliare bambine e bambini di ogni età, genitori e nonni? «Mi occupo di didattica museale nelle scuole e con le famiglie da ormai 20 anni, e ho capito che non s i è mai troppo piccoli o troppo anziani per amare l’arte in tutte le sue sfaccettature. Pensate che a volte organizziamo laboratori musicali per bambini che sono ancora nella pancia delle loro mamme! Non ci sono segreti da svelare: la magia è data da musica, illustrazione e danza che in questi spettacoli si incontrano e si fondono insieme per raccontare, insegnare e stupire le persone che partecipano ai nostri eventi. L’arte e il pubblico, in dialogo tra loro, sono i veri protagonisti di questi spettacoli». …ma per capire di quale magia stiamo parlando dovreste capitare qui a Verona quando si esibiscono! MARZO 2018
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a tutta PAGINA
✱ insomma... ✱ ✱ carino ✱ ✱ ✱ bello ✱ ✱ ✱ ✱ bellissimo ✱ ✱ ✱ ✱ ✱ non puoi non leggerlo!!!
Maïa Brami – Karine Daisay
Silvia Vecchini – Sualzo
Bambini nel mondo
LA ZONA ROSSA
ElectaKids – 2017 – pp. 96 – € 22,00 ✱✱✱
Il Castoro – 2017 – pp. 144 – € 14,50 ✱✱✱✱✱
Paesi e bambini si mescolano, raccontando storie e abitudini che appartengono al loro quotidiano. Ventidue storie illustrate, con volti e paesaggi di chi si presenta a voi lettrici e lettori, facendovi fare un viaggio immaginario tra i vostri coetanei di realtà vicine e lontanissime in giro per il mondo.
Cosa succede quando il terremoto improvvisamente arriva e ti trovi per strada? In tenda, in macchina, in roulotte? A spiegarlo sono Matteo, Giulia e Federico. È davvero tutto perduto? Leggete d’un fiato La zona rossa, una graphic novel dai bellissimi disegni e con una storia che vi terrà compagnia come quello che imparerete alla fine…
da 7 anni
da 9 anni
Emanuele Fant
Ermanno Detti
La regola di Kurt
Storia di Leda. La piccola staffetta partigiana
San Paolo – 2017 – pp. 120 – € 13,50 ✱✱✱ Ruggero e Alessio sono alunno e insegnante in un istituto superiore gestito da suore. Ruggero è arrabbiato con il mondo, ha una famiglia poco presente. Alessio è prof di arte e anche lui ha una storia particolare, diversa dal resto degli adulti. Forse proprio quella che ci vuole per Ruggero…
Questo libro racconta una storia più grande. Attraverso Leda conoscerete un capitolo importante di quel che è accaduto nel nostro paese. Leda e il suo amico Rufo sono due giovanissimi partigiani che partecipano con coraggio alla Resistenza, quel movimento di donne e uomini che contribuì a liberare l’Italia dal regime fascista. Insieme a loro uno strano Mago. da 9 anni
dai 12 anni
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Gallucci – 2017 – pp. 90 – € 11,70 ✱✱✱✱
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In collaborazione con BIBLIOTECA CIVICA RAGAZZI - VERONA
Biblioteca civica
Florence Guiraud Astrid Lindgren
Maria Lai – Gioia Marchegiani
Greta grintosa Curiosa natura Iperborea – 2017 – pp. 192 – € 13,00
Il campanellino d’argento
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Topipittori – 2017 – pp. 64 – € 16,00 ✱✱✱✱✱
Greta Grintosa che aiuta la nonna malata è solo uno dei dieci strepitosi racconti che abitano questo libro. L’Ippocampo – 2017 – pp. 93 – € 19,90 Poi ci sono dueragazzi fratellini e un orologio al cucù, chi si fa la guerra ma ✱ ✱ ✱ ✱ ✱che non ne capisce vale la pena, una strana principessa che non aaaa vuole mai giocare, lo stravagante mondo di Calasera e… e il resto lo scoprite da voi!
Un campanellino d’argento per la capretta, così da sentirla e poter contemplare in santa pace il cielo, le nuvole, gli alberi. Respirare tra i pascoli un po’ di libertà. Questo aveva pensato il pastorello, trovandosi a dover scegliere tra cose preziose. Ma poi… poi questo libro lo dovete sfogliare, perché la poesia non può essere raccontata.
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per tutte le età
Florence Dino Ticli Guiraud – Enrico Macchiavello
Serena Ballista – Chiara Carrer
Terra pianeta inquieto Curiosa natura Coccole books – 2017 – pp. 91 – € 12,00
Una stanza tutta per me
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Settenove – 2017 – pp. 32 – € 14,00 ✱✱✱✱
Dietro vulcani, terremoti, alluvioni, maremoti, tempeste, frane, fulmini e valanghe ci sono spesso storie di miti e leggende. Poi c’è la L’Ippocampo ragazzi – 2017 – pp. 93 – € 19,90 realtà, cosa sono esattamente e da cosa vengono ✱ ✱ ✱ ✱ ✱ provocati e come ci si deve comportare quanaaaa do capitano. Questo simpatico e bel libro vi aiuterà a capire e sapere tante cose.
Una stanza, una donna che scrive e un ragno che tesse la tela. Tessere è come scrivere, ci avete mai pensato? La trama di un racconto come quella di una ragnatela. Prendete questo libro, sostituitevi a mamma e papà, e leggetelo a fratelli o sorelle più piccoli, vedrete che bello!
per8tutte da annile età
da 5 anni MARZO 2018
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