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ANNO 92 - N. 1060 - € 3,00 POSTE ITALIANE S.P.A. SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE DECRETO LEGGE 353/2003, (CONVERTITO IN LEGGE IL 27/02/2004 N. 46) ARTICOLO 1, COMMA 1, DCB VERONA

numero 4 aprile 2018

e Special PASQUA

Fumetto

UNA STORIA RESISTENTE


scritto da padre ELIO BOSCAINI

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embrava tutto finito, quella sera del venerdì. Quel Maestro di Nazaret cui piaceva attorniarsi di bambine e bambini, era finito morto inchiodato a una croce come un malfattore. Ma ecco il mattino di Pasqua. Le donne che all’alba corrono per profumare il corpo di Gesù, trovano che la pietra è stata rotolata via, che il sepolcro è vuoto: il corpo non c’è… Colui che cercano, e amano, non è più lì. Risuona allora l’annuncio della risurrezione. Duemila anni dopo, eccoci ancora qui, a ricordarci che una pietra non poteva trattenere la vita. Che un sepolcro buio e chiuso non poteva contenere l’amore. Che Lui, il Signore, è risorto. E lo può incontrare e trovare solo chi

parola di direttore lo cerca con il cuore, pronto sempre a lasciarsi stupire dal suo amore. Sì, lo incontriamo per strada, andando incontro a chi ci troviamo davanti. Perché solo così, una vita donata, la nostra, la vita di tutte e tutti ha un senso. Lo incontriamo soprattutto nella nostra famiglia: un luogo speciale in cui la vita può sempre risorgere, il perdono essere donato, le ferite guarite, la pace germogliare. Insegnaci, Gesù, a vivere così. Buona Pasqua!

a a a VIVERE o r t n o c l’in

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IL FATTO È... ...CHE SE LI CHIAMANO PRIMARI UN MOTIVO CI SARÀ...

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d è difficile smettere di essere capofila di qualcosa o qualcuno (questo è il significato della parola “primario”) se lo si è stati per una vita. Anche se quel pezzo di vita è finito e si è andati in pensione. Questo almeno è quel che abbiamo pensato noi leggendo dei 23 medici che visitano gratis a Borgomanero (una città

in provincia di Novara) poveri e immigrati. Sono tutti ex-primari, cioè medici che sono stati a capo di reparti ospedalieri, oggi in pensione. Sono partiti da un dato di fatto: il numero degli italiani che rinunciano a curarsi per motivi economici è in continuo aumento. L’ultimo studio ci dice che sono 12 milioni… (non pochi se pensiamo che in Italia siamo poco più di 60 milioni). E che, purtroppo, continuano ad aumentare: solo lo scorso anno il numero è cresciuto di un milione e 200 mila persone. E allora i nostri mitici 23 primari si sono messi a disposizione di un ambulatorio cittadino che offre visite ed esami gratuiti a chi è in difficoltà. Un ambulatorio speciale in cui, tra medici e infermieri, lavorano cinquanta volontari. E dove, ogni anno, vanno a farsi curare oltre mille pazienti. Donne, uomini e bambini che altrimenti non avrebbero un posto dove andare. Il fatto è che se li chiamano primari un motivo ci sarà… non credi? MARCO FRA NCESCATO

scritto dalla REDAZIONE

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scritto, disegnato e colorato da MARCO PACI


PRIMA PUNTATA

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IN missione

con padre Teresino Serra

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l pallone ha qualcosa di magico e fa bene al cuore», esclama Maurice buttandosi a terra esausto ai bordi del campetto di calcio davanti il piazzale della chiesa, in cui, a turno, pascolano le capre e le vacche. I ragazzi finalmente giocano con un vero pallone da calcio. Per tanto tempo avevano giocato con palloni di gomma, made in India. Dall’Italia erano arrivati dei palloni veri e anche delle magliette. Le magliette però si usavano solo nelle partite importanti. Ma credo che i miei ragazzi preferissero giocare a dorso nudo; e anche a piedi nudi… per mancanza di scarpe. Quell’anno, 1982, l’Italia aveva vinto i mondiali di calcio e forse anche per questo i ragazzi conoscevano i nomi delle squadre. Pronunciavano a modo loro: Giuve, Intar, Lasio. Ma bene Milan e Roma.

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Conoscevano anche le magliette di queste, ma non quella che indossavano, anche se ne apprezzavano i colori. «Sono le magliette della squadra della mia tribù», spiegai loro. Il Cagliari divenne subito famoso nella mia missione, grazie alle maglie. Io non sono mai stato un buon giocatore di pallone, anche se, da ragazzo, mi piaceva fare il portiere. Eppure, a Kariobangi, nella periferia di Nairobi, guardando i ragazzi che giocavano tutti i pomeriggi fino al tramonto del sole, avevo cominciato ad apprezzarlo nuovamente. Padre Joseph, incaricato della missione, aveva iniziato ad aiutare una banda di bambini di strada, offrendo loro la possibilità di fare un pasto decente ogni giorno. E, dopo la refezione ovviamente, una partita di pallone!

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I piccoli diavoli giocavano sempre con passione. Alcuni di loro erano davvero bravi. Quando giocavano i diavoletti il campo si riempiva di spettatori. Ora penso alle violenze negli stadi italiani ed europei; penso al mercato di compravendita del calcio e agli stipendi dei calciatori. Guadagna più un giocatore in Italia che tutte le famiglie presenti nella nostra missione di Kariobangi! Ma che importa! Ricordando I piccoli diavoli di Dio sogno e spero che il pallone rimanga sempre quello sport magico che libera la mente, rallegra l’anima e unisce i cuori. CLAUDIO BIGHIGNOLI

In questo modo, i ragazzi, poveri e meno poveri, giocavano insieme, dimenticando le differenze etniche, di lingua e religione. Nasceva così la squadra dei “Piccoli diavoli”. Il cui nome completo era “I piccoli diavoli di Dio”. Erano dei diavoletti buoni! La squadra divenne famosa nella zona. Padre Joseph pensò anche a un piccolo club sportivo per ragazzi e ragazze in cui si praticassero diverse discipline, e soprattutto in cui si avesse l’opportunità di rinascere, allontanandosi dai pericoli della vita di strada.

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Speciale Pasqua

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ccoci a Pasqua! Una festa importante per noi, cristiane e cristiani, e non. Prima di Natale, la più rilevante. Che sai di questa festa? Abbiamo pensato di rispondere a qualche domanda che può incuriosirti. Ad es.: come mai Natale è sempre il 25 dicembre, mentre Pasqua cambia data ogni anno? E perché la tradizione dell’agnello e dell’uovo? Diamo allora inizio insieme a questo breve viaggio pasquale.

a a a La tra s o n A U Q S PA scritto dalla REDAZIONE

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• PERCHÉ SI DICE PASQUA? La parola Pasqua deriva dal greco pascha, che a sua volta deriva dall’aramaico pasah. Il significato di questa parola è “passaggio”, “passare oltre”. Gli ebrei con questo termine ricordano il passaggio del popolo d’Israele attraverso il mar Rosso e, con questo, la liberazione dalla schiavitù d’Egitto. Per noi cristiani, simboleggia il passaggio dalla morte alla vita di Gesù: la risurrezione di Cristo.

• QUALI ORIGINI HA QUESTA FESTA? La Pesach, la Pasqua ebraica, è una delle più antiche e grandi feste ebraiche, ancora oggi solennemente celebrata in Israele. Con tale festività, gli ebrei ricordano l’esodo del popolo ebraico verso la Terra promessa e la fine della schiavitù in Egitto. Festa di liberazione.

• PERCHÉ PASQUA NON CADE SEMPRE LO STESSO GIORNO ? La data della Pasqua fu per tanto tempo motivo di scontro tra le Chiese di Oriente e Occidente. Si arrivò a un accordo solo nel 325, con il Concilio di Nicea (oggi Iznik, città della Turchia, situata 130 km a sudest di Istanbul), convocato dall’imperatore Costantino. Là si decise di stabilire come data la prima domenica che segue il plenilunio (la luna piena) dell’equinozio di primavera. Pasqua, quindi, cade tra il 22 marzo e il 25 aprile. Chissà quante volte hai sentito dire: “quest’anno Pasqua è bassa” (cioè vicina alla data del 22 marzo) o “quest’anno Pasqua è alta” (più vicina al 25 aprile!). Alla data di Pasqua sono legate di conseguenza altre ricorrenze: dalla Quaresima alla Settimana santa, dall’Ascensione alla Pentecoste.

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• QUALE LEGAME TRA L’AGNELLO E LA PASQUA? La tradizione dell’agnello a Pasqua deriva dalla Pesach ebraica. Il riferimento è al marchio che il popolo di Israele fece sugli stipiti e sull’architrave delle case con il sangue d’agnello, per segnalare all’angelo sterminatore di risparmiare i primogeniti che vi abitavano. Un sacrificio che è salvezza. Per i cristiani, l’agnello immolato per la salvezza di tutti è Gesù stesso. È Giovanni Battista a definire Gesù “l’agnello di Dio, colui che toglie il peccato del mondo!” (Gv 1,29).

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• …E L’UOVO COSA SIMBOLEGGIA? Il decoro delle uova è usanza antica. Già i primi cristiani pitturavano di rosso le uova per simboleggiare il sangue di Gesù, disegnandoci sopra croci o simboli legati alla religione. Si racconta che, nei quaranta giorni di digiuno di Quaresima, oltre la carne non si potessero mangiare neanche le uova… Ma le galline non smettevano certo di farle… allora si iniziò a cuocere le uova fino a renderle dure come pietre, per poi decorarle. Più recenti sono invece le uova di cioccolato. Pare che le prime si debbano a Luigi XIV di Francia, il re Sole. E che non fossero vuote, ma ripiene (che goduria di cioccolato, no?).

• E… PASQUETTA ? Il termine è di usanza popolare. Il giorno dopo Pasqua viene anche detto “lunedì dell’Angelo”. Il riferimento, in questo caso, è al giorno in cui le tre donne arrivarono al sepolcro incontrando l’angelo che annunciò loro la risurrezione di Gesù (Mc 16,5-6). L’espressione “lunedì dell’Angelo” non si deve alla Chiesa, che, per parte sua, celebra i giorni successivi a Pasqua come un sol giorno: è l’Ottava di Pasqua. In Italia il lunedì di Pasqua è divenuto festività nel dopoguerra.

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STORIA DI RISURREZIONE

Gesù morto venne deposto dalla croce per la sepoltura, stava iniziando Q uando il sabato ebraico durante il quale era vietata la tumulazione. In tutta fretta, Gesù

venne quindi avvolto in un lenzuolo e deposto in un sepolcro nuovo, scavato nella roccia, che un seguace di Gesù, Giuseppe di Arimatea, aveva preparato per sé.

(Mt 27,50-60)

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e donne, che avevano visto Gesù morire, passato il sabato, sarebbero tornate al sepolcro per cospargere il corpo di profumi e unguenti. Gesù, però, aveva pubblicamente detto che dopo tre giorni sarebbe risuscitato! I capi del popolo si rivolsero dunque a Pilato, affinché provvedesse a far vigilare il sepolcro. Pilato acconsentì e quindi «andarono e, per rendere sicura la tomba, sigillarono la pietra e vi lasciarono le guardie». (Mt 28, 66)

ll’alba del giorno dopo il sabato, ecco Maria di Magdala, Maria di Cleofa e Salomè A incamminarsi verso il sepolcro, chiedendosi chi e come avrebbe spostato la grossa pietra circolare messa a sigillo. Ma, una volta arrivate, il vangelo di Matteo ci racconta che «vi fu un gran terremoto. Un angelo del Signore, infatti, sceso dal cielo, si avvicinò, rotolò la pietra e si pose a sedere su di essa».

(Mt 28,2)

Ecco l’annuncio della risurrezione di Gesù. Eccola, la Pasqua! Prima di chiudere questo racconto che ti è certo conosciuto, permetti una breve parentesi che spesso viene tralasciata e che rappresenta invece un passaggio importante per la storia dell’umanità intera. A quel tempo, le donne non erano autorizzate a testimoniare. Che delle donne diventino le prime annunciatrici di Pasqua, della risurrezione di Gesù, non è forse un evento epocale, di una importanza straordinaria? APRI LE 2018

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