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Sera, Racconto giallo

Racconto giallo

di -Sera

Quella sera Maria stava percorrendo le strade di New York dirigendosi in bicicletta verso la discoteca “Tre Canzoni”, aperta il sabato e la domenica di autunno e inverno.

Maria si era coperta bene per andare in discoteca ed era appena arrivata quando vide un’insegna sulla porta con scritto: CHIUSO.

“È quasi inverno, non è possibile che sia chiusa!” pensò Maria, e iniziò a girare attorno alla discoteca e vedere se c’era un’altra entrata e quel cartello era rimasto dall’estate e la primavera precedenti.

Dentro però non era buio.

C’erano delle luci rosse e Maria, incuriosita, si attaccò ad una finestra per vedere, e dopo un secondo da dentro si sentì un grido acuto e un suono soffocato.

Maria prese in fretta la bici e corse via.

Il giorno dopo, vicino all’ora di pranzo, tornò a vedere se la discoteca era aperta, e con sua grande sorpresa i cartelli erano spariti ed era tutto aperto, così Maria decise di approfittarne per entrare e chiedere spiegazioni, ma proprio mentre stava dicendo: “Scusate, ma perché ieri la discoteca era chiu...”si bloccò perché vide che dentro c’era la polizia che faceva delle domande ad un signore coi baffi che probabilmente era il padrone della discoteca. C’era la sua amica Katie, che vedendo Maria le corse incontro gridando: “Maria, per fortuna sei arrivata! Ieri ho trovato la discoteca chiusa e oggi ho visto la polizia, sono entrata e... guarda!”

Maria si avvicinò e vide per terra il cadavere di una signorina bionda vestita elegante con un piccolo pugnale infilato nel petto.

Maria tenne gli occhi sbarrati sul cadavere per un po’ di tempo.

Katie si affrettò a dirle: “Se vuoi puoi rimanere per l’i-

nizio delle indagini. Iniziano domani, hanno chiamato l’investigatore Antonio Sperti per svolgerle”.

Maria balbettò uscendo: “Ok, ci... ci sarò sicuramente” e tornò a casa.

Quella sera Maria, finito di mangiare, si precipitò nella sua camera e iniziò a riflettere: chi era quella signorina? Perché era stata uccisa? Non lo sapeva, e Katie, che aveva sentito tutto dalla polizia, non le aveva detto niente. Aveva deciso di indagare, perché temeva che, se il caso non fosse stato risolto, la discoteca non avrebbe più riaperto.

Dopo un po’, esausta, si addormentò.

Il giorno dopo, tornò di nuovo alla discoteca, per l’appuntamento che le aveva dato Katie per sentire le indagini dell’investigatore Sperti.

Quando arrivò c’era molta più gente del giorno prima e, naturalmente, Katie e Sperti.

Faceva domande ad un signorino molto agitato, che, da quel che aveva capito, era il fidanzato della signorina uccisa.

Due ore dopo, la discoteca era di nuovo vuota, il primo giorno di indagini era finito.

Maria, invece, rimase, e si guardò subito intorno per cercare indizi.

La sala era grande e in fondo c’era una porta che conduceva a delle scale di ferro che portavano alle tubature sotto la discoteca.

Quando finì di scendere, arrivò in una tubatura larga.

Per terra c’era qualcosa di arancione, denso e lucido.

Tintura da scarpe.

Di un arancio vivo.

Era una scia lunghissima, che portava fino ad un’altra scaletta che saliva.

Maria risalì, e arrivò proprio, attraverso le fognature, sulla piazza dove da quel momento ci sarebbero stati gli incontri per le indagini, le interviste, le organizzazioni ecc.

Arrivata sulla piazza, Maria si guardò intorno e vide che tutti erano riuniti al centro.

Maria si aggiunse al gruppo e vide che per terra c’era un altro cadavere sempre di una signorina tutta impolverata.

Quando le persone se ne furono andate, Maria andò da Sperti a dirgli che aveva visto tanto lucido da scarpe in quelle tubature.

Lui si prese un appunto e ringraziò, poi se ne andò.

Maria rimase perché c’erano i genitori di tutte e due le ragazze uccise.

Fece loro una domanda che gli girava nella testa da tanto, cioè se le ragazze lavoravano alla discoteca.

La risposta fu sì.

Seppe anche che entrambe le ragazze erano contrarie all’esistenza di quella discoteca, perché ci investivano troppi soldi e alcuni li davano illegalmente.

Tutti il giorno dopo tornarono lì, sulla piazza, a continuare il loro lavoro.

Maria invece era in discoteca nell’ufficio del diretto-

re.

Dopo tanto cercare trovò una scatoletta con dentro cacciaviti, chiavi inglesi, e altri utensili e attrezzi.

Poi dentro c’erano anche lampadine che trasmettevano una luce rossa.

Maria tornò alla piazza e raccontò ancora l’accaduto a Sperti.

Poi, nascondendosi tra la folla, andò a spiare il direttore della discoteca. E notò una cosa: aveva le scarpe arancioni e... Perdevano colore!

Passò ancora un giorno e Maria continuò le indagini.

Sperti, dopo l’ultima volta l’aveva ringraziata e le aveva detto che avrebbe dovuto continuare per scoprire di più.

Maria era molto felice che Sperti avesse fiducia in lei, quindi continuò.

Aveva sempre più sospetti sul direttore, per i numerosi indizi che portavano a lui.

Ma quel giorno non trovò niente.

Sperti interrogò il direttore insieme a Maria e un altro gruppo di giornalisti che negò e disse che lui il weekend

non era nemmeno di turno, e gli altri confermarono.

Però arrivò il signore che dirigeva l’economia della discoteca.

Disse che non era vero e che era di turno soprattutto il sabato e la domenica.

Il direttore continuò a negare, ma Maria non stava ascoltando.

Interruppe l’interrogazione e fece una domanda a ciascuno: al direttore dell’economia chiese che lavoro faceva, “Io dirigo l’economia della discoteca”, mentre al direttore Maria chiese: “Lei usa spesso il lucido da scarpe arancione?” e il direttore rispose: “No, queste arancioni perdono colore perché sono vecchie, ma non ho intenzione di sprecare soldi a lucidarle”.

Il direttore dell’economia invece disse: “Lei no? Anche io ho scarpe arancioni, e le riempio di lucido arancione, ma non è necessario spendere soldi, il lucido ce l’ho a casa.

Questa affermazione fece riflettere Maria, che ora era quasi certa che fosse stato il direttore di economia, che si chiamava Giovanni Morelli.

Il giorno dopo tornò Katie e Maria gli raccontò tutto.

Ora bisognava solo portare il signor Morelli alla scientifica per risolvere il caso.

L’appuntamento con la scientifica era due giorni dopo.

Alla scientifica ci andavano le persone che avevano un ruolo importante nel caso, cioè Sperti, Maria, Katie (che aveva fatto indagini fuori dai luoghi di incontro e dalla discoteca) e i possibili colpevoli, cioè il signor Morelli e il direttore della discoteca.

Andarono tutti alla scientifica e chiesero a Morelli e al direttore di dargli una delle scarpe che perdevano colore e poi le misero sotto un dispositivo.

Intanto Sperti tempestò i due di domande, tipo: “Va nelle tubature?”

“Sì, per andare facilmente dalla discoteca alla piazza” o qualcosa del genere.

Intanto la scientifica concluse che le scarpe del direttore perdevano molto meno colore di quelle di Morelli, e Maria si ricordò che aveva visto tantissimo lucido nelle tubature, e lo sussurrò all’orecchio di Sperti.

Poi chiese ai due il colore delle scarpe o la tintura.

Il direttore dell’economia disse che lui ce le aveva color arancio spento, mentre Morelli disse che le aveva di arancione vivo.

Maria ricordò anche che aveva visto tintura arancio acceso, proprio come il colore delle scarpe di Morelli.

Sussurrò tutto a Sperti che concluse: “Signor Morelli, lei è in arresto per omicidio” e subito Morelli spalancò gli occhi: “Io? Perché?” e Sperti spiegò tutto quello che gli aveva detto Maria, poi Morelli cercò di scappare, ma venne fermato da agenti che lo arrestarono.

Non gli restava che confessare. “Volevano che la discoteca chiudesse” disse Morelli “forse ci sarebbero riuscite, essendo amiche del direttore.

Ma io non potevo permetterlo, visto che, avendo le chiavi, la discoteca era diventato un luogo dove potevo spacciare e commerciare illegalmente anche di notte, e anche perché ci avevo investito troppo del mio tempo e dei miei soldi per non farla fallire”.

Dato che aveva risolto il caso, Maria ricevette una medaglia e la discoteca riaprì.

Quando voleva, lei poteva anche fare da aiutante al direttore e se no divertirsi e ballare.

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