Scenografy Workshop lecturer Margherita Rota Palli

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Accademia di Architettura di Mendrisio Prof. Rota-Palli Margherita Scenografia

Oggetti aggiunti: -tavolo,sedie bianchi prodotti per la messa in scena ed ispirati all’arredo di Emilio Terry, -grata del camino - telaio in metallo tubolare bianco - teli di materiale traslucido raffiguranti l’arredamento, in particolare le porte dei tre Fisici sono state ispirate dal quadro L’embellie di R. Magritte e la porta finestra dall’ opera Fresh Window di M.Duchamp

i fisici

F.Dürrenmatt

La casa che ho scelto per la scenografia di “I Fisici” di Dürrenmatt è l’ attico che Le Corbusier progettò per l’eccentrico milionario e collezionista d’arte Charles de Beistegui nel 1929. L’ appartamento, arroccato al sesto e settimo piano di un vecchio immobile, demolisce ogni nozione del razionalismo di cui Le Corbusier era universalmente considerato portavoce, aprendosi a giocosi paradossi chiaramente ispirati al mondo surrealista. L’ attico infatti, nonostante si erge con la forma di uno degli archetipici cubi bianchi dell’architetto, è caratterizzato da numerose terrazze che, mescolandosi con la struttura dell’edificio, confondono espressamente l’aperto col chiuso. Ancor più surrealista è il posizionamento degli arredi; uno specchio, un camino, sedie e mobili generalmente utilizzati per gli interni sono infatti posti all’esterno. Penso che questo spazio rappresenti al meglio l’assurdità dell’opera teatrale in questione caratterizzata da continui colpi di scena e casualità che Dürrenmatt esprime attraverso la commedia ed il paradosso. Attraverso questa scenografia ho voluto trasmettere il senso di confusione presente nello spettatore nel corso di tutta l’opera. Uno spazio destabilizzante dove anche il limite tra il dentro e il fuori è sottile come quello tra realtà e sogno. Lo spettacolo avviene all’interno dell’ultima terrazza in cui degli oggetti già presenti ho deciso di lasciare soltanto il camino. In questo spazio, delimitato soltanto da quattro pareti, ho posizionato un tavolo e tre sedie bianche. Il resto della scenografia è resa possibile attraverso una struttura bianca tubolare in metallo sopra la quale ho posizionato dei teli traslucidi. Questo sistema si ispira alle istallazioni di Robert Irwin legate a una ricerca estetica volta all’osservazione dei fenomeni percettivi relativi alla luce, al volume e allo spazio. Attraverso questo elemento ho potuto costruire nello spazio delle pareti che svolgono la funzione di backstage e allo stesso tempo rappresentano il sipario, le quinte laterali e lo sfondo della scena. Su questi teli sono infatti disegnati in nero tutti quei mobili della scena mancanti che attraverso dei giochi di luce e trasparenze si contrappongono agli oggetti veri e propri in scena. Questo effetto è risaltato dal fatto che lo spettacolo avviene di notte. Le pareti di tela permettono un gioco di contrasti dati dalle ombre degli attori stessi. Alcuni dei mobili che ho disegnato rappresentano le siluette dei mobili progettati dall’architetto designer Emilio Terry arredatore dell’ appartamento, mentre le porte e la finestra invece sono stati ispirati da alcuni quadri surrealisti.

Beatrice Nespega

Robert Irwin

Timothy Corrigan, Showroom: Compas, Muse: Charles de Beistegui

Josef Breitenbach , International Exhibition of Surrealism, 1937

luce frontale alta

luce frontale diretta

luci di taglio


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