I doni spirituali

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Sam Storms

I doni spirituali Una guida per principianti



Sam Storms

I doni spirituali Una guida per principianti



Dedicato con gioia a tutti i fratelli e le sorelle della Bridgeway Church, con cui è un privilegio indescrivibile lavorare nella potenza dello Spirito di Dio per la gloria del suo nome.


I doni spirituali Una guida per principianti Sam Storms Proprietà letteraria riservata: BE Edizioni di Monica Pires P.I. 06242080486 Via del Pignone 28 50142 Firenze Italia © Copyright 2012 by Sam Storms Originally published in the U.S.A. by Regal Books, A Division of Gospel Light Publications, Inc., Ventura, CA 93006 U. S. A. All rights reserved Coordinamento editoriale: Filippo Pini Traduzione: Andrea Thomas Progetto grafico: Samuele Ciardelli Prima edizione: Aprile 2017 Stampato in Italia Tutte le citazioni bibliche, salvo diversamente indicato, sono tratte dalla Nuova Riveduta, Società Biblica di Ginevra. ISBN 978-88-97963-50-9 Per ordini: www.beedizioni.it È vietata la riproduzione, anche parziale, con qualsiasi mezzo effettuata compresa la fotocopia, anche ad uso interno didattico. Per la legge italiana la fotocopia è lecita solo per uso personale purché non danneggi l’autore. Quindi ogni fotocopia che eviti l’acquisto di un libro è illecita e minaccia la sopravvivenza di un modo di trasmettere la conoscenza. Chi fotocopia un libro, chi mette a disposizione i mezzi per fotocopiare, chi comunque favorisce questa pratica commette un furto verso l’autore e gli editori e mette a rischio la sopravvivenza di questo modo di trasmettere le idee.


Indice Capitolo 1 Quando la chiesa riceve potenza

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Capitolo 2 Giusto? Sbagliato!

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Capitolo 3 Parole di sapienza e conoscenza

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Capitolo 4 Fede e guarigione

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Capitolo 5 Ăˆ un miracolo!

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Capitolo 6 Profezia e discernimento degli spiriti

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Capitolo 7 Chi ha detto che Dio ha detto?

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Capitolo 8 Che cos’è il dono delle lingue?

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Capitolo 9 Lingue e interpretazione nella chiesa

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Capitolo 10 Lascia che il tuo dono ti trovi

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A ppendice A Linee guida nella preghiera per i malati

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A ppendice B Quando cade una persona con molti doni

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Letture raccomandate

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Capitolo 1

Quando la chiesa riceve potenza Sono incoraggiato da alcune cose che vedo succedere nella chiesa in quest’ultimo periodo. In generale, il numero dei partecipanti è sempre maggiore, come anche la quantità di offerte raccolte. Le conferenze abbondano e le vendite di libri sulla Bibbia o sulla spiritualità sono in aumento. I gruppi in casa e le cellule continuano a prosperare, i venti dell’adorazione stanno soffiando con crescente fervore. I cristiani, tutto sommato, diventano sempre più attivi nella società e danno maggior voce a ciò in cui credono. Perciò direi che, a mio avviso, molte cose sono incoraggianti. Guardando più a fondo, però, oltre la facciata della religiosità, del turbine di attività e delle nuove chiese da 25 milioni di dollari con le panche imbottite, vedo un divario (spesso un abisso) tra quello che la chiesa è e ciò che dovrebbe essere. Vedo la disparità tra quello che i cristiani dicono e ciò che fanno, tra ciò che sanno e il modo in cui vivono, tra quanto promettono e quello che realizzano realmente. I predicatori insegnano la Bibbia e le persone russano; le casalinghe condividono la loro fede con persone le cui orecchie sembrano sorde. Molti giungono alla consapevolezza di essere carenti sotto vari aspetti, ma raramente sperimentano un cambiamento. I corpi soffrono, ma pochi guariscono. I matrimoni

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muoiono e le persone si limitano ad arrendersi. Ci si trova faccia a faccia con le tentazioni e il peccato prospera. I poveri sono affamati e rimangono tali. Non voglio sembrare esageratamente pessimista; c’è chi pensa che stiamo andando bene, ma la maggior parte delle persone che conosco lamenta il basso impatto spirituale che la chiesa ha sui suoi membri e l’influenza minima da essa esercitata sulla società nel suo insieme. Dunque, dove stiamo sbagliando? Sembra che ognuno abbia un’opinione in proposito e la mia potrebbe essere solo una fra le tante di una lista apparentemente infinita. Sono convinto, però, che il problema risieda, almeno in parte, nella potenza, anzi, nell’assenza di potenza.

Le mie origini

La mia esperienza cristiana è un po’ insolita. Sono nato in una famiglia di battisti di tipo conservatore e non ho mai frequentato una chiesa diversa fino al 1973, anno di inizio dei miei studi in una facoltà di teologia. Per tre anni ho servito come pastore ad interim in una chiesa presbiteriana, cosa alquanto difficile da fare per un battista! Ho passato sedici anni della mia vita in due congregazioni indipendenti e altri sette in una comunità del movimento Vineyard. Ho insegnato teologia in una delle più importanti facoltà umanistiche degli Stati Uniti e per quattro anni ho frequentato e guidato una comunità carismatica anglicana. Negli ultimi quattro anni, ho svolto il mio ministero come pastore alla Bridgeway Church di Oklahoma City. Sono quindi arrivato a un punto della mia vita in cui ciò che sospettavo essere errato nella chiesa in generale è divenuto ormai una solida convinzione. Ecco la mia conclusione: i veri problemi, le battaglie dolorose e il sempre minore impatto dei cristiani potranno essere risolti solo mediante una nuova effusione di potenza. Non una

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Quando la chiesa riceve potenza

potenza qualunque (attenzione!), ma una potenza spirituale. Quel tipo di potenza che l’essere umano non può produrre, che l’istruzione non può generare e che neanche i progetti più avanzati possono creare. La chiesa ha un disperato bisogno della potenza del suo Signore e dell’energia attiva dello Spirito Santo. Anche se finora posso esservi sembrato cinico, in realtà nutro delle sincere speranze perché, leggendo il libro degli Atti, ho visto operare nella vita di quei primi credenti qualcosa che ritengo ancora accessibile a tutti noi oggi. Qualcosa che ci ricollega al successo della chiesa primitiva e ci spinge a sperare che anche noi potremmo e riusciremo a uscire da questa letargia spirituale. C’è qualcosa in grado di trasformare le buone intenzioni in azioni che cambiano la vita e che trasformano la teologia astratta in un impatto concreto. Sto parlando dei doni spirituali. I doni spirituali, o charismata, sono la risposta di Dio alla domanda del cristiano: “Come posso farlo anche io?” Essi sono la manifestazione e la potenza di Dio nella persona dello Spirito Santo, attraverso il quale egli intende guidare la chiesa verso la pienezza del suo piano prestabilito. So che rischio di essere frainteso. Molte persone individuerebbero infatti la fonte delle lotte della chiesa non tanto nella mancanza di potenza proveniente dall’alto, bensì nell’abissale immaturità teologica. Non discuto su questo punto: l’ignoranza biblica e la superficialità teologica hanno davvero raggiunto proporzioni epidemiche all’interno della chiesa odierna. Tuttavia serve molto di più della sola conoscenza; la mera dottrina non è sufficiente. La chiesa ha bisogno di una verità infiammata dalla potenza dello Spirito Santo. La chiesa ha bisogno che l’energia divina di Dio stesso trasformi ciò che conosciamo in qualcosa di reale nel nostro modo di vivere, di pregare, di amare e di testimoniare. Non dimentichiamo che pure l’insegnamento è un dono spirituale e quindi è anch’esso una manifestazione

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della potenza dello Spirito, così come lo sono le lingue o i miracoli (si vedano Ro. 12:7; 1 Co. 12:29; Ef. 4:11)!

Perché non sono più cessazionista

C’è stato un periodo in cui non avrei potuto scrivere questo libro. Durante i primi quindici anni del mio ministero, anch’io sono stato un cessazionista. Questo termine si riferisce a quanti ritengono che i doni miracolosi dello Spirito Santo siano cessati durante il I secolo dopo Cristo. Molte comunità evangeliche abbracciano la visione della presunta cessazione di doni quali la profezia, il parlare in altre lingue, le guarigioni, i miracoli, le parole di sapienza, le parole di conoscenza e il discernimento degli spiriti. Cari lettori, dovete sapere che non ho abbandonato il cessazionismo perché sono stato testimone di un miracolo (alcuni che mi conoscevano a quel tempo sottolineerebbero che il mio cambiamento teologico sia stato in se stesso un miracolo!). Ho abbandonato il cessazionismo perché, nella quieta solitudine del mio studio, sono stato convinto del fatto che la Bibbia non lo insegna. Lo scopo di questo libro non è descrivervi il mio personale percorso teologico, né provvedere una buona difesa a dimostrazione del fatto che i doni spirituali di Dio sono validi ancora oggi. Esistono moltissimi libri che lo fanno magnificamente, se questo è ciò di cui avete bisogno.1 1 Per un trattamento esauriente della questione si veda il mio contributo contenuto nel libro Are Miraculous Gifts for Today? Four Views (Grand Rapids, Zondervan, 1996), a cura di Wayne Grudem, oltre al testo di Jack Deere Surprised by the Power of the Spirit (Grand Rapids, Zondervan, 1993). Un trattato più tecnico di quanto viene discusso in questo libro si trova nel volume Are Miraculous Gifts for Today? Ho anche scritto un libro che racconta la mia esperienza personale con i doni e la potenza dello Spirito Santo. Si veda: Convergence-Spiritual Journeys of a Charismatic Calvinist (Kansas City, Enjoying God Ministries, 2005).

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Quando la chiesa riceve potenza

Permettetemi però di condividere con voi una sola opinione critica. Forse la parte più dolorosa del mio particolare cambiamento di pensiero teologico fu proprio quando scoprii quali fossero le motivazioni per le quali, personalmente, avevo opposto così tanta resistenza alla pienezza dei doni dello Spirito. Dietro le argomentazioni bibliche alle quali mi appellavo, ero sinceramente imbarazzato dall’apparenza e dal comportamento che mostravano le persone alle quali erano associati questi doni spirituali. Non mi piaceva il modo in cui si vestivano, né il modo in cui parlavano. Ero offeso dalla loro mancanza di equilibrio e dalla loro eccessiva stravaganza. Mi disturbavano la loro mancanza di raffinatezza teologica e la loro esagerata dimostrazione di esuberante emotività. La mia opposizione nei confronti dei doni spirituali era anche rafforzata dalla paura: paura di essere emotivo, paura di essere fanatico, paura di ciò che non mi era familiare. Paura di essere rifiutato da coloro dai quali ricercavo il rispetto e di cui non volevo perdere l’amicizia. Paura di quanto sarebbe potuto accadere se avessi completamente ceduto allo Spirito Santo il controllo della mia vita, della mia mente e delle mie emozioni. Paura di perdere, nell’ambito della comunità evangelica, la reputazione che mi ero faticosamente guadagnato. Sto parlando di quel tipo di timore che mi spingeva ogni giorno a prendere le distanze da tutto ciò che potesse anche solo potenzialmente mettermi in contatto con persone che, secondo me, costituivano una vergogna per la causa di Cristo. Ero fedele all’undicesimo comandamento dell’evangelicalismo biblico ecclesiale: “Non farai assolutamente mai quello che gli altri fanno male”. Nel mio orgoglio avevo permesso che il mio ministero fosse influenzato e modellato più da alcuni estremisti di quanto lo fosse dalla Scrittura stessa. La paura di essere etichettato, connesso o in qualche modo associato con gli individui “non eruditi” e “non attraenti” del cristianesimo

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contemporaneo aveva esercitato un potere insidioso sulla mia abilità e volontà di essere oggettivo riguardo alla lettura delle Sacre Scritture. Non sono così ingenuo da credere che la mia attuale comprensione delle Scritture sia esente da ogni forma di influenza soggettiva! Sono però persuaso che, quanto meno, la paura non sia più in grado di condizionarmi in questo senso. Comunque, se tutto questo suona alle vostre orecchie come l’arroganza e l’auto-giustificazione di un uomo che pensava di “avere ragione” su tutto, sappiate che io ero esattamente così.

Dio e i suoi doni, oppure Dio nei suoi doni?

Esiste un principio cruciale che dobbiamo comprendere fin dall’inizio: i doni spirituali non sono qualcosa di esterno a Dio che egli conferisce al suo popolo, né delle “cose” tangibili o separabili da Dio. I doni spirituali sono nientemeno che Dio stesso in noi che fornisce energia alla nostra anima, impartisce rivelazione alla nostra mente, infonde potere alla nostra volontà e compie i suoi piani sovrani e misericordiosi per nostro tramite. I doni spirituali non devono mai essere visti in modo deistico, come se un Dio “che se ne sta là” ci avesse inviato qualcosa “quaggiù”. I doni spirituali sono Dio stesso che è presente nei pensieri umani, con essi e mediante essi, nelle opere, nelle parole e nell’amore dell’uomo. Il linguaggio che Paolo usa per spiegare questo punto è esplicito e spesso ridondante. Dato che questo libro riguarda principalmente il tema dei doni elencati in 1 Corinzi 12:4-11, esaminiamo questo paragrafo concentrandoci su ciò che l’apostolo Paolo dice riguardo alle origini, alla nascita o all’energia operante dei charismata. Mentre leggiamo, poniamo attenzione a ciò che è stampato in corsivo. Ora vi è diversità di doni, ma vi è un medesimo Spirito. Vi è diversità di ministeri, ma non v'è che un medesimo

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Quando la chiesa riceve potenza

Signore. Vi è varietà di operazioni, ma non vi è che un

medesimo Dio, il quale opera tutte le cose in tutti. Ora a ciascuno è data la manifestazione dello Spirito per il bene

comune. Infatti, a uno è data, mediante lo Spirito, parola di sapienza; a un altro parola di conoscenza, secondo il

medesimo Spirito; a un altro, fede, mediante il medesimo Spirito; a un altro, doni di guarigione, per mezzo del me-

desimo Spirito; a un altro, potenza di operare miracoli; a un altro, profezia; a un altro, il discernimento degli spiriti; a un altro, diversità di lingue e a un altro, l'interpretazione delle lingue; ma tutte queste cose le opera

quell'unico e medesimo Spirito, distribuendo i doni a ciascuno in particolare come vuole (1 Co. 12:4-11).

Per avere una piena comprensione di quello che Paolo sta dicendo, consideriamo la parola che nel versetto 7 è tradotta “manifestazione” (phanerosis). Questo è il modo usato da Paolo per dire che lo Spirito manifesta se stesso o è reso visibile fra di noi ogni volta che i doni vengono utilizzati. I doni spirituali sono una rivelazione concreta dell’attività divina e solo secondariamente un’azione umana. Sono la presenza dello Spirito stesso che si manifesta, in maniera relativamente chiara, talvolta potente, nel modo in cui svolgiamo il nostro ministero. I doni sono Dio che si mostra in pubblico nel bel mezzo del suo popolo. Rigettare i doni spirituali, allontanarsi da questa capacità conferitaci da Dio, immediata e misericordiosa, significa, in un certo senso, allontanarsi dal Signore stesso. Che qualcuno accetti o rifiuti la manifestazione della presenza divina non è una questione di poco conto. Con l’affermazione dei doni spirituali stiamo dando il benvenuto a Dio, mentre se li rifiutiamo stiamo rigettando anche Dio. Potrebbe sembrare un’affermazione molto dura; anche se, però, non sto insinuando che il cessazio-

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nismo intenda coscientemente opporre resistenza all’azione di Dio, di fatto l’opposizione è uno degli effetti di questa posizione teologica, che le persone ne siano coscienti o meno. Se i doni spirituali siano validi per oggi oppure no, non è un problema secondario o collaterale e non è una questione che riguarda solo il dibattito teologico. Esso tocca direttamente la profonda missione della chiesa e il modo in cui essa vive ed esplicita la sua chiamata. Il modo in cui parliamo al mondo, il modo in cui affrontiamo il nemico, le aspettative con cui svolgiamo il nostro ministero con le persone sofferenti, ferite e disperate è collegato al modo in cui rispondiamo alle seguenti domande: dovremmo o non dovremmo essere la chiesa della Bibbia? Dovremmo o no costruire la chiesa con gli strumenti forniti da Dio? Mi sento in dovere di specificare altre due cose: primo, non intendo dire che la potenza di Dio si trovi solo nei doni spirituali. La potenza di Dio agisce in molti modi e maniere e attraverso svariati strumenti. Lo Spirito è il responsabile della gioia, della pace e della speranza (si veda Ro. 15:13) tanto quanto lo è dei “segni e prodigi” (Ro. 15:19). Non si sfugge però al fatto che i charismata descritti nel Nuovo Testamento sono il principale canale attraverso il quale l’energia divina entra nella nostra esistenza, che altrimenti sarebbe apatica. Essi potenziano la nostra vita e portano la chiesa alla pienezza della conoscenza e dell’esperienza di Gesù Cristo. In secondo luogo, non tutti i cessazionisti (e nemmeno la maggior parte) negano la possibilità che dei fenomeni miracolosi possano essere accaduti e accadere anche dopo la morte degli apostoli. Quello che la maggior parte dei cessazionisti rifiuta sono le operazioni post-apostoliche che essi chiamano “doni di rivelazione” (profezia, lingue, interpretazione delle lingue, anche se né le lingue né l’interpretazione sono doni di rivelazione) e soprattutto il dono dei “miracoli” menzionati da

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Quando la chiesa riceve potenza

Paolo in 1 Corinzi 12:10. La maggioranza dei cessazionisti afferma la possibilità dei miracoli (pur aspettandosene pochi), ma la presenza dei doni stessi all’interno della vita della chiesa contemporanea viene negata. Similmente, la maggior parte dei cessazionisti crede che Dio possa guarire le persone in modo soprannaturale e che in qualche occasione lo faccia ancora oggi. Sostengono però che il “dono” di guarigione non sia più disponibile alla chiesa. Una delle principali ragioni su cui si fonda questa dottrina è una concezione sbagliata dei doni miracolosi. Molti cessazionisti credono erroneamente che una persona con il “dono di guarigioni” o il “dono di miracoli” debba essere in grado di esercitare il potere soprannaturale a piacimento (in ogni occasione, in ogni momento, con lo stesso livello di successo degli apostoli dei primi tempi). Quando essi paragonano quanto detto sopra con l’attuale infrequenza e inefficienza degli avvenimenti miracolosi, ovviamente traggono la conclusione che i charismata non sono più operanti all’interno della chiesa. Questo è un punto che affronterò in dettaglio più avanti.2 In questo libro leggerete parecchie cose sui fenomeni miracolosi. Quando uso questa terminologia non parlo del semplice potenziale verificarsi di una rara attività soprannaturale o di qualche sorprendente atto di divina provvidenza. Penso piuttosto al verificarsi vero e proprio di quei doni miracolosi elencati in 1 Corinzi 12:7-10 che, secondo il mio parere, sono ancora oggi a disposizione della chiesa.

Perché “nove” e non tutti?

Perché mai concentrarci soltanto sui doni elencati in 1 Corinzi 12:7-10? La risposta non è perché gli altri doni siano meno importanti per la vita della chiesa. Esistono però tre motivi 2 Su questo tema si veda Jack Deere, Surprised by the Power of the Spirit, cit., pp. 58-71, 229-252.

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precisi per cui ho scelto di focalizzare l’attenzione sui nove doni di 1 Corinzi 12 (parola di sapienza, parola di conoscenza, fede, guarigioni, miracoli, profezia, discernimento degli spiriti, lingue e interpretazione delle lingue). Prima di tutto, la natura di questi nove doni è meno ovvia degli altri. La misericordia (si veda Ro. 12:8), l’insegnamento (si veda Ro. 12:7), l’esortazione (si veda Ro. 12:8) e doni simili sono più semplici da comprendere e perciò non hanno bisogno di una spiegazione più estesa come invece è il caso dei suddetti nove. Secondo, questi nove doni sono, nel bene e nel male, molto controversi. Bisogna ammettere, con tristezza, che invece di unire i cristiani in uno sforzo concertato per edificare la chiesa, essi sono diventati motivo di accesi dibattiti e di divisioni nella chiesa stessa. Il mio obiettivo è fare luce su questi doni; dissolvere ogni nebbia teologica ed eliminare (o almeno ridurre al minimo) il modo caricaturale con cui molti nella chiesa hanno dipinto non solo questi doni ma anche coloro che li esercitano. In terzo e ultimo luogo, la chiesa ha un disperato bisogno dell’effusione dell’attività soprannaturale di Dio nella sua vita e nel suo ministero. Anche se tutti i doni spirituali richiedono la presenza vitale dello “stesso Dio” (1 Co. 12:6), questi nove doni sono, per natura, più palesi e potenti, almeno in termini di impatto visivo e vocale. Con questo non sto difendendo un approccio sensazionalistico al cristianesimo, né credo che una persona che abbia il dono di profezia sia, ad esempio, più importante o più spirituale di chi ha il dono dell’insegnamento o della conduzione o della misericordia. Nella chiesa, però, è terribilmente scarsa quell’azione soprannaturale dello Spirito che trasforma le vite e onora il potere di Cristo. Prendere coscienza della disponibilità di tali doni e comprendere il loro funzionamento è essenziale se vogliamo superare i mali della chiesa. Ecco il perché di questo libro. Desidero che possiate essere informati sui doni spirituali. Infatti, quando non si capisce una

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cosa è improbabile preoccuparsene. Peggio ancora, se la comprensione che se ne ha è distorta o se si è male informati, la mancanza d'interesse potrebbe trasformarsi in opposizione aperta. Desidero che possiate anche disporre degli strumenti necessari per usare i doni che Dio vi ha dato. Sapere quali essi sono significa arrivare solo a metà del percorso. Dobbiamo anche possedere la sapienza pratica e l’abilità spirituale per sapere come, quando e per chi devono essere usati. Infine, desidero generare delle aspettative in voi su quello che Dio potrà fare per voi e per quanti Dio vi ha chiamato ad aiutare con la sua potenza. Desidero che possano crescere e intensificarsi la vostra fede e la vostra fiducia sia nella bontà sia nella grandezza di Dio. Raramente chi è scettico riguardo a ciò che Dio può fare sperimenta il suo potere. Ecco il perché di questo libro ed ecco perché spero che lo leggiate.

PER APPROFONDIRE

1. Pensa allo stato della tua chiesa locale, quali ritieni che sia­ no i suoi principali punti di forza e quali i suoi principali bisogni? 2. Nello specifico, in quali aree della vita e del ministero riscontri una maggiore necessità di effusione della potenza dello Spirito Santo? 3. Fai ancora fatica a credere che tutti i doni dello Spirito siano ancora oggi validi e operanti? Se sì, identifica quali sono le ragioni per cui la pensi in questo modo. 4. Quale significato trovi nella descrizione che l’apostolo Paolo fa riguardo ai doni spirituali come “manifestazioni” dello Spirito Santo? 5. Elenca le diverse ragioni per cui pensi che le persone siano spaventate dai doni spirituali e dalla presenza dello Spirito Santo. Cosa si potrebbe fare a riguardo?

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Che cosa sono i doni spirituali? Chi li riceve? Come dovremmo usarli? Molti credenti hanno ancora tanti dubbi irrisolti sugli aspetti basilari dei doni dello Spirito. In questo libro, I doni spirituali - Una guida per principianti, potranno trovare le risposte alle loro domande e imparare come individuare ed esercitare i propri doni. Concentrandosi sui nove doni spirituali che l’apostolo Paolo elenca in 1 Corinzi 12, Sam Storms presenta un’introduzione biblica ai doni dello Spirito, elargiti da Dio a ogni generazione di credenti. Nel farlo unisce solide basi bibliche a consigli pratici ed esempi personali di esercizio dei doni spirituali, prefiggendosi di aiutare i credenti a superare eventuali timori ad addentrarsi in territori sconosciuti. I doni che possiedi rivelano la presenza di Dio e la sua potenza nella tua vita. Scopri lo scopo preciso dei doni spirituali nella chiesa, identifica la speciale combinazione di doni che Dio ha fornito a te e impara a esercitarli per la sua gloria! Da oltre quarant’anni Sam Storms lavora come pastore, insegnante e autore. Attualmente è pastore della Bridgeway Church, in Oklahoma. Autore di una ventina di testi e fondatore del ministero Enjoying God, ha conseguito la laurea presso la University of Oklahoma, un master in teologia presso il Dallas Theological Seminary e un dottorato di ricerca presso la University of Texas. È sposato con Ann da quasi cinquant’anni: la coppia ha due figli adulti e quattro nipoti.

€ 13,00

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