Wayne Grudem
IL DONO DELLA PROFEZIA NEL NUOVO TESTAMENTO E OGGI D. A. Carson
DALLO SABBATH AL GIORNO DEL SIGNORE
Un’indagine biblica, storica e teologica
Augustus Nicodemus
LA BATTAGLIA SPIRITUALE
LA BATTAGLIA SPIRITUALE Augustus Nicodemus
Augustus Nicodemus Lopes La battaglia spirituale Proprietà letteraria riservata: BE Edizioni di Monica Pires P.I. 06242080486 Via del Pignone 28 50142 Firenze Italia O que você precisa saber sobre batalha espiritual Copyright © Augustus Nicodemus Lopes, 2012. Editora Cultura Cristã, São Paulo, Brasil. All rights reserved. Coordinamento editoriale: Filippo Pini Traduzione: Daniele Sybullelly Rey Kylly Revisione: Irene Bitassi Consulenza editoriale: Teresa Castaldo Impaginazione: Paola Lagomarsino Copertina: Samuele Ciardelli Prima edizione: Settembre 2015 Stampato in UE Tutte le citazioni bibliche, salvo diversamente indicato, sono tratte dalla Nuova Riveduta, Società Biblica di Ginevra. ISBN 978-88-97963-15-8 Per ordini: www.beedizioni.it È vietata la riproduzione, anche parziale, con qualsiasi mezzo effettuata compresa la fotocopia, anche ad uso interno didattico. Per la legge italiana la fotocopia è lecita solo per uso personale purché non danneggi l’autore. Quindi ogni fotocopia che eviti l’acquisto di un libro è illecita e minaccia la sopravvivenza di un modo di trasmettere la conoscenza. Chi fotocopia un libro, chi mette a disposizione i mezzi per fotocopiare, chi comunque favorisce questa pratica commette un furto verso l’autore e gli editori e mette a rischio la sopravvivenza di questo modo di trasmettere le idee.
Indice Presentazione
1
2
3
Per una chiesa vera e pura
11
Introduzione
15
Siamo in guerra
17
Il contesto di Efesini 6:10-20
19
La chiamata alle armi
24
I motivi per indossare l’armatura di Dio
25
I pericoli legati al combattimento cristiano
29
Conclusioni
32
Domande per la discussione e la riflessione
33
L’origine e la diffusione del movimento della “battaglia spirituale”
35
Affrontare gli spiriti malvagi in Cina
35
Le diverse linee della “battaglia spirituale”
36
L’influenza di Peretti, Wagner e del movimento AD2000
38
Domande per la discussione e la riflessione
40
I principali insegnamenti del movimento della “battaglia spirituale”
41
Modello “ekbalistico” di ministero Tutto il male è demoniaco Ministero ekbalistico: l’unica strategia
41 41 42
4
Gli spiriti territoriali L’occupazione demoniaca delle strutture La resistenza degli “spiriti territoriali” all’opera della chiesa
42 44 45
La chiesa all’attacco Mappatura spirituale Occupazione demoniaca delle strutture e “preghiera di guerra” Affrontare gli “spiriti territoriali”: la “battaglia spirituale” Consulenza ekbalistica La rottura delle maledizioni ereditarie
46 46 48 49 50 51
Con cosa possiamo essere d’accordo La realtà delle forze del male Preoccupazione evangelistica Enfasi sulla preghiera
52 52 52 53
Domande per la discussione e la riflessione
53
Che cosa ci preoccupa nel movimento della “battaglia spirituale”
55
La mancanza di base biblica per i principali insegnamenti del movimento Nessuna istruzione per la “mappatura spirituale” Il trono di Satana Storiografie spirituali? Nessuna istruzione ad attaccare spiriti strutturali Gesù e la missione dei dodici e dei settanta
55 56 56 57 58 59
Esperienze come fonte di rivelazione e conoscenza Wagner: “spiriti territoriali” e missioni mondiali Itioka: la chiesa e la battaglia spirituale L’uso di esperienze selezionate Pragmatismo e verità biblica
60 60 61 62 63
Attacco alla sufficienza di Cristo Spezzare le maledizioni: è biblico? Esodo 20 ed Ezechiele 18 Cristo ci riscatta dalla maledizione della legge Evangelizzare brasiliani coinvolti con l’occultismo Gli apostoli e i loro convertiti dal paganesimo
63 64 64 65 66 67
5
L’ossessione malata per il mondo degli spiriti Visione occidentale od orientale del mondo? Qual è la visione biblica del mondo? Principati, potestà e strutture socio-politiche Il ritorno del manicheismo La dottrina di Manicheo Manicheo redivivo?
70 71 72 74 75 75 76
L’influenza della “confessione positiva”
76
E la storia della chiesa? La riforma del XVI secolo e la liberazione dell’Europa I risvegli storici “Battaglia spirituale”: rivelazione di Dio per gli “ultimi tempi”?
77 77 78 79
Angelologia difettosa Guerra tra le stelle: combattimenti tra gli angeli Spiriti territoriali
80 80 83
Tutto il male viene dal diavolo? Male morale e male circostanziale Affrontare il peccato: esorcismo o santificazione?
85 85 86
Un credente può essere “posseduto”? L’insegnamento dei sostenitori del movimento della “battaglia spirituale” Posseduto o indemoniato? Credenti indemoniati Valutazione critica Spiriti maligni o peccato? Mancanza d’insegnamento ed esempi biblici Analisi della presunta base biblica Esperienze, ancora una volta Casi di “credenti indemoniati”
87
Domande per la discussione e per la riflessione
96
La vittoria di Cristo e le sue implicazioni
99
Come la Bibbia descrive la vittoria di Cristo Il serpente schiacciato: Genesi 3:15 Potestà spogliate: Colossesi 2:14-15
88 88 89 90 91 92 92 94 95
100 100 100
6
7
8
Esorcismo cosmico: Giovanni 12:31-33 La morte della morte: Ebrei 2:14-15 L’uomo forte legato: Marco 3:26-27 Il dragone legato: Apocalisse 20:1-3 Le due epoche
101 103 104 107 109
Domande per la discussione e per la riflessione
112
La battaglia spirituale come resistenza
113
Armi spirituali Come usare queste armi
115 116
Istruzioni a un giovane soldato
116
L’insegnamento di Pietro e di Giacomo
120
Conclusioni
122
Domande per la discussione e per la riflessione
122
La battaglia spirituale come proclamazione
123
Non ci sono altre armi d’attacco?
125
“Riprendere” nel Nuovo Testamento Le riprensioni di Gesù Non biblicismi, ma princìpi Michele e Satana
126 127 127 128
Possiamo cacciare i demoni oggi?
129
Domande per la discussione e per la riflessione
132
L’errore religioso
133
L’importanza della verità
134
Il proposito di Satana
135
Il metodo di Satana
136
Gli strumenti di Satana
139
La preoccupazione apostolica per la verità
143
L’illusione dell’errore
145
Manifestazioni soprannaturali alleate dell’errore
147
Il pericolo dello squilibrio
148
9
Conclusioni
149
Domande per la discussione e per la riflessione
150
Paolo e Satana
151
La spina nella carne La natura della spina La strategia di Paolo per affrontare l’attacco satanico La risposta del Signore La reazione di Paolo di fronte alla risposta di Dio Conclusioni
153 155 158 159 161 162
La lotta per la città di Tessalonica Satana teneva Tessalonica prigioniera L’attacco di Paolo alle fortezze del diavolo a Tessalonica L’attacco di Satana contro l’opera missionaria a Tessalonica Come Paolo affrontò Satana
163 164 165 167 170
Conclusioni
171
Domande per la discussione e per la riflessione
171
10 L’armatura per il giorno malvagio
173
Il giorno malvagio
173
L’armatura di Dio
176
Le parti dell’armatura La verità come cintura La giustizia come corazza La pace del vangelo come sandali La fede come scudo La salvezza come elmo La Parola di Dio come spada La preghiera d’intercessione e l’armatura
180 181 181 182 184 185 186 187
Conclusioni
188
Domande per la discussione e per la riflessione
189
11 Oggetti che portano benedizione e maledizione Oggetti che portano benedizioni Comprendere l’uso di oggetti nella Bibbia
191 191 193
Confronto con l’uso nelle chiese di liberazione
194
Oggetti che portano maledizione
197
L’uso di oggetti nel paganesimo
199
Maledizioni portate da oggetti consacrati ai demoni
201
Cose maledette nella Bibbia
204
Atti 19 e la rottura della maledizione di oggetti
207
Domande per la discussione e per la riflessione
211
12 Cose sacrificate ai demoni
213
Conclusioni
221
Domande per la discussione e per la riflessione
223
Presentazione Per una chiesa vera e pura L’opposizione, che il cristianesimo affrontò nei primi secoli e che ancora oggi è una realtà in alcuni paesi dell’Africa e dell’Asia, sorge minacciosa in mezzo alla stessa società occidentale, per lunghi anni cristiana di nome. L’etica evangelica, punto di riferimento prima accettato, anche se esteriormente e ipocritamente, è ora quotidianamente e violentemente messa in dubbio nei mezzi di comunicazione. La ragione è che s’è data per certa la negazione della fonte di autorità: Dio e la sua Parola sono stati apertamente sostituiti dalla “scintilla divina” che è dentro a ciascuno e da sentimenti e impressioni personali. L’uomo come misura dell’uomo stesso, espressione essenziale del peccato formulata da Protagora,1 riscontrabile tuttavia in qualunque momento della storia, è il fondamento dell’opera di costruzione anche della Babele attuale. Ma ora nessuno parla di arrivare a Dio. La felicità e la realizzazione personale stanno sul tetto dello ziggurat, fatto a suon di milioni di dollari. Oggi, la chiesa di Gesù avrebbe già abbastanza problemi soltanto per il fatto di convivere con questo rinnovato e aggressivo paganesimo. Ma il problema è che oltre a questo confronto esterno, allo stesso tempo essa sta venendo minata da insegnamenti perversi, seminati dai suoi stessi affiliati. Atti 20:30 elimina l’elemento sorpresa, ma non per questo la rovina è minore. Quando nella chiesa lo studio serio, paziente 1 “L’uomo è la misura di tutte le cose, di quelle che sono in quanto sono e di quelle che non sono in quanto non sono”, Protagora, in Platone, Teeteto (ndr). 11
LA BATTAGLIA SPIRITUALE
e pio delle Scritture viene sostituito dalla folcloristica e irresponsabile collezione di esperienze, il Dio Sovrano, il Signore degli eserciti e il Re dei re, è nella pratica scambiato per un dio impotente e con le spalle al muro, che contempla spaventato la battaglia spirituale, combattuta nel cosmo tra gli angeli buoni e quelli malvagi, sotto il comando esperto dei guru del momento. Base biblica? Per quale motivo, se abbiamo a disposizione ricerche sul campo che mostrano come questa teologia “funzioni”? Anzi, anche i demoni sono stati intervistati… L’accettazione del vangelo e il suo insegnamento costituiscono uno dei segnali distintivi della chiesa vera e pura. In questo momento, in cui affrontiamo lupi voraci e insegnamenti pervertiti (At. 20:29-30), la casa editrice Cultura Cristã desidera contribuire a quest’autenticità e purezza ripubblicando questo libro del dr. Augustus Nicodemus Gomes Lopes. Nel miglior senso dell’espressione, quest’opera è uno studio biblico. Non c’è posizione o insegnamento collegati al tema che l’autore non affronti alla luce delle Scritture. Non si tratta di un libro scritto in fretta o per comporre una serie. Piuttosto, è nato da una profonda preoccupazione pastorale dell’autore per le derive assunte dalle chiese. Abbiamo in quest’opera due valide combinazioni. Da parte dell’autore, erudizione e fedeltà; come risultato, nel libro troviamo verità e amore (Ef. 4:15). Come il lettore osserverà, il paganesimo che s’infiltra nella chiesa è qui combattuto senza esitazione. Per questo motivo, questo libro è indispensabile per pastori, professori e studenti di seminari e istituti biblici, così come per i leader in genere. Le sue edizioni precedenti sono state usate come linea guida di studi biblici nelle classi di scuola domenicale, gruppi familiari, cellule e riunioni di studio. È stato con gioia che abbiamo visto esaurirsi le prime quattro edizioni. Molti credenti vengono benedetti da questo studio serio, profondo. È giusto affermare che la chiesa evangelica non possedeva, prima di quest’opera, altro materiale che presentasse una posizione biblica e pratica sull’argomento. Questa quinta edizione, dopo le aggiunte fatte alla precedente, è stata rivista con attenzione, nonostante non ci fossero quasi per nulla equivoci che rendessero necessaria questa misura. Abbiamo aggiunto, anche, alla fine di ogni capitolo, domande per la riflessione personale e per lo studio di gruppo. 12
Presentazione
Crediamo anche che questo libro sarà utile, affinché la chiesa studi con serietà la Parola di Dio e si consolidi nella verità, rifiutando errori tanto al suo interno quanto all’esterno. Claudio Marra Direttore editoriale Editora Cultura Cristã Febbraio 2012
13
Introduzione Le chiese storiche di tutto il mondo sono state sfidate, in questi ultimi tre decenni, a dare risposte a un movimento all’interno delle proprie fila che è diventato noto come “battaglia spirituale”. Il nome in sé già suggerisce di che cosa si tratti: un movimento in cui l’enfasi maggiore sta nella lotta della chiesa di Cristo contro Satana e i suoi demoni, un conflitto di natura spirituale quanto ai metodi, alle armi, alle strategie e agli obiettivi. Questo crescente interesse per Satana, demoni, spiriti maligni e il misterioso mondo degli angeli nelle cerchie evangeliche corrisponde alla diffusione di misticismo e interesse nel mondo di oggi per gli angeli (tanto malvagi quanto buoni) e per l’occulto. Sebbene dobbiamo accogliere qualunque sforzo sia di aiuto a prepararci meglio per affrontare gli attacchi delle schiere maligne, questo movimento sta causando alcune serie preoccupazioni a pastori, studiosi e leader evangelici in tutto il mondo, non soltanto nelle chiese evangeliche storiche, ma anche nelle chiese pentecostali classiche.2 Anche le organizzazioni internazionali, come il Comitato di Losanna per l’evangelizzazione mondiale, hanno espresso le loro preoccupazioni nei confronti degli insegnamenti di questo movimento, come nella dichiarazione del gruppo di lavoro del 1993 a Londra.3 2 Per esempio, si veda il libro di Paulo Romeiro, delle Assemblee di Dio, Evangélicos em crise: decadência doutrinária na igreja brasileira, Mundo Cristão, San Paolo, 1995, in cui muove svariate critiche al movimento. 3 Si vedano estratti di questa dichiarazione in Mike Wakely, A critical look at a new “key” to evangelization, in «Evangelical Missions Quaterly» (aprile 1995), pp. 156-157. 15
LA BATTAGLIA SPIRITUALE
Ci sono svariate ragioni per questa preoccupazione. Una di esse è che il movimento, laddove ha guadagnato l’adesione di pastori e comunità, sta producendo un tipo di cristianesimo in cui l’attività satanica è diventata il centro e la stessa ragione di essere di questi ministeri e di queste chiese. In tali casi, nonostante generalmente le dottrine fondamentali della fede cristiana non siano negate (ci sono delle eccezioni), esse sono solitamente relegate in secondo piano, sparendo dagli insegnamenti e dalla liturgia. Il risultato di ciò è un cristianesimo distorto, deformato, in cui vengono trascurati insegnamenti come la salvezza per sola fede, mediante l’unico sacrificio espiatorio di redenzione di Cristo, la dottrina della persona di Cristo, la sua mediazione e i suoi ruoli, la caduta, la depravazione dell’uomo e la santificazione progressiva per mezzo della grazia. Non è che queste chiese e i sostenitori del movimento neghino necessariamente questi punti, però sicuramente non danno loro l’enfasi necessaria e dovuta, cioè quella che ricevono nelle Scritture stesse. Il movimento della “battaglia spirituale” sta causando la nascita di nuove chiese (e anche di denominazioni) il cui ministero principale è l’espulsione di demoni e la “liberazione” dei credenti dall’oppressione demoniaca a tutti i livelli (spirituale, morale e fisico, così come geografico, strutturale e sociale). Ma il problema non è soltanto questo, infatti le idee e le pratiche diffuse dal movimento si stanno infiltrando nelle chiese storiche, attraendo molti dei loro pastori, leader e membri. L’obiettivo di questo libro è presentare l’insegnamento biblico sul conflitto della chiesa con le schiere delle tenebre e le loro implicazioni ai giorni nostri. Con questo proposito, forniamo un’esposizione delle principali dottrine del movimento della “battaglia spirituale”, insieme a una valutazione critica, nel tentativo di offrire agli evangelici una risorsa utile per il discernimento e la crescita nella verità che si trova in Cristo.
16
1 Siamo in guerra David Searle racconta nel suo libro Be strong in the Lord che, allo scoppio della seconda guerra mondiale in Europa, il medico dr. Stott, padre del pastore e teologo John Stott, mancato recentemente, si arruolò immediatamente nelle forze britanniche per difendere la sua patria. Però, suo figlio John, che all’epoca aveva l’età per entrare nell’esercito, affermò di essere un pacifista e che non si sarebbe arruolato. La guerra finì, gli alleati vinsero e per sette anni il padre di Stott non gli rivolse la parola, perché credeva che il figlio avesse commesso un errore imperdonabile contro il suo paese. Anni più tardi, i due si riconciliarono e il padre finalmente andò alla cappella di All Souls, a Londra, per ascoltarlo predicare.4 Nonostante rispettiamo le idee pacifiste, certamente questo tipo di atteggiamento non varrebbe nei confronti della guerra in cui è coinvolta la chiesa. Secondo quanto scrisse l’apostolo Paolo in Efesini 6:10-20, siamo in una lotta contro principati e potenze. In questo caso, nessun credente può essere pacifista e dire che non crede nella guerra, perché è già coinvolto in un conflitto. Esso non è ovviamente contro carne o sangue, ma contro principati e potenze, contro i dominatori di questo mondo di tenebre. Che lo vogliamo o meno, nel momento in cui diventiamo credenti ricevendo Cristo come nostro Salvatore, ci arruoliamo nel suo esercito, per una battaglia di dimensioni a volte oltre la nostra comprensione. 4 Cfr. David Searle, Be strong in the Lord, Christian Focus Publications, Tain, 1995. 17
LA BATTAGLIA SPIRITUALE
Efesini 6:10-20 è “l’ordine del giorno” del nostro generale, la convocazione del Signore Gesù, affinché la chiesa sia pronta per questo combattimento in cui è irreversibilmente coinvolta. Questo è uno dei brani più importanti per la chiesa attuale. In esso, l’apostolo Paolo abbozza i principi basilari della lotta della chiesa di Cristo contro gli spiriti maligni che dominano questo mondo di tenebre. Qui possiamo trovare, più che in qualunque altra parte delle Scritture, un’esposizione dettagliata dello scontro della chiesa con il diavolo e i suoi angeli. Se oggi chiedessi ad alcuni credenti di dipingere un quadro per rappresentare la vita cristiana, probabilmente verrebbe fuori la famosa immagine delle impronte lasciate da Gesù sulla sabbia, mentre ci porta in braccio nei momenti più critici della nostra vita. Ho già visto un quadro che rappresentava la vita cristiana come un passerotto posato su un ramo che oscillava sulle potenti cascate del Niagara: la fragilità del passerotto contrastava con l’impetuosità della corrente; però, nonostante ciò, l’uccellino sembrava cantare tranquillamente. Ho già visto anche quadri che mostravano barche a vela su un mare calmo, proiettate contro un orizzonte blu. So che molte persone dipingerebbero la vita cristiana in questo modo. Ma quanti la dipingerebbero come un campo di battaglia, con armi, strumenti di guerra, trincee, sentinelle di guardia, soldati che corrono da una parte all’altra sotto gli ordini di un comandante? Quanti rappresenterebbero la chiesa come un esercito coinvolto in una lotta sanguinosa e crudele? Non molti, credo, nonostante questa sia esattamente la descrizione che l’apostolo Paolo fa della chiesa in Efesini 6:10-20.5 Il brano non trasmette il concetto, tanto popolare oggi, della chiesa come un ospedale dove si va a ricevere cure. Al contrario, essa è descritta come un grande campo militare. Non sto dicendo che non vi siano soldati feriti bisognosi di cure e terapie. Il problema è che ci sono molti credenti che passano tutto il tempo in “infermeria”, come se la chiesa fosse un grande padiglione per la cura perenne dei malati. In realtà, la chiesa è più come un esercito sul campo di battaglia e ognuno 5 Paolo impiega figure e linguaggio militari in vari altri brani delle sue lettere, per descrivere la vita cristiana e il ministero (cfr. Ro. 13:12; 2 Co. 10:3; 1 Te. 5:8; 1 Ti. 1:18-19; 6:12; 2 Ti. 2:4, ecc.) 18
Siamo in guerra
di noi è chiamato a essere pronto per resistere agli attacchi di Satana. Il cristianesimo non è un gioco: è una questione di vita o di morte. È una cosa molto seria: riguarda realtà eterne che determinano lo stato futuro delle persone. Così, in Efesini 6:10-20, Paolo descrive la chiesa di Cristo nella sua armatura completa, che resiste, ferma, all’attacco feroce, incessante, crudele e astuto di un nemico tremendamente potente. Per questo, ripeto, dobbiamo prendere tutta l’armatura di Dio. La chiesa non è un luogo di divertimento, non è un club, ma un esercito. È in questo modo che dobbiamo comprendere la vita cristiana. Il brano c’invita a riflettere sul fatto che la chiesa non sta vivendo in questo mondo placidamente, in una splendida vacanza. Quando i pastori e gli studiosi, lasciandoci in eredità la teologia riformata, hanno detto che la chiesa nel mondo è una chiesa militante, in pieno combattimento, stavano riflettendo sull’insegnamento biblico secondo cui i credenti sono coinvolti in un tremendo conflitto, mentre camminano per questo mondo di tenebre. Se siamo coinvolti in un conflitto di queste proporzioni, certamente è molto pericoloso andare da una parte all’altra della linea di fuoco senza sapere ciò che sta accadendo e senza alcuna preparazione. Specialmente oggi, quando il tema della battaglia spirituale viene presentato alle chiese in una maniera distorta, è estremamente importante prendere un brano cruciale come Efesini 6:10-20 e comprenderlo correttamente. Abbiamo bisogno di riprendere la visione globale di quanto sta accadendo intorno a noi. Abbiamo bisogno anche di prepararci per rispondere alle domande che molte persone ci fanno su quest’argomento. Noi stessi abbiamo bisogno di essere pronti per affrontare le astuzie del diavolo.
Il contesto di Efesini 6:10-20 In primo luogo, nello studiare un brano come questo, dobbiamo ricordarci del contesto, della situazione e del proposito con cui è stato scritto. Questa è una regola molto importante. Che cosa significava il brano per i suoi primi lettori? Qual era lo scopo del suo autore? Paolo non l’ha scritto per lasciare alla chiesa un trattato accademico sulla “battaglia 19
LA BATTAGLIA SPIRITUALE
spirituale”. Lui e gli altri apostoli erano uomini molto occupati, coinvolti continuamente con il lavoro missionario e pastorale. Non avevano tempo di “occuparsi di teologia” per il semplice piacere di farlo. Non scrivevano soltanto per tenersi aggiornati, ma al contrario per rispondere alle necessità delle congregazioni appena formate, quando non potevano essere presenti di persona per risolvere i loro problemi. Alcuni studiosi attuali si sono interrogati sulla paternità della lettera paolina agli efesini. Ci sono anche dubbi se sia stata scritta solo per gli efesini o se fosse una lettera circolare, indirizzata a svariate chiese della regione dove si trovava la città di Efeso. Credo non ci siano prove sufficienti per abbandonare la posizione che la chiesa ha adottato per quasi duemila anni, secondo cui Paolo sarebbe il suo autore. Per quanto riguarda i destinatari, riconosco che la questione è più difficile da chiarire. Sappiamo che Paolo ha almeno una volta scritto una lettera aperta, circolare (cfr. Cl. 4:16). Comunque, anche se la Lettera agli Efesini non fosse stata destinata esclusivamente agli efesini, loro certamente ne ricevettero una copia già agli inizi della chiesa apostolica. Così, ammettiamo in questo libro che Paolo sia il suo autore e che il suo destinatario primario fosse la chiesa di Efeso. Paolo scrisse questa lettera mentre era in prigione. La causa dell’incarceramento era il suo ministero apostolico di annunciare il vangelo di Cristo (Ef. 3:1; 4:1; 6:20). La maggior parte degli studiosi crede che si trovasse in carcere a Roma, per istigazione dei giudei, dopo aver fatto appello a Cesare (cfr. At. 25:11-12; 27:1; 28:16,30-31). È possibile che la visita a Roma di Tichico, che portava notizie da Efeso, abbia motivato Paolo a scrivere loro questa lettera, per incoraggiarli di fronte alla notizia della sua prigionia (cfr. Ef. 3:13). Paolo scrive con lo scopo di mostrare ai suoi lettori tutte le benedizioni spirituali di cui la chiesa gode nella persona di Cristo. In essa l’apostolo spiega, in modo più elaborato rispetto ad altre sue lettere, che cosa pensa riguardo alla chiesa. Nei primi capitoli, descrive tutte le benedizioni spirituali che essa possiede in Cristo Gesù. Tra queste benedizioni cita il perdono dei peccati, l’adozione come figli, la predestinazione, la redenzione, la conversione e il sigillo dello Spirito Santo. Parla della chiesa come della realizzazione del piano di Dio di far convergere tutte le cose in Cri20
Siamo in guerra
sto Gesù, poiché essa costituisce l’apice della volontà redentiva divina nella storia. In lei, Dio realizza il suo scopo di riconciliare a sé stesso tutte le cose. Nel capitolo 2, l’apostolo descrive i credenti nella loro posizione di vittoria, essendovi stati portati dalla situazione di schiavi, di miseria, di peccato, soggiogati all’ira di Dio. Ora, in Cristo, la chiesa è seduta alla destra di Dio. Tutto ciò è per grazia. Nella chiesa, giudei e gentili, servi e padroni, uomini e donne, in sintesi tutte le varietà della razza umana trovano la loro unità. Per mezzo dello Spirito Santo, tutti noi abbiamo accesso a Dio in un solo Spirito. Nel capitolo 3, Paolo parla del ministero degli apostoli. A loro Dio ha rivelato il mistero del vangelo, il fondamento della chiesa. Paolo parla di sé come il minore tra gli apostoli e considera la sofferenza nella prigione romana, a causa dell’annuncio del mistero di Cristo, come un privilegio e non come una ragione di scoraggiamento e indebolimento dei suoi lettori. Inoltre, prega affinché loro possano comprendere profondamente l’amore di Cristo. Nel capitolo 4, Paolo menziona l’unità della chiesa nello Spirito Santo, attraverso il vincolo della pace. Alla luce di tutte queste meravigliose benedizioni, continua Paolo, il credente deve avviarsi a una nuova vita. Deve spogliarsi delle cose vecchie e prendere su di sé tutta la “novità” che è stata portata da Cristo al mondo, il “nuovo” nel senso biblico. Deve, in questo modo, rivestirsi dell’uomo nuovo, creato secondo Dio in giustizia, santità, camminando in modo degno della sua vocazione. Queste implicazioni pratiche vengono sviluppate nei capitoli 4, 5 e 6. Alla fine della lettera, l’apostolo avverte la chiesa che essa troverà opposizione, vivendo in questo mondo nella pienezza delle benedizioni spirituali. Il fatto che la chiesa sia in posizione di vittoria in Cristo Gesù, che siamo risorti e seduti con lui nelle regioni celestiali, non significa che i nostri problemi qui in questo mondo siano finiti. Non vuol dire che il conflitto sia cessato e che qui ora sarà tutto roseo. “No”, dice Paolo, “dovete ricordarvi che la chiesa è ancora inserita in un mondo di tenebre, dove abitano schiere maligne potenti. In esso, la chiesa troverà una tremenda opposizione di questi principati e queste potenze, le forze spirituali del male attaccheranno continuamente, cercando 21
LA BATTAGLIA SPIRITUALE
d’impedire che i credenti sfruttino i loro privilegi in Cristo e facendo in modo che deviino dalla loro direzione e dal loro scopo”. Dunque, si può vedere qui quanto sia equivoco quel tipo di evangelismo, molto popolare ai giorni nostri, che offre alle persone una soluzione completa di tutti i loro problemi, se soltanto accettano Cristo Gesù. In un certo senso, questo non è un modo molto onesto di evangelizzare. I nostri amici avranno l’impressione che, se accettano Cristo, tutti i loro problemi attuali saranno risolti in modo miracoloso e istantaneo. Credo che sia vero l’opposto. Quando qualcuno crede e si converte genuinamente a Cristo, è proprio in quel momento che i problemi sorgono e che alcuni di quelli precedenti addirittura si aggravano. Una volta ho letto la storia di uno schiavo credente, il cui padrone aveva l’abitudine di beffarsi della sua fede in Cristo, dicendo: “Non vedo quale sia il vantaggio di essere credente. Non credo in Cristo e detesto il cristianesimo. Tuttavia, sono un uomo ricco, senza problemi e ho tutto nella vita. Invece tu, che dici di servire questo Cristo, sei solo il mio schiavo, non hai niente in questo mondo e patisci molta sofferenza: come spieghi questo?” Il povero schiavo non aveva una risposta da offrire. Un giorno, uscì accompagnando il suo padrone in una battuta di caccia alle anatre selvatiche. L’uomo aveva una mira eccellente e con pochi spari era riuscito a tirare giù molte anatre che passavano in volo sulla laguna. “Sbrigati”, disse allo schiavo, “vai subito a prendere quelle ferite ma ancora vive, perché potrebbero scappare. Lascia le morte per dopo, perché tanto loro non andranno da nessuna parte”. Mentre lo schiavo ubbidiva, nella sua mente si accese “una lampadina”. Tornando con gli uccelli abbattuti, disse al suo signore: “Padrone, ora ho la risposta alla sua domanda. Le mie sofferenze in questo mondo si spiegano nello stesso modo in cui mi avete guidato a cercare le anatre. Il diavolo punta a coloro che sono ancora vivi e lascia in pace quelli che sono già morti. Lui cerca di far diventare la mia vita la più miserabile possibile, perché sono vivo in Cristo e posso scappare dai suoi artigli. Allo stesso tempo, la lascia in pace lei, poiché morto nelle sue offese e nei suoi peccati, lei già gli appartiene”. Questa storia illustra bene quello che voglio dire. In molti casi, qualcuno si converte veramente al cristianesimo biblico e si ritrova ad 22
Siamo in guerra
avere più problemi di prima. Il diavolo e i suoi angeli cominceranno a perseguitarlo e tentarlo molto più intensamente di prima. Non soltanto questo, ma la sua coscienza stessa avrà una nuova sensibilità nei confronti del peccato. Per esempio, se prima riusciva a tradire la moglie senza alcuna preoccupazione, ora la sua coscienza lo metterà con le spalle al muro e non riuscirà più a farlo in pace. Prima non aveva problemi di coscienza, ma ora li ha. Se prima copiava nei compiti in classe, ora dopo aver creduto in Cristo, avrà seri conflitti con la sua coscienza. Tutto è diventato più difficile. Se era disonesto, ora dovrà camminare nell’onestà, dovrà pagare le tasse correttamente, non potrà più fare assegni scoperti. Dovrà passare per conflitti tremendi, che prima gli erano completamente sconosciuti. Scoprirà come alcune cose, che prima faceva con perfetta tranquillità, ora gli causino tremende lotte interiori. La vita, in un certo senso, sarà diventata più complicata. Non sto negando che Gesù sia la soluzione ai nostri problemi. Sono pienamente convinto che egli sia l’unica soluzione. Quanto sto dicendo è che questa soluzione non raggiunge la sua pienezza adesso, mentre ancora siamo in questo mondo decaduto. Stiamo ancora aspettando la redenzione, la risurrezione dai morti, un nuovo cielo e una nuova terra dove abiti la giustizia. Trattando dello scontro tra la chiesa contro le schiere maligne delle tenebre alla fine della Lettera agli Efesini, Paolo afferma come non dobbiamo pensare che la sofferenza e gli effetti contingenti del peccato siano finiti, quando siamo diventati fedeli seguaci di Cristo. In realtà, quando ci siamo inchinati dinanzi a Cristo per fede, ci siamo arruolati nel suo esercito, diventando soldati, chiamati a resistere ai nemici più potenti che si siano mai visti e che qualcuno mai debba affrontare in questo mondo. È in questo contesto e in quest’ambiente che dobbiamo comprendere il brano di Efesini 6. Esso è rivolto ai credenti che sono in posizione di vittoria, alla chiesa vittoriosa, mettendola in guardia, però, che questa vittoria non è stata totalmente realizzata e che, fino a quando essa vivrà in questo mondo, dovrà affrontare la ferrea opposizione dei nemici descritti dall’apostolo Paolo. Questo punto e il contesto in cui Paolo lo scrisse sono i temi che dobbiamo esaminare per primi, nello studio del brano di Efesini. 23
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La chiamata alle armi Quella che abbiamo in Efesini 6:10-13, pertanto, è una chiamata alle armi. È come se Paolo afferrasse la chiesa per le spalle, dandole una bella scrollata e dicesse: “Svegliati, siamo coinvolti in un combattimento, c’è una lotta che si svolge in questo momento e abbiamo bisogno di stare allerta”. Quest’esortazione di Paolo può essere divisa in due parti, come ha suggerito Martyn Lloyd-Jones nel suo commentario su Efesini 6:1020.6 Nei versetti dal 10 al 13, abbiamo la chiamata in termini generali. Paolo esorta i suoi lettori, affinché indossino tutta l’armatura di Dio e si preparino alla resistenza. Nei versetti dal 14 al 20, fa una descrizione dettagliata dell’armatura completa del credente, come deve prepararsi al confronto e quali parti di armatura indossare. In questo capitolo, vedremo soltanto alcuni aspetti della chiamata generale al combattimento che si trova nei versetti 10-13. Uno studio più dettagliato sulle parti dell’armatura di Dio viene presentato al capitolo 10. Il nostro interesse ora è rispondere alla domanda: “Come dobbiamo prepararci alla battaglia?” Ci sono molti imperativi in questi versetti che riflettono l’idea di una chiamata. In realtà, Paolo si rivolge ai credenti come se fossero già in pieno combattimento. Ciò che l’apostolo fa è svegliarli, incoraggiarli e istruirli alla lotta. Queste istruzioni possono essere suddivise fondamentalmente in due parti. 1. “Del resto, fortificatevi nel Signore e nella forza della sua potenza” (Ef. 6:10). La chiesa deve sempre aver in mente che la sua forza in combattimento viene da Dio. Il potere della chiesa per affrontare le schiere maligne non viene da parole “magiche”, da tecniche o strategie elaborate dalla creatività umana. L’indicazione è che ci fortifichiamo nel Signore e nella sua forza. Qui sta la fonte del potere della chiesa per lo scontro che si sta svolgendo. Le parole forza e potenza sono già apparse insieme nel capitolo 1 di questa lettera, quando Paolo prega affinché i credenti si rendano conto di “qual è la straordinaria grandezza della sua potenza verso di noi che crediamo secondo l’efficacia della forza della sua potenza, che egli ha messo in 6 David Martyn Lloyd-Jones, The christian warfare: an exposition of Ephesians 6:10-13, Baker, Grand Rapids, 1976. 24
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atto in Cristo…” (Ef. 1:19-20, Nuova Diodati). Paolo sta dicendo che Dio opera nella chiesa con la tremenda efficacia della sua potenza. È da questa forza che i credenti hanno bisogno di dipendere e ciò per mezzo della comunione con Dio. Osservate l’enfasi di Paolo sulla espressione “nel Signore” (6:10). La chiesa ha bisogno di cercare in Dio le risorse per questo combattimento. Questo punto non dev’essere dimenticato. Paolo indica la forza di Dio come fonte della forza della chiesa per lo scontro contro le forze delle tenebre. 2. “Rivestitevi della completa armatura di Dio” (6:11, cfr. anche v. 13). Nel versetto 14, Paolo inizia a descrivere gli elementi di quest’armatura: “State dunque saldi: prendete la verità per cintura dei vostri fianchi…” L’apostolo raccomanda di rivestirci dell’armatura pezzo per pezzo, nella sua totalità. Alcuni studiosi indicano come Paolo fosse incatenato a un soldato romano, membro della guardia pretoriana, quando scrisse questa lettera e che la sua descrizione dell’armatura di Dio fosse ispirata dalla sua armatura e dalle sue armi. È molto probabile che Paolo si fosse ispirato al soldato incatenato al suo fianco, ma anche se questo soldato non fosse esistito, lui avrebbe potuto rifarsi alla propria formazione teologica nel giudaismo. È possibile che Paolo faccia uso qui di un’immagine dell’Antico Testamento, presa dal libro del profeta Isaia, in cui il Dio d’Israele, Jahweh, viene rappresentato come un guerriero celeste, che schiaccia i suoi nemici, conquista nazioni e regna su di loro (Is. 11:5; 59:17). Questo tema appare in svariate parti dell’Antico Testamento e senza dubbio ha influenzato il linguaggio di Paolo, quando fa riferimento ai credenti come guerrieri armati e pronti al combattimento.7
I motivi per indossare l’armatura di Dio In questo brano, Paolo ci presenta alcune ragioni per cui la chiesa deve indossare tutta l’armatura di Dio. In primo luogo, “affinché possiate 7 Per uno studio approfondito sul tema di Dio come guerriero celeste, si veda il libro di Tremper Longman III e Daniel G. Reid, God is a warrior, Zondervan, Grand Rapids, 1995. Il titolo è tratto da Esodo 15:3: “Il Signore è un guerriero”. 25
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stare saldi contro le insidie del diavolo” (Ef. 6:11). Lo scopo dell’armatura è che la chiesa rimanga salda, fondata e ferma nella sua posizione di vittoria in Cristo Gesù e in questo modo, stabile contro le insidie del diavolo. Paolo sottolinea qui la furbizia e l’astuzia del nemico. La parola insidia richiama l’attenzione su uno stratagemma sottile, l’impiego di mezzi astuti mediante cui si sconfigge un nemico. Possiamo pensare alla guerriglia, metodo impiegato dai vietnamiti contro gli statunitensi nella guerra del Vietnam, che causò gravissime perdite per gli americani, portandoli praticamente a perdere la guerra. I vietnamiti preparavano imboscate in un terreno che conoscevano molto bene, cosicché i soldati americani, nel corpo a corpo, nel combattimento a terra, venivano spesso intrappolati e decimati. Allo stesso modo, le schiere nemiche della chiesa fanno uso di queste insidie, stratagemmi, imboscate e trappole, per ingabbiare e sconfiggere i credenti. L’armatura di Dio ha come scopo quello di proteggerli da queste insidie. Quando ero bambino, abitando in una fattoria nel Ceará,8 ho imparato a preparare trappole per catturare gli uccellini. Facevo una trappola di rametti, la mettevo vicino a un abbeveratoio naturale e rimanevo “imboscato”, aspettando che l’uccellino venisse a mangiare il cibo posto sotto la trappola. Il segreto stava nel preparare la trappola senza che l’uccellino vedesse, attirarlo e poi rimanere in silenzio, ben occultato tra i cespugli, per poter tirare via il rametto che reggeva la trappola, nel momento in cui il povero uccellino vi fosse entrato sotto per mangiare. Un altro sistema era quello di spalmare resina di giaca 9 sopra un ramo su cui si posavano spesso gli uccellini. Le loro zampe rimanevano incollate al ramo e per quanto si agitassero, non c’era scappatoia. Cacciare gli uccellini con le trappole, però, non è soltanto una pratica del nord-est brasiliano. Vediamo dall’Antico Testamento che si tratta di un’usanza antica (cfr. Sl. 124:7; Pr. 1:17; Am. 3:5). Quando Paolo impiegò il termine insidia per descrivere i metodi usati da Satana per attrarre e “catturare” i credenti, sapeva che i suoi lettori conoscevano molto bene quest’immagine. 8 Stato nel nord-est del Brasile, affacciato sull’Atlantico (ndr). 9 Pianta tropicale, detta anche catala (nome scientifico: artocarpus heterophyllus; ndr). 26
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La seconda ragione per indossare l’armatura di Dio è perché “il nostro combattimento infatti non è contro sangue e carne, ma contro i principati, contro le potenze, contro i dominatori di questo mondo di tenebre, contro le forze spirituali della malvagità, che sono nei luoghi celesti” (Ef. 6:12). I credenti non sono attaccati da altri esseri umani, contro i quali potrebbero impiegare le armi da guerra convenzionali. La chiesa non sta combattendo contro persone in carne e ossa come nell’Antico Testamento, quando la nazione d’Israele, il popolo di Dio del passato, combatté molte battaglie contro le nazioni che abitavano Canaan. No, il conflitto della chiesa adesso è contro esseri spirituali, nemici molto più potenti e astuti. Non è che il popolo di Dio dell’Antico Testamento non fosse impegnato anche in una battaglia spirituale. Loro sapevano che dietro agli scontri fisici dell’esercito d’Israele contro le milizie dei cananei c’era un conflitto spirituale che avveniva oltre la percezione umana. C’è un episodio nel secondo libro dei Re che illustra bene ciò che voglio dire. Quando le truppe del re di Siria accerchiarono la città di Dotan, dove viveva il profeta Eliseo, il servo di quest’ultimo ebbe paura. Eliseo, però, gli disse che quelli a fianco a lui erano più numerosi dell’esercito siriano. Mancava al giovane la percezione spirituale. Quando Eliseo pregò che Dio gli aprisse gli occhi, egli “vide” oltre il visibile; vide i cavalli e i carri di fuoco intorno a Eliseo, le truppe di angeli mandate da Dio (2 R. 6:17). Non è che il giovane fosse cieco: ciò che gli mancava era la visione spirituale. Quando Paolo scrisse la sua Lettera agli Efesini, era prigioniero a Roma, la capitale dell’impero più potente della terra. L’apostolo, però, vedeva ben oltre le forze umane che lo mantenevano in prigionia. Vedeva qualcosa oltre l’imperatore, qualcosa di più grande e più forte delle legioni che lo tenevano prigioniero. Lui stava vedendo i principati e potenze del male, i veri dominatori di questo mondo di tenebre, le forze spirituali della malvagità nelle regioni celesti. Vedeva oltre il visibile, vedeva un combattimento che si stava svolgendo oltre a quanto gli uomini vedono. Dietro a tutte le difficoltà poste sul suo cammino, c’era un nemico molto più potente di Nerone e delle sue legioni. Egli si riferisce agli esseri spirituali potenti, maligni, che chiama “dominatori di questo mondo di tenebre”, i quali sono numerosi, organizzati, superiori 27
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in potenza, perversi, astuti e in un certo senso, hanno ricevuto l’autorità per esercitare il dominio parziale in questo mondo. Questi sono i veri nemici della chiesa, non le persone in carne e ossa. La nostra lotta oggi, per esempio, non è tanto contro i media che cercano di diffamarci e di diffondere il falso, non è tanto contro i falsi insegnamenti che s’infiltrano nelle comunità evangeliche per soffocarle. Il nostro conflitto è contro le forze spirituali che stanno dietro a tutti questi tentativi e a questi insegnamenti perniciosi. Il conflitto della chiesa nel passato non è stato contro il comunismo, quando esso ha voluto schiacciarla, ma contro i poteri spirituali nascosti dietro all’istituzione che minacciava la chiesa. In ultima analisi, la nostra lotta è contro queste forze spirituali del male. Dinanzi a esse, la chiesa può resistere soltanto prendendo le armi spirituali forniteci da Dio stesso. Scrivendo ai corinzi, Paolo dichiara che la natura delle nostre armi non è umana o carnale, ossia non combattiamo questi nemici usando strategie, metodi o formule scoperte dall’ingegnosità dell’uomo. Tali cose sono assolutamente inoffensive contro il diavolo e i suoi angeli. Le armi della chiesa sono spirituali, fornite da Dio e adatte per il conflitto contro gli angeli caduti (2 Co. 10:3-5). Il confronto tra Davide e Golia c’illustra bene questo punto. Il re Saul voleva che Davide usasse le migliori armi convenzionali per combattere contro il gigante. Davide, però, sapeva di essere fisicamente molto inferiore al potente soldato filisteo e per migliori che potessero essere le sue armi, non avrebbe avuto la minima possibilità in un combattimento corpo a corpo. Inoltre, Davide aveva già percepito la dimensione spirituale del confronto. Non era Davide contro Golia, ma era il Dio d’Israele contro gli dèi di pietra e legno dei filistei. Così, armato simbolicamente con una fionda, nell’affrontare il gigante, Davide rivela l’arma in cui confidava, dicendo a Golia: “Tu vieni verso di me con la spada, con la lancia e con il giavellotto; ma io vengo verso di te nel nome del Signore degli eserciti, del Dio delle schiere d’Israele che tu hai insultate” (1 S. 17:45). Sappiamo quale fu il risultato della battaglia. Allo stesso modo, la chiesa deve prendere le armi spirituali, provvedute da Dio, nel confronto contro i suoi nemici satanici. La nostra vittoria è per mezzo del sangue dell’Agnello (Ap. 12:11). 28
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La terza ragione per cui dobbiamo indossare l’armatura di Dio è “affinché possiate resistere nel giorno malvagio” (Ef. 6:13). Paolo aveva già detto che tutti i giorni sono malvagi (Ef. 5:16), ma dunque ammette che alcuni sono peggiori di altri. Ci sono vari aggettivi nella lingua greca che esprimono il concetto di male (kakos, sapros e pone¯ros). Di essi, soltanto pone¯ros è usato per il diavolo o demonio (cfr. pone¯ros in Mt. 5:37; Lu. 7:21; 1 Gv. 2:13-14; 3:12; 5:18-19). Quest’aggettivo è lo stesso che Paolo usa qui in Efesini 6:13, esprime l’idea di qualcosa di cattivo, maligno, che produce effetti negativi. Giorno non dev’essere preso letteralmente come intervallo di ventiquattr’ore, ma come una circostanza, un periodo. Il giorno malvagio è quel periodo di tempo o quell’epoca in cui le potenze maligne hanno più opportunità e occasioni per attaccare la chiesa e i credenti in particolare. Paolo chiamò queste occasioni “giorno malvagio”. So che ogni credente vero è già passato per un “giorno malvagio”, in cui gli sembrava di vedere tutte queste forze unirsi per attaccarlo, per distruggere la sua vita, il suo matrimonio, la sua condotta morale, il suo rapporto con Dio, la sua fiducia in Dio, la sua certezza di essere salvato. Chi di noi non ha affrontato giorni così malvagi e tremendi? Anche un uomo giusto e timoroso di Dio come Giobbe ha conosciuto questo giorno. Tutti noi siamo soggetti, prima o poi, a essere consegnati, come Pietro e gli altri discepoli, nelle mani del tentatore per essere vagliati come il grano (cfr. Lu. 22:31). È per questo motivo che Paolo esorta i credenti a indossare l’armatura di Dio, affinché possano resistere nell’affrontare il giorno malvagio. Questa è la chiamata, non soltanto a resistere, ma a continuare saldi, mantenendo la nostra posizione fino alla fine.
I pericoli legati al combattimento cristiano Ci sono alcuni pericoli legati a tutto quello che ho appena detto. In primo luogo, c’è la tendenza pericolosa, che sta già coinvolgendo molti oggi, di vedere il diavolo dappertutto, di attribuire a lui e ai suoi agenti più del dovuto, di dargli una responsabilità maggiore di quanta non ne abbia realmente. Ci sono persone che vedono il diavolo in tutto e molte 29
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delle cose che vengono scritte oggi contribuiscono a plasmare questo tipo di mentalità all’interno della chiesa. In secondo luogo, c’è il pericolo che reagiamo radicalmente a questo primo pericolo e ci lanciamo nell’errore opposto e ugualmente pericoloso, cioè quello di disprezzare e sottostimare il mondo spirituale delle tenebre. Possiamo arrivare a dimenticare la realtà e l’esistenza di queste forze maligne operanti e attuali ai nostri giorni. Purtroppo, la tendenza di alcune chiese storiche e riformate è in questa direzione. Alcuni teologi stanno negando l’esistenza del diavolo, dei demoni e della loro azione. Io stesso, durante i miei studi all’estero, ho avuto contatto con famosi professori di teologia che negano la possibilità della possessione demoniaca in epoca attuale e che spiegano i casi evidenti di possessione in termini di deviazioni mentali, disturbi psicologici, difetti, schizofrenia, ecc. Non sto dicendo che queste condizioni fisiche e psicologiche non esistano, anzi, però non sono la spiegazione per tutti i comportamenti anormali esistenti al mondo. Quando cominciamo a spiegare la miseria, la disgrazia, le deviazioni di condotta, le guerre, la violenza e i fenomeni simili soltanto in termini umani, stiamo diventando uguali all’attuale mondo secolarizzato, che non crede nell’esistenza delle forze maligne. Corriamo il rischio di spiegare i fenomeni strani che accadono intorno a noi soltanto in termini di noi stessi, come se tutto fosse il risultato della corruzione e della depravazione della natura umana. In un certo senso, questo pensiero è corretto. Non abbiamo bisogno del diavolo per peccare o causare tanta sofferenza ai nostri simili. Pecchiamo da noi stessi, poiché la nostra natura è corrotta, è incline al male. Abbiamo bisogno, però, di ricordare come i principati e le potenze, i quali abitano le regioni celesti, desiderino che pecchiamo molto più frequentemente e profondamente di quanto non facciamo già da noi stessi. Loro vogliono diffondere più miseria e sofferenza nel mondo di quanto l’umanità sia capace di produrre da sé stessa. Sono rimasto profondamente scioccato, quando ho visto qualche tempo fa alla televisione la crudeltà con cui i membri di una tifoseria organizzata di una grande squadra di calcio del Brasile, armati di bastoni e manganelli, massacravano (fino alla morte) un tifoso della squadra avversaria durante una partita di calcio a San Paolo. Personalmente 30
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credo che tanta brutalità non si possa spiegare soltanto in termini di depravazione umana. Penso lo stesso anche dei conflitti fratricidi avvenuti in Bosnia e in Ruanda. L’odio dietro al conflitto è evidentemente sovrumano. Recentemente i media hanno dato la notizia di una giovane di circa vent’anni che ha fatto uccidere i propri genitori. Da dove viene tutto quest’odio, questo desiderio assassino? La chiesa non può dimenticare come esistano potenze maligne libere che agiscono in questo mondo. Un terzo pericolo è quello di pensare che il concetto attuale di “battaglia spirituale” sia un qualcosa di assolutamente inedito, qualcosa di nuovo che Dio sta rivelando in questi ultimi giorni alla generazione attuale. Di fatto, ci sono molte cose nuove nel movimento della “battaglia spirituale” che non sono state insegnate alle generazioni precedenti. In realtà, non sono state insegnate neanche dal Signore Gesù o dai suoi apostoli. Tuttavia, il tema del conflitto della chiesa contro le potenze delle tenebre era ben noto ai nostri padri spirituali. La verità è che i riformatori e i puritani si sono preoccupati di questo, credendo nell’esistenza e nella persistenza di queste forze. Non sono mai stati difensori della battaglia spirituale come ci viene presentata oggi, ma hanno scritto opere profonde sul conflitto del credente contro Satana. Per esempio, il libro del puritano William Gurnall, intitolato The christian in complete armour ,10 è un enorme volume che tratta soltanto del capitolo 6 di Efesini. Il noto Martyn Lloyd-Jones, nella sua serie di esposizioni bibliche sulla Lettera agli Efesini, ha fatto vari studi sull’argomento, raccolti poi in due volumi che trattano il combattimento cristiano. Altro esempio è John Bunyan, autore del classico Il pellegrinaggio del cristiano.11 John Bunyan era un battista puritano e il suo libro non è altro che una descrizione del combattimento di Cristiano contro Apollion, che cerca di sbarrargli la strada, mentre si dirige alla città celeste. Possiamo ancora citare il libro del puritano del XVII secolo, Thomas Brooks, Precious 10 William Gurnall, The christian in complete armour: a treatise of the saints’ war against the devil, Banner of Truth, Londra, 1979. Pubblicato in origine in tre volumi, tra il 1662 e il 1665. 11 John Bunyan, Il pellegrinaggio del cristiano, UCEB, Fondi, rist. 2007 (ndr). 31
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remedies against Satan’s devices.12 Scrisse nel suo libro: “Cristo, le Scritture, i vostri stessi cuori e le trappole di Satana sono le quattro cose più importanti che devono essere studiate e indagate, prima e più di tutto”. Il quarto pericolo è quello di pensare che i metodi del movimento della “battaglia spirituale” siano una soluzione facile e sicura per i problemi che ci affliggono in questo mondo. Molti vogliono risolvere i problemi di temperamento, di abitudini peccaminose, di oppressione economica, di lingua maliziosa o di pensieri impuri semplicemente riprendendo o incatenando i demoni che si suppone producano queste deviazioni morali. Il cammino presentato dalla Bibbia, però, è quello della santificazione, dell’autodisciplina, dello studio costante delle Scritture, dell’imparare e proseguire in modo fedele. Questo è il cammino. Non troviamo nelle Scritture esempi di espulsioni di demoni considerati responsabili per problemi morali. Credo che, se al posto d’incatenare Satana, molti incatenassero la propria lingua, la chiesa ne trarrebbe un enorme beneficio. Il matrimonio di molti migliorerebbe, il rapporto di altri sarebbe trasformato in meglio e la vita di tante persone nella chiesa sperimenterebbe anche un grande progresso. Quello che si vuole, però, è un cammino facile. Perciò, tanti stanno cercando guarigione, prosperità, salute, conforto, benessere.
Conclusioni Efesini 6 ci mostra che l’unica soluzione per i problemi del mondo è il cristianesimo biblico. Non c’è un’altra soluzione. L’ONU non è riuscita a risolvere i conflitti tra le nazioni. Palestinesi ed ebrei continuano a uccidersi in Medioriente e la pace non arriva. L’uomo non riesce a risolvere il problema della fame, della violenza, della miseria, delle corruzione e della disonestà, mali che affliggono l’umanità fin dalla sua comparsa su questo pianeta. L’uomo è totalmente alla mercé della propria degradazione spirituale e morale, della propria miseria e disgrazia. La ragione è che esiste un potere maggiore dell’uomo, che sta dietro lui, che l’in Thomas Brooks, Precious remedies against Satan’s devices, being a companion for christians of all denominations, E. Baines, Leeds, 1799 (ndr).
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fluenza, lo schiavizza, lo domina e lo controlla. Questo può accecare gli occhi dell’uomo, trasformandolo in una bestia selvaggia capace dei più terribili atti di crudeltà. In tutto il mondo, quando le persone cercano di risolvere i propri problemi morali, vanno incontro al fallimento. Forse tu stesso hai già cercato di fare una riforma morale nella tua vita, lasciare certe abitudini e costumi, certi comportamenti che ti hanno danneggiato o danneggiano altri, ma non ci sei riuscito. Stai lottando contro forze e influenze superiori alla tua capacità di resistere. Sappi che un potere molto al di sopra della tua volontà di fare il bene è contro di te. Nonostante sia tu stesso il responsabile dei tuoi peccati dinanzi a Dio, c’è un potere maligno e tenebroso che ti tiene prigioniero. Soltanto Cristo Gesù può liberarti dall’influenza di queste forze delle tenebre. Soltanto lui può darti l’armatura di Dio per affrontare questo potere e resistere a esso.
Domande per la discussione e la riflessione 1. Alla luce di Efesini 6:10-20, come dobbiamo immaginare la chiesa di Cristo? 2. Qual era la situazione di Paolo, quando scrisse la Lettera agli Efesini? 3. Secondo il capitolo 1 di Efesini, qual è il proposito di Dio per la chiesa? 4. Leggi il capitolo 2 di Efesini e descrivi la posizione di cui godono i credenti in Cristo. 5. Quali sono le ragioni per cui dobbiamo usare l’armatura di Dio, descritta in Efesini 6:10-18? 6. In che senso la battaglia della chiesa attuale differisce dalle battaglie che combattevano i credenti dell’Antico Testamento? Quali sono i veri nemici della chiesa? 7. Che cosa vuole dire l’espressione “giorno malvagio” di Efesini 6:13? 8. Riassumi i quattro pericoli legati al combattimento cristiano.
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