Wayne Grudem
LA POLITICA SECONDO LA BIBBIA Valori, democrazia, societĂ : le indicazioni delle Scritture per un approccio cristiano alla vita pubblica
“Wayne Grudem è uno degli studiosi evangelici più brillanti degli Stati Uniti, capace di gestire brillantemente qualsiasi argomento si trovi ad affrontare. Apprezzo particolarmente il lavoro che ha svolto in questo ambito, proprio perché esamina il rapporto fra religione e politica attraverso una lente biblica.” Chuck Colson, fondatore di Prison Fellowship. “Il dottor Grudem ha scritto una guida di grande ispirazione sulla politica e sul governo del XXI secolo.” Hugh Hewitt, docente di legge, Chapman University e conduttore radiofonico a livello nazionale. “Se qualcuno si trovasse a dover scegliere di leggere un solo libro cristiano sulla politica, dovrebbe optare per La politica secondo la Bibbia. Wayne Grudem ci mostra l’approccio ideale per affrontare decine di argomenti specifici sul tema […] e mostra il motivo per cui coloro che vorrebbero prendersi una pausa dalla politica dovrebbero invece svegliarsi e darsi da fare.” Marvin Olasky, caporedattore di World e direttore amministrativo del King’s College, New York. “Questo libro è destinato a diventare una risorsa di grande valore per gli anni a venire, e al giorno d’oggi nessun cristiano dovrebbe ignorarlo. Un’opera straordinaria!.” James I. Packer, docente di teologia, Regent College, Vancouver. “Con questo libro Wayne Grudem ha rivolto un appello a ogni uomo e a ogni donna di fede, esortandoli ad impegnarsi nella vita politica e questo è precisamente ed esattamente, il messaggio che le generazioni di oggi, hanno bisogno di ascoltare.” Timothy Goeglein, responsabile delle relazioni esterne per Focus on the Family. “Il modo di pensare alquanto confusionario […] di molti evangelici viene corretto nella valutazione biblica e conciliatoria di Wayne Grudem
sulla politica contemporanea. Auguro a ogni seguace di Cristo di leggere La politica secondo la Bibbia.” Paige Patterson, presidente del Southwestern Baptist Theological Seminary, Fort Worth, Texas. “Il dottor Grudem ha scritto un altro capolavoro. Un’inestimabile risorsa di sapienza biblica sulla politica.” Barry Asmus, economista, National Center for Policy Analysis. “Wayne Grudem è un uomo e uno studioso molto serio. I suoi interessi sono enciclopedici e la sua comprensione delle varie questioni è tenace e, al tempo stesso, perspicace. Ogni cosa che scrive merita una lettura attenta. Sono grato per quest’uomo e per la conoscenza che il suo dono di erudizione apporta alla chiesa.” R. Albert Mohler Jr., presidente del Southwestern Baptist Theological Seminary, Louisville, Kentucky.
Wayne Grudem
LA POLITICA SECONDO LA BIBBIA Valori, democrazia, societĂ : le indicazioni delle Scritture per un approccio cristiano alla vita pubblica
Wayne Grudem La politica secondo la Bibbia Valori, democrazia, società: le indicazioni delle Scritture per un approccio cristiano alla vita pubblica Proprietà letteraria riservata: BE Edizioni di Monica Pires P.I. 06242080486 Via del Pignone 28 50142 Firenze Italia Politics—According to the Bible Copyright © 2010 by Wayne A. Grudem Published by permission of Zondervan, Grand Rapids, Michigan, U.S.A. All rights reserved. Coordinamento editoriale: Filippo Pini Traduzione: Alessandra Saporito Copertina: Samuele Ciardelli Impaginazione: Graphom di Marida Montedori Prima edizione: Gennaio 2018 Stampato in Italia Tutte le citazioni bibliche, salvo diversamente indicato, sono tratte dalla Nuova Riveduta, Società Biblica di Ginevra. ISBN 978-88-97963-68-4 Per ordini: www.beedizioni.it È vietata la riproduzione, anche parziale, con qualsiasi mezzo effettuata compresa la fotocopia, anche ad uso interno didattico. Per la legge italiana la fotocopia è lecita solo per uso personale purché non danneggi l’autore. Quindi ogni fotocopia che eviti l’acquisto di un libro è illecita e minaccia la sopravvivenza di un modo di trasmettere la conoscenza. Chi fotocopia un libro, chi mette a disposizione i mezzi per fotocopiare, chi comunque favorisce questa pratica commette un furto verso l’autore e gli editori e mette a rischio la sopravvivenza di questo modo di trasmettere le idee.
Questo libro è dedicato alle tre persone che più mi hanno incoraggiato nella stesura del volume e la cui vita rispecchia ciò di cui parlo in queste pagine: Alan Sears (presidente dell’Alliance Defense Fund) e Ben Bull (vicepresidente esecutivo dell’Alliance Defense Fund), le due persone che per prime mi hanno contattato proponendomi di scrivere questo libro e Cathi Herrod, presidente del Center for Arizona Policy, che mi ha incoraggiato con vari saggi consigli e opportunità per presentare questo materiale e nella promozione del libro in occasioni pubbliche.
INDICE Prefazione all’edizione italiana, Senatore Lucio Malan
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Prefazione
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Introduzione
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Capitolo 1 § Cinque visioni errate sul rapporto tra cristiani e governo A. Il governo dovrebbe imporre la religione B. Il governo dovrebbe escludere ogni forma di religione C. Ogni forma di governo è demoniaca e malvagia D. Bisogna evangelizzare, non fare politica E. Bisogna fare politica, non evangelizzare
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Capitolo 2 § Una soluzione migliore: un’influenza cristiana significativa sul governo A. Comprendere la Bibbia correttamente B. Distorsioni liberali della Bibbia C. Il supporto biblico per un’influenza cristiana più significativa D. Esempi storici d’influenza cristiana sui governi secolari E. Gli Stati Uniti possono definirsi una nazione cristiana? F. Che dire delle leggi dell’Antico Testamento? (La questione della teonomia) G. I cristiani dovrebbero votare solo per candidati cristiani? H. Senza l’influenza cristiana i governi non avrebbero una chiara base morale di riferimento I. La responsabilità dei pastori nel trattare le questioni politiche L. I doveri di tutti i cittadini cristiani M. Conclusione
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Capitolo 3 § Principi biblici relativi al governo 105 A. Il governo dovrebbe punire il male e incoraggiare il bene 105 B. Che dire delle leggi dettagliate date a Israele in Esodo e Deuteronomio? 113 C. Dio è sovrano su tutte le nazioni e tutti i popoli dovranno rendere conto a lui 118 D. I governi dovrebbero essere al servizio del popolo e cercare di operare per il suo bene, non per il bene dei governanti 119 E. I cittadini dovrebbero essere soggetti al governo e ubbidire alle sue leggi (eccetto circostanze particolari) 120 F. I governi dovrebbero salvaguardare la libertà dell’individuo 126 G. Il governo non può salvare le persone o cambiare il cuore dell’uomo 132 H. I principi fondamentali per una corretta relazione fra chiesa e stato 137 I. I governi dovrebbero stabilire una rigida e chiara separazione dei poteri 141 L. La sovranità della legge deve estendersi anche ai governanti della nazione 145 M. La Bibbia supporta in modo indiretto, ma significativo, l’idea che il governo dovrebbe essere scelto dal popolo (una sorta di democrazia) 146 N. Le nazioni dovrebbero valorizzare il patriottismo 153 Capitolo 4 § Una visione biblica del mondo 159 A. Dio ha creato ogni cosa 159 B. L’unico e vero Dio rivela chiaramente se stesso e i suoi valori morali nella Bibbia 161 C. In origine, la creazione era “molto buona” 162 D. A causa del peccato commesso da Adamo ed Eva c’è un male morale (il “peccato”) nel cuore di ogni essere umano 163 E. A causa del peccato commesso da Adamo ed Eva Dio ha inflitto una maledizione su tutto il mondo naturale 167
F. Dio desidera che gli esseri umani sviluppino e usino le risorse della Terra con saggezza e gioia
Conclusione Fede, opere e fiducia in Dio nel nostro lavoro in politica e nel governo A. Cosa significa fidarsi della sovranitĂ di Dio sulla direzione della storia del mondo? B. Il futuro: nei prossimi decenni, gli Stati Uniti saranno una nazione migliore o peggiore? C. I dettagli del risveglio: cosa accadrebbe se Dio avviasse un risveglio della chiesa e una trasformazione positiva della nazione?
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PREFAZIONE ALL’EDIZIONE ITALIANA Senatore Lucio Malan
Non è un caso se il rapporto tra politica e fede cristiana, negli ultimi duemila anni, è stato uno tra i temi più caldi. La politica ha bisogno di idee, di prospettive: per dirla in termini spirituali ha bisogno di visione, senza la quale si riduce a un’ordinaria amministrazione del quotidiano cui manca la capacità di garantire un futuro, una speranza, un’identità. Per parte sua anche la fede cristiana, in fondo, ha bisogno della politica, nella misura in cui il messaggio cristiano vuole avere un ruolo nella società, influenzandola positivamente con un pensiero capace di offrire quelle indicazioni necessarie a sognare e costruire un futuro migliore, intessuto di libertà, umanità, rispetto. Se infatti il messaggio cristiano è un messaggio rivolto alla persona, la valenza escatologica della salvezza non può tuttavia trascurare l’importanza del ruolo – e della responsabilità – che il cristiano, rigenerato dall’esperienza del ravvedimento, ha nei confronti della società. Per molti versi quindi fede e politica sono legate tra loro, ma nonostante questo l’equilibrio tra i due elementi, nella sua essenza, è sempre stato, e rimane, instabile. O, meglio: è dinamico, perché cambia con il tempo, condizionato dal momento storico, dalle esigenze contingenti, dalle forze in campo. Di epoca in epoca il cristianesimo si è dovuto confrontare con sfide diverse tra loro: imperi totalizzanti, istanze sociali, ideologie radicali, cambiamenti civili, fino all’antipolitica esasperata emersa in questi ultimi anni. Sfide raccolte adattando il modo di comunicare il proprio messaggio senza diluirne la potenza, forgiando espressioni nuove per concetti eterni in grado di offrire speranza alla società. Il libro di Wayne Grudem ha il pregio di tratteggiare in maniera schematica interrogativi e riflessioni sull’argomento, offrendo una panoramica a tutto tondo sui diversi modi di intendere il rapporto tra due mondi distinti ma non distanti. Fede e politica rimangono infatti in un rapporto dialettico, vivo e
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vibrante, ma allo stesso tempo è giusto che mantengano identità separate: pretendere dalla politica l’incarnazione delle aspirazioni religiose è sbagliato, proprio come – a ben guardare – pretendere che lo stato si sostituisca a Dio. Senatore Lucio Malan Questore del Senato della Repubblica Italiana
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PREFAZIONE Non ho scritto questo libro dal punto di vista di un avvocato, di un giornalista o di un politico, bensì dal punto di vista di un docente con un dottorato in studi neotestamentari e ventotto anni d’esperienza nell’insegnamento della Bibbia a livello universitario e (talora) post universitario. Ho scritto spinto dalla convinzione che Dio indichi nella Bibbia la guida per ogni aspetto della vita e quindi anche per l’area relativa al funzionamento del governo. Le posizioni politiche che appoggio in questo volume si avvicinano più alla corrente “conservatrice” che a quella “liberale”. Questo a motivo delle conclusioni da me tratte sul ruolo del governo nella visione del mondo sostenuta dalla Bibbia (si vedano i capitoli “Principi biblici relativi al governo” e “Una visione biblica del mondo”). È importante sottolineare che presento tali posizioni non perché riflettano le mie preferenze personali pregresse o indipendenti dalla Bibbia, ma perché ritengo che scaturiscano direttamente dall’insegnamento scritturale. Per questa ragione, non esito a criticare le politiche repubblicane quando non le condivido (come nel caso della spesa pubblica fuori controllo e la continua espansione del governo federale anche sotto un presidente repubblicano, quindi conservatore). Il mio obiettivo primario in questo libro non è assumere una posizione liberale o conservatrice, democratica o repubblicana, ma spiegare la visione biblica del mondo e la prospettiva delle Scritture sulle questioni politiche, legali e governative. Prima di cominciare, vorrei dire qualcosa anche su Barack Obama, presidente degli Stati Uniti in carica durante il periodo di stesura di questo libro. A causa delle conclusioni politiche di stampo conservatore del presente volume, mi ritrovo spesso a criticare le politiche del presidente Obama e l’attuale direzione democratica nel congresso statunitense. Non sono d’accordo con molte delle politiche del presidente Obama, ritengo comunque che sia un uomo eloquente, equilibrato, molto intelligente e un oratore di notevole impatto. Penso, inoltre, che l’elezione di un uomo afroamericano come presidente degli Stati Uniti sia stato un evento meraviglioso e sono felice che il nostro paese sia riuscito a su-
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perare la sua pregressa storia di discriminazione razziale a tal punto da eleggere il suo primo presidente di colore. Si tratta di una tappa fondamentale per la storia statunitense e, per questa ragione, anche coloro che non hanno votato per lui potrebbero e dovrebbero esserne riconoscenti. Vorrei, però, anche sottolineare che non tutti gli americani di colore sostengono la visione politica liberale del presidente Obama. Fra gli uomini di colore che rivestono cariche di notevole importanza al governo, vi sono i conservatori Clarence Thomas, presidente della suprema corte di giustizia, l’ex segretario di stato Condoleezza Rice, l’ex segretario di stato Colin Powel (repubblicano, sebbene sostenne Barack Obama), l’ex segretario di stato per la pubblica istruzione Roderick Paige, il presidente del comitato nazionale repubblicano Michael Steele (ex vice governatore del Maryland), l’ex segretario di stato Ken Blackwell, il giudice Janice Rogers Brown della corte d’appello del distretto della Columbia, l’ex membro del congresso e presidente della House Republican Conference J.C. Watts Jr. e Thomas Sowell, uno degli economisti conservatori più influenti degli Stati Uniti d’America. Questi uomini di potere, insieme a tanti altri, ci ricordano che gli americani di colore possono supportare sia posizioni politiche conservatrici, sia liberali. Spero che, con questo libro, molti dei cristiani di colore che accettano la Bibbia come Parola di Dio e sostenevano il presidente Obama nel 2008, prendano in considerazione le mie argomentazioni basate sulla Scrittura e, magari, decidano anch’essi di supportare le posizioni conservatrici che espongo in queste pagine. Un sincero ringraziamento ai tanti amici che mi hanno aiutato con questo libro, in particolare a Craig Osten, vicepresidente per la ricerca presso l’Alliance Defense Fund, il cui eccellente lavoro nel ricercare e verificare fatti e documentazioni mi ha permesso di avere le informazioni esatte di cui avevo bisogno in ogni momento. Il suo lavoro ha avuto un grande impatto sul contenuto di quasi ogni capitolo del testo e sinceramente, non credo che avrei mai potuto scrivere questo libro senza il suo eccellente ausilio. Ringrazio ancora Joe Infranco, Jordan Lorence e Jeff Ventrella dell’Alliance Defense Fund per i loro preziosi consigli su specifici argomenti del volume e Jeff per avermi invitato a presentare parti del libro durante un seminario sulle cause civili dell’Alliance Defense Fund. Ringrazio Madison Trammel per i suoi svariati preziosi suggerimenti sul manoscritto. Greg Forster per aver provveduto alla lettura del ma-
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Prefazione
noscritto e per i suoi utilissimi consigli da grande esperto quale egli è in materia di teoria governativa e storia delle idee. John Hayward per aver richiamato la mia attenzione su numerosi libri inglesi attinenti a questi argomenti. In più, ringrazio i partecipanti al mio corso biblico per adulti nella Scottsdale Bible Church che sono stati di grande incoraggiamento. Inoltre, insegnando su questi argomenti per vari mesi ho avuto modo di correggere vari errori all’interno del libro. Un sincero grazie anche agli studenti del mio corso di “Teologia biblica su legge, politica e governo”, presso il Phoenix Seminary, per le loro opinioni e i loro utili riscontri sul lavoro. Ringrazio anche Sharon Hoshiwara, che ha provveduto a digitare il manoscritto e a sistemare gran parte del libro in modo veloce e accurato spesso con dei tempi di consegna relativamente brevi, e Anne Boyd che si è occupata invece di immettere le ultime sezioni. Dan Julian per il suo aiuto con il computer e la risoluzione dei relativi guasti e per la sua disponibilità nel lavoro di ricerca. Ringrazio Joshua D. Brooks, anche lui di grande aiuto nelle ricerche. Sarah McCurley per aver formulato un sommario chiaro e dettagliato e per il suo aiuto nello svolgere servizi di segreteria in varie occasioni. Joshua e Alyssa Brooks per aver contribuito alla lettura delle bozze. Sono grato al presidente Darryl DelHousaye e ai membri del consiglio del Phoenix Seminary, i quali hanno generosamente permesso che insegnassi con orario dimezzato, permettendomi così di completare questo libro alquanto rapidamente. Ai soci del Marketplace One di Phoenix, senza il cui sostegno, il livello delle mie pubblicazioni sarebbe stato, sotto molti riguardi, minore. Sono profondamente grato per tutto l’aiuto ricevuto e spero che tutte queste persone capiranno quanto è stato importante il loro ruolo nella produzione di questo volume. Vorrei dedicare questo libro alle tre persone che, nella provvidenza di Dio, mi hanno guidato più di chiunque altro verso l’idea di scriverlo. Alan Sears e Ben Bull dell’Alliance Defense Fund furono i primi a contattarmi con l’idea di scrivere un libro su tale argomento. Ai tempi, provvidero anche a fornire un aiuto economico per far fronte ad alcuni aspetti della ricerca e del lavoro editoriale. Lo dedico anche a Cathi Herrod, presidente del Center for Arizona Policy, la quale fu di grande incoraggiamento sin dall’inizio del progetto, donandomi saggi consigli e svariate opportunità per presentare e promuovere parte di questo mate-
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riale in pubblico in diverse occasioni. Non so se questi tre amici saranno d’accordo con tutto ciò che ho scritto qui, ma sono comunque grato per il sostegno e l’incoraggiamento ricevuto da loro per la realizzazione dell’intero progetto. Soprattutto ringrazio Margaret, la mia meravigliosa moglie con la quale sono sposato da quarant’anni, per il suo costante e quotidiano incoraggiamento durante la stesura di questo lavoro, per i tanti pasti che ha portato nel mio studio in punta di piedi, per non aver mai smesso di pregare per me, per avermi aiutato a non sovraccaricarmi di altri impegni, per il suo straordinario senso dell’umorismo, perché riesce sempre a riempire il mio cuore di gioia, e per la sua saggezza e i suoi consigli dispensati con tanto affetto durante le innumerevoli occasioni in cui parlavamo del progresso del libro e degli eventi della vita in generale. Spero che i cristiani che considerano la Bibbia come una guida per la loro vita saranno incoraggiati da queste discussioni. Credo che la prospettiva di Dio sulla politica sia una meravigliosa “buona notizia”, proprio come il resto della Bibbia lo è per tutti gli ambiti dell’esistenza! Sono convinto che gli insegnamenti biblici sulla politica saranno fonte di speranza e apporteranno un cambiamento positivo ai cittadini delle nazioni che li mettono in pratica. Qualora questi insegnamenti venissero messi in pratica in uno stato, questi saranno una buona notizia per gli oppressi, per chi aspetta giustizia, per chi desidera ardentemente la pace, per i giovani e per gli anziani, per i deboli e i potenti, per i ricchi e per i poveri. Saranno una buona notizia per chiunque voglia seguire quanto la Bibbia insegna sulla libertà e sul governare con giustizia e rettitudine. Il profeta Isaia esalta il meraviglioso suono dei passi del messaggero che, correndo, arriva per portare la buona notizia che Dio stesso gli ha comandato di rivelare: Quanto sono belli, sui monti, i piedi del messaggero di buone notizie, che annuncia la pace, che è araldo di notizie liete, che annuncia la salvezza, che dice a Sion: “Il tuo Dio regna!” (Isaia 52:7).
Spero quindi che, governando sulla base di questi principi, i popoli e le nazioni inizieranno a vedere un’inversione di tendenza in questo continuo declino della pace, della civiltà, della libertà e del bene comune che ha caratterizzato le nostre società negli ultimi decenni e, invece la possibilità di vivere in una società civile sempre più benevola, piacevole,
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Prefazione
produttiva, libera, felice e a basso tasso di criminalità diventi una realtà sempre più vicina. So bene che la Bibbia non è un libro americano, in quanto fu scritto quasi 1700 anni prima dell’esistenza degli Stati Uniti! I principi e gli insegnamenti della Bibbia contengono una saggezza e una conoscenza tale da essere utile a tutte le nazioni e a tutti i governi. Per questa ragione, ho cercato di tenere sempre presente che anche persone di altre nazioni potrebbero leggere questo libro e trovarlo utile per formulare le loro posizioni sulle questioni politiche che stanno affrontando nei loro Paesi. Tuttavia, negli esempi che fornisco e nella scelta delle questioni politiche da trattare, mi concentro principalmente sugli Stati Uniti perché sono la nazione che conosco meglio, il paese di cui sono fiero cittadino e che amo profondamente. E ai lettori che non credono nella Bibbia come Parola di Dio o non ne hanno un’opinione certa? Spero che considerino comunque le argomentazioni del presente libro per quello che sono e che le trovino utili (e magari anche persuasive), per la formulazione delle proprie opinioni. In caso contrario, il loro diritto a non essere d’accordo con me è comunque molto importante per qualsiasi governo che si ispiri ai principi esposti in questo libro. Secondo me, la libertà di religione dovrebbe essere strenuamente protetta in ogni nazione (si veda il capitolo “Cinque visioni errate sul rapporto tra cristiani e governo”) e desidero davvero proteggere la libertà di ogni individuo, nel prendere da sé le proprie decisioni riguardanti alla fede, senza alcuna pressione da parte del governo. È mia intenzione proteggere il diritto delle persone a essere in disaccordo con me e a esprimere tale dissenso pubblicamente in qualsiasi nazione. Wayne Grudem, Febbraio 2010
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INTRODUZIONE È giusto che le chiese esercitino la loro influenza sulla politica? I pastori dovrebbero predicare anche sulle questioni politiche? Per quanto riguarda le varie problematiche, esiste una sola posizione “cristiana” oppure ve ne sono diverse? La Bibbia insegna qualcosa su come la gente dovrebbe votare? Penso che si possano dare risposte ben precise a ognuna di queste domande, ma è bene puntualizzare subito che decine di altri libri e articoli hanno già fornito la propria risposta a tali quesiti. Il contenuto di questi libri spazia dall’affermare che la Bibbia supporta in maniera assoluta molte delle posizioni liberali democratiche, all’affermare che essa supporta le posizioni repubblicane conservatrici.1 Alcuni libri sostengono che i cristiani di oggi sono semplicemente troppo coinvolti nelle attività politiche, mentre un libro molto importante, Why You Can’t Stay Silent, afferma che la Bibbia chiama i cristiani a essere coinvolti nella politica.2 Il libro God and Government: An Insider’s View on the Boundaries between Faith and Politics, che ha avuto un grande impatto in questo ambito, presenta svariati esempi di cristiani la cui influenza sulle leggi e
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Uno dei libri che sostengono la posizione democratica è Jim Wallis, God’s Politics: Why the Right Gets it Wrong and the Left doesn’t Get it, Harper SanFrancisco, New York, 2005; mentre D. James Kennedy e Jerry Newcombe, How would Jesus Vote? A Christian Perspective on the Issues, Waterbrook, Colorado Springs, 2008, è fra quelli che supportano maggiormente la posizione repubblicana. John MacArthur, Why Government Can’t Save You: An Alternative to Political Activism, Word, Nashville, 2000 e Cal Thomas ed Ed Dobson, Blinded by Might: why the Religious Right can’t Save America, Zondervan, Grand Rapids, 1999, sono due chiari esempi di libri che esortano i cristiani a essere prudenti e a limitare il loro coinvolgimento nella politica (e, soprattutto a detta di Thomas e Dobson, il coinvolgimento della chiesa). Invece il testo di Tom Minnery (Why You Can’t Stay Silent, Tyndale House, Wheaton, 2001), un libro molto profondo e d’impatto, chiama i credenti a essere molto più coinvolti nelle questioni politiche attuali.
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sui governi è stata alquanto eccezionale.3 Un altro libro, intitolato Jubilee Manifesto, altamente apprezzato nel Regno Unito, propone un ripensamento sulle questioni politiche più importanti alla luce delle priorità delle relazioni personali promosse dalla Bibbia.4 Di recente, sono stati pubblicati vari libri scritti da teologi e studiosi biblici che trattano, a un livello molto più teorico, la questione della prospettiva cristiana sulla politica.5 Inizio questo libro esaminando cinque punti di vista sul rapporto fra cristiani e politica che ritengo palesemente sbagliati (e pericolosi): (1) “il governo dovrebbe imporre la religione”, (2) “il governo dovrebbe escludere ogni forma di religione”, (3) “tutte le forme di governo sono malvagie e demoniache”, (4) “bisogna evangelizzare e non fare politica”, (5) “bisogna fare politica e non evangelizzare”. Come alternativa propongo una visione, a mio avviso, più corretta: (6) “l’influenza significativa del cristianesimo sul governo”. Cosa dice esattamente la Bibbia riguardo al governo civile? Nel capitolo “Principi biblici relativi al governo”, investigo le Scritture al fine di capire ciò che la Bibbia dice riguardo allo scopo che il governo dovrebbe prefiggersi e alle caratteristiche di un governo giusto e di un governo sbagliato. Prima di passare a esaminare questioni politiche specifiche, nel capitolo “Una visione biblica del mondo”, ho voluto creare una base solida
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Charles W. Colson, God and Government: An Insider’s View on the Boundaries between Faith and Politics, Zondervan, Grand Rapids, 2007; precedentemente pubblicato con il titolo: Kingdoms in Conflict. Michael Schluter e John Ashcroft, Jubilee Manifesto, Inter-Varsity Press, Leicester, 2005. Gran parte di questi libri trattano questioni molto più teoriche relative alle leggi e al governo, con maggiore accortezza ed eruzione di quanto io possa fare. Si veda soprattutto D.A. Carson, Christ and Culture Revisited, Eerdmans, Grand Rapids, 2008. Si veda anche Richard Bauckham, The Bible in Politics: How to Read the Bible Politically, SPCK, London, 1989; Chris Green, A Higher Throne: Evangelicals and Public Policy, Apollos, Nottingham, 2008; Gordon McConville, God and Earthly Power: An Old Testament Political Theology, T. & T. Clark, London, 2006; Oliver O’Donovan, The Desire of the Nations: Rediscovering the Roots of Political Theology, Cambridge University Press, Cambridge, 1996; e Nick Spencer and Jonathan Chaplin, God and Government, SPCK, London, 2009. Infine, un libro un po’ più datato: Robert Culver, Toward a Biblical View of Civil Government, Moody Press, Chicago, 1974.
Introduzione
a sostegno dei principali componenti della visione cristiana del mondo, esaminando ciò che dice la Bibbia su Dio come Creatore, sulla Terra che egli ha creato, su noi in quanto uomini e donne creati a sua immagine, sul peccato e sul motivo per cui ha deciso di far vivere gli esseri umani su questa Terra. Tutto ciò al fine di evitare un errore molto comune: prendere dei versetti biblici fuori contesto e usarli per difendere quasi ogni posizione riguardo alle dispute politiche attuali. Porre le fondamenta per una visione cristiana del mondo è necessario per “vedere le singole parti alla luce del tutto” e, quindi, per comprendere correttamente i singoli versetti biblici in funzione degli insegnamenti basilari presentati dalla Bibbia nel suo insieme. Ho inserito tale materiale in questo libro, in quanto sostenere visioni del mondo diverse comporta delle ripercussioni profonde sulle molte questioni relative alla politica di governo. Infatti, queste differenze su questioni relative alla visione del mondo sono, al giorno d’oggi, alla base di molte divergenze politiche fra i cosiddetti “liberali” e i “conservatori”. Nel resto del libro mi prefiggo di effettuare un’analisi basata sulla visione biblica del governo civile e sulla visione biblica del mondo, facendo riferimento agli insegnamenti biblici più pertinenti alle questioni in esame. Sicuramente, non tutte le persone che cercano di seguire la Bibbia concorderanno con la mia interpretazione dei vari argomenti esaminati. Il presente lavoro tratta questioni politiche ed è, quindi, più che normale che il lettore concordi con me in alcune sezioni e in altre no. Vi saranno certamente molti cristiani che, pur riconoscendo l’autorità della Bibbia, sostengono delle posizioni alternative e, a loro avviso, meglio supportate dall’insegnamento globale della Scrittura. Lo trovo più che giusto, in quanto penso che la nostra comprensione possa soltanto crescere grazie alle discussioni e i ragionamenti che intratteniamo con le altre persone (in modo civile, ovviamente!). “Quando manca una saggia direzione il popolo cade; nel gran numero dei consiglieri sta la salvezza” (Proverbi 11:14). Vorrei anche aggiungere che non sostengo con la medesima sicurezza ogni posizione presente in questo libro. Penso che gli insegnamenti della Bibbia siano chiari, diretti e decisivi per quanto riguarda alcune questioni, come ad esempio il fatto che i governi civili siano stati stabiliti da Dio per punire il male e promuovere il bene (si veda il capitolo “Principi biblici relativi al governo”) o che le leggi di una nazione debbano
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essere finalizzate a proteggere la vita delle persone, soprattutto quella dei bambini non ancora nati. Vi è, inoltre, una seconda serie di questioni che ho affrontato con argomentazioni basate su principi più generali. Nel capitolo “Principi biblici relativi al governo”, ad esempio, affermo che una forma di democrazia è preferibile ad altre forme di governo. In questo caso, ho raggiunto tale conclusione non ragionando sulla base di insegnamenti biblici diretti e specifici sull’argomento, ma su principi biblici più generali (come ad esempio l’uguaglianza di tutti gli esseri umani, in quanto creature fatte a immagine di Dio e l’importanza del porre dei limiti al potere del governo umano). Un ragionamento basato su tali principi richiede, quindi, maggiore giudizio e saggezza per riuscire ad applicarli correttamente a una specifica situazione dei giorni nostri. È pertanto più probabile commettere errori o non riuscire a trovare il corretto equilibrio fra il principio più generale su cui ci si basa e gli altri principi della Bibbia, la cui interpretazione potrebbe modificare le proprie conclusioni. Infine, ho usato un terzo tipo di argomentazione basandomi su fatti reali provenienti dal mondo. Tali argomentazioni sono diverse da quelle che derivano da affermazioni dirette della Bibbia e anche da quelle derivanti da principi biblici più generali, poiché dipendono non dalla Bibbia ma da una valutazione dei fatti rilevanti del mondo di oggi. Tuttavia, una valutazione diversa dei fatti potrebbe portare una persona a trarre conclusioni diverse in merito a una determinata politica. Con questo non voglio certo dire che tutti i fatti che cito sul mondo di oggi sono supportati anche dalla Bibbia, anzi, è giusto che il lettore valuti e verifichi da sé la veridicità dei medesimi. Ciò che vorrei comunicare al lettore in ogni capitolo, invece, è che se ho ben capito quello che dicono i fatti, allora l’insegnamento biblico mi porta a trarre taluna o talaltra conclusione su una determinata questione. Nelle pagine che seguono, la distinzione di questi tre tipi di argomentazione non sarà esplicita. Non comunicherò espressamente se mi baso su insegnamenti diretti della Bibbia, su principi biblici più generali, sulla valutazione di fatti del mondo di oggi o ancora su una combinazione di questi tre tipi di argomentazioni. Spero piuttosto che il lettore sia in grado di fare da sé questa distinzione mentre legge e soppesa le mie argomentazioni. Spero, anche, che la maggior parte dei lettori possa essere persuasa da questo libro.
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Capitolo
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CINQUE VISIONI ERRATE SUL RAPPORTO TRA CRISTIANI E GOVERNO Prima di mostrarvi quello che ritengo essere il giusto ruolo dei cristiani nella politica, è necessario esaminare cinque visioni, a mio avviso, sbagliate sulla questione. Si tratta di concezioni errate che, purtroppo, sono state diffuse, attraverso i secoli, da molti scrittori. Nel capitolo seguente proporrò, invece, una soluzione che, credo, sia migliore e più equilibrata. A. IL GOVERNO DOVREBBE IMPORRE LA RELIGIONE Una prima visione errata (a mio giudizio) è l’idea che il governo civile debba imporre al popolo la religione da seguire o da supportare. Purtroppo, durante i secoli passati, questa visione “dell’imposizione religiosa” era sostenuta da molti cristiani. Essa ebbe un ruolo molto importante nella Guerra dei Trent’anni (1618-1648), che ebbe inizio con un conflitto fra protestanti e cattolici per il controllo di vari territori, soprattutto in Germania. Nel XVI e XVII secolo scoppiarono molte altre “guerre di religione” in Europa, molte delle quali fra cattolici e protestanti. Sempre nel XVI secolo, i protestanti riformati e luterani perseguitarono e uccisero migliaia di persone appartenenti al movimento religioso degli anabattisti in Svizzera e in Germania, i quali cercavano di fondare delle chiese per “soli credenti” e impartire il battesimo per immersione a chiunque facesse una professione personale di fede. Nel corso dei secoli, sempre più cristiani realizzarono che questa visione “dell’imposizione religiosa” era alquanto in disaccordo con gli
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insegnamenti di Gesù e con la natura della fede stessa (si veda la discussione qui sotto). Al giorno d’oggi non conosco alcun gruppo cristiano di una certa rilevanza che veda di buon occhio l’idea che il governo dovrebbe forzare la gente a seguire la fede cristiana.1 Tuttavia, secondo altre religioni è giusto che il governo imponga al popolo il loro credo (è il caso di paesi come l’Arabia Saudita, dove vigono leggi che impongono ai cittadini di seguire la religione musulmana). Per coloro che rifiutano di farlo sono previste pene molto severe da parte della polizia religiosa. È proibito per legge l’esercizio pubblico di qualsiasi altra religione al di fuori dell’Islam ed è proibito per i Sauditi convertirsi ad altre religioni. Bilal Cleland, un sostenitore dell’Islam, ha scritto sul sito pro-islamico Islam for Today: “La legislazione contenuta nel Corano diventa la legge fondamentale dello stato”.2 La visione “dell’imposizione religiosa” è, spesso, usata da gruppi violenti di varie parti del mondo per giustificare cruenti atti di persecuzione contro i cristiani. Come l’incendio che i musulmani appiccarono nell’agosto del 2009, con il quale distrussero un intero villaggio cristiano in Pakistan,3 uccidendo sei cristiani, oppure la guerra mossa dai gruppi militanti islamici contro i cristiani in Nigeria, nel Sudan e in altri Paesi dell’Africa subsahariana. Anche in India questa visione ha portato a una violenta persecuzione contro i cristiani da parte di gruppi induisti. Nel 1999 fu riportato dai media che ben cinquantuno chiese e luoghi di culto cristiani erano stati interamente bruciati nello stato occidentale di Gujarat. Un missionario australiano, Graham Staines e i suoi due figli furono bruciati vivi nella loro jeep da una folla di induisti nello stato di
C’è un movimento cristiano piuttosto piccolo e marginale chiamato Christian Reconstructionism, secondo il quale i governi di oggi dovrebbero imporre le leggi dell’Antico Testamento (si veda la sezione “Che dire delle leggi dell’Antico Testamento? (La questione della teonomia)” nel capitolo “Una soluzione migliore: un’influenza cristiana significativa sul governo”), ma la maggior parte, se non tutti i leader più rinomati del movimento evangelico negli Stati Uniti hanno chiaramente preso le distanze da questa posizione relativa alle leggi civili. 2 Bilal Cleland, “Islamic Government”, Islam for Today. www.islamfortoday. com/cleland04.htm. 3 Ben Quinn, “Six Christians burned alive in Pakistan riots”, guardian.co.uk, 2 agosto 2009. www.guardian.co.uk/world/2009/aug/02/christians-burnedalive-pakistan. 1
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Capitolo 1 § Cinque visioni errate sul rapporto tra cristiani e governo
Orissa, sulla costa orientale indiana.4 Nel 2007, l’agenzia di stampa internazionale americana Associated Press riportò che gli estremisti indù avevano dato fuoco a una dozzina di chiese.5 Occorre, inoltre, precisare che ci sono dei musulmani e degli induisti favorevoli alla democrazia e disposti a concedere svariate forme di libertà religiosa. Durante i primi anni d’esistenza degli Stati Uniti, l’idea di libertà religiosa acquistò largo consenso fra gli abitanti delle colonie americane. Questo accadde sia perché vi era la necessità di formare un paese unito nel quale vivevano persone di religione diversa (fra cui congregazionalisti, episcopaliani, presbiteriani, quaccheri, battisti, cattolici ed ebrei), sia perché molti dei coloni erano fuggiti dai loro Paesi proprio a causa della persecuzione religiosa. I padri pellegrini del New England, ad esempio, erano fuggiti dall’Inghilterra perché rischiavano d’essere sanzionati e imprigionati se rifiutavano di partecipare alle funzioni religiose della chiesa anglicana o se conducevano dei culti nelle proprie chiese. Nel 1779, appena tre anni dopo la Dichiarazione d’indipendenza, Thomas Jefferson scrisse lo Statuto della Virginia per la libertà religiosa, dimostrando così quanto fosse diventata importante la libertà religiosa per gli americani dell’epoca. Jefferson scrisse: Sia, dunque, preso atto dall’Assemblea Generale, che a nessun uomo debba essere imposto di frequentare o sostenere alcuna pratica, luogo o ministero religioso, né debba essere molestato o bruciato vivo, né lui né i suoi beni, o subire altre sofferenze a causa delle sue opinioni religiose o della sua fede; ma ogni uomo sia libero di professare e di conseguenza sostenere le proprie opinioni in materia di religione e che, ciò, non sminuisca, né aumenti o influisca in alcun modo sulle sue capacità civili.6
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Ramola Talwar Badam, “Christians, Hindus clash in India”, Associated Press, 30 ottobre 1999. www.washingtonpost.com/wp-srv/aponline/19991030/aponline 111427_000.htm. Gabin Rabinowitz, “Hindus, Christians clash in India”, Associated Press, 27 dicembre 2007. www.foxnews.com/printer_friendly_wires/2007Dec27/0,4675,India ChurchesAttacked,00.html. “Lo Statuto delle Virginia per la libertà religiosa” fu scritto da Thomas Jefferson nel 1779 e approvato dall’assemblea generale della Virginia nel 1786.
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Secondo molti insegnamenti biblici non è corretto che il “governo imponga una specifica religione” e tale visione è contraria anche agli insegnamenti biblici stessi. 1.
Gesù operò una netta distinzione tra il regno di Dio e il regno di Cesare
Una prima argomentazione biblica contro la visione “dell’imposizione religiosa” proviene dagli insegnamenti di Gesù in Matteo 22. Alcuni giudei stavano cercando d’incastrare Gesù chiedendogli: “È lecito, o no, pagare il tributo a Cesare?” (Matteo 22:17). Se Gesù avesse risposto “sì”, avrebbe dato l’impressione di appoggiare il governo romano; se avesse detto di no, invece, sarebbe parso come un pericoloso rivoluzionario che si opponeva al potere romano. Tuttavia, Gesù sorprese i suoi avversari dicendo: “Mostratemi la moneta del tributo” ed “essi gli porsero un denaro”, (v. 19). Ed ecco cosa accadde dopo: Ed egli domandò loro: “Di chi è questa effigie e questa iscrizione?” Gli risposero: “Di Cesare”. E Gesù disse loro: “Rendete dunque a Cesare quello che è di Cesare e a Dio quello che è di Dio” (Matteo 22:20-21).
Un’affermazione davvero notevole, in quanto Gesù ci mostra che bisogna distinguere fra due sfere d’influenza: quella del governo e quella della vita religiosa del popolo di Dio. Alcune cose, come ad esempio le tasse, appartengono al governo civile (“quello che è di Cesare”): da questo si deduce che la chiesa non dovrebbe cercare di imporre il proprio controllo su di esse. Altre cose, invece, appartengono alla sfera religiosa delle persone (“quello che è di Dio”) e questo implica che il governo civile non dovrebbe avere alcun controllo su di esse. Gesù non ci presenta una lista delle cose appartenenti a ciascuna categoria, ma la semplice distinzione di queste due categorie è di grandissima importanza per la storia del mondo. Tale distinzione indica l’approvazione di un sistema diverso da quello regolato dalle leggi della nazione d’Israele durante il periodo dell’Antico Testamento. Infatti, all’epoca, l’intera nazione d’Israele era una “teocrazia” in quanto era governata da Dio e le leggi date a Israele provenivano direttamente dal Signore (invece di essere decise dalle persone o da un re umano) e tutta la nazione era considerata “popolo di Dio”. Pertanto ci si aspettava che tutto il popolo adorasse Dio, e che le leggi d’Israele coprissero non
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soltanto quelle che oggi sono considerate “questioni secolari”, come l’omicidio o il furto, ma anche “questioni religiose”, come il sacrificio d’animali e le punizioni per idolatria (si veda Levitico 21-23; Deuteronomio 13:6-11). Con l’affermazione su Dio e Cesare, Gesù stabilì le grandi linee di un nuovo ordine nel quale “quello che è di Dio” non deve essere sottoposto al controllo del governo civile (ovvero, quello “di Cesare”). Tale sistema si scosta molto dalla teocrazia dell’Antico Testamento adottata dal popolo d’Israele. Il nuovo insegnamento di Gesù implica che tutti i governi civili (inclusi quelli di oggi) dovrebbero lasciare le persone libere di seguire o meno una determinata religione, di sostenere le dottrine religiose che desiderano e di lodare Dio nel modo che ritengono più opportuno. “Cesare” non dovrebbe esercitare alcun controllo su tali cose, poiché esse “sono le cose che appartengono a Dio”. 2.
Gesù non volle costringere nessuno a credere in lui
Un altro avvenimento nella vita di Gesù mostra quanto egli fosse contrario alla visione “dell’imposizione religiosa”: Mandò davanti a sé dei messaggeri, i quali, partiti, entrarono in un villaggio dei Samaritani per preparargli un alloggio. Ma quelli non lo ricevettero perché era diretto verso Gerusalemme. Veduto ciò, i suoi discepoli Giacomo e Giovanni dissero: “Signore, vuoi che diciamo che un fuoco scenda dal cielo e li consumi?” (Luca 9:52-54).
A quanto pare, i discepoli pensavano che questo fosse un ottimo metodo per convincere la gente degli altri villaggi ad ascoltare Gesù. Se fosse disceso del fuoco dal cielo e questo avesse consumato il villaggio samaritano che aveva rifiutato Gesù, la notizia si sarebbe diffusa e Gesù e i discepoli avrebbero guadagnato la piena fiducia degli abitanti degli altri villaggi. Questo sì che è un buon metodo per imporre la religione con la forza! Tuttavia, Gesù non volle avere niente a che fare con questa proposta. Infatti, il versetto successivo dice: “Ma egli si voltò verso di loro e li sgridò” (Luca 9:55). Gesù rifiutò chiaramente qualsiasi metodo o azione che costringesse le persone a credere in lui o a seguirlo.
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Le chiese devono esercitare un’influenza sulla politica? I pastori devono predicare su temi politici? Esiste soltanto una presa di posizione “cristiana” in relazione alle questioni politiche? La Bibbia fornisce degli insegnamenti riguardo a come i cittadini debbano votare? Se ti sei già posto almeno una di queste domande, devi assolutamente leggere questo libro, in cui l’autore tratta tre tipi di argomentazioni per fornire una visione politica conforme alla Bibbia: ragioni basate su dichiarazioni bibliche esplicite; ragionamenti basati su principi biblici più generali e motivazioni basate su una valutazione dei fatti rilevanti per il mondo attuale. In questo testo innovativo, il noto docente evangelico Wayne Grudem, confuta cinque concezioni errate riguardanti l’influenza cristiana nella politica: (1) “imporre la religione”, (2) “escludere la religione”, (3) “tutti i governi sono diabolici”, (4) “dedicatevi all’evangelismo, non alla politica” e (5) “dedicatevi alla politica, non all’evangelismo”. L’autore propone un’alternativa migliore: (6) “influenza cristiana significativa sul governo”. Successivamente illustra gli insegnamenti biblici relativi agli obiettivi del governo civile e alle caratteristiche che rendono un governo efficace o deleterio.
Wayne Grudem ha conseguito una laurea in economia presso la Harvard University; un master in teologia presso il Westminster Theological Seminary e un dottorato in Nuovo Testamento presso l’University of Cambridge. È professore di ricerca biblica al Phoenix Seminary, Phoenix, Arizona. Precedentemente, ha tenuto la cattedra del dipartimento di teologia biblica e sistematica al Trinity Evangelical Divinity School a Deerfield, Illinois, dove ha insegnato per vent’anni.
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