La voce di Dio nella sofferenza Il dolore dell’uomo, l’esperienza di Gesù
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Si pone le domande davvero difficili senza eluderne alcuna. Mi ha ricordato che nelle circostanze peggiori Gesù ci viene effettivamente incontro con risposte reali – non delle massime banali e garbate che andrebbero bene per un calendario motivazionale, ma verità reali, dure e profonde che hanno la potenza di penetrare anche lo scenario più terribile che si possa immaginare per garantire una speranza autentica, genuina. WENDY ALSUP, autrice di Teologia pratica per le donne.
Nancy scrive con convinzione e compassione […] Prende le domande difficili che scaturiscono dalla continua sofferenza e dai continui esiti indesiderati, e risponde attraverso le Scritture – che applica alle questioni con la massima chiarezza. Nancy non si limita a condurci alla Parola, ma ci aiuta anche a entrare in contatto con la Parola vivente – Gesù. Raccomando vivamente questo libro meticolosamente biblico a tutti quelli che stanno soffrendo o che stanno aiutando gli altri nelle loro battaglie. Per me è stato fonte di forza e incoraggiamento. SARAH YOUNG, autrice di Gesù ti chiama.
Avete tra le mani un libro di verità preziose. Scopritelo da soli, e Dio vi userà per aiutare gli altri, come sta facendo con Nancy. La Parola di Dio ha tutte le risposte, ed è proprio ciò che ci dimostra Nancy Guthrie, una donna che ha conosciuto la sofferenza. Se vi lascerete condurre da Nancy nei luoghi che ha visitato, permettendole di condividere con voi le verità della Scrittura implorando “Guariscimi, Signore” (Geremia 17:14), vi ritroverete ad ascoltare Gesù che vi parla nella sofferenza... ed è qui che troverete la guarigione. KAY ARTHUR, Precept Ministries International.
Nancy Guthrie, una mia cara amica, ha vissuto una delle perdite più grandi che un cuore umano possa sopportare, ma nel buio della sofferenza ha udito le parole di Gesù. Le ha udite veramente, e vuole condividerle con voi. Questo non è un trattato teorico, ma un libro avvincente scritto dal cuore di una madre. Anche voi trarrete giovamento da queste parole! DENNIS RAINEY, presidente di FamilyLife e conduttore di FamilyLife Today.
Ho conosciuto Nancy Guthrie tramite un amico in comune che me l’ha presentata mentre attraversavo un momento di crisi. Il mio amico era sicuro che avrei tratto incoraggiamento dal modo in cui Nancy e suo marito David stavano affrontando una perdita devastante, e aveva ragione. Nancy mi ha fatto capire a che punto ero, ispirandomi a perseverare nonostante il mio dolore. Nancy parla in modo diretto e schietto, ma colmo di fede. Questo libro è per tutti quelli che si ritrovano svegli nel cuore della notte perché hanno un dolore nell’anima. Nancy ci spinge oltre, verso la domanda esistenziale che gran parte di noi si pone davanti alla sofferenza: Gesù sa veramente cosa significhi avere il cuore spezzato? Questo è un libro che menzionerete e consiglierete spesso a chi si interroga sulla sofferenza senza trovare risposte. KAY WARREN, Saddleback Church.
Partendo dalla dura prova di una tragedia personale, Nancy Guthrie affronta interrogativi profondi e inquietanti con un candore risoluto. Senza mai accontentarsi di risposte scontate, continua a scavare alla ricerca della propria anima, e delle nostre. Il suo autentico messaggio di speranza sfida e alimenta sia la mente che il cuore. HAROLD MYRA, autore di One Extraordinary Day.
Nancy Guthrie ci invita a unirci a lei nel suo viaggio di sofferenza e perdita, alla ricerca di una comprensione più profonda di Gesù attraverso la sua sofferenza. Chi leggerà la sua storia sarà toccato dalla tenacia della fede di una madre che soffre aggrappandosi a Gesù malgrado i quesiti irrisolti e una sofferenza che non finirà mai. CAROLYN CUSTIS JAMES, autrice di The Gospel of Ruth.
Il postmodernismo cerca di negare la morte chiudendola in un cassetto, di sminuirla trattandola con irriverenza e di eluderla utilizzando astuti cliché. In netto contrasto, Nancy Guthrie ci scrive con il realismo e la prospettiva di chi è stato purificato nel calderone delle tragedie della vita, senza offrirci una panacea ma la pace che viene dall’udire Gesù parlarci nelle nostre sofferenze. HANK HANEGRAAFF, presidente del Christian Research Institute e conduttore del programma Bible Answer Man.
Le crisi della vita sono dure e caotiche. Anche se i libri che danno conforto sono utili, c’è bisogno di un manuale realistico da cui trarre aiuto e speranza quando sembra impossibile trovarli. Il libro di Nancy Guthrie è esattamente questo. Nei momenti più bui, vi spiegherà come trovare guarigione e ricostruire la vostra vita. STEVE GORRISOM, fondatore di DivorceCare/GriefShare.
Ringrazio Nancy Guthrie per aver scritto ciò che andava detto, per averlo fatto parlando di un’esperienza vissuta in prima persona e che, attraverso la sofferenza, è riuscita a farla maturare […] A volte ho rivissuto le mie esperienze annuendo, altre volte anche piangendo, ma anche avendo sentito Gesù parlarmi nella sofferenza. È un grande merito per l’autrice essere riuscita a comunicare in modo così efficace da coinvolgere anche gli altri che hanno sofferto. RICH SHIELDS, presidente dell’American Lutheran Theological Seminary.
Guthrie incoraggia anche la persona più ferita ad aprire il cuore e la mente alle consolazioni concrete che Cristo fornisce quando camminiamo al suo fianco. I credenti attingeranno abbondantemente dalla verità secondo cui anche Gesù ha conosciuto una immensa sofferenza; ha ricevuto un “no” da Dio; desidera guarire anche la malattia più letale dell’uomo; proteggerà il suo popolo; donerà ai suoi seguaci un proposito nella sofferenza; donerà loro un cuore pronto a perdonare; sarà sufficiente per ciascun individuo; lui solo dona la vita che non può essere portata via; ed esercita il pieno controllo sia sulla vita che sulla morte. Queste parole sorprendentemente incoraggianti e rincuoranti, ricevute direttamente dalla Parola di Dio, indurranno i credenti a rivalutare ciò in cui dicono di credere. FAITHFULREADER.COM
La voce di Dio nella sofferenza Il dolore dell’uomo, l’esperienza di Gesù
nancy guthrie
Nancy Guthrie
La voce di Dio nella sofferenza Il dolore dell’uomo, l’esperienza di Gesù Proprietà letteraria riservata: BE Edizioni di Monica Pires P.I. 06242080486 Via del Pignone 28 50142 Firenze Italia Hearing Jesus Speak into Your Sorrow Copyright © 2009 by Nancy Guthrie. All rights reserved. Published by Tyndale House Publishers, Inc. This translation published by arrangement with Tyndale House Publishers, Inc. All rights reserved. Coordinamento editoriale: Filippo Pini Traduzione e revisione a cura di Impatto Print Copertina: Samuele Ciardelli Impaginazione: Marida Montedori Prima edizione: Ottobre 2017 Stampato in Italia Volume pubblicato in collaborazione con Impatto Print, pubblicazioni di Impatto (Act 29 in Italia) network per la fondazione di chiese, www.impatto.org. Tutte le citazioni bibliche, salvo diversamente indicato, sono tratte dalla Nuova Riveduta, Società Biblica di Ginevra. ISBN 978-88-97963-62-2 Per ordini: www.beedizioni.it È vietata la riproduzione, anche parziale, con qualsiasi mezzo effettuata compresa la fotocopia, anche ad uso interno didattico. Per la legge italiana la fotocopia è lecita solo per uso personale purché non danneggi l’autore. Quindi ogni fotocopia che eviti l’acquisto di un libro è illecita e minaccia la sopravvivenza di un modo di trasmettere la conoscenza. Chi fotocopia un libro, chi mette a disposizione i mezzi per fotocopiare, chi comunque favorisce questa pratica commette un furto verso l’autore e gli editori e mette a rischio la sopravvivenza di questo modo di trasmettere le idee.
D EDICA Nessuno di noi dovrà cercare molto lontano per trovare persone care che soffrono profondamente, e io non faccio eccezione. Dedico questo libro ai miei amici e alla mia famiglia, con amore, a tutti quelli che vivono soffrendo per l’infedeltà, l’infertilità, l’abbandono da parte di un coniuge, la ribellione di un figlio, una paralisi, il disturbo bipolare, il suicidio, la depressione, la demenza, un disturbo dell’apprendimento, la morte, la paura dei problemi economici, la reputazione rovinata, un matrimonio difficile, la mancanza di un partner, un fallimento imbarazzante, un conflitto in corso, la profonda solitudine. Sappiate che soffro insieme a voi, e insieme a voi ascolto Gesù parlarci.
I NDICE
Introduzione
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C 1. Ascolta Gesù che dice: Anch’io ho conosciuto un dolore insopportabile (matteo :) Gesù comprende il peso schiacciante e la solitudine agonizzante del dolore.
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C 2. Ascolta Gesù che dice: Anch’io ho ricevuto un “no” da Dio (matteo :) Gesù ci indica cosa fare quando Dio non ci dà ciò che vogliamo.
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C 3. Ascolta Gesù che dice: Sono pronto a guarire la tua infermità più mortale (marco :) Gesù sa di cosa abbiamo maggiormente bisogno.
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C 4. Ascolta Gesù che dice: Ti salverò da te stesso (matteo :) Gesù ci salva da una vita sprecata cercando di fare le cose a modo nostro.
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C 5. Ascolta Gesù che dice: Ti proteggerò (matteo :)
Gesù ci protegge dalla sofferenza eterna.
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C 6. Ascolta Gesù che dice: Ho un proposito per la tua sofferenza (giovanni :) Quando domandiamo “Perché?”, Gesù ci dona discernimento.
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C 7. Ascolta Gesù che dice: Ti darò un cuore capace di perdonare (marco :) Gesù ci dà la forza di perdonare le persone che non meritano il nostro perdono.
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C 8. Ascolta Gesù che dice: Io ti basto ( corinzi :)
Gesù garantisce ciò di cui abbiamo bisogno quando ne abbiamo bisogno.
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C 9. Ascolta Gesù che dice: Dono la vita a coloro che credono in me (giovanni :-) Gesù ci chiede di credere che la morte non sia la fine della vita.
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C 10. Ascolta Gesù che dice: Io esercito il controllo sulla tua vita e sulla tua morte (Apocalisse :-) Gesù calma la nostra paura della morte.
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C. Ascolta Gesù che dice: Io ti darò riposo (Matteo :)
Gesù ci accoglie a braccia aperte.
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Guida al dibattito
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Ringraziamenti
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Attenti dunque a come ascoltate: a chi ascolta il mio insegnamento sarà data più conoscenza. GESÙ (Cfr. LUCA 8:18)
I NTRODUZIONE
I
n casa mia c’è un compleanno importante in arrivo, e io mi ritrovo spesso a pensarci. Ogni volta che lo faccio, sento un nodo alla gola e gli occhi bruciarmi per le lacrime. Presto arriverà il giorno in cui nostra figlia, Hope, avrebbe compiuto dieci anni. Dieci sembra un numero significativo – più significativo di otto o nove, o di altri numeri scivolati via nella quasi indifferenza. La vita di nostra figlia, più che in anni, può essere contata in giorni: ne ha vissuti 199. In altre parole, per me non sono stati sicuramente abbastanza. E aspettando quello che sarebbe stato il suo decimo compleanno, attendo anche il giorno che arriverà 199 giorni dopo – che sancirà un decennio da quando l’ho tenuta per l’ultima volta tra le mie braccia. Sembra una voragine che diventa sempre più grande via via che gli anni mi portano più lontano da lei, eppure allo stesso tempo più vicino. Sinceramente, prima dell’arrivo di Hope non avevo sofferto tanto in vita mia. E qualcuno potrebbe pensare che, amandola e perdendola, mio marito David, mio figlio Matt ed io avessimo già sofferto abbastanza. Ma solo due anni e mezzo più tardi abbiamo seppellito suo fratello Gabriel, nato con lo stesso disturbo metabolico e vissuto appena 183 giorni. Non ricordo le esatte parole che il nostro pastore disse le due volte che ci trovammo davanti alla tomba in cui Hope e Gabriel sono sepolti assieme, ma ricordo che quello che disse contò molto. Al funerale di Hope, disse qualcosa del tipo: “Questo è il luogo in 9
La voce di Dio nella sofferenza
cui ci chiediamo: «Il vangelo è realmente vero?»”. Mentre parlava, risposi dentro di me con un grande sì, perché durante i mesi che precedettero quel difficile giorno mi ero posta spesso quella domanda. E ricordo che lesse un versetto in particolare che mi fece sentire sollevata perché anch’esso dava eco alla mia disperazione e alla mia scoperta. Si trova in Giovanni capitolo 6, in cui Giovanni riporta che molti seguaci di Gesù si erano allontanati e lo avevano abbandonato a causa di alcuni suoi insegnamenti che per loro erano troppo difficili da digerire. Rimasero sconcertati dalle parole di Gesù, così, semplicemente, gli voltarono le spalle. Gesù non aveva soddisfatto le loro immediate aspettative, e sembrava chiedere loro più di quanto fossero disposti a dare. Erano molto più interessati a cosa potevano ottenere da Gesù che a cosa potevano ottenere di Gesù. E quando Gesù dimostrò chiaramente che ciò che voleva dare loro era più di se stesso, loro persero interesse nei suoi confronti. A quel punto, mentre le folle che lo avevano seguito iniziarono ad allontanarsi, Gesù si rivolse ai suoi dodici discepoli e domandò loro: “Non volete andarvene anche voi?”. Provo a immaginare il dramma e l’emozione di quel momento, mentre Gesù diceva ad alta voce ciò che probabilmente tutti stavano pensando, e mentre esortava i discepoli più vicini a lui a prendere una decisione. Simon Pietro parlò a nome del gruppo, rispondendo a Gesù: “Signore, da chi andremmo noi? Tu hai parole di vita eterna” (Gv. 6:68). Mentre il pastore leggeva le Scritture, mi identificai con quelli che nella storia avevano avuto difficoltà a comprendere e ad accettare le parole di Gesù, scegliendo semplicemente di allontanarsi. Forse puoi identificarti anche tu con loro, se hai fatto fatica a far coincidere la tua comprensione di quanto hai letto nella Bibbia – e le tue aspettative sul modo in cui Dio si prende cura di coloro che ama – con la tua difficile situazione. 10
Introduzione
La domanda di Gesù rimase sospesa nell’aria, non solo in quell’antico contesto, ma anche tra lui e me. “Non vuoi andartene anche tu” mi chiese. Sentivo che Gesù mi parlava, chiamandomi a un atto di fiducia in lui in quel momento di dolore straziante. E percepii la disperazione e la quasi rassegnazione nella risposta di Pietro, quando in sostanza disse a Gesù: “Da chi andremmo noi? A chi altro potremmo rivolgerci? Tu sei l’unico in cui possiamo rifugiarci e che ha il potere di donare la vita semplicemente con la potenza della sua parola”. Ricordo di aver pensato che la mia unica speranza di rivedere Hope risiedesse in ciò che il vangelo dice a proposito di come troviamo la vita che continua oltre la morte. Non avere questa speranza a cui aggrapparsi sarebbe stata un’agonia insopportabile. Sapevo anche che Gesù mi garantiva l’unica speranza di tornare in vita, mentre sentivo che la vita in me veniva soffocata dalla sofferenza. Nei momenti di sofferenza e delusione, tutto ciò in cui crediamo può essere facilmente messo in dubbio, vero? Tuttavia, se ci allontaniamo da Dio, non c’è più altro luogo in cui trovare un senso o la pace. Qualsiasi posto lontano da lui è disperatamente buio e vuoto. Non so cosa abbia portato sofferenza nella tua vita. Forse anche tu ti sei trovato davanti a una tomba per dire addio a una persona cara. O forse hai dovuto seppellire i tuoi sogni di un futuro con la persona che ami, o i tuoi progetti su qualcosa che desideravi realizzare. Forse le circostanze ti hanno costretto a rinunciare a una posizione che credevi essere fatta apposta per te, o ad affrontare un grave problema economico o una dolorosa patologia. Forse convivi con il dolore costante per un figlio che si è allontanato da te o dalla fede. Forse vivi nel rimorso per la sofferenza causata dalle tue scelte sbagliate, o forse vivi con risentimento per il dolore causato da qualcun altro. Qualunque sia la fonte della tua sofferenza, mi 11
La voce di Dio nella sofferenza
chiedo se sei disposto a dedicarmi qualche ora di tranquillità per ascoltare ciò Gesù che ha da dirti.
Per chi ha orecchi per udire Negli ultimi dieci anni mi sono resa conto che Gesù ha delle cose importanti da dire a chi soffre. Ma anche mentre lo scrivo, temo che tu possa fraintendermi. Ho paura che pensi che voglia ripercorrere le parole di Gesù riportate nei Vangeli scegliendo solo le parti che garantiscono sollievo o consolazione alle nostre orecchie moderne. Ma non è ciò che farò. Voglio ascoltare tutto quello che Gesù ha da dirmi, e credo che anche tu lo voglia. Proprio come desidero abbracciare la sua promessa speranzosa, “Io vado a prepararvi un luogo” (Giovanni 14:2), così voglio accettare la sua promessa più difficile da ascoltare: “Nel mondo avrete tribolazione” (Giovanni 16:33). E proprio come voglio ubbidire al suo ordine, “Abbiate fede in Dio, e abbiate fede anche in me” (Giovanni 14:1), così voglio anche abbracciare la sua chiamata: “Ama il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente” (Matteo 22:37), che spesso sembra un ordine troppo impegnativo per me. Desideriamo un quadro completo e una comprensione più profonda che garantiscano tanta chiarezza quanta consolazione. Vogliamo accettare la correzione necessaria e rispondere con ravvedimento alla sgradita condanna. Ma solo la completa verità può farlo. Vogliamo sentire ciò che Gesù sta dicendo e che garantisce una speranza solida a cui possiamo aggrapparci – anche, e forse soprattutto, in ciò che è difficile da capire o solo difficile da ascoltare. Dicendoti che ascolteremo con attenzione le parole pronunciate da Gesù, temo anche che tu possa pensare che voglia lasciar intendere che le parole e gli insegnamenti di Gesù abbiano 12
Introduzione
più autorità o importanza di altre parti della Bibbia. E voglio assicurarmi che tu comprenda che questo non è ciò che intendo dire. Sappiamo che tutte le Scritture sono “ispirate da Dio” (2 Timoteo 3:16) e che lo stesso Gesù attribuì a tutte le Scritture uguale autorità e autorità ultima (Matteo 5:17-18; Luca 16:17; Giovanni 10:35) in quanto Parola di Dio. Gesù rispondeva spesso ai suoi detrattori dicendo: “Non avete letto […]?” o “È scritto [...]”, dimostrando chiaramente che considerava le Scritture come l’autorità definitiva. Quelli di noi che si trovano a vivere un dolore o una sofferenza profondi possono trovare una consolazione e una chiarezza uniche nelle parole di Gesù, le stesse che in passato potremmo aver ignorato e a cui siamo talmente abituati da non avere più effetto su di noi. Dobbiamo scavare in profondità per cercare le verità più profonde che Gesù ci sta rivelando e le implicazioni di ciò che sta dicendo. Riconosciamo di averlo forse sentito parlare attraverso qualche filtro che ha alterato, di aver applicato male o travisato completamente ciò che Gesù ha detto attraverso la sua vita e il suo ministero, e siamo pronti a lasciare che le nostre prospettive vengano completamente modificate. Questo è quanto faremo in questo libro: cercheremo di avere orecchi per udire le affermazioni di Gesù in modo nuovo. Onestamente, ho scelto molte di queste affermazioni perché sono quelle che ho avuto maggiori difficoltà a comprendere e ad applicare alle mie esperienze. Sono quelle che mi hanno portata a dire “non riesco a capire”, mentre le leggevo e cercavo di incasellarle nella mia assodata comprensione della natura e del proposito del ministero di Gesù. Voglio condividerle con voi perché mi rendo sempre più conto che i passi delle Scritture, che all’apparenza mi sembrano incomprensibili, sono quelli che contengono le verità più preziose, capaci di cambiare la vita delle persone e le loro prospettive, di donare speranza. 13
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Credo che questo libro sia l’apice della mia ricerca di una comprensione più profonda, accompagnata dalla prospettiva di anni di ulteriore studio delle Scritture dopo la stesura del mio libro precedente, Holding On to Hope. Quel libro fu scritto durante una serie di incredibili circostanza – mentre ero incinta di nostro figlio Gabriel – e fu pubblicato sei mesi dopo la sua morte. Mentre scrivo adesso, dopo molti anni di dolore, la mia idea non è cambiata, piuttosto si è rafforzata e sviluppata. Continuo a restare aggrappata alla speranza, ma in un modo ancora più saldo e con una comprensione più chiara della natura di questa speranza.
Parole di vero conforto Gesù disse che dovremmo ascoltare attentamente le sue parole. “Badate a ciò che udite”, disse Gesù “Più ascoltate attentamente, più conoscenza riceverete, e ve ne sarà data anche di più. A quelli che ascoltano il mio insegnamento sarà data più conoscenza, ma a quelli che non mi ascoltano sarà tolta anche quel poco di conoscenza che hanno” (Cfr. Marco 4:24). Quindi devo chiederti: vuoi ascoltare attentamente Gesù affinché ti dia più conoscenza? Aprirai il tuo cuore e la tua mente per ascoltarlo parlare nella tua sofferenza? Le parole riportate sulle pagine della tua Bibbia non sono un semplice dialogo religioso distaccato e senza una connessione con la difficile realtà in cui stai vivendo. Sono il messaggio personale di Dio per te. Le parole pronunciate da Gesù sono molto diverse da quelle che pronunciamo noi. In ogni sua parola ci sono vita, potenza e autorità. Con la sua parola, Gesù parla di vita nella morte, di speranza nella disperazione, di verità nell’illusione, di significato nella futilità, di pace nel terrore. Dalle sue labbra riceviamo sapienza, compassione, compagnia e tanto altro. Potresti aver osservato che la maggior parte delle persone che 14
Introduzione
ti circondano non sanno cosa dire a proposito del tuo dolore e della tua battaglia. Ma posso assicurarti che Gesù sa esattamente cosa dire a chi ha il cuore spezzato. Sa esattamente ciò che abbiamo bisogno di sentire perché ci conosce meglio di quanto noi conosciamo noi stessi. E Gesù comprende il peso del nostro dolore perché lui stesso ha scandagliato le profondità della sofferenza e del dolore. Ha provato il dolore per la morte di una persona cara (Matteo 14:12-13; Giovanni 11:35-36) e il dolore di sapere che coloro che ama hanno un cuore indurito verso Dio (Luca 19:41). Gesù patì il rifiuto e lo scherno da parte della sua stessa famiglia (Giovanni 7:5), la mancanza di una casa (Matteo 8:20), la tentazione (Matteo 4:1-11) e, ovviamente, la crudele agonia della crocifissione (Matteo 27:32-44). Nessun altro possiede, come Gesù, le risorse di compassione e di sapienza. È colui che abbiamo bisogno di ascoltare quando i nostri cuori sono stati spezzati dalla vita in questo mondo. Fortunatamente, Gesù è pronto a parlarci nella nostra sofferenza. Non si lascia intimidire dalla mancanza di tatto o dalle domande difficili. È attratto da chi ha il cuore spezzato. Sa che non ci interessano risposte adeguate o il rispetto delle regole sull’educazione, la sentimentalità o la religiosità. Sa che abbiamo disperatamente bisogno della vita e della speranza che si ricevono ascoltando la verità. Quindi apprestiamoci ad ascoltare ciò che Gesù ha da dirci, dal suo dolore al nostro.
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C APITOLO 1 :
Anch’io ho conosciuto un dolore insopportabile “L’anima mia è oppressa da tristezza mortale; rimanete qui e vegliate con me.” : Gesù comprende il peso schiacciante e la solitudine agonizzante del dolore.
Sento Gesù parlarmi praticamente da sempre. Quando da ragazzina frequentavo la chiesa udii Gesù, il Pastore delle pecore perdute, chiamarmi perché mi unissi al suo gregge. Ricordo che una volta, da bambina, andai nell’ufficio del pastore e lui mi chiese se capivo cosa significasse essere perduti. Mi immaginai persa nella foresta o in un centro commerciale, ma forse non era questo ciò che lui intendeva. Ma arrivò il giorno in cui lo capii – almeno al punto in cui possa capirlo un bambino, perché ancora oggi mi domando se capisco davvero quanto fossi persa quando Gesù mi trovò e mi donò la fede per confidare in lui. Udii la sua voce con chiarezza, chiamarmi a sé nella sicurezza e nell’appagamento del suo gregge. Sentire la sua voce mi rese capace di dire: “Il Signore è il mio pastore” (Salmo 23:1). Con le sue parole, Gesù infuse vita in una bambina di otto anni che era spiritualmente morta, e io risorsi in Gesù, il Salvatore della mia anima. 17
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Ma come molti ragazzini che crescono nella chiesa e “si consacrano a Cristo” in tenera età, durante l’adolescenza attraversai una crisi. Sapevo di dover decidere se volevo sottomettermi all’autorità di Gesù nella mia vita, non solo la domenica, ma per tutta la settimana – e per tutta la vita. Sentii Gesù che mi diceva che essere il Salvatore della mia anima significava anche essere il Re del mio cuore. Oh, come avrei voluto affidarmi totalmente a lui pur dubitando così spesso di potermi fidare. Quando iniziai l’università e dopo che ebbi avviato la mia carriera, Gesù, la fonte della verità; iniziò a plasmare il mio modo di pensare, a mettere in discussione le mie convinzioni, a tormentarmi la coscienza e a smascherare le mie false credenze. Raramente, però, mi scaldava il cuore o risvegliava in me l’entusiasmo. Mi sentivo arida e disillusa, sempre indaffarata a servirlo, ma spesso molto lontana da lui. A volte non sapevo come riprendere la conversazione, e non ero sicura che fosse disposto ad ascoltarmi o di riuscire a riconoscere la sua voce. Fu allora che, in preda alla disperazione, presi la decisione di ascoltarlo leggendo e studiando la sua Parola ogni giorno. Gesù, la Parola di vita, si fece largo attraverso la mia attività religiosa e la mia crescente conoscenza della Bibbia e iniziò a condannarmi e a cambiarmi. Mi innamorai del suono della voce che scaturiva dalla sua Parola, e sviluppai una fame insaziabile per essa – al punto che talvolta mi chiedevo se mi stesse preparando per qualcosa. Poi lo capii. Arrivò il giorno in cui ebbi bisogno di ascoltare la voce di Gesù come non avevo mai fatto prima. Quando mi trovai a dover affrontare il dolore straziante della perdita di un figlio, ebbi bisogno di sapere che Gesù capiva la sofferenza profonda che stavo provando. Fu allora che lo sentii parlarmi come uomo di dolore, come qualcuno che ha sofferto e sa cosa vuol dire essere sopraffatti dal dolore fino al punto di sentirsi morire dentro. 18
Anch’io ho conosciuto un dolore insopportabile
Avevo sentito Gesù parlarmi in molti altri modi – come Pastore delle pecore perdute, Salvatore della mia anima, Re del mio cuore, fonte di verità e Parola di vita – ma in quelle occasioni si trattava principalmente di ascoltarlo per ciò che poteva fare per me. In questo stato acuto di dolore, invece, ascoltavo Gesù non tanto per ciò che avrebbe potuto fare per me, quanto per la sua solidarietà nei miei confronti. Le sue parole mi dicevano che, nella mia tristezza, potevo trascorrere del tempo con lui. Mi resi conto che il mio dolore mi aveva dato l’opportunità di conoscerlo con una profondità mai raggiunta prima, in un modo in cui non sarei mai riuscita a conoscerlo se non avessi affrontato personalmente un dolore così profondo. Ascoltare Gesù, l’uomo di dolore, che mi parlava, mi aiutò a comprendere il suo carattere, la sua esperienza e il suo contegno; mi aiutò a conoscere il suo cuore. Gesù ha un cuore spezzato. Gesù, l’uomo di dolore, si avvicina a coloro che soffrono, e ci parla come una persona a cui è stato spezzato il cuore, chiamandoci a sé.
Ascolta Gesù che comunica il suo profondo dolore Qualche anno dopo la morte di mia figlia, mentre ero incinta di mio figlio Gabriel, lessi queste parole di Gesù, pronunciate nel Getsemani la notte in cui fu arrestato. Allora Gesù andò con loro in un podere chiamato Getsemani e disse ai discepoli: «Sedete qui finché io sia andato là e abbia pregato». E, presi con sé Pietro e i due figli di Zebedeo, cominciò a essere triste e angosciato. Allora disse loro: «L’anima mia è oppressa da tristezza mortale; rimanete qui e vegliate con me». :-
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La voce di Dio nella sofferenza
Quel giorno di aprile del 2001, annotai nella mia Bibbia: “Lui sa cosa significa essere oppressi dal dolore”. Capire che Gesù comprende cosa significa sentirsi morire dentro dal dolore fu un grande sollievo. Gesù comprende il nodo in gola, l’oppressione al petto, il mal di stomaco. Il suo dolore fu così intenso che Gesù ebbe una reazione fisica ad esso. Luca scrive che “il suo sudore diventò come grosse gocce di sangue” (Luca 22:44). La sua agonia fu così intensa che il sangue ruppe i capillari, colorando il suo sudore e rendendo più grandi le gocce che cadevano incessantemente a terra. A volte, nella disperazione per la sofferenza profonda, iniziamo a pensare che nessuno possa capirci. Pensiamo che nessuno abbia mai sofferto come stiamo soffrendo noi, che nessuno possa capire quanto sono difficili in quei momenti anche le cose più semplici della vita. Gesù, però, lo sa. Gesù non è una divinità lontana che non sa nulla della sofferenza per la delusione e per la morte. Lui ha sperimentato queste cose in prima persona. Capisce. Ebrei 2:18 spiega: “Infatti, poiché egli stesso ha sofferto la tentazione, può venire in aiuto di quelli che sono tentati”. Ascolta le parole di Gesù, “L’anima mia è oppressa da tristezza mortale”, e lascia che ti inducano ad avvicinarti a lui. Hai sempre desiderato essere più vicino a Gesù? So che per riuscirci non avresti mai scelto questo metodo. Tutti noi vorremmo avvicinarci di più a Gesù dicendo una preghiera, frequentando uno studio biblico, leggendo un libro o in qualsiasi altro modo che sia conveniente e controllabile. La verità, però, è che soltanto attraverso il dolore personale possiamo avvicinarci all’uomo di dolore. È nella nostra sofferenza che possiamo iniziare veramente a identificarci con la sua sofferenza. Possiamo finalmente assaporare un briciolo di quello che Gesù fu disposto a sopportare per amore nei nostri confronti. Questa è la conoscenza profonda 20
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che la maggior parte di noi ha almeno dichiarato di desiderare, pur non immaginando che il prezzo da pagare sarebbe stato così alto. Si tratta del tipo di conoscenza a cui anelava Paolo quando disse: “Tutto questo allo scopo di conoscere Cristo, la potenza della sua risurrezione, la comunione delle sue sofferenze, divenendo conforme a lui nella sua morte, per giungere in qualche modo alla risurrezione dei morti” (Filippesi 3:10-11). Paolo riconobbe che tutta la sua sofferenza – prigionia, naufragio, lapidazione, minacce, rifiuto, critiche, freddo e fame – gli aveva permesso di sperimentare una comunione speciale con Gesù, e questo gli garantì accesso a una comunione sacra, la comunione di quelli che condividono le sofferenze di Gesù. Quando udiamo Gesù parlarci attraverso il nostro dolore, lo sentiamo rassicurarci che lui ci è già passato prima e che in questa situazione difficile ha alcune cose da rivelarci su di sé, cose che non saremmo stati pronti ad ascoltare e a imparare senza il dolore. Lo sentiamo prometterci che in questo viaggio difficile camminerà al nostro fianco, garantendoci compagnia e compassione.
Ascolta Gesù che esprime la sua dolorosa solitudine Ascoltando attentamente le parole pronunciate da Gesù nella sua agonia nel Getsemani, scopriamo che Gesù non provò soltanto la sofferenza del dolore. Egli provò anche la solitudine del dolore. Sa cosa significa trovarsi nel momento più difficile della propria vita e rendersi conto che alcuni di quelli che ci saremmo aspettati di trovare al nostro fianco in realtà non ci sono. Con la faccia a terra, Gesù pregava chiedendo a Dio di allontanare il castigo agonizzante per il peccato che stava per essere rovesciato su di lui. Gesù, che non aveva mai commesso alcun peccato, stava per diventare peccato. 21
La voce di Dio nella sofferenza
Anche se offrire se stesso come sacrificio per il peccato era stato il suo proposito fin dalla fondazione del mondo, in quel momento Gesù era sull’orlo del precipizio, con lo sguardo fisso verso il buio cavernoso della morte. Ed era solo. Disperatamente solo. Esausto per l’intensità con cui si era appellato a Dio, Gesù si accorse che i suoi migliori amici non stavano pregando come lui gli aveva chiesto di fare, ma dormivano, apparentemente ignari della battaglia che stava avendo luogo nel suo corpo e nella sua anima. Ascolta cosa dice Gesù. Cerca di immaginare il suo tono di voce. Così, non siete stati capaci di vegliare con me un’ora sola?
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Riesci a sentire l’umanità delle sue parole? La solitudine? Oltre al tradimento per cui stava soffrendo, all’umiliazione che vedeva all’orizzonte e all’esaurimento fisico a cui era sottoposto, Gesù stava provando la solitudine dell’avere degli amici che non rimasero al suo fianco nel momento del bisogno. Hai mai avuto amici che credevi di trovare al tuo fianco nel momento del bisogno? E che invece sono spariti? Non lo capiscono. Non sanno averci a che fare. Vogliono che te la cavi da solo. Trovi consolazione e compagnia in Colui che sa cosa vuol dire essere soli. “Disprezzato e abbandonato dagli uomini, uomo di dolore, familiare con la sofferenza, pari a colui davanti al quale ciascuno si nasconde la faccia, era spregiato, e noi non ne facemmo stima alcuna” (Isaia 53:3). Quando senti che nessuno ti capisce, ascolta le parole di Gesù e trova conforto in lui. Gesù ci è già passato. 22
Anch’io ho conosciuto un dolore insopportabile
Quando senti che tutti ti hanno abbandonato e che a nessuno interessa l’agonia della tua anima, ascolta le parole di Gesù e troverai solidarietà. Ascoltalo mentre ti chiama a un rapporto più profondo e reale con lui, più di quanto abbiate mai avuto prima. Anche Gesù è stato sopraffatto dal dolore. Lui ti incontrerà in questo luogo di dolore e ti parlerà, facendoti capire che non sarai mai solo.
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ASCOLTA GESÙ
Che ti ricorda che è al tuo fianco
S
in cui ti trovi può indurti a domandarti se Dio, nostro Padre, ti ha abbandonato, se ti ha lasciato solo. Ma puoi star certo che lui non si allontanerà mai e non ti lascerà mai solo. Qualsiasi cosa possa intromettersi tra te e il Padre è stata posta su di me mentre ero in croce. Fu allora che il Padre si allontanò da me, ma soltanto affinché non dovesse mai allontanarsi da te. Quel giorno il Padre mi abbandonò per poter accogliere te a braccia aperte per sempre. E non ti lascerà mai andare. Anche se a volte potresti avere la sensazione di essere solo, questa sensazione non sarà giusta. Tu non sei solo. Io sono con te sempre – in ogni situazione e in ogni momento. Nell’esperienza più difficile e dolorosa, io sarò al tuo fianco. Quando tutti ti abbandoneranno, io sarò sempre con te, quindi non devi avere paura. Il mio Spirito Santo è con te e dentro di te. Ti aiuta a sentire la mia voce e a comprenderla. È il Consigliere che ti mostra ciò che è vero e ciò che è falso, affinché tu possa abbracciare la verità su chi sono e cosa ti offro. È l’Avvocato che trasforma le parole nelle pagine della Bibbia in parole potenti e personali capaci di penetrare nella tua anima e di cambiare il tuo cuore. È il Consolatore che allevia i tuoi pensieri turbati sussurrandoti il mio amore per te. Ogni volta che ti senti solo, ricorda che io sono venuto per abitare in te. Sono al tuo fianco, anche adesso, e non ti lascerò mai. Adattato da Marco 15:33-34; Matteo 28:20; Marco 6:50; Giovanni 16:1315; Giovanni 14:16-26; Giovanni 1:14.
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C APITOLO 2 :
Anch’io ho ricevuto un “no” da Dio “Padre mio, se è possibile, passi oltre da me questo calice! Ma pure, non come voglio io, ma come tu vuoi.” : Gesù ci indica cosa fare quando Dio non ci dà ciò che vogliamo.
Durante i sei mesi in cui Hope era in ospedale, diverse persone ci regalarono dei libri da leggere. Uno dei primi lo ricevemmo da un’infermiera dell’ospedale, che me lo diede prima che riportassimo Hope a casa. Era stato scritto da una donna il cui figlio era morto annegato, e io lo lessi voracemente nella stanza d’ospedale, cercando di capire che sofferenza potevamo aspettarci dopo la perdita di un figlio. Anch’io comprai dei libri – alcuni di teologia, altri pratici, o che raccontavano storie di perdita in cui potessi identificarmi. Durante la dolorosa calma della settimana successiva alla morte di Hope, tirai fuori tutti i libri e iniziai a leggerne alcuni, sottolineando i passaggi che reputavo particolarmente significativi. Ricordo di aver letto una frase che diceva che Dio condivideva la mia tristezza, ma non ero sicura di come interpretarla. Sembrava un’idea carina, un po’ sentimentale, per aiutarmi a non prendermela con Dio. Ma feci fatica a credere che fosse vera, perché mi domandavo come potesse Dio essere 25
Nei momenti di grande sofferenza e delusione si può arrivare a dubitare di tutto quello in cui si crede.
I
n questo libro Nancy Guthrie invita i lettori ad ascoltare, insieme a lei, la voce di Gesù che concede discernimento e comprensione, in risposta alle domande persistenti che tutti ci poniamo riguardo alle sofferenze della vita: Che ruolo ha avuto Dio in tutto questo, e perché ha lasciato che succedesse? Perché Dio non ha esaudito le mie preghiere e non ha fatto un miracolo? Posso aspettarmi che Dio mi protegga? Dio si preoccupa per me? Secondo Nancy, porsi queste domande non è assolutamente una cosa negativa perché offrono un’opportunità di ascoltare nuovamente la verità contenuta nelle promesse del vangelo che potremmo aver applicato male, e nei propositi di Dio che potremmo aver frainteso. Esplorando le verità contenute in questo libro insieme a Nancy vi renderete conto che Gesù pronuncia parole di vita nella morte, di speranza nella disperazione, di verità nell’illusione, di significato nella futilità, di pace nel panico. Inoltre, dalle labbra di Gesù riceverete sapienza, compassione, solidarietà... e moltissime altre cose.
N G è stata costretta a seppellire due dei suoi tre figli. Nancy ha sopportato la perdita che la maggior parte di noi si augura di non dover affrontare mai, ma la sua speranza non si è affievolita, e la sua risata non è scomparsa. Nancy e suo marito David, insieme al figlio Matt, vivono a Nashville, in Tennessee, dove frequentano la Christ Presbyterian Church.
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