Nel vasto panorama della teologia e dell’esperienza personale cristiana contemporanea, pochi temi sono attualmente più rilevanti di quelli associati con quello che è comunemente definito “il movimento carismatico”. Ciò che rende il soggetto difficile, in ogni caso, non è tanto l’etichetta quanto la sostanza. Il movimento include non soltanto
le
denominazioni
“pentecostali” ma
tradizionali,
importanti
minoranze
all’interno di quasi tutte le
LE MANIFESTAZIONI DELLO SPIRITO La teologia di 1 Corinzi 12-14
denominazioni della cristianità e in alcune parti del mondo, per esempio l’America Latina, costituisce al tempo stesso la voce protestante maggioritaria e un’acclamata new entry nella chiesa cattolica romana. Quali che siano i loro orientamenti teologici, i giovani ministri dovranno confrontarsi con le questioni sollevate dal movimento carismatico con la stessa frequenza (e in qualche caso, la stessa sofferenza) con cui affrontano qualsiasi altra realtà che incontrano sul loro cammino. Come il movimento carismatico è cresciuto, così si è anche venuto sempre più diversifcando, rendendo pertanto notevolmente riduttive molte generalizzazioni su di esso. Comunque, è probabilmente corretto affermare che tanto i carismatici quanto i non carismatici attribuiscono spesso un grande valore a certi rigidi stereotipi relativi all’altra parte.
D. A. Carson
Wayne Grudem
IL DONO DELLA PROFEZIA NEL NUOVO TESTAMENTO E OGGI D. A. Carson
DALLO SABBATH AL GIORNO DEL SIGNORE
Un’indagine biblica, storica e teologica
Augustus Nicodemus
LA BATTAGLIA SPIRITUALE D. A. Carson
LE MANIFESTAZIONI DELLO SPIRITO
La teologia di 1 Corinzi 12-14
LE MANIFESTAZIONI DELLO SPIRITO La teologia di 1 Corinzi 12-14 D. A. Carson
Le manifestazioni dello Spirito La teologia di 1 Corinzi 12-14 D. A. Carson Proprietà letteraria riservata: BE Edizioni di Monica Pires P.I. 06242080486 Via del Pignone 28 50142 Firenze Italia Originally published in English under the title: Showing the Spirit-A theological Exposition of 1 Corinthians 12-14 Copyright © 1987 D. A. Carson Published by Baker Academic a division of Baker Publishing Group, Michigan, 49516, USA. Coordinamento editoriale: Filippo Pini Traduzione: Roberto Cappato Revisione: Irene Bitassi Progetto grafico: Samuele Ciardelli Prima edizione: Marzo 2017 Stampato in Italia Tutte le citazioni bibliche, salvo diversamente indicato, sono tratte dalla Nuova Riveduta, Società Biblica di Ginevra. ISBN 978-88-97963-39-4 Per ordini: www.beedizioni.it È vietata la riproduzione, anche parziale, con qualsiasi mezzo effettuata compresa la fotocopia, anche ad uso interno didattico. Per la legge italiana la fotocopia è lecita solo per uso personale purché non danneggi l’autore. Quindi ogni fotocopia che eviti l’acquisto di un libro è illecita e minaccia la sopravvivenza di un modo di trasmettere la conoscenza. Chi fotocopia un libro, chi mette a disposizione i mezzi per fotocopiare, chi comunque favorisce questa pratica commette un furto verso l’autore e gli editori e mette a rischio la sopravvivenza di questo modo di trasmettere le idee.
Indice
Prefazione Introduzione
9 11
1 L’unità del corpo e la diversità dei doni (12:1-30)
15
Riflessioni sul contesto delle considerazioni di 1 Corinzi 1214
15
La rilevanza della confessione centrale del cristianesimo su ciò che significa “essere spirituali” (12:1-3)
20
La copiosa diversità dei doni della grazia (12:4-11)
37
Il battesimo nello Spirito Santo e la metafora del corpo: la mutua dipendenza dei credenti l’uno dall’altro (12:12-26)
52
2 La via per eccellenza; ovvero, quando giunge la perfezione? (12:31-13:13)
65
La collocazione del capitolo 13
66
L’indispensabilità dell’amore (13:1-3)
74
Alcune caratteristiche dell’amore (13:4-7)
79
L’immutabilità dell’amore (13:8-13)
86
3 Profezia e lingue: ricercare ciò che è meglio (14:1-19)
101
Riflessioni sulla natura di vari χαρίσματα (charismata)
101
La superiorità della profezia sulle lingue (14:1-19)
134
4 Ordine e autorità: i limiti dei doni spirituali (14:20-40)
143
Lingue e profezie in rapporto ai non credenti (14:20-25)
144
L’ordine nell’adorazione pubblica (14:26-33)
156
Avvertimento (14:37-38)
175
Sommario (14:39-40)
180
Riflessioni conclusive
180
5 Potenza scatenata e condizionamenti della disciplina: verso una teologia dei doni spirituali
185
Riflessioni sulle lingue, i miracoli e il battesimo nello Spirito nel libro degli Atti
186
Riflessioni sulla teologia della seconda benedizione
213
Riflessioni sulla rivelazione
217
Riflessioni sulle attestazioni della storia
223
Riflessioni sul movimento carismatico
230
Riflessioni di natura pastorale
248
Bibliografia scelta
257
Al preside, alla facoltĂ , al personale e agli studenti del Moore College di Sydney, in occasione del mio primo viaggio in Australia nel settembre del 1985.
Prefazione Le pagine di questo libro sono state originariamente concepite per l’esposizione orale sotto forma di conferenze, tenute presso il Moore College nel settembre del 1985. Sono molto riconoscente all’ex-preside, dr. Broughton Knox, per avermi rivolto quell’invito e al preside attuale, dr. Peter Jensen e alla sua facoltà per il caloroso benvenuto che mi hanno riservato. Non ringrazierò mai abbastanza per le tante gentilezze dimostratemi, che vanno ben oltre la cortesia. Le due settimane piacevoli, che ho trascorso “dall’altra parte del mondo”, hanno portato a rinnovate amicizie con Allan e Pamela Blanch, con Philip e Helen Jensen e con Peter e Mary O’Brien e a una schiera di nuovi amici e corrispondenti, troppo numerosi per menzionarli. Un’amica molto speciale, però, è stata un’incantevole bambina di tre anni, Anne Woodhouse. L’invito a tenere quelle lezioni si è tradotto in uno stimolo a dare alle stampe parte del materiale su cui stavo riflettendo e insegnando da diversi anni e che, senza quell’incentivo, sarebbe ancora allo stato di abbozzo. Trattandosi di temi così complessi e ampliamente dibattuti sia nei circoli accademici sia nella chiesa in generale, ho incluso delle note e una bibliografia molto dettagliate per lo studioso più esperto, pur mantenendo, nel corpo del testo, lo stile delle conferenze. Non si perviene a delle conclusioni come quelle prospettate in queste pagine senza un’articolata interazione con altre persone. Per quanto sia riluttante a incominciare con un elenco di nomi, tuttavia, oltre all’aiuto ricevuto dalle fonti in gran parte tecniche menzionate nelle note, sono in debito in modo particolare verso tre persone: il dr. Max Turner dell’università di Aberdeen, le cui lunghe conversazioni con me più di dieci anni fa hanno contribuito alla formazione del mio pensiero; il dr.
9
LE MANIFESTAZIONI DELLO SPIRITO
Roy Clements, pastore della chiesa battista Eden di Cambridge, in Inghilterra, la cui serie di esposizioni sulla Prima Lettera ai Corinzi è stata un grande piacere stimolante; infine, il dr. Kenneth S. Kantzer, che mi ha gentilmente messo a disposizione gli esaustivi appunti per le lezioni di un corso da lui tenuto per anni. Sono certo di avere attinto da questi uomini senza essermene sempre reso conto. Nessuno di loro sarà d’accordo con tutto ciò che ho scritto, ma questo significa probabilmente che ho ancora molto da imparare. Siccome il dibattito sul “movimento carismatico” è ben lontano dall’essere d’interesse meramente accademico, accanto agli studi tecnici, ho aggiunto nella bibliografia e nelle note, come pure negli argomenti presi in considerazione, un numero significativo di presentazioni di carattere più divulgativo. Altrimenti temo che queste conferenze avrebbero toccato argomenti dove pochi colleghi eruditi si addentrano. Il mio assistente, sig. Mark Reasoner, è stato instancabile nel reperire oscuri articoli e libri; il personale della Rolfing Library, sempre disponibile e gentile, dev’essere nondimeno grato che il progetto sia giunto alla fine. Una o due opere citate nella bibliografia, in particolare il libro di Pierre Benoit, sono giunte troppo tardi per essere utilizzate, a eccezione dell’estratto di un saggio di James D. G. Dunn che mi è stato gentilmente prestato dal dr. Scott McKnight. La serie è stata edita in forma leggermente abbreviata presso il Mennonite Brethren Biblical Seminary di Fresno (in California) e presso il Canadian Theological Seminary di Regina (nello Saskatchewan) nell’autunno del 1985, offrendomi ulteriori opportunità di riflessione e revisione. Sono grato per le tante gentilezze che in quell’occasione mi sono state dimostrate. Soli Deo gloria. D. A. Carson Trinity Evangelical Divinity School
10
Introduzione Nel vasto panorama della teologia e dell’esperienza personale cristiana contemporanea, pochi temi sono attualmente più rilevanti di quelli associati con quello che è comunemente definito “il movimento carismatico”. L’etichetta stessa, come vedremo, è un riflesso dell’uso biblico, talora fuorviante, della parola χάρισμα (charisma); trattandosi comunque di un termine comune, continuerò a utilizzarlo. Ciò che rende il soggetto difficile, in ogni caso, non è tanto l’etichetta quanto la sostanza. Il movimento include non soltanto le denominazioni “pentecostali” tradizionali, ma importanti minoranze all’interno di quasi tutte le denominazioni della cristianità e in alcune parti del mondo, per esempio l’America Latina, costituisce al tempo stesso la voce protestante maggioritaria e un’acclamata new entry nella chiesa cattolica romana. Quali che siano i loro orientamenti teologici, i giovani ministri dovranno confrontarsi con le questioni sollevate dal movimento carismatico con la stessa frequenza (e in qualche caso, la stessa sofferenza) con cui affrontano qualsiasi altra realtà che incontrano sul loro cammino. Come il movimento carismatico è cresciuto, così si è anche venuto sempre più diversificando, rendendo pertanto notevolmente riduttive molte generalizzazioni su di esso. Comunque, è probabilmente corretto affermare che tanto i carismatici quanto i non carismatici (se posso continuare a utilizzare questi termini secondo criteri non biblici) attribuiscono spesso un grande valore a certi rigidi stereotipi relativi all’altra parte. Nel giudizio dei carismatici, i non carismatici tendono a essere dei plumbei tradizionalisti, che non credono davvero nella Bibbia e non sono realmente zelanti per il Signore. Temono una profonda esperienza spirituale, troppo orgogliosi per donarsi con piena sincerità di cuore a
11
LE MANIFESTAZIONI DELLO SPIRITO
Dio, più preoccupati del rituale che della realtà e più innamorati di una verità professata che della verità incarnata. Sono più bravi a scrivere tomi di teologia che a evangelizzare; sono disfattisti quanto alla visione, difensivi quanto alla posizione, spenti quanto all’adorazione e privi della potenza dello Spirito nella loro esperienza personale. Da parte loro, i non carismatici tendono naturalmente a vedere le cose in maniera un po’ diversa. I carismatici, a loro avviso, hanno ceduto al moderno amore per “l’esperienza”, anche a spese della verità. I carismatici sono reputati profondamente non biblici, soprattutto quando elevano la loro esperienza delle lingue al rango di discriminante teologica e spirituale. Se crescono, una non piccola parte della loro forza può essere ascritta al loro sguaiato trionfalismo, al loro populismo un po’ snob, alle scorciatoie da loro promesse verso la santità e la potenza. Sono più bravi a dividere le chiese e a rubare le pecore che a evangelizzare, più avvezzi a ostentare personalismi spirituali di fronte agli altri credenti che a un servizio umile e fedele. Sono arroganti quanto alla visione (soltanto loro possiedono il “pieno vangelo”), distruttivi quanto alla posizione, sfrenati nell’adorazione e privi di qualsiasi reale comprensione della Bibbia che vada al di là di una mera “versettologia”. Naturalmente, entrambe le parti riconoscono che le caricature da me delineate ammettono rilevanti eccezioni; tuttavia, i profondi sospetti su entrambi i fronti rendono estremamente difficile un autentico dialogo. Ciò è particolarmente spiacevole, perfino imbarazzante, alla luce della devozione professata, su entrambi i versanti, all’autorità della Bibbia dalla maggior parte dei credenti. Le posizioni stereotipate delle due parti sono così antitetiche, pur rivendicando entrambe di essere bibliche, che dobbiamo concludere una di queste tre cose: una parte ha ragione nella sua interpretazione della Scrittura su questi punti e di conseguenza l’altra ha torto; entrambe le parti hanno in qualche misura torto e si deve ricercare qualche miglior criterio interpretativo della Scrittura; in alternativa, semplicemente, la Bibbia non parla in modo chiaro e inequivocabile su questi temi ed entrambe le parti del dibattito hanno estrapolato certi insegnamenti della Bibbia, per fare quadrato intorno a posizioni che in sé stesse non sono sostenibili sulla base della Scrittura. 12
Introduzione
In ogni caso, dobbiamo tornare alla Scrittura, che è il fondamento. Non mi illudo che quanto dirò sia particolarmente innovativo o si dimostri completamente persuasivo per chiunque abbia riflettuto su questi temi e la limitatezza del soggetto su cui il presente volume punta i riflettori (solo tre capitoli di un libro del Nuovo Testamento) circoscrive necessariamente le mie conclusioni. Tuttavia, spero che il capitolo conclusivo dedichi abbastanza spazio ad altro materiale biblico, tratto soprattutto dal libro degli Atti, perché tali conclusioni non appaiano forzate. Inoltre, anche se la mia attenzione sarà in gran parte concentrata sul testo di 1 Corinzi 12-14, il mio intento di fare di questo scritto un’esposizione teologica mi porterà per forza di cose a interagire un po’ con qualche altra dottrina cristiana e anche con le acquisizioni di linguisti, antropologi sociali, storici e con le convinzioni pratiche e popolari della chiesa contemporanea, anche laddove tali considerazioni travalichino gli orizzonti dello studioso del Nuovo Testamento. Infatti, sono persuaso che, se vogliamo che la chiesa abbia pace su questi temi, dobbiamo cercare di valutare con imparzialità ogni testimonianza rilevante, anche mentre sottolineiamo che a prevalere dev’essere l’autorità della Scrittura. Tale autorità, naturalmente, non dev’essere trasposta in me quale interprete; così di volta in volta indicherò il grado di sicurezza con cui esprimo delle valutazioni interpretative, cosicché anche se non possiamo concordare su tutti i dettagli, forse la maggior parte di noi potrà pervenire a un consenso sulle questioni più centrali.
13
In Le manifestazioni dello Spirito, l’accreditato studioso del Nuovo Testamento, D. A. Carson, autore o curatore di oltre sessanta libri, affronta uno dei temi più problematici del mondo evangelico: i doni spirituali. Gran parte del volume tratta il fondamentale brano di 1 Corinzi 12-14. Il capitolo conclusivo, però, integra materiale da altre parti della Scrittura – in particolare dal libro degli Atti – cosicché le conclusioni dell’autore riflettono tutta la testimonianza biblica. L’esegesi dell’autore è esemplare. Lascia senza fiato la sua padronanza della bibliografia rilevante sull’argomento. È unica la sua capacità di passare dall’esegesi alla teologia. La sua saggezza spirituale, infine, pervade le sue numerose considerazioni pastorali. Si confronta con alcune delle altre dottrine cristiane, come pure con le scoperte della linguistica, dell’antropologia sociale e della storia. “Dobbiamo cercare di valutare con imparzialità ogni testimonianza rilevante”, scrive, “anche mentre sottolineiamo che a prevalere dev’essere l’autorità della Scrittura”. D. A. Carson è professore di Nuovo Testamento presso il Trinity Evangelical Divinity School. È un oratore molto attivo, ospitato dalle università e dalle chiese di tutto il mondo. Ha scritto o curato circa sessanta libri. È membro fondatore e attuale presidente di The Gospel Coalition. www.beedizioni.it
24,00 euro